POSSO DIRE TESTA DI CAZZO TI STA BENE?

Turista italiano salta da una stele all’altra nel Memoriale dell’Olocausto e cade: portato in Ospedale ferito gravemente

Il 21enne stando ai media tedeschi avrebbe provato a saltare tra le stele del memoriale che ricorda le vittime dell’Olocausto e sarebbe caduto da svariati metri di altezza sbattendo violentemente al suolo

BERLINO. La notizia ha fatto il giro dei media tedeschi e in Germania è diventata virale: un turista italiano di 21 anni è rimasto gravemente ferito in un incidente avvenuto al memoriale dell’Olocausto di Berlino.

La polizia sta ancora cercando di ricostruire quanto accaduto ma stando ai media tedeschi il giovane turista avrebbe provato a saltare da una stele all’altra senza riuscirci finendo per cadere per circa 8 metri e per sbattere violentemente al suolo. L’incidente è avvenuto nella notte fra sabato e domenica. La Bild spiega che l’uomo sarebbe salito in un punto poco illuminato e quanto ha provato a saltare su una delle steli non ce l’ha fatta ed è caduto nel vuoto. Ovviamente, spiega sempre Bild, è vietato saltare o giocare tra le 2711 steli (alcune sono anche molto basse) in cemento del memoriale vicino alla Porta di Brandeburgo.

”Ogni stele – spiega il sito viveberlintours – ha un’altezza e un’inclinazione diversa e rappresenta la storia unica ed individuale di ognuna delle vittime del nazismo. Si tratta di un memoriale molto speciale perché serve proprio per ricordare ai berlinesi e ai visitatori il più grande crimine commesso dallo stato tedesco e, allo stesso tempo, per mantenerne viva la memoria storica. Un’atrocità resa possibile anche a causa della complicità di una parte importante della società tedesca e di altre nazioni europee”.

”L’italiano è rimasto gravemente ferito – scrive Bild -. I vigili del fuoco sono stati allertati intorno alle 0.40 del mattino. Un’autopompa, un’ambulanza, un medico di emergenza e il medico più anziano in servizio sono accorsi sul luogo dell’incidente.

Il ferito ha ricevuto il primo soccorso sul posto ed è stato trasportato in ospedale con un’ambulanza, arrivando lì intorno all’1.25 del mattino”. (Qui)

Bello il giochino di saltare sulla rappresentazione dei morti, vero? Bello usare un memoriale come parco giochi, vero? Bello il brivido di farlo al buio per vedere l’effetto che fa, vero? Beh, adesso lo sai: fa l’effetto Darwin.

barbara

QUANDO L’ISLAM SI INSTALLA IN CASA NOSTRA

succede esattamente questo (non ricordo se ho già postato questo video – probabilmente sì – ma meglio una volta in più che una in meno)

E guardate ora queste belle foto:
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Qui siamo a Berlino, al mercatino di Natale, con qualche piccolo accorgimento per ridurre il rischio di graziose attenzioni da parte dei seguaci della religione di pace. Dite che sembrano blindature da tempo di guerra? No, non lo sembrano: lo sono. Perché quando ci viene dichiarata guerra, SIAMO in guerra, ci piaccia o no. E fare finta che non sia vero non aiuta a uscirne.

barbara

QUESTA È LA STAZIONE DI GRUNEWALD, BERLINO

Quella da cui partivano i treni diretti ai campi di sterminio. E lui è Benny Gantz, Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate Israeliane, a Berlino per commemorare il settantacinquesimo anniversario della Notte dei Cristalli.

E si ricordino, tutti i figli di puttana che avessero voglia di ricominciare:
NOI SIAMO PRONTI

barbara

10 MAGGIO 1933

10 maggio 1933: ottanta anni fa, il rogo dei libri di Berlino

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MILANO – Ricorre oggi l’ottantesimo anniversario del rogo dei libri di Berlino, avvenuto nella notte del 10 maggio 1933. È ricordato per essere stato senza dubbio il più vasto e pianificato incendio di libri della storia contemporanea.
IL ROGO – La notte del 10 Maggio 1933, cinque mesi dopo l’ascesa di Hitler al potere, Berlino fu illuminata dal rogo dei libri. Migliaia di studenti tedeschi, scandendo slogan contro “la decadenza” e “la corruzione morale”, gettarono dentro un unico falò più di 20.000 volumi.
STUDENTI UNIVERSITARI PROMOTORI DEL ROGO – Il rogo non fu organizzato dal governo, bensì dagli studenti stessi, infervorati dalla propaganda nazista che stigmatizzava gli intellettuali in genere, ma in particolar modo quelli ebrei o di sinistra. Gli studenti dell’Università di Berlino passarono settimane a compilare liste di scrittori e libri “non tedeschi”, perlustrarono poi biblioteche pubbliche e private alla ricerca dei volumi incriminati.
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GLI AUTORI DELLE OPERE BRUCIATE – Il 10 maggio gli studenti trasportarono i libri con camion e carri in una piazza della capitale, su cui si affacciavano l’Università di Berlino e il Teatro dell’Opera di Stato. Là diedero fuoco ai cosiddetti “libri decadenti”. Il governo approvò entusiasticamente il rogo e nelle settimane seguenti, i roghi dei libri apparvero in centinaia di altre città tedesche. Tra i libri distrutti vi furono le opere di alcuni dei maggiori pensatori, scrittori ed intellettuali del tempo: Karl Marx, Bertolt Brecht, Thomas Mann, Joseph Roth, Theodor W. Adorno, Walter Benjamin, Herbert Marcuse, Ludwig Wittgenstein, Hannah Arendt, Edith Stein, Max Weber, Erich Fromm, l’architetto Walter Gropius, i pittori Paul Klee, Wassili Kandinsky e Piet Mondrian, gli scienziati Albert Einstein e Sigmund Freud, i registi Fritz Lang e Franz Murnau.
IL DISCORSO DI GOEBBELS – Durante il rogo, Joseph Goebbels, politico e scrittore tedesco, tenne un violento discorso contro la cosiddetta “cultura degenerata”. “Studenti, uomini e donne tedesche, l’era dell’esagerato intellettualismo ebraico è giunta alla fine. Il trionfo della rivoluzione tedesca ha chiarito quale sia la strada della Germania e il futuro uomo tedesco non sarà un uomo di libri, ma piuttosto un uomo di carattere ed è in tale prospettiva e con tale scopo che vogliamo educarvi. Vogliamo educare i giovani ad avere il coraggio di guardare direttamente gli occhi impietosi della vita. Vogliamo educare i giovani a ripudiare la paura della morte allo scopo di condurli a rispettare la morte. Questa è la missione del giovane e pertanto fate bene, in quest’ora solenne, a gettare nelle fiamme la spazzatura intellettuale del passato. È un’impresa forte, grande e simbolica, un’impresa che proverà al mondo intero che le basi intellettuali della repubblica di Novembre si sono sgretolate, ma anche che dalle loro rovine sorgerà vittorioso il padrone di un nuovo spirito”. (Libreriamo, 10 maggio 2013)

Il prof. Hermann Haarmann, docente di Kommunikationsgeschichte alla Freie Universität Berlin, ha recentemente affermato che dalla sua ricerca nelle fonti è emerso che il rogo dei libri del 10 maggio 1933 non fu ideato dal ministro della propaganda Joseph Goebbles ma dalla “Deutsche Studentenschaft”, l’associazione degli studenti tedeschi, che con questa azione voleva esprimere la sua adesione al nuovo governo. Goebbels in un primo tempo era sfavorevole all’iniziativa perché temeva che questo fatto, all’inizio dell’attività del governo nazista, potesse generare una reazione sfavorevole nella popolazione. Soltanto il 9 maggio, il giorno prima di quello stabilito, Goebbels decise di “salire sul treno in corsa” e dare la sua adesione all’iniziativa degli studenti accettando di fare un discorso nella manifestazione. Marcello Cicchese

Poi, cinque anni dopo, hanno bruciato le sinagoghe, e dopo un altro paio d’anni, le persone, come da programma. Chi brucia un libro, brucia l’umanità intera (no, non perdete tempo a googlare: non è una citazione, l’ho detto io). Per questo chi brucia un libro – qualunque libro, anche un autentico manuale di odio e di morte quale il Corano – non avrà il mio applauso.

barbara