C’È DONNA E DONNA

C’è quella che racconta di essersi tolta il chador di fronte a Khomeini e proprio in quel momento, tu guarda la sfiga, a nessuno dei fotografi presenti è venuto in mente di immortalare l’eroico quanto inaudito gesto con uno scatto che sicuramente avrebbe potuto vendere a un prezzo stratosferico

E c’è quella che se lo toglie davvero. E si assicura che il gesto venga ripreso.

Questa è Gohar Eshghi, 80 anni, madre di Sattar Beheshti, il blogger iraniano torturato e ucciso in carcere nel 2012 per aver osato criticare apertamente il regime di Khamenei.
È comparsa in un video, in breve diventato virale in tutto il mondo, nel quale si toglie il velo come gesto estremo di protesta e invita tutti a non piegarsi, mostrando la foto del figlio.
“A 80 anni” dice, “mi tolgo l’hijab contro una religione che uccide le persone”.
Lei che per una protesta simile l’anno scorso era già stata picchiata dagli sgherri del regime.
È persino difficile commentare tanto coraggio senza sentirsi di colpo piccolissimi, inermi, impotenti.”
@lorenzotosa #wearedreamers #tommassinivirtualfamily

(Però anche le nostre femministe che si sono tagliate una ciocca di capelli, dai, hanno mostrato un bel po’ di coraggio…)

barbara

LEGGI O LETTORE

E impara dalla signora Cristina!
(In relazione a questo post  – il cannocchiale come al solito funziona a singhiozzo, quindi se non vi fa accedere e il tema vi interessa riprovate più tardi).

commento di Cristina

Sono musulmana italiana..amo il mio velo…e Iddio l’altissimo ha comandato la modestia…ad ogni modo per le sorelle che hanno deciso la copertura integrale vorrei farvi notare che le donne hanno anche una vita privata dove sono liberissime di scoprirsi..nei paesi islamici esistono luoghi(piscine,parchi,spiagge)ad uso esclusivo in cui una donna puo godersi tutto il sole che vuole…
e visto che si e’ aperto un discorso di quanto faccia male non prendere il sole(fatto unicamente per colpire nuovamente il mondo islamico) perche’ non parliamo di quanto e’ aumentato in italia il ricovero di ragazze per coliche renali e addominali a causa della moda dell’ombelico al vento…o di quanto faccia male prendere il sole in topless..o comunque senza le necessarie precauzioni…si parla tanto di prevenzioni contro i tumori della pelle!!!!
e per mia idea personale il velo e’ l’espressione di liberta’ piu’ forte che una donna possa scegliere..perche’ in questa societa’ maschilista non mi piego e non mercifico il mio corpo per soddisfacere il piacere maschile…basta pensare che per publicizzare uno yogurt bisogna mostrare una donna col seno al vento…nessuno parla di come la donna viene sfruttata solo come immagine di natura prettamente sessuale????!!!!!!!!
io non ho nessun uomo-orco padrone….non mi svendo,ma valorizzo davanti ad Allah la mia modestia.

commento di barbara

1. Potresti fornire qualche dato documentato sull’aumento dei ricoveri per coliche renali e addominali?
2. Potresti fornire qualche dato documentato sulla correlazione fra ombelico scoperto e coliche renali e addominali?
3. Sei sicura di sapere che cosa sia una colica renale o addominale?
4. Tu conosci personalmente qualcuno che a causa di una colica renale o addominale si sia fatto ricoverare? (io no)
5. Io l’esistenza di spazi separati la chiamo apartheid, non privilegio, e l’apartheid è figlia del più infame razzismo.
6. Non ti è mai venuto in mente che un uomo che ha bisogno che le donne si coprano per non cedere alla tentazione di saltare loro addosso non è un uomo bensì uno schifoso maiale? Se a te fa piacere vivere in mezzo ai maiali accomodati pure, io preferisco vivere in mezzo agli uomini.

Naturalmente la signora Cristina non ha risposto alle mie contestazioni delle sue grottesche corbellerie. Oltre a quanto già detto, vorrei aggiungere due riflessioni.
L’islam richiede la modestia, come giustamente ricorda la signora Cristina. Ora, la prima caratteristica di un abbigliamento modesto è quella di non attirare l’attenzione, e io chiedo: in casa nostra, per le nostre strade, nella nostra società, attira di più l’attenzione una minigonna o una abaya,
abaya
uno chador,
chador
un burqa,
burqa
un niqab?
niqab
Quando ero giovane e bella e con due gambe da sballo e giravo in minigonna, buona parte degli uomini restavano del tutto indifferenti (o, se non lo erano, non lo davano a vedere); parecchi mi guardavano con ammirazione, e si fermavano lì; qualcuno fischiava; qualcuno faceva commenti, a volte solo galanti, a volte pesanti; rarissimamente qualcuno tentava di andare oltre. C’erano amici e compagni di università che mi cercavano per la compagnia, per parlare, per discutere, per confrontarci su temi sociali, politici, culturali. Le donne musulmane invece – l’ho sentito dire molto spesso da loro e lo conferma anche la signora Cristina qui sopra – si coprono “per proteggere i loro fratelli”, si coprono perché altrimenti i loro uomini non potrebbero frenare le proprie pulsioni sessuali e salterebbero loro addosso. Ora, io chiedo, qual è la società che vede le donne unicamente come oggetti sessuali, la nostra, corrottissima, con le minigonne e lo yogurt pubblicizzato con le poppe al vento, o quella islamica?

barbara

LA MOSCHEA (13/8)

La moschea si trova, naturalmente, nel settore arabo di Machpelah, rigorosamente vietato agli israeliani, e a tutti gli ebrei in generale. Noi però eravamo turisti, e naturalmente non abbiamo detto che fra noi c’erano quasi una decina di ebrei, e ci siamo andati. Nelle poche decine di metri da percorrere fra il cancello che separa il settore ebraico da quello musulmano e la scala di accesso alla moschea, siamo stati assillantemente pressati prima da un arabo dai capelli impomatati che voleva venderci a 5 euro dei braccialetti di plastica “Italia Palestina”, poi da un altro ragazzino arabo che semplicemente chiedeva soldi. Arrivati alla scala, siamo stati eruditi dalla guida locale sulla moschea, antica di quattromila anni. Forse sarà stato per i nostri incontenibili risolini, fatto sta che ha pensato bene di correggersi: cioè, l’edificio non è sempre stato una moschea, duemilacinquecento anni fa in effetti era una chiesa cristiana, ma poi, appena hanno saputo che quella era la tomba di Abramo, l’hanno subito trasformata in moschea. Finita la lezione, siamo saliti per entrare nella moschea. Naturalmente in qualunque luogo religioso è richiesto un abbigliamento adeguato; al kotel (muro del pianto), per esempio, all’ingresso del piazzale vengono offerte alle donne con spalle e braccia interamente nude delle specie di mantelline che coprono, appunto, braccia e spalle. Lì no: lì c’erano dei mantelli di un ammosciante azzurro moscio, lunghi fino ai piedi (o quasi, a seconda della statura dell’indossante – o indossanta, boldrinianamente parlando), coi bottoni per chiuderli, senza maniche in modo che braccia e mani restassero interamente coperte, e col cappuccio. Io avevo una gonna nera lunga fino al polpaccio, una giacca incolore con le maniche lunghe, chiusa fino al collo, e ho tirato fuori il cappuccio e me lo sono sistemato per bene sulla testa: pensavo che potesse bastare. E invece no, la loro tenda beduina dovevo mettermi addosso. E allora li ho mandati affanculo e me ne sono andata, però prima di andarmene mi sono tolta la giacca, lì davanti a loro all’ingresso della moschea, restando con la canotta rosso fuoco con braccia e spalle nude e una discreta scollatura, come potete vedere in questa foto col mitico Giulio Meotti
con Meotti
(in cui come al solito ho dimenticato di tirare dentro la pancia. Però anche lui). Eccheccazzo, sono entrata nelle sinagoghe mettendomi sulle spalle un foulard che mi copriva le braccia fino al gomito, e non c’è stato rabbino ortodosso, ultraortodosso, ultraextramegasuper ortodosso che abbia avuto qualcosa da ridire, e questi pretendono di inchadorarmi, a me, come se fossi una Fallaci qualsiasi?!
oriana-fallaci-velo
Ma vaffanculo, va’. Anche Claudia e Silvana si sono rifiutate di sottomettersi alla dittatura e sono venute via con me; tutte le altre si sono lasciate incappucciare senza obiezioni.
sdr
E quindi la moschea antica di quattromila anni che ha preso il posto della chiesa cristiana antica di duemilacinquecento anni, non ve la posso raccontare. Spero che mi perdonerete, che riuscirete a elaborare e gestire la delusione senza reagire dandovi ad atti inconsulti, e soprattutto che non ci perderete troppo il sonno.

PS: va detto, a onor del vero, che Sharon, che vedete al centro, tutta ben abbottonata e con una faccia da presa per il sedere che la metà basterebbe, l’ha fatto solo per fare la foto da mandare poi su FB; subito dopo si è tolta l’infame paludamento e ha raggiunto Silvana, Claudia e me.

PPS: finita la visita, i compagni di viaggio hanno raggiunto noi quattro partigiane della guerra di liberazione, ma subito dopo è arrivato di corsa l’esperto di storia cristiana e islamica, che li aveva guidati nella visita alla moschea antica di quattromila anni che ha preso il posto della chiesa cristiana antica di duemilacinquecento anni, protestando perché la mancia era stata, a suo avviso, troppo scarsa, e chiedendo perentoriamente un supplemento.

barbara

DONNE A CONFRONTO

ursula-von-der-leyen
oriana-fallaci-velo
Sì, lo so, lei ha detto che poi se lo è levato, e magari sarà anche vero, per carità, però di questo suo coraggioso atto di ribellione di fronte all’ayatollah non esiste alcuna prova: gli unici documenti che abbiamo di quell’incontro sono le immagini di lei coperta di nero dalla testa – testa inclusa – ai piedi. Quindi vediamo di piantarla con la litania della Fallaci meglio di Bonino,
emma-bonino-velo
meglio di Mogherini,
mogherini-velo
meglio di Boldrini:
lauraboldrini-velo
meglio un accidente, quelle almeno hanno conservato i colori e un ciuffo di capelli, lei neanche questo (no, scusate, è che io i santini proprio non li sopporto abbiate pazienza).

barbara