LA BARRIERA DI SICUREZZA: UNA PREROGATIVA DI ISRAELE CONTENUTA GIÀ NEGLI ACCORDI DI OSLO

Un vecchio articolo che vale la pena di rileggere.

Aaron Lerner, 22 gennaio 2004

I documenti sul “processo” di Oslo non soltanto toglievano ai palestinesi qualsiasi pretesa a un qualsivoglia diritto universale a resistere in modo violento all'”occupazione”. L’accordo garantisce a Israele il diritto di erigere una barriera di separazione che avrebbe garantito sicurezza alle comunità israeliane situate oltre la Linea Verde.
“L’OLP si impegna al processo di pace in Medio Oriente e a una soluzione pacifica del conflitto fra le due parti e dichiara tutte le questioni in sospeso riguardo allo status definitivo saranno risolte con negoziati. … l’OLP rinuncia all’uso del terrorismo e altri atti di violenza e si assumerà la responsabilità su tutti gli elementi e il personale dell’OLP per assicurare il rispetto degli accordi, prevenirne le violazioni e punire i responsabili”.
Questo è quanto scrisse Arafat nella sua lettera del 9 settembre a Yitzhak Rabin, il primo ministro di Israele. E non fu facile far firmare queste dichiarazioni ad Arafat, in qualità di rappresentante del popolo palestinese, parole che abbandonano qualsiasi pretesa legale al diritto ad imporre continuamente il terrorismo e altri atti di violenza in quella che Arafat e i suoi sostenitori chiamano “lotta di liberazione”. Osservate le singole frasi. Arafat non rinuncia soltanto all’uso del “terrorismo” – una parola che gli arabi sostengono non possa mai essere applicata alle loro attività assassine – rinuncia anche all’uso di “altri atti di violenza”.
Arafat non voleva firmare queste dichiarazione, ma Rabin chiarì che erano imprescindibili.
Siamo di fronte a un Arafat dell’estate del 1993, in sostanza un vecchietto esiliato a Tunisi da Beirut che vedeva ogni giorno gli israeliani che accorciavano la loro lista di terroristi ricercati?
No. A differenza di quella che è diventata la storia in certi ambienti, non sono stati i “ragazzi delle pietre” che hanno tolto Arafat dal dimenticatoio della storia, è stato un gruppo di ideologi israeliani che cercavano un modo per facilitare il ritiro israeliano da Cisgiordania e Gaza.
Oslo è stata l’ancora di salvataggio di Arafat. Israele poteva prendere o lasciare. Arafat ha risposto più in fretta.
E non è finita qui.
“Israele continuerà ad essere responsabile per la sicurezza complessiva degli israeliani e degli insediamenti, allo scopo di salvaguardare la sicurezza interna e l’ordine pubblico, e avrà tutti i poteri per intraprendere le misure necessarie a tale scopo”:
Accordo ad Interim israelo-palestinese su Cisgiordania e Gaza, Washington, D.C., 28 settembre 1995, articolo XII, paragrafo 1.
“Niente in questo articolo potrà derogare dai poteri di sicurezza e dalle responsabilità di Israele in accordo con questa Intesa”.
Accordo ad Interim israelo-palestinese su Cisgiordania e Gaza, Washington, D.C., 28 settembre 1995, Annesso I, Articolo I, Ridispiegamento delle forze militari israeliane e trasferimento di responsabilità, paragrafo 7.
I palestinesi hanno accettato – per scritto – che Israele “avrà tutti i poteri per intraprendere le misure necessarie” non solo per proteggere gli israeliani dentro la Linea Verde, ma gli israeliani in generale. Non solo di proteggere le comunità israeliane entro la Linea Verde, ma anche gli “insediamenti”: scritto, nero su bianco. E così oggi, quando Israele ha deciso che l’erezione di una barriera di separazione con alcune parti oltre la linea verde è una “misura necessaria” è il massimo dell’assurdo che questa azione sia aggredita come se gli accordi di Oslo non avessero valore.
Che ironia: le stessi istituzioni e le stesse persone che fanno maggiori pressioni su Israele affinché baratti la sua sicurezza per avere altri pezzi di carta sono i primi a volgere le spalle ai pezzi di carta che Israele ha già pagato caro.

Traduzione: Valentina Piattelli .

E qui un paio di cose, anche relative alla cosiddetta Linea Verde, che può essere utile ricordare.
NOTA PER CHI NON HA LA POSSIBILITÀ DI SENTIRE: in coda al video i punti fondamentali compaiono scritti. 

barbara