RUTH AGGIORNAMENTO

Sta facendo un bombardamento a tappeto, miratissimo, di chemio, radiazioni e cortisone. Alla fine del primo ciclo ha iniziato a muovere un pochino il piede e a riacquistare un minimo di controllo su alcune funzioni vitali che prima, a causa della totale paralisi, erano completamente anarchiche.
Fra non molto il suo gruppo di lavoro effettuerà un viaggio in Grecia, e lei è seriamente intenzionata a prendervi parte. (Sempre detto che quella ragazza è speciale, fin da quando aveva undici anni e quando si parlava della Shoah ad un certo momento, boccheggiando e premendosi le mani sullo stomaco, supplicava di smettere perché non riusciva a reggere tutto quel dolore)

barbara

RUTH AGGIORNAMENTO

Per l’età avevo capito male: compie oggi 28 anni. E domani comincia con la chemio.
Come avevo già detto, il primo sintomo è stato l’intorpidimento delle dita della mano destra; poi, nel giro di qualche giorno, ha perso la sensibilità a tutta la mano, poi anche il movimento, poi a tutto il braccio… Adesso, già da due settimane, ha tutta la parte destra del corpo completamente paralizzata. Il tumore è annidato nel tronco encefalico. Come avevo immaginato, si trova a Vienna, in una clinica specializzata in questo tipo di patologia: ci era entrata per analisi un mese fa, alla comparsa dei primi sintomi, e non ne è più uscita. Sua madre, pur addolorata, è serena: si è convinta che chemioterapia significa automaticamente guarigione, e quindi è certa che di qui a non molto potrà riportarsela a casa perfettamente guarita. Evidentemente ha bisogno di questa illusione per trovare la forza di andare avanti, e naturalmente nessuno cerca di disilluderla.

barbara

ANCHE CON I CAPELLI

Ai malati di cancro, come ben sappiamo, spesso la chirurgia non è sufficiente, ed è necessario intervenire anche con la chemioterapia, che ha pesanti, a volte pesantissimi, effetti collaterali. Uno di questi è, spesso, la perdita dei capelli. Visto da fuori potrebbe sembrare un problema minore, se non del tutto insignificante, a fronte della sfida che queste persone si trovano ad affrontare, e dalla quale ancora non sanno se ce la faranno a uscire vincitrici, ma provate a immaginarlo: vivevate la vostra vita tranquilla e improvvisamente ha fatto irruzione la malattia, ha cambiato la vostra vita, i vostri progetti, le vostre attività, vi ha costretti a cure fastidiose e dolorose, non sapete se per voi ci sarà un futuro, e adesso vi trovate privati anche del vostro aspetto, della vostra immagine, in un certo senso perfino della vostra identità: davvero, non è una cosa da poco.
Noi non possiamo fare molto per queste persone: non possiamo garantire loro un futuro, non possiamo guarire la loro malattia, non possiamo alleviare la loro sofferenza. Ma una cosa si può fare, e in Israele si sta facendo: donare i propri capelli per queste persone, per permettere loro di guardarsi allo specchio e riconoscersi, per farli sentire a posto almeno nell’aspetto (qui). Un modo per aiutare, quando si vuole, si trova sempre.
cheveux
barbara