Portare il terrorismo alla bancarotta, un’intercettazione dopo l’altra
Akiva Hamilton, 24 novembre 2012, Jerusalem Post
C’è un’esplosione di amore e di apprezzamento in Israele per quello straordinario strumento tecnologico chiamato Iron Dome che ha salvato tante vite nel sud e nel centro di Israele.
Malgrado questo è stato poco analizzato il vero significato strategico dell’Iron Dome.
L’Iron Dome ha cambiato le regole del gioco in modo tale che non solo consegna l’attuale modello di terrorismo di Hamas e degli Hezbollah al cassonetto dell’immondizia, ma stravolge completamente le dottrine militari di tutti i nemici di Israele.
Prima di esaminare in dettaglio questo cambiamento strategico fondamentale, è necessario occuparsi di un certo numero di importanti fraintendimenti che oscurano questa realtà.
Prima di tutto l’Iron Dome non è più soltanto un sistema difensivo contro missili a corto raggio. La quinta batteria, messa in campo l’ultimo sabato dello scontro, possiede un sistema radar significativamente migliorato (da parte di Elta, un comprimario poco conosciuto della storia dell’Iron Dome) e miglioramenti software che trasformano questo sistema in un sistema di difesa antimissile a corto e medio raggio.
Mentre si descrive Iron Dome come in grado di colpire missili che abbiano un raggio d’azione di 70 km, secondo l’esercito israeliano questo nuovo miglioramento permette di intercettare missili con raggio fino a 200 km. Con questo, il sistema è già in grado di assumersi gran parte delle intercettazioni che il prossimo sistema israeliano antimissile a medio raggio David Sling dovrebbe realizzare.
In secondo luogo non è vero che gli intercettori dell’Iron Dome costino 40.000 o $ 50.000 l’uno. Come in ogni tipo di sistema di alta tecnologia la maggior parte dei costi sono costi di sviluppo e di messa a punto della produzione. Questi costi fissi sono distribuiti sul numero di pezzi stimati che si produrranno e così si giunge al prezzo. Però, se il numero di pezzi da produrre aumenta sostanzialmente rispetto alla stima iniziale, il costo scende in proporzione.
Il reale costo marginale di produzione di un intercettore è basso e riflette i costi degli delle materie prime: metallo, propellente, esplosivi, componenti elettronici usati nella sua fabbricazione e il lavoro richiesto per far funzionare la linea produzione. Se l’esercito ordinerà un numero di intercettori 10 volte più grande di quanto stimato originariamente il costo scenderà intorno $ 5000; se ne ordinerà 100 volte di più il costo potrebbe raggiungere o avvicinarsi al costo marginale di meno di $ 1000.
In terzo luogo il costo reale di missili e dei razzi che l’Iron Dome deve intercettare è stato molto sottostimato da molti commentatori. I missili Grad possono pure costare in Iran soltanto $ 1000 al pezzo, ma questo non è il costo di un missile consegnato ad Hamas a Gaza.
La linea logistica di consegna dall’Iran a Gaza è estremamente contorta e costosa, una linea che comporta enormi perdite per le azioni dell’esercito israeliano che bombarda i convogli e le fabbriche nel Sudan, e per l’intercettazione da parte delle marine militari occidentali. Grosse tangenti devono essere pagate ad ogni passaggio di mano lungo il cammino, in particolare ai beduini del Sinai e ai soldati egiziani di Rafah che dovrebbero fermare il contrabbando. Le perdite continuano poi quando il missile Grad raggiunge Gaza, con l’esercito israeliano che distrugge sistematicamente i depositi di missili.
Così 1000 missili Grad che costano all’acquisto in Iran 1 milione di dollari possono divenire meno di 300 pezzi che costano ulteriori 2 milioni per “spese di consegna”. Così un missile Grad da $ 1000 in Iran, diventa un missile Grad da $ 10.000 a Gaza.
Quarto: Iron Dome è fondamentalmente un sistema di computer altamente avanzato con un ciclo rapidissimo di miglioramento. Finora l’Iron Dome si sviluppa come l’iPhone attraverso continui upgrades di software e hardware e conseguenti incrementi delle prestazioni.
Non solo in futuro continuerà ad essere così, ma in effetti il fenomeno accelererà secondo la legge di Moore e la legge di Ray Kurzweil sui ritorni accelerati che stabilisce che le prestazioni di un sistema di computer crescono esponenzialmente nel tempo.
Con ogni upgrade la percentuale di intercettazioni migliorerà e il raggio di azione dei missili che possono essere intercettati migliorerà ancora di più. Per questo dobbiamo aspettarci che l’Iron Dome raggiungerà un tasso di intercettazione del 95% o anche più alto nel prossimo anno o due e continuerà a migliorare man mano che la velocità e la potenza di elaborazione dei computer che compongono il suo cervello ed i suoi occhi (radar) cresceranno.
La conseguenza pratica di tutto ciò è il rapporto tra i missili sparati e il numero di israeliani uccisi, salito da 50-75 (Libano e Gaza prima dell’Iron Dome) a 300 nel 2011 (75% di intercettazioni) a 500 nel 2012 (90% intercettazioni) malgrado il fatto che Hamas usi missili più letali.
La conseguenza strategica è che l’attuale strategia del terrore di Hamas ed Hezbollah, basata su missili, è stata resa sia inefficace tecnicamente che insostenibile economicamente. Ritengo che attualmente l’uccisione di un singolo israeliano costi ad Hamas (e quindi al suo sostenitore iraniano) circa 5 milioni di dollari (500 missili a $ 10.000 l’uno). Quando l’Iron Dome raggiungerà un tasso di intercettazione del 95% questo numero raddoppierà e ad un tasso del 97,5% raddoppierà ancora a 20 milioni di dollari.
Contrariamente ad alcune opinioni, i terroristi non potranno portare Israele al punto di rottura sparando milioni di missili, perché il costo reale di loro missili eccede il costo marginale dell’intercettore israeliano. Inoltre, molti missili non vanno assegno e l’Iron Dome semplicemente li ignora (a costo zero). In effetti questa strategia porterà l’Iran ad un punto di rottura molto più velocemente di quanto non sia stata portata l’Unione Sovietica alla stessa situazione dalle “guerre stellari” e dalla difesa missilistica del presidente Reagan.
Questo è devastante non soltanto per la strategia del terrore di Hamas e degli Hezbollah, ma anche per le dottrine militari dei nemici di Israele come l’Iran e la Siria, che hanno investito pesantemente in missili e razzi per compensare la loro debolezza in campo aereonautico.
L’Iron Dome è già efficiente al 90% contro molti dei missili a medio raggio siriani mentre il sistema di difesa missilistico israeliano Arrow 2 è ugualmente efficace contro i missili iraniani a lungo raggio. Le ulteriori componenti dell’ombrello difensivo antimissile multistrato israeliano, David Sling e Arrow 3, diverranno operativi nel 2013/14 e seguiranno lo stesso percorso di miglioramenti tecnologici dell’Iron Dome. Come risultato l’arsenale missilistico dei nemici continuerà a declinare in efficacia a tassi esponenziali mentre il tasso di intercettazione del sistema missilistico israeliano migliorerà.
Iran, Siria e i loro satelliti terroristici stanno combattendo una battaglia persa con il progresso tecnologico a ritmo esponenziale in un campo nel quale Israele è il leader mondiale.
L’Iron Dome quindi cambia le regole del gioco ed annuncia la fine dei razzi e dei missili usati da coloro che sono meno avanzati tecnologicamente. In un certo senso, proprio come l’organizzazione nella quale io lavoro combatte il terrorismo con richieste legali ai terroristi di risarcimento danni, una dopo l’altra, così l’Iron Dome avanza costantemente, intercettazione per intercettazione.
Akiva Hamilton lavora come avvocato per Shurat haDin, organizzazione per i diritti civili e leader mondiale nella lotta al terrorismo attraverso citazioni per danni in giudizi civili.
(Traduzione di David Pacifici)
Dedicato soprattutto a chi è convinto che siccome gli israeliani muoiono meno dei palestinesi (ach, questi ebrei dalla dura cervice che non ne vogliono sapere di lasciarsi macellare…), ciò dimostra che i palestinesi sono buoni e gli israeliani sono cattivi (quelle famose risposte sproporzionate, you know).

Preghiera per i soldati d’Israele
barbara