che un bel giorno io mi metta davanti a una telecamera per denunciare al mondo, con voce rotta dall’angoscia e occhi sbarrati dall’orrore, che ho fatto delle indagini sull’impasto del pane e ho scoperto che ci mettono dentro – tenetevi forte – il lievito! Che cosa pensereste? Che sono una burlona, suppongo, oltre che un’ottima attrice, oppure psicopatica con forte tendenza alla mitomania. E immaginate che qualche giorno dopo avere denunciato al mondo la presenza del lievito nell’impasto del pane io muoia e l’intero mondo dei social si sollevi gridando all’assassinio per chiudermi la bocca, per impedirmi di rivelare al mondo la terribile verità che ho scoperto, quella verità che i poteri forti non vogliono che veniate a sapere: roba dell’altro mondo? Romanzo distopico? Fantasia malata? Niente di tutto questo: pura e semplice realtà quotidiana. Un giorno sì e l’altro pure c’è qualcuno che si mette davanti a una telecamera per denunciare al mondo, con voce rotta dall’angoscia e occhi sbarrati dall’orrore, che ha fatto delle indagini sui vaccini e ha scoperto che c’è dentro – tenetevi forte – il grafene! Ebbene sì, è la stessa identica cosa: il grafene nei vaccini è l’esatto omologo del lievito nel pane, altrettanto utile e altrettanto innocuo. L’unica differenza è che tutti sanno che cos’è il lievito mentre il grafene la stragrande maggioranza delle persone non solo non sa che cosa sia, ma non si prende neppure il disturbo di perdere dieci secondi per informarsi. E così, di computer in computer, di cellulare in cellulare, la leggenda nera del grafene si diffonde e semina il terrore, ho addirittura letto – tutto maiuscolo e grassettato e accompagnato da decine di punti esclamativi ed emoticon con diavoli e simboli dell’orrore, per non rischiare che a qualcuno possa sfuggire – che col grafene vi entra nel sangue Satana che poi vi ruba l’anima e voi non siete più creature umane bensì servi del demonio, alè. L’altra parola magica del vocabolario del terrore, è “nanoparticelle”, le terribili, famigerate, micidiali nanoparticelle, sparate anch’esse – sottovoce e in atteggiamento da carbonari (“un ricercatore ha scoperto che ci sono delle nanoparticelle, lo ha divulgato e adesso teme per la sua vita. Se dovessero trovarlo morto sapete qual è il vostro dovere”) – su tutti i social per terrorizzare tutti i babbei in circolazione e convincerli che vaccinarsi è pericolosissimo. Senza, beninteso, avere la più pallida idea di che cosa siano e come vengano utilizzate queste famigerate nanoparticelle. L’importante è sparare parole grosse che facciano impressione.
E adesso state a sentire questa, fresca fresca. In una clinica privata della città in cui vivo, non chiedono a nessuno né green pass, né tamponi, però alle persone che non conoscono chiedono se siano vaccinate; se non lo sono ovviamente le ricevono e le curano lo stesso, però prendono qualche precauzione in più. Qualche giorno fa arriva uno, che dice di essere vaccinato. Passa qualche giorno e uno dei medici della clinica, che lavora anche all’ospedale, se lo vede arrivare, malato di covid a uno stadio così avanzato da avere i polmoni praticamente distrutti. Naturalmente non era vero che era vaccinato, però lui era convinto di avere detto la verità: infatti si era fatto fare, da un medico di una città vicina, un vaccino omeopatico. Per la modesta cifra di 400 euro. Perché loro sono furbi, eh, mica come noi pecoroni che ci facciamo in(o)culare in massa.
E, a proposito: la donna di Sassari che non è stata ricevuta all’ospedale perché non aveva il tampone: ovviamente NON ha perso il bambino a causa del mancato accoglimento: se l’aborto è avvenuto pochissimi minuti dopo, quando ancora era nel parcheggio dell’ospedale, significa che quando è arrivata era già in corso. Chiarito questo, una donna incinta che si presenta all’ospedale con dolori e perdite è una persona bisognosa di soccorso immediato, e l’omissione di soccorso è un reato penale punibile con la reclusione: mi auguro che ciò avvenga, e in tempi rapidi. Quanto agli sciacalli che ipotizzano, quando addirittura non si dichiarano certi, che la causa dell’aborto sia stato il vaccino: no, pezzi di merda, se fosse stata vaccinata avrebbe avuto il green pass e non le avrebbero chiesto il tampone. Ma voi proprio non vi smentite mai, eh?
Avete presente l’antisemita classico che nega di esserlo? “Io non sono antisemita: ho un sacco di amici ebrei, io!” Ecco, il novax che nega a gran voce di esserlo, lui no, un novax che dichiari di avere un sacco (alcuni, un paio, uno) amici vaccinati, non lo trovate neanche col lanternino. Covidioti, ci chiamano. All’inizio chiamavamo covidioti quelli che negavano l‘esistenza dell’epidemia, anzi addirittura del virus; adesso chiamano covidioti i vaccinati, e chi mai andrebbe in giro a vantarsi “io ho un sacco di amici idioti”? Bene, da covidiota dichiarata e documentata, oggi mi occuperò dei covintelligenti. Cominciando col Grande Complotto.
Magari per tutto il resto sono atei, ma il Regno di Satana che sta dentro il vaccino e ti viene infilato nelle vene, quello è assolutamente autentico. Passando per il complesso del perseguitato
e le reazioni avverse
E a proposito di tutti quei miliardi di reazioni avverse e montagne di morti di cui quotidianamente leggiamo nei social, questa è di qualche giorno fa
Quando ho dato l’indirizzo al tassista, ha detto: “Ah, va a fare il vaccino! Ne ho già portati diversi oggi. Ne ho dovuto portare anche qualcuno all’ospedale dopo il vaccino, una signora anche poco fa: CROLLO TOTALE DELLE PIASTRINE” (pronunciato esattamente così). E se uno ha appena appena un po’ di capacità di ragionare si chiede: faccio il vaccino, so in partenza che potrebbero verificarsi effetti negativi, mi sento male, così male da ritenere opportuno andare all’ospedale, e invece di chiedere a uno dei medici, a un’infermiera, a un volontario, a un pompiere (eravamo nella loro palestra), a un carabiniere di chiamarmi un’ambulanza, o di portarmi con uno dei loro automezzi, chiamo un taxi?! In secondo luogo, non dico un tassista, ma anche un medico, faccio il vaccino, dopo due minuti dico mi sento male e quello sentenzia: “Crollo totale delle piastrine”?! Ma quanti bachi nel cervello devono avere quelli che sui social riferiscono i miliardi di reazioni avverse apprese in questa maniera? In ogni caso qualche giorno dopo, quando sono andata a fare l’infiltrazione, l’ho raccontato all’anestesista, che ha detto: “Abbiamo otto ricoverati con covid in reparto, due ricoverati con covid in rianimazione, zero ricoverati per reazioni al vaccino, e zero sono stati da quando sono iniziate le vaccinazioni”. Giusto per puntualizzare un po’. E passiamo a un po’ di sano “a pensar male si fa peccato ma”
e al ricordo dei bei tempi in cui non c’era tutta questa diffidenza e tutto questo denunciare “chissà cosa ci mettono dentro”
E ora passiamo alle cose serie.
L’effetto dei vaccini sui contagi e sui sintomi del COVID-19: nessun miracolo, ma i benefici sono concreti
Spesso chi non si vuole vaccinare si giustifica con affermazioni del tipo: “tanto ci si può ammalare lo stesso”, “anche i vaccinati possono trasmettere il virus”, eccetera. In questo articolo vedremo perché, anche se queste affermazioni hanno un fondo di verità, è comunque fondamentale vaccinarsi contro il COVID-19.
I vaccini prevengono l’insorgere di nuove varianti del virus
Il fatto che, di tanto in tanto, emerga una nuova variante del virus SARS-CoV-2 non deve sorprendere, in quanto si tratta di una caratteristica comune a tutti i virus. Semplicemente, maggiore è la capacità di diffusione di un virus, maggiore è la probabilità che ne emergano nuove varianti: queste sono infatti una conseguenza dalla replicazione del virus, e in una popolazione non completamente vaccinata contro di esso, il suo tasso di replicazione è molto elevato. A sostegno di ciò, gli studi più recenti mostrano come l’insorgenza di nuove varianti sia più elevata in Paesi con una copertura vaccinale più bassa. In conclusione, quando la maggior parte della popolazione mondiale sarà vaccinata, l’insorgenza di nuove varianti smetterà di essere uno spauracchio.
L’efficacia dei vaccini nel prevenire i contagi
Tutti i vaccini per il COVID-19 attualmente autorizzati hanno dimostrato un’efficacia significativa nel prevenire i contagi, in particolare, un numero crescente di evidenze indica che le persone completamente vaccinate con un vaccino ad mRNA (Moderna o Pfizer/BioNTech) hanno meno probabilità delle persone non vaccinate di essere infettate dal virus SARS-CoV-2 o di trasmetterlo ad altri. Tuttavia, il rischio di infezione nelle persone vaccinate non può essere completamente eliminato finché vi è una trasmissione del virus nella comunità.
Ora vediamo qualche numero sull’efficacia dei vaccini nel prevenire le infezioni.
Vaccino
Variante Alpha
Variante Beta
Variante Gamma
Variante Delta
Pfizer/BioNTech
85-90%
75%
80-85%
64-79%
Moderna
100%
96%
80-85%
64-79%
Come si evince dalla tabella, nessun vaccino offre una protezione del 100% (la percentuale si abbassa notevolmente quando si tratta della variante Delta), perciò non possiamo stupirci se si contano casi di COVID-19 anche tra le persone completamente vaccinate. In relazione a ciò, bisogna imparare un nuovo concetto, quello delle infezioni “rivoluzionarie”: queste si verificano quando una persona completamente vaccinata viene infettata dal virus. È difficile conoscere l’intera portata dei casi “rivoluzionari” perché le infezioni tra le persone vaccinate tendono ad essere lievi o asintomatiche e potrebbero passare inosservate. Stando però ai dati raccolti, almeno 125.682 americani completamente vaccinati sono risultati positivi al Covid e di questi 1400 sono morti. Anche se questi numeri sembrano elevati, bisogna guardarli in prospettiva: i casi rivoluzionari negli USA rappresentano meno dello 0,08% degli oltre 164,2 milioni di persone che sono state completamente vaccinate nel Paese dall’inizio dell’anno, ovvero circa 1 caso ogni 1300 abitanti (che diventano 1 morto ogni 120.000 persone).
Quindi sì, le persone vaccinate possono infettarsi, ma ad un tasso decisamente inferiore rispetto alle persone non vaccinate. Proprio perché l’efficacia non è assoluta, è necessario che il maggior numero possibile di persone si vaccini.
Le persone vaccinate, possono trasmettere il virus?
Per rispondere a questa domanda, dobbiamo focalizzarci sulla variante Delta, la più pericolosa. I dati dei test COVID-19 negli Stati Uniti e a Singapore mostrano che le persone vaccinate che vengono infettate dalla variante Delta e sviluppano la malattia sintomatica possono trasportare tanto virus nel naso quanto le persone non vaccinate. Ciò significa che, nonostante la protezione offerta dai vaccini, una piccola percentuale delle persone vaccinate può trasmettere la variante Delta, eventualmente favorendone la diffusione. Un’analisi massiccia sulla trasmissione della variante Delta proviene dal programma REACT-1 del Regno Unito. In questo caso, i risultati suggeriscono che tra le persone risultate positive al virus, quelle che erano state vaccinate avevano in media una carica virale inferiore rispetto alle persone non vaccinate. La spiegazione sarebbe dovuta al fatto che questo studio ha campionato la popolazione in modo casuale e pertanto ha incluso persone che sono risultate positive al virus senza sviluppare i sintomi della malattia. Inoltre uno studio condotto a Singapore suggerisce che le persone vaccinate rimangano infette con la variante Delta per un periodo più breve, rispetto a chi non è vaccinato, suggerendo, anche in questo caso, che il vaccino sia utile anche contro questa variante.
L’efficacia dei vaccini sui sintomi gravi
Spesso la gente confonde la suscettibilità all’infezione con il decorso della malattia. Invece si tratta di due aspetti ben diversi: anche se i vaccini non sono infallibili nel prevenire le infezioni (specialmente quando si tratta della variante Delta), le persone completamente vaccinate che vengono infettate del virus hanno altissime possibilità di andare incontro ad un decorso asintomatico.
Vediamo nel dettaglio le percentuali della protezione dei vaccini dai sintomi gravi del COVID-19:
Vaccino
Variante Alpha
Variante Beta
Variante Delta
Pfizer/BioNTech
96-100%
96-100%
79-88%
Moderna
96-100%
96-100%
Johnson&Johnson
73-82%
73-82%
Ora è doveroso approfondire un aspetto riguardante la variante Delta. I dati raccolti in Israele sembrano mostrare una diminuzione dell’efficacia del vaccino Pfizer-BioNTech nel corso del tempo: tra le persone vaccinate a gennaio 2021 con due dosi, il vaccino si è dimostrato efficace solo per il 16% contro l’infezione sintomatica, ma per le persone che avevano ricevuto due dosi entro aprile, il tasso di efficacia (contro l’infezione sintomatica) era del 79%. I dati israeliani sono in contrasto con uno studio inglese condotto tra aprile a maggio che ha rilevato che, dopo due dosi, il vaccino Pfizer-BioNTech era efficace all’88% contro la malattia sintomatica causata dalla variante Delta. I dati raccolti sono contrastanti, sia perché molto recenti, sia perché i programmi vaccinali variano da Paese a Paese. Ad esempio, Israele ha somministrato a tutta la sua popolazione adulta il vaccino Pfizer, mentre nel Regno Unito sono in uso diversi vaccini, con quello Pfizer-BioNTech somministrato prevalentemente ai più giovani; inoltre vi sono differenze nel periodo dello studio, nelle fasce di età e nella strategia prescelta per eseguire i test. Analogamente ai dati israeliani, anche i dati inglesi hanno concluso che, dopo due dosi, il vaccino Pfizer-BioNTech Covid è altamente efficace contro l’ospedalizzazione dalla variante Delta (i dati inglesi hanno riscontrato che il vaccino è efficace al 96% nel prevenire i ricoveri in ospedale, quelli israeliani all’88%).
Negli Stati Uniti, più del 90% dei ricoveri per COVID-19 sono di persone non vaccinate o non ancora completamente vaccinate. Inoltre, il 97%-99,9% dei pazienti deceduti con il COVID-19 non erano vaccinati, o avevano ricevuto solo una dose.
Questi dati sostengono oltre ogni dubbio l’efficacia dei vaccini nel proteggere le persone completamente vaccinate dai sintomi gravi della malattia.
Conclusioni
In conclusione, è importante tenere a mente tre cose:
I vaccini rimangono altamente efficaci nel prevenire i sintomi gravi della malattia, anche quelli causati dalla variante Delta.
Le infezioni rivoluzionarie tra gli individui vaccinati sono rare e diminuiranno sempre più man mano che più persone si vaccinano.
La maggior parte delle nuove infezioni, dei ricoveri e dei decessi legati al COVID-19 si verificano tra le persone non vaccinate.
Here’s a paradox: A new drug for Alzheimer’s disease, aducanumab, gets approved by the Food and Drug Administration through an accelerated process without sufficient data, although there was limited evidence that it works, leading three advisory board members to resign in protest. Meanwhile, mRNA coronavirus vaccines are not yet fully licensed despite massive evidence of their benefits. In December 2020, the F.D.A. approved the distribution of mRNA coronavirus vaccines made by Pfizer and Moderna under the agency’s emergency use authorization provision, which permits an accelerated approval process for medications and treatments during a public health emergency. The approvals were granted after the agency reviewed the results of clinical trials that involved more than 70,000 participants. Until the coronavirus pandemic, the agency had never given an E.U.A. to a new vaccine. Now more than 180 million doses of the Pfizer vaccine and 133 million of Moderna’s have been administered in the United States, with millions more doses distributed worldwide. In the history of medicine, few if any biologics (vaccines, antibodies, molecules) have had their safety and efficacy scrutinized to this degree. First, clinical trials showed the vaccines were 95 percent effective at preventing symptomatic illness. Since then, a number of peer-reviewed reports in leading journals have substantiated the vaccines’ safety and efficacy, using data collected in Israel, Qatar, the United Kingdom, the United States and other countries. In other words, the mRNA vaccines have overwhelmingly been proved safe and effective by clinical trials, independent research and the experience of millions of people around the world who received them. But the vaccines’ approvals remain conditional, and the urgency of full approvals cannot be overstated. By Eric J. Topol
Dr. Topol is a professor of molecular medicine at Scripps Research and has served on multiple F.D.A. advisory committees. (qui)
E naturalmente arriva il furbo di turno a fare le pulci all’articolo
E poi ci sono le brave figlioline che rifiutano di far fare una trasfusione al padre perché esigono che il sangue sia di un donatore non vaccinato, e non esiste la possibilità di verificare se il sangue di una determinata sacca sia di un vaccinato o no. E quindi niente trasfusione, che il vecchio si arrangi.
“Non me lo sono inventato”, mi è stato detto, “l’ho imparato seguendo due conferenze di un biologo molecolare”. Biologo molecolare come garanzia di qualità, come le vecchie pubblicità, vi ricordate? La stella di Negroni vuol dire qualità, Galbani vuol dire fiducia, Falqui: basta la parola (i confetti per cagare), o come “ha vinto il Nobel per la medicina”: poi magari propaganda l’omeopatia, sproloquia sulla memoria dell’acqua, considera i vaccini al pari di un’arma di distruzione di massa, ma chi sta a badare a questi particolari. Biologo molecolare, dunque. E che cosa ha insegnato cotanto personaggio? Che il Pfizer è una “terapia genica sperimentale”. Ora, io credo che anche l’ultimo imbecille, e mettiamoci pure anche analfabeta, sappia che la terapia è una roba che si fa a uno che è malato per guarirlo e il vaccino è una roba che si fa a uno che non è ancora ammalato per impedire che si ammali. Quindi uno che afferma che un vaccino è una terapia – e stendiamo un velo, anzi meglio un tendone da circo, pietoso su “genica” e un altro su “sperimentale” – o è al di sotto dell’ultimo imbecille analfabeta, o è pagato per sparare una simile bestialità, tertium non datur. Di guardare i video delle conferenze mi sono rifiutata, esattamente come mi rifiuterei di guardare una conferenza di qualcuno che, spacciandosi per professore di matematica, raccontasse che 2+2 fa 22. Quello che sconvolge è che ci sia invece un sacco di gente che si beve simili montagne di puttanate come acqua fresca in un giorno d’estate – persone non solo con un grado di istruzione elevato, ma anche con formazione tecnico-scientifica, persone che sia per attitudine personale che per formazione dovrebbero essere abituale a usare la logica, a porsi domande su ciò che hanno davanti, e qui di domande ne basterebbe una sola: il Pfizer lo stanno sistematicamente inoculando alle persone malate evitando altrettanto sistematicamente quelle sane? Non sembrerebbe poi così difficile, no? Invece niente, non ci arrivano, non ce la fanno, sono talmente persi nel loro delirio da non essere più raggiungibili, da non riuscire più a vedere e concepire nient’altro. E se ti rifiuti di guardare il video rivelatore ti prendi dell’arrogante saccente con la verità rivelata in tasca.
E con questo credete di averle viste tutte sui deliri vaccinofobi?
Beh, vi sbagliate: non avete ancora visto niente: statea sentire questa.
Strano… i presidenti di 3 dei 5 paesi che non vaccinano, sono morti in 4 mesi….
3 su 4, i fatti sono testardi… Solo 5 paesi, tra i 194 Stati membri dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), non hanno ancora lanciato una campagna di vaccinazione. Togliamo la Corea del Nord per la difficoltà di accedervi, restano: il Burundi, Eritrea, Haiti e La Tanzania. 17 marzo: morte improvvisa (infarto) del presidente della Tanzania , John Magufuli, coronascettico ufficiale secondo la stampa mainstream [“coronascettico ufficiale secondo la stampamainstream” vorrebbe dire che in realtà non lo sarebbe stato, il che fa un po’ a pugni col fatto che si è sempre rifiutato di introdurre in Tanzania una campagna vaccinale. In ogni caso,morto di infarto, effettivamente, lo è davvero “secondo le fonti ufficiali”: in realtà già la settimana prima si vociferava da più parti che fosse malato di covid]. 8 giugno: morte improvvisa (infarto) del presidente del Burundi, Pierre Nkurunziza, ferocemente contrario alla vaccinazione secondo la stampa mainstream. [faceva vaccinare o no?] 7 luglio: assassinio del presidente di Haiti , Jovenel Moïse: (circolare non c’è niente da vedere – louyehi), niente a che vedere con il fatto che il paese non è vaccinato, ha subito affermato la stampa ufficiale. Alice roy Strano… i presidenti di 3 paesi su 5 che non si vaccinano sono morti in 4 mesi….
Capito? Se muore una persona contraria ai vaccini è chiaro che è stato assassinato. Poi venitemi a dire che non è vero che hanno il baco nel cervello. Ma i fatti sono testardi, ricordiamocelo… La cosa forse più sconvolgente di tutte però l’ho vista in un video postato su FB. Diceva “Cinque minuti per salvare la vita ai vostri bambini”; il video dura appunto cinque minuti, durante i quali decine e decine di medici o sedicenti tali in tono accorato, quasi con le lacrime agli occhi, supplicano lo spettatore di non vaccinare i propri bambini perché facendolo li condannerebbe a morte.
E poi, fresca fresca, ci sarebbe questa cosa qui.
Infermiera no vax muore di Coronavirus. Su Facebook scriveva: «Non fate il vaccino, è un esperimento sociale»
Olivia Guidry, un’infermiera no-vax dell’ospedele Ochsner Lafayette General (Louisiana) è morta a soli 21 anni per complicazioni da coronavirus. La morte della ragazza è avvenuta sabato 11 luglio, dopo una serie di giorni in cui era ricoverata nell’unità di terapia intensiva dell’ospedale. La notizia è stata riportata sui media locali e sui social di amici e colleghi che, rattristati, hanno scritto post consolatori per la ragazza. La Guidry stava seguendo corsi di medicina alla LSU Eunice e sperava di andare alla scuola di medicina. Secondo quanto riporta un post sui social di sua sorella, Brittany Smith, all’inizio di luglio a Olivia era stato diagnosticato il virus, per cui ha avuto febbre alta e una crisi respiratoria. Nonostante lavorasse nella sanità e conoscesse la gravità del virus, Olivia credeva che i vaccini in qualche modo alterassero il DNA umano «al livello molecolare» e che fossero «pericolosi» e falsi. «Siamo un esperimento sociale diretto» scriveva su Twitter ma dopo quel tweet era stato cancellato. E ancora su Fb «Il vaccino? Non farlo. Non è sicuro. Sono l’unica a pensare che stiano cercando di vedere quanto possono controllarci???» scriveva in un post dell’11 luglio 2020.
Ventun anni. Ebbene sì: i fatti sono testardi, non c’è niente da fare. POST SCRIPTUM: l’altro giorno ho detto al mio anestesista che quelli che mi vengono a parlare del pericolo della variante delta li mando affanculo. Mi ha risposto: “anch’io”.
È stato ampiamente documentato in questo blog – ma non certo solo qui, naturalmente – quanto il governo, con la complicità dei mass media di regime e di un certo numero di “esperti” prezzolati (marchettari, in termini tecnici) menta spudoratamente sull’attuale “epidemia” di covid: dai morti per infarto ictus cancro incidente annegamento spacciati per morti covid (idem per i ricoverati in terapia intensiva), alle decine di positivi inventati di sana pianta eccetera. Una parte consistente della popolazione ha bevuto come acqua fresca ogni sorta di menzogne, si è lasciata fare senza reagire il lavaggio del cervello, ha introiettato il terrore e lo vive come condizione normale, e li vedi girare con la mascherina anche per la strada, e in bicicletta, o in macchina da soli, addirittura in spiaggia a dieci metri dalla persona più vicina. E li vedi tremare ogni giorno all’uscita del quotidiano bollettino che proclama con voce da padreterno che caccia dal paradiso dopo il peccato: “salgono a 1500 i nuovi contagiati!” “Mai così tanti dal 20 aprile!” “Nessuna regione senza contagio!” E sono convinti che sia tutto vero, che quei 1500 siano realmente “nuovi contagi”, che la situazione attuale abbia davvero qualcosa a che fare con quella di aprile, che le terapie intensive si stiano di nuovo riempiendo di pazienti covid e via farneticando.
Poi ci sono gli altri. Quelli che sanno che è incontrovertibilmente dimostrato e documentato che queste sono clamorose menzogne. Quelli che sanno che i cosiddetti esperti sono dei gran peracottari mangiasoldi che non ne hanno mai azzeccata una. Ma questi ultimi non sono tutti uguali. Purtroppo, girando per blog e siti e profili FB sto sempre più vedendo, in parecchie persone, alcune finora stimate, finora ragionevoli, finora razionali, una deriva pazzesca, una sorta di lavaggio al cervello di segno contrario, che le portano a un delirio forse addirittura peggiore dell’altro. Cioè, stabilito che il governo mente inventando, oggi, un’epidemia che oggi non c’è, ne derivano che siccome non bisogna credere a tutto, allora non dobbiamo credere più a niente, e dunque il governo, sull’epidemia, mentiva anche prima e che quindi l’epidemia in realtà non c’era, che anche i morti sono inventati. E mi ritrovo a leggere deliri come “Non ci sono le prove, quindi a quei 35.000 morti non ci credo”, “Li hanno portati via di notte coi camion di nascosto: che cosa avevano da nascondere?”, “I morti veri sono circa un terzo” (sic! Stabilito in base a chissà quale machiavellico algoritmo), “Hanno impedito le autopsie perché non si sapesse di che cosa erano realmente morti”. In realtà sappiamo benissimo che le autopsie non sono state affatto vietate bensì fortemente sconsigliate. Per un motivo che più assurdo e, diciamolo, anche criminale, non si potrebbe, ossia il rischio di contagio. Motivo doppiamente idiota, primo perché se non si fanno autopsie di fronte a un agente patogeno sconosciuto per cui non si sa che cosa esattamente abbia ucciso le persone, non so proprio quando altro si dovrebbe fare, secondo perché, essendo ragionevolmente certo che il virus si trasmette con la respirazione, è davvero difficile immaginare qualcosa di più innocuo di un morto. Comunque non erano vietate e immaginare che le abbiano vietate per nascondere la “vera” causa della morte è delirio allo stato puro, complottismo della peggior specie.
E c’è anche di peggio. Fatta salva la ragionevole diffidenza, che condivido totalmente, nei confronti di un vaccino che ancora non esiste e che, nel giorno in cui arriverà a esistere (se arriverà a esistere), non avrà le garanzie di sicurezza che hanno quelli in uso da decenni, e anche la parziale diffidenza nei confronti di quello per l’influenza stagionale che, essendo basato sul virus dell’anno precedente, ha inevitabilmente un’efficacia limitata, fatto salvo questo, dicevo, vedo sempre più persone fino all’altro ieri ragionevoli e razionali tirare fuori i peggiori deliri dei novax più arrabbiati, quelli che portano in piazza i bambini con la stella gialla, quelli delle donne incinte che dicono se mi obbligano a vaccinarlo piuttosto abortisco, quelli così. Ho visto ritirare fuori il delirio dei vaccini fatti con pezzi di feti abortiti. Ho visto ritirare fuori i metalli pesanti che vi sarebbero contenuti. Ho visto ritirare fuori il delirio del sistema immunitario del neonato che sarebbe troppo fragile per poter reggere i vaccini. Ho visto proclamare il diritto al ragionevole dubbio (e perché non invocare il diritto al ragionevole dubbio sulla convinzione diffusa che due più due faccia quattro, allora?), il diritto a pretendere di sapere che cosa esattamente contengano i vaccini – perché finora, a quanto pare, non è stato dato saperlo. Ho visto addirittura – e questo mi ha lasciata veramente sgomenta – citare come voce autorevole la “dottoressa” Gabriella Mereu, finalmente da qualche anno radiata dall’albo, ma attiva più che mai. Quella che “cura” con la voce, e quindi anche per telefono, perché le malattie non esistono, le malattie sono unicamente la manifestazione di un disagio psicologico. L’epilessia, per esempio: la “cosiddetta” crisi epilettica non è altro che un modo per attirare l’attenzione (anche nei neonati, sì), e il modo per farla cessare è semplicissimo, basta dire al bambino “ma quanto sei brutto quando fai così, proprio non ti si può guardare” e il bambino smette immediatamente (dimostrando tra l’altro di non avere la più pallida idea dei meccanismi che agiscono nelle azioni e nei comportamenti dettati dal bisogno di attenzione: se io, per bisogno di attenzione, mi metto a ballare nuda davanti a un uomo e quello mi dice “ma quanto sei racchia, ma quanto sei sfatta, ma quanto fai schifo”, non mi passa neanche per l’anticamera del cervello di smettere e andarmi a coprire, perché la reazione dell’uomo, che evidentemente mi ha notata, mi ha guardata, ha reagito alla mia presenza e me lo ha dimostrato rivolgendosi direttamente a me – ma sarebbe lo stesso se rivolgendosi a qualcun altro avesse detto a voce alta “ma guarda quella quanto è racchia…” – ha pienamente soddisfatto il mio bisogno di attenzione). E il cancro. C’è stato per esempio il caso del ragazzo che aveva un melanoma alla schiena e lei ha detto “È un posto nascosto. Qual è il segreto che non vuoi che si scopra?” e lui ha detto “Sono omosessuale e non ho il coraggio di dirlo a mio padre” e lei ha detto: “Diglielo, vedrai che andrà tutto bene” e lui glielo ha detto e suo padre lo ha abbracciato e – indovinate un po’ – il melanoma è scomparso all’istante. Comunque ha anche terapie concrete, oltre a quelle vocali, per esempio per le patologie genitali prescrive alle pazienti di andare in chiesa con una medaglietta della Madonna infilata nella vagina, ascoltare la messa, fare la comunione (senza essersi confessate), tornare a casa, seppellire il tutto e la guarigione istantanea è garantita (tiè, e adesso beccatevela voi, maschi fottuti, l’invidia della vagina, che voi non l’avete e non vi potrete mai curare!). Chi volesse saperne di più, o dubitasse di quanto sto dicendo, non deve fare altro che cercarla su youtube e troverà decine di ore di video in cui la “dottoressa” si esibisce in tutta la sua scienza e sapienza. Un piccolo saggio delle sue prodezze comunque ve lo voglio offrire. Dura quasi mezz’ora, ma vale la pena di vederlo tutto.
E quando Nadia Toffa ha avuto il malore, primo sintomo del tumore al cervello che poi, nonostante chirurgia, chemio, radio, meno di due anni dopo se l’è portata via all’età di quarant’anni, la Mereu si è scatenata contro di lei, godendo come un riccio, affermando che il male sarebbe stato provocato dalle “bugie” che la Toffa aveva detto contro di lei. Ecco, questa persona, dai soggetti di cui sopra, è presentata come dottoressa senza virgolette da cui farsi indirizzare e guidare sulla strada della salute e soprattutto insegnare i trucchetti sordidi per evitare di far vaccinare i propri bambini.
E a me, sinceramente, questa gente fa paura. La gente che si lascia indottrinare e che è pronta a bersi qualunque sparata e a lasciarsi infinocchiare dal primo ciarlatano da marciapiede, si chiami governo, si chiami medicina alternativa, si chiami Adolf Hitler, a me fa paura: esattamente come i primi, che credono ciecamente a tutte le menzogne che ci vengono quotidianamente propinate (e a un governo che dopo avere inventato un’emergenza che non c’è sta continuando a prolungare ancora e ancora lo stato di emergenza e i propri pieni poteri per soddisfare il proprio patologico delirio di onnipotenza) sono pronti a diventare i servi di qualunque dittatura, i secondi sono pronti a diventare i servi di qualunque complottismo e, direttamente o indirettamente, di qualunque dittatura. E dovrebbero fare paura a tutti.
E naturalmente non li giustifico. Resta però il fatto che l’innesco di tutto questo sono state le vergognose e criminali menzogne del governo, che anche di queste pericolose derive porta la pesantissima responsabilità.
Mi è capitato abbastanza spesso di trovare l’espressione “combattere contro i mulini a vento” usata col significato di eroe solitario che combatte contro un potere molto più forte di lui (e se no che razza di potere forte sarebbe, se non fosse più forte di qualunque, per quanto eroico, avversario?), in un battaglia che si sa persa in partenza, ma non per questo meno degna del massimo rispetto. Ma nel Don Chisciotte non è affatto questo che succede. Don Chisciotte crede di avere di fronte dei pericolosissimi nemici, ma i nemici NON CI SONO, i nemici sono unicamente il frutto della sua mente malata, nell’episodio che ha dato origine all’espressione i “pericolosi nemici” sono degli innocui oggetti inanimati, ma in altri casi sono innocenti viandanti o pellegrini che, aggrediti con furia selvaggia, rimangono contusi o feriti, a volte anche in modo piuttosto grave. Cioè, quello che “combatte contro i mulini a vento” non solo non si sta battendo per una nobile causa, ma è un individuo pericoloso che come si muove fa danni. A questa categoria appartiene senza ombra di dubbio questa signora, dal cervello più fuso di un formaggino in padella:
Ancora più sconvolgenti, se possibile, i commenti su YT: coraggiosa, eroica, lei sì che ha le palle, finalmente qualcuno ha il coraggio di dire la verità, state barando: avete messo solo metà del suo discorso (evidentemente nell’altra metà che il canale non h avuto il coraggio di pubblicare presentava le “inoppugnabili prove” di quello che diceva. (Libertà di opinione? Opinione è se dico che Pippo è stronzo. Se dico che Pippo è ladro, o pedofilo, si tratta di cosa un tantino diversa)
Altrettanto fuso è il cervello di chi ha messo insieme il video che segue, come si può chiaramente capire dalle scritte che lo accompagnano, ma il video merita ugualmente di essere guardato con attenzione perché gli episodi che mostra, che mi sembrano assolutamente autentici, di sicuro non vi verranno mostrati dai nostri mass media, non sia mai che a qualcuno venga l’idea di imitarli.
E a proposito di poteri, ricordate gli alti lai per quei pieni poteri dell’ormai dittatore di estrema destra fascista populista sovranista xenofobo (dell’unico stato che non ha bisogno di polizia a difesa di sinagoghe e scuole ebraiche), che quei pieni poteri li aveva chiesti al parlamento, e dal parlamento concessi, per poter prendere senza intralci burocratici le decisioni necessarie a gestire l’emergenza? Bene:
MISSIONE COMPIUTA, ORBAN RESTITUISCE I PIENI POTERI AL PARLAMENTO
L’Ungheria si avvicina alla fine dello Stato d’emergenza pandemica: lo ha detto Viktor Orban nel corso della sua visita in Serbia, dove ha incontrato il presidente Aleksandar Vucic. Orban, all’inizio della crisi, aveva ottenuto dal Parlamento i pieni poteri in modo da poter agire via decretazione d’urgenza in risposta alla crisi del Covid. Ora il premier ha detto che si avvia a restituire al Parlamento quei poteri straordinari che gli erano stati concessi. Finita l’emergenza, come nell’Antica Roma, il dictator restituisce i suoi poteri eccezionali. Noi, invece, oggi abbiamo un abusivo che decreta senza maggioranza. Il partito di Orban, dopo l’ennesima grande vittoria elettorale, gode di un’ampia maggioranza in Parlamento. In Europa, fa ancora parte, ma in regime di sospensione, del Partito Popolare Europeo, insieme a Forza Italia e alla CDU di Angela Merkel.
Noi invece non solo abbiamo, come ricorda anche l’articolo, un dittatore che i pieni poteri non li ha ottenuti dal parlamento bensì se li è arrogati, ma, oltre a non avere rimosso, con tali pieni poteri, il più microscopico intralcio burocratico (anzi!), li ha usati per provocare il peggiore disastro sanitario ed economico del mondo, tanto da meritarsi una nuova pesante bacchettata, per non dire frustata, o meglio randellata sulle gengive (ach, quanto mi piacciono le randellate sulle gengive! Una libidine ragazzi) dal NYT.
Per non parlare della faccenda del plasma, prima sbeffeggiato, poi boicottato e adesso, udite udite, questo salvavita offerto del tutto gratuitamente dai donatori, visto che realmente funziona diventa improvvisamente un lucrosissimo affare di famiglia. Famiglia PD, ovviamente.
E a proposito di plasma, al momento i maggiori donatori a New York sono gli ebrei ortodossi.
E sempre a proposito di dispositivi utili a combattere il contagio, qualcuno sembra convinto che se sono ammesse le mascherine, parimenti deve essere ammesso il burqa: logico, no?
E a proposito di gente che si presenta con paludamenti islamici, la polizia keniota racconta un’interessante storia, che può ovviamente essere falsa ma dopotutto potrebbe anche non esserlo, su un traffico illegale di avorio condotto da una signorina arrivata lì con la scusa del volontariato, che ad un certo punto a causa del rifiuto di pagare una partita sarebbe stata rapita per rifarsi della perdita col pagamento del riscatto, e successivamente venduta a una banda di terroristi islamici. Secondo me la tizia, da tutto quello che si è saputo finora, è talmente stupida che potrebbe davvero essersi imbarcata in un simile porcaio, e avere addirittura pensato di poter fregare quelli del mestiere.
Concludo con due cose amene: le facce dei direttori della sanità di Los Angeles e della Pennsylvania,
e un modo allegro per trascorrere il tempo in casa
Dove XYZ sono le cose che si fanno normalmente ma che ai tempi del coronavirus possono riservare qualche sorpresa. E dunque cominciamo con questa testimonianza fornitami direttamente dall’amico “Finrod”.
Viaggiare ai tempi del coronavirus
Sono arrivato in Giordania con un volo notturno dal Marocco (altrimenti non sarei neppure potuto entrare, fossi arrivato dall’Italia) venerdì 13, in serata mi sono incontrato con l’americano con cui avrei dovuto passare i successivi 11 giorni in giro per il paese a cercare fiori e uccelli. Prima di andare a dormire gli ho detto che avremmo dovuto tener sotto controllo la situazione covid per non rischiare di rimanere bloccati lì.
Alle 4 del mattino è venuto a bussare alla mia porta perché British Airways l’aveva chiamato per avvertirlo che o usciva quel giorno stesso col volo del mattino o rimaneva lì per chissà quanto perché avrebbero a brevissimo cancellato tutti i voli.
Levataccia e l’ho portato in aeroporto, tornato in albergo ho subito contattato il mio capo in UK per dirgli che forse era il caso di cercare un volo anche per me. Il primo volo diretto da Amman per l’UE era previsto per lunedì 16, Aegean Airlines per Atene e siamo rimasti d’accordo che lui in giornata mi avrebbe fatto il biglietto. Io sono tornato a dormire un po’ e poi sono partito per la località e l’albergo previsti dal nostro itinerario. Tra l’altro sono sceso nella valle del Giordano e mi sono fatto un pezzo di Mar Morto, così in lontananza ho anche visto il paese che lì non si può nominare 😉
Anzi, in teoria dal Monte Nebo si vede anche Gerusalemme, ma era così nuvoloso e nebbioso che non si vedeva neppure ad un km… Purtroppo durante la giornata il primo ministro ha annunciato la chiusura di aeroporto e frontiere a partire da martedì 17, così mentre io guidavo ignaro e il mio capo si occupava di altro, è iniziato il fuggi fuggi e il volo per Atene è andato in sold out nel giro di meno di niente.
Per fortuna c’erano ancora posti su un volo per Istanbul, sempre di lunedì 16, alle 2 del mattino (!), coincidenza nel nuovo mega aeroporto (fantastico) e poi altro volo per Atene, da dove con la low-cost rumena Blue Air (ma il volo era operato da Alitalia, con suoi aerei e anche il codice del volo era Alitalia) sarei dovuto rientrare a Roma in serata: dato che il volo partiva a dette ore antelucane, ho passato la notte in aeroporto, dove c’era un caos “importante”, gente che urlava, aggrediva gli addetti al check-in…
Una volta superato il controllo sicurezza però tutto bene, e i voli della Turkish Airlines sono andati bene, anzi servizio super, migliore di qualsiasi compagnia europea (e appunto, aeroporto tra i migliori mai visti, se non il migliore).
Fun fact: erano almeno 11 o 12 anni che non volavo con Turkish, è sempre stata un’ottima compagnia ma adesso è ancora migliorata, ma non solo: negli anni zero nel pasto c’era sempre un cartellino con la certificazione halal, ora non più.
Arrivato ad Atene ho scoperto (da me, nessuna comunicazione ufficiale da Blue Air o Alitalia) che i voli per Roma erano annullati, ho prima pensato di andare a Patrasso in treno o autobus e prendere un traghetto per Brindisi, ma ho scoperto che avevano fermato anche quelli. L’unica per avvicinarmi all’Italia erano i voli di Aegean per Zagabria e Marsiglia, ho scelto quest’ultima perché i collegamenti con l’Italia sono più diretti, avevano ancora posti disponibili, ho pagato e via. Sono arrivato a Marsiglia nel tardo pomeriggio, troppo tardi per proseguire per Nizza e anche troppo tardi per prendere l’ultimo volo per Roma che era ancora al terminal quando sono arrivato col mio volo… Mi sono fermato a dormire in un albergo davanti alla stazione centrale, dove mi sono comprato un biglietto sul primo treno per Nizza (alle 12 di martedì 17) e poi un altro per il treno per Ventimiglia, anche se l’addetto delle ferrovie mi ha avvertito che forse si sarebbe fermato a Mentone.
In serata, cenando da solo nella mia camera (tutti i ristoranti erano già chiusi, e non facevano neppure servizio da asporto) mi sono sentito il discorso di Macron alla nazione in cui annunciava la chiusura del paese a partire dalle 12 e sono andato a dormire senza sapere se il giorno dopo avrei trovato o no il mio treno (l’alternativa era prendere una macchina in affitto, e lasciarla a Mentone).
Per fortuna il treno c’era, e anche quello da Nizza che è arrivato fino a Ventimiglia. Altro pernotto, in uno dei pochi b&b ancora aperti, e il mattino dopo ho preso un InterCity poco dopo le 6 del mattino e senza cambi nel pomeriggio sono arrivato a Termini.
Superato il check point dell’esercito, stazione semi deserta, metropolitana con meno gente del solito ma assolutamente non vuota e infine sono arrivato a casa, per chiudermi 2 settimane nella mia cameretta 😉
Ma appunto almeno sono arrivato, perché il rischio di rimanere bloccato per un periodo indefinito ad Atene, Marsiglia o peggio (anche per il problema dell’assistenza sanitaria, se mai ne avessi avuto bisogno) Istanbul o Amman è stato reale.
Girare per la rete ai tempi del coronavirus
Scusate se insito ma questa notizia apparentemente buona è in realtà un brutto, bruttissimo segno, UNA NOTIZIA DI UNA GRAVITÀ INAUDITA , che dimostra l’assoluta falsità della pandemia Corona Virus, dimostra che una regia molto precisa e segreta condotta dall’ ‘OMS, a sua volta mossa segretamente dalle grandi imprese del farmaco, come ha spiegato proprio su questa chat il professor Livio Giuliani, cito :
“…. l’OMS, l’organizzazione pagata per un quarto dagli Stati dell”Onu e per il resto dal Bill Gate, Warren Buffet e dalla famigerata Gavi che nel settembre del 2014 nominò la Lorenzin leader mondiale delle politiche vaccinali 2016-2020;…”,
dimostra dicevo che una precisa regia sta organizzando la vaccinazione di massa in Italia e forse in Francia e qualche altro paese europeo che già sanno non si ribellerà, mentre il governo inglese, ma in realtà L’OMS, ha già deciso che in Inghilterra l’immunità di gregge si farà attraverso la malattia e NON con il vaccino, che invece inoculeranno a noi, e non sarà un vaccino per scongiurare una pandemia CHE NON ESISTE, ma un vaccino che ci renderà sicuramente più ammalati di quanto siamo ora, che ci renderà ancora più sottomessi e rassegnati allo strapotere delle oligarchie che governano i popoli con due pesi e due misure… un vaccino che forse si tradurrà nella vera morte di massa :
“… Ora è tutto chiaro.
La popolazione italiana è in una situazione che assomiglia molto agli arresti domiciliari generalizzati, con l’aggravante che spesso perde il lavoro senza possibilità di recuperarlo e che, se ha bisogno di comprarsi un paio di calzini o di tagliarsi i capelli, non ne ha più possibilità. Restano aperti i tabaccai, e questo grazie alla “saggezza” dei nostri timonieri.
È evidente che tra un po’ la gente non ne potrà più e sarà disposta a fare non importa che pur di recuperare qualcosa della propria vita, e quel qualcosa sarà ciò che il regime mondiale sta preparando: il VACCINO.
Dal punto di vista farmacologico quel vaccino non ha la minima possibilità di funzionare, e questo banalmente perché non solo il virus muta velocemente ed ha caratteristiche differenti, tanto che la varietà italiana è diversa da quella tedesca e diversa da quella cinese, ma perché la malattia non conferisce alcuna immunità. E se non la conferisce la malattia è impossibile che lo possa fare un vaccino. Qualunque farmacologo lo sa, ma la farmacologia deve piegarsi al regime.
Giusto a margine, non ci sarà nessuna sperimentazione e nessun controllo ma, del resto, sperimentazioni e controlli sui vaccini non sono mai fatti. Insomma, il solito atto di fede.
Così, tutti correranno a farsi il vaccino e correranno anche se non sono proprio entusiasti. Correranno perché vaccinarsi sarà obbligatorio e, se si vorrà ottenere o rinnovare la patente di guida, la carta d’identità, il passaporto, la licenza di pesca o qualunque altro documento, ci si dovrà sottoporre alla magica punturina.
Questo sarà il business più grande della storia dell’umanità e lo sarà a spese dell’umanità, un business che avrà a margine la possibilità d’inoculare a miliardi di persone qualche cosa. Che cosa? Certo non lo vengono a dire a me.”
Dottor Stefano Montanari, 12 marzo 2020
Questa l’ho trovata nel profilo di un ex collega, collega di materia ma non della stessa scuola, per fortuna. La prima volta che l’ho visto, nel lontano 1977, ho immediatamente pensato oddio, speriamo che non abbia mai figli. Purtroppo il mio desiderio non è stato esaudito, e suo figlio a 13 anni era già un delinquente fatto e finito, ripetutamente segnalato al tribunale dei minori. Una volta ho dovuto fare una supplenza nella sua (del figlio) classe: quando sono arrivata alla porta, fermo a braccia e gambe larghe a bloccarmi il passaggio, mi ha guardata fissa negli occhi e ha detto: “Troia”. Giusto il giorno dopo in centro ho incrociato lui, il padre e gli ho detto del fatto, e lui: “Ma tu cosa gli avevi fatto?”. Adesso che è in pensione può finalmente dedicarsi a tempo pieno, anima e corpo, alle battaglie che salveranno l’umanità: contro le scie chimiche (ricordo, qualche anno fa, una foto di un cielo con una serie di scie di condensa che si incrociavano e il commento: “Voglio proprio vedere se di fronte a questo avranno ancora il coraggio di negare!”), i vaccini e altre analoghe calamità fabbricate per la distruzione della specie umana. Naturalmente non frequento il suo profilo, erano anni che non ci entravo, ma qualche ora fa mi è venuta la curiosità di vedere come “affrontasse “ l’epidemia, sicura che avrei trovato cose interessanti, e non mi sbagliavo. E la prima cosa che ho trovato entrando è stata questa:
NON COMPRERò nè indosserò mai la mascherina:non opero come chirurgo, bensì respiro come ho sempre fatto e anzi ancora imparo a fare, non solo automaticamente e inconsapevolmente, bensì anche volutamente, con gratitudine, annusando odori (anche miei!!)*** Sono nato LIBERO, ho vissuto con rispetto per me stesso e per gli altri [soprattutto quando si faceva le canne in classe] e LIBERO morirò. Ora un regime corrotto, disumano e ignorante, vorrebbe togliermi perfino questo diritto e piacere naturale?? Ehh!!! già!!* un tempo esisteva la definizione di “tizio/tipo che GODE di buona salute”. Infatti, appunto hanno capito che quella goduria, non andava bene, poteva farti nascere nel cervello strane idee di libertà e di PIACERE.*..E hanno voluto toglierci anche il PIACERE di affollare, vicini/vicini un concerto ROCK, dove era commuovente [sic! Professore di italiano] per me potermi sentire anche un po’ terrestre come gli altri.Ma non provocatemi su questo punto: solo a 4 occhi. ADESSO E QUI o dimostriamo a noi stessi e agli ALTRI che siamo decisi a VIVERE come è giusto e naturale,oppure per me, e VE lo dico con il CUORE e le PALLE in mano: se vi incontro mascherati, vi giro le spalle e non vi saluto: per me siete già MORTI dentro e NON ho più voglia di spendere fiato per voi.
Quanto all’autore del pezzo, di cui finora avevo ignorato l’esistenza, potete provare gran messe di informazioni in rete.
I comunicati del governo al tempo del coronavirus
L’amore per gli statisti di valore al tempo del coronavirus
Siamo stati così tanto abituati ad identificare il ruolo del leader in determinati altri meccanismi da diventarne assuefatti ed identificarli come giusti o quantomeno normali. Così da dimenticarci che esiste anche il garbo.
Ci ricorda quotidianamente che la forma, spesso, è sostanza e soprattutto che si può apparire senza discostarsi da una parte fondamentale: essere.
E lui ha educazione, un concetto che a causa dei salotti dei principali talk show avevamo dimenticato negli anni, con platee sempre più simili a bolge infernali che a luoghi di dibattito e confronto.
Piace perché non alza la voce, è calmo ed elegante, non fa dirette Facebook o selfie su Instagram e quando un bambino gli chiede un autografo gli sorride dicendogli che non è un calciatore, ma un politico, un professore. E non va idolatrato, semmai stimato, criticato, ma mai reso VIP.
Non si erige a difensore della patria, mantenendo un’autorità che non assume mai connotazioni dittatoriali. Non andrebbe sottolineato se la storia più recente non ci avesse inondato di determinati atteggiamenti, in cui ogni contesto rappresenta un pretesto per fare demagogia, puntando il dito contro tutti e tutto, vivendo in una perenne propaganda elettorale. Sarà candidato? Sarà eletto? Probabile, forse sicuramente, ma ci saranno momenti e sedi per discuterne.
Piace, dicevamo, perché ha contenuti, perché non svia le domande ripetendo come un mantra frasi fatte da Seconda Repubblica. E i contenuti diventano condivisibili o meno, ma almeno ci sono. Non ne parleremo adesso. Qui è in atto un cambiamento comunicativo, in risposta a tanta, troppa teatralità che riempie i Palazzi. Le opinioni, giuste o sbagliate, si possono dire anche senza essere offensivi. Comunicazione verbale e atteggiamento fisico mai violenti o volgari, un linguaggio diretto e chiaro, sempre mirato, mai fatto di luoghi comuni. Ed ecco che entrano in scena ironia e sarcasmo come armi, come risposte che spesso strappano un sorriso e ammorbidiscono i toni. Un volto pulito che in un mondo di Filippo Argenti riesce a mettere tutti in riga uno per uno. Senza spade o mazze chiodate.
É la rivalsa di chi sembra non avere carattere o prendere posizioni semplicemente perché non urla, offende o discrimina urbi et orbi sui social e nelle piazze.
E aggiungo che se piace, se affascina anche, forse c’è un cambiamento a livello sociale in atto. Siamo stanchi di leader di governo playboy in andropausa. Non fanno sorridere più neanche nelle barzellette. Stanchi di millantatori e ancor più stufi di chi fa “politica” mettendo carne al fuoco continuamente, ma senza spiegare mai come cuocerla. E allora meglio così, che alle ragazze piaccia il Presidente del Consiglio e non Fabrizio Corona. [che è oggettivamente un cesso, ma non credo che abbia migliaia di morti sulla coscienza] Forse abbiamo bisogno semplicemente di più umanità, perché è più vicino a noi un uomo che piange pensando ai decessi continui che aumentano nel suo Paese, rispetto a chi è sempre in cerca di un nuovo spauracchio collettivo da mandare al massacro.
Sta ricordando a tutti il valore atavico della politica, intesa come arte di ben governare la polis. Non è per tutti.
“Rimaniamo distanti oggi per abbracciarci domani. Fermiamoci oggi per correre più veloci domani” non avrà la valenza eterna di “I have a dream”, ma sono certo che questa frase resterà impressa nelle nostri menti a lungo.
Sarà l’uomo che annuncerà che è tutto finito. Colui che, suo malgrado, in punta di piedi, finirà nella storia di questo Paese.
Lo statista che non sapeva ancora di esserlo.
Difficile fabbricare una retorica più melensa e stantia, insulsa e cieca, nullaloquente e delirante. Non a caso l’ho trovato sul profilo di mia cugina, quella che fa la psicologa e non a caso è una delle persone più disturbate, instabili, isteriche, arroganti, incapaci di dialogare, incapaci di ascoltare, incapaci di valutare che abbia mai incontrato – comunque in buona compagnia degli altri psicologi che ho conosciuto.
Gli “eroi” al tempo del coronavirus
L’arte, al tempo del coronavirus
Dedicato ai guerrieri che combattono in prima linea
E infine la scienza al tempo del coronavirus
Quella vera.
Virus e verità graduali
Perché dovremmo credere alle istituzioni scientifiche che ci hanno detto che la mascherina serviva solo per gli infetti, ed oggi sembrano tornare sui loro passi?
Come facciamo a sapere se quello che ci dicono oggi sul fatto che gli animali domestici non sono un pericolo non risulti falso domani?
Se la comunità scientifica si è inizialmente divisa tra chi diceva che il pericolo non era superiore a quello di una influenza e chi invece annunciava l’arrivo di una pericolosa pandemia, che utilità ha starla ad ascoltare in occasione di ulteriori divisioni?
Se in Giappone un panel scientifico ha valutato di iniziare la prova clinica dell’antinfluenzale Avigan, perché in altri paesi come la Corea invece si è giudicato che fosse inutile, ed in Italia ci si divide tra chi non vuole iniziare una prova clinica sullo stimolo di un video farlocco su YouTube e chi invece non capisce perché dovremmo privarci di una possibile opzione terapeutica?
Ma il virus permane a lungo in aria, infettando gli ignari passanti, oppure no?
Tutti noi – a volte persino i ricercatori – ci aspettiamo che la ricerca scientifica dia delle risposte univoche, rapide e precise a queste domande. Ci aspettiamo, cioè, di avere risposte nette e di non vedere se non sporadiche divisioni tra i ricercatori, preferibilmente su dettagli tecnici, non su questioni di vitale importanza come quelle elencate.
Ho una cattiva notizia per tutti: non funziona così, e chi in tempi come questi cerca risposte rapide e nette tende ad affidarsi proprio a quelli che danno risposte senza fondamento (non importa se con il camice o senza).
E non perché la scienza non sia mai in grado di fornire certezze immutabili – la grossolana ed inadatta spiegazione che gli oppositori della scienza forniscono a questo fatto.
In realtà, il punto sta nell’essenza stessa della ricerca scientifica: solo i dati raccolti ed analizzati con un metodo rigoroso possono fornire risposte, e solo la replicazione multipla di un risultato da parte di più gruppi indipendenti dà un minimo di garanzia che non si stiano cacciando farfalle.
Nella attuale emergenza, siamo nella fase di raccolta di un numero elevatissimo di osservazioni e dati su una nuova minaccia, ma prima che si possa rispondere alle domande elencate e ad altre, bisogna che si faccia pulizia di tutto ciò che ci può fuorviare, delle osservazioni condotte in presenza di troppi bias, di quelle ottenute su campioni troppo piccoli e di quelle influenzate da fretta e metodi sbagliati.
Questo, naturalmente, richiede analisi in uno spazio di tempo incompatibile con le notizie dell’ultima ora: ecco perché proprio le novità che emergono portano a domande le quali, quando rivolte ad uno scienziato, ottengono risposte il cui grado di affidabilità è più basso del solito, e che potranno cambiare rapidamente con l’accumularsi dei dati. Il che non vuol dire che non sappiamo già rispondere a moltissime domande sulla base di ciò che già è consolidato in epidemiologia: vuol dire solo che le risposte saranno inizialmente qualitative e via via più affidabili nello spazio di questi mesi, oltre a cambiare eventualmente perché l’iniziale base su cui poggiavano viene rovesciata da dati di maggior qualità e consistenza.
Bisogna che tutti impariamo a convivere con una incertezza inizialmente ampia e gradualmente ristretta, senza preoccuparci troppo se le indicazioni della comunità scientifica date nelle prime ore dell’epidemia dovessero cambiare. Il che, naturalmente, significa che ogni affermazione di qualunque ricercatore va fornita dati alla mano – per pochi che siano – senza inventare ipotesi o teorie da dare in pasto al pubblico prima di avere l’evidenza necessaria per supportarle.
Ve ne siete accorti? È tornato di moda il complottismo selvaggio, con nuovi personaggi e interpreti: fino a ieri figurati se ci credo che le torri siano crollate per l’impatto con gli aerei, figurati se ci credo che l’attentato sia stato fatto dai musulmani, figurati se ci credo che i vaccini servano a prevenire malattie e non ad arricchire Big Pharma, figurati se ci credo alle balle della medicina ufficiale; oggi abbiamo i nuovi furbi superilluminati “che non se la bevono” e il nuovo protagonista: il bombardamento chimico di Assad: e dove sono le prove che ci sia stato, e dove sono le prove che sia stato lui (vabbè, c’è anche chi chiede le prove delle camere a gas, se è per quello: stare dalla parte dei carnefici è da sempre molto più figo), e figurati se non l’abbiamo capito che era tutta una scusa per… Ecco, propongo di leggere questo articolo di Daniele Raineri. È piuttosto lungo, ma vale la pena di leggerlo tutto, perché mi sembra che chiarisca bene tutti quei punti che i complottisti di turno stanno facendo di tutto per oscurare.
DOV’E’ LA GUERRA IMPERIALISTA?
Daniele Raineri, Il Foglio
A questo punto l’imbarazzo per alcuni commentatori dev’essere terribile. Per tutta la settimana intercorsa tra la strage di civili siriani con armi chimiche di sabato 7 aprile a Duma e l’azione militare di sabato 14 mattina hanno spiegato che era in arrivo una nuova guerra di aggressione americana. Che i civili uccisi erano una messinscena, un pretesto per imporre un altro capitolo di interventismo imperialista in medio oriente. Che i morti soffocati erano “fake news per creare il casus belli”. Che era tutta una riedizione dell’Iraq 2003, quando l’invasione americana fu preceduta dalla falsa notizia delle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein (che poi non era proprio del tutto pulito, chiedere alle famiglie dei non meno di tremiladuecento curdi sterminati con il gas dall’esercito iracheno nel marzo 1988 a Halabja durante la campagna genocida Anfal). Che era una replica dell’intervento Nato in Libia del 2011. Che era una manovra dei sauditi o degli israeliani oppure di entrambi per buttare giù il presidente siriano Bashar el Assad – tesi suggestiva che attira clic e lettori e condivisioni sui social media e tuttavia è offerta ai lettori creduloni senza l’ombra di una prova. C’è addirittura chi ha avvertito che la Nato sarebbe stata trascinata nella guerra, e con essa anche l’Italia. L’unico precedente che contava qualcosa è stato ignorato: si tratta del raid missilistico americano contro l’aeroporto militare di al Shayrat nell’aprile 2017 dopo un bombardamento con il gas nervino che aveva ucciso cento civili vicino Idlib, un raid così limitato che non ottenne alcun effetto di deterrenza.
La ritorsione militare contro la Siria è arrivata alle quattro del mattino locali e ha raso al suolo tre obiettivi che fanno parte del programma siriano per la produzione e lo stoccaggio delle armi chimiche. A differenza della guerra in Iraq durata otto anni e dell’intervento Nato in Libia durato otto mesi è durata meno di un’ora. Gli edifici erano deserti perché erano stati evacuati. Il governo francese ha detto di avere avvertito in anticipo i russi ed è possibile che i russi abbiano condiviso l’avvertimento con i loro alleati siriani e iraniani. Il numero delle vittime varia tra zero e uno. Il Pentagono nel primo briefing in contemporanea con la fine dell’attacco ha spiegato che si era trattato di un colpo singolo, “one shot”, e che non si sarebbe ripetuto. Dodici ore dopo la fine dei bombardamenti, nel pomeriggio italiano, ci sono state manifestazioni sparse contro “la guerra imperialista”– forse il primo caso nella storia di proteste per fermare una guerra che cominciano quando la guerra è già finita.
La logica fallata di chi diceva che la strage era una messinscena organizzata per provocare una guerra è stata messa a nudo. Nessuno vuole un regime change a Damasco in questo momento e questo vale specialmente per i tre governi che hanno partecipato all’azione militare, America, Francia e Gran Bretagna. L’Amministrazione Trump insegue una politica molto nazionalista e molto poco universale, il suo motto è America First, e non ha interesse a gestire un’ipotetica deposizione di Assad a Damasco. Il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro inglese Theresa May non hanno semplicemente le forze – oltre che la volontà politica – per vagheggiare un regime change da soli in medio oriente nel 2018.
C’è una vecchia boutade che dice che i generali sono sempre perfettamente preparati a vincere l’ultima guerra, per dire che ogni conflitto è diverso e dev’essere studiato come un fatto nuovo. Forse vale anche per gli altri, per chi è rimasto fermo al marzo 2003 e si ostina ad applicare lo stesso schema e gli stessi slogan alla Siria del 2018. La guerra non c’è stata, nessuno era a caccia di un pretesto, nessuno ha le forze per deporre Assad adesso: perché allora qualcuno avrebbe dovuto inscenare un bombardamento con armi chimiche? I commentatori faranno finta di nulla.
Il governo russo ha preso due posizioni a proposito dell’inchiesta internazionale sulla strage di Duma: prima e dopo il raid punitivo. Fino a due giorni prima del raid la linea ufficiale del governo russo era che il 7 aprile non c’è stata alcuna strage di civili con armi chimiche a Duma. I russi sono stati i primi ad arrivare e a occupare il sito del bombardamento dopo la resa dei ribelli e l’evacuazione dei civili e a dispetto della mole di testimonianze dirette, delle centinaia di casi di soffocamento accertati dai medici, dei cadaveri, delle immagini e dei video hanno detto che non c’era alcun segno di un bombardamento chimico. Tre giorni dopo, quando Trump ha annunciato l’intervento militare, il governo siriano ha invitato a Duma gli ispettori dell’Opcw (l’Organizzazione internazionale per la proibizione della armi chimiche) e il governo russo ha detto che gli americani avrebbero dovuto aspettare i risultati dell’inchiesta prima di lanciare un attacco punitivo. Venerdì il governo russo ha rettificato la versione, ha detto che la strage è stata una messinscena organizzata e diretta dal governo inglese e ha anche detto di avere “prove certe” che però non ha mostrato. A partire da sabato mattina però, una volta che il raid si è consumato senza troppi danni, la posizione russa è mutata. Il lavoro degli ispettori Opcw doveva funzionare come ritardante per guadagnare tempo e come elemento da citare con i media – “Gli americani non aspettano i risultati delle analisi!” – mentre adesso potrebbe essere controproducente.
Poche ore dopo i missili occidentali Mosca ha detto che il rapporto dell’Opcw sul caso Skripal – è uscito giovedì e conferma l’uso di un agente nervino inventato dall’Unione sovietica nel tentato omicidio di un disertore dell’intelligence russa vicino Londra – è falso e che l’Opcw non è un’organizzazione credibile. Nel frattempo gli ispettori dell’Opcw invitati martedì erano atterrati a Damasco. Ieri la Russia e il governo siriano li hanno bloccati e non hanno consentito loro l’accesso a Duma perché – hanno detto – “manca il permesso delle Nazioni Unite e la situazione è poco sicura”, pur sapendo che nelle indagini di questo tipo il fattore tempo è importante. L’ultima volta che una missione Opcw aveva indagato su una strage con armi chimiche in Siria aveva stabilito la colpevolezza del regime siriano, è successo a ottobre 2017. Un paio di settimane dopo la Russia mise il veto al Consiglio di sicurezza sul prolungamento della missione e di fatto la sciolse.
In Italia si è parlato del fatto che la crisi siriana avrebbe potuto imprimere un’accelerazione alla formazione del governo e che la base aerea di Sigonella avrebbe avuto un ruolo centrale nelle operazioni di guerra – e che questa partecipazione rischiava di diventare un caso politico lacerante. In realtà ci siamo attribuiti più importanza di quella che effettivamente abbiamo. I bombardieri B-1 americani che hanno partecipato al raid di sabato mattina sono partiti dalla base di al Udeid, in Qatar – come del resto fanno tutti gli aerei americani che bombardano le posizioni dello Stato islamico in Siria dal settembre 2014. I Rafale francesi sono partiti dal territorio francese e sono stati riforniti in volo. I Tornado e i Typhoon inglesi sono decollati dalla base di Akrotiri, a Cipro. Per quanto riguarda i missili, sono stati lanciati da unità in navigazione nel Golfo, nel mar Rosso e nel settore est del Mediterraneo.
Gli israeliani non commentano mai – o quasi mai – i loro raid aerei in Siria ma è probabile che siano affascinati dalla reazione così selettiva dell’opinione pubblica internazionale. Due dei tre centri colpiti dalla ritorsione occidentale. Barzeh e Jamrayah, erano già stati bombardati – ma non distrutti – dai loro jet negli ultimi otto mesi, a settembre e poi ancora a dicembre e febbraio, e in pratica non ne ha parlato nessuno. E’ dal gennaio 2013 che gli israeliani bombardano in Siria, un raid circa ogni venti giorni, con lo stesso obiettivo dei governi occidentali: prevenire l’accumulo e il trasferimento di armi sofisticate o di distruzione di massa, ma tutte le loro operazioni combinate suscitano una frazione infinitesima dell’attenzione sollevata da un singolo tweet di Donald Trump. Di sicuro hanno notato da tempo che i due centri per la produzione e lo stoccaggio delle armi chimiche colpiti a ovest di Homs – come dice l’analista Michael Horowitz – sono a pochi chilometri dal confine libanese e a poca distanza dalla strada che taglia attraverso le montagne e porta in Libano, dove c’è il cuore territoriale del gruppo armato Hezbollah alleato degli iraniani e del governo siriano. Che quella posizione sia stata scelta per rendere più facile un trasferimento d’emergenza delle armi chimiche dalla Siria al Libano?
Il giorno dopo la strage di Duma gli israeliani hanno bombardato la base T-4, nel deserto siriano vicino Palmira e hanno ucciso una squadra delle Guardie della rivoluzione iraniane che si occupa di missioni con i droni, incluso il colonnello che li comandava – e come al solito questa è un’informazione che Israele non riconosce ufficialmente, tanto che il raid è stato scambiato per una reazione americana. Thomas Friedman ha scritto sul New York Times ieri che il drone iraniano che a febbraio è stato abbattuto mentre varcava il confine israeliano non era soltanto da ricognizione, ma era armato. Da mesi guardiamo molto la punta del dito, come l’intervento “one-off” di sabato mattina, e non vediamo la luna, israeliani e iraniani che cominciano a combattere e a uccidersi direttamente senza più agire tramite alleati e partner locali.
Il governo russo ha detto sabato che il sistema di difesa aerea siriano ha abbattuto 71 dei 105 missili occidentali. Ieri ha corretto la stima e ha detto che soltanto i bersagli non coperti dalla difesa aerea sono stati colpiti, per il resto le intercettazioni hanno funzionato al cento per cento. In pratica i russi dicono che se vogliono possono bloccare tutti i missili lanciati dagli americani, ed è terribilmente poco credibile. Il Pentagono dice invece che i siriani hanno sparato 40 contro-missili quando ormai però era troppo tardi, in pratica hanno cominciato a reagire mentre l’ultima bordata di missili stava colpendo i bersagli. E’ una ovvia guerra di versioni contrastanti, ma i russi fin dal settembre 2015 giocano sul fatto che la loro presenza in Siria funziona come un ombrello protettivo contro qualsiasi attacco esterno ed è chiaro che non è così. Non solo, ma se contavano sul fatto che l’operazione in Siria fosse una buona occasione per esibire la loro tecnologia bellica di fronte a possibili acquirenti adesso devono rifare i conti, perché gli aggressori hanno centrato gli obiettivi lanciano di missili da tre mari diversi e non c’è stata alcuna capacità solida di deterrenza – a dispetto del fatto che mercoledì l’ambasciatore russo in Libano avesse minacciato: “Abbatteremo tutti i missili e colpiremo i siti di lancio”, quindi le navi americane. Simpatizzanti del presidente Assad fanno circolare presunte fotografie dei resti di missili americani intercettati e abbattuti, ma gli esperti hanno già smontato questo tentativo: sono fotografie di resti di missili russi SS 21 Tochka.
Siamo stati testimoni di un evento molto raro: un’azione militare lampo di tre governi occidentali giustificata da un motivo pratico puramente umanitario, la necessità di evitare la “normalizzazione della guerra chimica”. Naturalmente si possono individuare altri motivi di fondo, la voglia di Donald Trump di deflettere l’attenzione dai suoi guai giudiziari, l’obbligo di conservare la credibilità davanti al resto del mondo, il tentativo riuscito di lanciare un messaggio anche per quanto riguarda altre aree – dai Paesi baltici che si sentono minacciati dalla vicinanza con la Russia fino alla Corea del nord – l’avvertimento all’Iran che sta usando la Siria come una base militare. Ma il significato politico rimane, l’occidente non è totalmente inerte e le stragi di civili possono ancora avere conseguenze.
Aggiungo due parole a proposito dell’equivoco che tuttora perdura a proposito delle armi chimiche dell’Iraq e del mantra delle “armi chimiche inventate” dato che “gli ispettori non le hanno trovate” e che quindi sarebbero state “un pretesto” per permettere all’America di intromettersi nell’area. Si tratta di un totale capovolgimento della realtà: gli ispettori NON dovevano trovare le armi chimiche (quelle che erano notoriamente in suo possesso, quelle con cui aveva sterminato cinquemila curdi a Halabja il 16 marzo 1988); NON era questo il loro mandato. Era Saddam che doveva dimostrare di averle distrutte. Che cosa è successo invece? Che per molti anni agli ispettori sono stati vietati molti siti, ossia tutti quelli “sensibili”, poi sono stati cacciati e tenuti fuori per dieci anni, poi alla vigilia dell’intervento americano del 2003 fatti rientrare ma con un elenco dei siti che non avevano il permesso di controllare, con severe limitazioni alle verifiche consentite nei siti permessi, divieto – fatto rigorosamente rispettare mediante la presenza costante di personale governativo – di interrogare chicchessia. Nel frattempo tredici scienziati che avevano lavorato alla produzione di armi chimiche sono stati assassinati un settimana prima che arrivassero gli ispettori, poi ci sono state quelle ventimila tonnellate di gas fatte passare in Giordania, più altri movimenti sospetti di notevoli trasporti. Naturalmente Saddam NON ha dimostrato – non poteva dimostrare – di avere distrutto le armi chimiche, dato che NON le aveva distrutte. E, ripeto, era questo il mandato degli ispettori: farsi fornire da Saddam le prove di averle distrutte, NON trovare le armi.
Alcuni chiarimenti su fraintendimenti comuni in caso di terremoto.
1) Gli animali non prevedono i terremoti. Alcuni possono avvertire solo pochi secondi prima gli infrasuoni, che noi non udiamo, ma nulla di più. Se al tg dicono “i cani abbaiavano ben mezz’ora prima” non vuol dire niente, è pieno di cani che non hanno abbaiato affatto, solo che non fa notizia dirlo.
2) Il sito INGV può andare offline perché saturato di richieste allo stesso momento, se tutti si collegano contemporaneamente il server va in sovraccarico. Loro non ne hanno colpa.
3) Esistono differenti scale di misurazione. La magnitudine locale (Ml) è una, la magnitudine di superficie (Ms) è un’altra e la magnitudine momento (Mw) è un’altra ancora. Sono vari modi matematici di calcolare l’energia di un sisma e possono non coincidere. Ci sono motivazioni storiche e tecniche del perché non sono la stessa cosa e non è certo per confondere la gente. Inoltre non hanno nulla a che vedere con la scala Mercalli che misura i danni causati dal terremoto. Un sisma Mw 8 nel deserto del Sahara non farà danni e sarà grado Mercalli 0. Un sisma Mw 4 in una città costruita con le carte da gioco spianerà tutto e sarà grado Mercalli massimo.
4) Il fatto che la magnitudine segua una scala logaritmica vuol dire che un sisma di grado 7.0 è circa 30 volte più forte di un sisma di grado 6.0. Se vi sembra che da 6.1 a 6.5 non cambi molto, in realtà cambia per davvero in termini di energia sprigionata, anche se la percezione inganna. Però se un sito allarmistico titola “omg terremoti 30 volte più potenti!!!”, occhio che non intende dire che ci sarà un terremoto di grado 30×6=180 (che sarebbe equivalente a una piccola supernova più o meno), sta sfruttando la vostra paura per guadagnare visite.
5) Non esiste alcuna legge Monti che dice “se il grado è inferiore a 6.1 lo stato non risarcirà i danni”. Per due motivi: il primo è che il governo Monti fece un disegno di legge nel 2012, prima del terremoto emiliano, che contemplava questa parte, ma questa disposizione non passò, quindi letteralmente non c’è nulla, è invenzione; il secondo è che il riferimento è ai danni valutati dalla scala Mercalli, quindi non c’entra niente in ogni caso la magnitudo misurata da INGV (vedere punto 3 sopra).
6) Strumenti diversi possono dare valori diversi a seconda di vari fattori. La magnitudine non si misura come il peso su di una bilancia, ma ci vogliono alcuni calcoli triangolando più strumenti e i calcoli sono suscettibili a rettifiche man mano che sono disponibili dati più accurati. Per questo INGV tende ad aggiornare la magnitudine. Inoltre i siti delle agenzie geologiche straniere sono leggermente meno attendibili di INGV, sia perché a distanze maggiori c’è un margine di errore lievemente maggiore, sia perché sono tarati per suoli dalle caratteristiche geomorfologiche diverse (per stimare correttamente la magnitudine di un luogo bisogna tenere conto anche di varie caratteristiche del suolo). Aspettate sempre qualche minuto e fate riferimento solo a INGV per aggiornamenti.
7) Le valutazioni sulla sicurezza degli edifici le può fare solo un ingegnere strutturale sul posto, non chiedete su internet e non affidatevi a chi non ha un titolo di studio consono.
8) L’Italia è un paese ad alto rischio sismico, lo è sempre stato e se la penisola esiste è perché il pianeta è geologicamente attivo e ci troviamo in un punto in cui le placche continentali si scontrano. La domanda non è cosa fare se ci sarà un terremoto, ma quando. Non si può affrontare un terremoto senza conoscerlo e senza un adeguato monitoramento. Siamo giovanissimi da un punto di vista geologico: 65 milioni di anni fa, per esempio, non esisteva alcuna Italia, era tutto ancora sommerso dalle acque. Se non fosse così, non esisterebbero la tettonica a placche con la deriva dei continenti, il campo magnetico terrestre che ci scherma dalle radiazioni cosmiche e trattiene l’atmosfera, le Alpi, le Hawaii, la vita stessa. Marte non è geologicamente attivo ed è quello che è.
9) In Italia non si pratica fracking.
10) I terremoti non uccidono. Gli edifici che crollano sì. La prevenzione prima di tutto.
Ecco qui. Un po’ perché mi sono stufata di sentire cazzate, anche del filone complottista, un po’ perché, avendo il culo praticamente sopra l’epicentro, in questo momento il terremoto è un tema molto “mio”, ritengo utile proporre questi chiarimenti.
INCREDIBILE: IL COMICO ACCUSA IL PREMIER INVENTANDOSI 68MILA MORTI PER LO SMOG. MA VIENE SMENTITO DALLO STESSO SCIENZIATO CHE CITA
di Mauro Suttora
Oggi, 31 dicembre 2015
Non piove, governo ladro. Basterebbe qualche goccia o un po’ di vento per spazzar via la cappa di smog dall’Italia. E invece, come al solito, i politici la buttano in politica. «Premier e ministri passeggiano incuranti sui cadaveri di 68mila italiani che non hanno saputo proteggere», urla Beppe Grillo. Come? Matteo Renzi avrebbe ammazzato 68mila persone? Il comico, per corroborare l’incredibile accusa, cita Gian Carlo Blangiardo, 67 anni, professore di demografia all’università di Milano. Il quale ha evidenziato i dati Istat sui morti in Italia, aumentati appunto dai 598mila del 2014 ai 666mila di quest’anno. Ma è lo stesso Blangiardo a smontare la bufala del capo del Movimento 5 stelle: «L’incremento delle morti c’è stato eccome. Ma di qui a imputarlo solo all’inquinamento ce ne vuole. Le cause sono tante. Innanzitutto l’invecchiamento della popolazione. L’incremento più vistoso dei decessi si è avuto per gli ultra85enni: almeno in 20mila casi il motivo è l’età sempre più avanzata». A 70 anni dalla fine della guerra, infatti, sono scomparse le generazioni falcidiate in gioventù dal conflitto. Le classi che rimangono sono improvvisamente più numerose, e quindi – nonostante l’aumento della vita media – anche i decessi. Abituiamoci: nei vent’anni del baby boom, dal 1945 al 1965, le nascite sono aumentate da mezzo milione a un milione all’anno. Speriamo che nessun demagogo, nei prossimi anni, incolpi i governanti per l’inevitabile aumento delle morti. «Un altro motivo della mortalità in crescita», prosegue il professor Blangiardo, «è il crollo delle vaccinazioni contro l’influenza nel 2015 rispetto al 2014. Questo perché, come tutti ricordiamo, un anno fa si diffuse un vero e proprio panico da vaccino. E naturalmente i soggetti più deboli sono state le prime vittime». È curioso che proprio Grillo dimentichi questo fattore: fra gli adepti al suo movimento abbondano i nemici dei vaccini, e lui ha spesso contribuito alla diffidenza contro medici e scienziati. I maggiori decessi per le complicazioni dell’influenza sono stimabili attorno ai 10-15mila. C’è stato poi il tremendo caldo della scorsa estate. Per tre mesi interi l’Italia è rimasta nella morsa dell’afa, e anche qui purtroppo le vittime sono stati gli anziani: tremila morti in più in giugno, diecimila in luglio e seimila in agosto, secondo l’Istat: in tutto 19mila. Totale: 54mila decessi in più rispetto al 2014. «Aggiungiamo la crisi del sistema sanitario», conclude Blangiardo, «perché a furia di tagliare, risparmiare e spostare si è finiti col costringere i pazienti a pagare di tasca propria gli esami in strutture private. Le fasce più povere sono state messe fuori. E hanno dovuto rinunciare o spostare troppo oltre indagini cliniche che in molti casi sarebbero state salva-vita. Infine, anche le rivendicazioni sindacali dal fronte della Croce Rossa ci hanno messo lo zampino: hanno ridotto le unità operative che prestano i primi soccorsi». Insomma, nessuno nega la pericolosità delle polveri sottili per i nostri polmoni e il nostro sangue. Ma forse sarebbe meglio che i politici non strumentalizzino i dati scientifici per i propri tornaconti elettorali. Il professor Blangiardo è severissimo: «Quella di giocare con i numeri è una pratica orrenda, ma molto diffusa in politica. Il dovere di noi studiosi è informare in modo corretto, affinché chi ha il potere di intervenire per migliorare le cose possa farlo. Se c’è chi manipola i dati per fini partitici, non so che dire».
Mauro Suttora (qui)
E per completare il quadro dell’Incommensurabile Nostro, adesso correte a leggere qui.
(guardate che male, poverino: mi sa che qualcuno deve avergli strizzato i cocomeri)
barbara