MA LEGGERE QUELLO CHE SI VUOLE CRITICARE PRIMA DI CRITICARLO, NO? PAREVA BRUTTO?

Tal Stefano Jesurum, giornalista, a quanto pare – ma un giornalista non dovrebbe controllare le cose di cui vuole parlare, prima di parlarne? E non dovrebbe anche prendere in considerazione l’opportunità di misurare “il peso delle parole”? – ci propina questo articoletto dal titolo emblematico, che tuttavia, visto il contenuto, sarebbe più corretto definire grottesco.

Il peso delle parole

Andiamo con ordine. Il ministro Roberto Speranza, nel corso di una intervista televisiva di circa mezz’ora, in un frammento di non più di 30 secondi [è più importante quello che ha detto o quanto tempo ha impiegato a dirlo?], alla domanda “Ma come si fa a vietare una festa? Chi è che va a controllare e a bussare alle porte degli appartamenti per vedere se c’è una festa?” risponde “Intanto, quando c’è una norma, va rispettata [oddio, anche il divieto di uccidere, oltre che un comandamento religioso, sarebbe anche una norma civile, ma non si ha l’impressione che questo sia sufficiente a farla rispettare, al pari di quella che vieterebbe di spacciare droga o rapinare vecchiette]. In questi mesi gli italiani hanno dimostrato di non avere bisogno di un carabiniere o di un poliziotto a controllarli personalmente. Ma è chiaro che aumenteremo anche i controlli, ci saranno segnalazioni. Io mi fido molto anche dei genitori [“anche”. Oltre che dei vicini, che infatti si sono già attivati, così come si attivavano alla grande nei mesi della segregazione] del nostro Paese…”. Ci saranno segnalazioni. E così un politico serio [ehm… posso fare una grassa risata?] che ha dimostrato di avere il coraggio [?] di affrontare il dossier più complicato che qualunque ministro si sia mai trovato sul tavolo dal dopoguerra ad oggi [bum! Ma poi, comunque, che cosa c’entra?], viene accusato di essere una sorta di stalinista [no: viene accusato di avere detto una mostruosità: perché, non l’ha detta?], un liberticida [liberticida, sì, nonché assassino, insieme ai suoi complici, dello stato di diritto], un mostro. Per tre, semplicissime, parole: ci saranno segnalazioni [Volendo, anche una roba come “morte agli ebrei” sarebbero tre parole. Semplicissime. Se le sente il signor Jesurum non ha niente da ridire?].
I leoni da tastiera [ma quanto ci piace questa espressione, leoni da tastiera!] si scatenano, as usual [per i non anglofoni: come al solito]. Tal Silvana De Mari, medico e scrittrice fantasy, su La Verità associa le restrizioni anticontagio [l’invito alla delazione nei confronti dei vicini sarebbe una “restrizione anticontagio”?! Non voglio fare la solita battuta scontata del “cosa si è fumato?”, ma se non si è fumato niente di strano, quali saranno mai le turbe psichiche di un individuo che considera l’istigazione alla delazione come una “restrizione anticontagio”?] e le persecuzioni naziste [e le persecuzioni naziste: tenete bene presenti queste parole]. E qui viene il punto a mio avviso davvero dolente, senza ritorno. Da destra e da sinistra, l’urlo accusatorio addita Speranza come istigatore di delazione. Delazione, una parola il cui suono fa rabbrividire, un meccanismo mentale vigliacco (ti denuncio in cambio di) che moltissimi hanno pagato sulla propria pelle in tempi fascisti, nazisti e di “socialismo reale”. [No, caro “tal” Jesurum: non si denuncia solo in cambio di: si denuncia anche per ideologia. O perché così ha comandato il padrone di turno. E se la chiami segnalazione – come la chiamavano i bravi cittadini zelanti ligi alle regole vigenti che segnalavano gli ebrei nascosti o con documenti falsi – resta una delazione lo stesso, quella cosa “il cui suono fa rabbrividire, un meccanismo mentale vigliacco (…) che moltissimi hanno pagato sulla propria pelle in tempi fascisti, nazisti e di “socialismo reale”]
Inaccettabile. Intanto perché nessuno ha invitato alla delazione. E poi perché se non si è in grado di discernere il peso delle proprie parole, soprattutto in tempi di crisi profondissima, allora è finita. Guido Rossa (sempre che sappiano chi sia – sennò c’è Google) era un delatore? Se per caso ascoltaste nell’appartamento a fianco qualcuno che parla di jihad e indirizzi avvisereste le forze dell’ordine o vi fareste – come tanto si usa dire oggi – gli affari vostri? Dice: ma il terrorismo e le stragi sono un’altra cosa. Vero, tuttavia gli oltre trentaseimila morti rimangono trentaseimila vite spezzate. [Ok, ho deciso di non chiedere che cosa si sia fumato questo qua, e non lo chiederò, ma il dubbio resta]

Stefano Jesurum, ‍‍15/10/2020 , qui.

E quello che segue è il testo pubblicato da “tal” Silvana De Mari. Per non rischiare confusioni inserirò i miei commenti in corsivo, in quadra e con altro colore.

ULTIME NOTIZIE DA UNA SCUOLA FOLLE

BY SILVANA DE MARI

15 OTTOBRE 2020

Ricevo dalla dottoressa Isabella Rigillo Insegnante, psicologa e psicoterapeuta questa mail, che riporto integralmente. Le parentesi sono mie.

Ore 8 ingresso nell’ospedale di malattie infettive “scuola statale italiana”: mettere mascherina, scanner usato da un collaboratore per misurare la febbre, seguire le frecce e linee posizionate a terra già dal cancello e fino all’interno delle aule. (queste disposizioni avrebbero senso in un gruppo di bambini reduci dal trapianto di midollo, cioè immunodepressi. Il Covid 19 è un virus ad alta infettività, ma bassa virulenza, che ha perso potenza a giugno. Queste regole distruggono la socializzazione e danneggia la psiche del bambino sprofondandolo nella fobia e soprattutto nella colpa: ti sei tolto la mascherina, tuo nonno morirà e sarà colpa tua. Anche al corpo non fa bene: il sistema immunitario per funzionare ha bisogno di restare in allenamento. Il distanziamento sociale lo indebolisce. Per diventare insegnanti occorre studiare per anni pedagogia, con master sulla socializzazione e la psicomotricità. Gli insegnanti hanno rinnegato tutto) Cambio mascherina con quella fornita dalla scuola. (11 milioni di mascherine sono state garantite a Elkam. Queste mascherine come vengono smaltite? Se fossero tossiche, se ci fosse il pericoloso virus dovrebbero essere rifiuti speciali, sono rifiuti qualsiasi. L’uso continuativo di mascherine, soprattutto in bambini, altera il microbiota orale e può favorire tonsilliti e faringiti.) Gel disinfettante da usare all’entrata ed ogni volta che bambini e adulti vanno al bagno sia prima che dopo. (alcuni gel aumentano il rischio di cancro alla tiroide, tutti modificano il microbiota delle mani e se troppo usati aumentano il rischio di dermatiti)  Al primo starnuto o accenno di raffreddore o malesseri vari mandare il piccolo nella stanza covid per controllo temperatura e invio a casa. (perché stanza covid? Non potevano continuare a chiamarla infermeria? Il covid è molto improbabile nei bambini. Perché il covid è l’unica malattia esistente?) Tutto ciò durante il tempo di permanenza in aula. Le finestre restano aperte per il cambio dell’aria. (anche di inverno? Tempra il carattere, ma può causare parecchie malattie da raffreddamento, dette raffreddori, e poi si finisce nella stanza covid) Messaggio della dirigenza: “data la situazione si lavora molto sull’educazione civica e prevenzione da Sars cov 2, molto sulle regole del distanziamento, i saperi sono quelli essenziali, la didattica va solo su matematica e italiano”. (ottimo, i popoli analfabeti sono più felici)  Bambini sempre seduti anche durante la ricreazione, banchi monoposto mai arrivati, uno sta al posto solito e l’altro seduto al lato del banco senza potersi avvicinare e infilare le gambe sotto. Se parla uno l’altro deve tirare su la mascherina così se si alza per temperare una matita. L’insegnante può togliere la mascherina nell’area tra cattedra e lavagna garantendo due metri di distanza dagli alunni, non può toccarli né correggere loro i compiti, va tutto sull’autocorrezione. Eventuali verifiche dovranno attendere due giorni prima di poter essere visti dall’insegnante. Sconsigliato farli cantare. In palestra impossibile svolgere attività perché occorrerebbe disinfettare attrezzi e palestra ogni volta oltre ad avere una distanza di almeno due metri tra i bambini. A mensa possono toglierla quando mangiano, ma sono a distanza da un metro ed ogni gruppo classe necessita di due lunghi tavoli, l’acqua deve versarla l’insegnante munita di guanti mentre loro devono restare seduti tutto il tempo. A solo due settimane dall’inizio dell’anno scolastico due classi sono in quarantena perché alcuni sono risultati positivi al tampone, ma nessuno ha l’influenza vera!! All’uscita anche i genitori indossano la mascherina e qualche volta pure gli occhiali da sole, rendendo complesso il riconoscimento. Non ci si può fermare a parlare con loro per evitare assembramenti e probabili contagi, ognuno prende il figlio e va via. I collaboratori hanno un quaderno nel quale annotano quando e cosa hanno fatto in ogni aula, con un nebulizzatore disinfettano gli ambienti, ora più sporchi e segnati da gocce di questo liquido di cui non si conosce la composizione chimica. Tutti sotto stress a protezione di un virus i cui dati si leggono su giornali e si vedono in televisione, invece nella vita pratica la gente muore per lo più di tumori, malattie cardiovascolari e altre patologie. La scuola per quello che si conosceva è morta. Uccisa dalla “banalità del male” [Ecco, io questa espressione – di Isabella Rigillo comunque, NON di Silvana De Mari, l’avrei evitata. Primo perché si riferisce a una persona, non alla shoah. Secondo perché è stata coniata da una persona abbietta. Terzo perché di Eichmann – che tutto era tranne che un grigio burocrate esecutore di ordini – questa persona non ha capito niente. Quarto perché il male non è mai banale. Ma non ha niente a che vedere con le insensate accuse di Jesurum]. I bambini stanno già cominciando a manifestare disturbi psicologici come pianto apparentemente immotivato, attacchi d’ansia, difficoltà di concentrazione e apprendimento. Gli adulti per ora insonnia, atteggiamento passivo di indifferenza, abulia e delega. E’ solo l’inizio dell’incubo se non si mette fine a questo lager per l’infanzia. Il silenzio non è mai stato così PESANTE e PERICOLOSO.

Isabella Rigillo Insegnante, psicologa e psicoterapeuta.

In conclusione riporto le parole del dottor i Alberto Villani del Cts. Il Cts vuol dire tizi non eletti da nessuno, nominati esperti da tale Conte pure lui non eletto da nessuno in base a competenze che ci sono rimaste oscure. Le competenze dei tizi chiamati a decidere di una nazione e le competenze del tizio che li ha scelti. Quello che ci è chiaro è l’incredibile fiume di denaro con cui sono pagati. Il vate Alberto Villani ha detto al Corriere della sera: non importa se le mascherine all’aperto hanno scientificamente un senso oppure no, sono un segnale.
Lo sanno che non c’è nessuna evidenza scientifica sul valore protettivo per virus, mentre già sono evidenti dermatiti, micosi e faringiti.
È un segnale. Un segnale di sottomissione a regole insensate, perché si obbedisce alle regole sempre. Il buon suddito fa così.
Un tampone per cercarli, un tampone made in China spesso già falso positivo, un tampone per trovarli un tampone che il suo stesso inventore ha dichiarato non idoneo a trovare i malati, un tampone per ghermirli escludendoli dalla vita sociale, e nel buio incatenarli, un buio che potrebbe non essere casa ma una struttura idonea accuratamente preparata.
Sono tutte le mattine all’ufficio postale, e con gli impiegati ci scambiamo i pacchetti che spedisco , il modulo della raccomandata, i soldi. Lo stesso con le cassiere del supermercato, che toccano i prodotti che ho preso e poi i soldi. [con i guanti, certo, ma con quegli stessi guanti tocca le cose mie e quelle degli altri]
Una maestra ha fatto soffrire per ore la sete a un bimbo di 6 anni per non toccare lei la borraccia che lui non riusciva ad aprire. Una maestra che fa una cosa del genere il giorno in cui andranno a prendere i bambini ebrei, o quelli armeni o quelli che hanno il cognome che comincia per M, li consegnerà senza fiatare lieta e giuliva di aver fatto il suo dovere e poi lieta e giuliva spiegherà agli altri bambini quanto è giusto e quanto e bello. [Immagino che il corpo del delitto, solertemente denunciato dal signor Jesurum, sia questo. Ed è esattamente quello che anch’io ho detto ripetutamente: chi ha l’anima del servo, non si chiede se l’ordine che viene dall’alto sia giusto o ingiusto, sensato o insensato, utile o inutile, morale o immorale, virtuoso o criminale: se quella è la regola, si obbedisce e basta. E se l’ordine è di denunciare – segnalare – il ligio cittadino dall’anima di servo denuncerà – segnalerà. Se ci sarà da segnalare il vicino che forse ha una tavolata di sette persone si segnalerà il vicino festaiolo, se ci sarà da segnalare il bambino ebreo nascosto in una cantina si segnalerà il bambino ebreo, e si applaudiranno gli agenti della Gestapo che portano lui al gas e il vicino irrispettoso delle norme al campo di concentramento] Oppure consegnerà i bambini “positivi”, o quelli figli di genitori omofobi, come già fatto a Bibbiano e come normalmente faranno dopo che il ddl Zan Scalfarotto sarà stato approvato. Lo ha detto lo stato. È vero e giusto.

Ecco, questo è il testo criminale di “tal” Silvana De Mari che si è “inventata” che il povero speranzino nostro, eroico nell’affrontare eccetera eccetera (chi era quello là che volevano fare santo per via delle “eroiche virtù”?) avrebbe invitato alla delazione (uuhh, che bugiarda! Uuhh, che malpensante!) e che ha associato le restrizioni anticovid alle persecuzioni naziste.

Questo, caro signor Stefano Jesurum, si chiama analfabetismo funzionale. A voler essere generosi. Perché se non è di questo che si tratta, allora lei ha dei problemi. E anche piuttosto grossi.

barbara

ULTIMISSIME SUL FRONTE DELL’EPIDEMIA FANTASMA

Cominciamo col solito giochino dei numeri e sul modo di comunicarli da parte di gente che evidentemente ignora l’esistenza di persone dotate di memoria e capaci di fare calcolini da scuola elementare.

Angelo Michele Imbriani

ANALFABETISMO FUNZIONALE, ovvero “aumentano i contagiati, mai tanti casi dal 28 maggio”.

Bisogna dire chiaro e tondo che tutti coloro che ripetono a pappagallo le notizie-mantra di una informazione disonesta, senza porsi alcuna domanda su quel mantra, senza sottoporlo ad alcuna verifica, senza metterlo in discussione con un pur elementare processo cognitivo, si mostrano incapaci di qualsiasi pensiero autonomo e critico.
Nell’esempio in questione, un essere pensante non si ferma alla notizia-mantra, ma fa una facilissima, piccola ricerca.
Il 28 maggio avevamo lo stesso numero di “positivi” di ieri, più o meno. Bene. Ma quanti erano stati i morti? 71. Ieri 3. E il 27 maggio erano stati 118. E quanti erano i ricoverati in terapia intensiva? 489. Ieri 52. Dieci volte di meno, o quasi. E quanti erano i ricoverati con sintomi? 7.300. Ieri 500 circa. E infine, riguardo all’unico dato che corrisponde, il numero dei “positivi”, innanzitutto vengono conteggiati anche quelli che hanno già avuto un tampone e non si sono ancora “negarivizzati”? In tal caso è estremamente scorretto contarli tra i “nuovi casi”. Ma soprattutto: come stanno questi cosiddetti contagiati? Oggi, a, quanto pare, sono quasi tutti “asintomatici”, ossia non sono malati. Nella fase acuta dell’epidemia, e il 28 maggio eravamo già da tempo nella fase calante, come tutti dovremmo ricordare almeno la metà dei positivi veniva ricoverato, un 10% finiva in terapia intensiva e quasi la metà di coloro che finivano in terapia intensiva moriva.
Infine, quanti tamponi vengono fatti oggi e quanti venivano fatti nella fase acuta dell’epidemia? Oggi, nei giorni feriali, i tamponi sono 50-60.000. Nei mesi scorsi, 20-25.000 erano cifre da record.
La situazione di oggi non ha niente a che vedere, quindi, dati alla mano, con quella del 28 maggio e soprattutto con quella dei mesi precedenti, quando il Covid 19 poteva fare legittimamente paura.
Solo una informazione disonesta e manipolatrice può fare certi confronti e alimentare il terrore. Solo gli analfabeti funzionali, ma chiamiamoli pure idioti, possono seguirla e lasciarsi spaventare.
Ovviamente questo post è del tutto inutile: se pure lo leggesse un analfabeta funzionale non lo capirebbe. E un minuto dopo tornerebbe a ripetere con voce da pappagallo: “i bollettini sono preoccupanti, i contagi stanno aumentando, non erano mai stati tanti dal 28 maggio”…

I “nuovi contagiati” comunque salgono, già…
focolaio
E trovi gente come la mia povera cuginetta, quella che di mestiere fa la psicologa, e già abbiamo detto tutto, quella innamorata di Conte perché è elegante e pacato e fa festa grande quando quello si dedica ad asfaltare l’opposizione, che a chiamarla analfabeta funzionale sarebbe un eufemismo, che scrive

Merda, si sale si saleeeeee e se qualcuno qui sotto scrive colpa dei migranti si auto elimini dai miei contatti

Il sindaco di Treviso,
Mario Conte
a quanto pare, non ha avuto l’accortezza di consultarsi con mia cugina, e sembrerebbe di parere leggermente diverso

“Ho chiesto i danni al governo. Ha abbandonato la nostra città”

Il sindaco di Treviso si è già appellato all’avvocatura dello Stato. Nell’ex caserma 300 migranti: 260 positivi

Serenella Bettin – Sab, 15/08/2020

«Abbiamo chiesto ai cittadini di fare sacrifici, di rimanere chiusi in casa, abbiamo chiuso le attività; hanno fatto chiudere i bar se per caso c’erano tre persone senza mascherina e poi scopriamo che in una struttura dello Stato fanno quello che vogliono e può succedere di tutto».

È furioso il sindaco di Treviso, Mario Conte. Mentre ci sta parlando è in corso una guerriglia a sassate dei migranti dell’ex caserma Serena di Treviso contro la polizia. I richiedenti asilo se la prendono con gli uomini in divisa perché non ne vogliono sapere di fare la quarantena. In quel centro «accoglienza» sono quasi tutti positivi. Da due si è passati a 157. Ora ammontano a 260. Duecentosessanta su 300 ospiti. Il sindaco è sconcertato, oltre che preoccupato per i suoi cittadini e ha deciso di chiedere i danni allo Stato. «Ho dato mandato all’avvocatura dello Stato – spiega in un’intervista al Giornale – per studiare la pratica affinché si chiedano i danni. Per noi è un grosso danno. Per un lungo periodo abbiamo chiesto ai nostri cittadini di fare sacrifici e ora ci troviamo con una struttura gestita dallo Stato e dalla prefettura dove all’interno può succedere di tutto».

Una caserma aperta nel 2015. In questi giorni com’è la situazione lì dentro?
«Io non posso entrare, non ci lasciano fare i controlli. La situazione è molto tesa. E la cooperativa che ha in gestione il centro non riesce a tenere divisi i positivi dai negativi».

Ma il posto per dividerli c’è?
«Sì basterebbe spostarli di palazzina. Positivi da una parte e negativi dall’altra, ma gli ospiti non vogliono. Tutti noi dobbiamo sottostare ai capricci di queste persone».

Alcuni negativizzati sono stati spostati in un’altra struttura.
«Sì hanno trasferito i primi cinque negativizzati. Ma è un continuo trasportare questa gente di qua e di là con un crescendo di paura da parte della popolazione che non vuole contrarre il virus».

Non si può chiudere quella caserma?
«Io sono per lo smantellamento. Salvini aveva iniziato un processo di svuotamento. Ora siamo presi così, con queste persone che fanno ciò che vogliono. Salvini era venuto a vedere la situazione, questi giorni non ho visto una presenza che fosse una da parte del ministro Lamorgese».

Non l’ha nemmeno chiamata?
«No, se non vuole chiamare il sindaco, almeno chiami per solidarietà quei medici con cui i migranti se la sono presa questi giorni. La nostra azienda sanitaria sta facendo uno sforzo enorme per cercare di fare a tutti i tamponi in tempi record e queste persone se la prendono con la polizia, con i medici. La conclusione è che gli unici che mi chiamano e mi chiamate – sorride – sono le tv nazionali, i giornalisti. Capisci che danno possiamo avere».

Avete avuto disdette nel turismo?
«Tantissime disdette, la gente ha paura. Mi sono confrontato con associazioni di categoria e da questa ondata di contagi ne riceviamo sicuramente un danno».

Danni per l’immagine.
«E all’economia. La responsabilità non è di certo dell’amministrazione comunale, è una struttura gestita da una cooperativa che ha vinto l’appalto della prefettura. E lì la responsabilità è dello Stato».

Lei ha provato a parlare con il gestore della struttura?
«È tutto uno scaricare le responsabilità». (qui)

Già. Come già ricordato altrove, il governo ha solennemente promesso la seconda ondata entro l’autunno, in previsione della quale ha anche prorogato, unico Paese in Europa e nel mondo civile, lo stato di emergenza. E, ben deciso a mantenere la promessa, visto che né gli assembramenti selvaggi di Napoli, né ammucchiate, con o senza mascherina, di locali e movida, erano riusciti a far aumentare il numero dei positivi neanche di uno zero virgola, giustamente adesso li sta importando a manetta, come si fa quando la carenza di un genere in patria rischia di provocare una carestia. Purtroppo per lui, il premier più bravo del mondo a capo del governo più bello del mondo, nonostante tutti questi positivi, non si riesce a far salire il numero dei malati, meno che mai quello dei bisognosi di terapia intensiva, per non parlare dei morti: che cos’altro inventerà nelle prossime settimane per riuscire nell’intento? Nel frattempo, se per caso vi ritrovate a risultare positivi, cercate almeno di rendervi utili alla società
abbracciare
Mentre l’amico Fulvio ha avuto una delle sue brillantissime idee:
tampone obbligatorio
Tornando alle cose serie, l’obiettivo di chi si blinda, anche a epidemia conclusa e inesistente, per non rischiare di contagiarsi e contagiare, è quello di arrivare a una società interamente sana? Veramente veramente?

Gerardo Verolino

LA SOCIETÀ IN MANO AI MEDICI. IL CASO SVEDESE

L’idea folle che nella società non debbano esistere malati e che bisogna mettere in quarantena (e nel caso eliminare) i (possibili) contagiosi, i deformi, gli handicappati o i portatori di malattie non è stato solo il disegno perverso che cercò di attuare il regime nazista che si proponeva di realizzare una società ordinata e perfetta. Ma l’idea malsana che una società debba essere, completamente bonificata o sanificata eliminando ogni pericolo d’infezione o ogni malato che possa attentare all’interesse della collettività e alla salute pubblica si è verificato di recente, anche nelle nostre democrazie. In Svezia, ad esempio, nella socialdemocratica Svezia, lo Stato balia e assistenziale che ti segue dalla culla alla bara che le sinistre mondiale portano a simbolo, dove, la sinistra al potere, ha governato per 44 anni ininterrotti (65 totali), il governo ha promosso, dal 1935 al 1976, qualcosa di aberrante: la sterilizzazione forzata di decine di migliaia donne con handicap o “indigenti di razza mista”, quella che in un libro viene riassunta come “L’utopia eugenetica del welfare svedese: il programma socialdemocratico di sterilizzazione, aborti e castrazione. Lo scopo era, sostanzialmente, di carattere economico: si voleva ridurre la possibilità che i cittadini delle generazioni future, non essendo sani, potessero gravare sulla società e sul sistema sanitario. Naturalmente il piano abominevole del governo aveva “solide” basi scientifiche. Difatti i medici e la comunità scientifica approvavano ogni scelta aberrante del governo: l’ interesse pubblico viene prima di ogni cosa (sic). A subire la vergognosa sterilizzazione forzata, non furono soltanto le donne malate o affette da handicap, ma anche tante donne sanissime che venivano considerate sospette e che potevano destabilizzare la società coi loro comportamenti perché si alzavano tardi al mattino, o avevano amicizie maschili, o parlavano liberamente in pubblico della propria vita sessuale o che semplicemente andavano a ballare (che assonanza con la movida!). Eh il ballo è indice di degenerazione! Lo scandalo è stato scoperto solo nel 1997 da una giornalista del quotidiano liberale svedese, Dages Nyheter. Il ministro degli Affari sociali, Margor Wallstroem, ammise che “si è trattato di qualcosa di barbaro”. Già, già…

Le vie dell’inferno, come è noto, sono sempre lastricate delle migliori intenzioni. Di tutti gli inferni, sia ultraterreni che terreni.

Concludo con due autocitazioni.

Come già più di una volta ho avuto occasione di ricordare, quando il governo nazista ha proposto una legge per sterilizzare gli handicappati gravissimi, sembrava una cosa altamente umanitaria: nessuna persona normale si accoppierebbe con un handicappato grave, e d’altra parte anche loro hanno le stesse pulsioni sessuali di chiunque altro con, in più, un’assoluta incapacità di autocontrollo. La conseguenza è che o li si lascia accoppiare fra di loro, e mettono al mondo dei mostri, o li si condanna a una vita di sofferenza impedendo loro la realizzazione della propria vita sessuale. E dunque, sterilizziamoli e poi possiamo lasciarli liberi di godere quanto vogliono. Tutti i medici riuniti a convegno hanno votato a favore, tranne uno, con la seguente motivazione: cose come queste si sa come cominciano, ma non si sa come poi vadano a finire. Noi, oggi, lo sappiamo: dalla sterilizzazione degli handicappati gravissimi si è arrivati a sterilizzare persone con un leggero ritardo, come ne abbiamo in tutte le nostre scuole e in tutti i nostri posti di lavoro, e gli handicappati più gravi venivano gassati. Dalle decisioni prese in base a rigorose indagini svolte da un’equipe di tre medici, come stava sulla carta, si è passati a gassare sulla base di una crocetta messa su un foglio da un’infermiera (che, per inciso, era una persona che aveva frequentato la scuola elementare e poi un corso di sei mesi). Allo sterminio di sei milioni di ebrei, almeno centomila handicappati, altrettanti omosessuali (che prima di finire in gas dovevano obbligatoriamente passare per i letti delle SS), mezzo milione di zingari ecc. ecc., si è arrivati partendo da quella legge tanto umanitaria. (qui)

E io mi chiedo: nel momento in cui, a forza di aborti “terapeutici” saremo arrivati ad avere un mondo senza Down, senza ritardati, senza spastici, senza nani, senza ciechi, senza sordi, riusciremo a sopportare di avere un figlio miope, o strabico, o una figlia con le ginocchia sporgenti? (qui, nei commenti)

barbara