LA NOSTRA FUTURA PIDDINA

Eccovela qui

e qui

e ancora qui

dove vieppiù dimostra il suo spiccato senso del dialogo, del rispetto, della moderazione, per non parlare della competenza politica. Grazie a lei sicuramente le sorti del PD si risolleveranno con una risalita da elicottero.

e non posso rinunciare a riproporre questo gioiello,

che mi suggerisce qualche considerazione supplementare:
1. Apostrofare una persona come “tu uomo bianco”, oltretutto contrapposto a “una donna [chiaramente autoidentificantesi come non bianca] come me” non è forse razzismo?
2. Se un uomo mi dice “tu, donna, va’ a casa a fare la calza” sta chiaramente parlando in qualità di uomo, rivolgendosi a me in qualità di donna, dimostrandosi inequivocabilmente sessista – oltre che pesantemente maleducato. Ma se mi sta criticando per qualcosa che ho detto e che – a ragione o a torto – lui ritiene sbagliato, c’entrano qualcosa i nostri rispettivi sessi? E dunque, il chiamarli in causa non è sessista?
3. Se dico “Tu uomo bianco non puoi parlare così con una donna come me”, non sto automaticamente dicendo che con una donna come te (cioè bianca) puoi invece farlo benissimo, ossia che a me devi un rispetto maggiore, ossia che la mia razza è superiore alla tua?
4. Se dico “Non ti devi arrabbiare e diventare rosso” a una persona che sta esponendo dei fatti (e che io interrompo parlandogli sopra per impedirgli di esporli), a cui di arrabbiarsi non passa neanche per la testa, non sto dimostrando una gigantesca coda di paglia?
5. E se nella stessa frase, senza neppure una virgola in mezzo, passo dall’economia inglese alla politica italiana sull’immigrazione… No, qui non c’è neppure bisogno di porre la domanda.
E pensa se davvero il PD la candida, e se lei accetta la candidatura, e se viene eletta, e se magari in un prossimo governo ce la ritroviamo ministro degli Esteri, o dell’Interno… Basta, fatemi andare a prendere un paio di damigiane di Maalox.

PS: ho deciso di non postare il video, a proposito di Salvini “Rispetto il voto democratico ma…” perché troppo lungo, ma il titolo dice già tutto, come sempre quando l’incipit politicamente corretto (non sono antisemita, non sono razzista, Israele ha il diritto di esistere – magari addirittura di difendersi, non giustifico il terrorismo…) è seguito dal fatidico “ma”.

barbara

FRANCHEZZA

Ci avete fatto caso? Ci sono persone estremamente franche, che quando ritengono che tu abbia detto o fatto qualcosa di criticabile, te lo dicono dritto in faccia, educatamente ma senza sconti. E ci sono persone che si vantano di essere estremamente franche: sono quelle che usano chiamare franchezza la propria arroganza e maleducazione; sono anche convinte, queste persone, che noi chiamiamo “cattivo carattere” la loro franchezza. Si sbagliano: noi chiamiamo cafoneria la loro cafoneria, semplicemente, perché noi siamo abituati a chiamare, in tutta franchezza, le cose col loro nome. Hanno anche la curiosa abitudine, queste bizzarre persone, di chiamare opinioni le proprie apodittiche affermazioni – non importa quanto deliranti e fuori dalla realtà – e provocazione e polemica ogni obiezione argomentata, vantandosi (si direbbe che la vanteria sia il loro marchio di fabbrica) di “farseli rimbalzare” perché loro – eh! – sono superiori a tutte queste meschinità. La loro fortuna è che si ritrovano sempre intorno un numero sufficiente di cicisbei che gratificano il loro smisurato ego dando loro ragione, qualunque puttanata gli giri per la testa di esternare.
Niente, così, solo un paio di osservazioni sparse, giusto per fare due chiacchiere.

barbara

QUESTO VIDEO NON È PIÙ DISPONIBILE PERCHÉ L’AUTORE DEL CARICAMENTO HA CHIUSO IL SUO ACCOUNT YOUTUBE

Avevo preparato un post, qualche giorno fa, con un video di una decina di minuti che mostrava una serie di interviste con i cosiddetti rifugiati in varie parti d’Europa. Lo avevo intitolato

LA TERRIBILE TERRIBILE VITA DEL RIFUGIATO

e avevo aggiunto, dopo il video, questo commento:

Niente soldi per le sigarette, niente televisione, niente aria condizionata, stanze piccole, sistemazione lontana dal centro, pasti ripetitivi, internet lento… Davvero non so come il mondo civile possa tollerare questo nuovo olocausto identico a quello toccato agli ebrei, come esseri che si definiscono civili possano dormire la notte con un simile peso sulla coscienza. Davvero non so.

Adesso l’ho aperto perché mi sembrava che fosse la cosa perfetta da mettere dopo il post precedente, ma cliccando il video ho trovato la scritta che ho messo come titolo. E uno si chiede: chissà come mai a uno, dopo avere documentato le vergognose dichiarazioni di chi piomba in casa d’altri, viene accolto e alloggiato e nutrito, e non sa fare altro che lamentarsi e pretendere, viene in mente di chiudere addirittura l’account. Con tutto il successo di visite e di like che questo video stava avendo, oltretutto. Boh.

barbara

AL SUPERMERCATO

Arrivo alla cassa, e lì c’è un negro che sta pagando (dite che sono razzista? Ok, sono razzista, ma lui resta negro lo stesso. Dite che dovrei chiamarlo nero, persona di colore, extracomunitario, immigrato, migrante, profugo, diversamente bianco? Potrei anche farlo, se proprio ci tenete, però lui resta negro lo stesso. Che poi extracomunitari sono anche gli svizzeri, se proprio vogliamo). Cioè no, non stava esattamente pagando: il tipo prima aveva preso una bottiglia di coca cola rompendo la fascetta e togliendola da una confezione da due e poi la cassiera gli aveva detto che le confezioni da due sono confezionate con due bottiglie per essere vendute a due a due e allora era tornato indietro per prenderne una confezione da due intera e intanto quello davanti a me aveva messo le sue cose sul nastro e poi anch’io avevo fatto lo stesso e poi ci siamo messi ad aspettare che quello tornasse e poi è tornato e ha tirato fuori una manciata di monete per pagare. Le appoggia lì, la cassiera le guarda e dice: “Mancano 5 centesimi”. Lui dice no vanno bene, lei dice no, mancano cinque centesimi. Allora lui riprende in mano le monete e poi torna a rimetterle giù, una per una, sempre le stesse. “Mancano 5 centesimi”. “No, sono giusti”. La cassiera, con una pazienza che san Francesco a quella le fa un baffo, sposta con l’indice le monete una a una, contando ad alta voce e alla fine dice vedi? Mancano 5 centesimi. Allora il tipo mi guarda e dice: hai 5 centesimi? Io faccio finta di guardare nel portafogli, perché da dove mi trovo vedo benissimo che in mano ha degli altri soldi ma non ho nessuna voglia di mettermi a fare storie, e dico no, cinque centesimi non li ho. Nel frattempo anche quello che è di fianco a lui in attesa che lui finisca per ricevere la propria spesa, si accorge dei soldi in mano e dice guarda guarda, tiene gli euro in mano e chiede l’elemosina agli altri: furbetto il tipo, eh? Al che il negro (sì, non ha cambiato colore nel frattempo: ha continuato a restare negro), aumentando di frase in frase volume e aggressività, comincia a gridare: tu non offendere, eh? Io capisco italiano. Tu che cazzo vuoi da me? E vaffanculo. Hai capito vecchio testa di cazzo, vaffanculo. La cassiera cerca di contenere la situazione, dice ok, lascia stare i cinque centesimi ma adesso basta, e lui continua: io parlo con cassiera, cosa hai da dire tu, merda? E vaffanculo. L’altro tira fuori il cellulare e dice basta, chiamo i carabinieri. Chiama chi cazzo ti pare, stronzo, frega un cazzo a me, e vaffanculo (contate le frasi, e calcolate un aumento di una mezza ottava per ciascuna). La cosa è durata ancora parecchio prima che, con l’aiuto di un altro dipendente del supermercato chiamato con urgenza, si riuscisse a farlo andare fuori, sempre profferendo insulti e minacce, e senza ovviamente avere pagato i cinque centesimi mancanti.
Una scena per certi versi analoga l’avevo vista qualche anno fa a Brunico, al Lidl. Un tipo di aspetto chiaramente arabo arriva alla cassa col carrello traboccante di roba per un totale, risulta alla fine, di oltre duecento euro. Dà la tessera bancomat, la cassiera la infila nella macchinetta e quella dà errore. Riprova: errore. Riprova ancora e ancora errore. Non funziona, dice. Va bene, dice il tipo senza fare una piega, me la dia, carico la roba in macchina e vado a un bancomat a prelevare. No scusi, dice la cassiera, lei da qui senza pagare non porta fuori proprio niente! E qui parte la scena spettacolare: voi fate così solo perché sono extracomunitario – extracomunitario un accidente: da qui nessuno esce con la merce senza pagare! – io vengo da Bressanone [sì? E allora?], io faccio sempre così [cioè che usi tessere bancomat che non funzionano?] e nessuno ha mai detto niente, voi vi approfittate che sono extracomunitario, voi siete disonesti e razzisti, io ho sempre fatto così ma voi mi trattate male perché sono extracomunitario… Il tutto, anche in questo caso, in un costante crescendo di tono e di aggressività.

Mentre passava poi le mie cose sul lettore, la cassiera ha borbottato: io non ce l’ho mica con loro: io ce l’ho con chi li fa venire.

barbara

RITRATTO DELL’EROE DA GIOVANE

Prima

Ehi, pecorella, sei venuto a sparare? Per quello che guadagni non ne vale la pena…
Che pecorella sei?
Hai un numero, un nome? Mi sa che sei illegale… Sei venuto per sparare, vuoi sparare?..
Pecorella, ascolta, io pago anche per te. Vi siete divertiti, eh
Fatti riconoscere. Io non so chi sei. Parla. Noi ci divertiamo un sacco a guardare voi stronzi…

Dopo

Avete presente l’espressione “cagarsi addosso dalla paura”?

barbara