ULTIMA SU DACIA VALENT

E questa, scusate l’immodestia, non poteva mancare, perché qui si parla di me medesima in persona, dove si può constatare che quando passa dai massimi sistemi alle minime persone, non è che il suo stato mentale migliori granché.
NOTA: grassetti, corsivi e sottolineature sono tutti suoi.

La cosa che non mi spiego è una: perché, se le cose che dicono e scrivono sono così giuste, sentono il bisogno di nascondersi dietro un nick di facciata? Chennesò… Barbarella per esempio, sembrerebbe una tipa tosta, un po’ tonta è vero, ma tosta. Ma perché scrivere su Ebraismoedintorni con lo pseudonimo Barbara Mella e poi sul suo blog come Barbara e basta e poi su altri siti con il suo nome vero, Claudia Collina (che magari non è la stessa persona ma le piacerebbe tanto esserlo…)? Mi pare un po’ strano, insomma, questi sono davvero gli stessi che se la sono presa per Halima Barre quando hanno una che di personalità ne usa almeno 3 (non so cos’altro faccia in giro, magari potrebbe anche fingere di essere Samantha la Porkona su gangbang.com o Deborah (con l’acca come direbbe lei) su docilischiavettesadomaso.net?

[…]

Questa gente è strana forte, per esempio, questa è una chicca che trovate nel template del Blog di Claudia Collina a.k.a. Barbara/Barbara Mella, giusto per farvi capire quanto paura dovrebbe farvi, soprattutto se doveste incontrarla in una città abbandonata nel cuore della notte, che si aggira furtiva tipo Harry Pioggia di sangue: “Questo è il mio blog. Ce ne sono tanti come lui, ma questo è il mio. Il mio blog è il mio migliore amico, la mia vita. Devo dominarlo come domino la mia vita. Senza di me il mio blog non è niente. Senza il mio blog io sono niente. Devo saper segnalare i post degli altri blogger. Devo dare * prima che il mio nemico dia *****. E lo farò. Al cospetto di Dio giuro su questo credo; il mio blog e me stesso siamo i difensori del Cannocchiale, i dominatori dei nostri nemici, i salvatori della nostra vita. E così sia. Finché non ci sarà più nemico, ma solo quello che pare a me in homepage. Amen.” Brrrrrrrrrr…

E qui penso che qualche parola di spiegazione la dovrò spendere. Il fatto che nel mio blog mi limiti a firmare Barbara mentre in un sito in cui scrivevo articoli firmassi anche col cognome, per qualcuno evidentemente è una bizzarria talmente incomprensibile da togliere il sonno. Poi c’è il mistero di Claudia Collina. La signora in questione è la moglie di un dentista israeliano che risiede a Bologna. Non l’ho mai incontrata, non ci siamo mai parlate neanche per telefono, non abbiamo mai avuto scambi di email privati, non so che faccia abbia. Anche lei all’epoca era attiva per Israele e mandava in giro cose. Scritte in uno stile molto diverso dal mio. Come diavolo a qualcuno possa essere venuto in mente che fossimo la stessa persona, lo sa solo il diavolo – appunto – che aveva preso possesso della sua animaccia nera. Quanto al blog che dice questo è il mio blog ce ne sono tanti come lui ma questo è il mio eccetera, dopo essermici rotta la testa per non so quanto tempo mi è venuto in mente che potrebbe essere quello condominiale in cui ho scritto da fine gennaio a inizio ottobre 2005, messo su da due ragazzi molto giovani che ad un certo punto mi hanno invitata a scriverci anch’io. Quella presentazione è ovviamente opera di uno di loro; che potesse essere una cosa ironica è evidentemente troppo complicato per le meningi della signora. Va da sé che per quel blog Claudia Collina non ci è mai passata neanche per sbaglio, e dubito fortemente che ne conoscesse l’esistenza. Certo che fra scoppi di Mach 4, DNA storici e candele di Purim, ce n’erano di cose in quella testa. E con questo chiudo definitivamente il discorso su quello squallido personaggio, che ha avvelenato la vita a tanta gente, senza neppure guadagnarci qualcosa. Con una lucidità mentale che fa concorrenza a questa qui

barbara

ITALIANI BASTARDI ITALIANI DI MERDA

Ovverosia Dacia Valent un’altra volta.
italiani bastardi

Questo testo è stato garantito autentico da un sito antibufala: questa cosa va precisata perché i deliri sono a un livello tale che qualunque dubbio sarebbe legittimo.

Voi non riuscite nemmeno a immaginare quanto sia difficile per me scrivere, tentando di non ferire le vostre povere sensibilità di piccoli bianchi, totalmente ignoranti del loro passato di carnefici di neri, ebrei e musulmani.
Non conoscete nulla di quello che avete nel vostro DNA storico, vi riempite la bocca di ebrei solo per salvarvi la coscienza, raccontando di come gente tipo Perlasca – un fascista di merda che dovrebbe morire mille volte solo per essere stato fascista ed aver sostenuto fossanche per un solo minuto quel regime – ne ha salvato alcuni.
Siete un popolo senza futuro perché siete un popolo senza memoria.
Me ne fotto degli italiani brava gente. Anzi, mi correggo, me ne fotto degli italiani bianchi e cristiani, naturalmente brava gente.
Non lo siete.
Siete ignoranti, stupidi, pavidi, vigliacchi.
Siete il peggio che la razza bianca abbia mai prodotto.
Brutti come la fame, privi di capacità e di ingegno se non nel business della malavita organizzata e nella volontà delle vostre donne (studentesse, casalinghe, madri di famiglie) di prostituirsi e di prostituire le proprie figlie.
Anche quando dimostrate un barlume di intelligenza, questa si perde nei rivoli del guadagno facile e del tirare a fregare chi sta peggio di voi.
Nessuna delle vostre battaglie ha un senso per altri se prima non produce un tornaconto per voi stessi.
Dalla politica alla religione, dal sociale alla cultura, siete delle nullità.
Capaci di raccogliere firme e manifestare, salvo poi smentire con ogni vostro atto quotidiano quello che a grande voce dichiarate pubblicamente. Andate a marciare da soli, che marci siete e marci rimarrete e non vi voglio profumare.
Non avete una classe media, siete una penosa e noiosa classe mediocre, incivile e selvaggia. I giornali più venduti sono quelli che trattano di gossip e i programmi televisivi più gettonati – al fine di vendere le proprie figlie come bestiame, come le vacche che sono destinate inevitabilmente a diventare, vista la vostra genia – sono i reality.
Avete acclamato qualsiasi dittatore e sottoscritto qualsiasi strage, salvo poi dimenticarvene ed assurgere come vittime di un élite. Non avete un’élite, coglioni, fatevene una ragione: i vostri deputati e senatori sono delle merde tali e quali a voi, i vostri capitani d’azienda sono dei progetti andati a male dei centri di collocamento, ma che o avevano buoni rapporti famigliari o il culo l’hanno dato meglio di voi.
Non solo quelli al governo (o che fanno capo all’area governativa), anche e soprattutto quelli che fanno capo all’opposizione.
Da quelli oggi al governo non ci aspettiamo nulla se non quello che da anni ci danno: razzismo, esclusione, spedizioni punitive, insulti ed umiliazioni.
Ma da quelli all’opposizione, quelli che si sono arricchiti con anni di Arci, Opere Nomadi, Sindacati Confederali, e sempre sulla nostra pelle, facendoci perdere diritti che ormai davamo per acquisiti, ci aspettiamo che si facciano da parte.
Sono ormai troppi anni che deleghiamo le nostre lotte a persone che in teoria dovrebbero averle fatte proprie, dimenticandoci l’infima qualità dell’italiano pseudobianco e pseudocristiano: non vale un cazzo perché non ha valori che valgano.
Un popolo di mafiosi, camorristi, ignoranti bastardi senza un futuro perché non lo meritano: che possano i loro figli morire nelle culle o non essere mai partoriti.
Questo mondo non ha bisogno di schiavi dentro come lo siete voi, feccia umana, non ha bisogno di persone che si inginocchiano a dei che sia chiamano potere e denaro e nemmeno di chi della solidarietà ha fatto business.
Ha bisogno di altro, che voi non avete e quindi siete inutili.
Dite che non è così?
Ditelo ai Rom perseguitati in tutta Italia, ditelo ad Abdoul, ditelo ai 6 di Castelvoturno, ditelo a Emmanuel, ditelo ai gay massacrati da solerti cristiani eterosessuali.
Ditelo a mio fratello, bastardi.*
Ditelo alle decine di persone vere, non zecche e pulci come voi, che non denunciano perché sanno che se vanno dalla vostra polizia bastarda e assassina li umilieranno e magari li picchieranno di più e forse li uccideranno come l’Aldro [ammazzato come un cane perché pensavano fosse un extracomunitario], e se sono donne le violenteranno, e non avranno nessuno a cui rivolgersi per essere difesi.
Ditelo a quelli che rinchiudete per mesi nei vostri campi di concentramento senza alcun genere di condanna, solo per gonfiare le casse di qualche associazione che finanzierà un qualche partito, generalmente di sinistra, ditelo a quelli che lavorano per i vostri partiti e sindacati da lustri senza avere un contratto ma in nero, ditelo a quelli che si sono fidati di voi per anni, ditelo a quelli che raccolgono l’ultimo respiro di quei maiali dei vostri vecchi, e a quelli che si sfilano dalle fighe delle nostre ragazze per infilarsi in quelle larghe e flaccide delle vostre donnacce, ditelo ai nostri ragazzi che vincono medaglie e che saranno il futuro di questo paese, ditecelo, figli di puttana.
Ditelo col cappello in mano, e gli occhi bassi, cani bastardi. Ma sappiate che la risposta ve l’hanno già data a Castevolturno: Italiani bastardi, Italiani di merda. Io ci aggiungo bianchi, perché il discrimine è questo. Valete poco perché avete poco da dire e nulla da dare.
Dacia Valent

* Il fratello è stato assassinato a 16 anni da due compagni di classe, rei confessi: “Era uno sporco negro, si dava delle arie, abbiamo deciso di dargli una lezione”. Essere negro e darsi arie può essere una buona ragione per far fuori uno, se si è sufficientemente razzisti, ma difficilmente basta il razzismo a spiegare le sessantatre coltellate che gli sono state inferte. E in effetti ci sono alcuni aspetti che non sono mai stati chiariti. In ogni caso ad ammazzare Giacomo Valent sono stati i due compagni di classe, non sessanta milioni di italiani.

Qualche nota buttata giù così.
Giorgio Perlasca era “un fascista di merda che dovrebbe morire mille volte solo per essere stato fascista ed aver sostenuto fossanche per un solo minuto quel regime”. Giusto. Mica come quelle brave persone dei tuoi correligionari arruolate nelle SS islamiche.
Le nostre “povere sensibilità di piccoli bianchi”. La mia cugina più giovane, nata settimina, è un metro e novantaquattro. Vedi un po’ tu. Se poi intendi piccoli in altro senso potrebbe venirmi in mente il dottor Angelo Beccari, il dottore che mi curava quando ero piccola. Non aveva mai soldi in tasca perché i suoi pazienti erano tutti poveri e non aveva il coraggio di chiedere soldi. E il pane che avanzava all’ospedale lo portava a casa per i suoi figli. Lavorava una quantità spropositata di ore, perché non diceva di no a nessuno, a nessuna ora del giorno o della notte, e ha finito per morire di infarto sul lavoro a cinquant’anni o giù di lì. E ce ne sono tanti di così, sai, sapessi quanti. Ma forse ho capito di nuovo male; forse intendevi dire che noi bianchi siamo una razza inferiore, il che mi pare giusto, da parte di una che guidava coraggiosamente battaglie antirazziste.
E non conosciamo nulla di quello che abbiamo nel nostro DNA storico (qualunque cosa possa significare); giustamente: quando mai le razze inferiori hanno coscienza di sé? Tu invece che appartieni a una razza superiore lo conosci benissimo il tuo DNA, tanto è vero che hai sempre raccontato di essere figlia di una principessa somala. Si dà però il caso che io la Somalia la conosca bene. Lì non c’è un’aristocrazia con marchesi e baroni e principi e granduchi. Non c’è neppure mai stata una monarchia, ma unicamente tribù raggruppate in clan. Forse tua madre era figlia del capo di una tribù di qualche centinaio di persone, chissà, ma anche se così fosse, in quanto somala e donna valeva comunque meno di una capra che vale meno di un cammello che vale meno di un uomo. La gerarchia sociale è questa, e vale per tutti. In tutti gli altri Paesi dominati dalla legge islamica la testimonianza di una donna vale la metà di quella di un uomo: in Somalia vale un terzo. Vedi un po’ tu.
E qui mi fermo, perché per commentare ogni delirio dovrei occupare lo spazio di Guerra e pace. Ma tanto ti commenti giù sufficientemente da sola. Solo un’ultima cosa: i nostri figli vengono partoriti e crescono ed escono dalla culla e vanno per il mondo. Alla facciaccia tua e del tuo patetico odio psicopatico.
[segue]

barbara

ANCORA DACIA VALENT

Ancora sugli ebrei

[And the winner is…| 06/03/2006 | 11:26 ]

Ci sono momenti nei quali si sente che qualcosa è definitivamente cambiato. Certo, c’è la novità dei fratelli di Hamas al governo della Palestina liberanda, e la loro testarda difesa del diritto di dire di no al trito e ritrito ricatto della Shoah e del riconoscimento di quell’OGM coloniale innestato nella terra dei loro padri e delle loro madri, dei loro figli e delle loro figlie.
Come si fa a chiedere – a chi sta vivendo quotidianamente sulla propria pelle e su quella del proprio popolo il tentativo di distruzione, di annientamento di intere generazioni con le deportazioni, con le uccisioni, con l’isolamento – di riconoscere l’umanità dei propri aguzzini? È inconcepibile, inaccettabile. Sono disumani, sono dei mostri, brutti e cattivi. Le madri, imprigionate dalle catene del terrore imposto dalla pseudodemocrazia ebraica, sussurrano ai figli – mentre nelle notti lunghe dei coprifuoco l’unico rumore che sentono sono le pale degli elicotteri che guatano la preda palestinese, lo scoppio assordante del Mach 4 che annichilisce i feti nei grembi e ammutolisce i bambini nelle culle e il rumore crudele degli anfibi sull’acciottolato delle strade che furono di Gesù e dei profeti – che devono tacere, sennò l’ebreo cattivo li verrà a prendere.
Si, l’ebreo cattivo.
Perché non tutti gli israeliani sono ebrei. Sempre meno israeliani lo sono. Gli israeliani musulmani condividono la discriminazione ed il razzismo ebraico con il loro fratello palestinese, così come lo fanno gli israeliani cristiani, così come le fanno i milioni di ebrei contro l’occupazione. Perché in sono milioni a rinnegare la catena dell’odio che attanaglia l’intelligenza, rendendole piccoli sospiri abortiti nel vuoto lasciato dalla compassione uccisa dalle dite febbrili di chi sa di non avere ragione.
In quella terra, la terra più amata del mondo, amata anche da chi non ci è nato e da chi non ci morirà, esiste un unico aguzzino che per meglio guardare l’orrore che sta seminando, accende un candelabro a sette braccia e il suo cielo ha solo stelle a sei punte.
Dicono che dal deserto l’infame boia ha ricavato dei giardini. Non è vero, ma anche se fosse, ma le sue piante sarebbero marcite prima ancora di crescere, i suoi fiori appesterebbero l’aria ed i suoi frutti sarebbero avvelenati dall’odio di chi ha imparato a bere dalle acque sapide della negazione dell’altro. Queste bestie crudeli, capaci solo di odiare, senza cuore e senza pietà, che strappano gli occhi delle madri e si abbeverano delle lacrime dei bambini, mi fanno orrore, mi fanno pietà.
Hanno costruito un muro di odio che li circonda, e circondando loro circonda anche quelli di loro che provano il nostro medesimo orrore quando li vediamo e quando li pensiamo e quando il brivido di paura e disgusto ci graffia la pelle, quella vicina al cuore.
Volete che riconosciamo un vostro presunto diritto all’esistenza dello staterello sintetico che vi hanno regalato sulla nostra terra?
Ne parleremo quando avrete dato corso alle centinaia di risoluzioni delle Nazioni Unite che avete disatteso fino ad oggi, quando smetterete con le vostre incursioni omicide sulla nostra terra, quando i nostri figli potranno camminare senza temere di essere uccisi “per sbaglio” da qualche “bastardo eletto”, quando le nostre case non verranno demolite, quando non ruberete più i nostri soldi dalle nostre banche o quelli delle tasse e dei dazi che riscuotete in nostro nome, quando non profanerete più le Chiese cristiane e le Moschee musulmane, quando i nostri fratelli palestinesi – cristiani e musulmani – di cittadinanza israeliana avranno gli stessi diritti degli ebrei, quando i nostri figli potranno fare ritorno sulla terra che è la loro, quando smantellerete il vostro esercito e disarmerete i silos nucleari, quando chiederete perdono per questi anni di orrore che avete inflitto al mondo intero..
Il giorno in cui mostrerete rispetto lo otterrete, quando darete pace, l’avrete, quando smetterete di essere delle bestie assetate di morte e distruzione, vi tratteremo da persone umane, quando chiederete perdono, ci penseremo.
Solo allora, forse, potrete chiederci di vivere con noi, in pace. E forse, ma solo forse, vi diremo di si. E quando avremo guardato negli occhi dei vostri bambini, che sono come i nostri, allora diremo che è arrivato il momento di perdonare, perché è negli occhi dei nostri figli che si leggono le parola non ancora scritte ed è dalle loro mani che la musica che vorremmo ascoltare viene suonata.
Ma non era questo ciò di cui volevo parlare. Come al solito divago. Era un’altra cosa. Volevo parlare della scenografia che è cambiata e che vi svela per ciò che siete: non più povere vittime ma orrendi carnefici, e le vostre false lacrime, la vostre fasulle grida di allarme, giungono fievoli e fastidiose alle orecchie di un mondo che si è stancato di sentire le vostre puttanate e che ormai ha capito cosa siete e cosa volete. Questa notte, il Red Carpet del Kodak Theatre era un sentiero di Nablus, era una piazzola di Jenin, era un piccolo parco di Qibya e, contro ogni velleità di far valere la Shoah come cartellino rosso per espellere la Palestina dalla notte degli Oscar, malgrado le vostre raccolte di firme e la vostra presunzione di riuscire, noi eravamo li, in tasca un biglietto per l’Oscar già obliterato da un Golden Globe.
Il premio – quello più dolce – è stato sentire quel nome amato, caro nome amato, Palestina, sussurrato al microfono, ed urlato negli incubi di chi la Palestina vorrebbe vederla annientata e scordata.
Ed invece stanno dimenticando voi. E so che di quello che siete diventati non sentiremo affatto nostalgia.
Dacia Valent

Quelli che seguono sono alcuni passi salienti del sopra riportato geniale pezzo della signora Valent, commentati da un amico.

Chi sono gli ebrei?
Ce lo spiega Dacia Valent
– Gulp! Ritiro tutto quello che ho detto della Valent nella nostra ultima  telefonata… e aggiungo: minkia!

di quell’OGM coloniale innestato nella terra dei loro padri e delle loro  madri, dei loro figli e delle loro figlie.
–  Parlando da biologo, è noto che gli OGM servono a migliore le colture e il  terreno, checché ne dicano gli scemi verdi. Quindi questo è un complimento.

Sono disumani, sono dei mostri, brutti e cattivi.
– E fanno la bua ai palestinesi, oserei dire.

lo scoppio assordante del Mach 4
–  Non si capisce bene cosa sia, ma se è (come penso) il bang di chi infrange  il muro del suono, allora non è che Mach 4 sia più rumoroso di Mach 1, 2 e 3.

che […] ammutolisce i bambini nelle culle
–  Comunque: potrei avere una registrazione, grazie?

e il rumore crudele degli anfibi sull’acciottolato delle strade che furono di Gesù e dei profeti – che devono tacere, sennò l’ebreo cattivo li verrà a prendere.
– Si, l’ebreo cattivo. Sempre quello della bua?

Dicono che dal deserto l’infame boia ha ricavato dei giardini. Non è vero, ma anche se fosse, ma le sue piante sarebbero marcite
–  Non so se si capisce di più dai contenuti o dalla forma, cos’ha in testa la ragazza…

quando li pensiamo e quando il brivido di paura e disgusto ci graffia la pelle, quella vicina al cuore.
–  Se ha la pelle vicino al cuore vuol dire che ha poche tette e QUESTA è la  cosa più imperdonabile di tutte.

Il giorno in cui mostrerete rispetto lo otterrete, quando darete pace, l’avrete, quando smetterete di essere delle bestie assetate di morte e distruzione, vi tratteremo da persone umane, quando chiederete perdono, ci penseremo.
–  “ci penseremo” è f-a-n-t-a-s-t-i-c-o!

Solo allora, forse, potrete chiederci di vivere con noi, in pace. E forse, ma solo forse, vi diremo di si.
–  Appunto, dicevo 🙂

E quando avremo guardato negli occhi dei vostri bambini, che sono come i nostri,
– Bontà sua.

Ma non era questo ciò di cui volevo parlare. Come al solito divago. Era un’altra cosa.
– Ah, ecco. Meno male, va là.

Volevo parlare della scenografia che è cambiata e che vi svela per ciò che siete: non più povere vittime ma orrendi carnefici, e le vostre false lacrime, la vostre fasulle grida di allarme, giungono fievoli e fastidiose alle orecchie di un mondo che si è stancato di sentire le vostre puttanate e che ormai ha capito cosa siete e cosa volete.
– Ah sì, bene bene… tutto diverso, vedo 🙂

Il premio – quello più dolce – è stato sentire quel nome amato, caro nome amato, Palestina, sussurrato al microfono, ed urlato negli incubi di chi la Palestina vorrebbe vederla annientata e scordata.
–  Questa però non è normale, seriamente.

Ed invece stanno dimenticando voi. E so che di quello che siete diventati non sentiremo affatto nostalgia.
Dacia Valent
– Amen. Ma dove scrive? La pagano per questi sproloqui (che sarebbero tali anche se tifasse per gli israeliani, sia chiaro).
Bello, comunque, grazie. Molto divertente 🙂
marco

Di mio aggiungo una sola annotazione: non è comico sentire una signora italo-somala, nata in Somalia da padre italiano e madre somala, residente in Italia, di religione cattolica fino a quando non si è convertita all’islam tre anni prima, parlare di “nostra terra”, “nostri figli”, nostre case”, “nostri soldi”, “nostre banche”?
[segue]

barbara

DACIA VALENT E GLI EBREI

Avendola recentemente nominata, sono andata a ripescare dai miei archivi questo interessante articolo.

[Loro vogliono, loro chiedono, loro pretendono| 11/09/2005 | 19:29 ]

“Credo vi siano due modi di concepire il dialogo fra le diverse religioni. Il primo vede come soggetti le religioni, appunto, come sistemi di idee e di credenze. Nel nostro caso, l’Ebraismo entrerebbe in dialogo con il Cristianesimo. È molto difficile, per non dire impossibile, definire gli scopi che si prefiggerebbe una tale operazione; la religione non è una scienza, nella quale, come ci ha insegnato Popper, la falsificazione di una teoria sulla base di dati sperimentali o osservazionali dovrebbe e potrebbe indurre il sostenitore della teoria stessa a rivederne le stesse fondamenta.”. [Amos Luzzatto, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane]

Si fa un gran parlare di dialogo tra ebrei e cristiani: convegni, lezioni, trasmissioni, discorsi politici, insipidi e ipocriti. Nessuno degli interpellati ammette chiaramente che la Gente del Libro del dialogo e della conoscenza reciproca non sa che farsene.
A meno che, questo finto interesse, non serva ad imporre precetti oscurantisti intrinseci nel credo ebraico. È una comunità supponente, sprezzante e pretenziosa prona all’apartheid e all’autocommiserazione con cui ricatta quell’Occidente reduce da forti sensi di colpa nei confronti della Shoah. Un Occidente, quindi, fin troppo accondiscendente. Ogni “diritto” rivendicato deve essere supportato da pesanti accuse contro i governi autoctoni che, secondo gli ebrei, violano le loro libertà religiose. Perchè l’Ebraismo è superiore, perché gli ebrei sono il popolo eletto, perché i gentili sono miscredenti e razzisti, incapaci di comprendere e rispettare la magnificenza del credo ebraico.

Il TALMUD insegna che Gesù Cristo era illegittimo e che fu concepito durante il periodo mestruale; che aveva l’anima di Esaù; che era un pazzo, uno stregone, un seduttore; che egli fu crocefisso, sepolto all’inferno e innalzato come un idolo dai suoi seguaci. Il libro Zohar, III, (282), dice che Gesù morì come un animale e fu seppellito in quel “mucchio di immondizie… “dove gettano le carcasse dei cani e degli asini, e dove i figli di Esaù (i cristiani) e di Ismaele (i musulmani). inclusi Gesù e Maometto, non circoncisi e immondi come carcasse di cani, sono seppelliti.”

Le nostre leggi, la nostra cultura, i diversi credo professati dai non ebrei, sono elementi secondari rispetto alla rasatura dei capelli imposta dagli integralisti chassidici alle donne, alle sinagoghe dove devono pregare separate, al cibo kosher.

“Benedetto tuo Signore Nostro D. Re del mondo che non mi hai fatto non ebreo. Benedetto tuo Signore Nostro D. Re del mondo che non mi hai fatto schiavo. Benedetto tuo Signore Nostro D. Re del mondo che non mi hai fatto donna.” Questa è la preghiera che tutte le mattine al risveglio devono dire gli uomini ebrei, mentre la donna è costretta a sostituire l’ultimo versetto con la frase “Benedetto tu (o Signore Nostro D. Re del mondo) che mi ha fatto secondo la sua volontà”.

Gli europei, sostengono gli ebrei, hanno un debito verso i giudei massacrati “ingiustamente” dai nazi-fascisti. Da quando Mosè si è autoproclamato guida del “Popolo Eletto”, l’ebraismo non ha portato che guerre, morte e distruzione su tutta la terra. Gli ebrei non hanno mai nutrito alcun rispetto nei confronti delle civiltà che li hanno ospitati e le più grandi culture sono state contaminate dalla loro miseria; basti pensare alla Spagna, all’Egitto e alla Palestina: chiese e templi vilipesi, statue distrutte, libri bruciati e gente massacrata per essersi rifiutata di riconoscere il loro potere. La storia dovrebbe illustrarci cosa potrebbe diventare l’Europa se, disgraziatamente, venisse ebraizzata. Lo possiamo intuire dando uno sguardo a molte delle nostre città, che di europeo, oggi, sembrano avere ben poco. Residenti che hanno paura di passeggiare dopo una certa ora, gente disturbata dai veementi sermoni dei rabbini o dall’invasione delle strade durante la preghiera congregazionale. Non è politically correct fare determinate affermazioni perché ci si potrebbe ritrovare, insieme Faurisson, sul banco degli imputati. Ovviamente il vilipendio alla religione è più importante di qualsiasi altro diritto o della verità. L’odio viscerale che l’ebreo prova nei confronti degli Akum (cristiani), alimentato senz’altro da un forte complesso di inferiorità, è il risultato di precetti religiosi riportati su Torah e Talmud.
Il dio dell’ebraismo è belligerante; un dio che complotta contro gli infedeli, che detesta e insulta gli Akum e la Umma, che ordina di uccidere e infondere terrore nei loro cuori. Abhodah Zarah (26b) si legge:Eretici, traditori e apostati devono essere gettati in un pozzo e non devono essere soccorsi.” E ancora nel Hammischpat (34,22)I traditori, gli epicurei e gli apostati sono peggiori dei Goim.”
Qualche tempo fa un cimitero dissacrato ha mietuto decine di vittime in molte parti d’Europa, oltre che provocare clamore anche tra gli ebrei risiedenti in altri continenti. In Israele, tutti coloro che criticano la religione del terrore ebraico, vengono incarcerati e torturati. Nel 2003 un giovane di 18 anni, Yair Khilou, è stato incarcerato dinanzi ad una folla applaudente per aver rifiutato di arruolarsi per uccidere poveri bambini. Nel 1986 uno scienziato, Mordechai Vanunu, è stato drogato e rapito da agenti dei servizi segreti ebraici e incarcerato e torturato per ben 18 anni solo per essersi convertito al cristianesimo ed aver denunciato che Israele era in possesso di armi di distruzione di massa.
Le donne detenute nelle carceri ebree, se vergini, verranno stuprate per non far loro “odorare la fragranza del paradiso”. Questi episodi, naturalmente, non vengono riportati dai diligenti ebrei sempre pronti a prendere nota della minima violazione.
Certo, non tutti gli ebrei sono malvagi, bigotti e irrispettosi; non tutti sognano un’Europa ebraizzata e non tutti disprezzano le nostre leggi. Eppure, nessuno ha mai condannato i crimini perpetrati in nome di Jahve. Amnesty International stila rapporti sugli abusi commessi dal nostro paese nei confronti delle centinaia di clandestini che approdano regolarmente sulle nostre coste ben sapendo di violare la legge; le comunità ebraiche denunciano presunte dissacrazioni dei loro cimiteri e sinagoghe, episodi di razzismo e antisemitismo. Quando inizieranno a riconoscere nei loro testi e nelle loro azioni le violazioni dei diritti umani? Quando cominceranno a rispettare noi autoctoni, la nostra legge, la nostra cultura e le nostre libertà mai messe in dubbio sino al loro arrivo?
Quale dialogo interessa loro? Nessuno, se non la rivendicazione di libertà religiose obsolete assolutamente estranee alla nostra cultura. Agli ebrei, le nostre religioni, i nostri usi e nostri valori non garbano, quindi, da grandi samaritani, hanno pensato di stravolgere la nostra civiltà. Per il nostro bene si intende. Quando tutti accenderemo candele per il purim, penseranno ai nostri diritti e magari ci rispetteranno pure.
Loro vogliono, loro chiedono, loro pretendono. Noi dobbiamo assecondarli in rispetto alla Dichiarazione Universale Dei Diritti dell’Uomo. Abbiamo a che fare con persone assolutamente ignare del significato di diritto, rispetto, gratitudine. Gente che proviene da un paese oscurantista in cui noi Akum e Umma siamo discriminati, disprezzati, spesso insultati nel nostro credo.
Quei muri di diffidenza non hanno nulla a che vedere con le crociate, ma con l’eterna minaccia che questa religione, ideologia di vita, pone al mondo intero.
dacia valent dixit

Naturalmente non mi metto a commentare ogni dettaglio di questo delirio; è interessante comunque notare questa totale sovrapposizione dell’ebraismo all’islam, dallo stupro delle vergini in carcere per non lasciarle andare in paradiso (usando esattamente le parole che usa l’islam), alle orde che vanno a fare decine di morti in tutta Europa per vendicare la profanazione di un cimitero, all’odio per le altre religioni, alle invasioni e distruzioni delle culture autoctone (a proposito: interessante che una immigrata da un paio di dozzine d’anni sbatta in faccia la propria autoctonia agli ebrei, in Italia da 2200 anni), alla distruzione di libri e statue, alla galera per chi critica la religione…
Ah, dimenticavo: a Purim non si accendono candele; è una delle pochissime ricorrenze ebraiche in cui non si fa.
[segue]

barbara