PARTIAMO DA DARYA DUGINA

Da quando è iniziata la guerra russa (giusto chiarire, perché la guerra ucraina è iniziata otto anni e mezzo fa, nel silenzio quasi generale del mondo), sentiamo parlare di Aleksandr Dugin come dell’ideologo di Putin: ecco, se qualcuno si immagina che Putin possa avere un ideologo che gli suggerisca cosa e come fare e soprattutto lo suggestioni con le proprie idee, non ha capito un cazzo di Putin, né di nessun’altra cosa al mondo. E passo ad alcuni articoli che rappresentano piuttosto bene il mio pensiero.

Andrea Cecconi

L’assassinio, probabilmente, da parte dei servizi segreti ucraini della giovane giornalista figlia del filosofo russo Aleksandr Dugin segna per sempre una macchia indelebile sul conflitto ucraino, questo orribile delitto ci obbliga ad una profonda riflessione.
Questo vero e proprio atto di terrorismo ci ripropone fatti di cronaca vissuti nel periodo fascista e nazista dove i sicari del governo venivano incaricati di eliminare personaggi scomodi anche se residenti all’estero.
Il clima antirusso scatenato da tutti i governanti europei, fatta eccezioni degli ungheresi e da pochi altri, sta alimentando questo terribile clima razzista.
La popolazione russa residente fuori dai propri confini sta subendo forti discriminazioni, sono stati congelati conti correnti, sequestrati beni, case, navi, si è impedito di viaggiare bloccando visti, sono avvenute espulsioni a pacifici e innocui turisti e viaggiatori.
Il governo italiano è responsabile di aver contribuito con queste nuove “leggi razziali” alla vergogna, al clima di odio, che ci riporta indietro nel tempo a rivivere incredibili momenti bui, che violano la carta costituzionale fondamento dei principi repubblicani.
I rifugiati ucraini in Italia sono circa 100 mila, è urgentissimo scoprire se fra di loro ci siano infiltrati dei servizi segreti del loro paese che potrebbero compiere crimini, dobbiamo assolutamente proteggere i cittadini russi che vivono in Italia.
Mi dissocio totalmente dal governo italiano per aver creato queste vergognose leggi e rinnovo la mia grande amicizia e fratellanza al popolo russo, per le sue tradizioni, per la sua cultura, per le opere d’arte che i suoi grandi artisti hanno donato all’intera umanità.
Vigliacchi! Ignobili! Governanti.
Vergogna! Vergogna! Vergogna!
Il popolo italiano si è sempre distinto per la solidarietà, l’accoglienza, per la fratellanza e fraternità fra i popoli, questi politici non ci rappresentano, cacciamoli via, chi voterà i vecchi partiti sarà responsabile di questo razzismo strisciante, non potrà più essere denominato “un italiano” ma un servo della macchina diabolica della guerra che semina paura, sdogana comportamenti di rancore che poi viene trasmesso alle nuove generazioni.
Non un solo politico italiano questa mattina ha espresso cordoglio e ha condannato questo grave atto criminale, viscidi luridi burocrati italiani non siete degni di occupare i banchi del parlamento dove erano seduti i padri fondatori della nostra Repubblica.

“Fintanto che ciascun uomo non sarà diventato veramente fratello del suo prossimo, la fratellanza non avrà inizio. Nessuna scienza e nessun interesse comune potrà indurre gli uomini a dividere equamente proprietà e diritti. Qualunque cosa sarà sempre troppo poco per ognuno e tutti si lamenteranno, si invidieranno e si ammazzeranno l’un l’altro.”
(Fëdor Dostoevskij)

Paolo Di Ruzza

Lucida analisi dell’amica H(S)V:

“I russi hanno l’ennesima conferma che non hanno scelta, devono vincere e annientare l’élite occidentale. Altrimenti saranno a loro volta annientati.
Leggo di possibili rappresaglie russe al terribile attentato terroristico avvenuto ieri a Mosca nel quale ha perso la vita la figlia di Alexandr Dugin che (erroneamente) viene definito “l’ideologo di Putin”. Non ci sarà nessuna rappresaglia da parte russa, ci sarà solo l’aumento delle misure di sicurezza su tutta l’élite russa sia politica che militare che intellettuale e ovviamente sui loro familiari.
Questo ovviamente non significa che non cambierà nulla: i russi hanno l’ennesima conferma che non hanno scelta, devono vincere e annientare l’élite occidentale. Altrimenti saranno a loro volta annientati. E allora cosa faranno? Continueranno a fare quello che stanno facendo, una lentissima guerra di conquista del Donbass palmo a palmo. Continueranno a piccarsi di rispettare i contratti per le forniture del gas sin nel minimo dettaglio e quindi il 30 Agosto staccheranno l’ultima turbina che alimenta il gasdotto NorthStream1 e faranno la loro manutenzione: se troveranno anche la più piccola imperfezione (come da protocollo Siemens) non riattaccheranno la turbina e la Germania rimarrà del tutto senza gas. Poi attenderanno che i gasdotti passanti per l’Ucraina siano spillati dagli ucraini che hanno la necessità di riscaldarsi; a quel punto denunceranno “i furti di gas” e chiuderanno anche questi gasdotti (che alimentano anche l’Italia). Il gas, già a prezzi impossibili, a quel punto schizzerà ancora di più alle stelle facendo collassare il nostro sistema produttivo.
A cosa serve ai russi bombardare il distretto delle ceramiche di Sassuolo, dell’acciaio di Brescia, l’acciaieria di Taranto e via discorrendo…se sono tutti siti produttivi già ampiamente fuori mercato e al limite della chiusura? A niente…sono già siti dismessi, come si sta dismettendo tutto il nostro tessuto produttivo, basta vedere le migliaia di bollette che dall’esercente del bar al piccolo industriale stanno postando sui social.
I russi per questo vile attentato di stampo mafio-nato saranno ancora più risoluti a lasciare che il loro più grande alleato – il Generale Inverno – faccia la sua parte.”

Fabio Federico Secondo

In Ucraina esiste un sito governativo nel quale sono schedati i “nemici della nazione”, personalità di tutto il mondo -militanti, giornalisti, politici, artisti- che hanno osato mettere in discussione l’operato del governo ucraino, da Maidan in poi.
ANDREA ROCCHELLI, reporter italiano, era su Myrotvorets.
DARJA DUGIN, filosofa e giornalista, era su Myrotvorets.
GIORGIO BIANCHI, giornalista italiano, è su Myrotvorets.
《LIQUIDATI》, è la dicitura apparsa sul sito quando Andrea Rocchelli e Darja Dugin sono stati ammazzati.
Il governo di un Paese europeo che riceve finanziamenti e considerazione dalla UE addita cittadini italiani come personalità da colpire e quando vengono uccisi li “liquida” come problema risolto e i governi italiano e della UE tacciono?
Nella lista nomi, cognomi e dettagli personali di professionisti che non si sono macchiati di alcun reato, dalle vite irreprensibili, esposti al rischio di essere ammazzati per istigazione dei nazionalisti ucraini.

E mettiamoci anche il papa.

Ucraina – Pochi dicono la verità (e anche il Papa viene censurato)

Papa Francesco ha definito la morte della figlia Daria del “filosofo eurasiatico” Alexander Dugin “un esempio della follia della guerra”, riferisce RIA Novosti . Il Papa ha chiesto misure concrete per porre fine al conflitto e scongiurare la minaccia di una catastrofe nucleare a Zaporozhye. “Conservo nel mio cuore i prigionieri, soprattutto quelli che si trovano in condizioni difficili, e chiedo alle autorità responsabili di adoperarsi per la loro liberazione”, ha aggiunto Francesco.
L’ambasciatore ucraino in Vaticano Andriy Yurash ha espresso il suo disappunto per i commenti di papa Francesco sulla morte di Daria Dugina. “Penso alla povera ragazza che è stata fatta saltare in aria da una bomba sotto un sedile di un’auto a Mosca. Gli innocenti pagano per la guerra. E quelli che fanno soldi con la guerra e con il commercio di armi sono criminali”, ha detto il Papa durante l’udienza.
Questo è un esempio plastico di come ormai oggi l’Ucraina possa dare giudizi su ogni cosa e verso chiunque. La sua versione dei fatti sarà avvallata anche quando palesemente falsa e giustifica il puro banditismo.
Infatti, il Papa dicendo che Daria Dugina è una innocente che ha pagato ingiustamente, ha detto la sacrosanta verità. Mentre la reazione dell’ambasciatore ucraino dimostra una connivenza, almeno morale, con il crimine.
È chiaro che non si tratta solo di Daria Dugina. Possiamo notare che nell’intero corso della guerra, qualsiasi azione della parte ucraina è giustificata, anche se lontana dagli ‘standard occidentali’.
È altrettanto chiaro che finché sarà SOLO il Papa a dire la verità sulla guerra in corso (seppure in maniera saltuaria ma non per questo meno incisiva), non cambierà granché nella deriva in corso che non è solo dal lato militare ma anche antropologico e spirituale.
Sarebbe interessante sapere:

  • Cosa pensano i giornalisti occidentali dell’uso mirato delle loro armi contro i civili, come i colpi di Himars su obiettivi non militari o la disseminazione di mine antiuomo nelle città di Donetsk in Donbass e Belgorod in Russia??
  • Perché le organizzazioni occidentali per i diritti umani tacciono e non se ne accorgono?
  • Perché si giustificano azioni ingiustificabili e sanzionate dalle leggi internazionali?

È come se la leadership ucraina conoscesse solo la storia del 24 febbraio, quella dell’invasione. Mentre nel silenzio colpevole dell’occidente, finge di non sapere che nelle guerre ci sono regole anche per la parte aggredita, regole che Kiev calpesta abbondantemente (vedi ad esempio qui).
In altri termini, il fatto che l’ONU abbia riconosciuto che l’Ucraina è stata aggredita dalla Russia, non solleva affatto Kiev dai suoi obblighi militari ed umanitari.  Il riconoscimento internazionale non cancella le proprie responsabilità odierne e passate, che sono tante e gravissime. Questo il Papa ha detto ed il frastuono della risposta dell’ambasciatore ucraino alla Santa Sede, non trasformerà una menzogna in verità.
Patrizio Ricci, VPNews, qui.

E ora guardiamo e ascoltiamo lei in persona. Eccola

(E non parlerò di quelli che “lei comunque la pensava come suo padre” per cui bisogna festeggiare il fatto che l’abbiano fatta fuori, perché mi viene troppo da vomitare)
Nel frattempo le armi americane continuano a distruggere e uccidere

e Liz Truss, probabile futuro primo ministro inglese, si dichiara pronta a usare le armi nucleari:

chissà se le hanno detto che di quei giocattolini Putin ne ha 37,7 volte più di lei e che la Russia è grande 81,68 volte l’Inghilterra, vale a dire che ha uno svantaggio di 3079,336 volte. Brutta cosa non saper fare i conti e in più essere una testa di cazzo.
E restando in tema di confronti

Per non parlare di quello che c’è adesso. E un’altra cosa interessante da guardare:

https://t.me/letteradamosca/8103

Com’era quella delle selvagge aspirazioni espansionistiche della Russia?

barbara

UCRAINA, ANCORA QUALCHE DOCUMENTO

E qualche testimonianza

I prodromi

Sara Rivka de Angelis

(commento di introduzione al video che segue, in risposta a un altro commento) la Georgia… Cioè quella nazione che fiancheggiando gli USA ha permesso l’attuazione del colpo di stato della CIA del 2014 in Ucraina? Molto interessante l’intervista ai cecchini georgiani, tutti ex militari scelti o poliziotti che hanno raccontato come si sono svolti i fatti di piazza Maidan. Sono stati scelti dall’allora presidente georgiano Saakashvili in persona per sparare sia sui poliziotti (presidenza filorussa) sia sui dimostranti (filooccidentali ignari e infiltrati organizzati dalla CIA) creando il panico che permettesse di arrivare alla cacciata del legittimo presidente eletto dal popolo Viktor Janukovyč senza passare dalle elezioni che temevano di non vincere. Sembra che il presidente georgiano non si facesse tanto scrupolo ad ammazzare gente e creare guerre.

Una testimonianza sullo stesso tema

Testimonianza di don Vladimir Kolupaev sacerdote Russo cattolico che da anni esercita il suo ministero sacerdotale nella parrocchia di Seriate (Bergamo)

CRONACHE DAL DONBASS

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Cari amici lettori,

per riuscire a vedere un panorama bisogna sempre allontanarsi un poco nello spazio e, per comprendere una crisi politico – militare in atto, è necessario allontanarsi un po’ nel tempo.
Torniamo al 2014. L’Ucraina era un paese assolutamente tranquillo e negli U.S.A Obama era presidente e Biden suo vice. La famiglia Biden aveva consistenti affari in quel lontano paese, uscito dalla Russia alla caduta dell’Unione Sovietica, alla quale aveva fornito un paio degli ultimi presidenti. L’Ucraina, fino a quel momento, era in eccellenti rapporti con la Russia di Putin.
A un certo punto scoppia la rivoluzione arancione. Non c’è dubbio che quel disordine, come tutte le rivoluzioni che hanno sconvolto la pace mondiale negli anni in cui Obama era presidente, Biden vice e la Clinton ministro, sia stato appoggiato e finanziato dagli americani, forse per mettere le mani sul Mar Nero, forse anche perché la finanza americana, ivi compresi i figli di Biden, potessero più proficuamente svolgere i propri lucrosi affari. Il presidente ucraino in carica è costretto a fuggire dal paese. La forte minoranza di lingua russa comincia a insorgere contro il nuovo governo, i cui comportamenti spesso giustificano quest’ostilità: si pensi alla strage di Odessa del 2 maggio 2014, in cui sono uccisi quarantotto dimostranti, molti dei quali arsi vivi.
La Russia reagisce a quella che possiamo tranquillamente definire un’invasione americana, occupa la Crimea, mentre gli insorti s’impadroniscono di parte del Donbass, estremità orientale dell’Ucraina. Entrambi i territori sono non soltanto russofoni, ma anche filorussi, come dimostrerà il referendum con cui gli abitanti della Crimea votano plebiscitariamente l’ingresso nello stato russo.
Gli accordi di Minsk, di cui, ovviamente, non conosciamo quella parte delle clausole che, come sempre accade, rimane segreta, riducono le ostilità fra Russia e Ucraina, ma la guerra civile nell’estremità orientale del paese continua senza sosta, causa i falliti continui tentativi ucraini di rientrar in possesso dei due territori autoproclamatisi repubbliche autonome.
Alla Casa Bianca va Trump e in Ucraina, a parte le continue scaramucce fra governativi e insorti, non succede più nulla. La crisi ucraina esce dai notiziari.
Ritorna Biden, quello che ha il figlio con affari in Ucraina, e si ricomincia a parlare di Ucraina nella Nato. La Nato, alleanza difensiva diventata offensiva dopo la fine della guerra fredda, è, in sostanza, il nemico della Russia. Si parla (è la Germania a farlo), di ammissione non sull’agenda. Intanto, però, armi dei paesi Nato arrivano in Ucraina. Le grandi manovre russe sono una prova di forza, cui si contrappone l’arrivo di truppe Nato nei paesi di confine.
L’Ucraina non rinunzia agli attacchi a Est e, infine, Putin riconosce le due piccole repubbliche e vi manda le forze armate. Siamo arrivati a ieri.
L’America vuole sanzioni, che danneggerebbero l’Europa ancor più della Russia e manderebbero l’Italia alla fame. Ma Draghi, filoamericano fino al midollo, non può tirarsi indietro e ci condanna al disastro.
Questi l’antefatto e la situazione. Ora io mi domando: perché le minoranze basca, irlandese e sudtirolese sono buone e meritano tutela, mentre quella dei russofoni ucraini è cattiva e deve morire? Perché teniamo tanto al Grillo ucraino (il presidente di quel paese faceva il comico come il fondatore dei cinque stelle) e tanto poco al gas, alla luce e al pane di casa nostra? Perché i pensionati italiani debbono morire (di fame) per Kiev e gli affari dei Biden?
Se vogliamo ragionare sul serio, fornite delle risposte accettabili, prego.

Per chi nega, o ignora il fatto che il colpo di stato fosse etero diretto, qualche stralcio di giornale dell’epoca

(non volendo rischiare di postare di rimando cose tarocche, ho fatto una piccola ricerca e ho trovato conferma che sono autentiche)

E concordo con l’amico Fulvio Del Deo che la scelta, da parte di Soros, di un comico ebreo è stata un autentico colpo da maestro: appoggio garantito da tutti gli ebrei del mondo e da Israele anziché fuga in massa degli ebrei da uno degli stati più antisemiti del pianeta. E, come si vede, ha perfettamente funzionato. Anche noi qui in Italia abbiamo un comico ebreo antisemita che sfrutta cinicamente l’ebraismo per i propri sordidi fini. E nel frattempo il comico ucraino frigna perché non ha visto Bennet avvolto nella bandiera ucraina. L’ho già detto che questa gentaglia ha preso in tutto e per tutto i metodi pallestinari, e continuano a dimostrarlo.

Il massacro

Sara Rivka de Angelis

(commento di introduzione al video che segue) quanta solidarietà agli ucraini in fuga… In fuga ma vivi e interi. Gli ucraini del sud est invece? Dopo 8 anni di genocidio e 14.000 morti neanche un servizio in tv. Quella stessa tv che ordina cosa pensare, cosa fare, chi odiare oggi. Questo è il documentario di un giornalista tedesco che in Donbass è stato 9 mesi nel 2014. Non lo si può accusare quindi di essere d’accordo con l’invasione di Putin né di essere russo. All’epoca in cui hanno finito le riprese erano arrivati solo a 6.000 morti. Ma già si sapeva perfettamente che l’Ucraina era sovrana quanto lo possono essere i Paesi africani con la moneta e le risorse controllate dalla Francia. L’Ucraina aveva già le risorse naturali nelle mani delle compagnie occidentali, un colpo di stato organizzato dalla CIA con cui venne cacciato il presidente eletto, un governo fantoccio che aveva già mandato il proprio esercito ad ammazzare i propri cittadini prendendo di mira case, scuole e sbudellandoli per strada giocando al tiro al piattello ed usando l’uranio impoverito per sterminare la propria gente. La maggior parte degli italiani non lo sa ancora oggi. Così è morto anche il nostro giornalista Andrea Rocchelli, preso di mira dai buoni dell’esercito ucraino e ammazzato a colpi di mortaio affinché non raccontasse cosa facevano laggiù i carri armati e i soldati ucraini, come il governo avesse smesso di pagare le pensioni e gli stipendi per affamate quella gente, il gas e la corrente nel freddo dell’inverno continentale per convincerli ad abbandonare le proprie case, come i soldati buoni ucraini bloccavano la rete dei telefoni cellulari e la corrente prima di sparare sui civili, insieme all”interprete Andrey Mirnov che, tra l’altro, ironia della sorte era un oppositore di Putin. Ma gli ha detto male perché un giornalista francese si è salvato e ci ha raccontato questa storia e sono stati trovati i corpi. E i media che vergognosamente chiamavano le vittime disarmate e inermi “terroristi” e titolavano che le vittime della stage di Odessa ad opera dei fascisti erano separatisti che si erano uccisi da soli. Come se uno potesse malmenarsi da solo fino a lasciarsi esanime a terra e poi incendiare dall’esterno l’edificio dandosi alle fiamme.

Una testimonianza in loco

Elio Cabib

Un italiano, Paolo Bari che vive in Ucrania :

“Quando questa mattina ho aperto la connessione Internet e ho visto come prima cosa il titolo di Repubblica “E’ iniziata l’invasione russa. Città bombardate. Centinaia di vittime”, devo dire che ho avuto un attimo di profondo smarrimento e ho pensato che Putin doveva essere impazzito. Poi, con il passare dei minuti, e con le notizie in arrivo da altre fonti indipendenti, dalla tv russa e dai tg moldavi, la situazione si è fatta più chiara. E’ apparso evidente che venivano colpiti esclusivamente obiettivi militari e che venivano aperti dagli stessi russi corridoi umanitari per consentire alla popolazione civile di evacuare in sicurezza. Molti degli stessi militari ucraini abbandonavano le posizioni e disertavano. Emblematico il servizio in diretta del tg di LA7 la cui corrispondente dal Donbass indossava elmetto e giubbotto antiproiettile e descriveva una situazione drammatica per la popolazione, mentre dietro di lei le persone passeggiavano tranquillamente per la strada. A Kharkiv, uno dei principali centri russofoni del Donbass che già nel 2014 tentò di proclamarsi indipendente come Donetsk e Lugansk prima di essere soffocata dalla repressione dell’esercito ucraino, la bandiera russa veniva innalzata sul palazzo comunale nel tripudio della popolazione.
Ho così maturato la convinzione che Putin non aveva altra scelta e che a questa reazione egli era stato letteralmente costretto dall’ottusa classe dirigente ucraina e dall’ arroganza espansionista verso est degli USA e della NATO.
Se c’è qualcuno che ha fermato l’orologio della storia alla guerra fredda è solo l’ Occidente.
Chi non lo capisce dovrebbe per prima cosa studiare la geografia e vedere dov’ è l’ America rispetto alla Russia. Con che diritto gli americani pretendono di avere loro basi a ridosso del confine russo ? Forse che i russi pretendono di avere loro basi a ridosso del confine USA ?
Poi magari studiare anche un po’ di storia non farebbe male. Nel 1963 gli USA erano pronti a scatenare la terza guerra mondiale se L’ URSS avesse messo sue basi a Cuba. E perché mai oggi Putin dovrebbe accettare la stessa cosa a parti invertite ?
Putin ha chiesto in maniera netta quattro cose, specificando che quelle erano la “linea rossa” che non avrebbe mai permesso a USA e NATO di oltrepassare per non mettere in serio pericolo la sicurezza del suo Paese.
Proviamo a ripeterle per chi non capisce alla prima.

1. no alla NATO in Ucraina. Risposta della NATO: se Putin non vuole la NATO, gli daremo più NATO.
2. l’Ucraina rinunci ad aderire alla NATO. Risposta di Zelinsky: noi aderiremo alla NATO
3. l’Ucraina riconosca che la Crimea è russa. Risposta di Zelinsky: riprenderemo la Crimea militarmente.
4. l’Ucraina rispetti l’ indipendenza delle repubbliche del Donbass. Risposta di Zelinsky: riprenderemo Donetsk e Lugansk e continuiamo i bombardamenti.

Nel frattempo ogni giorno tonnellate e tonnellate di armi sofisticate arrivavano in Ucraina con aerei e navi da Germania, Gran Bretagna, USA, Canada ecc ecc ……
Che doveva fare Putin? Fare due chiacchiere in stile di Maio ?
I media nazionali italiani oggi dipingono l’Ucraina come vittima dell’imperialismo russo, ma dimenticano di ricordare agli italiani di corta memoria che l’attuale leadership ucraina è al potere grazie a un colpo di stato violento che ha provocato decine di vittime a Kiev a inizio 2014. Colpo di stato sostenuto grazie alle milizie paramilitari neonaziste del battaglione Azov e di Pravi Sector. Quelli che sfilano con le svastiche naziste per intenderci.
Violenze che, con uno stomachevole doppiopesismo, qui in occidente sono sempre state giustificate, perché chi usa violenza per fare entrare il proprio Paese in UE è un patriota, chi invece la usa per fare uscire il proprio paese dalla UE è un pericoloso terrorista.

A proposito del battaglione Azov, che fa strettamente parte dell’esercito ucraino: si tratta di un corpo militare nazista a tutti gli effetti. Alcune immagini per chi lo nega o lo ignora.

E come se non bastasse, il parlamento celebra ufficialmente un criminale nazista, esattamente come fanno i palestinesi con i terroristi

Un’altra testimonianza in loco

Lo sfogo del reporter italiano: “Nel Donbass l’Ucraina bombarda da 8 anni, dove eravate?”

Redazione — 1 Marzo 2022

“Questo è il centro di Donetsk che in questo momento viene bombardato [qui nell’articolo potete vedere (e sentire!) il video] e non dalla Russia, non da Putin ma dall’esercito ucraino“. E’ lo sfogo del reporter italiano Vittorio Rangeloni che dal 2015 vive nel Donbass. “In questi giorni sono tante le persone che scendono nelle piazza d’Italia e non solo nel mondo e invocano la pace, condannano la Russia, manifestano contro la guerra. Tutto questo è fantastico, è giusto, la guerra è qualcosa di sbagliato, di ingiusto ma è altrettanto sbagliata l’ipocrisia di chi se ne fotte del fatto che…”.
Originario di Lecco, Rangeloni attacca: “Non è una cosa che accade in questi giorni ma sono 8 anni che tutti i giorni sparano contro queste città e a voi non ve n’è fregato assolutamente niente, solo oggi siete pacifisti e ipocriti e questa cosa è ancora peggiore. Scusate lo sfogo…“. Raggiunto anche dall’Adnkronos, il reporter parla di “bagno di sangue” a Mariupol, nel sud dell’Ucraina, accerchiata oggi dalle truppe russe e dalle milizie popolari di Donetsk, nel Donbass. ”Ci saranno enormi perdite, scorrerà molto sangue da entrambi le parti” e a pagare ”saranno anche i civili”, perché ”le milizie popolari hanno creato due corridoi umanitari dando alla popolazione la possibilità di uscire da Mariupol e andare a Donetsk o nella Federazione russa, ma i soldati ucraini glielo stanno impedendo facendo da scudo con i loro corpi”.
Poi aggiunge: “Domani o dopodomani andrò a Mariupol, o almeno lì vicino, per capire quello che succede”. Per ora dice di ricevere ”messaggi dalla popolazione di Mariupol che dicono di stare attenti, che sono stati minati i ponti, le strade e che i militari ucraini hanno creato posizioni nel centro della città, nei parchi gioco e negli asili”. Secondo Rangeloni “da domani inizieranno le operazioni di bonifica della città”, ovvero ”si cercherà in modo molto difficile di avanzare o di far deporre le armi all’esercito ucraino, o di colpirlo dove si trova”. Ma sarà ”una battaglia molto difficile”. Anche perché a Mariupol ha la sua base il reggimento Azov, reparto militare ultranazionalista ucraino, e la 36esima brigata della Marina militare ucraina. ”Si sono trincerati in città e la città ora è assediata. Purtroppo ci sono tutte le premesse per una battaglia pesante”, afferma.

Ma niente paura: ci ha pensato Biden a cantargliele chiare, a quel losco figuro di Putin!

Biden: “E ora Putin ha deciso di invadere la Russia. Non è successo niente del genere dalla seconda guerra mondiale”
E qualcuno ha commentato:

Let’s go Brandon! qualcuno lo porti a guardare i cantieri

E concludo anche la puntata odierna con lo sboicottamento di un altro russo infame, dalla musica talmente potente da sconfiggere perfino l’Alzheimer.

barbara