BILANCIO (SERIO STAVOLTA) DEL MESE DI LUGLIO

Per la serie: notizie che allargano il cuore

• Jorge Videla condannato a 50 anni (sì, forse c’è un giudice a Berlino, dopotutto)
• Espulso dai lefebvriani il vescovo antisemita e negazionista Richard Williamson, già perdonato da Sua Santità Benedetto XVI. Come dire che perfino i lefebvriani sono meglio del papa. O, altrimenti detto, che il papa è peggio perfino dei lefebvriani. D’altra parte come stupirsene, da parte dell’individuo che ha cordialmente risposto alla deliziosa letterina del signor Bashar Assad, a massacro già ben avviato?

Per la serie: datemi una bomba atomica

• Francesco Schettino, oltre a non essere in galera, che è già una mastodontica vergogna, adesso non ha più neanche i domiciliari.
• Francesco Schettino è orgoglioso della scelta “che oserei definire solenne” compiuta quella notte in cui “senza il mio fiuto sarebbe stata un’ecatombe”.
• Francesco Schettino scriverà un libro sulla vicenda.

Per la serie: vedo rosso

• Una donna, madre di un neonato che evidentemente non è in grado di tenere, lo porta alla “ruota degli esposti” della clinica Mangiagalli. La signora Simona Ravizza sul Corriere della sera scrive un infame articolo a suon di “abbandonare”, di strumenti “di medievale memoria”, e poi ancora e ancora abbandono: uno strumento creato per permettere alle madri in difficoltà di salvaguardare la vita dei propri figli e, contemporaneamente, non essere criminalizzate diventa, nelle mani di certi sedicenti giornalisti, uno strumento per sbattere il mostro in prima pagina. Signora, faccia una bella cosa: cambi mestiere. No, non scelga quello di zappare la terra: per fare il contadino ci vogliono cuore e cervello, e lei non possiede né l’uno né l’altro.
• Il parroco di Pesaro che ha avuto rapporti sessuali con una tredicenne: “Ho sbagliato, non mi ero reso conto”. Dica, signor parroco, se io, senza rendermene conto, le serrassi i suoi stimati didimi tra le due parti di un morsetto, potrei contare sulla sua benevola assoluzione?
• Una nonna porta il nipotino al parco giochi. Il bambino vuole andare sull’altalena, di quelle basculanti;
            
il problema è che su quelle altalene per poter giocare bisogna essere in due, e non ci sono altri bambini. Così col nipotino ci gioca la nonna. Risultato: la nonna riceve una multa di 100 euro (proposta: dieci randellate sulle gengive per chi ha fatto la legge e altrettante per il vigile).

Fuori serie

• Alla fine il comitato olimpico internazionale (rigorosamente minuscolo) ha deciso di ignorare gli appelli di governi e presidenti, ha deciso di ignorare gli oltre centomila firmatari delle petizioni, ha deciso di seppellire l’onore, di uccidere la giustizia, di sputare sui morti innocenti, meritandosi così un’entusiastica lettera di congratulazioni da parte dell’autorità palestinese, non a caso presieduta dall’organizzatore e finanziatore della strage di quarant’anni fa. E se qualcuno fosse tanto tardo da non avere ancora capito da che parte stanno quei signori, non appena gli atleti (atleti?) libanesi hanno protestato per la collocazione loro assegnata, hanno istantaneamente provveduto a installare un paravento, affinché i poveretti non fossero costretti, durante gli allenamenti, a sopportare la vista degli orrendissimi giudei.

E poi

• 18 luglio: strage di innocenti in Bulgaria

• 20 luglio: strage di innocenti in Colorado

• 31 luglio: strage di innocenti a Baghdad

• Più o meno tutti i giorni: strage non so se di completamente innocenti, o solo in parte innocenti, o molto poco innocenti, ma sicuramente più innocenti del loro massacratore, in Siria

barbara

QUANDO IL CINISMO REGNA SOVRANO

Sto parlando delle olimpiadi. Queste olimpiadi, per la precisione. E del Comitato Olimpico –  questo Comitato Olimpico, per la precisione – a cui Israele aveva chiesto un minuto di silenzio per commemorare le vittime. E il Comitato Olimpico, fedele alla sua gloriosa tradizione, ha detto no.

Il Cio ignora la richiesta di Israele, no al minuto di silenzio per le vittime di Monaco

Il Comitato Olimpico Internazionale ha respinto l’invito del governo israeliano per commemorare gli 11 atleti uccisi dai terroristi palestinesi nelle Olimpiadi del 1972

di Alessandro Proietti

Un lettera del presidente del Cio, Jacques Rogge, rischia di creare un caso diplomatico tra il Comitato Olimpico Internazionale e Israele. Alla base del rifiuto, nel concedere un minuto di silenzio per le vittime del massacro di Monaco, ci sarebbero le già frequenti commemorazioni organizzate da Israele e una specifica ricorrenza a Guildhall, sede storica del municipio di Londra. “Il Cio – si legge nella missiva di Rogge – ha ufficialmente reso omaggio alla memoria degli atleti in varie occasioni. All’interno della famiglia olimpica, la memoria delle vittime del terribile massacro di Monaco di Baviera nel 1972, non potrà mai svanire”.
Come dimenticare una delle stragi che ha segnato, nell’immaginario collettivo, la memoria degli appassionati di sport e non. Un commando di terroristi, dell’organizzazione palestinese ‘Settembre Nero’ (fondata dai fedayyin nel 1970) fece irruzione nelle prime ore del 5 settembre del 1972 negli alloggi degli atleti israeliani nel villaggio olimpico, uccidendo subito due membri della squadra olimpica e prendendone in ostaggio altri nove. Gli aggressori chiesero la liberazione di 234 prigionieri palestinesi, in cambio di quella degli ostaggi israeliani. L’intervento della polizia tedesca non portò i risultati sperati: poco dopo la mezzanotte, tutti gli 11 atleti, più cinque terroristi e un poliziotto tedesco persero la vita. Anche se il dramma degli ostaggi avesse colpito i telespettatori di tutto il mondo, le Olimpiadi furono sospese, solo, al culmine della crisi e ripresero la mattina seguente.
Due vedove delle vittime, ora, hanno dato vita a una campagna per sensibilizzare l’opinione pubblica, rivolgendosi al vice ministro degli Esteri israeliano Danny Ayalon. “Un minuto di silenzio per mandare un messaggio chiaro affinché questi terribili eventi di Monaco non si ripetano”. Il responso del Cio, al riguardo, è stato laconico. “E’ uno scandalo – ha precisato il portavoce del ministero degli Esteri israeliano al Guardian – che il massacro sia considerato una questione interna a Israele, anche se l’attacco ha toccato la famiglia olimpica e gli ideali dello sport”. La dimostrazione del Cio – ha aggiunto il portavoce -, pecca di coraggio e integrità”.
La vedova di Andre Spitzer, allenatore di scherma, anch’egli morto nell’atto terroristico, è da decenni in lotta per veder riconosciuto il minuto di silenzio, in occasione della cerimonia di apertura dei Giochi: “Per me – ha sottolineato in un’intervista al Guardian -, la lotta non è finita qui. Sono fiduciosa che il Cio rivedrà le sue posizioni”. In una petizione, lanciata con un video il mese scorso, la donna ha chiesto “il minuto di silenzio per gli uomini che sono andati ai Giochi di Monaco in pace, amicizia, sportività e hanno perso la vita. Un minuto – si legge nell’appello – per le 11 vittime di Monaco, per mostrare al mondo che la dottrina dello spirito olimpico, per costruire un mondo migliore e più pacifico..è molto più efficace della politica”. Intanto, come ogni precedente Olimpiade, Israele terrà una cerimonia di commemorazione per ricordare il massacro di Monaco 1972.

(Diritto di critica, 16 maggio 2012)

Ora, io mi chiedo: se si ritiene legittimo boicottare le olimpiadi contro il Sudafrica dell’apartheid; se si ritiene legittimo boicottare le olimpiadi contro l’Unione Sovietica invasore di uno stato sovrano; se si ritiene legittimo boicottare le olimpiadi contro l’Ucraina che forse viola i diritti umani di Yulia Tymoshenko, non sarebbe più che legittimo boicottare le olimpiadi, da parte di tutti i Paesi civili, contro il Cio fiancheggiatore del terrorismo internazionale?
barbara