SE IL CIBO DOVESSE COMINCIARE A SCARSEGGIARE…

a chi dobbiamo rivolgerci?

Tucker Carlson: Perché siamo paranoici sull’approvvigionamento alimentare

Tucker Carlson esprime le sue preoccupazioni sulla carenza di uova in America

Questo articolo è adattato dal commento di apertura di Tucker Carlson dell’edizione del 30 gennaio 2023 di “Tucker Carlson Tonight”.

La scorsa primavera, a marzo, in una conferenza stampa a Bruxelles, Joe Biden ha spiegato che le sanzioni che stava imponendo contro la Russia, pur essendo moralmente necessarie, avrebbero causato carenze alimentari in tutto il mondo, anche qui negli Stati Uniti. “Sarà una cosa reale”, ha detto.
Ora, Joe Biden ha detto questo in modo molto strano. Non c’è stata alcuna allusione o panico, emozioni che ci si aspetterebbe da un leader che prevede la morte di esseri umani per fame. Niente di tutto ciò. Al contrario, c’era pura e semplice disinvoltura. Biden avrebbe potuto parlare di com’era il tempo oppure di un viaggio per andare in tintoria. “Sarà una cosa reale”.
Poi Biden ha continuato, raccontando una conversazione avuta con gli alleati europei. Ci ha raccontato tutto. Quando ha incontrato il gruppo, ha detto Joe Biden, hanno parlato di “come potremmo aumentare e diffondere più rapidamente le carenze alimentari”. Questo è ciò che Joe Biden ha detto testualmente. È registrato.
Ecco quindi il Presidente degli Stati Uniti che si impegna ad aumentare le carenze alimentari in una conferenza stampa. Sembrava un evento degno di nota, ma nessuna organizzazione giornalistica in questo Paese sembra essersi accorta dell’accaduto. Né la Casa Bianca l’ha corretto. Ma altri stavano guardando. Così, nel giro di pochi giorni, quella clip è finita sui social media e Facebook l’ha segnalata immediatamente come “notizia falsa”.
Ora, a rigor di termini, questo non è vero. Non c’è nulla di falso nel video. Era del tutto reale. Chiunque può verificarlo. Ma a quanto pare, gli utenti di Facebook avrebbero dovuto capire che Joe Biden è affetto da demenza senile e che quindi non è responsabile delle proprie parole. Prendere Joe Biden alla lettera si qualifica come “disinformazione”. Ora, lasciamo a voi la valutazione di questo episodio. Non possiamo sapere cosa pensasse Joe Biden, se mai lo pensasse, quando ha pronunciato quelle parole a Bruxelles. Possiamo solo dirvi cosa è successo dopo.
Strani disastri cominciarono a colpire le aziende alimentari di tutti gli Stati Uniti. In aprile, il mese successivo, la sede di uno dei maggiori distributori di alimenti biologici del Paese è stata distrutta da un incendio. La causa è sconosciuta. Il mese successivo, in realtà in una sola settimana, due distinti incidenti aerei privati hanno distrutto due diversi centri di trasformazione alimentare. Un aereo ha colpito uno stabilimento della General Mills in Georgia. L’altro aereo ha colpito uno stabilimento alimentare in Idaho. A febbraio, l’esplosione di una caldaia ha distrutto un impianto di lavorazione delle patate in Oregon e così via.
Così anche le persone che non sono abituate a collegare i puntini, che non si considerano dei fanatici delle teorie della cospirazione, cominciano a chiedersi: “C’è qualcosa che non va qui?”. Ma nessuno poteva dirlo. L’amministrazione Biden non aveva risposte e non aveva modo di arrivare alle risposte perché non aveva dati.
E questo è interessante perché l’amministrazione Biden tiene traccia di molte cose, quelle che le interessano, il razzismo, l’etnia e la vita sessuale, per esempio, di ogni persona in America. Ci sono abbastanza transessuali dalle isole del Pacifico che suonano il flauto traverso nelle principali orchestre sinfoniche? Oppure abbiamo abbastanza gay del Sud-Est asiatico che lavorano nel settore dei trasporti a lungo raggio? Queste sono le domande che preoccupano i contabili dell’amministrazione Biden.
Allo stesso tempo, la stessa amministrazione non tiene alcun registro delle infrastrutture delle nostre scorte alimentari. A quanto pare, non ci hanno mai pensato. Quindi, onestamente, non possiamo sapere in un modo o nell’altro, perché non abbiamo una base di riferimento, se sta succedendo qualcosa di strano ai nostri fornitori di cibo.
Ma da alcuni giorni si sta cominciando a chiederselo. Sabato scorso, un enorme allevamento commerciale di uova nel Connecticut centrale è bruciato senza alcun motivo evidente. Un incendio enorme. Sono intervenuti almeno 20 dipartimenti dei vigili del fuoco, che hanno combattuto le fiamme per oltre 8 ore. Più di 100.000 polli sono morti.
Questa è una storia triste. Ma la cosa interessante è che la maggior parte dei media non l’ha considerata affatto una notizia. Strano, considerando che i prezzi delle uova sono diventati un vero e proprio problema per la maggior parte degli americani. In molti luoghi i prezzi delle uova sono aumentati di oltre il 100%. Eppure, proprio nel momento in cui le uova sono un problema, 100.000 galline muoiono in un incendio allucinante. E il New York Times, che si trova proprio lì accanto, in uno Stato vicino, non ne parla nemmeno. Che cos’è? Non preoccupatevi. “Cose del genere non hanno nulla a che fare con il prezzo delle uova”, dicono i media. È solo l’influenza aviaria. Sentite.

GIORNALISTA

Il consumo di uova è cresciuto negli anni, poiché molte persone le consumano come principale fonte di proteine. Ma la produzione è crollata a causa dell’epidemia di influenza aviaria in corso. Nell’ultimo anno, l’USDA ha dichiarato che quasi 58 milioni di volatili sono stati infettati negli Stati Uniti, rendendola l’epidemia più letale nella storia degli Stati Uniti. Purtroppo, i volatili infetti devono essere abbattuti, causando un calo delle scorte di uova e un’impennata dei prezzi. In alcuni casi, i negozi stanno esaurendo le scorte e limitano la quantità di uova acquistabili.

COMMERCIANTE

All’inizio della settimana abbiamo comprato delle uova da Fry’s e Levine. Abbiamo pagato 8,99 dollari alla dozzina.

Quindi, se chiedete al Dipartimento dell’Agricoltura, per esempio, o a qualcuno dell’amministrazione Biden, nella misura in cui prestano attenzione, il che non è molto, vi diranno che i prezzi delle uova sono alti a causa dell’influenza aviaria. Si tratta di un virus del tutto naturale, proprio come il COVID-19. I prezzi non hanno nulla a che fare con gli allevamenti di polli che bruciano. Anche in questo caso, nessuno nel governo tiene traccia di questo tipo di cose. Perché dovrebbero? Perché non potrebbe mai accadere nulla del genere. Calmati, QAnon. E molte persone, in particolare nei media nazionali, persone che non saprebbero riconoscere un pollo se non fosse accompagnato da una salsa per intingerlo, sono soddisfatte di questa spiegazione.
Ma abbiamo notato che alcuni allevatori che hanno a che fare con i polli ogni giorno non sono convinti. Alcuni di loro, alcuni allevatori di polli, hanno notato qualcosa di strano. Le loro galline non depongono uova o non ne depongono tante. E questi polli non sembrano malati di influenza aviaria. Non stanno morendo. Sono ancora vivi. Solo che non producono uova.
Ora le galline sane depongono uova regolarmente, ogni 24-26 ore. Ma all’improvviso, i proprietari di galline in tutto il Paese – non tutti, ma molti – riferiscono di non ricevere le uova o di non riceverne abbastanza. Qual è la causa? È chiaro che c’è qualcosa che lo sta causando. Alcuni hanno concluso che il responsabile potrebbe essere il mangime per le galline. Sentite.

ALLEVATRICE DI POLLI

È il mangime commerciale il motivo per cui le galline di molte persone non hanno deposto? È una domanda che mi pongo e che ho visto su TikTok, Facebook, ovunque. Sto parlando di galline. Migliaia di persone che non hanno uova da sei, sette mesi. Non è normale. Ho almeno 60 galline che dovrebbero deporre. Ho un pollaio di circa 100 galline e in estate ho fatto dalle due alle tre uova, per tutta l’estate. Penso davvero che sia il mangime, soprattutto dopo aver visto tante persone che hanno avuto lo stesso problema, passando ad un mangime di produzione locale, e che si è risolto da solo.

Allora perché abbiamo messo questo filmato in TV? Perché quella proprietaria di polli parla a nome di tutti i proprietari di polli? Perché è la più grande esperta al mondo di questioni aviarie? Probabilmente No. Ma perché le persone che dovrebbero tenere traccia di ciò che accade non lo fanno? Perché non gli interessa.
Così, invece di rivolgerci alle solite fonti del Dipartimento dell’Agricoltura o di chiamare l’ufficio stampa della Casa Bianca, abbiamo deciso di ascoltare persone che hanno davvero a che fare con i polli. E la signora che avete appena sentito, ad esempio, dice di aver cambiato il mangime per le galline e di aver risolto il problema. Le sue galline hanno ricominciato a deporre uova immediatamente.
La marca di mangime a cui si fa riferimento nel video si chiama “Producer’s Pride”. È prodotta dalla Purina. La maggior parte dei mangimi per polli sono prodotti dalla Purina. La Purina produce anche un mangime per bovini recentemente oggetto di un richiamo dopo che le autorità di regolamentazione hanno collegato il prodotto ad una serie di morti inspiegabili tra i bovini. Il prodotto è stato ritirato dagli scaffali perché era molto probabile che non dovesse essere somministrato al bestiame.
Potrebbe accadere di nuovo? Ora non lo sappiamo. Ma dobbiamo dirvi, perché anche in questo caso nessun altro sembra tenerne traccia, che non è solo il Producer’s Pride a preoccupare alcuni proprietari di polli. Alcuni sono preoccupati per diverse altre marche di mangimi per polli prodotti dalla Purina.
Abbiamo contattato l’azienda perché, anche in questo caso, siamo agnostici, e abbiamo pensato di indagare un po’. Ci hanno risposto che anche loro hanno indagato e che il problema non dipende da loro. E questo potrebbe essere assolutamente vero. Non lo sappiamo. Tuttavia, abbiamo notato che questa spiegazione è più che sufficiente per la maggior parte dei media, abituati come sono ad accettare i comunicati stampa delle aziende come ultima parola su qualsiasi argomento. Beh, hanno detto che non è un problema. Quindi non è un problema.
Noi non pensiamo che i comunicati siano l’ultima parola. Anche in questo caso, non possiamo dirvi con certezza né l’una né l’altra cosa. Ma sappiamo, e questo è il punto, che l’approvvigionamento alimentare dell’America è uno di quegli argomenti per cui vale la pena essere un po’ paranoici. Non è una questione di quanti oboisti transessuali delle isole del Pacifico abbiamo nelle orchestre sinfoniche. È una questione di sopravvivenza nazionale – di cibo. La questione su cui sorgono e cadono gli imperi.
In questo caso specifico, le uova, il pollame e il pollo, i prodotti aviari, sono le principali fonti di proteine nella dieta della maggior parte degli americani. E le proteine sono necessarie per vivere. Se non se ne assumono a sufficienza, si ha una carenza proteica, che può bloccare la crescita dei bambini. Quindi una questione come questa, qualunque ne sia la causa, potrebbe facilmente trasformarsi in una vera e propria crisi di salute pubblica. E naturalmente è anche un potenziale problema di sicurezza nazionale.
In questo momento le uova sono così poche ed il loro costo così alto che i contrabbandieri le trasportano attraverso il nostro confine.

GIORNALISTA

Qui, al trafficato valico di frontiera di San Ysidro, in California, si sta diffondendo rapidamente la notizia di un nuovo prodotto che viene contrabbandato negli Stati Uniti. La U.S. Customs and Border Protection ha registrato un aumento del 108% di prodotti a base di uova e pollame sequestrati che le persone hanno cercato di contrabbandare attraverso i varchi d’ingresso degli Stati Uniti solo negli ultimi due mesi.

Siamo quindi un po’ paranoici per quanto riguarda l’approvvigionamento alimentare americano? Sì, lo siamo. E ne siamo orgogliosi. E i nostri leader dovrebbero essere ancora più paranoici, sempre, riguardo al nostro approvvigionamento alimentare.
Cibo, energia, acqua. Queste sono le tre cose che contano. Il resto è rumore. E, naturalmente, come sempre, ignorano ciò che conta davvero.
Tucker Carlson, qui.

FoxNews.com

Esattamente come quando, nel corso della campagna elettorale, aveva detto che “abbiamo messo in piedi la più grande macchina di brogli elettorali della storia” (confermando le precedenti parole di Nancy Pelosi: “Biden sarà presidente, qualunque sia il conteggio finale”) perché la demenza, al pari dell’alcol, fa esattamente questo: abbassa il controllo e finisci per dire ciò che da lucido mai e poi mai ti saresti lasciato scappare. E noi vogliamo continuare a stare al seguito di questo carrozzone?

barbara

QUARTO REICH?

Sceneggiatura di Joseph Göbbels, scenografia di Leni Riefenstahl, come suggerito dall’amico “myollnir” (è lungo, scusate, ma la materia lo richiede).

Joe Biden invita gli americani a “fermare” i Repubblicani MAGA – Breitbart News

Il Diavolo si è fatto vivo?

Mentre gran parte del suo discorso, cupo e oscuro, si è concentrato sulla demonizzazione dei Repubblicani MAGA pro-Trump, un momento particolare ha portato la consueta demonizzazione ad un passo ulteriore, quando Joe Biden è sembrato suggerire agli americani di assumere il compito di isolare i sostenitori di Donald Trump.
Joe Biden ha detto questo dopo aver dipinto i Repubblicani MAGA come minacce dirette alla democrazia americana.
“I Repubblicani MAGA non rispettano la Costituzione“, ha detto. “Non credono nello Stato di diritto, non riconoscono la volontà popolare”.
“Le forze MAGA sono determinate a portare questo Paese indietro“, ha aggiunto. “Indietro verso un’America in cui non c’è il diritto di scegliere. Nessun diritto alla privacy. Nessun diritto alla contraccezione. Nessun diritto di sposare chi si ama. Promuovono leader autoritari ed alimentano le fiamme della violenza politica”.
In seguito, il Joe Biden ha incoraggiato gli americani a lottare contro questa ideologia oscura e malvagia, definendo i Repubblicani MAGA come una minoranza, anche se 70 milioni di persone hanno votato per Donald Trump nel 2020.
“Non siamo impotenti di fronte a queste minacce“, ha detto Joe Biden. “Non siamo spettatori di questo continuo attacco alla democrazia. Ci sono molti più americani, molti più americani, di ogni provenienza e credo, che rifiutano l’ideologia estrema del Make America Great Again di quelli che la accettano”.
“E gente, è in nostro potere, nelle NOSTRE MANI, le vostre e le mie, fermare l’assalto alla democrazia“, ha continuato. “Credo che l’America sia a un punto di svolta. Uno di quei momenti che determinano la forma di tutto ciò che verrà dopo. E ora l’America deve scegliere se andare avanti o tornare indietro. Costruire un futuro o ossessionarsi con il passato. Essere una nazione di speranza, unità e ottimismo, o una nazione di paura, divisione e oscurità”.
Joe Biden, affiancato da due marine ed illuminato da una luce rossa contro un cupo muro di mattoni, ha tenuto il suo discorso all’Independence Hall di Filadelfia, luogo di nascita della Dichiarazione di Indipendenza e della Costituzione americana.

Ma lo stile del suo discorso – trasmesso da tutti i telegiornali – ha stranamente ricordato quello dei leader delle giunte militari.
Nel suo discorso, Joe Biden ha invitato gli americani ad “unirsi dietro l’unico scopo di difendere la nostra democrazia, indipendentemente dalla vostra ideologia“… a meno che la vostra ideologia non sia quella di un Repubblicano che ha votato o che potrebbe votare nuovamente per Donald Trump.
Joe Biden ha attaccato Donald Trump subito all’inizio del suo discorso ed ha avvertito gli americani che le “forze MAGA” – quelle che secondo lui sono allineate con i suprematisti bianchi, gli estremisti violenti ed altri indesiderabili – sono al lavoro per cercare di minare i processi elettorali.
Ma mentre parlava, è stato occasionalmente distratto da alcuni disturbatori all’esterno della sede, uno dei quali ha gridato “Fuck Joe Biden” attraverso un megafono. Le sirene della polizia si sono sentite periodicamente, riecheggiando per le strade del centro di Philadelphia durante tutto il discorso.
Joe Biden ha infine accusato i “Repubblicani MAGA” di vedere un Paese consumato nelle “tenebre” ed ha concluso il suo discorso ricordando i risultati ottenuti dalla sua amministrazione. Ha invitato gli americani ad essere ottimisti e a lavorare insieme per raggiungere la prosperità e la giustizia.
Nel dipingere i suoi avversari politici come degli “estremisti violenti”, Joe Biden ha detto: “Ci sono personaggi pubblici che oggi, ieri e l’altro ieri, auspicano la violenza di massa e i disordini nelle strade“.
Sembra che Biden si riferisse ai commenti di Lindsey Graham, senatore Repubblicano della Carolina del Sud, che aveva avvertito che sarebbero potute scoppiare delle rivolte se il Dipartimento della Giustizia avesse incriminato Donald Trump.
Breitbart News ha verificato quanto detto da Joe Biden anche all’inizio di questa settimana, quando ha accusato per la prima volta Lindsey Graham di aver detto che fosse “appropriato” usare la violenza:
I Democratici e i media sono stati ossessionati negli ultimi giorni dall’avvertimento del senatore Lindsay Graham, che in una recente intervista ha detto: “Se cercheranno di perseguire il presidente Trump per la cattiva gestione di informazioni classificate dopo che Hillary Clinton ha creato un server nel suo seminterrato, ci saranno letteralmente delle rivolte per le strade“.
Avvertire che potrebbero esserci disordini per via di un sentimento diffuso sull’esistenza di un doppio standard rispetto a come lavorano le forze dell’ordine – lo stesso è avvenuto, con il parere favorevole degli stessi Democratici allora, per tutto le rivolte dell’estate del 2020 – non è la stessa cosa rispetto a dire che la violenza è “necessaria” o “appropriata”.
Nella migliore delle ipotesi, è un’esagerazione selvaggia sostenere che Lindsay Graham stesse effettivamente invocando la violenza; ma dalla bocca del leader del Partito Democratico, tale affermazione è incendiaria di per sé, in quanto potrebbe venire usata per giustificare una risposta violenta preventiva da parte dei Democratici.
Lindsay Graham ha poi chiarito ciò che ha detto, dichiarando a Fox News:

“Quello che ho detto domenica è che gli americani rifiutano, ed anche io rifiuto, la violenza, ma rifiuto anche il doppio standard”, ha detto Lindsey Graham. “Se cercheranno di perseguire il presidente Trump per la cattiva gestione di informazioni riservate dopo le debacle della Clinton quando era Segretario di Stato, la gente in questo Paese perderà la fiducia nelle forze dell’ordine”.
 “Rifiuto la violenza. Ma, signor Presidente, deve parlare con il vicepresidente degli Stati Uniti, il suo vicepresidente, di come salvare i rivoltosi. Questo non incoraggia la violenza?”.

Nessun leader Repubblicano ha invitato alla violenza. Il leader della minoranza della Camera Kevin McCarthy, che sta guidando la campagna elettorale per le midterm del Partito Repubblicano, ha tenuto un discorso giovedì scorso per incoraggiare i Repubblicani ad andare votare alle elezioni di novembre.
Il discorso di Joe Biden è stato invece eccessivo, anche per alcuni esponenti della Sinistra, come la conduttrice della CNN Brianna Keilar, che ha criticato l’uso dei Marines come “oggetti di scena”.
I giornalisti della CNN e della CBS hanno criticato duramente Joe Biden per i due uomini dei Marines posti alle sue spalle mentre teneva un discorso politico in cui demonizzava i Repubblicani MAGA come un’oscura minaccia per la democrazia americana.
“Qualunque cosa pensiate su questo discorso, i militari dovrebbero rimanere apolitici. Posizionare dei Marines in uniforme dietro a Biden per un discorso politico va contro questo principio. È sbagliato quando lo fanno i Democratici. È sbagliato quando lo fanno i Repubblicani”, ha twittato Brianna Keilar della CNN.
Tom Nichols del The Atlantic si è detto d’accordo con la collega della CNN, prendendo le sue difese in risposta a chi contestava il suo punto di vista sull’uso delle forze armate come sfondo da parte dei presidenti, pubblicando una foto di Reagan che teneva un discorso davanti a membri dell’esercito.
“I militari sullo sfondo di un discorso, specialmente se messi tra il pubblico, non è come mettere delle guardie dei Marines dietro ad un presidente. Ma grazie per aver dimostrato che un comportamento stile culto può essere trovato anche al di fuori del mondo MAGA”, ha risposto Tom Nichols.
“È possibile essere d’accordo con tutto ciò che ha detto Biden e non essere d’accordo con l’uso dei Marines come sfondo per un discorso politico“, ha risposto Brianna Keilar ai critici.
Jeff Zeleny, corrispondente capo della CNN per gli Affari Nazionali, si è unito alla collega nella sua critica al discorso, che ha visto Joe Biden con sullo sfondo una luce rosso-sangue, in un’immagine che ricorda “1984“ di George Orwell.
“Non c’è nulla di insolito o sbagliato nel fatto che un Presidente tenga un discorso politico – è insito nella descrizione del suo lavoro – ma farlo sullo sfondo di due Marines sull’attenti e della Banda dei Marines è una rottura delle tradizioni della Casa Bianca“, ha twittato.
Il tweet di Zeleny ha scatenato una feroce reazione da parte degli anti-Trumpiani più accaniti, come Jennifer Rubin. “Scusatemi. Questa non è una convention dell’RNC alla Casa Bianca… se questa è la nuova CNN, non posso permettermi di partecipare”, ha ribattuto.
Ed O’Keefe, corrispondente senior di CBS News per la Casa Bianca e la politica, ha convenuto che l’uso dell’esercito da parte di Joe Biden è stato un passo troppo lungo per un discorso politico.
“Piaccia o non piaccia quello che ha detto stasera, va notato: Il Presidente ha parlato questa sera in un parco nazionale, affiancato dai Marines americani, e ha preso di mira in modo diretto e specifico il suo predecessore e i membri del Partito Repubblicano. Un’altra cosa che non si vede tutti i giorni“, ha twittato O’Keefe.
Dan Lamothe del Washington Post ritiene che Joe Biden non avrebbe dovuto impiegare i militari per un discorso del genere, dicendo che andava contro la sua promessa di “tornare alla normalità”.
“La maggior parte degli esperti civili e militari si preoccupa da anni dell’erosione delle norme che regolano l’ingresso dei militari nella politica da parte degli alti dirigenti. Donald Trump ha oggettivamente fatto saltare queste norme in modo allarmante. Joe Biden aveva promesso un ritorno a qualcosa di meglio”, ha twittato.
Lo staff di Joe Biden ha lavorato alacremente giovedì sera per controbattere a tutte le accuse secondo cui il discorso del loro capo alla Independence Hall di Filadelfia fosse “troppo di parte” contro i Repubblicani MAGA “estremisti”.
Joe Biden ha ripetutamente condannato quelli che ha chiamato “Repubblicani MAGA” ed i sostenitori dell’ex Presidente Donald Trump indicandoli come “estremisti violenti” che rappresentano una minaccia per la democrazia americana.
“La democrazia non è una questione politica o di parte“, ha scritto sui social media il vice segretario stampa della Casa Bianca Chris Meagher, criticando la descrizione del discorso come “politico” fatta da una conduttrice della CNN.
“Solo che non è politico“, ha insistito il vice segretario stampa della Casa Bianca Andrew Bates, muovendo dalla stessa critica fatta al discorso di Biden. Bates ha anche affermato che i giornalisti sono stati ipocriti nel suggerire che il discorso di Biden sia stato “troppo di parte”.
“Non è ‘politico’, è il suo dovere“, ha scritto il consigliere senior della Casa Bianca per le comunicazioni al Consiglio economico nazionale.
Il direttore della strategia digitale della Casa Bianca, Rob Flaherty, ha paragonato il discorso di Biden al discorso di addio del primo presidente della nazione, George Washington.
Anche gli ex funzionari di Joe Biden hanno cercato di difendere il loro capo.
“La difesa della democrazia è necessaria perché è minacciata. Questo non rende la difesa di uno dei nostri valori fondamentali come Paese partigiano o politico. (Perché non lo è)”, ha scritto su Twitter l’ex addetta stampa della Casa Bianca Jen Psaki.
L’ex addetta stampa di Kamala Harris ha detto che il discorso di Joe Biden “non” era un discorso da campagna elettorale. “Prima di stasera pensavo che questo fosse un discorso da campagna elettorale… dopo averlo ascoltato è chiaro che non lo era. Ho sentito un Presidente che suonava l’allarme sulla vera minaccia alla nostra nazione“, ha scritto.
Il discorso di Joe Biden, in cui ha descritto i Repubblicani MAGA come un’oscura minaccia per la democrazia americana, non ha generato esattamente una reazione positiva, con persino alcuni dei più duri critici dell’ex Presidente Donald Trump che hanno ammesso che Biden ha commesso un errore.
Nel corso del suo discorso, Biden ha ripetutamente dipinto i Repubblicani MAGA come violenti uomini di destra che non rispettano la Costituzione e che cercano di privare gli americani dei loro diritti più elementari.
“Le forze MAGA sono determinate a portare questo Paese indietro”, ha aggiunto. “Indietro verso un’America in cui non c’è il diritto di scegliere. Nessun diritto alla privacy. Nessun diritto alla contraccezione. Nessun diritto di sposare chi si ama. Promuovono leader autoritari ed alimentano le fiamme della violenza politica”.
Al termine del discorso, le immagini di Joe Biden in piedi davanti ad uno sfondo rosso e nero con soldati che lo affiancano si sono diffuse su tutti i social media, evocando paragoni con il Terzo Reich, l’URSS e con le porte dell’inferno.
Persino Jonah Goldberg, il principale sostenitore del movimento dei Never Trump, ha ammesso che il discorso è stato un “terribile errore“. “Penso che Trump ed il trumpismo siano un cancro per il corpo politico. Penso anche che questo discorso sia un terribile errore”, ha twittato.
Anche i media aziendali, dalla CNN alla CBS e al Washington Post, hanno espresso riserve sulla decisione di Joe Biden di avere i soldati dietro di sé durante un discorso apertamente di parte.
A quanto pare, l’effetto ottico è risultato così sgradevole che la CNN ha persino dovuto regolare il contrasto durante la trasmissione in diretta per schiarire le luci rosse dietro a Joe Biden.
Avvertendo il grave contraccolpo, la Casa Bianca si è immediatamente lanciata in una modalità di “controllo dei danni“, denunciando i critici che hanno liquidato il discorso come “politico”.
A prescindere dalla piega che ha preso la vicenda o dall’inquadratura retorica, il danno è stato fatto ed il verdetto è stato sancito quando la “foto infernale” di Joe Biden si è diffusa sui social media.
L’ex presidente Donald Trump ha reagito al discorso di Joe Biden sollevando preoccupazioni sul suo stato mentale.
“Se si guarda alle parole ed al significato del discorso imbarazzante ed arrabbiato di Biden di stasera, egli ha minacciato l’America, anche con il possibile ricorso alla forza militare“, ha scritto Donald Trump sui social media. “Deve essere pazzo, o affetto da demenza senile all’ultimo stadio!“.
Joe Biden ha usato il suo discorso sull’”Anima dell’America”, tenuto giovedì sera davanti all’Independence Hall di Filadelfia, per alimentare i timori nei confronti di Donald Trump e dei suoi sostenitori, bollandoli come Repubblicani MAGA “estremisti”.
“Non c’è dubbio che oggi il Partito Repubblicano sia dominato, guidato e intimidito da Donald Trump e dai Repubblicani MAGA, e questa è una minaccia per il Paese”, ha detto Joe Biden.
Donald Trump ha cercato di ricordare a Biden cosa significhi “MAGA“.
“Qualcuno dovrebbe spiegare a Joe Biden, lentamente ma con passione, che MAGA significa, con tutta la forza che le parole possono avere, MAKE AMERICA GREAT AGAIN!“, ha scritto.
Trump ha detto che Biden dovrebbe abbracciare la semplice filosofia del suo movimento politico.
“Se non vuole rendere l’America di nuovo grande, e non lo vuole attraverso le parole, le azioni e il pensiero, allora non dovrebbe rappresentare gli Stati Uniti d’America!“, ha scritto.
La star del country John Rich ha avuto una reazione di proporzioni quasi bibliche al cupo discorso di Joe Biden, in cui i “Repubblicani MAGA” sono stati etichettati come una “minaccia per la democrazia americana”.
Notando l’orribile ottica di uno sfondo rosso e nero con soldati che fiancheggiavano entrambi i lati di Biden, Rich ha detto che il discorso è apparso come se fosse stato pronunciato davanti alle “porte dell’inferno”.
“Come mai questo sfondo rosso sangue? È come se Joe si trovasse di fronte alle porte dell’inferno”, ha detto.
Poco dopo il discorso di Joe Biden, le immagini di lui che stringe i pugni sul podio davanti ad un oscuro sfondo rosso sono circolate su Twitter; “le porte dell’inferno” sono state il riferimento più popolare.
Ecco alcuni commenti:
“Niente comunica pace e unità come il fatto che lo sfondo del tuo discorso divisivo sembri entrare nelle porte dell’inferno” – Meghan Maureen
“Questa immagine non è stata modificata in alcun modo. Sembra che Biden abbia scelto di pronunciare il suo discorso dalle Porte dell’Inferno” – TheFirstonTV
“Chi mai ha pensato che un look “Porta dell’Inferno” fosse una buona immagine per il discorso di stasera di Biden? Voglio dire, è appropriato, Sì, ma sicuramente non è un buon look” – Bo Wagner
Altre reazioni si sono concentrate semplicemente sull’aspetto scenico e si sono chieste come qualcuno del Team di Biden abbia potuto pensare che l’immagine di lui arrabbiato su sfondo rosso sangue avrebbe potuto far presa sull’elettore medio.
“Quindi, a quanto pare, non si tratta di una foto ritoccata, ma di come la Casa Bianca intendeva far apparire Biden (e da quello che ho letto è stato l’opposto del discorso di unità nazionale che ci era stato promesso). Che diavolo hanno in mente? È come se Leni Riefenstahl lavorasse per Breznev. Incredibile” – Ilya Shapiro
“Cosa sta succedendo qui e chi ha pensato che questa illuminazione fosse una buona idea?” – ZubyMusic
“A parte gli scherzi, da persona con un passato da tecnico teatrale questo sembra un progetto di illuminazione che non è mai stato testato in condizioni notturne. Immagino che si aspettassero più luce ambientale e meno oscurità” – David Marcus (Qui)

Aggiungo quest’altro articolo che ne prende in considerazione alcuni altri aspetti, non meno importanti.

Biden, discorso per disunire la nazione

Nel Discorso alla nazione tenuto a Filadelfia il 1° settembre, Biden è andato oltre nella sua «Battaglia per l’anima della nazione» infarcendo un discorso di lotta ai “semi-fascisti”. Chiunque dissenta dalle sue scellerate ricette è stato definito un «pericoloso antidemocratico da fermare». 

Non ci sono parole per definire lo stato d’animo di chiunque abbia ascoltato e visto le immagini del Discorso alla nazione tenuto l’1 settembre dal presidente Joe Biden a Filadelfia. Un indemoniato (il fermo immagine parla da solo)

dimentico di essere il Presidente di tutti i cittadini, che il compianto amico e professore Antonio Martino aveva, profeticamente, definito il “peggior Presidente degli USA”. Ebbene, dopo le inusitate accuse di “semi fascismo” rivolte ai Repubblicani e ai sostenitori di Trump nel suo discorso di Rockville in Maryland lo scorso 26 agosto, salutate con esaltato entusiasmo dalla stampa il-liberal del Washington Post, a Filadelfia Biden è andato oltre nella sua «Battaglia per l’anima della nazione».

Gli oppositori politici sono i nemici della democrazia, i Democratici sono gli unici che possono salvare la nazione, gli unici che rispettano la Costituzione ed i suoi fondamenti di libertà, “uguaglianza e democrazia”. Il Presidente Biden che nel suo discorso di insediamento, a gennaio del 2020, aveva promesso di voler “unificare la nazione” e dismettere i panni di leader di una parte, è tornato nell’arena del confronto politico con metodi e toni tanto incivili da far apparire la disfida elettorale italiana una barzelletta.

Biden, ricordando la Dichiarazione di Indipendenza (2 agosto 1776) e il Bill of Rights (15 dicembre 1791) degli USA, entrambi emanati a Filadelfia, ha affermato che i «due documenti e le idee che incarnano – uguaglianza e democrazia – sono la roccia su cui è costruita questa nazione ma, mentre sono qui stasera, l’uguaglianza e la democrazia sono sotto attacco…Le forze MAGA [Nrd. ‘Make American Great Again’ è stato lo slogan elettorle di Trump ed ora è imbracciato dalla stragrande maggioranza di elettori e classe dirigente del partito] sono determinate a portare questo Paese indietro…verso un’America in cui non c’è il diritto di scegliere, non c’è il diritto alla privacy, non c’è il diritto alla contraccezione, non c’è il diritto di sposare chi si ama».

La conclusione è chiara, i nemici degli Stati Uniti, della sua anima e della democrazia sono il 50% dei sostenitori dei repubblicani e di Trump, tranne coloro che collaborano con l’Amministrazione Biden. Non una parola, da parte del Presidente che conta il 58% di disapprovazione,  sulla devastante crescita dell’inflazione, né un cenno alle preoccupazioni reali dei cittadini americani che, come dimostra l’ultima rilevazione della Reuters, sono : la situazione economica (29%), la diffusa criminalità (9%), l’ambiente (8%), il sistema sanitario (6%), l’immigrazione incontrollata (5%) e via dicendo.

Joe Biden, il novello difensore di diritti e spirito della nazione americana, ma che paragona i pericoli di oggi a quelli della Guerra Civile o della Seconda Guerra Mondiale, è un pericolo lui stesso per la democrazia, avendo dato più volte prova, con i suoi atti e decisioni, di intemerata violazione di ogni principio di libertà, rispetto dei diritti e democrazia. Innanzi tutto, richiamare lo spirito e l’anima della nazione a Filadelfia significa far memoria non solo di tutti i contenuti dei due testi sacri degli USA, ma anche dei padri fondatori americani che, invece e colpevolmente, proprio Biden e la sua Amministrazione stanno nei fatti cancellando dai libri di testo e dalla memoria di piazze ed edifici pubblici.

Così è stato nell’aprile 2021 con l’entusiasta dichiarazione della Amministrazione Biden nel promuovere il 1619 Project, che accusa i Pilgrim fathers di razzismo e genocidio, ancor prima a gennaio 2021 lo era stato con il sostegno personale di Biden e del Dipartimento per l’Educazione per la ‘CRT’ (teoria critica della razza) che rilegge la storia Usa con le lenti del razzismo bianco, senza dimenticare come dalla sua nomina ad oggi, lo stesso Biden abbia imposto l’indottrinamento LGBTIQI in tutte le scuole per ogni ordine e grado.

Tutto ciò in aperta violazione non solo alla libertà di educazione e pensiero, ma anche a quelle di coscienza e religione che sono parte centrale della storia fondativa e dei testi sacri USA. Quel Biden che per 31 volte ha proclamato il termine “democrazia”, ha paragonato tutti coloro che dissentono e si oppongono alle sue scellerate decisioni, siano essi i cittadini comuni che lamentano la crescita dei prezzi, i genitori che si oppongono alla dottrina LGBTQI nelle scuole, coloro che sostengono le ragioni pro-life…insomma l’altra metà (almeno) del cielo USA, come pericolosi antidemocratici da “fermare”.

Ovviamente anche ieri le testate mass mediatiche americane e internazionali hanno celebrato il discorso «eccellente» e condiviso i contenuti violenti usati da Biden, così la CNN che ha difeso la definizione degli elettori repubblicani e celebrato la definizione di “semi-fascisti”, così il The Guardian, così la Repubblica e la DW tedesca. Le parole però sono proiettili, Biden forse non si è accorto che dalla sua discesa violenta nell’agone partitico ed elettorale, uno dei uffici elettorali dei Repubblicani (Florida) è stato vandalizzato e semi distrutto con scritte che inneggiavano alla lotta ‘anti-fascista’.

Nulla di nuovo, dopo le violentissime accuse contro la Corte Costituzionale, a seguito della Sentenza Dobbs, a fronte della miriade di assalti, incendi e vandalismi contro chiese e centri pro life (282 ad oggi), il Presidente Usa e la sua Amministrazione non hanno fatto nulla. Non si vuol più intimidire i pro life, i giudici e le chiese, nemmeno il solo Trump, ora Biden punta al colpaccio e dimentica che le parole sono pallottole. Non a caso, tutti i sondaggi degli ultimi giorni dimostrano che almeno 2/5 dei cittadini USA crede che nei prossimi anni scoppierà una “nuova guerra civile”. Non sarebbe lecito per Biden usare toni e argomenti vergognosi nemmeno se volesse nascondere le collusioni tra FBI, settori del deep state e i social media (dopo le ammissioni di Zuckenberg) sullo scandalo di Hunter Biden e di lui stesso. Uccidere la nazione americana non è nei poteri nemmeno di Biden e delle sue lobbies.
Luca Volontè, qui.

E ci mancava solo, in aggiunta a questa immane sciagura, di ritrovarci come dirimpettaia atlantica la pazza squilibrata che gira con la mano sul pulsante rosso e, come se ancora non bastasse, adesso ci becchiamo anche lo sciroccato del clima e di tutte le altre puttanate di moda (ma accidenti a te, Bettina mia, avevi eroicamente resistito per 96 anni, non potevi tenere duro ancora un po’ e fartene un’altra manciatina? Anyway, buon viaggio e grazie di tutto).
Tornando al demente,
qui potete leggere il discorso completo in originale, e adesso ve lo faccio anche sentire, però prima guardate questo, di dieci secondi

e poi guardate anche solo per mezzo minuto quest’altro

e chiediamoci di che cosa devono averlo bombardato per metterlo in condizione di farlo. E pensare che ci scandalizzavamo per Reagan con la cartomante.

barbara

CHE COSA SANNO, LORO, CHE NOI NON SAPPIAMO?

Te lo spiego io, cara, che cosa sanno loro che tu non sai. Due cose, fondamentalmente: come si educano i figli per farne degli uomini in grado di affrontare la vita e non dei bambocci viziati che crollano di fronte al primo “no” che la vita mette loro di fronte, e che tu sei una testa di cazzo. Vogliamo vedere qualche dettaglio? Vietato alle tate usare smartphone e tablet “in presenza” dei bambini: sono in presenza dei bambini quando sono in servizio, nel tempo in cui sono pagate per badare ai bambini. Se tu stai usando smartphone o tablet NON STAI GUARDANDO I BAMBINI che sei pagata per guardare. Tu hai un’idea di che cosa può succedere se si perde di vista un bambino anche solo per un attimo? Io sì: può succedere che metta le mani sulla piastra rovente del fornello elettrico, può succedere che si butti sotto una macchina, può succedere che finisca nel recinto del gorilla. Immagino che anche ai camionisti sia vietato usare smartphone e tablet mentre sono in servizio, e ai chirurghi, e ai professori (no, questo non lo immagino: lo so), ai controllori di volo: chissà che cosa sapranno tutte queste categorie, chissà di quale complotto planetario sono a conoscenza, che noi non sappiamo. Monitoraggio dei siti visitati dai figli: davvero la trovi una cosa strana? Davvero la trovi una cosa di cui chiederti il perché? Mi correggo su quanto detto prima: non sei una testa di cazzo: sei una testa di cazzo al cubo. Ho visto che hai una figlia: sono desolata per lei. Uno poi potrebbe farsi venire qualche dubbio se il divieto fosse perenne, ma stiamo parlando di divieto, o di semplici limitazioni, a bambini e ragazzini: è possibile che venga in mente di cercare pericolosissimi misteri in questo senza essere una testa di cazzo al cubo? E mandano i figli nelle scuole in cui non si usa quella roba: lo sai perché? Perché quelle scuole lì sono più serie, più severe, più formative. E per finire manca il termine di confronto: dopo avere verificato che quei personaggi lì pongono ai figli bambini severe limitazioni all’uso di quegli strumenti e controllano quali siti visitano, ti sei presa la briga di verificare se c’è gente che si comporta allo stesso modo in altre categorie professionali, che so, insegnanti, commesse, postini, contadini, avvocati, falegnami, infermiere, bancari, architetti, contabili, benzinai? No, vero? Visto che ho ragione che sei una testa di cazzo? (Vabbè, alla fine della requisitoria lo confesso: questo post è tutto un bluff. Neanche io uso smartphone e tablet, proprio non li possiedo. Perché? Perché io so quello che voi non sapete: lì dentro ci sono le scie chimiche che quando li usate vi entrano dall’orecchio e poi da lì passano al cervello e ve lo fulminano).

E in fatto di cervelli fulminati, non può mancare lui, mister “end of quote, repeat the line”

Ho letto le smentite della Casa Bianca: non è vero che ha detto quella cosa lì, ha detto let me repeat perché è un argomento importante e vuole essere sicuro che il messaggio arrivi, e sinceramente non so se sia più penoso il demente o chi si prodiga in simili arrampicate sugli specchi cercando di convincere il mondo intero che abbia detto qualcosa di diverso da quello che il mondo intero gli ha sentito dire. E basterebbero, se ancora non ne fossimo certi, le leggerissime smorfie delle due pur controllatissime statue alle sue spalle, la bocca di lui che si storce, gli occhi di lei che si stringono.

E si noti, tra l’altro, la didascalia: l’ordine esecutivo che sancisce il diritto all’aborto si chiama “diritto riproduttivo”: caro Orwell, sei un dilettante!

Sempre restando in tema di gente spostata, vi è per caso capitato di pensare che Greta sia un bel po’ nazista? Beh, a me sì, e avevo ragione! E a proposito di ecologia e salvaguardia dell’ambiente eccetera, guardate un po’ che bei tre video che vi regalo!

Soprattutto, mi raccomando, evitiamo di inquinare l’aria

Tornando al primo pezzo, vedete, lo sanno anche loro che i figli vanno indirizzati, e se con la dolcezza non funziona, magari è il caso di essere un po’ più energici

E ora due cose spettacolari: l’accoglienza dell’ambasciatore ucraino in Germania a suon di Melnyk raus

e la vittoria a Wimbledon, da dove i russi sono stati esclusi… di una tennista russa, ammessa grazie a una cittadinanza kazaka acquisita da pochi anni, ma moscovita purosangue, che sono quelle cose che proprio non hanno prezzo.

Infine godiamoci Veronika Zhilina, quattordici anni appena compiuti (e non importa quante volte si cade: importa quante volte ci si rialza)

barbara

HA TIRATO LE CUOIA QUEL TALE

Quello che a sessant’anni aveva i capelli grigi

e a novanta di questo strepitoso rosso fiammeggiante

(e anche su queste cose si misura la dignità di una persona)
Quello che da anni, molto prima del covid, teneva comizi contro i vaccini equiparati ad armi di distruzione di massa. Quello che credeva nell’omeopatia. Quello che credeva nella memoria dell’acqua. Purtroppo non tutte le vecchiaie sono benedette dal dono della lucidità. Ah, dimenticavo, ha anche vinto il Nobel: per gli studi compiuti dalla sua assistente Françoise Barré-Sinoussi sviluppando la scoperta di Robert Gallo. Sicuramente ricorderemo tutti quelli che sono morti per essersi lasciati abbindolare dai suoi deliri.

Dai miliardi di commenti su YT che affermano con assoluta certezza che lo hanno ammazzato i poteri forti perché diceva la verità così come stanno ammazzando tutti quelli che si discostano dal pensiero unico – e infatti è per quello che sui social e sui giornali non si trova più nessuno che si discosti dal pensiero unico: tutti morti ammazzati; e d’altra parte come si potrebbe immaginare che un tenero fanciullo novantenne (malato da tempo e in preda a demenza senile da almeno una quindicina d’anni) possa morire così, all’improvviso, nel fiore degli anni? Chiaro che l’omicidio è l’unica spiegazione possibile. E così è confermato anche il detto che i migliori sono sempre i primi ad andarsene mentre l’erba cattiva non muore mai – da tutti quei miliardi di commenti, dicevo, ho prelevato per voi queste due perle straordinarie.

REFKA MURATI

@The black Moon  Estakfirullah!!!. Gli Ebrei uccisero troppi Mesageri di ( Allah S.W.T, dio ) !. Solo per che dicevano la verita!!!. Invitando la gente alla salvezza !. Personalmente questa persona non la conosco !. Pero mi è bastato , la suo conversazione a Milano!.. cio che a , detto e vero !. Vivviamo in pieno ( NAZZI , Fascismo cioe sionismo)!!!!. Altro che liberta! I veri guai , stanno per cominciare!. Grazzie alla giente ché non ragiona !. Lei ?. E pegiir criminale ! Che acusa , senza conoscere la persona?. I Musulmana quindi sono criminali? Che vengono uccisi letteralmente sotto le Bommbe, masacrati, stuprati , violentati ….!. Lei non a mignima idea , di cio che realmente sta succedendo?.

REFKA MURATI

Lo Anno amazzato!. Dopo aver scoperto acqua calda !!!. La Massoneria cioe NAZZI, SIONISMO CABBBALA EBRAICA SATANISMO) devo specificare bene !. Che sono faccie della stessa medaglia!!!. Anno tutte le caratetistiche, per prendere in giro lumanita ! Naturalmente!. Gente senza testa ! Ma non Anno pieta!. Chi è al servizzio di ( SATANA) DEVE OBIDIRE !. E QUELLO CHE STANNO CERCANDO , DI COINVOLGERE TUTTA LUMANITA! ECELSO I ( VERI SERVI DI ALLAH S.W.T, DIO ) QUANDO VERRAMO TOCCHATI LORO , SI SCATENA INFERNO !. DA PARTE DEL CREATORE !!!.

Che Allah ti accolga tra le Sue braccia generose, amen.

barbara

JOE BIDEN ALLA PRESIDENZA DEGLI STATI UNITI È LA PEGGIORE SCIAGURA CHE POTESSE CAPITARE AL MONDO

Ecco perché.

No, Biden è solo un piccolo Carter, fa danni agli Usa e al mondo intero

Seguito a pensare che noi – in Europa e specialmente in Italia – abbiamo una visione ridotta e deformata dell’America e di tutto ciò che accade in quel grande paese da cui ci arrivano soltanto echi deformati e filtrati, in modo tale da poter soddisfare due o tre tipi di palati, non di più. Cosi è successo con il caso Biden. Biden più che un presidente è un enigma della storia americana. Il Presidente del passato che gli somiglia di più, ma con alte capacità visionarie fu Jimmy Carter; l’uomo nuovo che avrebbe vendicato la sinistra dopo le arroganze repubblicane, ma che portò il paese alla rovina avendo avuto anche la sfortuna di trovarsi di fronte all’insediamento dell’ayatollah Khomeini in Iran, alla cattura degli ostaggi americani nell’ambasciata e al più sfortunato blitz della storia di quel paese quando gli elicotteri dei corpi speciali mandati a soccorrere gli rovinarono tutto per una diabolica serie di errori e guasti meccanici. Oggi è diverso. Biden è il successore di Donald Trump. I lettori del Riformista probabilmente ricordano e ancora si indignano per questa mia scandalosa opinione, ma il tycoon è stato per me l’uomo che scelse di esporsi in maniera ustionante all’opinione pubblica cosi da attirarsi i fulmini, le maledizioni e l’odio ideologico delle sinistre che lo volevano al rogo. I fatti: Donald Trump aveva deciso di ritirare le truppe americane da tutto il mondo dichiarando che l’America non avrebbe più fatto da babysitter (mandando a morire i propri soldati in ogni angolo del mondo) a chi risparmia sulla propria difesa e spendendo i miliardi di dollari così risparmiati – il riferimento era agli europei e soprattutto alla Germania – per promuovere industrie concorrenti a quelle americane. Tutto fu condensato nello slogan “America First” che voleva dire: per noi americani viene prima l’America, gli altri si arrangino. Questa posizione non poteva piacere alle Cancellerie ma aveva una logica evidente e brutalmente pacifista. L’America prima del Covid toccava i massimi picchi di occupazione di afroamericani e di tutte le minoranze emarginate grazie a un taglio delle tasse drastico usato dalle aziende per espandersi e assumere. Tutto ciò in Europa era visto più o meno come i conservatori potevano vedere la Rivoluzione Russa dai loro consigli d’amministrazione nella City di Londra e nella Wall Street di un secolo fa: un pessimo esempio di stroncare. Trump stava dando un pessimo esempio della utilità sociale del più brillante (e regolato) capitalismo che tra l’altro ha prodotto in tempi fulminei i vaccini che ci stanno salvando la pelle. Gli stessi vaccini su cui Trump contava per poter essere rieletto. Biden è stato riciclato da uomo d’apparato e di rappresentanza ai cocktail come antagonista vendicatore delle sinistre di tutto il mondo unite. In realtà Biden non è nessuno. È stato scelto come il più anziano candidato degli Stati Uniti perché si portava in ticket Kamala Harris, una donna che finge di essere nera mentre è soltanto figlia di un funzionario indiano dell’ex impero inglese. La Harris, come Obama, non discende dagli schiavi acquistati dagli inglesi presso i mercanti arabi anche alla Serenissima Repubblica di Venezia (che cosa pensate che fossero tutti quegli africani in livrea e scimmietta sulle spalle nei quadri del Canaletto?).
I progettisti della vittoria di Biden (l’unico presidente eletto con una maggioranza di voti postali recapitati per camion, tutti soltanto col suo nome) sono stati i clan Obama e Clinton, desiderosi di insediare un presidente traballante sulla cui longevità nessuno scommette, e di piazzare automaticamente, insieme a lui, non solo una donna, ma una donna che finge di essere nera: «I’m not a socialist – disse la Harris in un’intervista – but just a mother of a black child». «Non sono una socialista, sono soltanto la mamma di un bimbo nero». Quanto alle sue proprie qualità, oltre a un lifting facciale da neonato, è una che perde la parola e che dà distrattamente del killer al presidente. Per la Harris in Italia stravedono tutti per riflesso pavloviano. È colorata? È il nostro idolo. Perché? perché prevale un pregiudizio razziale, prudentemente espresso in maniera inversa. lo ho due figli americani con cui parlo ogni giorno, e loro e i loro amici detestano Kamala Harris perché come Procuratore ha mandato in galera il più alto numero di ragazzi di colore solo per aver fumato marijuana. Biden ha combinato una catastrofe in Afghanistan di proporzioni ancora ignote. L’Afghanistan produce due beni: la più grande quantità di eroina destinata ai mercati mondiali che frutta ai talebani fra i tre e i quattrocento miliardi di dollari l’anno. Ma c’è dell’altro e Biden lo sa. O dovrebbe saperlo. L’Aghanistan produce minerali, detti “terre rare”, con cui varare la futura generazione dei cellulari, dei sistemi d’arma, del tiro dei carri armati, dei satelliti. La Cina è già in Afghanistan, ben piantata insieme ai russi e al Pakistan. I cinesi sono i nemici già scelti della prossima guerra americana che Trump aveva disegnato come possibile e che Biden ha fatto riclassificare come “probabile” in quel mare del Sud della Cina che non è della Cina ma dove la Cina si è piazzata armando abusivamente gli atolli per spingere i confini oltre i limiti già rifiutati dal tribunale dell’Aja. In quel mare la Cina ha varato una flotta che per qualità e quantità supera quella degli Stati Uniti. L’India è permanente terra di frontiera con la Cina, che a sua volta si è riavvicinata alla Russia con cui compie continue esercitazioni militari. Il mondo è dunque una polveriera minacciato da una guerra di cui non abbiamo la più pallida idea. La Cina grazie a Biden è in trattativa con i talebani per un faraonico programma di industrializzazione, sapendo che i narcotrafficanti travestiti da santissimi uomini della sharia pagheranno in narco-dollari. Tutti gridiamo il nostro sdegno per il mostruoso dramma delle donne e delle bambine afghane che già vengono uccise e cacciate dalle scuole. Ma non abbiamo visto una sola grande manifestazione nelle città italiane perché al di là di quattro parole di circostanza la sinistra italiana non se la sente di scendere in piazza contro le pratiche islamiche nemiche della donna e della democrazia. Quanto al fatto che le democrazie non si esportano con le armi, il Giappone è il lampante esempio del contrario: il generale americano MacArthur, dopo aver imposto al Giappone la resa senza condizioni e dopo averne impiccato i criminali di guerra, dette ordine di edificare un Parlamento, poi scrisse la Costituzione del Giappone e disse: da oggi, e in nome delle nostre armi, questa è una democrazia parlamentare libera con elezioni libere. Da quel momento il Giappone è diventato una delle più perfette e funzionanti democrazie del mondo.
Ma la sinistra italiana imbavagliata e legata come un salame dai propri pregiudizi seguita a fare il tifo per un uomo come Biden, che ha dato dei vigliacchi ai poveri afghani (che hanno avuto settantamila morti in combattimento, mentre gli americani sono stati poco più di mille) vittime di un’invasione esterna, quella talebana, e che accusa di incapacità. Abbiamo visto che gli afghani forse non volevano ancora la democrazia non sapendo bene che cos’è ma avevano imparato qualcosa come la libertà, il rispetto per le donne, la pubblica istruzione, l’umanità. I nostri soldati in Afghanistan avevano le braccia legate dietro la schiena quanto a uso delle armi perché non potevano far altro che rispondere al fuoco se attaccati ma hanno fatto miracoli incredibili per aiutare le persone e difenderle. Gli afghani hanno assaggiato la libertà dalla paura e oggi si passano i bambini attraverso il filo spinato, che è il filo spinato di Biden il quale rischia di portare l’umanità sull’orlo della catastrofe e – udite, udite – i democratici hanno deciso di metterlo sotto inchiesta davanti al Senato e alla Camera bassa per indagare con quali criteri abbia agito il loro Presidente per produrre un danno così devastante all’immagine degli Stati Uniti, agli ideali degli Stati Uniti, al prestigio degli Stati Uniti, alla vittoria del male contro il bene. Biden balbetta. Fa discorsi carichi di odio nei confronti dei perdenti e ammette di aver ordinato la rotta dall’Afghanistan perché doveva pagare la cambiale elettorale all’estrema sinistra socialista che lo aveva votato. E non sapendo come chiudere un discorso imbarazzante per il mondo intero, dopo una lunga pausa e strizzando gli occhi per far capire che è molto arrabbiato, assicura che se i talebani si comporteranno male, be’, allora la sua vendetta sarà devastante. Il corpo dei giornalisti accreditati si è chiesto a base di quale bevanda fosse stato l’aperitivo.
Paolo Guzzanti, qui.

E dunque abbiamo visto Carter abbandonare l’Iran nelle mani degli ayatollah e fallire penosamente il tentativo di liberare gli ostaggi, e abbiamo pensato che quello è stato indubbiamente il peggior presidente degli Stati Uniti e che difficilmente si sarebbe potuto fare di peggio. Poi abbiamo visto Obama prendere a calci gli alleati e baciare i nemici, lo abbiamo visto devastare l’intero Medio Oriente con le cosiddette primavere arabe, abbandonare gli studenti iraniani senza pronunciare una sola parola, regalare l’atomica all’Iran, rifiutarsi di ricevere il Dalai Lama per non irritare la Cina, mettere ripetutamente in pericolo Israele – nei cui confronti non ha mai nascosto il proprio incontenibile odio – con l’aggiunta di tutta una serie di pesanti sgarbi diplomatici nei confronti di Netanyahu, e abbiamo pensato che sì, peggio di Carter era possibile e che lui lo aveva abbondantemente superato. Poi è arrivato Biden… Certo che vedere sotto inchiesta il capo di quelli che hanno passato quattro interi anni e speso decine di milioni di dollari nel tentativo di mettere sotto inchiesta Trump è veramente una cosa da festeggiare col migliore champagne.
Se però, arrivati fin qui, pensate di avere visto tutto, beh, vi sbagliate di grosso. Leggete un po’ qui.

Ritiro dall’Afghanistan: secondo le rivelazioni di Reuters, ciò che ha fatto Biden è peggio di quanto pensassimo

Questo giovedì 19 agosto, i giornalisti Idrees Ali, Patricia Zengerle e Jonathan Landay hanno riportato informazioni inquietanti, accompagnate dall’immagine qui sopra.

Veicoli militari trasferiti dagli Stati Uniti all’Esercito Nazionale Afghano nel febbraio 2021

Si tratta del materiale militare che gli Stati Uniti hanno consegnato all’esercito afghano nel febbraio 2021 e che ora è nelle mani dei talebani. Ma l’informazioni più scioccante si trova nell’introduzione dell’articolo, in cui i giornalisti ricordano che gli elicotteri sono stati consegnati dall’amministrazione Biden solo un mese fa!
Circa un mese fa, il ministero della Difesa afghano ha pubblicato sui social le foto di sette elicotteri nuovi fiammanti consegnati dagli Stati Uniti e arrivati a Kabul, dice l’articolo.
Ma secondo le indagini l’amministrazione Biden non ha consegnato all’esercito afghano solo sette elicotteri nuovissimi nel luglio 2021, poche settimane prima del ritiro totale, lasciando tutto ai talebani, è peggio di così!
• Oltre a sette elicotteri UH60, poco prima del ritiro sono stati consegnati quattro elicotteri da combattimento MD 530 e tre aerei da combattimento rimessi a nuovo,
• E «nove elicotteri Mi-17 arriveranno entro fine settembre»
Abbiamo iniziato a consegnare [a Kabul] gli aerei di cui vi abbiamo parlato in precedenza. Tre di questi, recentemente rinnovati, sono atterrati a Kabul venerdì, e continueranno ad avere un analogo sostegno regolare in futuro», ha detto ai giornalisti venerdì 21 luglio al Pentagono il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin.
https://www.rev.com/blog/transcripts/defense-sec-lloyd-austin-gen-mark-milley-press-conference-transcript-july-21

INCOMPETENZA AI VERTICI DELLO STATO

Generale McKenzie, 12 luglio 2021: «In realtà stiamo per consegnare aerei in modo piuttosto massiccio laggiù»
Sapevamo che Joe Biden non controlla più il paese. L’economia si sta sgretolando e lui non ne è consapevole, il confine sud è un disastro e Kamala Harris si nasconde per non gestirlo, il costo della vita sale come non accadeva da molto tempo. Biden non ha più capacità cognitive sufficienti, non sa più che cosa sta succedendo intorno a lui. Mangia gelati.

Non sapevamo quanto fosse incompetente anche l’entourage del presidente Biden. La tragica fuga dall’Afghanistan ce ne ha appena dato la prova. Una cosa è infischiarsene della cultura Woke imposta al Pentagono, delle mutande LGBT e dei colori delle unghie consentiti nelle forze armate, un’altra è guardare in faccia le decisioni di generali e ministri piazzati dall’amministrazione Biden.
Il generale Mark Milley, presidente dei capi di stato maggiore, ha detto ai legislatori statunitensi lo scorso giugno che sarebbe «sbagliato credere ai discorsi dei talebani secondo cui le forze di sicurezza afghane stanno scomparendo di fronte al conflitto.»
Il generale Frank McKenzie, comandante del Comando Centrale degli Stati Uniti, da parte sua, in occasione del suo viaggio a Kabul l’11 luglio 2021 ha detto:
«La maggior parte delle nostre informazioni sui talebani provengono dal governo afghano. Hanno un sistema di intelligence abbastanza buono. Continueranno ad avere un apparato di intelligence piuttosto buono.»
Https://www.msn.com/en-us/news/world/us-finds-intel-a-struggle-in-afghanistan-as-troops-withdraw-and-taliban-surges/ar-AAM2Pvk
E ha aggiunto:
«In realtà stiamo consegnando aerei in modo piuttosto massiccio lì», ha detto McKenzie. Questo mese verranno consegnati sette elicotteri UH60 e quattro elicotteri da combattimento MD 530 e nove elicotteri Mi-17 arriveranno entro la fine di settembre.
Lo ha confermato l’esercito afghano, aggiungendo che altri saranno consegnati nei prossimi mesi:
«Gli elicotteri sono stati consegnati oggi a Kabul e devono essere ufficialmente consegnati all’aviazione durante una cerimonia speciale. In conformità con il piano, nei prossimi mesi verranno consegnati all’Afghanistan altri elicotteri», ha affermato il portavoce del 209° Corpo Shokhin dell’Esercito Nazionale Afghano(ANA) in una dichiarazione pubblicata da Interfax.
https://www.defenseworld.net/news/30041/Taliban_Shoots_Down_Afghan_Helicopter_Even_as_U_S__Delivers_New_Attack_Choppers#.YR_ksy0RoeY
I generali e il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin non sono gli unici membri incompetenti. Anche il Segretario di Stato Blinken vive in una realtà virtuale. Il 25 giugno ha dichiarato :
«Stiamo esaminando con molta attenzione la sicurezza sul campo in Afghanistan e ci chiediamo anche se i talebani siano davvero seri in merito a una risoluzione pacifica del conflitto», ha dichiarato il segretario di Stato in un’altra conferenza stampa.
https://www.reuters.com/world/asia-pacific/talebans-actions-inconsistent-with-pursuit-peace-afghanistan-says-blinken-2021-06-25/
Meno di un mese dopo ha fatto consegnare a Kabul degli elicotteri nuovi di zecca, quando 700 camion militari erano appena caduti nelle mani dei talebani.
Quando vi dicevo che è una cosa grave, non è tutto…

Obama e ISIS stagione 2
Non osiamo bombardare le attrezzature per paura che ciò possa irritare i talebani

La velocità con cui i talebani hanno spazzato via l’Afghanistan ci ricorda un precedente doloroso, sempre sotto la guida di un presidente democratico: i militanti dello Stato Islamico che hanno preso le armi dalle forze irachene appoggiate dagli Stati Uniti che hanno offerto poca resistenza nel 2014, e hanno catturato in poco tempo vasti territori.
E ricordate, in quell’occasione il presidente Obama si rifiutò di bombardare i pozzi di petrolio caduti nelle mani dell’ISIS per paura di causare danni ecologici, e dichiarò di essere in grado solo di «contenere» l’ISIS. Donald Trump, appena giunto al potere, li liquiderà in pochi mesi tra l’indifferenza dei media, che lo detestano al punto da non riconoscergli alcun merito per i suoi successi.
L’amministrazione Biden, in parte ereditata dalla squadra di Obama, è sulla stessa linea, e si è detta riluttante a bombardare le attrezzature cadute nelle mani dei talebani «per paura di irritarli» – Non sto inventando niente, ecco testualmente quanto scritto nell’articolo della Reuters:
L’amministrazione del presidente Joe Biden è così preoccupata per queste armi [sequestrate dai talebani] che sta valutando un certo numero di opzioni da perseguire.
I responsabili hanno dichiarato che il lancio di attacchi aerei contro le attrezzature più importanti, come gli elicotteri, non è stato escluso, ma che si teme che ciò possa irritare i talebani in un momento in cui l’obiettivo principale degli Stati Uniti è l’evacuazione delle persone.

OLTRE 2.000 VEICOLI CORAZZATI CATTURATI

Secondo l’attuale valutazione dell’intelligence, i talebani hanno già preso il controllo di oltre 2.000 veicoli corazzati, inclusi Humvee, e fino a 40 velivoli, tra cui UH-60 Black Hawk, elicotteri d’attacco e droni militari ScanEagle.
Le armi leggere sequestrate dai terroristi, come mitragliatrici, mortai, nonché pezzi di artiglieria, compresi i lanciagranate, rappresentano un vantaggio per i talebani contro qualsiasi resistenza che possa sorgere in storiche roccaforti anti-talebane come la valle del Panjshir, a nord-est di Kabul.

REGALI A CINA, RUSSIA, ISIS E AL QAEDA

Reuters conclude così il suo rapporto:
Funzionari statunitensi, precedenti e attuali, temono che queste armi possano essere utilizzate per uccidere civili, sia che vengano sequestrate da altri gruppi militanti come lo Stato Islamico per attaccare gli interessi degli Stati Uniti nella regione, sia che vengano consegnate ad avversari come Cina e Russia.
Funzionari statunitensi hanno dichiarato che prevedono che la maggior parte delle armi siano utilizzate dagli stessi talebani, ma che era troppo presto per dire cosa avessero intenzione di fare, inclusa la possibile condivisione di attrezzature con stati rivali come la Cina.
Andrew Small, esperto di politica estera cinese presso il German Marshall Fund degli Stati Uniti, ha dichiarato che è probabile che i talebani concedano a Pechino l’accesso a tutte le armi americane che potrebbero ora controllare.
Siamo lontani dall’aver visto la fine di questo incubo,e ancora meno di tutte le sue ricadute.

Retrait d’Afghanistan : selon les révélations de Reuters, ce qu’a fait Biden est pire que ce que nous pensions

Riproduzione autorizzata con la menzione seguente : © Jean-Patrick Grumberg per Dreuz.info. (qui, traduzione mia)

Com’era quella cosa del sonno della ragione? Ragazzi, prendiamone atto: siamo nella merda. Tutti.

barbara

TUTTO IL BIDEN MINUTO PER MINUTO

Iniziamo con questa gustosa miscellanea di alcuni dei suoi momenti top

E passiamo alla recente conferenza stampa, chiamiamola così, con alcune annotazioni dell’amico Myollnir

ho appena visto la cd Conferenza stampa di Biden, la prima da quando è in carica. Penosa. E’ la prima volta che vedo qualcuno leggere le risposte ad un conferenza stampa (guai a pensare che le domande fossero concordate con la stampa amica…)

E subito dopo

Ci sono sviluppi. Guarda qua: fra gli “appunti” c’è la scheda dei (pochi) giornalisti ammessi, con la foto per non sbagliarsi e con evidenziati quelli da ammettere alla domanda, con il numero d’ordine con cui chiamarli.
Allucinante. E nessuno dei presenti ha nulla da obiettare.
https://nypost.com/2021/03/25/biden-used-cheat-sheet-during-his-first-press-conference/

E perfino così riesce a incasinarsi, come potete vedere nel video che trovate al link. Qui alcune interessanti riflessioni, a cui aggiungo alcune considerazioni di

Lorenzo Capellini Mion

The White House

Ad ogni conferenza stampa il Presidente Trump si trovava di fronte dei pitbull ringhianti e dei lupi ululanti. Il Presidente Biden si è trovato degli agnellini scelti accuratamente che ponevano domande pre concordate.
Dopo due mesi e mezzo senza concedersi alla stampa per un confronto teoricamente senza filtri è apparso stanco, senza verve, con poche idee e spesso confuse. Fatti zero, a parte lamentarsi e addossare colpe all’amministrazione precedente, persino per il disastro da lui creato al confine sud. The blame game a cui gioca da 48 anni.
Ha ammesso di non poter sapere se i bambini migranti separati dai genitori alla frontiera siano davvero i loro figli.
E ha ammesso che in larga parte siano maschi prossimi alla maggiore età, cioè quella militare.
Dovranno tornare alle politiche di Trump se non vogliono la guerra civile, prima del previsto.
Timidissimo sulla Cina vago su tutto il resto, dando l’impressione che senza appunti sarebbe stato perso. E in effetti non è riuscito a completare più di qualche concetto.
Alla domanda sul controllo delle armi, e quindi sul secondo emendamento, ha risposto dettagliatamente riguardo al piano per le infrastrutture. Senza che nessuno lo incalzasse, come si confà con i dittatori, mi ha ricordato l’ultimo Breznev.
I nemici degli Stati Uniti e del mondo libero si saranno goduti lo spettacolo, compresi quelli che vivono alla Casa Bianca. E sono tanti.
In una parola è stato avvilente.

E infatti i terroristi hanno immediatamente ripreso a colpire, la Corea del Nord ha ripreso a lanciare missili, la Cina sbertuccia l’America di santa ragione, l’Iran si è reimpossessato del manico del coltello e, giusto per chiarire chi stabilisce le regole del gioco, ha bombardato due navi israeliane nel giro di tre settimane, ma niente sembra scalfire l’amore cieco di Biden per i macellai iraniani, al cui altare appare pronto a sacrificare gli accordi di Abramo, ossia la pace del Medio Oriente, che se decade trasformerà l’intero Medio Oriente in una macelleria, in aggiunta alle numerose macellerie create da Obama con le cosiddette primavere arabe, le cui vittime si contano – per ora – in centinaia di migliaia (quando si dice “mani grondanti di sangue”), da far scomparire, per numero di vittime ottenute, i successi di Arafat, per non parlare di pidocchietti quali Totò Riina e Tano Badalamenti.
E poi i bambini nelle gabbie, già, che nessuno può visitare. Ma si sa che poche cose sono veramente impossibili se uno è davvero determinato ad arrivarci. E infatti

Qui

Quanto al ritornello che gli stragisti in America siano “per la grande maggioranza bianchi” queste sono le foto segnaletiche di tutti i responsabili di attentati o sparatorie in cui sono rimaste uccise almeno 4 persone per singolo episodio dal 2019 a oggi.

E infine la nave incagliata, che apprendo ora essere di Taiwan ma con carico cinese. Nel momento stesso in cui ho appreso la notizia mi sono chiesta: ma sarà stato davvero un incidente? A quanto pare non sono stata l’unica a pormi la domanda, e qualcuno si è preso la briga di tracciare il percorso della nave prima di andarsi a incagliare: lo potete vedere qui. Tuttavia, anche se le navi bloccate sono centinaia e non si prevede quando la situazione potrà essere sbloccata e nel frattempo il prezzo del greggio sale vertiginosamente, io non sarei poi così pessimista

barbara

DUE PAROLE SU VACCINI E DINTORNI

Dedicato in particolar modo ai vaccinofobi. Che almeno sappiano di quale banda fanno parte.

Ecco perché la Germania è la patria dei “no-vax”

Religione, salutismo, razzismo e politica: i nemici delle inoculazioni sono storicamente gli stessi

Berlino. È scienziata di formazione con una laurea in fisica e un dottorato in chimica quantistica. Ad aprile del 2020 ha dato sfoggio delle sue competenze spiegando in diretta tv il modello matematico della progressione dei contagi da coronavirus.
Un mese prima si era messa in quarantena dopo essere entrata in contatto con un medico poi risultato positivo al Covid-19: l’uomo l’aveva visitata per somministrarle il vaccino contro lo pneumococco, che in Germania è facoltativo. Eppure, quando lo scorso 21 gennaio Angela Merkel ha affrontato in conferenza stampa il tema dei vaccini è stata molto attenta a misurare le parole. Tutti i cittadini «che desiderano ricevere l’iniezione ha detto potranno farlo entro il 21 settembre». Toni cauti che tradiscono la natura elettorale di quest’anno. Domenica si vota in Renania-Palatinato e in Baden-Württemberg, a giugno in Sassonia-Anhalt e a metà settembre in Bassa Sassonia. Il 26 dello stesso mese, infine, ci saranno le legislative: un calendario fitto che non permette alla cancelliera di immolarsi sulla causa dei vaccini. Non certamente in Germania, patria storica del movimento no-vax.
Oggi i tedeschi che si oppongono all’obbligo vaccinale vengono definiti «Impfgegner», ma ieri uno dei nomi con cui venivano associati era quello della «Lebensreform». La «riforma della vita» è stato un movimento diventato popolare alla fine del XIX secolo con l’obiettivo di promuovere la cura «naturale» dell’individuo, dove per naturale si intendeva non immunizzato, non avvelenato dalla medicina «artificiale» dei vaccini. Irrobustirsi, mangiare bio, «farsi» le malattie infantili, stare all’aria fresca, fare esercizio fisico e prendere il sole sul corpo nudo erano considerati medicine migliori dei farmaci. «La Lebensreform è strettamente collegata al movimento dell’omeopatia, che era popolare nel Baden-Württemberg e nella sua capitale Stoccarda», spiega al Giornale Malte Thießen, docente di Storia della Medicina all’Università di Münster. Popolare ma non per tutti, il movimento aveva una casa editrice di riferimento che pubblicava gli scritti degli anti-vaccinisti ed era diffuso fra i ceti più abbienti. «D’altro canto, la medicina omeopatica, le cure dell’aria e del sole non erano proprio per tutti», ricorda lo storico.
Ieri come oggi, la Lebensreform era solo una delle isole nell’arcipelago no-vax. Le vaccinazioni non riguardano solo la salute dell’individuo ma quella della società: di conseguenza assumono sempre una connotazione politica, «e nella critica ai vaccini si mescolano argomenti di estrema destra ed estrema sinistra». Se oggi c’è chi crede che assieme ai vaccini anti-Covid ci vengano inoculati dei microchip oppure si cerchi di manipolarci geneticamente, «nel 1796», anno del primo vaccino anti vaiolo in terra tedesca, «c’era chi temeva che i vaccinati si sarebbero trasformati in mucche», dalle quali il vaccino prendeva sostanza e nome. Fra i no-vax d’antan si contano anche alcuni politici liberali, favorevoli all’autodeterminazione umana e perciò contrari all’obbligo vaccinale. Alla fine del XIX secolo, continua l’accademico, la resistenza era anche dovuta agli effetti collaterali dei vaccini: d’altronde, i sieri muovevano i primi passi e potevano recare danni anche gravi. Da allora il timore degli effetti collaterali è rimasto, ma oggi che i vaccini funzionano meglio, e molte malattie sono scomparse, le rare complicazioni pesano ancora di più. I vaccini insomma «sono vittime del loro stesso successo».
Anche i motivi religiosi hanno giocato un ruolo importante: le vaccinazioni erano considerate come un’interferenza con l’opera divina: macchinazioni del diavolo contro malattie vissute come prove o punizioni celesti. Così, ricorda Thießen, in alcune comunità protestanti le vaccinazioni erano ritenute uno strumento usato dai cattolici contro i bambini. Per lo storico, insomma, non c’è quasi nulla di nuovo sotto il sole «e anche oggi in alcuni paesi musulmani le campagne di vaccinazione sono respinte come una crociata cristiana». Tornando in terra tedesca, un altro filo conduttore fra passato e presente è l’antisemitismo, per la cui manifestazione non bisogna aspettare il Terzo Reich. Già nel XIX secolo i vaccini erano considerati lo strumento di una cospirazione mondiale ebraica per indebolire il «corpo nazionale» tedesco. Una teoria che da un lato può essere fatta risalire al Medioevo, quando gli ebrei erano accusati di avvelenare i pozzi e di spargere i germi della peste, mentre dall’altro arriva dritta ai tempi moderni. Thießen cita il teorico della cospirazione Attila Hildmann, un cuoco vegano di origine turca, ma profondamente xenofobo, animatore delle recenti Hygiene-Demo, le manifestazioni tedesche contro mascherine e distanziamento sociale. Anche Hildmann, ricorda l’accademico, «sostiene che gli ebrei stanno avvelenando l’acqua potabile di Berlino». Gli ebrei, osserva ancora, forniscono il perfetto schema di proiezione per i no-vax, che li vedono come un’élite che ordisce piani segreti contro la salute della nazione con il sostegno della finanza internazionale. Perché anche la critica al capitalismo è un elemento ricorrente: «Dal XX secolo, c’è chi sostiene che le aziende farmaceutiche usino le vaccinazioni per condurre esperimenti sugli esseri umani o addirittura per diffondere epidemie al fine di vendere i vaccini».

Daniel Mosseri, 14/03/2021, qui

Bene, se la compagnia vi piace restateci, e buon pro vi faccia.
Poi c’è questa meravigliosa notizia che arriva – tanto per cambiare – da Israele. Fin dall’inizio quelli col baco nel cervello ci hanno massacrato i marroni con la storia che il vaccino è pericoloso per le donne incinte. Ovviamente – ed è stato ripetutamente spiegato, ma nei cervelli col baco le spiegazioni non entrano – nessuno ha mai sostenuto una simile idiozia: semplicemente non c’erano dati sui possibili effetti su donne incinte perché non erano state vaccinate donne incinte (eh sì lo so, sono concetti difficili, non alla portata di tutti). Ebbene, in Israele sono state vaccinate donne incinte, che sono rimaste in perfetta salute (sì lo so, qualcuno adesso ci perderà il sonno), hanno partorito figli perfettamente sani e – questa è la notizia meravigliosa – è stato verificato che i figli delle donne vaccinate, se allattati al seno, attraverso il latte ricevono gli anticorpi. Non è fantastico?
E infine guardate questa tabella, che mette a confronto le “reazioni avverse” fra coloro che hanno ricevuto il vaccino e un numero quasi uguale di persone che hanno ricevuto il placebo:

Quanto all’inquietante fenomeno delle morti post vaccino, SVEGLIA GENTE! Ogni giorno nel mondo muoiono 150.000 persone, più di 100 al minuto, quasi due ogni secondo: persone vecchie e persone giovani, persone malate e persone sane, persone che hanno preso qualche medicina e persone che non ne hanno prese. Mi spiegate per quale diavolo di motivo le persone che hanno fatto un vaccino dovrebbero essere le uniche persone al mondo che non possono morire? Ma cosa avete nella testa?! E non chiamatemelo principio di precauzione: questo è principio di demenza!

barbara

JOE DEMENZA, LA SAGA CONTINUA

I risultati delle sue prime ore di lavoro.

Lorenzo Capellini Mion

USA, Bidenstan

Bloccata la costruzione dell’oleodotto Keysyone XL, e di fatto cancellati migliaia di posti di lavoro e il futuro di altrettante famiglie. In un’epoca in cui un lavoro equivale alla vita.
Oltre ai sindacati e alcuni Stati americani, come il Sud Dakota, è furioso pure il Canada del noto clown che ha chiesto un incontro con l’uomo del sottoscala.
Bloccati tutti i rimpatri ed inoltrata la richiesta ai centri di identificazione di lasciare liberi di vagare tutte le persone immigrate illegalmente nel territorio. Nel colloquio con il Presidente del Messico ha subito delineato le nuove linee guida che se unite allo stop dei lavori per completare il muro al confine significa una chiamata all’invasione.
Se vi può far piacere secondo il South China Morning Post le aziende manifatturiere cinesi con il suo avvento professano un rinato ottimismo.
Ora Biden non urterà i vostri meravigliosi ed immacolati sentimenti con i suoi Tweet, come faceva l’uomo arancione cattivo, ma distruggerà gli Stati Uniti portandosi con se quello che resta del mondo libero.
We miss you Donald J. Trump

Emanuel Segre Amar

In meno di 72 ore di gestione di questa magnifica coppia che non rispetta né il distanziamento, né l’uso della mascherina (non mi risulta infatti che siano conviventi, anche se la moglie di Biden è rientrata in casa sua solo perché la Casa Bianca attirava troppo per trascurarla) ecco i primi risultati:

– 70000 posti di lavoro perduti
– sport femminile in grosse difficoltà
– invasione di una zona della Siria
– la Guardia Nazionale, dopo la cerimonia del 20 gennaio, abbandonata al freddo in un garage
– mancanza di un piano contro il COVID-19 (e lo credo, col ministro della sanità che ha nominato…)
– indipendenza energetica degli USA a grave rischio
– immigrazione illegale incoraggiata (e i lavoratori americani senza lavoro che diranno?)
L’articolo completo disponibile su Dreuz

E come se non bastasse

Lorenzo Capellini Mion

“La tribù indiana Ute della Riserva Uintah e Ouray richiede rispettosamente di modificare immediatamente l’ordine n. 3395 per fornire un’eccezione per i permessi energetici e le approvazioni sulle Terre Indiane.
La tribù indiana Ute e altre tribù produttrici di energia fanno affidamento sullo sviluppo energetico per finanziare i propri governi e fornire servizi ai propri membri.
Il Suo ordine è un attacco diretto alla nostra economia, alla nostra sovranità e al nostro diritto all’autodeterminazione.
Le terre indiane non sono terre pubbliche federali.
Qualsiasi azione sulle nostre terre e sui nostri interessi può essere intrapresa solo dopo un’efficace consultazione tribale.
L’ordine n. 3395 viola il trattato degli Stati Uniti e le relazioni fiduciarie nei confronti della Comunità Indiana Ute e viola importanti principi di sovranità tribale e autodeterminazione.
Il Suo ordine è stato emesso anche in violazione dei rapporti intergovernativi; Ordine Esecutivo n. 13175 sulla consultazione e il coordinamento con i governi tribali indiani e la politica interna degli interni sulla consultazione con i governi tribali.
L’ordine deve essere ritirato o modificato per conformarsi alla legge e alle politiche federali. Grazie per la Sua attenzione su questa questione.
Restiamo in attesa di cordiale riscontro”.
Luke Duncan,
Presidente della Ute Indian Tribe Business Committee

Ci ha messo poco la realtà a presentare il conto e ad ora la risposta è stata: “Trovatevi un altro lavoro”

Però almeno si dà da fare per unire il Paese dopo che l’uomo arancione cattivo lo ha diviso, giusto?

Falsa partenza di Biden: dice di voler unire il Paese, ma i primi decreti promuovono l’agenda radicale

Sicché il presidente Biden dovrebbe essere l’uomo dell’unità e della riconciliazione nazionale? A parte il suo discorso inaugurale, tutt’altro che unificante (come ha analizzato Federico Punzi su queste colonne), la sua presidenza prende il via con una falsa partenza che già dice molto: la pagina Twitter dell’ambasciata Usa in Israele viene ribattezzata “Ambasciata statunitense di Israele, Cisgiordania e Gaza”. Due governi insultati in un colpo solo: Israele che non riconosce l’indipendenza né della Cisgiordania né di Gaza e anche l’Autorità Palestinese che non riconosce certamente la Gaza controllata da Hamas (movimento terrorista, secondo la classificazione Usa). La pagina è stata cambiata di nuovo, dopo un paio d’ore, ed è tornata ad essere “Ambasciata di Israele”. A Gerusalemme non l’hanno presa benissimo. Difficile che sia stato un hacker, come si usa dire ormai nella politica romana, oppure solo una svista. Senza essere complottisti è comunque un segnale su come viene inteso il Medio Oriente nella nuova amministrazione.
La seconda falsa partenza riguarda invece l’alleanza con il Regno Unito ed è simbolicamente più importante: per prima cosa, Biden ha “esiliato” dallo Studio Ovale il busto di Winston Churchill, dopo quattro anni che aveva sorvegliato la scrivania di Trump. Anche Obama lo aveva fatto, sollevando non poche critiche sia in patria che nel Regno Unito (Boris Johnson, allora sindaco di Londra, aveva risposto con una dura reprimenda e per questo era ovviamente stato accusato di razzismo). Questa volta lo spostamento del busto del vincitore della guerra contro il nazismo è passato maggiormente in sordina, probabilmente per timore. Perché le statue di Churchill, il suo monumento a Londra eretto nei pressi del Parlamento, sono state oggetto di contestazioni violente da parte del movimento Black Lives Matter, che accusa di “razzismo” lo statista britannico. Con una campagna terzomondista che parte da lontano, la vittoria di Churchill è stata eclissata da episodi a lui (ingiustamente) attribuiti, come la terribile carestia del Bangladesh, e in generale dalla sua strenua difesa dell’Impero Britannico, oggi vista come inaccettabile espressione del suprematismo bianco. La sua rimozione è dunque un tributo a questa ideologia, tanto più che, ora, nello stesso Studio Ovale, sono stati trasferiti i busti degli eroi del movimento per i diritti civili: Rosa Parks, Robert Kennedy, Eleanor Roosevelt e Martin Luther King.
Ma è sul fronte interno e delle relazioni con le istituzioni sovranazionali che la politica di Biden sta partendo con un piglio radicale. Prima di tutto nel metodo: una pioggia di ordini esecutivi. Il presidente lascia intendere che la legge sarà emanata direttamente dal potere esecutivo, senza troppe discussioni o passaggi al Congresso, e scavalcando anche le prerogative degli Stati. “Il presidente eletto Biden sta assumendo l’incarico in un momento in cui la nostra nazione attraversa una crisi profonda – si legge nella nota del suo capo di Gabinetto Ron Klain – Stiamo affrontando quattro crisi che si sovrappongono e si sommano: la crisi del Covid-19, la conseguente crisi economica, la crisi climatica e la crisi razziale. Tutte e quattro le crisi richiedono azioni urgenti. Nei suoi primi dieci giorni di presidenza, il presidente eletto Biden intraprenderà azioni decisive per affrontare queste quattro crisi, per prevenire altri problemi urgenti altrimenti irreversibili e per ripristinare il prestigio americano nel mondo”. Dove tutto è inteso come “crisi”, gli atti straordinari dell’esecutivo diventano ordinari.
Una sfida agli Stati sarà costituita dalla (apparentemente secondaria e doverosa) “sfida dei 100 giorni con la mascherina” e consiste nell’imporre l’obbligo di mascherina su scala nazionale, in tutte le proprietà federali e nei viaggi fra Stati. Già nei dibattiti presidenziali, Trump aveva contestato al suo rivale democratico l’idea di federalizzare l’obbligo di mascherina: la sanità è una prerogativa degli Stati, infatti. La “sfida” è dunque un compromesso: obbligo sì, ma solo quando si è in transito fra due Stati (quindi fra due regolamenti e sistemi sanitari diversi) oppure nelle proprietà del Governo federale. In barba al ruolo della Cina nell’Oms e ai danni che ha creato a tutto il resto del mondo, con un altro ordine esecutivo gli Usa entreranno di nuovo nel novero dei grandi finanziatori dell’agenzia Onu per la sanità.
Ma è sul clima e sull’equità razziale che Biden punterà le sue carte nei primi dieci giorni di governo. Quanto al clima, la prima azione sarà quella di riportare gli Usa negli Accordi di Parigi. Il Trattato imporrà agli Usa di ridurre le emissioni di gas serra del 26-28 per cento rispetto ai livelli del 2005, entro il 2025. Gli imprenditori energetici temono di affrontare costi enormi di adeguamento e trasformazione, in un periodo in cui sono già in crisi a causa della pandemia. La prima vittima, ormai accertata, è l’oleodotto strategico Keystone XL, lungo la costa occidentale, duramente contestato da ecologisti e associazioni di nativi americani. Benché la compagnia avesse assicurato, nei giorni scorsi, di realizzare un’opera “a zero emissioni”, fra gli ordini esecutivi di Biden c’è, appunto, anche la cancellazione del progetto. Biden ha apertamente promesso di voler superare la produzione energetica con energie fossili, mettendo a rischio tutta l’industria petrolifera e carbonifera. Proprio in un periodo in cui, almeno dal 2018, gli Usa sono diventati Paese esportatore di petrolio.
Quanto al fronte razziale, con un’altra mossa simbolica molto importante, Biden cancella la neocostituita “Commissione 1776”, volta a preservare la storia nazionale nei programmi scolastici. Al suo posto, Biden ordina alle agenzie di sviluppare programmi scolastici improntati sull’eguaglianza razziale, anche qui, forse, per accontentare gli studenti che abbattono le statue di Cristoforo Colombo e di Thomas Jefferson senza fare troppi distinguo. Oltre a ciò, sul fronte dell’immigrazione, proprio mentre è partita un’altra “carovana” dall’America Centrale, Biden ordina la fine della costruzione del muro al confine col Messico, l’abolizione del divieto di accesso da sette Paesi musulmani considerati a rischio terrorismo (mentre i voli da e per Brasile, Regno Unito e Ue restano bloccati, causa Covid) e la cancellazione delle nuove misure restrittive sull’immigrazione. L’obiettivo è regolarizzare il più possibile degli 11 milioni di immigrati irregolari presenti negli Usa.
In questo elenco, tutt’altro che esauriente e in fase di espansione, dei primi ordini esecutivi di Biden, troviamo buona parte del programma della sinistra radicale. Di che unità parliamo, allora?
Stefano Magni, 22 Gen 2021, qui.

E mentre firma i decreti…

E sarà bene non dimenticare che

Resta comunque, di buono, che il suo predecessore era cattivo e tutti gli altri no, ecco.

Cristina Buonomo

Joe Biden dice che vuole picchiare il Presidente.
– Cory Booker dice che vuole prendere a pugni il Presidente.
– Robert De Niro dice che vuole colpire Trump in faccia.
– Jimmy Kimmel e altri ospiti a tarda notte scherzano sull’assassinio del Presidente.
– Snoop Dog fa un video sull’assassinio del Presidente.
– Johnny Depp parla di un attore che assassina il Presidente.
– Kathy Griffin posa con una testa sanguinaria mozzata del Presidente.
– Tom Arnold dice: ′′ Non fare troppo c…. traditore, si sono presentati anche per JFK ′′
– Gaetz è minacciato da qualcuno che ha avvertito che farà saltare la testa al deputato.
– Scalise viene quasi ucciso.
– ANTIFA attacca abitualmente e ora uccide i conservatori.
– Hollywood fa un film sull’uccisione dei sostenitori di Trump.
– Tucker Carlson ha attivisti di sinistra a casa sua minacciando di bruciare la sua casa con dentro moglie e figli.
– Madonna parla di voler far saltare in aria la Casa Bianca.
– McConnell è minacciato da attivisti di sinistra a casa sua di essere pugnalato al cuore.
– La vita del professore democratico costituzionale Jonathan Turley è minacciata per la sua opinione opposta all’impeachment.
Eppure, i socialdemocratici, CNN, MSNBC, ABC, CBS, NBC, TDIP, Media Matters e il DNC dicono tutti che …
′′Trump sta incitando alla violenza.”
Da un commento di Piero Vallero

E niente, se nasci dalla parte giusta sei buono, e resterai buono qualunque cosa tu faccia, compreso il mettere le mani addosso alle bambine. Praticamente così

barbara