DEVO INTERROMPERE PER UN MOMENTO

la serie di documenti sulla guerra in Ucraina per dare conto di un avvenimento di almeno pari gravità denunciato in consiglio comunale dal noto politico Mattia Santori. Ascoltiamolo dalla sua viva voce

Spero siate toccati quanto me – e quanto l’ottimo Mattia – dal drammatico evento e vorrete mobilitarvi per far sì che mai più simili tragedie funestino la nostra società (in effetti, fra due cani e due oche, che cosa meglio di una sardina?).

PS: NOTA PER LE TESTE DI CAZZO ANALFABETE
Non ho MAI accostato la parola “traditore” al nome di Rabin. Quello che ho detto è che è stato una delle tre peggiori sciagure capitate a Israele. E naturalmente, a differenza delle teste di cazzo che lanciano proclami a vanvera, non mi sono limitata a dirlo, bensì l’ho rigorosamente documentato (e chi sa l’ebraico potrà anche ascoltare dalla sua viva voce le mostruosità uscite dalla sua bocca).

PPS: Naturalmente ho sempre saputo quello che quell’individuo pensa e dice in giro di me: come tutti sanno, noi del Mossad abbiamo le nostre talpe sguinzagliate in giro, che perlustrano il territorio e poi vengono a rapporto.

PPPS: Come detto sopra, non ho mai accostato la parola traditore al nome di Rabin, neppure tra di me ho mai pensato a lui in questi termini. Ho continuato a non pensarlo dopo averlo letto, da quell’individuo, per la prima volta. E ho continuato a non pensarlo dopo la seconda volta. Ma la terza volta che, sempre da lui, sono tornata a leggerlo, vista l’insistenza sono stata spinta a rifletterci su e alla fine ho dovuto riconoscere che sì, traditore è proprio la definizione giusta: Rabin è stato un traditore. Grazie infinite ed eterna riconoscenza per avermi aperto gli occhi.

barbara

SPIGOLATURE 3

Premessa importante: per ogni attività che fallisce, c’è un cinese pronto a comprarla per due soldi. E l’imprenditore fallito DOVRÀ vendergliela, perché lui deve mangiare, e nessun altro, qui, è in grado di comprargliela, perché chi non è ancora fallito è messo poco meno peggio di lui. E quando si saranno comprati tutta l’Italia, ci terranno per la gola, o per le palle, che dir si voglia, e faranno di noi tutto ciò che vorranno.

Cominciamo con qualcosa di leggerino, come quegli stuzzichini che accompagnano l’aperitivo e precedono l’antipasto che precede il pasto vero e proprio, per esempio queste vignette sulle misure prese dal nostro lungimirante governo per garantire le distanze di sicurezza, sul regime di semilibertà graziosamente concesso da Sua Maestà
15+1
bartobus
e questa dotata di didascalia
posso uscire
dpcm fase 2.

Posso uscire?
-siiiiiii?
-a no?
-boh!

(Piera Rossi, qui)
sulla classificazione dei beni di prima necessità, in cui i cani vengono prima degli umani,
tosacani
congiuparr
e sulla bizzarra questione di congiunti e affetti stabili – ma amici esclusi – con cui credo che ci siamo coperti di ridicolo di fronte al mondo intero
amico
E poi questa versione attualizzata di un’antichissima gag.

Il presidente Conte, in visita ufficiale in Germania, viene invitato per un tè da Angela Merkel.
Durante l’incontro le chiede qual è la sua strategia di leadership, e lei risponde che consiste nel circondarsi di persone intelligenti.
A questo punto Conte le chiede come fa a giudicare se siano intelligenti.
‘Lo capisco facendogli la domanda giusta.’, risponde la Merkel.
‘Mi permetta di dimostrarglielo.’
La Merkel allora telefona al ministro delle finanze Schauble e dice:
‘Signor Ministro, la prego di rispondere alla seguente domanda: sua madre ha un bambino, e suo padre ha un bambino, e questo bambino non è né
suo fratello né sua sorella. Chi è?’.
Schauble risponde:
‘Ovviamente sono io!’ [io che amo la logica qui interverrei a gamba tesa, perché non viene detto che il bambino del padre e quello della madre siano la stessa persona e non i due figli di primo letto di ognuno di loro, nel qual caso non sarebbero fratelli bensì fratellastri, per cui risponderebbero perfettamente alle caratteristiche descritte nell’indovinello. Poi volendo ci sarebbero ortografia e grammatica che ho dovuto correggicchiare qua e là, ma insomma, non si può pretendere tutto dalla vita. Soprattutto in tempi di coronavirus]
‘Corretto! Grazie, e a risentirci.’, dice la Merkel.
La Merkel attacca la cornetta e dice:
‘Ha capito Herr Conte?’.
‘Sicuro. Grazie mille. Farò senz’altro anch’io cosi!’.
Al rientro a Roma decide di mettere alla prova uno dei suoi ministri.
Fa quindi venire a palazzo Chigi Di Maio, e gli dice:
‘Ascolta, Gigì, mi chiedevo se potessi rispondere a una domanda.’.
‘Certamente, signor Presidente, cosa vuole sapere?’.
‘Ehm, tua madre ha un bambino, e tuo padre ha un bambino, e questo bambino non è ne tuo fratello ne tua sorella. Chi è?’.
Di Maio ci pensa un po’, poi imbarazzato dice:
‘Posso pensarci meglio e rispondere poi correttamente?’.
Conte acconsente, e Di Maio se ne va.
Appena uscito da palazzo Chigi, Di Maio prova a chiedere a Zingaretti, poi organizza subito una riunione con altri colleghi di partito, i quali si lambiccano il cervello per diverse ore, ma nessuno riesce a trovare la risposta giusta.
A un certo punto Di Maio decide di chiamare Salvini, e gli spiega la situazione.
‘Adesso ascolta la domanda: tua madre ha un bambino, e tuo padre ha un bambino, e questo bambino non è ne tuo fratello ne tua sorella. Chi è?’.
Salvini risponde subito:
‘Ovviamente sono io! Razza di deficienti!!’.
Estremamente sollevato, Di Maio corre a Palazzo Chigi e dice a Conte:
‘Presidente, so la risposta alla sua domanda! So chi è il bambino! E’ Salvini!’.
E Conte risponde, disgustato:
‘Cretino, è Schauble!’

E torno alla gravissima questione dei congiunti e degli affetti stabili che Sua Maestà graziosamente ci concede di incontrare – a patto beninteso che ci comportiamo bene, altrimenti la graziosa concessione ci verrà tolta.

Sui “congiunti” l’ennesimo pasticcio del governo Conte-Casalino: caos e invasione della sfera personale

Quello dei “congiunti” è l’ennesimo pasticcio del governo nella gestione della crisi causata dal coronavirus. Sembrerebbe un’inezia ma un’inezia non è, perché rappresenta plasticamente l’incapacità comunicativa e politica dell’Esecutivo Conte, oltre che una certa tendenza autoritaria. In una settimana, infatti, Palazzo Chigi non è riuscito a fare chiarezza su chi siano i congiunti. Dalla conferenza stampa di domenica scorsa si sono susseguite voci, smentite e controsmentite, ma non si è ancora capito chi si potrà visitare. Sicuramente i parenti, probabilmente i partner e forse gli amici che però sabato sera fonti di Palazzo Chigi ritenevano “affetti non stabili”. A parte l’assurdità secondo la quale spetta al governo stabilire chi è un affetto stabile e chi non lo è, resta l’incertezza. Conte aveva sostenuto che dal 4 maggio non ci sarebbe stato un liberi tutti. Ma se i congiunti oltre ai parenti sono amici e fidanzati si assisterà proprio a quello che l’Esecutivo aveva provato a scongiurare.

Le vie percorribili da Conte, in vista della graduale riapertura, erano sostanzialmente due: impedire per altre due settimane le uscite extra-lavorative e legate ai beni di prima necessità, o ristabilire la libertà di movimento, a patto del mantenimento delle norme del distanziamento sociale e delle precauzioni igienico-sanitarie. La scelta dei congiunti rappresenta invece la solita via di mezzo tipica del contismo, che lascia più dubbi che certezze e che richiede la presenza dello stesso Conte per sbrogliare una matassa appositamente creata. Un circolo vizioso che innesca anche un pericoloso percorso che rovescia la gerarchia delle fonti: le FAQ che devono interpretare i Dpcm che a loro volta devono essere chiarificate dalle veline di Palazzo Chigi. Un processo che, come si vede, necessita del duo Conte-Casalino per essere portato a compimento.

Con questo intricato sistema, tra l’altro, il governo riesce facilmente a inserirsi nella vita degli italiani, stabilendo la natura delle loro relazioni personali. Una pesante violazione della sfera individuale che viene praticamente invasa da uno Stato che si ritiene in diritto di giudicarne l’intimità. Un modo di agire che, ancora una volta, non sorprende vista la propensione di Conte a “concedere” diritti e libertà. Come sottolineato chiaramente dal sindaco di Roma Virginia Raggi, che in una sfortunata clip ha definito la riapertura dei parchi come una “concessione” di Palazzo Chigi, che dovremmo addirittura dimostrare di “meritarci”. Anche in questo caso lo Stato educa i suoi sudditi come un padre che eroga premi e punizioni. Bastone e carota per i cittadini, che qualcuno crede debbano essere rieducati più che serviti.

 Martino Loiacono, 4 Mag 2020, qui.

Valentino Baldacci

Il chiarimento ministeriale in base al quale i fidanzati possono vedersi ma non toccarsi pone un problema ben più serio dell’apparente ridicolaggine. E’ l’espressione del tentativo di entrare nel merito dei rapporti privati tra le persone al di là di ogni necessità di carattere medico, significa un passo in direzione del controllo dei comportamenti morali dei cittadini. Non stupisce che questo tentativo venga dai M5s, la cui indifferenza verso i principi liberali è nota così come il loro falso moralismo. Ma è inammissibile che venga accettato dal PD e anche da Italia Viva. Purtroppo in Italia è debole – a sinistra come a destra – il principio liberale fondato sul vincolo libertà-responsabilità. A ciò si aggiunge il fatto che questa prescrizione è contenuta in una FAQ governativa che così viene elevata a fonte del diritto, altra cosa inammissibile.

I CONGIUNTI ED IL TOTALITARISMO STRISCIANTE

Ieri sera il leader maximo ha sentenziato: “si potranno andare a visitare i congiunti”.
Subito, in tutti, sorge l’angoscioso dilemma: CHI sono i congiunti?
Il vocabolario italiano della lingua Treccani così definisce la parola “congiunto”:
participio passato di congiungere.
Chi è legato ad altri da un vincolo di parentela.
Affine, consanguineo, familiare, parente.
Lasciamo perdere i participi. E’ “congiunto” il parente, quindi il grande Conte ci permette di visitare i parenti.
Nuova angosciosa domanda: e i fidanzati e le fidanzate?
Possibile che Tizio possa visitare un cognato ma non Tizia, sua amata fidanzata?
Nuove angosciose ricerche, nuovi studi di ermeneutica per interpretare il pensiero autentico di Winston Conte.
Interviene il ministro (la ministra per i politicamente corretti) De Micheli che twitta:
“i congiunti sono anche i fidanzati, e si possono incontrare ovviamente mantenendo le distanze…”.
Tutto risolto? NO. Chi lo dice che i fidanzati siano congiunti? Legalmente questo non è vero. La figura del “fidanzato” non ha valore legale. L’articolo 80 del codice civile definisce il così detto fidanzamento come un “ mero fatto sociale e non produttivo di alcun effetto giuridico diretto”.
Siamo di nuovo in alto mare. I fidanzati sono congiunti o no? Tra l’altro chi fa più ormai, in Italia ed in occidente, cerimonie ufficiali di fidanzamento? Su, siamo seri.
Qualcuno avanza l’ipotesi che i fidanzati, per essere considerati congiunti, devono avere un rapporto stabile. Ma, QUALE rapporto è stabile? Due che si vedono da solo un mese ma sono innamorati cotti hanno un rapporto poco stabile? Altri due che si vedono da anni solo per farsi una scopatina ogni tanto lo hanno più stabile? Misteri.
E gli amanti? Di certo loro non sono congiunti, come la mettiamo?
E gli omosessuali? Il loro è un rapporto fra “congiunti” o no? Attento signor Conte che rischia qualche accusa di “sessismo”!
Scherzi a parte, i casi sono due: o andare a trovare persone che conosciamo può provocare migliaia di morti, ed allora la cosa va vietata, congiunti o non congiunti. O non ha simili tragiche conseguenze ed allora distinguere fra congiunti e non congiunti è semplicemente ridicolo.
SOLO IO posso decidere chi mi va di vedere. Solo io posso stabilire se, PER ME, è più importante vedere un cognato o un caro amico.
Dietro alle direttive di Conte si nasconde, malamente, una mostruosa mentalità autoritaria: è lo stato a stabilire chi è importante PER TE. E’ il presidente del consiglio che decide chi tu hai diritto di incontrare e chi no, quali fra i sentimenti che tu provi nei confronti di altre persone sono degni di essere soddisfatti e quali no. Qui l’emergenza sanitaria non c’entra, c’entra una possibile emergenza totalitaria.
Non mi stupirei se dopo la commissione contro l’odio e la task force conte le fake news il grande Conte mettesse su una task force che controlli i nostri sentimenti, magari anche le nostre passioni e pulsioni.
Fuor di ironia e di sarcasmo: non se ne può più di questo incredibile personaggio!!!! (qui)

E chiudo con questo intenso intervento di Vittorio Robiati Bendaud (l’audio parte dal minuto 1)

barbara

PUBBLICITÀ PROGRESSO

Che a dire la verità quasi ci si vergogna a fare un post così, nel senso che è vergognoso che ci sia bisogno di farlo e quindi ci si vergogna di vivere in una società in cui occorra dire queste cose, ma dal momento che a quanto pare ce n’è proprio bisogno, facciamolo. Magari sarebbe anche da stampare e appendere per le strade ogni dieci metri.
cacca cane
barbara

EDUCAZIONE

Coppia anziana (o semi-anziana: era quasi buio) con cane, guinzaglio in mano all’uomo. Madre e figlio con cane, guinzaglio in mano al bambino. Entrambi i cani di stazza considerevole, entrambi senza museruola [ehm…]. Appena arrivano vicini, i due cani, abbaiando furiosamente, si lanciano violentemente uno contro l’altro; l’uomo riesce a trattenere il suo, il bambino no, il cane gli strappa il guinzaglio di mano e raggiunge l’altro. La madre riesce a riprenderlo prima che succeda qualche catastrofe. L’uomo dice “Ehi, stiamo attenti!” La donna risponde: “È un bambino!” [e tenerlo tu, visto che tuo figlio è un bambino e il cane è così grosso e aggressivo e quella è l’ora in cui tanti portano fuori il cane? Magari mettergli anche una museruola, che oltretutto se non sbaglio sarebbe anche obbligatorio? No, eh?] “E se qualcuno si faceva male?” replica l’uomo. La donna, con isteria crescente e urlando sempre più forte: “È un bambino! Come si permette?! Come si permette un uomo di sessant’anni – breve pausa per prendere meglio la mira – forse anche di più, come si permette di parlare in questo modo a un bambino di dieci anni, maleducato stronzo pezzo di merda vaffanculo”. L’uomo, con un visibilissimo mastodontico sforzo per trattenere quello che vorrebbe erompere fuori, prende il braccio della moglie e con la voce che gli raschia la gola dice “Andiamo via”. Tutto finito? Neanche per sogno: appena i due si avviano gli si fionda dietro per la seconda rata. Poi meravigliamoci se
Cosa abbia detto nella seconda rata comunque non l’ho sentito, perché ero ormai oltre. Neanche il bambino (che comunque deve avere avuto almeno dodici tredici anni) l’ha sentito, perché appena lei si è lanciata verso i due, si è allontanato in direzione opposta: evidentemente voleva risparmiarsi una scena vissuta fin troppe volte. Secondo me, anche, si vergognava di sua madre, e se è così, forse per lui c’è ancora speranza.

Poi, a parte il comportamento inqualificabile (bello, tra le altre amenità, quel “maleducato” rivolto all’uomo), io mi chiedo: per difendere così platealmente, in pubblico, quel figlio che non è stato aggredito, non è stato insultato, non è stato neppure propriamente rimproverato, che cosa è abituata a fare, lei, a quel povero bambino?

barbara

NON SOLO SAN FRANCESCO

Anche gli israeliani hanno trovato il modo di parlare con gli animali.

Ricercatori israeliani sviluppano un gilet vibrante per comunicare con i cani

Un nuovo gruppo di ricerca interdisciplinare presso l’Università Ben-Gurion del Negev (BGU) in Israele ha sviluppato un modo completamente nuovo di addestrare i cani usando le vibrazioni legate al tatto.
Il team ha sviluppato un gilet in mesh modificato, che incorpora la tecnologia tattile, adatto per essere indossato dai cani. Il gilet include quattro piccoli motori vibranti indolori che funzionano tramite telecomando.

Yoav Golan ha sviluppato la tecnologia
Yoav Golan, l’autore principale dello studio e dottorando in ingegneria meccanica alla Ben Gurion University, spiega a Nocamels che un cane che indossa il gilet imparerà “ad associare vibrazioni diverse a comandi diversi. Una vibrazione farà girare il cane, mentre un’altra lo farà venire da te”.
Golan ha affermato che lo studio, dal titolo “A Vibrotactile Vest for Remote Human-Dog Communication”, è il primo ad esplorare la tecnologia tattile e i comandi dei cani. I risultati sono stati presentati alla World Haptics Conference il 12 luglio a Tokyo, in Giappone, una conferenza internazionale che tratta i principali risultati scientifici, gli sviluppi tecnologici, gli algoritmi e le applicazioni nel settore.
In queste situazioni la comunicazione non vocale è vantaggiosa e persino preferita.
“Oggi la comunicazione con i cani che svolgono determinati lavori, che vanno dalla ricerca al salvataggio, è ancora prevalentemente visiva e uditiva“, scrive il team nello studio.

Questa tecnologia, sostiene il team, può anche aiutare a “riconnettersi con animali domestici in fuga, a far comunicare con i cani persone con problemi di linguaggio e persino a comunicare con cani sordi”.
La maglia tattile è una scelta ideale quando non è possibile la comunicazione vocale, ad esempio in un ambiente rumoroso, con un cane sordo o con un proprietario o gestore di un cane che ha una disabilità del linguaggio.
In questi scenari, l’uso del giubbotto tattico è molto più facile che battere le mani quando si ha bisogno di avvisare il tuo cane.
Il gilet è stato già testato sul cane di Golan, un mix di Labrador e German Shepard chiamato Tai.

L’obiettivo futuro
In futuro lo studio, sostengono i ricercatori israeliani, metterà alla prova la tecnologia del giubbotto tattico su diverse razze, età ed esperienza di addestramento di cani e integrerà dispositivi più avanzati nella ricerca e nel salvataggio.

(SiliconWadi via https://www.ilvangelo-israele.it/, 26 luglio 2019)

Si noti la finezza di quel “german shepard”, in inglese, per evitare “pastore tedesco”.

barbara

MOLLARE IL GUINZAGLIO DOVEVA!

“Con quelle sue urla isteriche l’ha spaventato al punto che è impazzito e mi ha strappato il guinzaglio dalle mani. Sia io che il cane siamo innocenti, Vostro Onore.”

PS: questo è l’ultimo post programmato; se non mi sono sfracellata da qualche parte, rotta l’osso del collo , finita sotto una macchina, il prossimo post sarà dal vivo.

barbara