Le porte sono quelle di Vienna, il nemico l’esercito ottomano, l’anno il 1683. Ottimo libro, di lettura non velocissima ma meritevole comunque di essere letto, e con il pregio di fare chiarezza tra la Storia e le leggende che sulla Storia si sono stratificate. Dopo quella storica battaglia che proprio nel momento in cui tutto sembrava perduto è riuscita a fermare l’espansione ottomana, molti altri decenni di guerra e molti morti sono stati infatti necessari prima di sconfiggere definitivamente il nemico, e molto la storiografia ha poi ricamato sui protagonisti e sulle loro gesta; ma la grandezza del momento resta comunque indiscussa. E vale la pena, in questo preciso momento storico, di prestare attenzione a questa pagina.
Adesso finalmente il temuto esercito ottomano aveva ricevuto una severa lezione, e si diffuse una certa voglia di nuova crociata che potesse riconquistare le regioni perdute a favore dei Turchi a partire dal 1453. Col passare del tempo la Riconquista apparve come una possibilità reale. Questa speranza non era ormai solo il risultato delle occasionali circostanze del 1683, ma era il portato di un desiderio profondamente radicato del mondo cattolico occidentale. Per quasi tre secoli una serie di studiosi eccitati avevano sostenuto nei loro scritti e predicato il messaggio della guerra santa, ma incappando di solito in orecchie che non ci sentivano. A volte avevano registrato qualche successo, come nel caso di Lepanto, ma normalmente i sovrani d’Europa non si erano mostrati inclini a coalizzarsi in vista del grande obiettivo comune. L’organizzazione di una crociata era uno sforzo collettivo, che dipendeva dalla forte e attiva leadership del papato. Pochissimi papi lo considerarono molto più che un obbligo puramente teorico, avendo ben altro a cui pensare. Le «Leghe Sante» – di breve durata – che pure furono create, comunque, lo furono tutte sotto la guida del papa. E non tutte furono vittoriose: la lega costituita nel 1538 fu disintegrata dalla decisiva vittoria navale degli Ottomani sulla flotta della lega al largo di Prevesa nella Grecia nordoccidentale. Una seconda lega, creata nel 1570-71, ebbe maggior successo, portando a un’altrettanto netta vittoria, questa volta cristiana, a Lepanto. Ma questi scontri ebbero scarso effetto sulla lunga distanza, e nessuno tentò l’impresa, molto più impegnativa, di unire la cristianità per una guerra di terra contro i Turchi. Nel XVII secolo le emergenze venutesi a creare nel 1664 e nel 1683 ridiedero vita all’idea di una guerra santa su terra. Fu probabilmente l’ultimo atto di una Cristianità momentaneamente unita, poiché tanto i cattolici quanto i protestanti si sentirono minacciati e presero parte attivamente alla lotta contro il nemico comune. Fu sempre il denaro papale a fornire il lubrificante per queste occasionali alleanze, e nel caso del 1683 papa Innocenzo XI mise a disposizione ingenti somme a sostegno della guerra per espellere l’islam dai territori un tempo governati da cristiani. (pp. 218-19)
Ecco, il problema è tutto lì: non ci sono più i papi di una volta, signora mia.