Anzi correttissime. Comincio con la gravissima emergenza omofobia, che ci sta togliendo il sonno
ll
E infatti
Una splendida lezione di correttezza al malefico BoJo:
E anche il mondo dei motori si adegua alla correttezza politica:
e quello delle favole
e dei rapporti famigliari
(ma com’è che a nessuna vedova o ragazza madre è mai venuto in mente di chiedere l’abolizione della festa del papà?)
per non parlare delle manifestazioni sociali,
dei giochi dei bambini
dei criteri per concedere le interviste
(certo che anche con le cozze vale il detto che Dio le fa e poi le accoppia)
e nella politica americana
Poi vi mostro un magnifico esempio di educazione politicamente corretta
di emoticons politicamente corretti
di diritto alla difesa politicamente corretto
Proseguo con quattro importanti lezioni
(giusto e sbagliato non dipendono dai numeri)
e le profezie dei nostri due migliori profeti
(in Italia abbiamo circa 9000 posti in terapia intensiva; il 28 maggio i posti occupati erano 1142; il 29 maggio 1095; il 30 maggio 1061; il 31 maggio 1033; il 3 giugno 989)
Concludo con una lezione sui sintomi del covid
un’esibizione di striptease estremo
un saluto molto molto politicamente corretto, inclusivo e zaniano (zanoso? zanesco? azzannato?)
e una pazza scriteriata talmente folle da credere che solo le donne abbiano il ciclo, al punto da metterlo addirittura nel titolo
da mezzanotte e mezza all’una e tre quarti (incrociando la macchina della polizia, che prima rallenta, poi ci ripensa e prosegue per i fatti suoi), alla faccia del loro fottuto coprifuoco, totally unchained.
Questo è il ragazzo di Fano, quello talmente pazzo squilibrato esagitato fuori di testa che hanno dovuto strapparlo fuori dalla scuola, montagli sopra in tre e sedarlo – cioè drogarlo – e infine ricoverarlo in quello che non si chiama più manicomio ma la sostanza non cambia moltissimo.
Terzigno, una bella serata primaverile. Ragazzi si attardano per strada e uno dei tanti alessandri-gassman del posto chiama il 118. All’arrivo della pattuglia, tutti riescono a darsela a gambe, tranne il più lento. Uno dei carabinieri lo aggredisce, neanche fosse il peggiore dei delinquenti. Il povero ragazzino si scusa perfino. Il militare non perderà il posto: è sotto procedimento disciplinare e al massimo rischia il trasferimento. In realtà, lo mettono al sicuro da eventuali vendette, perché dietro a un ragazzino indifeso può esserci spesso un padre o un amico grande e grosso che non ci pensa due volte.
E non mi si venga a raccontare che l’intervento è un atto dovuto, che obbediscono agli ordini e altre analoghe puttanate, perché qua i calci comincio a tirarli io. E poi ci sono i progressisti figlidizan.
Volete un esempio di prevaricazione dei maschi sulle femmine, di maschilismo tossico, di patriarcato allo stato puro? Eccolo, fresco di vernice. La sede di Arcilesbica nazionale è stata imbrattata da maschi che si sentono femmine e che si firmano “rabbia trans”. Al grido di “arcistronze” questi paladini del ddl Zan hanno dato una bella dimostrazione di quello che tocca a chiunque esprima il proprio dissenso nei riguardi del pensiero Gender. I soliti democratici…
Cari maschietti che vi esibite con enormi cartelli che gridano “Ci sono ragazze con il cazzo, fatevene una ragione”, per quanti pizzi indossiate, per quanto fondotinta vi schiaffiate addosso, per quanti smalti fedezeschi vi spennelliate, a comandare è sempre il testosterone prodotto da quelle due microscopiche cosine che si chiamano XY. Fatevene una ragione. E poi c’è il virus. Ci avevano promesso che il coprifuoco – gioite gioite – sarebbe stato spostato alle 23, o addirittura, anzi addiritturissima, alle 24 – gioiamo gioiamo che il cielo è azzurro e il sole splende
– ma grazie alla provvidenziale micidialissima variante sudafricana adesso non se ne fa più niente. Impossibile, perché i famigerati assembramenti sono perniciosissimi
anche se qualche pericoloso soggetto non è d’accordo
E poi c’è il famoso vaccino italiano
e poi ci sono gli intelligentissimi sinistri
e poi ci sono i televirologi
(della signora Viola si era già parlato qui. Per la verità se ne era parlato anche qui ma, come potrete vedere, sono stati oscurati tutti i video che documentavano le puttanate sparate dai nostri esperti. Lei comunque spiegava che è ovvio che il coprifuoco non serve a diminuire i rischi di contagio, ma è necessario mantenerlo per dare un segno. Di che cosa? Del fatto che dobbiamo cambiare radicalmente il nostro stile di vita. Quanto a Galli che annuncia il ritiro, ricorda tanto quello che spiega che smettere di fumare è talmente facile che lui è capace di farlo anche tenta volte al giorno) E infine ci sono le garbate critiche a Salvini che ha preso posizione a favore di Israele martoriato da razzi e incendi e guerriglia urbana e pogrom
Formidabile soprattutto “figlio di puttana con la mamma troia”: e vorrei proprio vederlo un figlio di puttana con la mamma casta.
Inizio ripescando un post vecchio (o forse nuovo) di un anno.
GRANDI PANDEMIE
La grande pandemia di peste nera del ‘300 durò, in Europa, dal 1347 al 1352. Nella sola Europa fece circa 30 milioni di vittime, un terzo della popolazione dell’epoca. Causata da topi e pulci, con buona pace di quanti parlano di “amorosa convivenza di tutte le forme di vita esistenti in natura”, si diffuse con incredibile velocità a causa delle pessime condizioni igieniche del tempo. Eppure si era in epoca pre industriale, quella che tanti rimpiangono e paragonano con nostalgia all’attuale in cui “l’umana follia” ha “trasformato il pianeta in una pattumiera”. Molti attribuirono l’epidemia all’ira di Dio e organizzarono cerimonie e processioni di massa, col solo risultato di accrescere il numero dei contagiati. Vittime fra le vittime furono, tanto per cambiare, gli ebrei, immediatamente identificati come untori. Tempi lontani, per fortuna, anche se qualche vago ricordo delle tragiche superstizioni ed intolleranze di allora si riverbera anche oggi. Il Santo padre ha parlato di vendetta della natura ed il governo iraniano se la prende non con gli ebrei… solo con Israele. I parallelismi storici sono sempre molto imprecisi e forieri di errori, lasciamoli perdere. Una sola domanda: la pandemia del ‘300 è durata 5 anni e si è ripresentata sia pure in forma meno virulenta in seguito. Le cose oggi sono ben diverse, malgrado “l’umana follia” di cui tanti pseudo filosofi si riempiono la bocca. C’è l’igiene, la medicina, i sistemi sanitari. Però… non è escluso che la pandemia da Covid 19 possa durare ancora a lungo. Cosa intendiamo fare, stare sei mesi o un anno col paese spento? Possibile che le uniche misure possibili contro questo flagello siano gli arresti domiciliari ed il blocco dell’economia? Personalmente questa mi sembra una abdicazione della intelligenza. Potrà andare bene per chi adora l’irrazionale, non per le persone ancora capaci di pensare. Giovanni Bernardini, 2 maggio 2020, qui.
Il buon Giovanni un anno fa sparava “un anno col paese spento” come ipotesi di massima follia. Era stato spaventosamente ottimista dato che è passato proprio un anno giusto, e di riaccendere il paese non se ne parla proprio. E infatti
E molto opportuna, direi, la domanda finale (ma saranno poco strepitose queste due voci?) La lezione su come uscire dalla merda ci viene, una volta di più* dalla perfida Albione
Vaccini, così il liberale Johnson ha battuto l’Ue
Per uno studioso del CEO capitalism, scanzonato come me, il biennio Venti-Ventuno, sia sul lato della dottrina, sia su quella della execution, mi sta dando (purtroppo!) grandi soddisfazioni personali: aver capito con largo anticipo il fallimento di una intera classe dirigente fatta con lo stampino, tutta comunicazione da talk show ma incapace di gestire la complessità, da loro stessi creata. Se la “amazonizazione”, leggi “sociopatia logistica” (ne rivendico il copyright) del mondo occidentale dovesse andare avanti come ha stabilito Jeff Bezos ne sarei disperato. Osservo, approfondisco, analizzo: cosa vedo è orrendo, ma non posso farci nulla, se non dichiararmi all’opposizione di tutto questo mondo ignobile che quattro sociopatici stanno costruendo.
L’arroganza del Ceo capitalism La gestione del virus di Wuhan da parte della Classe Dominante mi ha intellettualmente annichilito, facendomi capire le terribili prospettive che può riservarci questo progetto di futuro. Il CEO capitalism, sia per sua natura, sia per l’arroganza intellettuale che lo contraddistingue, non è attrezzato per le emergenze. Lo sapevo, ma ora è certificato. Essendo una burocrazia estrema ha l’ossessione del rischio (solo un idiota elitario può sognare il rischio zero), quindi vorrebbero sottoporci a norme preventive per proteggere i singoli e la società.
Il fallimento di Francia e Germania La dimostrazione è di come siano state fallimentari nella gestione della pandemia le due super amministrazioni statali a cui si ispira l’Europa: la Germania e la Francia. In Germania il protocollo di vaccinazione prevede che un “farmacista” riempia una siringa, un’”infermiera” faccia l’inoculazione, un “dottore” spieghi al vaccinando il protocollo e “tre impiegati” della Croce Rossa riempiano tutti i formulari, otto fogli, che il “dottore” deve poi firmare. In Francia il 40% del personale medico e paramedico è subissato da attività amministrative: si è ridotto a essere “mezzo medico mezzo burocrate” come mi dice un amico parigino.Sono i due Paesi ultra burocratizzati che, per vendicarsi del successo mondiale del modello “leggero” di Boris Johnson (ricordate? È quel matto della Brexit che ha voluto rispettare le scelte del suo popolo contro gli euroburocrati), hanno deciso di rompere i rapporti con AstraZeneca (stessa qualità certificata ma gli uni li pagavano 2,80 € mentre ora pagano il Pfizer 19,50 €!). Senza parole.
Il modello BoJo Che ha fatto invece Boris Johnson di così sconvolgente? Si è comportato da leader, da liberale nature. Ha chiamato Kate Bingham, da un decennio la miglior “venture-capitalist”, una delle massime competenti del “medical risk”, con una rete infinita di contatti, tutti nell’ambito della scienza medica e le ha affidato l’organizzazione del tutto. Così, semplicemente. Il leader “buzzurro” BoJo ha puntato su una donna competente, i sofisticati eurocrati Angela e Emmanuel hanno puntato su una languida baronessa che guida 27 collaboratori di 27 paesi, tutti selezionati con criteri politici. Tutti i 28 avevano titoli di studio e skill giuste per fallire. E così è stato.
Cade pure la Svizzera E i mitici svizzeri? A forza di essere succubi dell’Europa sono precipitati anche loro nel torpore burocratico e hanno clamorosamente fallito. Essendo seri faranno una Commissione parlamentare d’inchiesta, mentre noi dobbiamo sperare nelle Procure di Bergamo e di Gorizia, per dare giustizia alle famiglie dei morti causa la sciatteria del Conte Bis Interessante il caso sollevato sul Corriere del Ticino dal finanziere Tito Tettamanti. La lenta burocrazia svizzera non ha degnato d’attenzione l’offerta del Gruppo Lonza per una catena di produzione comune di principi attivi del vaccino a Visp (Canton Vallese). Via Moderna potevano avere un’indipendenza logistico produttiva. Invece i burocrati si sono spaventati dinnanzi a un investimento a rischio dell’ordine di 60 milioni di franchi (il buzzurro Donald Trump buttò 20 miliardi $ al buio sui vaccini americani) mentre la Covid sta costando alla Svizzera 70 miliardi!Tettamanti si chiede come mai un personaggio di altissimo livello come il Consigliere federale Alain Berset (uno dei sette che governa collegialmente la Confederazione) abbia commesso o tollerato errori simili. Si risponde da solo: Berset era arrivato già all’età di trent’anni ad alte cariche politiche, quindi del mondo vero poco o nulla conosce. Uscito dall’università è entrato nella politica, quindi nella burocrazia federale: questi i risultati. CEO capitalism in purezza.Che dire? Aggiungendo avidità e vanità alla routine burocratica europea si è creato un gran torpore da vaccino, sottoprodotto della sociopatia logistica dominante. Che Dio ci protegga da costoro!Riccardo Ruggeri, 25 aprile 2021, qui.
Ieri sera comunque sono stata in strada dalle dieci e venticinque alle dieci e quaranta. Lungo il percorso ho incrociato cinque auto, due biciclette e sei pedoni, fermi a chiacchierare a due a due: qualcuno finalmente comincia a ribellarsi. Ce ne sarebbe stato anche un settimo ma quello non lo conto perché aveva il cane e quindi aveva una giustificazione. Per la verità l’avrei avuta anch’io dato che stavo tornando dall’ospedale dove ero andata a fare un’infiltrazione; le prime volte, dopo l’introduzione del coprifuoco, mi ero fatta rilasciare un certificato che attestava il motivo per cui ero fuori, ma stavolta ho detto basta: mi sono improvvisamente resa conto che facendomi scrivere il certificato mi rendo complice di un atto illegale e anticostituzionale, e quindi niente. La volta che mi fermeranno dirò che sono fuori perché ho il diritto di farlo, punto. E credo che tornerò alla mia vecchia abitudine di farmi delle bellissime, rilassanti camminate alle due di notte. Se voi invece non siete così coraggiosi da sfidare il tiranno, consolatevi col fatto che potrete comunque mangiare nei ristoranti all’aperto.
* Dopo avere messo rapidamente in ginocchio tutta l’Europa orientale, Hitler è passato a quella occidentale, Belgio Olanda Danimarca Francia, buttate giù come birilli al bowling; poi è passato all’Inghilterra, convinto di proseguire la serie dei successi. Ignorava evidentemente una cosa: che l’Inghilterra, in tutta la sua storia, non si era mai arresa. In qualunque situazione si sia trovata, mai. Non so se ce l’avrebbe fatta a resistere fino in fondo se non fosse poi intervenuta l’America, ma per un anno e mezzo l’Inghilterra ha continuato a resistere da sola contro il più grande e feroce esercito che mai il mondo avesse visto, salvando così il mondo intero. L’Inghilterra che non si era mai arresa, non si è arresa neppure a Hitler. E oggi ha proseguito nella gloriosa tradizione, rifiutando di arrendersi all’Unione Europea.
Un’emergenza terribile, spaventosa, meritevole di confinamento, di coprifuoco, di chiusura per ogni sorta di locali, esercizi, ritrovi, di divieto assoluto, pena salatissime multe, di lasciare la propria regione e di violare una qualunque delle rigorosissime norme stabilite, e di un’Italia conciata così
Chi lo dice? Lo dicono i numeri! Leggete un po’ qui.
Coronavirus, il bollettino di oggi 23 aprile
Il bollettino del ministero della Salute registra nelle ultime 24 ore 14.761 nuovi casi e 342 morti da coronavirus. Nella giornata di ieri c’erano stati 16.232 nuovi casi e 360 morti. Sono 315.700 i tamponi molecolari e antigenici effettuati. Ieri i test erano stati 364.804. Il tasso di positività è del 4,7%, in aumento rispetto al 4,4% di ieri.
Scendono sotto i 3mila (2.979) i ricoverati con coronavirus in terapia intensiva. Sono 153 i pazienti entrati nelle ultime 24 ore mentre, considerando le persone dimesse, i ricoverati sono 42 in meno rispetto a ieri. I ricoverati con sintomi sono 645 in meno in 24 ore, così il totale dei pazienti nei reparti covid scende a 21.440.
Il numero degli attualmente positivi è di 465.543, con un calo di 6.653 unità rispetto a ieri. I dimessi/guariti sono 21.069 per un totale di 3.351.461 dall’inizio dell’epidemia. (qui)
Letto bene tutto? Abbiamo, a causa del covid, 2979 posti occupati in terapia intensiva, ossia il 30% dei 9931 posti disponibili; abbiamo 21.440 pazienti nei reparti covid ordinari, che occupano l’11% dei 192.000 posti disponibili; abbiamo fatto centinaia di migliaia di tamponi per riuscire a raccattare su, con quel misero 4,7%, un numero presentabile di positivi; e abbiamo, su 465.543 positivi, un totale di 24.410 ospedalizzati: il 5,24%. Qualcuno potrebbe forse negare che siamo nel mezzo di una terrificante emergenza, con la necessità assoluta di misure draconiane perché di fronte a un simile pericolo nessun sacrificio è troppo duro? (L’ho già detto che amo i numeri? Beh, io amo i numeri, e loro amano me: quando qualcuno tenta di farci qualche giochino sporco, loro corrono a dirmelo subito). E ora direi di leggere questo.
Quello che è successo in questi ultimi14 mesi in alcuni paesi del mondo (non tutti, come vorrebbero farvi credere) non trova riscontro in nessun’altra fase della storia dell’umanità. D’ora in poi lo Stato, qualsiasi volto abbia, potrà invadere le vite dei cittadini che amministra, in nome di un astratto bene comune che normalmente non è né comune né tanto meno bene. Lo Stato decide quali attività sono essenziali e quali invece non lo sono, e, per questo, possono essere sacrificate: inutile ricordare che la ruota gira, e che le categorie oggi risparmiate o, addirittura, avvantaggiate da questa surreale situazione, domani potrebbero essere spazzate via con la stessa prepotente violenza. Si suggerisce, così, che sia inevitabile questo sacrificio sociale, come se valesse ancora il mostruoso mors tua, vita mea (la tua morte è la mia vita): altro che Medioevo, che le anime belle citano sempre per indicare (erroneamente) regressione, qui siamo al Paleolitico. Ma la cosa più mostruosa è che la libertà sia diventata sinonimo di un rischio inaccettabile, quello di vivere; il libero arbitrio che lo stesso Dio non ha ritenuto opportuno sottrarre agli uomini, viene adesso calpestato e negato, come se, improvvisamente, si fosse diventati indegni di poter gestire la propria vita e si dovesse delegare la cura di se stessi ad un’entità astratta che dovrebbe sapere meglio di chiunque altro cosa sia bene per noi. E’ mostruoso che ci sia qualcuno che bacia le mani di chi stringe intorno ai suoi polsi le catene e che ti biasimi se tu ti rifiuti di fare lo stesso. E’ mostruoso ed intollerabile l’indifferenza o addirittura il fastidio di qualcuno verso le giuste proteste di chi, da innocente, in prigione non vuole andare. Questa è dittatura: non ha il volto di Stalin o di Hitler, di Pinochet o di Amin, ma non per questo è più dolce. Del resto, la stessa iniezione letale che ha sostituito la sedia elettrica o la camera a gas, non è meno crudele, solo che nessuno può più sentire le urla del condannato, addormentato, ma invaso da liquidi venefici che bruciano gli organi e che provocano – si dice – terribili dolori che quell’assopimento non lenisce. Ed è, se possibile, ancora più mostruosa. Stefano Burbi
Partendo dalla strana logica che anima certi soggetti
che preferiscono fare le proprie ricerche autonomamente e trarne le proprie conclusioni
Poi c’è la trombosi, quella brutta bestia che terrorizza e induce alla fuga. Ecco, qui abbiamo due calcoli, uno a occhio
e uno preciso.
Vedete un po’ voi. Io, per inciso, prendo la pillola da 34 anni, prima contraccettiva e poi da menopausa, di cui 16 fumando da 60 a 80 sigarette al giorno, e di trombosi non ne ho viste comparire. Se adesso me la fa venire il vaccino rido per una settimana di fila, e se mi ammazza sarò l’unico umano a ridere anche dopo morta. E poi c’è quella cosa detta da Burioni, che quegli svegli non si sono fatti scappare, ossia che AZ sembra poco efficace nell’ostacolare l’infezione, e quelli ancora più svegli l’hanno messa a confronto con un’altra affermazione, che vedono come contraddittoria, senza accorgersi che le due affermazioni parlano di cose diverse
E infine qui un calcolo accurato su queste famigerate infezioni post vaccinali: su 84 milioni di americani che hanno ricevuto entrambe le dosi di vaccino, quelli che hanno contratto l’infezione sono stati 6000. Quindi avete ragione, vaccinarsi è pericolosissimo e fate benissimo a non voler lasciare al nemico il vostro prezioso scalpo.
Ma forse qualcosa potrebbe tornare – con qualche limitazione, certo
“I night club riaprono, ma sono ammessi solo i vaccinati”
E sempre più abbiamo la certezza di ciò che vado dicendo da circa un anno, ossia che tutto il disastro che ci hanno provocato non è stato solo del tutto inutile, ma anche pesantemente controproducente.
L’esperienza COVID in Florida conferma che “l’approccio del lockdown è un approccio fallimentare”
Il Governatore repubblicano Ron DeSantis dice ad ‘Ingraham Angle’ che la risposta del Sunshine State è stata il giusto approccio.
Questo articolo è adattato dalla trascrizione dell’intervento di Laura Ingraham dell’edizione del 19 Marzo 2021 di “The Ingraham Angle”.
L’esperienza della Florida sulla pandemia di Coronavirus ha confermato che “l’approccio del lockdown è un approccio fallimentare“, ha detto il governatore repubblicano Ron DeSantis a “The Ingraham Angle“. “Non solo è stato assolutamente distruttivo per quelle comunità [che lo hanno implementato]”, ha detto DeSantis alla conduttrice Laura Ingraham, “i dati del COVID in percentuale rispetto alla popolazione sono stati peggiori in posti come New York, New Jersey e Pennsylvania“. Il governatore repubblicano ha recentemente incontrato gli autori della Dichiarazione di Great Barrington, un piccolo consorzio di epidemiologi che ha prescritto una strategia di “protezione focalizzata” per combattere il virus, che spesso ha contraddetto le regole promosse dai vari governatoridemocratici e da alcune autorità sanitarie federali. “Questi sono alcuni dei migliori esperti del mondo [che] sono stati in grado di certificare che l’approccio della Florida sia stato l’approccio corretto“, ha spiegato il governatore. DeSantis ha aggiunto che la sua amministrazione ha supervisionato la vaccinazione del 70% della popolazione anziana dello Stato, molto più rispetto a molti altri stati per vaccinazioni pro capite. “In Florida, abbiamo seguito una strategia di protezione focalizzata sugli anziani e persone vulnerabili, mantenendo l’economia aperta, mantenendo le scuole aperte“, ha detto DeSantis. “Il risultato è che la nostra disoccupazione è significativamente inferiore alla media nazionale. La nostra mortalità COVID pro capite è inferiore alla media nazionale”. A questo proposito, Laura Ingraham ha notato che anche i critici nello Stato di DeSantis sono stati onesti nel giudicare la sua gestione dell’epidemia. In una recente intervista, il Sindaco di Miami Francis X. Suarez, nonostante abbia criticato il governo di Tallahassee (la capitale della Florida, n.d.r.) per aver impedito alle autorità locali di far rispettare gli obblighi di indossare la mascherina con multe ed altre punizioni ha dichiarato: “Devo lodare [DeSantis] perché ha preso alcune decisioni che sono state coraggiose, ed il fatto della questione è che l’economia è relativamente aperta e fiorente“. DeSantis ha risposto dicendo che crede che i governi locali dovrebbero avere il controllo su alcuni aspetti della politica sanitaria, ma crede che tali direttive dovrebbero essere di natura “consultiva”. La Contea di Miami-Dade, la contea di Broward, la Contea di Palm Beach, così come la Contea di Monroe hanno tutte adottato degli obblighi per le mascherine obbligatorie.
Uno studio smonta le chiusure: “Il Covid così va via tra 10 anni”
Secondo uno studio pubblicato su Science più Covid circolerà velocemente e più in fretta finirà l’incubo. Ma tutto deve avvenire proteggendo le categorie a rischio con cure e vaccini
Sul modo di affrontare il coronavirus bisogna essere cauti. Ancora oggi, a circa un anno dalla sua comparsa ufficiale, il Covid sta causando morti praticamente in tutto il mondo. Eppure vi è uno studio effettuato da Jennie S. Lavine del Dipartimento di Biologia della Emory University di Atlanta e Ottar N. Bjornstad del Dipartimento di Biologia e del Centro Dinamica delle malattie infettive dell’Università dello Stato della Pennsylvania che rivoluziona in modo clamoroso le nostre conoscenze sull’evoluzione del coronavirus. Secondo i risultati di tale ricerca, infatti, parte delle misure adottate fino ad oggi contro il Covid potrebbero essere state controproducenti nella lotta al nemico invisibile. Nella ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Science, i due esperti sottolineano come sia fondamentale far diventare il virus endemico e non così virulento come lo è ora. Lavine e Bjornstad sostengono che il Sars-Cov-2 è diventato così diffuso a livello planetario da esserci poche possibilità di una sua eliminazione diretta. Un problema, certo. Ma va ricordato gli esseri umani convivono con altri coronavirus endemici che causano più reinfezioni ma generano un’immunità diffusa sufficiente a proteggere gli adulti da gravi malattie, in quanto hanno un’aggressività decisamente più indebolita. In pratica si parla di virus paragonabili a quelli influenzali, con un rapporto di mortalità per infezione (Ifr) molto basso, pari allo 0,001. Dallo studio, come ha evidenziato Affaritaliani.it, emerge che più il virus circolerà velocemente e più in fretta avremo finito di combattere questa guerra. Se, invece, si continua a tentare di limitarne la diffusione, allora ci vorranno 10 o 20 anni per tornare alla normalità. Ciò non significa lasciar correre in totale libertà Covid. Bisogna, infatti, usare tutti gli strumenti utili, come le cure diffuse ed i vaccini, per proteggere le categorie a rischio. Invece bisognerebbe eliminare qualsiasi forma di distanziamento sociale e di protezione per poterlo diffondere più possibile e ridurne l’aggressività. Così facendo il coronavirus si manifesterebbe come una normale influenza. Questo processo, oltre ad abbassarne la virulenza, offrirebbe anche un’altra opportunità: ridurrebbe l’età di diffusione interessando principalmente i bambini che hanno un sistema immunitario più forte. Per le loro conclusioni, i due scienziati hanno seguito l’evoluzione degli altri coronavirus in circolazione tenendo anche conto del profilo della malattia strutturata per diffusione di età. Altro elemento utile è stato quello di valutare l’impatto della campagna vaccinazione che, in considerazione dell’attuale bassa diffusione, potrebbe avere effetti di protezione relativamente limitati. “La nostra analisi dei dati immunologici ed epidemiologici sui coronavirus umani endemici (HCoV) mostra che l’immunità che blocca le infezioni diminuisce rapidamente ma che l’immunità che riduce la malattia è di lunga durata”, hanno sostenuto Lavine e Bjornstad. In pratica, per abbreviare i tempi occorrerebbe agire con strategie diverse. Senza dimenticare che la reinfezione è possibile un anno dopo la prima infezione, anche se con sintomi più lievi. Una volta raggiunta la fase endemica, l’esposizione primaria avverrebbe nell’infanzia. Quindi la strategia che si dovrebbe seguire è la seguente: “Affinché la maggior parte delle persone venga infettata così presto nella vita, persino più giovane del morbillo nell’era pre-vaccino, il tasso di attacco deve superare la trasmissione dalle sole infezioni primarie”.
Sconfiggere Covid
“Tuttavia, una volta che i dati demografici dell’infezione raggiungono uno stato stazionario, il nostro modello prevede che i casi primari si verifichino quasi interamente nei neonati e nei bambini piccoli, che, nel caso di Covid-19, sperimentano un CFR basso e un IFR contemporaneamente basso”, hanno spiegano ancora i due scienziati. “Si prevede che le reinfezioni negli individui più anziani siano comuni durante la fase endemica e contribuiscano alla trasmissione hanno proseguito-, ma in questa popolazione allo stato stazionario, gli individui più anziani, che sarebbero a rischio di malattia grave da un’infezione primaria, hanno acquisito l’immunità che riduce la malattia dopo l’infezione durante l’infanzia”, se si ragiona sul lungo periodo. Questa transizione ad un virus più debole “può richiedere da pochi anni a pochi decenni, a seconda della velocità con cui si diffonde l’agente patogeno”, hanno scrittoLavine e Bjornstad che hanno anche sottolineato che “rallentare l’epidemia attraverso misure di allontanamento sociale che riducono R 0 vicino a 1 appiattisce la curva, ritardando così le infezioni e prevenendo la maggior parte dei decessi precocemente, offrendo un momento critico per lo sviluppo di un vaccino efficace”. Per eliminare gli effetti più gravemente patogeni della Sars-Cov 2 il virus va fatto circolare. Così facendo sarà più facile trovare un vaccino sempre più efficace: “Se è necessario un frequente potenziamento dell’immunità mediante la circolazione virale in corso per mantenere la protezione dalla patologia, allora potrebbe essere meglio che il vaccino imiti l’immunità naturale nella misura in cui previene la patologia senza bloccare la circolazione del virus in corso”. Inoltre, i due scienziati hanno spiegato che i risultati preliminari suggeriscono che il vaccino a base di adenovirus sia “migliore nel prevenire infezioni gravi rispetto a quelle lievi o asintomatiche, e sarà importante produrre tecnologie simili per gli altri vaccini”. Dopo l’immunizzazione con un tale farmaco viene prodotta la proteina spike superficiale che attiva il nostro sistema immunitario affinché attacchi il virus e lo debelli. Tesi che di sicuro susciteranno polemiche e critiche. Gabriele Laganà, 6 Marzo 2021, qui.
Corte marziale per alto tradimento e strage continuata e aggravata, e fucilazione alla schiena per tutti, questa sarebbe l’unica giustizia. Concludo con uno spassoso commento in risposta a una signora che ritirava fuori la favoletta del vaccino che starebbe venendo sperimentato sulla nostra pelle:
sperimentazione su un centinaio di milioni e passa di casi mi pare di poter prendermi il rischio. Da un rapido giro di consultazioni gli amici maschi mi dicono che gli tira ancora e non gli è ancora diventato verde con squame argentate (purtroppo, sai che spettacolo!)
Non sono del tutto sicura che l’esperienza mi piacerebbe, però un’occhiatina effettivamente gliela darei volentieri.
Mario Draghi ha firmato il nuovo Dpcm con le misure anti-Covid, il primo del suo mandato. Il decreto entrerà in vigore il 6 marzo e resterà valido fino al 6 aprile, inclusa Pasqua. Ecco cosa si può e non si può fare a seconda dei colori delle regioni o dei singoli territori.
Scuole Dal 6 marzo nelle zone rosse [notare con quale nonchalance si butta lì la reintroduzione delle zone rosse, come parte insignificante del discorso] vengono sospese le attività in presenza delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia [cioè fanno l’asilo a distanza?] ed elementari. Resta garantita la possibilità di svolgere attività in presenza per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali. Nelle zone arancioni e gialle, i presidenti delle Regioni potranno disporre la sospensione dell’attività scolastica: nelle aree in cui abbiano adottato misure più stringenti per via della gravità delle varianti; nelle zone in cui vi siano più di 250 contagi ogni 100mila abitanti nell’arco di 7 giorni; nel caso di una eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico.
Coprifuoco Nelle aree gialle, arancioni e rosse resta il “coprifuoco” [è inutile che lo mettiate tra virgolette per addolcirlo: sempre un gravissimo provvedimento da tempo di guerra rimane. Solo che qui la guerra è stata dichiarata a noi e gli occupanti sono i nostri governanti, a partire dal figlio di Bernardo] alle ore 22 e fino alle 5 del mattino. In zona bianca le ordinanze regioni possono invece rinviare l’orario del ritorno a casa. La Sardegna – prima regione a conquistare il colore bianco – ha fissato il divieto di uscire dalle 23,30 alle 5 [i virus isolani escono più tardi].
Spostamenti nazionali In tutta Italia è vietato spostarsi tra regioni, anche se si trovano in fascia bianca o gialla [nel caso qualcuno si aspettasse mezza briciola di razionalità, di logica, di buon senso dal nuovo governo]. Si può uscire dalla propria regione soltanto per motivi di lavoro, salute e urgenza, possibilmente [? Si deve portare o no?] portando con sé il modulo di autocertificazione. In zona arancione è vietato anche uscire dal proprio comune di residenza. […]
Visite ad amici e parenti Chi vive in zona rossa non può andare a trovare a casa amici e parenti nemmeno una sola volta al giorno, come era invece a Natale. [Quindi se la mamma novantenne non ha la pazienza di aspettare a tirare le cuoia fino a quando torneremo a essere governati da esseri umani, creperà da sola, e tanto peggio per lei]
Seconde case Si può andare nelle seconde case, ma soltanto se si trovano in una regione gialla o arancione e soltanto se per farlo non si deve uscire da una regione arancione scuro [tipo il sei meno meno] o rossa. Chi vive in zona arancione scuro non può uscire dal Comune di residenza anche per andare in una seconda casa. Vietato, in ogni caso, invitare amici o parenti che non facciano parte del proprio nucleo familiare. In caso di case condivise o in multiproprietà potrà andare solo una famiglia alla volta. Bisogna inoltre dimostrare di essere proprietari o affittuari da una data antecedente il 14 gennaio 2021.
Bar e ristoranti In zona gialla bar e ristoranti possono restare aperti fino alle 18. Da quell’orario in poi è consentito l’asporto, fino al coprifuoco delle 22, e la consegna a domicilio, senza limiti di orario. In tutte le zone è stato eliminato il divieto di asporto dopo le ore 18 solo per gli esercizi di commercio al dettaglio di bevande, comprese le enoteche (ma senza degustazione): da questi si potranno acquistare bevande alcoliche e analcoliche ‘da asporto’, senza consumo sul posto, fino alle 22. Dopo le 18 per bar e simili (senza cucina) resta sempre il divieto dell’asporto dopo le 18. [Vero che è chiarissimo?]
Negozi In zona gialla e arancione le attività commerciali sono aperte con orari spesso scaglionati e ingressi contingentati. Nelle zone rosse invece i negozi sono chiusi, tranne quelli dei beni di prima necessità.
Centri commerciali Nei weekend e nei giorni festivi e prefestivi i negozi all’interno dei centri commerciali devono restare chiusi ad eccezione di farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, generi alimentari, prodotti agricoli e florovivaistici, tabacchi, edicole e librerie. In zona rossa queste restrizioni sono ancor più stringenti perché possono restare aperti solo gli alimentari, le farmacie e i negozi di prodotti agricoli e florovivaistici.
Mercati Valgono le stesse regole dei centri commerciali.
Servizi alla persona Nelle zone rosse, saranno chiusi i servizi alla persona come parrucchieri, barbieri e centri estetici.
Palestre, piscine e impianti sciistici Palestre e piscine e impianti sciistici rimarranno chiusi in tutta Italia.
Cinema, musei e teatri Nelle zone gialle si conferma la possibilità per i musei di aprire nei giorni infrasettimanali, garantendo un afflusso controllato. Dal 27 marzo, sempre nelle zone gialle, è prevista l’apertura anche il sabato e nei giorni festivi. Dal 27 marzo, nelle zone gialle si prevede la possibilità di riaprire teatri e cinema, con posti a sedere preassegnati, nel rispetto delle norme di distanziamento. La capienza non potrà superare il 25% di quella massima, fino a 400 spettatori all’aperto e 200 al chiuso per ogni sala.
Feste, fiere e discoteche Ancora vietate tutte le forme di assembramento [ma sarà poco schifosa questa parola con cui si additano al pubblico ludibrio tutte le normali attività sociali?], anche in zona bianca. Quindi le feste restano off limits. E le discoteche devono restare chiuse, come i centri fieristici e congressuali. […]
Zone bianche Nelle zone bianche, si prevede la cessazione delle misure restrittive previste per la zona gialla, pur continuando ad applicarsi le misure anti-contagio generali (come, per esempio, l’obbligo di indossare la mascherina e quello di mantenere le distanze interpersonali) e i protocolli di settore. Restano sospesi gli eventi che comportano assembramenti (fiere, congressi, discoteche e pubblico negli stadi). […]
Come già detto, male ha fatto chi si è illuso che con l’arrivo di Draghi potesse iniziare un’era di ragionevolezza. Anche con lui continua il terrorismo sanitario, continua la reclusione, continua la strage degli innocenti.
Danni da lockdown: impennata di vendite per alcol e psicofarmaci
Qualcuno disse che era solo una “influenza”, che il virus vero era il razzismo, l’ex premier Conte che l’Italia era “prontissima” a qualsiasi tipo di pandemia. Sembrano parole lontane, remote, invece è passato appena un anno. Com’è andata a finire e qual è la realtà lo sappiamo bene: gli italiani convivono con la parola lockdown esattamente da un anno, la nostra vita è divisa a colori, limitata dai coprifuoco, circoscritta a Comuni o massimo Regioni. “Andrà tutto bene”, scrivevamo ovunque [scrivevate!], ma che la nostra vita sarebbe cambiata per sempre l’avevamo capito da subito. Il Covid-19 ha radicalmente cambiato la nostra vita, è penetrato nelle nostre case e cambiato il nostro modo di vivere, lavorare, socializzare. Ci siamo ritrovati a fare videochiamate, a vivere a testa bassa sul cellulare chiusi nelle nostre case per poi accorgerci che tutto ciò di cui abbiamo bisogno è fuori, nella vita reale. Dopo un anno abbiamo capito che nessuno schermo potrà sostituire un abbraccio, un bacio, un sorriso, nessuna videochiamata potrà sostituire l’emozione della socializzazione vera. Secondo gli esperti ci porteremo dietro gli effetti collaterali del lockdown per molto tempo, a partire dai bambini e dagli adolescenti che sono stati, forse, quelli maggiormente colpiti dalle restrizioni con cui siamo obbligati a convivere. Effetti delle reclusioni che s’iniziano però già a intravedere. Infatti il lockdown risulta essere terreno fertile per l’alcolismo. L’aumento di consumo di alcolici trova riscontro nei dati diffusi a livello nazionale riguardanti le vendite: si parla di un aumento del 180 per cento. Per alcuni si tratta di una ricaduta, per altri ancora è una novità, ma l’alcol risulta essere uno dei nemici più pericolosi perché colpisce le persone più deboli e più sole. Un altro dato da non sottovalutare, ma anzi da guardare con la lente d’ingrandimento è quello relativo alla ‘salute mentale’. Ansia generalizzata, depressione e disturbi del sonno, sono le conseguenze più diffuse. Massimo Di Giannantonio, presidente eletto della Società Italiana di Psichiatria ha recentemente rilasciato interviste in cui esprime chiaramente la sua preoccupazione, dichiarando che le conseguenze psicologiche della pandemia saranno gravi e diffusissime. Sempre Di Giannantonio dichiara che molte persone hanno trovato rifugio nelle auto-terapie, consumando sostanze psicofarmacologiche legali come ansiolitici, ipnotici e antidepressivi. Più soggetti coloro che hanno perso il lavoro, chi ha perso dei cari, le persone ovviamente più sole e più deboli. Il grafico sulla crescita delle vendite di ansiolitici rispetto all’anno precedente pubblicato dall’Aifa non ha bisogno, purtroppo, di ulteriori commenti.
Una parte di noi si sta lentamente suicidando, l’altra parte sta venendo lentamente assassinata, perché
Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia di vestire un colore nuovo, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero al bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi e’ infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in sé stesso.
Muore lentamente, chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare.
Muore lentamente, chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore, chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.