ISRAELE NOVE (12)

Le ultime cose

Dell’ultimo viaggio in Israele, intendo dire (nota per chi è nuovo da queste parti: i resoconti dei miei viaggi in Israele si trovano sulla destra del blog, alla voce “in Israele”), se no va a finire che parto per il prossimo senza avere finito di raccontare del precedente. Per problemi di salute e altro avevo interrotto il racconto, ma ora è arrivato il momento di concludere (per le foto mi sono avvalsa come sempre del contributo di Carla).

La prima cosa che voglio farvi vedere è questa auto
territori 1
È una di quelle, blindate, che vengono usate per andare nei cosiddetti territori, ossia in Giudea e Samaria.
territori 2
territori 3
Le macchie nere che si vedono sulla carrozzeria non sono di sporco, ma bruciature di bottiglie molotov, così come le bozze non sono errori di parcheggio bensì macigni scaraventati contro. E naturalmente neppure questo
territori 4
è frutto di un incidente stradale. Quando invece le stesse cose succedono alle auto normali, le conseguenze sono queste, e queste, e queste.

E passo a qualcosa di decisamente più gradevole, ossia i colori delle spezie
spezie 1
spezie 2
spezie 3
e dei fiori,
fiori
che si incontrano ovunque.

Poi questa sono io dopo essermi riempita la pancia (sì, lo so, si vede, risparmiatevi pure le battute) e prima di metterci alla ricerca di una toilette, nell’irrinunciabile foto accanto alla più bella bandiera del mondo
con bandiera
Mentre questo
dito
è il sapiente dito della nostra guida che ci indica la direzione.
Questa è la mia caviglia, gonfia e dolorante per la storta presa sul monte Hermon, con accanto la bottiglia di acqua ghiacciata gentilmente offertami dal nostro solerte capogruppo.
caviglia (c)
Poi lui ovviamente si è bevuto l’acqua tiepidina, ma per dare sollievo a una compagna di viaggio, questo e altro, no?
Questa sembra una foto pornografica, lo so, ma garantisco che non lo è: io c’ero!
pornohaifa
E per chiudere in bellezza (non si accettano battute!) io, con alle spalle Gerusalemme, a cui tornerò presto presto.
barbara
E per l’occasione, regaliamoci anche una botta di karaoke.
https://youtu.be/5bwkqZ6tavE

barbara

ANCORA UN PENSIERINO – L’ULTIMO – SUL TERRORISTA DEFUNTO

Funerali

Non tutti, si sa, vivono bene la vecchiaia. Chi, in particolare, ha avuto una giovinezza intensa e avventurosa, non si rassegna a passare le giornate ai giardinetti o a portare a spasso il cane, e si ostina a rivivere l’eroico passato, rendendosi, talvolta, un po’ tedioso e ripetitivo agli occhi di familiari e conoscenti (“mamma, ma il nonno quella storia me l’ha già raccontata tante volte, forse si è un po’ rimbambito?” “ma che dici tesoro, ti vuole tanto bene…”). Sono riflessioni che mi sono venute alla mente nel leggere la malinconica cronaca dei funerali del brigatista Prospero Gallinari, con la pittoresca partecipazione di alcuni suoi anziani compagni d’armi, ritratti tutti insieme, nonostante gli acciacchi dell’età, a cantare l’Internazionale col pugno chiuso. Qualcuno ha pensato di poggiare sul feretro un qualche simbolo del glorioso passato. Si è cercata, così, qualche pistola o qualche mitra, ma non se ne trovavano più. L’idea di un’arma giocattolo è stata scartata come poco dignitosa. Uno ha portato una bandiera con la stella a cinque punte, ma si è obiettato che appariva troppo commovente, a molti spuntavano le lacrime. Finché si è trovata, in un cassetto, una vecchia bandiera palestinese, un po’ lacera, e questo ha messo tutti d’accordo, cosicché il carceriere di Aldo Moro ha compiuto l’ultimo viaggio avvolto dai colori della Palestina. Poveri brigatisti. Dati i problemi dell’età, da molti anni non leggono più i giornali. Ai loro tempi, la bandiera palestinese era simbolo di fiero antagonismo, di lotta al sistema, e chi la sventolava incuteva terrore ai nemici borghesi. Nessuno ha spiegato loro che, in questi anni, quella bandiera è diventata una sorta di amuleto portafortuna, gioiosamente esibita a destra, al centro e a sinistra, da chierichetti e finanzieri, suore e boy-scout, maestre d’asilo e brigadieri. È stato l’esecutivo del compassato Senatore Monti, dalla linea non esattamente brigatista, a votare a favore del riconoscimento dello Stato di Palestina da parte delle Nazioni Unite. Poveri brigatisti. Un tempo facevano tremare, riempivano i telegiornali, provavano l’ebbrezza di sparare alla schiena a poliziotti e magistrati. E sono finiti compagni di lotta del governo dei Professori e dei banchieri.
Francesco Lucrezi, storico

Che Francesco Lucrezi è un grande, ho già avuto modo di dirlo e di dimostrarlo. Ma questa non è una buona ragione per rinunciare al piacere di assaporare la sua raffinatissima prosa e la sua geniale ironia.

barbara