SPIGOLATURE 4

con deviazioni, voli pindarici e partenze per la tangente

Google inclusivo

che poi cosa vuol dire feste stagionali? Pasqua Pentecoste e Ascensione non sono forse feste primaverili? L’Assunta, aka Ferragosto, non è una festa estiva? Mah. Che poi qualcuno di veramente inclusivo c’è

indovinate dove

Noi, comunque, che siamo retrogradi e conservatori  – “ostinato conservatorismo”, l’ha chiamato una persona progressista, che detesta le religioni monoteiste e ama follemente le religioni pagane degli indiani d’America, quelle con le ecatombi di sacrifici umani e dello sport praticato con teste mozzate (e da brava sinistrissima, con le ecatombi di innocenti deve avere sicuramente grande dimestichezza); e siccome non ero sicura di ricordare bene e volevo verificare, sono andata in internet e cercando “sport con testa mozzata degli indiani d’America” ho trovato questo

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Insomma su Amazon trovi tutto, dall’ago al cannone passando per la rotula del nonno morto in odore di santità e repentinamente sottratta dagli avidi nipoti per venderla quale reliquia – fine della digressione; noi retrogradi conservatori, dicevo, continuiamo a chiamare le cose col loro nome di sempre e a scrivere letterine a Babbo Natale – con le precauzioni del caso, beninteso

Ho verificato, dicevo, perché non mi va di fare figure di merda come quelle di chi posta roba così

dove si constata che mio cuggino è andato in pensione e anche mio suocero, quello a cui dopo il vaccino non solo il braccio faceva male (maavaaa?), ma ci si attaccavano anche tutti i cucchiaini di casa, e adesso sono stati sostituiti da mia Cognata, rigorosamente maiuscola e rigorosamente anonima, così come la città in cui vive e l’ospedale in cui il fattaccio è stato documentato – perché tutto quello che avviene negli ospedali viene documentato – come sarebbe logico se si vogliono costringere i covidioti provax, come ci chiamano quelli che hanno capito tutto, perennemente scettici sull’olocausto in atto per mano dei nipotini di Mengele, a verificare e toccare con mano la veridicità di quanto qui denunciato. A parte questo, c’è un senso in quello che c’è scritto qui? Cioè questa avrebbe fatto il vaccino al secondo mese di gravidanza, avrebbe avuto un aborto al quarto ovviamente per colpa del vaccino sicuro sicurissimo perché questa sì che è una scienza esatta, e adesso avrebbe avuto una diagnosi (diagnosi?) di infertilità: cioè, sarebbe diventata sterile a causa del vaccino? E questa sterilità post-concepimento avrebbe causato l’aborto? O prima ha abortito a causa del vaccino e poi l’aborto l’avrebbe fatta diventare sterile? E chi e perché ha deciso di fare esami e controlli per verificare se sia fertile o no? Perché una persona che è rimasta incinta una volta dà per scontato di essere fertile. Se poi dopo l’aborto ci riprova e dopo mezzo anno, un anno, due anni ancora non è riuscita a restare incinta, le viene il dubbio che l’aborto abbia provocato qualche guaio e comincia a sottoporti a verifiche per conoscere la situazione. Ma una – rigorosamente anonima e di non si sa dove, non dimentichiamolo – ha un aborto spontaneo e immediatamente chiede di verificare se non sia diventata sterile? E le verifiche si fanno così in quattro e quattr’otto, come fare una radiografia? E la cardioaspirina “non si sa fino a quando” collegata a cosa? All’aborto? Alla sterilità? Serve per tentare di farla ridiventare fertile e deve continuare fino a quando la terapia non avrà successo? Cioè, vi rendete conto che c’è gente, non contadini con la terza elementare bensì gente laureata in ambito tecnico scientifico, che si beve roba simile? Per non parlare dei paragoni osceni che ancora e ancora ritornano

(e il maestro, in orario di lezione, legge il giornale voltando le spalle alla classe?)

Eh già, tutti esperti di tutto, ormai

mentre l’ignoranza cresce a dismisura

(e quante volte capita di leggere, da gente acculturata, avvolte, apposto, apparte, per non parlare delle famigerate donne incinta, o addirittura in cinta, che ogni volta mi viene un attacco di acidità di stomaco)
Per i più ignoranti, comunque, abbiamo qualche suggerimento utile

compreso quello di studiare la storia

Una delle ragioni più importanti per studiare la storia è che letteralmente ogni idea stupida che oggi è di moda è stata provata in precedenza e si è dimostrata disastrosa. Dobbiamo continuare a ripetere gli stessi errori per sempre?
Per fortuna c’è chi si dedica allo studio delle lingue

e chi potrebbe tranquillamente aspirare al Nobel

E a proposito di cose elevatissime, c’è anche l’Onu

Poi c’è anche chi si dedica coscienziosamente agli aggiornamenti

e chi agli esperimenti e alla loro verifica.

Il resto alla prossima puntata.

barbara

CAZZI E PALLE

Al momento non sto troppo bene in salute, niente di grave ma fastidioso sì (che palle). Poi ci sono stati per un intero mese fino a venerdì i martelli pneumatici, la carriola coi cingoli e altro sopra la mia testa (che palle), a cui negli ultimi giorni si è aggiunta la demolizione della casa qui a fianco (che palle) che poi, suppongo, verrà ricostruita (che palle). Poi ieri sono andata a dormire verso le undici (di mattina, non di sera) e finalmente, senza lavori ultrarumorosi in testa e di fianco, ho fatto una meravigliosa dormita fino alle sei e un quarto. L’ultima cosa che avevo fatto prima di andare a dormire era stato guardare un video su youtube, che a metà si era impallato perché la connessione aveva cominciato a scricchiolare. Appena alzata vengo a vedere, e due lucine su quattro sono spente (che palle). Ho chiamato la Vodafone e per prima cosa la voce registrata ha detto “Siamo a conoscenza del disservizio in atto nell’Italia centrale”. Ha detto anche che “i nostri tecnici stanno lavorando per ripristinare il servizio al più presto” ma col piffero che stavano lavorando, e infatti la connessione è tornata oggi pomeriggio (che palle) – o almeno in tarda mattinata, perché verso le otto e mezzo, quando ho spento, ancora non c’era. Vabbè. Oggi pomeriggio sono andata dall’oculista. Da quando ho scritto questo la situazione è ulteriormente peggiorata: adesso in presenza di una luce, è comparsa una sorta di leggero velo, come un appannamento, che prima non c’era, e che rende meno nitida la visione. L’estensione e la luminosità dei raggi sono inversamente proporzionali alla distanza della fonte di luce; il faro di un’auto sufficientemente vicina mi riempie praticamente l’intero campo visivo, con conseguenti problemi facilmente immaginabili, oltre all’insopportabile fastidio provocato da questo abbagliamento moltiplicato per l’infinito numero di fonti di luce presenti sulla strada quando cala il buio. Col passare dei giorni e delle settimane, inoltre, la raggiera si va facendo sempre più estesa e sempre più luminosa, fino a rendere il fenomeno molto più vicino al vero e proprio handicap che al semplice disturbo. Di conseguenza avevo già deciso di scaricare l’oculista; non so se troverò qualcuno disposto a prendere in mano la paziente insoddisfatta dell’oculista più importante dell’intero circondario, ma non essendo più disposta a mettermi nelle sue mani, questo è tutto sommato ininfluente. L’avevo già deciso, dicevo, ma se anche avessi avuto ancora qualche dubbio, avrebbe provveduto lui a togliermeli: dopo avere congruamente arricchito la già nutrita serie di diagnosi fantasiose e terapie a cazzo, oltre ad avermi detto, come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo, che questa cosa me la dovrò tenere a vita, quando gli ho chiesto perché, se il difetto, secondo lui, sta nella mia cornea ed è rimasto identico da prima dell’intervento a oggi, la situazione è peggiorata dopo l’intervento e ulteriormente peggiorata dopo il laser, la sua incredibile risposta è stata: “Non lo so, me lo dica lei”. Quelle cose che uno resta lì come un ebete, letteralmente senza parole. Quando le ho ritrovate ho detto “l’oculista è lei, non io” e lui ha risposto che una cosa come questa non gli era mai capitata. Cosa già di per sé strana per uno che fa l’oculista da trentacinque anni, e che comunque potrebbe al massimo giustificare la prima parte della risposta, ma la seconda parte mette a nudo il cazzaro che è. E io davvero non mi capacito che un simile cialtrone sia potuto diventare primario. Adesso devo valutare se non sia il caso di trovarmi un perito e un avvocato e fargli causa. Il problema è che quelle cose le vedo solo io, e non esiste modo di dimostrarlo, né che ci siano, né che siano peggiorate dopo i suoi due interventi successivi. Devo valutare bene la cosa.

Comunque, per restare in tema, questo è il Babbo Natale delle teste di cazzo.

barbara

PROGRESSISMO VS CONSERVATORISMO RETROGRADO OSCURANTISTA

Parto con la destra, l’orrendissima destra illiberale, intrinsecamente fascista, nemica della democrazia, che vorrebbe riportarci al medioevo (che nessuno sa che cosa diavolo voglia dire, ma è un modo di dire che riempie bene la bocca). Parto da quella perché poi potrete rialzarvi il morale con la parte migliore della società.

Visto che brutta roba? (Anche eccellente attore, tra l’altro) A proposito, per chi se lo fosse perso, l’invito di Sgarbi lo trovate qui. Ma adesso rallegratevi, che arrivano le magnifiche sorti e progressive ad opera di chi va a conquistar la rossa primavera dove sorge il sol dell’avvenir.

Visto che meraviglia lo spettacolo di vauretto nostro che di fronte al coro di proteste per la puttanata che ha detto, recita la parte del martire del Libero Pensiero? (Che poi, a dirla proprio tutta, questo Vauro ciccione non vi sembra che abbia l’aria un po’…?) E a proposito di Babbo Natale e quindi Natale, che ormai non è più lontanissimo, e quindi Gesù Bambino e quindi presepe, eccovi qualche suggerimento utile

E poi succede, in questa nostra epoca strana, di sentire un signore molto molto sinistro che dice cose tremendamente sensate

E poi abbiamo un altro signore talmente universale, talmente bravo, talmente poliedrico, da riuscire a farsi perculare da tutti, di destra come di sinistra

E infine una cosa da leggere, che se no mi ci perdete l’abitudine e questo non va bene.

Cosa resta di “liberale” in Italia? Il declino economico va di pari passo con il declino della libertà

Chiunque abbia letto Hayek potrà dirvi che è un film già visto: lo Stato che si aggrappa all’emergenza per espandere i propri poteri, il ricorso agli “esperti” che nessuno può contraddire, la totale subordinazione delle assemblee democratiche al potere dell’esecutivo e di quelle figure “speciali” scelte per affrontare l’emergenza. È proprio questo il modo in cui uno Stato si avvicina al totalitarismo, su una strada lastricata di buone intenzioni, di “competenze”, di “necessità di protezione”

I difficili giorni che stiamo vivendo, mentre affrontiamo una seconda ondata di contagi da coronavirus, ci presentano un Paese profondamente diviso, inquieto e confuso. Mentre la recessione minaccia la nostra economia, il caos regna sovrano anche nelle istituzioni, come mostrano i battibecchi continui tra Stato e Regioni. E non si possono tacere grandi perplessità, da un punto di vista liberale, circa l’opportunità e la legittimità morale del modo in cui il governo sta intervenendo per fronteggiare l’emergenza. 
La totale assenza di chiarezza e sensatezza nei provvedimenti presi (basti pensare al barista di Catanzaro, che chiude a mezzanotte e riapre a mezzanotte e un quarto, nel pieno rispetto del Dpcm) richiede una volta di più una riflessione su quello che è diventato il nostro Paese: siamo ancora una democrazia liberale?
La prima vera domanda che dovremmo porci è se lo siamo mai stati: una Costituzione profondamente rigida che mette il lavoro prima della libertà, che non concede ai popoli che fanno parte del Paese di decidere democraticamente di percorrere strade diverse, che addirittura non vuole che i cittadini si esprimano sulle tasse, sulle questioni internazionali e sulla forma dello Stato, non pone le migliori premesse per quella che dovrebbe essere una democrazia liberale.
Questo governo però sta riuscendo, con i suoi metodi, con la sua comunicazione e con l’aiuto di drappelli di esperti e giornalisti, a estirpare qualsiasi residuo germe di libertà rimasto in Italia, e la mia non è una “sparata”, qualcosa per “alzare i toni”, ma la semplice constatazione del fatto che il declino di questo Paese sta andando di pari passo con il declino delle sue libertà. Ho parlato di “declino” perché è proprio questa la parola che Hayek, uno dei padri del liberalismo di scuola austriaca, usa nella sua opera “La società libera” per descrivere la situazione di uno Stato in cui avere opinioni diverse da quella corrente costituisce motivo di riprovazione.
Se pensiamo a quello che succede in Italia, dove a comandare non è più la politica ma l’opinione di questo o quel virologo, stiamo arrivando alla fotografia perfetta del declino. In Hayek c’è tutto: lo Stato che si aggrappa all’emergenza per espandere i propri poteri, il ricorso agli “esperti” che nessuno può contraddire, addirittura (ed è il nostro caso) la totale subordinazione delle assemblee democratiche (in cui dovrebbe risiedere il potere vero, quello emanato dal voto popolare) alle decisioni e al potere dell’esecutivo e di quelle figure “speciali” scelte per affrontare l’emergenza. È la democrazia che si mangia da sola cancellando ogni tratto liberale e cedendo ai nuovi valori della “competenza”, della “pianificazione” e del “controllo”. La competenza peraltro è davvero un valore, ma non quando viene sventolato per mettere a tacere gli altri.
Cosa rimane quindi di “liberale” al nostro Paese? Ben poco ormai: accanto a larghe fasce di popolazione stufe di questo modo di fare ci sono ampie schiere di esperti, giornalisti e quant’altro pronti a difendere ogni mossa del premier e ad accusare chiunque la pensi in modo diverso di “negazionismo” e ignoranza. Lo Stato si inserisce prontamente emanando Dpcm confusi e pieni di falle, prolungando lo stato di emergenza per poi non garantire una effettiva preparazione alla seconda ondata, giustificando atti e affermazioni liberticide con la retorica del “è necessario”.
Chiunque abbia letto Hayek e la scuola austriaca potrà dirvi che è un film già visto: è proprio questo il modo in cui lo Stato si avvicina al totalitarismo, ossia su una strada lastricata di buone intenzioni, di “competenze”, di “necessità di protezione”. È lo stesso meccanismo per cui, in economia, lo Stato cresce sempre senza mai fermarsi: trovando di volta in volta un’azienda decotta da salvare, un’ingiustizia da sanare o una disuguaglianza da “riequilibrare”, lo Stato continua a spendere i soldi dei contribuenti e se possibile a ingigantire la mole del debito. Questo è frutto del pericolo di cui parlava Hayek in “La via della schiavitù”, una delle sue opere più celebri: scambiare la democrazia per un “fine” politico, quando essa in realtà è solo uno dei molteplici strumenti utilizzabili per arrivare alla libertà. Se la “legittimazione democratica” di uno Stato porta lo Stato stesso a potersi permettere provvedimenti illiberali e a mettere a tacere chi la pensa in modo diverso, la schiavitù diventa un dato di fatto, il totalitarismo una realtà.

Francesco Zanotti, 21 Ott 2020, qui.

E ormai, infatti, lo è.

barbara

GUARDARSI ALLE SPALLE

Ogni tanto bisogna distogliere lo sguardo dal grande mondo e sporgersi alla finestra, e osservare la gente comune che, solo per recarsi al lavoro o a far la spesa, deve girare continuamente gli occhi da ogni parte, per evitare che qualcuno la pugnali alle spalle. Una volta era solo una metafora.
Dario Calimani

Già, una volta. Ma consoliamoci pensando che c’è anche chi dedica tutta intera la propria vita al perseguimento della pace

barbara