QUANDO SEI IN MEZZO ALLA SAVANA

In cerca di selvaggina da fotografare

Quando la tua casa brucia per il riscaldamento globale e i ghiacci si sciolgono e le città rivierasche vengono sommerse e intere regioni entreranno nel mito e nella leggenda come Atlantide

Enrico Richetti

in val d’Aosta il riscaldamento globale è sospeso per maltempo. Ci scusiamo con Gretha Thunberg. La fine del mondo riprenderà al più presto possibile

Quando sei una donna e ti trovi in una situazione di emergenza

Quando è ora di alzarsi per andare a scuola ma tuo figlio ha un cane

https://www.tumblr.com/video/toscanoirriverente/170108660952/500/

Quando il capitalismo ti fa schifo perché sei socialista

Quando non riconosci il tedesco perché non l’hai studiato e credi che sia inglese

Quando un uomo non ha le idee troppo chiare su come funzionano le donne

Quando sei Osho e per una volta tanto non devi inventarti qualcosa per essere comico

Quando passi anni a dire “io questa devo averla già vista da qualche parte” e improvvisamente ti arriva l’illuminazione

Quando pensi che nonostante tutto questo mondo sa anche essere meraviglioso e trovi qualcuno che te lo sa disegnare

E quando hai voglia di saziare la tua fame di bellezza assoluta, e lo trovi

barbara

SE QUESTO È…

Se questo è un prete (qui l’articolo)

Se queste sono proteste per l’uccisione di un ragazzo

 

Se questa è una terrorista

Se questa è una risorsa che arricchirà la nostra cultura e ci pagherà le pensioni – e con cui abbiamo il dovere di integrarci, ricordiamolo, se non vogliamo essere fascisti razzisti populisti sovranisti negrofobi islamofobi (Roma, quartiere EUR)

 

Se questo è un governo (qui)
conte ditopuntato
Se questi sono politici (pagati da noi) al servizio dello stato (qui)
politici
Se questo è un ministro (pagato da noi) al servizio dello stato (qui)
bellanova
PS: Qualcuno ha notato come quella ciofeca di pseudo-ministro della Bellanova assomiglia a quella ciofeca di sedicente poetessa dell’Alda Merini? Per la prima volta però mi sento di trovare un merito alla Merini: scriveva mastodontiche puttanate, ma almeno non faceva danni.

Se questo è un dittatore (qui)
Orban
Se questa è una magistratura (pagata da noi) al servizio della giustizia (qui)

barbara

BEIT SHEAN (11/15)

A Beit Shean ero già stata, e ne avevo parlato qui, e quindi, dovendo severamente economizzare le mie energie (ero fresca reduce da tre mesi di pressoché assoluta inattività per la frattura della vertebra, col busto addosso, e quindi con muscolatura azzerata e disabituata a qualunque fatica fisica, compreso il camminare per più di qualche centinaio di metri) ho preferito usare quell’oretta per riposarmi, stesa su una panca di legno all’ombra del pergolato dell’ingresso. E ho fatto male, dopotutto, perché la guida, come spesso faceva, ha apportato alla visita una sua aggiuntina personale, che fortunatamente posso documentarvi grazie alle foto inviatemi da Eyal: per mostrare la perfetta acustica dell’anfiteatro ha fatto indossare dei costumi a un paio di membri del gruppo
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e li ha fatti recitare.
cesarea 2
Questa, a quanto pare, è la distanza dalla quale si può sentire perfettamente (forse non si vede perché è troppo lontano, ma sta interpretando l’Amleto col teschio in mano).
cesarea 3
Piccola nota a margine: quelle su cui sono seduti i miei compagni di viaggio sono le latrine.

Stesa su quella dura e stretta panca, comunque, mi ero assopita, ma ad un certo momento sono stata svegliata da una violenta rissa, tipo quelle tra pescivendole al mercato del pesce, o tra prostitute scatenate per il possesso di un pezzo di marciapiede. Mi sono tirata su, mi sono guardata intorno e… nessuna rissa: era solo il nostro autista che sbraitava al cellulare e faceva il fracasso di dieci pescivendole scatenate, mentre tutti i turisti che riposavano sotto il pergolato, uno a uno, si giravano a guardare quel finimondo. Io no, non ero stupita, perché scene simili tutti noi eravamo abituati a vederle ogni momento quando, per qualunque minimo motivo, si metteva a dare in escandescenze, sbattendo violentemente i pugni sul volante, contro la guida o contro l’accompagnatore. Oltre a molte altre cose veramente disgustose di cui si è reso protagonista durante tutto il viaggio. Il suo biglietto da visita, ossia l’aspetto del suo autobus per chiunque vi passasse davanti, era questo.
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barbara

NOTA: ho corretto la parte iniziale perché mi è stato fatto notare che avevo sbagliato la collocazione dell’evento.