LE STORIE CHE I MEDIA NON VI RACCONTANO

Perché i cattivi devono essere cattivi a 360°, se no che razza di cattivi sarebbero?

Dopo la seconda guerra mondiale, un giovane rabbino sopravvissuto all’olocausto arrivò a New York. Conduceva il servizio di Shabbat nel garage sotterraneo dell’edificio in cui viveva. Molti altri sopravvissuti ed ebrei provenienti dall’Europa si erano trasferiti nello stesso edificio dove andavano ad assistere alle funzioni. Il loro Shabbat settimanale è cresciuto rapidamente.
Il rabbino ebbe un’idea. Si rivolse al proprietario dell’edificio. Il proprietario era un milionario. I suoi genitori erano tedeschi, l’Olocausto e la Seconda Guerra Mondiale erano ancora freschi nella mente delle persone.
Tuttavia, il rabbino chiese al proprietario di aiutarli a trovare un nuovo spazio più grande. Il proprietario accettò.
Donò un edificio al 723 di Avenue Z, che divenne il centro ebraico di Beach Haven ed è aperto ancora oggi. Il proprietario diede anche il proprio contributo finanziario per la costruzione di una sinagoga.
Nel 1956, quando fu posta la prima pietra della nuova sinagoga, alla cerimonia partecipò anche il proprietario.
Questo proprietario è diventato rapidamente un buon amico del rabbino. Avrebbe poi aiutato altri ebrei che avevano un disperato bisogno di assistenza e avrebbe fornito loro un’assistenza finanziaria estremamente generosa.
Il proprietario ha anche continuato a fornire assistenza finanziaria alla sinagoga nel corso degli anni.
Era un cristiano generoso e gentile e avrebbe instillato il suo rispetto per gli ebrei nel figlio di 14 anni, che era un ragazzo selvaggio e avventuroso.
Oggi, il figlio del rabbino ha ricordato vividamente di aver visto il figlio quattordicenne del proprietario raccogliere monete dalle lavatrici mentre lui ei suoi compagni ebrei recitavano le preghiere del mattino.
Il proprietario stava insegnando a suo figlio l’importanza della responsabilità.
Il nome del proprietario era Fred Trump.
E suo figlio di 14 anni era Donald Trump.
E come ricorda il figlio del rabbino, Donald ha imparato da suo padre ad essere un sostenitore di Israele e un generoso amico degli ebrei.
I rabbini hanno detto questo di Fred Trump in un recente articolo: “Il suo rispetto per mio padre era incredibile. Era una brava persona con un cuore generoso. Non ho dubbi che questo merito abbia aiutato Donald Trump, che è sempre stato molto rispettoso del proprio padre e gli ha obbedito in tutto.
(Fonte: http://juifs-celebres.fr/ )
(qui, traduzione mia).

Passo a un video, che difficilmente vi sarà capitato di vedere, che spiega perché i detentori del potere economico e politico (“establishment” per quelli studiati) e i loro sostenitori che rappresentano la quasi totalità del mondo dei mass media, dello spettacolo, della cosiddetta intellighenzia, ossia tutti coloro che orientano l’opinione pubblica, siano pronti a qualunque cosa (ripeto e sottolineo: qualunque cosa) pur di fermarlo.

Qualunque cosa, dicevo, come i tre attentati in poco più di un mese, di cui le veline di regime si guardano bene dal dare conto. Tre attentati alla vigilia delle elezioni. Perché, qualunque favola raccontino i sondaggi taroccati, LORO sanno perfettamente, e lo hanno sempre saputo, che la maggioranza degli americani è dalla sua parte e che avrebbe di conseguenza votato per lui, l’unico che si è occupato di loro, a partire dalle minoranze – fra quali non a caso il voto a suo favore è fortemente aumentato rispetto a quattro anni fa – con i fatti e non a parole vuote e vane.

Cronache dal mondo di Trump: un “tra le righe” inedito

“Quando sei capace, fingi di essere incapace. Quando sei attivo, fingi di essere passivo. Quando sei vicino, fingi di essere lontano. Quando sei lontano, fingi di essere vicino”

“La guerra si fonda sull’inganno”

da Sun Tzu, L’arte della guerra.

Ascoltando il discorso del Presidente Donald Trump, in occasione dell’aggiornamento sull’operazione Warp Speed, c’è stato un passaggio che ha fatto esultare i suoi detrattori perché, apparentemente, sembrava aprire all’ipotesi di una sua concessione della vittoria al candidato Sleepy Joe Biden, ed effettivamente ad un primo sguardo a molti è sembrato proprio così…
Prima di andare al cuore della questione, però, è necessario fare una premessa:
Alleghiamo il link e le coordinate del fulcro di tale discorso, senza tagli, affinché ciascuno di voi possa verificare la correttezza della traduzione.
È di fondamentale importanza considerare che Donald Trump stava leggendo un discorso scritto dai suoi esperti di comunicazione, non stava parlando a braccio… ogni parola è quindi calibrata al millesimo.
Bisogna attenersi ad una traduzione più letterale usando “chi lo sa” anziché del più elegante “chissà” per sottolineare uno dei tanti giochi di prestigio verbali messi in atto; appiattendoci invece su un italiano più raffinato si renderebbe meno evidente il senso del discorso, che è più netto in inglese.
Parleremo degli “Sleight of Mouth” o “giochi di prestigio verbale” usati anche in PNL, ogni illusione dialettica avrà quindi un comando nascosto ed un nome.
Il fulcro di tale discorso va dal minuto 14 e termina 30 secondi dopo: poche gocce di sangue fatte sgorgare ad arte su cui i mass media di tutto il mondo si sarebbero avventati ciecamente, senza rendersi conto che venivano, per l’ennesima volta, utilizzati per diffondere un messaggio molto diverso da quello che auspicavano.
Il discorso quindi sarebbe questo.

The Administration will not be going to a lockdown, hopefully whatever happens in the future, who knows which administration will be, I guess time will tell but I can tell you this Administration will not go to a lockdown, there won’t be necessity. The lockdowns cost lives and they cost a lot of problems, the cure cannot be, you’ve got to remember, cannot be worst the problem itself, as I’ve said many times.

tradotto

L’Amministrazione non arriverà ad un lockdown, si spera qualunque cosa accada in futuro, chi lo sa quale amministrazione ci sarà, credo che il tempo lo dirà ma posso affermare che questa Amministrazione non andrà a un lockdown, non ve ne sarà necessità, i lockdown costano vite e portano ad un sacco di problemi, la cura non può essere, dovete ricordarlo, non può essere peggiore del problema stesso, come ho detto molte volte.

La maggior parte di voi avrà letto esattamente ciò che si voleva le agenzie di stampa sentissero e, di conseguenza, diffondessero, ma non vi sono solo le agenzie di stampa a guardare, occorre considerare che vi sono attori che osservano ogni sillaba, ogni singola espressione del Presidente degli Stati Uniti: il messaggio è indirizzato a loro più che a noi.

Iniziamo quindi a fare un po’ di “magia” senza però cambiare assolutamente niente del discorso.

L’Amministrazione non arriverà ad un lockdown, si spera QUALUNQUE COSA ACCADA IN FUTURO, CHI LO SA QUALE AMMINISTRAZIONE CI SARÀ, credo che il tempo lo dirà MA POSSO DIRE CHE QUESTA AMMINISTRAZIONE non andrà ad un lockdown, non ve ne sarà necessità, i lockdown costano vite E PORTANO AD UN SACCO DI PROBLEMI, la cura non può essere, DOVETE RICORDARLO, non può essere peggiore del problema stesso come ho detto molte volte.

A ben guardare il discorso è strutturato su “anelli concentrici” o “nexted loop” di Ericksoniana memoria. Si racconta una storia ma, prima di finirla, se ne inserisce un’altra e, prima di finire quest’ultima, se ne inserisce un’altra ancora… la storia più rilevante è velata dalla storia precedentemente raccontata: in questo caso il lockdown

… i lockdown costano vite E PORTANO AD UN SACCO DI PROBLEMI

… Trump usa la parola lockdowns al plurale qui. Sottolinea il fatto che i lockdown costano vite e portano ad un sacco di problemi, quindi… si inserisce la storia più rilevante attraverso un cosiddetto “truismo” cioè, mentre si racconta qualcosa, si introduce un nuovo e più importante argomento attraverso la congiunzione “E”.

È importante inoltre sottolineare che, se Trump ha menzionato i problemi che portano i lockdown, lo fa a ragion veduta, per esperienza diretta; torniamo indietro con la memoria al 6 agosto, di fronte ad una folla di operai della Whirlpool a Clyde, nell’Ohio, (I) (II). Dopo tale discorso, Donald Trump ha subito  tre  attentati: il 10 agosto, c’è stata una sparatoria alla Casa Bianca che lo costrinse ad interrompere la conferenza stampa (III), il 16 agosto c’è stato un drone che ha cercato di colpire il suo aereo in fase di atterraggio (IV), infine a metà settembre c’è stato l’invio di un pacco contaminato con rìcina, una potente neurotossina (V) … (per chi inoltre volesse approfondire le implicazioni di tali eventi ne abbiamo già parlato in questo articolo) (VI)

… QUALUNQUE COSA ACCADA IN FUTURO, CHI LO SA QUALE AMMINISTRAZIONE CI SARÀ

Qui si usa un “presupposto logico“… al “qualunque cosa accada in futuro” viene legato un “chi lo sa” quale sarà la prossima amministrazione. Si usa infatti una “distorsione temporale doppia”, è una sorta di effetto-causa anziché di causa-effetto… “qualunque cosa accada in futuro” (futuro) “chi lo sa” – già – (presente) quale sarà l’amministrazione. Ovviamente “minus dixit quam voluit“, cioè, ha detto meno di quanto intendesse: Trump si riferisce ovviamente alla sua

… credo che il tempo lo dirà MA POSSO DIRE CHE QUESTA AMMINISTRAZIONE

Attraverso una congiunzione avversativa si nega ciò che si è appena affermato, infatti che senso avrebbe dire di credere che il tempo dirà quale sarà l’amministrazione che verrà?!? È ovvio infatti che, aspettando, si saprà chi governerà gli Stati Uniti. Ma questa costruzione serve a creare un “campo affermativo” in cui si lascia passare un messaggio ovvio, per affermare subito dopo che sarà proprio “QUESTA AMMINISTRAZIONE“.

Infine,

… la cura non può essere, DOVETE RICORDARLO, non può essere peggiore del problema stesso come ho detto molte.

Questo passaggio arriva subito dopo quel “i lockdown costano vite E PORTANO AD UN SACCO DI PROBLEMI” analizzato in precedenza… il “DOVETE RICORDARLO” starebbe a sottolineare l’importanza di quello che sta dicendo: sta parlando infatti della “cura“, intesa come “soluzione” alla pandemia di COVID-19 e si sta riferendo al fatto che i lockdown creano più problemi della pandemia stessa.

Nello stabilire però in cosa possa consistere questa “cura” peggiore del problema stesso, si entra nel campo delle suggestioni… personalmente vedo degli indizi nel cambio del colore di capelli del Presidente Trump e nelle quattro bandiere nazionali bordate di oro alle sue spalle. Su questo tipo di bandiere c’è tutta una letteratura che io tendo a sminuire, tali bandiere sono infatti bandiere dell’Ammiragliato, estese a contesti diversi (ai sensi del Decreto Esecutivo di Eisenhower n. 10834 del 1959). Tutt’al più sarebbero li a ribadire qualcosa del tipo “il Capitano della Nave sono io” e nient’altro. Dovremmo piuttosto concentrarci sul numero di quelle bandiere, lì potrebbe esserci infatti una risposta su quale potrebbe essere tale “cura” ma essendo una suggestione mi asterrò, per adesso, dall’esprimerla…

Mi basta infatti avervi fatto fare un piccolo viaggio in un mondo parallelo, che scorre appena sotto la superficie degli eventi, così come vengono generalmente raccontati. Un mondo raffinato, “tremendo” e geniale, il mondo del Presidente Donald Trump. (qui)

Come ha osservato l’amico Elio, “Bello, sembra come quando si studia la Torah”. In effetti questa analisi del detto e del suggerito e del quasi detto e del non detto ricorda da vicino l’esegesi biblica. Oltre a rivelare cose che sicuramente non trovano posto negli organi ufficiali del Pensiero Unico – chi mai aveva sentito parlare degli attentati? – e che rivestono, a mio avviso, una non trascurabile importanza.

barbara

CI CONCEDIAMO UN MOMENTO DI TREGUA?

Turchia, Nizza, Heidingsfeld, Kabul, Monaco, e l’egiziano che dà fuoco alla moglie e il tunisino che accoltella la compagna e il siriano che uccide una donna incinta col machete e qui ci si ferma per ragioni pratiche ma potremmo andare avanti all’infinito. E allora propongo di concederci un attimo di tregua con una delle musiche più belle che siano mai state scritte.

barbara

UNA COSA, COMUNQUE, È CERTA

Interi quartieri delle maggiori città europee sono stati trasformati in zone franche per il terrorismo, sulle quali gli stati che le contengono non hanno alcuna sovranità, anzi, per dirla tutta, c’è uno stato che la propria sovranità l’ha letteralmente venduta su tutto il territorio nazionale. Il terrorismo islamico si allarga a macchia d’olio e le carneficine sono all’ordine del giorno (anche se all’attenzione dei mass media ne arrivano solo alcune, accuratamente selezionate – meglio quando le vittime non sono portatrici di sangue giudeo). Aeroporti e metropolitane saltano in aria, portando non solo morte e distruzione, ma anche un pesante blocco, sia pure momentaneo, nelle comunicazioni di mezza Europa, ossia in uno dei pilastri del nostro concetto di vita civile.
In mezzo a tutto questo, la domanda da porsi, la domanda essenziale, la domanda VERA, la domanda che i VERI intellettuali ansiosamente si pongono è una sola:

CHE COSA FA SALVINI?

(poi volendo qui ci sarebbe anche un abbozzo di risposta)

barbara

IDEOLOGIA

Tutte le ideologie sono ugualmente pericolose. Tutte le ideologie sono ugualmente nefaste. Tutte le ideologie sono uguali (clic per ingrandire)
ideologia
Rubato a lui. Non so quale sia l’unità di tempo presa in considerazione, o se i numeri siano stati calcolati su altri parametri, ma chiunque segua anche solo distrattamente la cronaca concorderà sicuramente sulla loro correttezza.

barbara

PRIMA IL SABATO, POI LA DOMENICA

Lo hanno lasciato scritto sui muri della basilica della Natività a Betlemme i terroristi palestinesi che vi avevano fatto irruzione nella primavera del 2002, e si trattava di un preciso programma politico, che il mondo intero ha scelto di ignorare.
La domenica, in realtà, era iniziata già prima, l’11 settembre 2001 a New York, con quasi 3000 morti. È proseguita a Bali il 12 ottobre 2002, 202 morti e 209 feriti. Ha continuato a Madrid l’11 marzo 2004, 192 morti e oltre 2000 feriti. Si è poi spostata a Londra il 7 luglio 2005, 52 morti e circa 700 feriti. È passata a Mumbai il 26 novembre 2008, quasi 200 morti e circa 300 feriti (non so se si possano inserire a pieno titolo in questa lista le stragi di Mosca e Beslan, sempre di matrice islamica ma con alcune caratteristiche peculiari, fra cui i pesanti errori russi che hanno notevolmente innalzato il numero delle vittime, anche se la strage era comunque l’obiettivo dei terroristi islamici).
E che cosa ha fatto il mondo intero? Ha scelto di chiudere occhi e orecchie. Si è intensamente impegnato a puntare il dito su Israele, sull’occupazione, causa di tutti i mali del mondo, a boicottare prodotti e istituzioni e cultura israeliani. A rifiutarsi di riconoscere come antisemiti tutta una serie di crimini e attentati e aggressioni di chiarissima matrice antisemita perpetrati per lo più da musulmani, per non turbare i rapporti con le comunità islamiche. A vietare qualunque critica all’islam. Ad accogliere nel proprio seno orde di terroristi. A lasciar aprire, una dietro l’altra, moschee che servono unicamente a indottrinare all’odio antioccidentale e ad addestrare al terrorismo. A permettere l’apertura di corti islamiche ad amministrare la “giustizia” con criteri in netto contrasto con le leggi dello stato. Ha inventato il crimine di islamofobia per etichettare chiunque, vedendo il lupo davanti a sé, si azzardasse a gridare al lupo. Ha lasciato che interi quartieri delle proprie città diventassero delle no go zones in cui neppure la polizia osa mettere piede. Ha finanziato attivamente e passivamente il terrorismo islamico.
E adesso? Adesso che il lupo ancora una volta, per l’ennesima volta, si è messo ad azzannare, strillano come vergini violate, come se fosse la prima volta. E ancora una volta, per l’ennesima volta, tocca sentire le solite trite e ritrite frasi di circostanza, le solite trite e ritrite emerite cazzate: “attacco terroristico senza precedenti” (memoria corta? Alzheimer galoppante?), “l’Italia piange le vittime di Parigi”, “dobbiamo dare prova di unità”, “apprensione e forte dolore”, “vergognoso tentativo di terrorizzare vittime innocenti” (questa è una delle migliori, e infatti è di Obama), “profonda commozione”, “l’Europa colpita al cuore saprà reagire” (e qui, come ho ricordato in questo post, vengono in mente le dieci parole della regina Elisabetta dopo gli attentati del 2005: “They will not make us change our way of life”. E infatti oltre a permettere l’instaurazione di decine – ma a questo punto saranno diventate almeno un centinaio – di corti islamiche, oltre ad accettare la nascita di un’infinità di “no go areas”, oltre a comminare pene severissime per chi si permette di criticare l’islam, oltre a chiudere occhi e orecchie sulle aggressioni anticristiane e antiebraiche e alcune altre insignificanti quisquilie, non hanno cambiato praticamente niente). Magari per un paio di giorni, davanti alle telecamere politicamente corrette, saremo sommersi di je suis Bataclan e poi si tornerà come prima, come sempre, a costringere gli ebrei a rifugiarsi in Israele e a coccolare le comunità islamiche raccontandosi e raccontandoci che “non è questo il vero islam”.
Per quanto mi riguarda, piena solidarietà alle vittime innocenti, ma NESSUNA SOLIDARIETÀ E NESSUNA COMPRENSIONE PER I GOVERNI CHE HANNO FABBRICATO TUTTO QUESTO CON LE PROPRIE MANI, SULLA PELLE DEI PROPRI CITTADINI.

barbara

LETTERA APERTA A COLORO CHE GIUSTIFICANO L’ASSASSINIO DI ISRAELIANI

Io sono ebreo, sionista e israeliano. Al giorno d’oggi, questo equivale a tre condanne a morte.
Tuttavia, questo non mi ha mai impedito di dialogare con persone che non condividono le mie opinioni o le mie convinzioni religiose. Perché credo nel dialogo e perché, per quanto “caldo” possa essere il dibattito, so che ho davanti a me un essere umano e che, quali che possano essere i nostri disaccordi, condividiamo una serie di valori fondamentali che sono alla base, appunto, della nostra umanità.
Ecco perché, da anni, cerco instancabilmente di discutere con i “pro-palestinesi”, di spiegare loro la mia posizione, di far loro capire che la situazione sul terreno non è così semplice come quello che possono percepire in 20 minuti di telegiornale, per ricordare loro che le parole hanno un significato e che “ebreo”, “sionista”, “israeliano” e “israelita” non sono sinonimi, di spiegare loro, pazientemente, cercando di non innervosirmi, perché paragonare Israele alla Germania nazista non è solo spregevole, ma anche totalmente assurdo, eccetera eccetera.
Ma oggi siamo arrivati in una fase in cui, purtroppo, il dialogo non è più possibile. Perché il primo e il più fondamentale dei valori è stato calpestato e gettato nella spazzatura. Questo valore è il semplice rispetto per la vita umana. Dimenticate per un momento che si tratta di Israele, degli ebrei, degli arabi, del Monte del Tempio e della Moschea Al-Aqsa… parliamo di esseri umani. E da due settimane degli esseri umani vengono accoltellati, a sangue freddo, in mezzo alla strada da degli aggressori (uomini, donne e perfino un bambino di 13 anni!) che sono stati fanatizzati dai loro leader al punto di perdere questo valore fondamentale che è il rispetto della vita umana.
E ci sono persone in Europa e negli Stati Uniti che, dall’alto della loro venti secoli di civiltà, sono capaci di giustificare queste azioni in nome della “disperazione” o col pretesto falso (e comunque ridicolo) di un “cambiamento dello status quo” sul Monte del Tempio. Come si può arrivare a questo punto? Come si può, senza tremare di vergogna, giustificare l’assassinio puro e semplice di esseri umani, sotto qualunque pretesto? Quando si arriva a questo punto, è perché si è perduto questo valore essenziale che è il rispetto per la vita umana. E perdere questo valore, equivale a escludere se stessi dall’umanità.
Torniamo un attimo a Israele. Voi potete odiare questo paese con tutte le vostre forze e trattarmi da bugiardo, colono, fascista e tutto quello che vorrete; ma una cosa non potete cambiare: Israele rispetta, più di ogni altra cosa, la vita umana. Israele rispetta talmente la vita umana, che i suoi soldati sono disposti a mettersi in pericolo per evitare l’uccisione di civili. Israele rispetta talmente la vita umana che, quando un terrorista è ferito dalla polizia o dall’esercito dopo un attentato, viene curato in un ospedale israeliano… a spese del contribuente israeliano! (Lo so che non mi crederete… io stesso stento a crederci, ma è la pura verità, e io sono nel posto giusto per saperlo).
E allora capirete, voi che giustificare l’ingiustificabile, che le vostre lezioni di morale non mi fanno più né caldo né freddo.
Io sono ebreo, sionista e israeliano. E soprattutto, io sono un essere umano… purtroppo non sono più certo che voi possiate dire altrettanto.
Julien Pellet
(Qui, traduzione mia)

barbara