Fra i molti deliri spuntati in merito alla pandemia e a ciò che le gira intorno, ad un certo punto qualcuno si è inventato che “non si vaccina durante una pandemia!” aggiungendo, delirio nel delirio, che ciò provocherebbe lo sviluppo delle varianti. Difficile immaginare un delirio più delirante, ma improvvisamente ho capito da dove nasce. Quando sono stati introdotti i nuovi vaccini obbligatori per bambini e neonati, i soliti novax dal cervello bacato, quelli delle manifestazioni coi bambini con la stella gialla appiccicata e di tutti gli altri deliri, hanno tirato fuori che i vaccini, per esempio quello del morbillo, non sarebbero affatto necessari dal momento che non c’è alcuna epidemia in corso, e giustamente è stato loro risposto che i vaccini non si fanno quando c’è un’epidemia. Chiunque non abbia il baco nel cervello, capisce perfettamente che cosa questa affermazione significhi: il vaccino è una prevenzione, non un farmaco, quindi per metterlo in uso non si aspetta che arrivi un’epidemia, bensì si fa quando ancora non c’è appunto per impedire che arrivi. I soliti noti col baco nel cervello si sono impossessati come avvoltoi della nuda affermazione e l’hanno appiccicata alle vaccinazioni in corso: non si vaccina durante una pandemia!! E quando, di grazia? Bisogna aspettare che finisca, che l’ultimo contagiato sia guarito o morto, che il virus esaurisca la sua carica e scompaia per cominciare allora a vaccinare? Roba da camicia di forza, letteralmente. Quanto al fatto che il vaccino favorirebbe le varianti, c’è una sola spiegazione: questa gente non ha la più pallida idea di che cosa sia un virus. E meno che mai di che cosa sia un vaccino.
POST SCRIPTUM. Vedo gente gongolare: avete trattato Montagnier da ciarlatano perché sosteneva la tesi del virus uscito dal laboratorio e adesso sono in tanti a dargli ragione! No ragazzi, non ci siamo, non ci siamo proprio. Non è che abbiamo trattato da ciarlatano Montagnier per la faccenda del laboratorio: Montagnier è un ciarlatano perché fa propaganda a tempo pieno ai “tremendi danni provocati dai vaccini”; è un ciarlatano perché crede all’omeopatia e la propaganda a tutto spiano; è un ciarlatano perché crede alla leggenda della memoria dell’acqua, dopo che è stato documentato che la favola è nata a causa di alcune provette lavate male che avevano conservato tracce delle sostanze precedentemente contenute. Il Nobel? Un Nobel guadagnato nel passato non rappresenta una garanzia di lucidità nei decenni successivi, esattamente come l’avere sofferto non è un titolo di merito, e nessuno dei due rende esenti da errori e conferisce il diritto a non essere criticati.
POST POST SCRIPTUM. La mia posizione, per chi mi conosce, è chiara: appena sono state aperte nella mia regione le prenotazioni per gli over 70 mi sono fiondata in rete a prenotare, ho fatto entrambe le dosi e ne porto orgogliosamente con me la documentazione che vale come green pass. Stabilito questo, se il signor Disperazione degli italiani davvero intende realizzare la sua fantasia, motivata unicamente dalla Speranza di continuare a restare in sella (sul nostro groppone) ancora per un po’, di farci fare una terza dose “allo scopo di neutralizzare le varianti”, la cui sola formulazione dovrebbe fare rizzare i capelli in testa a chiunque abbia la più modesta base di conoscenze scientifiche, ebbene, invito il suddetto signore a farsela lui. Nel culo. Con questa

barbara