IL … PACCO

Un pacco da un terrorista…

Il primo ministro israeliano Netanyahu ha ricevuto un pacco dal leader di Hamas. Durante il recente cessate il fuoco, il leader dell’organizzazione palestinese Hamas, Khaled Mashal, ha inviato un ′′regalo”. Era una nota in una scatola. Dopo che la casella è stata controllata per motivi di sicurezza, Netanyahu l’ha aperta e ha visto che il contenuto della scatola era sterco di mucca. In una nota allegata, Khaled Mashal ha scritto: “A te e a tutti voi, cari sionisti.”

Il primo ministro Netanyahu, che conosce bene l’arabo, ci ha pensato e ha deciso di ricambiare. Ha prontamente inviato al leader di Hamas un pacchetto altrettanto bello, contenente anche una nota personale. Il signor Mashal e gli altri leader di Hamas sono rimasti sorpresi di aver ricevuto il pacco di risposta così rapidamente e, dopo aver controllato attentamente, sospettando anche che potesse contenere una bomba, l’hanno aperta.

Il pacchetto conteneva un minuscolo microcircuito – chip a energia solare con 1.8 terabyte di memoria che potrebbe mostrare un’immagine olografica 3 D in un cellulare, un tablet o un portatile, che rappresenta la tecnologia più avanzata del mondo. La minuscola etichetta sul chip recitava “Inventato e prodotto in Israele”.

In una nota allegata il primo ministro Netanyahu ha scritto personalmente in arabo, ebraico, francese e inglese: “Ogni leader di una nazione deve dimostrare al mondo il meglio che il suo popolo può produrre.” (qui, con qualche mia correzione della traduzione)

Se non è vera, è sicuramente realistica.

barbara

E NETANYAHU AVEVA AVVERTITO GIÀ DUE ANNI FA!

Hananya Naftali, via Fulvio Del Deo

Il primo ministro Netanyahu ha AVVISATO le Nazioni Unite nel 2018 dei missili Hezbollah vicino ai civili a Beirut.
L’ONU ha deciso di rimanere in silenzio e ha ignorato questo. Vergognatevi!

Nessuno può immaginare che l’Onu possa comportarsi in maniera diversa, più etica, o anche solo minimamente attenta a non provocare morti inutili, basti solo ricordare le cose immonde perpetrate nella ex Jugoslavia, in Ruanda e in varie altre parti dell’Africa. Oggi come oggi l’Onu è il peggiore nemico della giustizia, il peggiore nemico della verità, il peggiore nemico dell’onestà, il peggiore nemico della pace.

barbara

I CRIMINI DI NETANYAHU

1.Il leader del Likud avrebbe ricevuto sigari cubani e un gioiello per la moglie (comprato dalla gioielleria Stern all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv) dal produttore miliardario di Hollywood Arnon Milchan, un vecchio amico dai tempi in cui Bibi era Ambasciatore in America, in cambio di esenzioni fiscali. Esenzioni fiscali che poi non ha mai ricevuto.

2.Netanyahu avrebbe discusso con il proprietario del giornale Yedioth Aharonoth, Arnon Moses, della possibilità di convincere Sheldon Adelson, proprietario del giornale Israel Hayom, l’unico vicino a Netanyahu, a ridurre la tiratura in cambio di un trattamento migliore sullo stesso Yedioth Aharonoth. Si è trattato di un dialogo avvenuto pubblicamente, di cui tutti gli israeliani erano al corrente, e che poi si è risolto con un nulla di fatto.

3.Netanyahu avrebbe favorito la fusione tra la rete satellitare Yes e la compagnia di telecomunicazioni Bezeq in cambio di un trattamento di favore sul sito Walla News, dello stesso proprietario di Bezeq, Shaul Elovitch. Anche questo avvenuto in dialoghi pubblici e non segreti.

4.Netanyahu e la moglie Sara avrebbero compiuto spese private con denaro pubblico (per somme che si aggirano ai 200 dollari). La denuncia è stata fatta da un cameriere che era stato licenziato.

Secondo il Premier tutte queste accuse sono inconsistenti e ha ribadito in più occasioni che se questa è corruzione sono corrotti tutti quelli che svolgono politica, anche nel modo più onesto. Per questo ha chiesto di trasmettere in tv le accuse reali in modo che tutti gli israeliani possano rendersi conto delle stesse e non valutare la sua posizione solamente in base a ciò che hanno raccontato giornalisti più o meno informati ma sicuramente di parte.

Intanto Avichay Mandelblit, il Procuratore Generale, fa il cerchiobottista fra il martello della stampa forcaiola e l’incudine di migliaia di prove su quattro procedimenti, prove che per la quasi totalità dei giornalisti sono schiaccianti mentre lui, da buon magistrato, sa che il collegio di difesa del Premier, formato da i dieci più importanti avvocati di Israele, potrebbe smontare uno a uno i procedimenti o sgonfiarli fino a renderli poco credibili o non penalmente perseguibili. In quel caso proprio Mandelblit si ritroverebbe con il cerino in mano mentre intorno a lui ci sarebbe un fuggi-fuggi generale, anche perché è lecito pensare che se fra quelle carte ci fosse stata veramente la metà di ciò che è stato pubblicato o raccontato in televisione, le manette da tempo sarebbero già scattate intorno ai polsi di Bibi Netanyahu.

Una conferma a tutto ciò è arrivata dalla professoressa Ruth Gavison, già Premio Israele per la Giustizia che, come riporta il quotidiano Israel Hayom, in una discussione che si è sviluppata sulla sua pagina Facebook ha dubitato sulle possibilità di Netanyahu di ottenere un giusto processo. La professoressa ha scritto: “Sono preoccupata che Netanyahu non abbia la possibilità di ottenere un processo giudiziario. Ci sono stati così tanti processi sulla stampa che ora un processo vero non riuscirebbe ad avere una sentenza diversa da quella già decisa sui media. Questa è una tragedia per Bibi ma anche una brutta pagina per il paese e per la società”.

Che la stampa israeliana sia quasi totalmente di sinistra, come ha spesso apertamente accusato il Premier Netanyahu, è un dato oggettivo, e nella rincorsa all’incriminazione ha esagerato al punto che, nell’inevitabile reazione, ha creato un fronte unico nel partito Likud a difesa del Premier, al punto che qualcuno già parlava di una consultazione interna per riconfermare Benjamin Netanyahu alla guida del partito e smentire in modo definitivo le voci che ci sarebbero dei pretendenti al posto di segretario disposti a defenestrare l’attuale leader.

Michael Sfaradi, 5 ottobre 2019, qui

Non solo in Italia è la magistratura a decidere la politica, per esempio assolvendo una negriera speronatrice di motovedette o perseguitando per un intero decennio un innocente.

barbara

MISCELLANEA GRETIANA

(Post lungo. Vi ho fatto battere la fiacca più che a sufficienza, adesso è ora di tornare al lavoro)

Inizio con qualche foto, partendo con la rabbiosa accusa della nostra martire, rivolta, suppongo, a tutti noi
infanzia
Proseguo con questa, che dimostra inconfutabilmente che il livello di delirio si sta pericolosamente alzando
super
Il Toscano irriverente commenta:
“Telling bullshit is not a superpower”, io osservo che da superpower a Übermensch il passo non è lunghissimo, e i toni messianici che, da buona commediante fortemente indottrinata, esibisce nelle sue seguitissime rappresentazioni, mostrano che vi si è avviata di buona lena. E tra il Savonarola e il profeta Geremia, la sentiamo declamare, passando dall’una all’altra di queste terrificanti espressioni
facce
cose come questa

”People are suffering, people are dying, entire ecosystems are collapsing. We are in the beginning of a mass extinction and all you can talk about is money and fairytales of eternal economic growth.”

Ma vediamo questo breve video

Parecchie cose impressionano: l’insulsa retorica delle frasi che sputa fuori, la recitazione (difficile pensare che rabbia e odio – soprattutto odio – siano davvero spontanei quando vengono manifestati mentre si sta leggendo) decisamente eccessiva, i coglioni che applaudono, forse non avendo capito che è esattamente di loro che sta parlando, i due burattini seduti al suo fianco che fanno sì sì con la testolina come i cagnetti sul lunotto posteriore della macchina, e quell’allucinante “non vi perdonerò mai” che fa venir voglia di dire oh oh oh, sveglia! Ma chi cazzo credi di essere? E se avete ancora una manciatina di minuti provate a fare un esperimento che ho fatto io: togliete l’audio e riguardatelo: il viso contratto, gli occhi sbarrati, le parole sputate, i gesti concitati… No, non scriverò che cosa mi ricorda, però me lo ricorda. Poi arriva il momento drammatico:

Trump incrocia Greta Thunberg: lo sguardo che fulmina il Presidente Usa (qui)

e infatti si vede benissimo che il povero Trump si sta cagando addosso, mentre nei commenti al video qualcuno ha scritto: “Reports are saying that her cold stare just lowered the planet by 2 degrees” (viene riferito che il suo sguardo freddo ha appena abbassato la temperatura del pianeta di due gradi). Su Trump invece penso che valga la pena di leggere questo.
Ma lasciamo per il momento la cialtroncella ignorante, per dedicarci alla scienza vera.

Mentre Greta sbrocca all’Onu, ascoltiamo gli scienziati: in 500 dicono che la nostra casa non è in fiamme

di Federico Punzi [lo conosco da una vita: è una garanzia]

Ieri, al vertice sul clima in occasione della 74esima sessione dell’Assemblea Generale dell’Onu, Greta Thunberg ha pronunciato un discorso che qualcuno ha definito “iconico”, ma che ad un osservatore disincantato è apparso solo molto scomposto, squilibrato, ai limiti del parossismo (guardare per credere).

Tra smorfie e lacrime di rabbia, Greta ha letteralmente perso il controllo, qualsiasi freno, scagliandosi contro i leader mondiali – a molti dei quali in questi mesi ha stretto la mano e sorriso lei stessa – e confermando tutte le peggiori impressioni, di cui abbiamo scritto ieri, sul movimento di cui è ispiratrice e testimonial: il suo fanatismo, il catastrofismo, i toni apocalittici, millenaristici, e il pregiudizio anti-capitalistico.

“Venite a chiedere la speranza a noi giovani? Come vi permettete? Avete rubato i miei sogni e la mia infanzia con le vostre parole vuote”, ha tuonato esibendo una retorica davvero degna di miglior causa, pensando ai milioni di bambini nel mondo a cui davvero, tutti i giorni, vengono “rubati sogni ed infanzia”. Bambini che tribolano nella fame, nella miseria, nello sfruttamento sessuale, nelle guerre. Anzi, come abbiamo cercato di spiegare ieri, è proprio la religione di Greta che rischia di “rubare i sogni” di miliardi di persone, negando loro la possibilità di sviluppo, di benessere, con ricette che in nome dell’ambiente sacrificano la crescita economica. Ed è lei stessa a rivendicarlo, rimproverando ai leader “tutto ciò di cui parlate sono soldi e favole di eterna crescita economica? Come vi permettete?”.

Quindi, il pentitevi o morirete tutti: “Le persone stanno soffrendo, stanno morendo. Interi ecosistemi stanno collassando. Siamo all’inizio di un’estinzione di massa… Il mio messaggio è che vi teniamo gli occhi addosso”.

Ma almeno una cosa, ieri, Greta l’ha detta giusta: “Non dovrei essere qui, dovrei essere a scuola, dall’altro lato dell’oceano”.

A proposito di scuola, sempre ieri in Italia il ministro dell’istruzione Fioramonti (quello che vuole tassare le merendine) ha pubblicato una sua circolare in cui si invitano le scuole a giustificare le assenze degli studenti che venerdì 27 settembre parteciperanno al Global Strike di Greta, “stante il valore civico che la partecipazione riveste”, si legge. E se gli studenti vorranno partecipare a scioperi contro la guerra il lunedì, contro la povertà il martedì e via dicendo di nobile causa in nobile causa, godranno della stessa giustificazione? Come ciascuno può facilmente comprendere si tratta di un precedente scivoloso, dato che ciascun ministro potrebbe in futuro riconoscere lo stesso “valore civico” nella partecipazione alle manifestazioni politiche che condivide.

Dai FridaysForFuture ai sabati fascisti è un attimo.

Ma mentre tutti i riflettori sono puntati sulla giovane attivista svedese, facciamo come dice Greta, ascoltiamo gli scienziati. Nell’indifferenza delle istituzioni e dei media mainstream, 500 di loro hanno indirizzato al segretario generale dell’Onu Guterres una lettera contro l’allarmismo climatico. Lanciata da Guus Berkhout, geofisico e professore emerito presso l’Università dell’Aia, l’iniziativa è il risultato di una collaborazione tra scienziati e associazioni di 13 Paesi. Pubblicato in un momento in cui l’agenda internazionale pone di nuovo il clima in cima alla lista delle preoccupazioni, questa “Dichiarazione europea sul clima” ha lo scopo di far sapere che non c’è urgenza né crisi climatica. Chiede quindi che le politiche climatiche vengano completamente ripensate, riconoscendo in particolare che il riscaldamento osservato è inferiore al previsto e che l’anidride carbonica, lungi dall’essere un inquinante, ha effetti benefici per la vita sulla Terra.

Di seguito riportiamo una traduzione della lettera:

Eccellenze,

Non c’è emergenza climatica

Una rete mondiale di oltre 500 scienziati e professionisti esperti del clima e di campi correlati hanno l’onore di inviare alle Vostre Eccellenze l’annessa “Dichiarazione europea sul clima”, di cui i firmatari di questa lettera sono gli ambasciatori nazionali.

I modelli di divulgazione generale sul clima su cui si basa attualmente la politica internazionale sono inadeguati. È pertanto crudele nonché imprudente sostenere la perdita di trilioni di dollari sulla base dei risultati di modelli così imperfetti. Le attuali politiche climatiche indeboliscono inutilmente il sistema economico, mettendo a rischio la vita nei Paesi a cui è negato l’accesso all’elettricità permanente a basso costo.

Vi invitiamo a seguire una politica climatica basata su solida scienza, realismo economico e reale attenzione a coloro che sono colpiti da costose e inutili politiche di mitigazione.

Vi invitiamo inoltre a organizzare con noi all’inizio del 2020 un incontro costruttivo di alto livello tra scienziati di fama mondiale di entrambe le parti del dibattito sul clima. Questo incontro renderà effettiva l’applicazione del giusto e vecchio principio di buona scienza e giustizia naturale secondo il quale le due parti devono poter essere ascoltate in modo completo ed equo. Audiatur et altera pars!

Rispettosamente,

Gli ambasciatori della Dichiarazione europea sul clima:
Guus Berkhout, professore (Paesi Bassi)
Richard Lindzen, professore (Stati Uniti)
Reynald Du Berger, professore (Canada)
Ingemar Nordin, professore (Svezia)
Terry Dunleavy (Nuova Zelanda)
Jim O’Brien (Irlanda)
Viv Forbes (Australia)
Alberto Prestininzi, professore (Italia)
Jeffrey Foss, professore (Canada)
Benoît Rittaud, docente (Francia)
Morten Jødal (Norvegia)
Fritz Varenholt, professore (Germania)
Rob Lemeire (Belgio)
Viconte Monkton of Brenchley (Regno Unito)

Dichiarazione europea sul clima

Non c’è emergenza climatica
Questo messaggio urgente è stato preparato da una rete globale di 500 scienziati e professionisti. La scienza del clima deve essere meno politicizzata, mentre la politica del clima deve essere più scientifica. Gli scienziati devono affrontare apertamente le incertezze e le esagerazioni nelle loro previsioni sul riscaldamento globale, e i leader politici devono valutare in modo spassionato i benefici e i costi reali dell’adattamento al riscaldamento globale, nonché i costi reali e i benefici attesi della mitigazione.

Un riscaldamento è causato da fattori naturali e antropici
La documentazione geologica rivela che il clima della Terra varia da quando esiste il pianeta, con fasi naturali fredde e calde. La piccola era glaciale si è conclusa solo di recente, intorno al 1850, quindi non sorprende che oggi stiamo vivendo un periodo di riscaldamento.

Il riscaldamento è molto più lento del previsto
Il mondo si è riscaldato con un ritmo inferiore alla metà di quanto era stato inizialmente previsto, e meno della metà di ciò che ci si poteva aspettare basandosi sulla forzatura netta umana e allo squilibrio radioattivo. Questo ci dice che siamo lungi dal comprendere il cambiamento climatico.

La politica climatica si basa su modelli inadeguati
I modelli climatici presentano molte carenze e sono difficilmente sfruttabili come strumenti decisionali. Inoltre, probabilmente esagerano gli effetti dei gas serra come la CO2. Infine, ignorano il fatto che arricchire l’atmosfera con CO2 è benefico.

La CO2 è il cibo delle piante, il fondamento di tutta la vita sulla Terra
La CO2 non è un inquinante. È essenziale per tutta la vita sulla Terra. La fotosintesi è una benedizione. Più CO2 fa bene alla natura, rende la Terra verde: l’aggiunta di CO2 nell’aria ha portato ad un aumento della biomassa vegetale globale. È anche buono per l’agricolutura, aumentando i raccolti in tutto il mondo.

Il riscaldamento globale non ha per forza causato disastri naturali
Non ci sono prove statistiche che il riscaldamento globale stia intensificando uragani, alluvioni, siccità o altri disastri naturali simili, né che li renderebbe più frequenti. Al contrario, le misure di mitigazione della CO2 sono devastanti quanto costose. Le turbine eoliche uccidono uccelli e pipistrelli e le piantagioni di olio di palma distruggono la biodiversità delle foreste tropicali.

L’azione politica deve rispettare le realtà scientifiche ed economiche
Non c’è emergenza climatica. Non vi è quindi motivo di panico e di allarmarsi. Ci opponiamo fermamente alla politica inutile e irrealistica di neutralità carbonica proposta per il 2050. Fino a quando non emergeranno approcci migliori, il che certamente accadrà, abbiamo ampio tempo per riflettere e adattarci. L’obiettivo della politica internazionale deve essere quello di fornire energia affidabile ed economica, permanentemente e in tutto il mondo. (qui)

Avrei voluto tradurre e postare uno splendido articolo segnalato ieri dall’amico Myollnir, ma purtroppo è stato rimosso: conteneva un elenco di una cinquantina di catastrofiche previsioni climatiche fatte nell’ultimo mezzo secolo che il clima ha puntualmente (per pura cattiveria secondo me) evitato di realizzare: se faremo questo e non faremo quest’altro entro dieci anni le calotte polari saranno completamente sciolte, interi stati saranno sommersi eccetera eccetera. Come Greta, insomma, che oltre a tutto il resto non è neanche capace di essere originale. È stato rimosso, dicevo; cercando in rete ne ho trovato uno che presenta le stesse cose, solo che invece dell’elenco delle catastrofiche previsioni ci sono le foto degli articoli che le contengono, comunque se avete voglia di vederlo – è straordinariamente interessante, e utilissimo come promemoria per quando il prossimo messia verrà ad annunciarci un’altra volta che abbiamo i giorni contati – lo trovate qui. E per chiudere in bellezza, è arrivato el merendinero
assenze
POST SCRIPTUM: ho visto che qualcuno ha preso a chiamarla Cassandra; niente di più sbagliato: Cassandra preannunciava cose vere e nessuno le credeva, Greta dice puttanate senza fondamento e le credono tutti.

POST POST SCRIPTUM, FUORI TEMA: stasera ho brindato.

barbara

PER TRUMP È LA FINE

In attesa della inevitabile caduta del razzista fascista populista criminale eccetera eccetera Netanyahu, godiamoci questa breve retrospettiva della catastrofica caduta del suo amico razzista fascista populista sessista criminale eccetera eccetera Donald Trump. (E godiamo come ricci)

È l’inizio della fine. È spacciato. Via libera all’impeachment. Trump è finito. Eccetera.

barbara