Il titolo in realtà dovrebbe essere duplice: caduta, visto dalla parte dei nazisti, liberazione, visto dalla parte dei civili. In ogni caso gli “eroici resistenti” si sono arresi, e la prima cosa da fare è dividere nettamente la propaganda dai fatti, la leggenda dalla realtà, la menzogna dalla verità:
E queste sono alcune immagini della resa
E vediamo ora qualche titolo di giornale.
Ucraina, Zelensky: “Caduta Mariupol causerebbe fine negoziati”
Al cuore, decisamente, non si comanda e, parafrasando il grande Paolo Conte, possiamo dire che il comico è nell’anima e nell’anima per sempre resterà, perché parlare di fine dei negoziati da parte di uno che tra accettare di iniziare dei negoziati e trasformare il proprio stato in un cimitero ha scelto senza esitare il cimitero, è davvero comicità del più alto livello. Poi c’è quest’altro:
La Russia espelle 24 diplomatici italiani, il Cremlino: «Risposta alle azioni ostili e immotivate dell’italia». Draghi: «Non chiuderemo il dialogo»
Qualcuno dovrebbe spiegarlo, a quel caro ragazzo, che se tu mandi armi al mio nemico perché mi possa ammazzare, tu non stai dialogando, stai combattendo contro di me, e non hai nessunissimo dialogo da chiudere o tenere aperto, quindi smettila di dire puttanate – sulla pelle degli italiani, in tutti i sensi, oltretutto. E poi quest’altro, non si sa se frutto più di ignoranza o di malafede:
Mariupol, perquisizioni corporali e donne tra i militari: le nuove immagini della resa del battaglione Azov
Ora, le perquisizioni corporali, cari signori, sono quelle in cui si infilano le mani o altri strumenti nella bocca, nell’ano e nella vagina. E le cose che abbiamo visto noi sono queste:
Dite che a telecamere spente potrebbe esserci stato dell’altro? Certo, potrebbe, ma voi non lo sapete, e dunque non potete parlarne. E, a proposito, dove eravate voi, nobili signori dei titoli ad effetto, dove eravate quando i vostri amici nazisti sparavano alle gambe dei prigionieri russi? Dove eravate quando li sgozzavano cantando e ridendo? Dove eravate quando li mutilavano ed eviravano vivi? Dove eravate, o nobili uomini d’onore – perché voi SIETE uomini d’onore, vero? Poi, per inciso, fra i “resistenti” dell’Azovstal c’era anche questo signore qui,
che sarebbe tal Eric T. Olson, un ammiraglio USA che ha ricoperto incarichi di grande importanza.
Ma la conseguenza più bella, emozionante, commovente della liberazione è vedere il ritorno alla vita, esemplificato nel ritorno a scuola
Vi propongo ora un intervento di Marco Revelli, che dice diverse cose che non condivido e che potrei anche definire delle grandi puttanate, ma offre anche alcune riflessioni che mi sembrano meritevoli di attenzione
e stendiamo un velo pietoso sulla cafonaggine della zoccola che interrompe in continuazione, che disturba commentando ogni affermazione con un insensato “Come no, come no, come no”, che mentre lui parla scrive sul cellulare e mastica gomma, che gli parla sopra impedendogli materialmente di parlare fino al punto da fargli perdere il filo scatenandomi una voglia belluina di rifilarle una raffica di randellate sulle gengive – e magari anche qualcuna sulle ginocchia, così la smette di inginocchiarsi per i criminali.
Questo invece è un intervento di Putin, di cinque anni fa
E ora continuate a raccontarvi che è pazzo, squilibrato, sconsiderato, che non sa quello che fa e quello che dice, che è il peggiore pericolo per la pace mondiale – quello che fino all’altro ieri era rappresentato da Israele, pensa un po’: continuate a raccontarvelo, perché se foste costretti a guardare in faccia la realtà, con tutte le menzogne infami che vi siete raccontati e che avete raccontato, dovreste suicidarvi per la vergogna – se aveste una coscienza, ma la vostra fortuna è che non l’avete.
E poi ci sono quelle tre ragazze, quelle tre violiniste escluse dal concorso internazionale “Lipizer” di Gorizia perché sono russe. Non so chi siano e quindi non saprei come trovarle (conforta molto, tuttavia, la forte presa di posizione dell’Orchestra del Friuli Venezia Giulia), perciò non posso offrirvi un saggio del loro talento. Per rimediare almeno un po’ ho pescato a caso due violinisti russi. Spero di avere scelto bene – sono musicalmente analfabeta, come è noto -; in caso contrario conto sull’indulgenza degli amici musicofili.
Avete presente l’antisemita classico che nega di esserlo? “Io non sono antisemita: ho un sacco di amici ebrei, io!” Ecco, il novax che nega a gran voce di esserlo, lui no, un novax che dichiari di avere un sacco (alcuni, un paio, uno) amici vaccinati, non lo trovate neanche col lanternino. Covidioti, ci chiamano. All’inizio chiamavamo covidioti quelli che negavano l‘esistenza dell’epidemia, anzi addirittura del virus; adesso chiamano covidioti i vaccinati, e chi mai andrebbe in giro a vantarsi “io ho un sacco di amici idioti”? Bene, da covidiota dichiarata e documentata, oggi mi occuperò dei covintelligenti. Cominciando col Grande Complotto.
Magari per tutto il resto sono atei, ma il Regno di Satana che sta dentro il vaccino e ti viene infilato nelle vene, quello è assolutamente autentico. Passando per il complesso del perseguitato
e le reazioni avverse
E a proposito di tutti quei miliardi di reazioni avverse e montagne di morti di cui quotidianamente leggiamo nei social, questa è di qualche giorno fa
Quando ho dato l’indirizzo al tassista, ha detto: “Ah, va a fare il vaccino! Ne ho già portati diversi oggi. Ne ho dovuto portare anche qualcuno all’ospedale dopo il vaccino, una signora anche poco fa: CROLLO TOTALE DELLE PIASTRINE” (pronunciato esattamente così). E se uno ha appena appena un po’ di capacità di ragionare si chiede: faccio il vaccino, so in partenza che potrebbero verificarsi effetti negativi, mi sento male, così male da ritenere opportuno andare all’ospedale, e invece di chiedere a uno dei medici, a un’infermiera, a un volontario, a un pompiere (eravamo nella loro palestra), a un carabiniere di chiamarmi un’ambulanza, o di portarmi con uno dei loro automezzi, chiamo un taxi?! In secondo luogo, non dico un tassista, ma anche un medico, faccio il vaccino, dopo due minuti dico mi sento male e quello sentenzia: “Crollo totale delle piastrine”?! Ma quanti bachi nel cervello devono avere quelli che sui social riferiscono i miliardi di reazioni avverse apprese in questa maniera? In ogni caso qualche giorno dopo, quando sono andata a fare l’infiltrazione, l’ho raccontato all’anestesista, che ha detto: “Abbiamo otto ricoverati con covid in reparto, due ricoverati con covid in rianimazione, zero ricoverati per reazioni al vaccino, e zero sono stati da quando sono iniziate le vaccinazioni”. Giusto per puntualizzare un po’. E passiamo a un po’ di sano “a pensar male si fa peccato ma”
e al ricordo dei bei tempi in cui non c’era tutta questa diffidenza e tutto questo denunciare “chissà cosa ci mettono dentro”
E ora passiamo alle cose serie.
L’effetto dei vaccini sui contagi e sui sintomi del COVID-19: nessun miracolo, ma i benefici sono concreti
Spesso chi non si vuole vaccinare si giustifica con affermazioni del tipo: “tanto ci si può ammalare lo stesso”, “anche i vaccinati possono trasmettere il virus”, eccetera. In questo articolo vedremo perché, anche se queste affermazioni hanno un fondo di verità, è comunque fondamentale vaccinarsi contro il COVID-19.
I vaccini prevengono l’insorgere di nuove varianti del virus
Il fatto che, di tanto in tanto, emerga una nuova variante del virus SARS-CoV-2 non deve sorprendere, in quanto si tratta di una caratteristica comune a tutti i virus. Semplicemente, maggiore è la capacità di diffusione di un virus, maggiore è la probabilità che ne emergano nuove varianti: queste sono infatti una conseguenza dalla replicazione del virus, e in una popolazione non completamente vaccinata contro di esso, il suo tasso di replicazione è molto elevato. A sostegno di ciò, gli studi più recenti mostrano come l’insorgenza di nuove varianti sia più elevata in Paesi con una copertura vaccinale più bassa. In conclusione, quando la maggior parte della popolazione mondiale sarà vaccinata, l’insorgenza di nuove varianti smetterà di essere uno spauracchio.
L’efficacia dei vaccini nel prevenire i contagi
Tutti i vaccini per il COVID-19 attualmente autorizzati hanno dimostrato un’efficacia significativa nel prevenire i contagi, in particolare, un numero crescente di evidenze indica che le persone completamente vaccinate con un vaccino ad mRNA (Moderna o Pfizer/BioNTech) hanno meno probabilità delle persone non vaccinate di essere infettate dal virus SARS-CoV-2 o di trasmetterlo ad altri. Tuttavia, il rischio di infezione nelle persone vaccinate non può essere completamente eliminato finché vi è una trasmissione del virus nella comunità.
Ora vediamo qualche numero sull’efficacia dei vaccini nel prevenire le infezioni.
Vaccino
Variante Alpha
Variante Beta
Variante Gamma
Variante Delta
Pfizer/BioNTech
85-90%
75%
80-85%
64-79%
Moderna
100%
96%
80-85%
64-79%
Come si evince dalla tabella, nessun vaccino offre una protezione del 100% (la percentuale si abbassa notevolmente quando si tratta della variante Delta), perciò non possiamo stupirci se si contano casi di COVID-19 anche tra le persone completamente vaccinate. In relazione a ciò, bisogna imparare un nuovo concetto, quello delle infezioni “rivoluzionarie”: queste si verificano quando una persona completamente vaccinata viene infettata dal virus. È difficile conoscere l’intera portata dei casi “rivoluzionari” perché le infezioni tra le persone vaccinate tendono ad essere lievi o asintomatiche e potrebbero passare inosservate. Stando però ai dati raccolti, almeno 125.682 americani completamente vaccinati sono risultati positivi al Covid e di questi 1400 sono morti. Anche se questi numeri sembrano elevati, bisogna guardarli in prospettiva: i casi rivoluzionari negli USA rappresentano meno dello 0,08% degli oltre 164,2 milioni di persone che sono state completamente vaccinate nel Paese dall’inizio dell’anno, ovvero circa 1 caso ogni 1300 abitanti (che diventano 1 morto ogni 120.000 persone).
Quindi sì, le persone vaccinate possono infettarsi, ma ad un tasso decisamente inferiore rispetto alle persone non vaccinate. Proprio perché l’efficacia non è assoluta, è necessario che il maggior numero possibile di persone si vaccini.
Le persone vaccinate, possono trasmettere il virus?
Per rispondere a questa domanda, dobbiamo focalizzarci sulla variante Delta, la più pericolosa. I dati dei test COVID-19 negli Stati Uniti e a Singapore mostrano che le persone vaccinate che vengono infettate dalla variante Delta e sviluppano la malattia sintomatica possono trasportare tanto virus nel naso quanto le persone non vaccinate. Ciò significa che, nonostante la protezione offerta dai vaccini, una piccola percentuale delle persone vaccinate può trasmettere la variante Delta, eventualmente favorendone la diffusione. Un’analisi massiccia sulla trasmissione della variante Delta proviene dal programma REACT-1 del Regno Unito. In questo caso, i risultati suggeriscono che tra le persone risultate positive al virus, quelle che erano state vaccinate avevano in media una carica virale inferiore rispetto alle persone non vaccinate. La spiegazione sarebbe dovuta al fatto che questo studio ha campionato la popolazione in modo casuale e pertanto ha incluso persone che sono risultate positive al virus senza sviluppare i sintomi della malattia. Inoltre uno studio condotto a Singapore suggerisce che le persone vaccinate rimangano infette con la variante Delta per un periodo più breve, rispetto a chi non è vaccinato, suggerendo, anche in questo caso, che il vaccino sia utile anche contro questa variante.
L’efficacia dei vaccini sui sintomi gravi
Spesso la gente confonde la suscettibilità all’infezione con il decorso della malattia. Invece si tratta di due aspetti ben diversi: anche se i vaccini non sono infallibili nel prevenire le infezioni (specialmente quando si tratta della variante Delta), le persone completamente vaccinate che vengono infettate del virus hanno altissime possibilità di andare incontro ad un decorso asintomatico.
Vediamo nel dettaglio le percentuali della protezione dei vaccini dai sintomi gravi del COVID-19:
Vaccino
Variante Alpha
Variante Beta
Variante Delta
Pfizer/BioNTech
96-100%
96-100%
79-88%
Moderna
96-100%
96-100%
Johnson&Johnson
73-82%
73-82%
Ora è doveroso approfondire un aspetto riguardante la variante Delta. I dati raccolti in Israele sembrano mostrare una diminuzione dell’efficacia del vaccino Pfizer-BioNTech nel corso del tempo: tra le persone vaccinate a gennaio 2021 con due dosi, il vaccino si è dimostrato efficace solo per il 16% contro l’infezione sintomatica, ma per le persone che avevano ricevuto due dosi entro aprile, il tasso di efficacia (contro l’infezione sintomatica) era del 79%. I dati israeliani sono in contrasto con uno studio inglese condotto tra aprile a maggio che ha rilevato che, dopo due dosi, il vaccino Pfizer-BioNTech era efficace all’88% contro la malattia sintomatica causata dalla variante Delta. I dati raccolti sono contrastanti, sia perché molto recenti, sia perché i programmi vaccinali variano da Paese a Paese. Ad esempio, Israele ha somministrato a tutta la sua popolazione adulta il vaccino Pfizer, mentre nel Regno Unito sono in uso diversi vaccini, con quello Pfizer-BioNTech somministrato prevalentemente ai più giovani; inoltre vi sono differenze nel periodo dello studio, nelle fasce di età e nella strategia prescelta per eseguire i test. Analogamente ai dati israeliani, anche i dati inglesi hanno concluso che, dopo due dosi, il vaccino Pfizer-BioNTech Covid è altamente efficace contro l’ospedalizzazione dalla variante Delta (i dati inglesi hanno riscontrato che il vaccino è efficace al 96% nel prevenire i ricoveri in ospedale, quelli israeliani all’88%).
Negli Stati Uniti, più del 90% dei ricoveri per COVID-19 sono di persone non vaccinate o non ancora completamente vaccinate. Inoltre, il 97%-99,9% dei pazienti deceduti con il COVID-19 non erano vaccinati, o avevano ricevuto solo una dose.
Questi dati sostengono oltre ogni dubbio l’efficacia dei vaccini nel proteggere le persone completamente vaccinate dai sintomi gravi della malattia.
Conclusioni
In conclusione, è importante tenere a mente tre cose:
I vaccini rimangono altamente efficaci nel prevenire i sintomi gravi della malattia, anche quelli causati dalla variante Delta.
Le infezioni rivoluzionarie tra gli individui vaccinati sono rare e diminuiranno sempre più man mano che più persone si vaccinano.
La maggior parte delle nuove infezioni, dei ricoveri e dei decessi legati al COVID-19 si verificano tra le persone non vaccinate.
Here’s a paradox: A new drug for Alzheimer’s disease, aducanumab, gets approved by the Food and Drug Administration through an accelerated process without sufficient data, although there was limited evidence that it works, leading three advisory board members to resign in protest. Meanwhile, mRNA coronavirus vaccines are not yet fully licensed despite massive evidence of their benefits. In December 2020, the F.D.A. approved the distribution of mRNA coronavirus vaccines made by Pfizer and Moderna under the agency’s emergency use authorization provision, which permits an accelerated approval process for medications and treatments during a public health emergency. The approvals were granted after the agency reviewed the results of clinical trials that involved more than 70,000 participants. Until the coronavirus pandemic, the agency had never given an E.U.A. to a new vaccine. Now more than 180 million doses of the Pfizer vaccine and 133 million of Moderna’s have been administered in the United States, with millions more doses distributed worldwide. In the history of medicine, few if any biologics (vaccines, antibodies, molecules) have had their safety and efficacy scrutinized to this degree. First, clinical trials showed the vaccines were 95 percent effective at preventing symptomatic illness. Since then, a number of peer-reviewed reports in leading journals have substantiated the vaccines’ safety and efficacy, using data collected in Israel, Qatar, the United Kingdom, the United States and other countries. In other words, the mRNA vaccines have overwhelmingly been proved safe and effective by clinical trials, independent research and the experience of millions of people around the world who received them. But the vaccines’ approvals remain conditional, and the urgency of full approvals cannot be overstated. By Eric J. Topol
Dr. Topol is a professor of molecular medicine at Scripps Research and has served on multiple F.D.A. advisory committees. (qui)
E naturalmente arriva il furbo di turno a fare le pulci all’articolo
E poi ci sono le brave figlioline che rifiutano di far fare una trasfusione al padre perché esigono che il sangue sia di un donatore non vaccinato, e non esiste la possibilità di verificare se il sangue di una determinata sacca sia di un vaccinato o no. E quindi niente trasfusione, che il vecchio si arrangi.
Provate a immaginare che una fabbrica si metta a produrre magliette da uomo con la scritta “Io parlo maschilista”. Immaginate uomini che sempre più numerosi se ne vadano in giro proclamando, con le loro magliette, che loro parlano maschilista. Immaginate un uomo politico di spicco che, con addosso la maglietta fallofona, si faccia fotografare con strafottente aria di sfida accanto al simbolo del suo partito. Ecco… No: non ho bisogno di formulare la domanda, vero? E meno che mai la risposta.
Aggiungo, restando sostanzialmente in tema, quella cosa del cambiamento semantico di certi sostantivi passando dal maschile al femminile, che abbiamo sentito tutti mille volte: un passeggiatore è uno che pratica attività fisica, una passeggiatrice è una puttana; un uomo facile è uno alla mano, che non crea problemi, una donna facile è una puttana; un peripatetico è un filosofo, una peripatetica è una puttana. Eccetera. L’abbiamo sempre sentito e raccontato come una cosa buffa, quasi una barzelletta. Recentemente l’ho ritrovato in un video come denuncia del vergognoso maschilismo della lingua (in quel caso francese, che per questi termini combacia esattamente con l’italiano). Ok, diciamo che questo sviluppo linguistico denota maschilismo – magari, per dirla con il linguaggio femminista dei tempi di mia gioventù, becero veteromaschilismo fallocratico. Ma che dire allora di coglione? Di testa di cazzo? Di fancazzista? Di rompicoglioni? Di cacacazzi? Si è mai accorto qualcuno che tutti questi insulti, tra l’altro estremamente volgari, sono tutti declinati al maschile? Io credo che sia ora di dare vita a una insurrezione popolare in piena regola, perché io sono veramente stufa (= mi sono rotta i coglioni) di tutte queste stronzate linguistiche. Sono stufa di avere il mio linguaggio limitato e deformato da un branco di dementi (“passere fuori di senno”, le ha una volta genialmente definite il nostro Marco) che storpia in modo osceno la più bella lingua del mondo e pretende di imporre le proprie deliranti storpiature a tutti. Ci avete fatto caso? In tutti i giornali ormai non si legge altro che ministra avvocata sindaca. La prima donna sindaco in Italia è stata eletta nel 1946: durante i settant’anni successivi abbiamo avuto migliaia di donne sindaco, senza che nessuno sentisse la mancanza dell’orrendo sindaca. Le lingue si evolvono? Certo: si evolvono per necessità, per comodità, per naturale decadenza di un termine e naturale sviluppo di un altro, non per dittatoriale imposizione di una banda di deficienti. È arrivato il momento di dire basta.
Mi piace l’Italia, mi piace da morire. Mi piaceva già prima di ciò che mi è accaduto, adesso adoro ogni sua sfumatura, ogni suo vicolo, ogni suo terrazzino fiorito, ogni sua testimonianza di libertà. Perché finché non te la tolgono, la libertà, non ti rendi nemmeno conto di averla. Tutto ciò che nella mia città italiana mi pareva ovvio, andare a scuola, telefonare a un’amica, sorridere a un ragazzo che ti offre da bere, a sei anni dal mio ritorno mi appare ancora un privilegio, una sorta di premio quasi immeritato, tanto mi strugge, a volte, e mi commuove.
Non ti rendi conto di quanto la libertà ti sia vitale fino a che non la perdi.
Ma quel giorno, seduta sul trolley, con la Pausini nelle orecchie, non lo sapevo. Ho preso l’aereo e sono partita felice.
Non è un romanzo: è la storia autentica di Amani El Nasif, cresciuta in Italia e riportata dalla madre nella natale Siria con un pretesto, per tenervela segregata per sempre, “per il suo bene”, per farle smettere la vergognosa abitudine di portare jeans e maglietta, di andare in giro con le amiche e parlare con i ragazzi. Un marito che la frusti e gli occhi di tutta la tribù addosso sono la cura ideale.
Preferivo stare nei campi che in casa, ma gli zii avevano deciso che non ci sarei più andata perché avrei potuto conoscere qualche ragazzo e comportarmi male.
Ero italiana, ero una ulech, una puttanella.
Nonostante il caldo, anche le pulizie di casa le dovevo fare con i tre vestiti e con i calzini o le scarpette, più insopportabili dei vestiti.
Mi pareva impossibile che le mie cugine non si ribellassero a quelle regole, che erano tortura pura.
Quando io chiedevo: «Ma non avete caldo? Ma perche non camminate scalze? Ma perché non vi tenete un solo vestito addosso?» esclamavano allarmate:
«Haram, Haram!». Haram significa peccato, e nel villaggio di Al Karatz il peccato per le donne sta nel solo fatto di esistere, con i loro corpi, con la loro pelle profumata, con i loro sguardi. Haram è quando ti sbuca un ricciolo dal velo, anche se tra le mura ti possono intravedere soltanto i familiari. Haram è quando lavi i piatti e le maniche della veste ti salgono ai gomiti, impunemente, e allora devi coprirti le braccia con dei manicotti ricavati da vecchi calzini. Haram è quando stai cucinando da ore e hai talmente caldo che ti togli i calzini e rimani a piedi nudi.
«Metti i calzini!» ti dice tuo zio. «La porta è aperta! La gente passa, ti vede!» Haram sei tu che dici: «Fa caldo, tanto passano solo i parenti». Haram sei tu che ti impunti e i calzini non li metti.
Allora lui srotola il berim, la corda che gli tiene sul capo la kefiah, e comincia a dartelo sui piedi, fino a farteli diventare viola. Haram sono quei piedi colpevoli, doloranti e gonfi, ai quali infili i calzini perché non ce la fai a prendere un’altra frustata. Haram è tutto, haram ero io, che non avevo fatto niente.
Reagivo, gridavo, mi ribellavo. Nessuno veniva in mia difesa, nessuno mi dava ragione. Nemmeno mia madre, nemmeno mia sorella. Mai.
Solo la sua incrollabile determinazione a resistere (prendete nota: questa è resistenza, questa ha il diritto di portare il nobile nome di resistenza) a pressioni e intimidazioni e minacce e ricatti e violenze fisiche di ogni sorta per farle sposare il detestabile e detestato cugino – oltre, alla fine, un inaspettato colpo di fortuna – la salveranno dal condividere la sorte dei settanta milioni di spose bambine nel mondo.
Amani El Nasif – Cristina Obber, Siria mon amour, Piemme
Poi, non del tutto fuori tema, andate a vedere anche questo.
L’organizzazione studentesca Studenti per la giustizia in Palestina (SJP) è prominente in molti campus universitari, predicando il mantra “Palestina libera.” Si spaccia per un gruppo di diritti civili, ma non lo è. Anzi, in quanto afro-americana, sono profondamente offesa dal fatto che l’eredità del mio popolo venga scippata per un ordine del giorno così ripugnante. È dunque giunto il momento di esporre la sua agenda e mettere a nudo alcune delle falsità che queste persone diffondono.
• Se cercate di divulgare l’eredità dei primi colonialisti islamici che hanno stuprato e saccheggiato il Medio Oriente, soggiogato le popolazioni indigene che vivevano nella regione e imposto su di loro una vita di persecuzione e degrado — non potete rivendicare il titolo di “Combattenti per la libertà.”
• Se supportate una dottrina razzista di supremazia araba e desiderio (come corollario di tale dottrina) di distruggere lo stato ebraico, non potete sostenere che i pregiudizi che diffondete siano forme di legittima “resistenza”.
• Se i vostri eroi sono chierici che siedono in Gaza tramando il genocidio di un popolo; che piazzano i propri figli sui tetti, nella speranza che saltino in aria; che riempiono di lodi i membri della loro banda quando riescono a uccidere scolari ebrei e a bombardare i luoghi in cui si riuniscono gli ebrei, non potete atteggiarvi ad apollinei difensori della virtù umana. Non lo siete.
• Se vi dispiace che le prestazioni dei lanciatori di missili di Hamas siano tristemente incompetenti e di conseguenza milioni di ebrei siano ancora vivi – e i loro figli non siano stati assassinati dai loro razzi; le loro membra non siano state strappate; e non si possa godere del loro sventramento – non potete spacciarvi per difensori della giustizia. Fate mostra di essere irreprensibili. Assolutamente non lo siete.
• Se la vostra idea di una causa giusta comporta il prendere di mira e intimidire studenti ebrei nel campus, appropriarvi della loro storia di esilio e ritorno e modellarla a vostra somiglianza non potete raccontare che lo fate nome della libertà civile e della libertà di espressione.
• Non potete difendere regimi che uccidono, torturano, e perseguitano la propria gente, la tengono deliberatamente in miseria e le sottraggono miliardi di dollari – e pretendere di essere “pro-arabi”. Non lo siete.
• Non potete difendere un sistema in cui agli ebrei non è consentito acquistare terreni, viaggiare in determinate zone e vivere un’esistenza simile semplicemente perché sono ebrei — e sostenere di star promuovendo l’uguaglianza per tutti. Non potete promuovere boicottaggi di imprese, negozi ed entità di proprietà ebraica – e poi pretendere di essere “contro l’apartheid”. Ciò è male.
• Non potete giustificare calcolati e deliberati bombardamenti, percosse e linciaggi di uomini, donne e bambini ebrei trattando tali efferati episodi come parte di un nobile “rivolta” degli oppressi – questo è razzismo. È male.
• Non potete comportarvi come se voi e Rosa Parks foste stati grandi amici negli anni Sessanta. Rosa Parks era una vera combattente per la libertà. Rosa Parks era sionista.
Coretta Scott King era sionista.
A. Phillip Randolph era sionista.
Bayard Rustin era sionista.
Count Basie era sionista.
Il dr. Martin Luther King Sr. era sionista.
Infatti, essi e molti altri uomini e donne hanno firmato nel 1975 una lettera che dichiarava: “Noi condanniamo la lista nera anti-ebraica. Abbiamo combattuto troppo lungo e troppo duramente per sradicare la discriminazione dalla nostra terra per stare a guardare con le mani in mano mentre interessi stranieri importano l’intolleranza in America. Avendo tanto sofferto per tale pregiudizio, consideriamo estremamente ripugnante il tentativo degli Stati arabi di usare il potere economico delle loro recenti ricchezze petrolifere per boicottare imprese che trattano con Israele o che hanno proprietari, direttori o dirigenti ebrei e di imporre precondizioni antiebraiche per fare investimenti in questo paese.”
Vedete, la mia gente è sempre stata sionista perché il mio popolo si è sempre schierato per la libertà degli oppressi. Quindi una cosa è certa: non potete appropriarvi culturalmente della storia del mio popolo per i vostri scopi. Non avete il diritto di invocare la lotta del mio popolo per i vostri miserabili scopi e non potete fare le vittime in nostro nome. Non avete il diritto di infangare il buon nome della mia gente e collegare la vostra causa a quella del Dr. King. Le nostre due cause sono agli antipodi.
La vostra causa è l’antitesi della libertà. È costata centinaia di migliaia di vite di ebrei e arabi. Ha separato questi popoli e ha fomentato l’ostilità tra di loro. Ha creato angoscia, tormento, morte e distruzione.
Naturalmente potete di continuare a utilizzare frasi fatte per la vostra causa. Avete tutto il diritto di cantilenare parole come “uguaglianza”, “giustizia” e “combattente per la libertà.”
Potete continuare a utilizzare quelle parole quanto volete. Ma non penso che sappiate cosa significano.
Chloe Valdary, 28/07/2014 (qui, traduzione mia)
E poi ricordate sempre che Israele è uno stato di apartheid,
clic per ingrandire
che quello che a voi potrebbe sembrare volgare antisemitismo, in realtà è solo legittima critica alle criminali politiche del governo fascista di Israele, e soprattutto che i palestinesi sono tanto tanto tanto poveri.
E allora il tuo destino è questo:
martirizzata, torturata, stuprata a morte, il viso sfigurato, ad opera della religione di pace (qui).
E poi guardati questa testimonianza di Hatun Dogan, suora ortodossa turca (qui).
Qui invece trovi un’agghiacciante documentazione della spietata pulizia etnica praticata in tutti i Paesi invasi dagli islamici a partire dal VII secolo.
E poi vi do un suggerimento: se avete a che fare con la scuola, come studenti, come insegnanti, come genitori, e non avete grande simpatia per razzismo, pregiudizio, discriminazione, andate qui. Anche questo nuovo blog è opera del solito giovanissimo genio dal multiforme ingegno.
Noi ci vediamo fra qualche giorno.