SPIGOLATURE 3

La giusta indignazione dei buoni e miti contro i cattivi e aggressivi 

Qui.

e un granellino di buon senso

Un po’ di politica interna, che non fa mai male (anzi sì, sempre)

e un po’ di quella semi-interna e semi-estera, che fa un male cane

GRANDE ORSO, GRANDE CANE, GRANDE MERDA

Una ragionevole richiesta

e un cortese avvertimento (uomo avvisato…)

E passiamo a due temi molto seri. Il primo è l’oscenità del politicamente corretto, che stavolta riguarda Superman

Giovanni Bernardini

IDIOZIA AL POTERE

Anna Karenina e Maria Stuarda sono diventate nere.
La fatina buona di Cenerentola si è trasformata in un trans di colore.
James Bond è diventato femmina, ovviamente di colore.
Ora è la volta di Superman che diventa omosessuale o, quanto meno, bisessuale.
La “filosofia” (si fa per dire) politicamente corretta non si limita ad autoassegnarsi il monopolio della verità, della libertà e dell’etica.
Non le basta affermare che il politicamente corretto rappresenta quanto di meglio l’umana creatività abbia mai prodotto in millenni di storia. Per inciso: è possibile usare la parola “umana” o rischio l’accusa di sessismo maschilista usandola?
NO. Il politicamente corretto vuole che tutta la storia, tutta la cultura, tutta l’arte, la filosofia, la scienza, la musica, il cinema, i fumetti, le fiabe tutto insomma, ma proprio TUTTO sia riscritto in termini politicamente corretti.
Nei miei ricordi di bambino e di ragazzino superman non ha, mi pare, una moglie, né una fidanzata. E non a caso: i suoi incredibili super poteri lo condannano ad una sostanziale solitudine.
Ora NO. Ora superman si sessualizza e, naturalmente, è bisessuale. Se no sarebbe un bieco maschilista, sessista, omofobo e, naturalmente, fascista!
Sembra non esserci limite alla deriva di imbecillità totalitaria e nichilista che sta travolgendo l’occidente.

Beh, no, non proprio tutto l’occidente: solo gli imbecilli e le pecore. Che sono tanti, comunque.

Il secondo riguarda l’infinitezza dell’umana stupidità e dell’umana ignoranza.

Francesco Annunzi

Qualche tempo fa mi sono imbattuto in un articolo di Focus che si chiedeva: “Nel Medioevo esisteva il cancro?”.
Dentro di me ho pensato che fosse una domanda veramente sciocchina, un po’ tipo se chiedessero se Tutankhamon avesse mai visto una zanzara o se nel neolitico esistessero già le montagne.
Curioso e sbruffoncello, vado a leggere i commenti: shock.
Tutti (e dico TUTTI) si chiedevano cosa nel Medioevo potesse causare il cancro. Mangiavano alimenti non trattati, non c’erano le sigarette, le industrie, l’amianto. Qualcuno dubitava persino della veridicità delle affermazioni riportate nell’articolo.
Ad una cena poi, ho raccontato dell’episodio ad alcuni amici che, davanti al mio sconcerto, rispondevano “Vabè, però la domanda non è così stupida. Cosa lo causava?”
Lì ho capito che c’era un problema, serio.
Il cancro è un fenomeno naturale. Quando milioni di cellule si riproducono, alcune subiscono alterazioni del materiale genetico. Queste alterazioni vengono continuamente riparate da alcuni meccanismi molecolari “salvavita” che il nostro corpo ha per impedire che queste mutazioni esitino in una proliferazione cellulare incontrollata che, nei casi più infausti, chiamiamo cancro.
Il cancro ha dei fattori di rischio, cioè degli agenti che possono aumentare statisticamente la probabilità di svilupparlo, perché riducono l’efficienza dei meccanismi riparativi del DNA o perché aumentano la frequenza delle mutazioni.
In generale, qualsiasi stimolo nocivo che spinge le cellule a riprodursi per riparare un danno aumenta la probabilità di sviluppare un tumore. Perché sì, perché è statistica. Più le cellule si riproducono più aumentano le probabilità che qualcosa possa andare storto.
Basti pensare che uno dei fattori di rischio per i tumori del cavo orale è il vizio di mordersi le labbra.
Fattori di rischio, non cause.
C’è anche la predisposizione genetica che gioca un ruolo essenziale e che, di nuovo, è un fattore di rischio, non una causa. La causa è la mutazione che non può essere riparata. Punto.
Il cancro è qualcosa che esiste perché è la vita stessa per come la conosciamo che lo implica. Ecco perché chiedersi se il cancro c’era già nel medioevo equivale a chiedersi se 3 miliardi di anni fa la terra aveva già le rocce o se gli uomini primitivi fossero già fatti di cellule.
Quella che è all’apparenza una domanda ingenua, in realtà cela una totale confusione su come funziona la vita. Confusione che poi si ripercuote su ogni aspetto che riguardi la salute. Siamo pieni di convinzioni errate che spesso sconfinano nel misticismo. Siamo incapaci di comprendere l’importanza pratica della statistica, la differenza tra aumento della probabilità e CAUSA. Come possiamo poi stupirci se le persone credono che i vaccini siano causa dell’autismo o che la vitamina C ci impedisca di prendere infezioni virali?
Ma, soprattutto, come si può, nell’ambito dell’istruzione primaria e secondaria, continuare a tralasciare la conoscenza del nostro corpo e, d’altro canto, la logica che ci serve per analizzare lucidamente anche gli argomenti in cui siamo poco ferrati, per dare invece la priorità a nozioni che, per quanto possano arricchirci umanamente, restano fini a loro stesse? Voglio dire, la Cecoslovacchia ieri c’era, oggi non c’è più ma siamo in grado di riconoscerne l’importanza e la si studia; col nostro corpo e con la nostra mente siamo certi di doverci convivere per tutta la vita. Non vale forse la pena conoscerli almeno allo stesso modo?
Spero con tutto il cuore che la pandemia e tutti i problemi di comunicazione e comprensione che questa ha portato con sé possano condurci a fare una seria riflessione sulle conoscenze di base che un essere umano dovrebbe avere su se stesso, prima ancora che su ciò che lo circonda.

L’idea che nel medioevo non potesse esserci il cancro dal momento che non c’erano fabbriche auto sigarette e la famigerata CO2, è dopotutto sorella di quella di Greta e gretini vari misti secondo cui possiamo salvare il pianeta solo tornando indietro di un millennio, con la popolazione mondiale ridotta a un ventesimo di quella attuale – i rimanenti 19/20, ci dispiace per loro, dovranno essere sacrificati – e la vita media più che dimezzata e vissuta tra fame, freddo e dolorosissime malattie non più curabili. Perché i bei tempi di una volta erano così. E toccherà che qualcuno se ne faccia una ragione.

barbara

SIAMO A CAVALLO, L’ITALIA È SALVA!

Ci ha pensato la boldrinessa, che tra un match e l’altro con le sue collaboratrici cattive cattive che dicono tante brutte cose di lei, si preoccupa indefessamente del bene dell’Italia, e guardate quante idee geniali ha partorito la sua mente vulcanica!

Boldrini: “Bibbia e proverbi contro le donne”/ Libro choc “serve Ddl Zan, più aborti”

Laura Boldrini e il libro per “salvare le donne in Italia dal potere dei maschi”: la lista shock da più Ddl Zan, meno obiezione coscienza, stop proverbi e passi della Bibbia

L’Italia, in particolar modo il mondo femminile, si può salvare con meno obiezione di coscienza (dunque con più aborti) con il Ddl Zan approvato, con la parità di genere nella toponomastica e perfino su WhatsApp, per non parlare delle “devastanti” storture presenti nei proverbi della tradizione e perfino nella Bibbia.

È un concentrato di “desideri” e “proposte” l’ultimo libro di Laura Boldrini ‘recensito’ oggi da “La Verità” che non risparmia nulla alla deputata Pd. Il titolo del libro dice già molto, se non tutto “Questo non è normale. Come porre fine al potere maschile sulle donne”, ma è poi nei contenuti anticipati da Francesco Borgonovo nel suo articolo di decostruzione del “Boldrin-pensiero” che si scoprono questioni assai molto controverse. Ad esempio i proverbi come «Donna pelosa, donna virtuosa»; «donna baffuta, sempre piaciuta»; «donne e buoi dei Paesi tuoi», e simili, non possono più essere accertati secondo l’attivista politica in difesa del mondo femminile, perché «sono il succo di pregiudizi millenari e di discriminazioni stratificate ai danni del genere femminile, specchio di superstizioni e di un pensiero che non guarda alle donne con occhio benevolo, frutto di una cultura patriarcale e maschilista dalla quale non abbiamo ancora preso le distanze». Ma è la stessa Bibbia, a proposito di tradizione, a non essere particolarmente sopportata dall’ex Presidente della Camera: colpevole di aver proposto il “modello Eva”, andrebbe “riesumata” l’antica tradizione ebraica sulla figura di Lilith, la quale «esigeva di essere trattata alla pari, non voleva giacere con Adamo a comando, si rifiutava di servirlo e obbedirgli»*

IL LIBRO DI LAURA BOLDRINI E LA “LISTA” SHOCK

La lista di cambiamenti, precetti e regole che dovrebbero cambiare in Italia (e non solo) per raggiungere la fantomatica “parità dei generi” è molto lunga e Laura Boldrini spazia ogni campo della cultura e della politica per “dimostrarli”. «Non è normale avere un’ottima legge sull’interruzione volontaria di gravidanza e non poterne usufruire a causa dell’obiezione di coscienza», lamenta la deputata Dem nel suo libro pro-femminismo. Dall’aborto ai temi LGBT, il passo è breve: «va approvato il Ddl Zan al più presto», scordandosi però in questo passaggio la buona fetta di mondo femminista** che su quella proposta di legge ancorata al Senato ha avuto e ha ancora molto a cui contestare (specie sul concetto di autodeterminazione inserito nel disegno di legge che consentirebbe a chiunque di dichiararsi donna al 100%). Se la prende poi con l’Inno di Mameli, i completamenti di WhatsApp nel dizionario automatico e tanto altro ancora: un punto però su tutti ci ha colpito, quando cioè Boldrini provando a spiegare la necessità di fiabe e storie per bambini diverse dalla “tradizione maschilista e patriarcale” arriva a citare Chesterton. «Come diceva Chesterton, le fiabe non servono per dire ai bambini che esistono i draghi, ma per far capire loro che i draghi possono essere sconfitti»; ecco, si dimentica forse anche di dire – come giustamente nota “La Verità” – che il buon GKC spiegava anche tramite i suoi capolavori come la fiaba in quanto tale non è “sessista” ma aiuta le bambine a scoprire sé stesse (citando Marie-Louise Von Franz) attraverso la conoscenza del maschile, ovvero il principe azzurro. In un Paese libero, vivaddio, le opinioni sono libere e pure le castronerie (di cui ognuno è foriero, non dimentichiamolo): certo però che guardare la realtà solo con le lenti ‘speciali’ dell’ideologia, alla lunga, rischia di nuocere gravemente alla realtà stessa.
Niccolò Magnani, qui.

* Quando, dopo il peccato, Dio comunica le punizioni che dovranno subire, dice ad Adamo: “Mangerai pane col sudore del tuo volto” e a Eva: “Partorirai i figli con doglia e avrai desiderio di tuo marito”. Nella Bibbia è dunque già enunciato il desiderio sessuale della donna, e automaticamente riconosciuto come legittimo, contrariamente a quanto sostenuto dalla cultura maschilista e patriarcale, e in anticipo di quasi tremila anni sulle più rivoluzionarie femministe. Inoltre, che cosa produce l’uomo con fatica e con dolore? Cose che si consumano. Che cosa produce la donna con fatica e con dolore? La vita! La signora boldrinessa parla della Bibbia senza averne letta una sola pagina.

** E anche di quello omosessuale.

Nel suo libro la signora boldrinessa si batte anche, come scrive Francesco Borgonovo, a favore della toponomastica «paritaria» come se parificare il numero delle vie dedicate a donne e uomini potesse realmente migliorare la condizione femminile. E niente, quando una è cretina ce la mette proprio tutta a essere cretina a tutto tondo, dalla testa ai piedi, dai capelli alle budella, senza lasciarne fuori una sola cellula, una sola molecola, un solo atomo. E guardate quanto è bella con questo splendido velo verde-islam!

barbara

CON LA PAROLA DIO CREÒ IL MONDO

E con le parole ora lo stanno distruggendo.

Torturano le parole per creare l’uomo nuovo

E’ in corso una rivoluzione orwelliana per sostituire l’Archeolingua con la Neolingua (Italia compresa). Padre e madre, Mr e Mrs, ladies and gentlemen… Del passato della lingua bisogna fare tabula rasa

Chi in Inghilterra non ha sentito l’espressione ladies and gentlemen? Da oggi, sui treni inglesi, non sarà più possibile, racconta il Telegraph. Per essere più “inclusivi” hanno detto addio alla celebre formula. Nella “cattolicissima” Irlanda bagni neutri saranno installati questa settimana nelle scuole. L’Università di Manchester ha appena imposto al personale di non utilizzare più i termini “madre” e “padre” ma i neutri “partner” o “tutore” [e con quello che una volta si chiamava asilo e adesso si chiama scuola materna e guai a sbagliare perché “quelli” si incazzano come iene e ti correggono stizziti, come la mettiamo? Tornerà a chiamarsi asilo? O diventerà scuola tutoriale?]. Il Brighton and Sussex University Hospitals NHS Trust è il primo in Inghilterra usa “allattamento al torace” anziché “allattamento al seno” e “genitore che partorisce” al posto di “madre”. Il personale è stato istruito a sostituire anche “latte materno” con “latte umano”. Se IKEA in Australia ha appena introdotto il linguaggio neutro nei suoi magazzini, la città di Salem, in America, quella della caccia alle streghe, ha appena introdotto il linguaggio gender free.

E’ tipico di ogni rivoluzione dominare la lingua per avere un’uniformità di espressione che serva da veicolo all’ideologia dominante. George Orwell in 1984 immortalò la sostituzione dell’Archeolingua con la Neolingua. Quando il governo socialista spagnolo di José Luis Rodríguez Zapatero varò la sua “rivoluzione famigliare”, decise di vietare i tradizionali riferimenti di genere nei documenti relativi alla famiglia. Sui certificati di matrimonio “marito” e “moglie” furono sostituite da “sposo A” e “sposo B”. Nei certificati di nascita, “padre” e “madre” vennero rimpiazzati da due neologismi: “Progenitore A” e “Progenitore B” (anche in Italia da poco è norma “genitore 1” e “genitore 2” nelle carte di identità under 14) [E con quale criterio vengono stabilite le priorità, ossia quale chiamare 1 e quale 2? E se poi quello relegato al secondo posto, o a progenitore di serie B, si offende, o si risente, o si deprime e poi magari si suicida, come la mettiamo? Avranno numero o lettera a giorni alterni scambiandosi i ruoli ogni giorno?]

Nel nuovo libretto di famiglia e nel codice di procedura civile in Francia un tempo campeggiavano in grassetto i termini “sposo o padre” e “sposa o madre”.  Nei nuovi libretti le parole “il padre, la madre” sono state sostituite da “uno dei genitori”. Il sindaco ecologista di Lione ha introdotto la scrittura inclusiva in tutti i documenti ufficiali della città… La scuola elementare Yves Codou, nel comune francese di La Mole, celebra la “festa dei genitori” invece di quella della mamma, per non scontentare le coppie omosessuali. [E quelli che non hanno i genitori? Cosa sono queste vergognose – e, queste sì, autentiche – discriminazioni?]

La Cardiff Metropolitan University, una delle maggiori del Regno Unito, ha stilato una lista di 34 parole che docenti e studenti sono “invitati” a non usare più, sostituendole con altre non “sessiste”. Via “chairman”, a favore del neutro “chair”; “fireman”, pompiere, è sostituito da “firefighter”; casalinga, “housewife”, lascia il posto a “consumer”; umanità, “mankind”, viene rimpiazzata da “humanity” [huMANity? Orrore!!]; anche “homosexual” viene meno a favore di “same sex”; assistente, “right hand man”, diventa invece “chief assistant”. 

Princeton, l’università ha bandito il termine “man” nei suoi vari utilizzi a favore di espressioni più “inclusive”. Via così anche “he” e “she”, a favore di “you” e “your”. A New York, la City University ha deciso che si doveva fare a meno di “Mr” e “Mrs”: perché le donne dovrebbero dire se sono sposate? [sull’eliminare la distinzione fra Miss e Mrs, fra signorina e signora, sarei pienamente d’accordo: la distinzione fra sposati e no non si fa per gli uomini, non vedo perché si debba fare per le donne, e francamente trovo anche ridicolo che qualcuno, a settant’anni, continui a chiamarmi signorina come mezzo secolo fa] Intanto la Elon University eliminava la parola matricola, “freshman”, per usare “first year”. La città di Berkeley ha sostituito termini come “businessman”, “mailman”, “manpower” e “salesman”, per evitare anche solo di evocare il maschile “man”. L’Università del Vermont è stata la prima in America a creare un nuovo pronome, “they”, terzo genere “neutrale”, né femminile né maschile, ma plurale senza genere: “They”, loro. 

“Una volta che la lingua è condannata come fascista, tutto diventa possibile: non merita più rispetto né venerazione” scrive su Le Figaro a fine aprile il filosofo Robert Redeker. “La scrittura inclusiva è in realtà il contrario di ciò che afferma di se stessa: è esclusiva, perché esclude la lingua dalla sua storia. Espelle la lingua dal suo passato, dalla sua tradizione, dalla sua dimora, dalla sua logica. E’ il mito ultrarivoluzionario della tabula rasa: del passato della lingua bisogna fare tabula rasa, al fine di lasciarsi abitare dalle fantasie dei suoi avversari”. 

Torturano le parole per costruire un uomo nuovo…. Ci riusciranno?

Giulio Meotti

Io direi che ci stanno riuscendo alla grande. E fra un po’ arriveremo anche a

(anche se ci siamo andati molto vicini già più di tre anni fa)  Poi però non stupitevi se

Aggiungo ancora un paio di suggerimenti se dovete fare degli auguri di compleanno

E infine vi spedisco a leggere qui.

barbara

ITALIA OGGI

Questo è il ragazzo di Fano, quello talmente pazzo squilibrato esagitato fuori di testa che hanno dovuto strapparlo fuori dalla scuola, montagli sopra in tre e sedarlo – cioè drogarlo – e infine ricoverarlo in quello che non si chiama più manicomio ma la sostanza non cambia moltissimo.

Poi da Fano passiamo a Terzigno.

Fulvio Del Deo

Terzigno, una bella serata primaverile. Ragazzi si attardano per strada e uno dei tanti alessandri-gassman del posto chiama il 118. All’arrivo della pattuglia, tutti riescono a darsela a gambe, tranne il più lento. Uno dei carabinieri lo aggredisce, neanche fosse il peggiore dei delinquenti. Il povero ragazzino si scusa perfino.
Il militare non perderà il posto: è sotto procedimento disciplinare e al massimo rischia il trasferimento. In realtà, lo mettono al sicuro da eventuali vendette, perché dietro a un ragazzino indifeso può esserci spesso un padre o un amico grande e grosso che non ci pensa due volte.

E non mi si venga a raccontare che l’intervento è un atto dovuto, che obbediscono agli ordini e altre analoghe puttanate, perché qua i calci comincio a tirarli io.
E poi ci sono i progressisti figlidizan.

Simone Pillon

Volete un esempio di prevaricazione dei maschi sulle femmine, di maschilismo tossico, di patriarcato allo stato puro? Eccolo, fresco di vernice. La sede di Arcilesbica nazionale è stata imbrattata da maschi che si sentono femmine e che si firmano “rabbia trans”.
Al grido di “arcistronze” questi paladini del ddl Zan hanno dato una bella dimostrazione di quello che tocca a chiunque esprima il proprio dissenso nei riguardi del pensiero Gender.
I soliti democratici…

Cari maschietti che vi esibite con enormi cartelli che gridano “Ci sono ragazze con il cazzo, fatevene una ragione”, per quanti pizzi indossiate, per quanto fondotinta vi schiaffiate addosso, per quanti smalti fedezeschi vi spennelliate, a comandare è sempre il testosterone prodotto da quelle due microscopiche cosine che si chiamano XY. Fatevene una ragione.
E poi c’è il virus. Ci avevano promesso che il coprifuoco – gioite gioite – sarebbe stato spostato alle 23, o addirittura, anzi addiritturissima, alle 24 – gioiamo gioiamo che il cielo è azzurro e il sole splende

– ma grazie alla provvidenziale micidialissima variante sudafricana adesso non se ne fa più niente. Impossibile, perché i famigerati assembramenti sono perniciosissimi

anche se qualche pericoloso soggetto non è d’accordo

E poi c’è il famoso vaccino italiano

e poi ci sono gli intelligentissimi sinistri

e poi ci sono i televirologi

(della signora Viola si era già parlato qui. Per la verità se ne era parlato anche qui ma, come potrete vedere, sono stati oscurati tutti i video che documentavano le puttanate sparate dai nostri esperti. Lei comunque spiegava che è ovvio che il coprifuoco non serve a diminuire i rischi di contagio, ma è necessario mantenerlo per dare un segno. Di che cosa? Del fatto che dobbiamo cambiare radicalmente il nostro stile di vita. Quanto a Galli che annuncia il ritiro, ricorda tanto quello che spiega che smettere di fumare è talmente facile che lui è capace di farlo anche tenta volte al giorno)
E infine ci sono le garbate critiche a Salvini che ha preso posizione a favore di Israele martoriato da razzi e incendi e guerriglia urbana e pogrom

Formidabile soprattutto “figlio di puttana con la mamma troia”: e vorrei proprio vederlo un figlio di puttana con la mamma casta.

E niente ragazzi: siamo nella merda.

barbara

SCENE DA UN MANICOMIO 2

Cominciamo col battesimo ai tempi del coronavirus

e proseguiamo con le lungimiranti politiche di Nostra Santa Madre Europa

con il benefico ddl e prossimamente legge Zan

Nota: “NEGLI esseri umani”. Cioè tutti.

e, sempre più o meno in tema, di Laurel Hubbard

Simone Pillon 

Cari amici buongiorno.
Oggi raccontiamo la storia di Laurel Hubbard.
Questo signore di mezza età si chiamava Gavin e da ragazzino aveva la passione per il sollevamento pesi. Si era classificato primo in un concorso junior nel 1998, ma poi non aveva più vinto un bel niente.
Nel 2012 la svolta: dopo aver deciso di diventare donna, ha cominciato a gareggiare nelle competizioni femminili.
A quel punto è diventato campione di tutto: Australian open, Pacific games, Oceania e Commonwealth championship, etc etc.
Ora ci tengono a far sapere che rappresenterà la Nuova Zelanda nelle gare femminili delle prossime olimpiadi di Tokyo.
Ovviamente si tace delle proteste per slealtà (transfobiche?) sollevate dalle atlete australiane, della Samoa e della stessa Nuova Zelanda che si sono viste battute e sconfitte dai muscoli maschili di Gavin-Laurel.
Una cosa del genere accadrà presto anche in Italia, a meno che non riusciamo a bloccare la follia del #ddlzan
Altro che diritti LGBT+. Questa è una vergogna.
Rispetto per tutti, ma maschi gareggino coi maschi, e le femmine con le femmine, indipendentemente dalla loro “autopercezione”.

Non possono mancare il vergognoso privilegio bianco

e i vergognosi trucchi dei conservatori per impedire alla gente di votare

E ora due coppie celebri a confronto

Gerardo Verolino

Nella foto in alto, Andrej Sacharov, fisico nucleare, accademico delle scienze e premio Nobel per la pace nel 1975, con la moglie Elena Bonner, medico, intellettuale, scrittrice, insignita della medaglia Robert Schuman dal Parlamento europeo. Per la loro lotta in difesa dei diritti umani e per le loro critiche alla dittatura comunista verranno perseguitati dal regime sovietico.

Sotto, Federico Leonardo detto Fedez, cantante, autore di testi impareggiabili come “Dai cazzo Federico” da cui il verso: “e con tutto questo affetto mi sento così commosso però fammi andare al cesso che mi sto cagando addosso”; insieme alla moglie Chiara Ferragni, influencer, fashion blogger (boh?). La gente ritiene che oggi questi due siano i nuovi difensori dei diritti umani e oppositori del regime.

Aiuto! Cosa è andato storto in questi ultimi decenni?

E un assaggio di sinistra politica interna

E concludo questa manicomiale carrellata col manicomio vero

Tso a Fano, rivolta per lo studente: “Ha 18 anni, è assurdo”

Ondata di proteste dopo il ricovero in psichiatria imposto al ragazzo che non voleva indossare la mascherina in classe. Un docente: “Io lo seguo da un anno ed è sempre stato corretto con i compagni, che gli vogliono anche bene”

Fano, 7 maggio 2021 – “Si porti subito questo ragazzo in seno alla sua famiglia e si assista lui e i suoi cari con quella prossimità necessaria e di civiltà”, ha scritto ieri Vito Inserra dell’associazione Libera.mente. Perché l’incredibile vicenda dello studente che si è incatenato al banco della scuola per protestare con l’imposizione delle mascherina e poi ricoverato in psichiatria a Pesaro, ha suscitato reazioni anche a livello nazionale.

L’aggiornamento Tso studente mascherina Fano, a Muraglia spuntano i no mask

Tra le telefonate anche quella del senatore della Lega Armando Siri: “Voglio i dettagli di questa vicenda – dice – che ha dell’incredibile. Andrò a fondo”. Poi aggiunge: “Mi sto informando per avere dettagli. Ma se fosse vero sarebbe di una gravità inaudita che ad un adolescente venga fatto un Tso a scuola perché inscena una protesta. Ma viva Dio! Li vogliamo tutti imbanbolati, rimbecilliti davanti ad un computer e senza spirito critico? Nessuna evoluzione si realizza senza attrito tra generazioni. Le interperanze giovanili sono il sintomo di una società viva e noi che facciamo? Invece di confrontarci la sediamo, le soffochiamo con la forza? E’ dovere della politica e delle istituzioni approfondire questa vicenda nei minimi dettagli non accontentandosi certo che venga derubricata con la frase frettolosa ‘tanto questo è matto’. Perché è inaccettabile. Su questa vicenda occorre fare chiarezza senza esitazioni e approssimazioni”.
La cosa che ha colpito tutti è stata la scelta del trattamento sanitario obbligatorio. Dibattito anche in città con tutti i giovani che frequentano l’istituto, che si dicono solidali con il ragazzo, ma la discussione si è aperta anche tra i docenti; più quelli che ritengono il provvedimento eccessivo di quelli che invece sostengono la tesi “che il ragazzo andava fermato prima”.
“Mi dicono che mi terranno qui per una settimana“, rispondeva ieri il giovane al cellulare. Calmo, tranquillo. “Devo dire la verità, io lo seguo da un anno – dice uno degli insegnanti – e si è sempre comportato bene con i compagni di classe che fra l’altro gli vogliono bene. Mai un atteggiamento aggressivo anche se parlava sempre in terza persona. Anzi un giovane che dà soddisfazioni perché ha sempre approfondito quello che si era spiegato in classe. Alcuni docenti ne hanno chiesto l’allontanamento, ma io non sono mai stato d’accordo e sostengo la linea della preside”.
Ma la cosa che ha colpito è “quel parlava in terza persona”. Che fa riferimento al manipolatore che da mesi è dietro a questo giovane “perché è forse lui il vero caso psichiatrico”, commenta un medico. L’uomo che la preside, quando lo ha visto davanti all’istituto, ha detto: “Volevo scendere e dargli un pugno in faccia”. Un problema questo che si è posto anche il sindaco Massimo Seri che conosce bene la vicenda: “Il problema vero qui è capire chi è questo presunto ’costituzionalista’ che ha manipolato questo ragazzo”.
Massimo Seri è quello che ha firmato il ricovero “ma è un atto dovuto, perché il ricovero forzato – continua lo psichiatra – deve essere proposto da un medico e controfirmato ad un altro collega. La firma del sindaco è solo un atto formale”. Il ricovero deve essere avallato anche da un giudice del tribunale.
Vito Inserra di Libera.mente insorge: “Due ore non sono bastate per convincerlo? Bene si prosegua con tutto il tempo e la pazienza necessarie”. Ed aggiunge: “Non ci sono risorse umane e disponibilità di servizi? Non è una giustificazione per passare alle vie di fatto come è accaduto per questo giovane che non voleva fare la guerra ai marziani o proclamarsi Napoleone, visto il periodo. Voleva solo, in modo evidente e scomodo, dire che la nostra Carta va attesa anche nelle libertà personali… Non prendiamo l’abitudine di risposte brevi per questioni che necessitano di ponderazione e di calma. E’ difficile e impegnativo ciò? Sì, lo è e tale comportamento fa la differenza tra una medicina di territorio civile e una medicina vista solo come correzione e non come salute e guarigione”.
Il partito Potere al Popolo scrive: “Pur considerando la necessità di indossare i dispositivi di protezione, riteniamo inaccettabile e protestiamo contro questo trattamento fascista, con la scusa dell’emergenza Covid. Bastava accompagnare il ragazzo a casa. Non può accadere che si venga internati perchè si sta protestando contro una disposizione di legge. Chiediamo la liberazione del ragazzo”.
m.g. (qui)

Per inciso, l’intervento sul ragazzo è stato questo

molto simile a quest’altro di un anno esatto fa.
Passo a un paio di cose carine, partendo da questa

Noi che amiamo Israele

Benaya Peretz,

gravemente ferito nell’attacco terroristico nello svincolo di Tapuach, si è svegliato dall’intervento chirurgico e ha chiesto di ascoltare la canzone che tanto ama. Il suo cantante preferito, Benaya Barby, si è presentato per cantargli di persona. Un gesto bellissimo.
Guarda l’emozionante incontro e il sorriso di Benaya

Forza campione, auguri di pronta guarigione!

e poi, sempre in Israele

E una nei commenti ha chiesto: “E cosa se ne fanno i malati dei capelli?”

E infine questa: di qua Israele, di là Egitto

E concludo con una nota di spirito

barbara

PER RISTABILIRE LE GIUSTE PROPORZIONI

Elio Cabib
Karl Gorath
Questo è Karl Gorath. Quando aveva 26 anni, il suo amante geloso lo denunciava alla polizia come uomo gay. Il regime nazista aveva rafforzato l’attuale legge tedesca contro l’omosessualità, Paragrafo 175, per punire gli uomini sospettati di cosiddetta ′′indecenza innaturale′′ con altri uomini. Dopo essere stato denunciato, Karl è stato processato e condannato ai sensi del Paragrafo 175 e inviato al campo di concentramento Neuengamme, dove fu costretto a indossare un triangolo rosa sulla sua uniforme da prigioniero.
Il suo allenamento come infermiere alla fine lo ha fatto trasferire in un altro campo per lavorare in ospedale lì; tuttavia, quando una guardia gli ordinò di diminuire le razioni per i pazienti prigionieri polacchi di guerra, Karl si rifiutò. Fu mandato ad Auschwitz come punizione, dove rimase fino alla liberazione nel 1945.
Dopo la guerra ritornò in Germania. La sua convinzione ai sensi del Paragrafo 175 rimase nel suo record perché la Germania Ovest continuò a sostenere la versione nazista della legge. Karl è stato arrestato ai sensi del Paragrafo 175 una seconda volta negli anni ‘ 1950 Al suo processo, il giudice che lo condannava in prigione per omosessualità era lo stesso giudice che lo aveva mandato in un campo di concentramento per lo stesso motivo decenni prima. Dal 1945 fino a quando il Paragrafo 175 fu modificato nel 1969, la Germania Ovest imprigionò circa 100,000 uomini secondo questa legge. Il governo tedesco non ha abrogato completamente il Paragrafo 175 fino al 1994.
Karl fece diversi tentativi di reclamare le riparazioni dopo la guerra, come molti sopravvissuti alla persecuzione nazista. Gli è stato negato. Secondo gli ufficiali, non era ammissibile perché i suoi registri del campo dimostravano che era prigioniero del Paragrafo 175 È diventato uno dei primi sopravvissuti gay alla persecuzione nazista a raccontare pubblicamente la sua storia. Morì nel 2003, dopo molti anni di condivisione delle sue esperienze e attirando l’attenzione sulla situazione dei prigionieri del Paragrafo 175

Scopri di più sulla persecuzione degli uomini gay sotto il regime nazista: https://encyclopedia.ushmm.org/…/persecution-of-homosexuals

(foto per gentile concessione Karl Gorath)

Crediti USHMM

HSA – Holocaust Social Archive [ארכיון השואה]

Ecco: questa è omofobia. Questa è persecuzione, non quella in cui negli ultimi otto anni i reati riferibili all’orientamento sessuale e all’identità di genere sono stati 212, in media 26,5 all’anno. 

Se poi qualcuno si facesse illusioni sullo scopo e sull’impatto della legge, se dovesse passare:
ddl Zan
NOTA: il testo è evidentemente tradotto dall’inglese con alcune improprietà e traduzioni a orecchio o con traduttore automatico (convinzione, record). La traduzione non è mia, e ho lasciato il testo così come l’ho trovato.

barbara