UNA POVERA DONNA SFRATTATA DALLA PROPRIA CAMERA

e costretta a dormire per terra in soggiorno. Tutto per colpa del patriarcato tossico (come perché? Non li leggete i giornali? Non lo sapete che il patriarcato tossico è colpevole di tutti i mali della Terra, dal disagio giovanile al raffreddore, dal cancro ai cosiddetti cambiamenti climatici? Ma dai, che lo sanno tutti!)

60x45x25. E avevo già tirato fuori tre catini di acqua. Si trova esattamente sotto il lampadario, ed è per questo che la luce è così balorda: la colata più robusta veniva da lì e correva lungo tutto il lampadario, per cui non mi sono fidata ad accendere la luce.
meno di mezz’ora dopo avere posizionato il secchiello. Di questa nuova cataratta che si era aperta non mi sono accorta subito, ed è per questo motivo che queste
sono le mutande che stavano nel secondo cassetto, oltre al centrino che stava sopra. Sopra il centrino c’era un vasetto con dei fiori secchi. Il vasetto traboccava, mentre i fiori secchi adesso sono sopra il termosifone, avvolti nella carta da cucina, ad asciugare.

Poi c’è il passaggio dalla parte notte alla parte giorno, che prima era asciutto e un momento dopo era allagato

e tutto il vestibolino intorno al quale si sviluppa la parte notte

le tre librerie sono state spostate
e la libreria qui sotto e i quadri sono stati trasferiti. Tutti i chiodi che si vedono in giro sono di quadri sottratti alla furia dell’acqua.

Nel ripostiglio

Nel bagno piccolo

Nello studio

Queste sono tutte cose della camera profughe nel soggiorno

E questa è roba sfrattata dall’armadio, temporaneamente accolta come profuga nella cameretta

E questo è il mio parco giaciglio

Con lo strofinaccio da cucina sul cuscino, per sentire un po’ meno il bagnato

Domani il resto.

barbara

PASSERELLA CONTINUA

rosso
arancio
primavera
E questa è la gonna che sto facendo
gonna
E dato che le foto me le ha fatte la deliziosa ragazza che mi permette di avere una casa decente e lenzuola lavate e stirate, come accompagnamento sonoro vi propongo la bella lavanderina.

Che poi io questa la saprei anche ballare, solo che, dopo che mi sono spaccata tutte e due le zampe e ho fatto due mesi in sedia a rotelle e tutto il resto che è seguito, dopo l’incidente che mi ha resa per mesi semiinvalida, dopo la frattura della vertebra, con immobilità inevitabile per i tre mesi del busto e quasi immobilità prescritta per mesi dopo che l’ho tolto, mi sono accorta che non sono più capace di saltare: proprio non mi si sollevano i piedi da terra. Mi concentro tutta, tendo al massimo i muscoli di gambe e cosce, e riesco a sollevarmi di un paio di centimetri. Adesso comunque mi esercito, e appena mi sono rimessa vi faccio un fischio e venite tutti ad ammirarmi, ok? (e nei commenti al video – ci credereste? Beh sì, in effetti cosa c’è di più ovvio? – ci sono invettive contro i sionisti che fomentano le guerre vendendo armi a tutto il mondo. Ach, quella povera mamma degli imbecilli senza preservativi).

barbara

COSE DI CASA MIA

Ero sicura di avere comprato quel farmaco: sicura strasicura strasicurissima. Solo che non c’era da nessuna parte: non in uno dei due cassetti in cucina dove tengo le medicine, non sul tavolo del computer, non sul divano in soggiorno dove potrei averlo posato al rientro dimenticandomi poi di metterlo al suo posto, non in qualche borsa. Niente, sparito, e mi è toccato ricomprarlo.
Oggi entro nella cameretta, mi cade lo sguardo sui cuscini che ornano il divano letto e improvvisamente mi viene un barlume di ricordo: devo avere messo qualcosa, tempo fa, dietro a uno di essi. Lo sposto e sì, dietro c’era il farmaco.
Il quesito è: ma perché diavolo ho messo ben nascosto dietro un cuscino un farmaco che avevo comprato perché mi serviva? A volte faccio cose che fanno veramente impressione.

Anzi: Impressioni…

barbara

FINALMENTE

Finalmente sta per realizzarsi il grande sogno della mia vita: fra non molto – e, spero, per sempre – la vista che accoglierà i miei occhi, quando mi affaccerò alla finestra, sarà questa
mare
Per arrivarci, uscita dal cancello di casa, dovrò percorrere questa stradina, attraversare la strada in fondo, percorrere ancora qualche decina di metri, fare il sottopasso della ferrovia e sarò sul lungomare. Ancora qualche passo, e sotto i miei piedi ci sarà la sabbia.
strada
E vivrò qui
casa
Una curiosità: sono nata al quarto piano (letteralmente: sono nata in casa, per fortuna – prima o poi dovrò parlarne); quando sono andata a vivere per conto mio ho abitato al piano terra, poi al piano rialzato, poi al secondo piano più il rialzato, e adesso, nell’ultima fase della mia vita, torno al quarto, e il ciclo si chiude.
E così chiudo la seconda fase della mia vita e inizio la terza (e dato che un tempo sta per concludersi, e un altro tempo sta per iniziare, ho buttato nella spazzatura il mio orologio e ne ho comprato uno nuovo). E dunque LECHAIM!

barbara