VI PIACCIONO I FILM HORROR?

Questo è ancora più bello di tutti quelli che avete visto, perché è tutto reale, tutto autentico. E con una dose di delirio che neanche Dario Argento.

Consumare di meno e “tutto tornerà come prima” è un castello di carte che crolla

Avendo creato artificialmente una situazione di isteria e fobie di massa nella società, le élite iniziano a pubblicizzare grossolanamente la loro obsoleta “macchina dell’obbedienza” proponendola come una panacea (prima per il covid ed ora per la guerra). Ma come possiamo vedere, i costi dei giochi politici sono così enormi e gli effetti collaterali possono avere un effetto storico così lungo che nessuno è in grado di determinare nemmeno approssimativamente il prezzo che il “mondo civile” alla fine dovrà pagare per tutto questo.
Gli “elitemen “per il momento sono sicuri di essere loro stessi a dirigere il loro grande spettacolo – mentre la logica di questo disgustoso spettacolo li sta controllando sempre più. Il sonno della ragione, come sapete, fa nascere mostri. La pratica storica mostra che i mostri che emergono dall’oscurità sono generalmente molto affamati e completamente privi di sentimenti calorosi per chiunque, compresi i loro stessi creatori. 
Ora stiamo assistendo al lancio non sistematico e ridicolo da parte delle élite di un castello di carte che crolla, che sembrava loro una “nuova realtà” in costruzione.
29/06/2022, Deutsche Welle (DW) Il risparmio energetico è diventato un obiettivo nazionale in Germania, Francia e Giappone.
Cosa serve oggi per sostenere la crescita del PIL? Più risparmio energetico! Questa è la situazione paradossale in cui si sono trovati nel 2022 alcuni dei principali paesi industriali dell’Occidente. Il loro sviluppo è minacciato dall’eccessivo costo dell’energia e l’ulteriore riduzione e la cessazione ancora più completa delle forniture di gas russe potrebbero spingerli in una profonda crisi. Sullo sfondo di una tale minaccia in Germania, Francia e Giappone, sono iniziate campagne su larga scala per risparmiare energia…
Le compagnie energetiche TotalEnergies, EDF ed Engie chiedono ai francesi di risparmiare
A Berlino e Tokyo i governi hanno lanciato un appello alla popolazione e alle imprese per ridurre i consumi energetici, a Parigi lo hanno fatto i vertici delle tre principali compagnie energetiche del Paese, due delle quali sono in parte di proprietà dello Stato francese….
Una pausa nella citazione a questo punto, è appropriata. “Risparmio energetico per sostenere la crescita del Prodotto Interno Lordo” – questa tesi sembra essere una feroce assurdità. In realtà, questa non è una sciocchezza, ma una conseguenza del fatto che il PIL del XXI secolo non ha nulla a che fare con un prodotto realeIl PIL è diventato una cifra di culto che caratterizza la crescita della superficie delle bolle finanziarie gonfiate da emissioni monetarie a tassi di prestito di investimento < 0%. Tassi negativi significano una produttività oggettivamente negativa del sistema economico, che è supportata da un calo dei consumi reali. Un’economia così è capovolta.
Continuiamo a citare DW:
…”L’energia migliore è quella che non consumiamo”, si legge in una lettera aperta pubblicata il 26 giugno sul settimanale francese Journal du Dimanche. È stata firmato rispettivamente da Patrick Pouyanne, Jean-Bernard Levy e Catherine MacGregor, CEO di TotalEnergies, gigante dell’elettricità Électricité de France (EDF) e Engie, partner di lunga data di Gazprom.
Rivolgendosi a “ogni consumatore, ogni impresa”, i capitani delle grandi imprese francesi li esortano a “cambiare linea di condotta e limitare immediatamente il consumo di energia, elettricità, gas e prodotti petroliferi”.Il risparmio energetico è necessario per prepararsi al meglio al prossimo inverno e, prima di tutto, per ricostituire le riserve di gas naturale ( DW).
Questo non sarà raggiunto senza un’azione “urgente, congiunta e su larga scala” da parte di tutti i francesi, sottolineano gli autori dell’appello e avvertono che altrimenti l’aumento dei prezzi dell’energia diventerà una minaccia per la “nostra coesione sociale e politica”.
Lo stesso giorno, il 26 giugno, per la seconda volta questo mese, il Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria del Giappone ha emesso un appello per risparmiare elettricità.
La situazione nell’industria elettrica giapponese è già criticacon alcune centrali nucleari ancora chiuse dopo l’incidente di Fukushima nel 2011 e una serie di centrali termiche obsolete chiuse per ridurre le emissioni nell’atmosfera di gas serra dannosi per il clima. Pertanto, già ad aprile, il governo giapponese ha avvertito di possibili problemi con l’approvvigionamento energetico nel prossimo inverno, se il Paese fosse stato coperto da un’ondata di freddo anomalo per il secondo anno consecutivo.
Decine di milioni di tedeschi e francesi seguiranno un percorso simile quest’estate e il prossimo inverno.
Il 23 giugno Robert Habek ha dovuto letteralmente dare l’allarme: a causa di un forte calo delle forniture di gas russo tramite Nord Stream, il suo ministero ha introdotto la seconda di tre fasi di un piano di emergenza in caso di emergenza nel settore del gas. Il 26 giugno la presidente del Bundestag Bärbel Bas ha riferito sul quotidiano Bild am Sonntag di aver incaricato il dipartimento economico del parlamento di presentare il piano di risparmio energetico al più alto organo legislativo del paese  al più tardi entro il 4 luglio. (DW)
37/07/2022 Scholz ha definito “esplosivo sociale” l’aumento dei prezzi in Germania. “Se improvvisamente la bolletta del riscaldamento aumenta di diverse centinaia di euro, allora questo sarà un importo che molti non saranno in grado di affrontare. Questo rappresenta un potenziale esplosivo sociale”, ha detto Scholz su ARD, sottolineando di essere molto preoccupato per l’aumento dei prezzi dell’energia. Per questo il cancelliere ha avviato un dialogo con gli esperti e la Bundesbank, durante il quale verranno discusse le misure per combattere l’inflazione. Tuttavia, al momento, non è stata presa alcuna decisione su ulteriori misure concrete per fornire assistenza. Il Cancelliere ha indicato solo precedenti misure di aiuto per 30 miliardi di euro. (DW)
In effetti, un tale risultato del governo delle élite era evidente 18 anni fa. Non poteva succedere niente di differente, è il non sorprendente esito di questa mentalità irrazionale: le elites amano il potere ma non amano l’occidente.
Patrizio Ricci, qui.

Cioè, siccome molti di noi non sono in grado di spendere il doppio, dobbiamo scaldarci la metà, lavarci la metà, cucinare la metà, lavare stoviglie e biancheria la metà. E le fabbriche, naturalmente, dovranno produrre la metà e vendere la merce al doppio per starci dentro, unicamente a una fetta di popolazione in grado di pagare il doppio. E la plebe si fotta. Volete un altro po’ di horror, di altro tipo? Eccovelo.

Donetsk. Assassinata a 10 anni con le armi Nato

Una bambina di 10 anni nel Donbass fatta a pezzi dalle armi mandate dalla NATO all’Ucraina.
Ieri in uno dei tanti bombardamenti del governo ucraino, nel centro di Donezk è rimasta uccisa una bambina di 10 anni che era seduta alle 3 del pomeriggio sulla panchina fuori casa insieme alla mamma, la quale è rimasta viva per puro miracolo. Era l’unica figlia che aveva. Possiamo solo immaginare il dolore di questa donna, il corpo della bambina è stato letteralmente tagliato in due dai proiettili della NATO, altre parti del corpo sono volate intorno, sparse le gambe, lo stomaco .. è fatica pure scriverlo… 
Ieri i nazisti ucraini hanno sparato su Donezk 15 proiettili calibro 155 – Nato, che hanno ucciso altri due civili.
Oggi a Makeevka, rep. di Donezk, i nazisti ucraini hanno sparato di nuovo sui bambini, hanno centrato una piazzola per i giochi, dove giocavano dei ragazzini, due di loro sono morti, tre bambini sono rimasti pesantemente feriti, inoltre ci sono anche due donne ferite.
I paesi occidentali continuano a sponsorizzare il terrorismo ucraino, uccidendo la popolazione inerme del Donbass. Questo è il nazismo ucraino che la Russia vuole sconfiggere, ma invece di aiutarla, l’Occidente aiuta i nazisti. Il governo italiano quando ne prenderà atto e rinsavirà? Zelenskij è da condannare come criminale di guerra, non da glorificare come eroe!
Ieri in totale sono morte ammazzate dalle armi occidentali date a Kiev 6 persone nella Rep. di Donezk, 3 bambini, 3 adulti, 19 civili feriti. E Zelenskij ha così commentato:”finalmente si sente che ha cominciato a lavorare potentemente l’artiglieria occidentale, che abbiamo ricevuto dai partner occidentali. La sua precisione è davvero quella  che ci serve”!
MARINELLA MONDAINI, qui.

Stiamo parlando di civili ucraini assassinati dall’esercito ucraino con le nostre armi. Naturalmente quelli buoni ne saranno fieri. Ma come diceva il buon Tramaglino, c’è giustizia finalmente! Ed ecco, il deposito di armi NATO nel porto di Odessa fatto secco dai russi: centinaia di milioni di dollari di armi mandati in fumo in un attimo, guardate che spettacolo!

Volete ancora un po’ di horror, molto meno sanguinolento (ma non per questo poco schifoso) stavolta? Eccovelo servito.

Valerio Zappi

I rappresentanti americani alla Festa nazionale francese del 14 luglio presso l’ambasciata francese negli USA.
Uno/a è l’ammiraglio transgender Rachel Levine attualmente sottosegretario alla Sanità dell’amministrazione Biden.
L’altro è Sam Brinton, attualmente sottosegretario nell’ufficio dell’Energia nucleare dell’amministrazione Biden.
Chissà come mai NESSUN media mainstream ha osato pubblicare questa foto. Eppure è gustosa: rende perfettamente l’idea di dove vogliono portarvi.
Ma se tu hai dubbi sei un dannato complottista.

Il fatto è che mentre parecchi travestiti hanno oggettivamente lineamenti abbastanza femminili, segno che se i cromosomi sono quello che sono, gli ormoni invece qualche bizzarria in senso femminile la dimostrano, questi due di femminile non hanno proprio niente di niente, sono due uomini fatti a forma di uomini (uno dei quali anche decisamente brutto, e se è brutto come uomo, figuriamoci come donna). E sono stati mandati come rappresentanti ufficiali della prima (per ora) superpotenza mondiale a una importantissima manifestazione internazionale. Avessero mandato due tenutarie di bordello avrebbero fatto migliore figura.

Ultima della serie, tutto sommato abbastanza in tema nella serie horror: qui in tutta la provincia ci sono tre “pazienti covid” in terapia intensiva: nessuno malato di covid. L’ultimo dei tre è stato portato dentro l’altra sera per emorragia cerebrale. Fatto come d’obbligo il tampone e risultato positivo, è stato ricoverato come paziente covid e aggiunto alle statistiche degli “allarmanti ricoveri in aumento” che presto costringeranno a imporre nuovamente delle restrizioni. Se non dovesse farcela, lo troveremo nei prossimi giorni fra i morti per covid.

E dopo tanto horror, raccontiamoci almeno una bella fiaba per addormentarci, come questa danzata al grande ballo di beneficenza degli ufficiali di Sebastopoli.

Di Sheherazade mi ero già occupata qui.

barbara

ECCO DOVE CI VOGLIONO PORTARE

Clima, ci vogliono imporre il maoismo energetico

Nelle giornate di conferenza sul clima svoltesi la settimana scorsa a Milano è apparsa chiara la volontà di imporre una rivoluzione economica ed energetica dall’alto, con il pretesto dell’emergenza climatica. E spuntano idee che rimandano al “Grande balzo in avanti” che Mao impose alla Cina nel 1958 e che creò una vera catastrofe economica e umanitaria.

Un passaggio non deve sfuggire di questi giorni di “Circo del Clima” che si è esibito a Milano come antipasto della Cop26 (Conferenza Internazionale sul Clima) di novembre a Glasgow. E la chiave ce la fornisce ancora una volta il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi. Nel suo discorso davanti ai giovani di Youth4Climate il 1° ottobre ha detto che sul clima l’Italia è «pronta a scelte audaci» perché «dobbiamo agire adesso». Ma cosa vuol dire «scelte audaci»? Rimanendo in discorsi astratti, l’affermazione suona bene, dà l’idea di una svolta che finalmente farà fare cose buone che uniscono il benessere delle persone al bene dell’ambiente; sa di investimenti fatti a fin di bene e non per arricchire pochi speculatori, e così via.

Ma se entriamo nel concreto, Draghi suggerisce ben altro. Teniamo presente che tutti i discorsi sentiti in questi giorni a Milano (almeno quelli seri, non i bla bla di Greta e Vanessa) parlano di una transizione ecologica ed energetica che è in realtà, almeno nelle intenzioni, una vera e propria rivoluzione che intende rifondare da zero l’intero sistema economico. La novità sta nel fatto che dopo anni ed anni in cui si è venduta l’idea “green” con la promessa di tanti, nuovi posti di lavoro che avrebbero realizzato un mondo idilliaco fatto di aria profumata e tanti soldi per tutti, il nostro presidente del Consiglio ha fatto capire come stanno effettivamente le cose.

E cioè: «La transizione è una necessità: o la affrontiamo ora o pagheremo un prezzo ancora più alto in futuro». Tradotto: la transizione ecologica sarà un bagno di sangue (economicamente parlando), ma serve per evitare che tra 30-50 anni siamo tutti spazzati via dalle catastrofi naturali. Dunque, dichiarare lo stato di emergenza climatica serve per spingere le persone ad accettare grossi sacrifici ora, reali (il clamoroso aumento delle bollette di luce e gas è solo l’antipasto), per evitare ipotetici e non meglio identificabili sacrifici futuri. Del resto, si sa, se c’è una emergenza tutto diventa lecito da parte dei governi.

Eppure, malgrado la propaganda ecocatastrofista, nessuno può dire oggi cosa accadrà al clima tra 20-30-100 anni e che conseguenze avrà sulla vita delle persone; e le previsioni degli scorsi decenni, che alla prova dei fatti si sono rivelate sballate, inducono almeno alla cautela nel prendere per oro colato gli scenari drammatici che ci vengono prefigurati.

Di sicuro vediamo che c’è oggi una volontà di ridisegnare l’economia dall’alto; far vivere l’opinione pubblica nella paura e nell’emergenza rafforza il potere dello Stato sul cittadino e anche sulla libertà d’impresa. Al riguardo si faccia memoria del discorso con cui Draghi ha presentato il governo alle Camere: con la pandemia – era il concetto espresso – tante attività economiche vengono azzerate o messe in difficoltà, noi aiuteremo a farle ripartire; ma non tutte, solo quelle che sono utili. Chiaro no? È il trionfo del modello cinese, l’economia socialista di mercato. La presunta emergenza climatica serve solo a imprimere la svolta definitiva, e ora si può cominciare a dire che i costi della transizione saranno molto alti, perché la gente nell’emergenza Covid ha già dato prova di essere pronta a sopportare e supportare le «scelte audaci» che il governo ci imporrà.

Se poi andiamo nel dettaglio, vediamo delle proposte concrete decisamente inquietanti, una in particolare vorremmo segnalare: le “comunità energetiche”. Tutti sappiamo che al cuore del programma contro i cambiamenti climatici sta la rinuncia ai combustibili fossili entro 10, 30 o 40 anni secondo i diversi programmi. Il problema è che tale proposito – dati alla mano – appare semplicemente irrealizzabile, essenzialmente perché solare ed eolico, checché se ne dica, sono destinate a rimanere fonti energetiche marginali. Ma invece che prendere atto della realtà, i nostri grandi strateghi sono alla ricerca di soluzioni per realizzare l’obiettivo.

Ed ecco dunque l’idea: trasformare tutti i cittadini da consumatori a produttori di energia. Lo ha ben spiegato nei giorni scorsi dalle colonne di Avvenire Leonardo Becchetti, che è uno degli economisti italiani più in vista, molto ben inserito sia negli organismi internazionali sia nella Chiesa (è anche nel Comitato promotore delle Settimane sociali dei cattolici italiani). È stato coniato anche un nuovo termine per definire il cittadino modello: prosumer, ovvero l’unione tra le due parole producer e consumer (produttore e consumatore, in pratica una crasi energetica). Così condomini e quartieri possono avere la loro mini-centrale elettrica, piazzando pannelli solari sui tetti o turbine eoliche negli spazi verdi e immagazzinando questa energia (che non è continua e stabile) in appositi accumulatori. In questo modo i condomini possono consumare l’energia che producono e possibilmente vendere il di più prodotto immettendolo nella rete nazionale. 

Non entriamo in questa sede nel dettaglio tecnico di questo progetto, ma siamo sicuri che i lettori più attenti avranno a questo punto la sensazione di aver già sentito qualcosa del genere tanti anni fa. Esatto: era il 1958 e Mao Zedong lanciava il piano quinquennale che avrebbe dovuto garantire alla Cina comunista “Il grande balzo in avanti”. Il piano si prefiggeva un rapido sviluppo agricolo e industriale basato su collettivizzazione agraria e produzione dell’acciaio. E come sfidare l’Occidente sul terreno dell’acciaio, visto che Mao prevedeva che in 15 anni la Cina avrebbe prodotto tanto acciaio quanto l’Inghilterra? Con gli “altiforni da cortile”. Cioè, ogni piccolo villaggio o agglomerato doveva dotarsi di piccole fornaci in cui fondere tutto il metallo possibile per produrre l’acciaio necessario.
Decine di milioni di agricoltori e operai furono obbligati a dedicarsi a questa impresa (visto che le fornaci, così come le centrali elettriche, non funzionano da sole). Chiunque può andare a leggersi come andò a finire: nel giro di tre anni si consumò un vero disastro economico, e “Il grande balzo in avanti” provocò una carestia che provocò dai 15 ai 40 milioni di morti [su una popolazione, all’epoca, di circa 600 milioni, ndb].

Qualsiasi persona di buon senso poteva capire che il piano di Mao – sostenuto dagli esperti del tempo – era una vera e propria follia, ma l’ideologia acceca e rende possibile qualsiasi disastro. Anche l’ecologismo è una ideologia, e sta accecando le élites occidentali. A fare veramente paura non dovrebbero essere i cambiamenti climatici, ma questi esperti che ripropongono oggi, come fossero una novità geniale, gli stessi concetti che già tante catastrofi hanno provocato nella Cina di Mao.

Riccardo Cascioli, qui.

Come già detto in altre occasioni, l’ecologismo è una religione fondamentalista con vocazione terroristica, da parte degli adepti, e un colossale affare da miliardi di miliardi per i gran sacerdoti. E la convinzione che l’uomo possa determinare il clima ha un nome ben preciso: delirio di onnipotenza, patologia grave ed estremamente pericolosa, per sé e per gli altri. E adesso state a sentire questa chicca.

Emanuel Segre Amar

E adesso gli ebrei controllano anche il clima: lo sapevate? Questo tipo che afferma questa assoluta verità spera di diventare il sindaco della capitale degli USA, Washington.

Un membro del consiglio di Washington, D.C., che ha suscitato clamore quando ha insinuato che i finanzieri ebrei controllano il clima, è in corsa per diventare il prossimo sindaco della capitale degli Stati Uniti.
Trayon White Sr., un democratico, ha confermato che sperava di spodestare l’attuale sindaco Muriel Bowser, che deve ancora confermare se si candiderà per un terzo mandato.
“Ha un enorme sostegno che gli sta arrivando perché è intenzionato a parlare e a difendere coloro che hanno più bisogno della leadership” ha detto mercoledì uno dei consiglieri di White.
White ha fatto notizia a marzo 2018 quando si è filmato mentre guidava nella neve nel centro di Washington, D.C. e ha affermato che i “Rothschilds controllano il clima per creare disastri naturali per i quali possono pagare per possedere le città.”
Il commento si riferisce alla famiglia ebrea Rothschild, che è stata oggetto di numerose teorie della cospirazione antisemite.

D’altra parte, cosa aspettarsi da un fervente sostenitore di Louis Farrakhan?
(segue alla prossima puntata)

barbara

QUANDO UN CUBANO

entra per la prima volta in un supermercato americano e vede quello che per noi, tutti noi, è normalità quotidiana.

Dai, forza, gridate abbasso il capitalismo infame, inneggiate al comunismo (o socialismo, se preferite chiamarlo così, convinti che nei fatti siano due cose diverse) che porta libertà. giustizia, uguaglianza sociale: su, forza.

Credo che valga poi la pena di leggere questo articolo.

Cuba Libre?

Negli Stati Uniti, “Cuba Libre” significa rum e coca. A Cuba stessa, significa qualcosa di molto più inebriante: libertà. Stiamo vedendo quel grido di libertà ora nelle strade de L’Avana.
I regimi non cedono il potere volentieri, e le proteste popolari potrebbero non fare alcuna differenza. Basta chiedere al regime di Maduro in Venezuela, che ha schiacciato ripetutamente le rivolte. Eppure, le dimostrazioni a Cuba sono abbastanza grandi che l’amministrazione Biden ha finalmente offerto qualche elogio pacato dopo essere rimasta in silenzio per giorni (proprio come fece l’amministrazione Obama quando gli iraniani protestarono contro il regime dei mullah nel 2009).
I manifestanti cubani devono ancora sentire un messaggio inequivocabile di sostegno dalla Squad o da Bernie Sanders, che periodicamente ha tessuto gli elogi alla dittatura di Castro. A Sanders è piaciuto il programma di alfabetizzazione. Ottima osservazione, Bernie. Forse anche alla moglie di Abramo Lincoln era piaciuta l’uscita al teatro.
Anche se il fattore principale che guida le proteste è un desiderio di libertà (e la frustrazione per la mancanza di vaccini COVID-19 a Cuba [? Come mancanza di vaccini? Non ne avevano due pronti fabbricati da loro che intendevano regalare al mondo intero? Dai, c’era scritto su tutti i giornali!]), c’è anche una dimensione economica.
Questa dimensione economica può essere illustrata con un fatto sorprendente: I cubano-americani, con una popolazione di 2,38 milioni, guadagnano più dell’intera isola di Cuba, con 11,3 milioni di persone.
Questo non è perché i cubano-americani siano un gruppo di immigrati particolarmente ricco. Al contrario. Sono al 73° posto, ben dietro gruppi di immigrati come gli americani dall’India o i cinesi. Nonostante il 73° posto tra i gruppi etnici degli Stati Uniti, le famiglie cubano-americane guadagnano più, in totale, di tutte le famiglie cubane messe insieme, perché quelle negli Stati Uniti guadagnano più di otto volte tanto. È una differenza sbalorditiva, ed è successo in una sola vita.
Questo fatto illumina una verità profonda e potente. Mostra come i risultati economici dipendano dai diritti di proprietà, dallo stato di diritto e da altre caratteristiche fondamentali del sistema politico-economico americano. I sistemi competitivi e capitalistici non producono solo risultati migliori; producono risultati molto migliori, vite molto più prospere per i cittadini comuni.
Quanto più prospera? Ecco un’altra piccola illustrazione. In Unione Sovietica, Stalin mostrava al suo popolo il film del 1940 “The Grapes of Wrath“, perché illustrava potentemente la povertà degli americani durante la Grande Depressione. Smise di mostrarlo quando il pubblico notò che anche la povera famiglia Joad aveva un furgone. Un furgone! Nessuno nella gloriosa Unione Sovietica poteva permettersi un furgone. Molte fattorie collettive non potevano permetterselo. Eppure una famiglia povera in America poteva. Brutto messaggio per il nuovo uomo sovietico.
Ma è un buon messaggio da mandare all’ultima generazione di socialisti romantici d’America, compresa la quasi metà della più giovane generazione di elettori che preferisce il socialismo al capitalismo.
Naturalmente, l’estrema sinistra e i successori di Castro danno la colpa dei problemi economici di Cuba all’embargo statunitense. Si sbagliano. Sì, l’embargo ha contribuito, ma il problema fondamentale del paese è un sistema economico che strangola l’iniziativa e le opportunità del suo popolo, insieme alla sua libertà.
Per approfittare delle opportunità economiche intorno a loro, gli imprenditori hanno bisogno di sapere che raccoglieranno la maggior parte dei frutti, non di essere derubati dai cleptocrati al governo. Hanno bisogno di diritti di proprietà sicuri e di un ambiente politico stabile per fare investimenti a lungo termine. Hanno bisogno di limiti alla tassazione e alla corruzione pubblica in modo che tutti i profitti non vengano spogliati dai predatori. Hanno bisogno di un governo che fornisca alcune infrastrutture essenziali, come strade, ponti e porti. Hanno bisogno di poter competere sul mercato, vincere o perdere, e non avere il governo che riserva tutti i premi scintillanti ai suoi sostenitori politici. Hanno bisogno di un regime che non ingombri ogni iniziativa privata con pagine e pagine di regolamenti, che non solo soffocano l’innovazione, ma incoraggiano anche la corruzione, rendendo facile per i politici accattivarsi gli uomini d’affari e dire: “Posso aiutarti ad aggirare queste regole per un piccolo compenso. Meglio ancora, posso scrivere nuove regole solo per te”.
Per quanto banali siano questi punti, in realtà funzionano. Si sono dimostrati più e più volte. Quando i regimi predatori li violano, come fa Cuba da decenni, gli stessi punti diventano ostacoli insormontabili alla prosperità. Anche il popolo cubano lo sa. Meritano la libertà. Meritano un sistema economico che li faccia prosperare. E meritano il pieno sostegno di tutti. (qui)
Newsweek.com

Quanto all’embargo, la questione è molto semplice: se cessa la dittatura, cessa anche l’embargo, ma se cessa l’embargo non cessa di conseguenza la dittatura, che è causa del 90% delle carenze alimentari, sanitarie ecc. ecc. Come sempre, per risolvere il problema bisogna rimuovere la causa, non le conseguenze secondarie della causa.
Poi se hai ancora tempo e voglia, ti manderei a leggere queste vecchie cose.

barbara

CHI SONO I RESPONSABILI DELLA FAME NEL MONDO

Il capitalismo? Dai, su, non diciamo eresie: anche se i soliti noti tentano di negarlo, è ampiamente documentato che dove è arrivato il capitalismo è regredita la miseria e aumentata l’aspettativa di vita,

e magari può aiutare dare un’occhiata a come si è ridotto il Venezuela – Paese modello dei grillini – da quando è salito al potere il comunismo, guardando magari anche questa tabella.

Il numerino là sopra è 312.700 miliardi

I dittatori? Sicuramente hanno un ruolo non indifferente, dato che mettono le mani su tutto quello che c’è lasciandone privo il popolo, ma il loro impatto è unicamente locale, e comunque alla base di tutto c’è l’insufficienza delle risorse. No, l’affamatore del mondo è un altro.

Istituto Liberale

La carenza di vitamina A è responsabile della morte prematura di 700.000 persone all’anno nei paesi poveri. Inoltre fa sì che i bambini diventino ciechi e perdano le loro difese immunitarie.
Fortunatamente, questo problema sta diventando sempre più facile da risolvere.
Un tipo di riso geneticamente modificato, creato dagli scienziati Ingo Potrykus e Peter Beyer, contiene grandi quantità di vitamina A, a differenza del riso ordinario. Ha 23 volte più beta-carotene del riso bianco, che gli ha dato il colore giallo e il nome di “riso dorato”.
Questa varietà di riso richiede molti meno pesticidi e fertilizzanti. Anche se il progetto del riso dorato è open-source, per permettere a chiunque di piantarlo senza pagare royalties, deve affrontare barriere legali come il protocollo di Cartagena e il lobbismo degli attivisti.
Il progetto è nato negli anni ’90 ed è senza scopo di lucro. Può aiutare almeno 250 milioni di bambini nei paesi poveri che hanno una dieta a base di riso e soffrono di carenza di vitamina A.
Tuttavia, i movimenti ambientalisti sono riusciti a impedire la coltivazione e la distribuzione di questo alimento.
Greenpeace è uno di questi movimenti.
E fa pressione sulle autorità di tutto il mondo per imporre regole più severe sugli OGM.
“Greenpeace si oppone all’approvazione di colture geneticamente modificate, compreso il riso dorato. Le colture GM sono soggette a effetti indesiderati che possono rappresentare un rischio per l’ambiente e la sicurezza alimentare”, dice Greenpeace Southwest Asia in un testo del 2013.
Sempre nel 2013, una piantagione sperimentale di riso dorato delle Filippine è stata distrutta dai manifestanti.
108 premi Nobel sono intervenuti. Nel 2016, hanno inviato una lettera dicendo che la ONG sta commettendo un “crimine contro l’umanità” per le sue azioni contro gli alimenti GM e in particolare il riso dorato, che non ha effetti negativi. È stato inutile. Greenpeace ha continuato a fare pressione contro il riso dorato.
“Il riso dorato geneticamente modificato non esiste, non è disponibile. È un progetto fallito” ha risposto Greenpeace, che ha dimenticato di dire che non è ancora stato approvato per colpa dei suoi attivisti.

“Crimini contro l’umanità” mi sembra la definizione giusta per l’operato di Greenpeace e di molte, se non tutte, delle associazioni cosiddette ambientaliste: stanno intenzionalmente, programmaticamente, cinicamente condannando a morte milioni di persone, e a una vita di stenti e sofferenze centinaia di milioni di altre. E se fra i miei lettori ci fosse qualcuno terrorizzato dall’idea degli OGM, vorrei ricordargli, per dirne solo una, che le carote “naturali” erano di colore viola scuro: il colore arancione e il sapore dolce lo hanno assunto nel XVI secolo grazie a… interventi di modificazione genetica, identici a quelli subiti nel corso dei secoli e dei millenni da ogni singolo frutto e da ogni singola verdura che entra nelle nostre bocche. E a chi è pronto a pagare il triplo del loro valore prodotti che hanno appiccicato un pezzetto di carta con su scritto “bio” – che io evito come la peste, conoscendo fin troppo bene gli imbrogli che stanno dietro a quella dicitura – ricordo che esiste un solo tipo di cibi realmente biologici: quelli OGM, gli unici che possono essere coltivati senza l’uso di pesticidi. A tutti raccomando caldamente il prezioso e documentatissimo “Contro natura: Dagli OGM al “bio”, falsi allarmi e verità nascoste del cibo che portiamo in tavola” di Dario Bressanini, Rizzoli.
Aggiungo, per completare il discorso, un invito a rileggere in uno e due vecchi post qualche esempio dei disastri ambientali di cui sono responsabili ambientalisti ed ecologisti vari misti, e magari diamo un’occhiata anche alla catastrofe ambientale rappresentata dalle famigerate pale eoliche. Credo che sia arrivato il momento di sottrarre il pianeta dalle mani di questi folli e riappropriarcene, prima che sia troppo tardi.

barbara

ARTE SACRA E DINTORNI

Arte sacra dei secoli bui

Siracusa, IV secolo

Arte sacra dei secoli illuminati

Che poi il punto non è neanche quanto è brutta questa roba: il punto è che col Natale ha meno di niente a che fare: qualcuno riesce a vederci una natività? Qualcuno riesce a ritrovarci qualcosa che ricordi, anche solo vagamente, la narrazione evangelica? Qualcuno vede un neonato? Perché i casi sono due: o sei un cattolico credente, e allora fai il presepio, o non lo sei, e allora non lo fai; e questa roba non rientra in nessuna delle due casistiche (e che dire della biondona coi capelli arrotolati stile anni Sessanta, che mi hanno detto essere un angelo? Per non parlare del bue e l’asino che riscaldano amorosamente la pecora). Il commento comunque ve lo faccio fare da uno più bravo di me.

Giovanni Bernardini

Molti dicono che questo presepe è brutto. Però non è la bruttezza il problema. A me non piace, ma in fondo qualcuno lo può anche trovare bello.
Il fatto grave è che questo NON è un presepe. I cilindri che lo costituiscono possono essere qualsiasi cosa. Immagini stilizzate di Giuseppe, Maria e Gesù, ma anche di fedeli musulmani, o buddisti. Paracarri, astronauti marziani o venusiani, qualsiasi cosa.
Non si tratta di contrapporre l’arte figurativa a quella astratta, si tratta di stabilire se il presepe è ancora simbolo, richiamo ad una tradizione, una storia, una fede.
Il presunto presepe di piazza San Pietro è solo astrazione, simbolo separato da ciò che si vuole simbolizzare.
E’ simbolo, a ben vedere le cose, della Chiesa di Bergoglio. Una Chiesa interessata a ridurre al minimo, fino ad eliminare, ogni differenza fra se e gli altri. Una Chiesa che aborre il concetto stesso di identità e fa di tutto per non avere identità alcuna, ed esaltare le identità altrui. Sempre, comunque, anche quando c’è ben poco da esaltare.
E simboleggiano, questi cilindri e questi massi con la vaga forma di bue, asino e pecora, l’occidente della non differenza. Una grandissima civiltà che oggi si vergogna di se stessa e si vuole senza identità. E non a caso ha in Bergoglio uno dei suoi massimi esponenti.

Nel frattempo i nostri premurosi governanti hanno genialmente trovato il modo di farci passare un Natale praticamente normale

mentre, sempre grazie ai nostri premurosi e benevoli e paterni governanti, le file davanti alle mense dei poveri, a Milano

come a Napoli

e in ogni altra parte d’Italia si allungano sempre più.

barbara

E IL VAMPIRO HA MORSO ANCORA

e la giugulare, ormai semivuota, si sta afflosciando. Di cose da dire e citare ne avrei da qui all’eternità, ma per oggi mi accontento di questi due importanti articoli.
Le immagini che troverete inserite negli articoli, sono prese dalla rete e inserite da me
, e lo stesso vale per i video.

Così il Palazzo e i media complici cercano di screditare la protesta: i ceti invisi alla sinistra diventano fascisti e camorristi

È in atto un processo di cinesizzazione: i nuovi ultimi, piccoli imprenditori, bottegai e filistei invisi alla sinistra, non possono nemmeno lamentarsi. A Napoli, a Roma scendevano in piazza, miti anche da spaventati, da esasperati, ma con la complicità dell’informazione organica conviene dire che ogni protesta è infiltrata dalla delinquenza organizzata e dai fascisti, mai da altre forme. La sinistra sovversivista che sostiene le rivolte del Black Lives Matter in America, qui tiene i dimostranti in sospetto di criminali, di carogna e vuole sparargli addosso

L’infiltrazione è la strategia del potere quando vuole bloccare il malcontento. Ce la ricordiamo, noi figli del secolo scorso, avevamo imparato a sgamarli subito i personaggi targati alle manifestazioni sul terrorismo, la buonanima di Cossiga teorizzava apertamente la sedizione inscenata per poter domare quella vera. Serve a paralizzare la protesta ma, prima e meglio ancora, a ritorcerla, a strumentalizzarla. Roba da professionisti, ma l’hanno imparata subito gli avventizi attuali, che possono dire: avete visto, non siete affidabili; tumulti a Napoli, tumulti a Roma e noi chiudiamo tutto; lo facciamo per voi, per tenervi in sicurezza. È un colpo basso e lo sanno e lo sappiamo: a Napoli, a Roma scendeva in piazza la gente comune, i bottegai e i precari a vita, miti anche da spaventati, da esasperati, ma conviene dire che erano tutte escandescenze fasciste e camorriste. La verità essendo che in ogni adunata c’è una quota fisiologica di mattocchi o di provocatori e anche a Napoli, a Roma, a quelli di Forza Nuova si saldavano gli altri balordi dei centri sociali e la manovalanza delle famiglie di malaffare. A Napoli, poi! Dove i centri sociali sono tenuti in palmo di mano dal sindaco De Magistris che ha fatto assessora una di loro e di fronte allo spettacolo dei Masanielli magari si leccava i baffi.

e a proposito di infiltrati

Bello, vero?

Ma come la mettiamo col piazzale di Montecitorio, blindato ai cittadini e perfino agli operatori dell’informazione già sere prima degli scontri napoletani e romani, come ha fatto vedere Barbara Paolombelli? La mettiamo che il Potere – per una volta lasciatecelo identificare con la retorica maiuscola, pasoliniana – il Potere sa di essere inviso ai cittadini, per quanto l’informazione organica propali il contrario, e si premunisce; sa che le misure assurde, grottesche in gestazione potranno scatenare autentiche rivolte e agisce per neutralizzarle e per dirottarle.
C’è una tecnica del colpo di stato, ma anche una tecnica dello stato che colpisce, che protegge se stesso. Oggi la tecnica è elementare, sta in questo: dire che ogni protesta è infiltrata dalla delinquenza organizzata e dai fascisti – mai da altre forme. La sinistra sovversivista che sostiene le rivolte del Black Lives Matter in America, qui tiene i dimostranti in sospetto di criminali, di carogna e vuole sparare sulla feccia, come dice quell’esponente piddino.

occhio però, che a mandare le forze dell’ordine per sparare potrebbe andare a finire così

e per voi potrebbe non mettersi troppo bene

Annuncia la titolare del Viminale, la Lamorgese degli sbarchi incontrollati: sono pronta a militarizzare tutto il Paese.

Segnali preoccupanti, che l’informazione controllata non raccoglie e, se li raccoglie, è per legittimarli, per propagandarli. Il ministro Speranza va da Fazio a gettare il suo ballon d’essai, quasi a far intendere che si potrebbe mandare la polizia politica casa per casa, contando sullo spionaggio diffuso. Com’è ovvio ci rimette la faccia ma niente paura, c’è pronto lo Scanzi non più antipiddino il quale lo ospita nel suo piccolo talk show, gli stende rossi tappeti d’amore.

Ai tempi si chiamava collaborazionismo, oggi conviene dire senso di responsabilità. Come i testimonial del Covid, cantanti, sportive, perfino politiche in fama di gossippare che annunciano orgasmiche: anche io sono positiva! Sono spontanee o ispirate simili pagliacciate? Lo sanno o non lo sanno che così facendo contagiano di isteria somatizzante migliaia di anime semplici? Ma sì, ma quante storie, l’importante è esserci, mettersi in mezzo, ci può sempre scappare un affare, la logica influencer ha contagiato anche loro, ha contagiato tutti.
Il ceto medio che fu, la borghesia mercadora sempre in fama di meschina e farabutta, non ha più voce in capitolo; se scende in piazza la confondono coi fascisti e i mafiosi, se protesta in televisione la prendono in giro, la zittiscono. Pierluigi Bersani, che proviene dal PCI, ha fatto capire senza timor di vergogna che non meritano alcun sostegno perché tanto sono più o meno tutti evasori. Il governo che chissà perché si ostinano a definire rosso-giallo quando è semmai rosso antico, cambogiano o socialfascista, per l’intera filiera produttiva ha stanziato l’elemosina di 6 miliardi e il Pd è chiaramente per un atteggiamento punitivo, basta sentirli parlare. E più ci si sposta all’estrema e più si avallano misure concentrazionarie: chi è che spalleggia senza scrupoli le trovate devastanti e repressive di Conte? La sinistra fantasma delle sigle evanescenti di Liberi e UgualiSinistra e Libertà.
È in atto un processo di cinesizzazione, o, come diceva il Mussolini proveniente dal socialismo massimalista rivoluzionario: “Tutto nello stato, nulla al di fuori dello stato, niente contro lo stato”. Ma lo stato è in braghe di cartone e i soldi dell’Europa non arriveranno. I nuovi ultimi, i piccoli imprenditori, i bottegai e filistei invisi alla sinistra, e purtroppo anche alla destra romantica e parolaia, muoiono senza potersi neppure lamentare, ma solo chi ci è passato sa che abbassare una saracinesca per l’ultima volta non è la morte di un’attività ma della propria vita, dei propri sforzi, delle speranze, della fatica, della libertà di una vita.
Max Del Papa, 26 Ott 2020, qui.

Una Caporetto sanitaria, economica, giuridica. Ma ora guai a farsi tentare da “governissimi”

Che il governo fosse allo sbando, del tutto inadeguato ad affrontare questa emergenza, noi di Atlantico Quotidiano l’avevamo ben chiaro già dal marzo scorso [beh, non solo voi, ma chiunque avesse occhi da vedere, orecchie da sentire e neuroni da connettere]. Che l’uso, anzi l’abuso dei Dpcm fosse una deriva pericolosa, uno strappo allo stato di diritto e alla dinamica democratica, anche. Sulla comunicazione irresponsabile di Palazzo Chigi siamo tornati più volte. Ma tutto si sta ripetendo.

Sì, ma non proprio proprio uguale:

La linea dello scaricabarile sugli italiani non cambia: il governo è capace solo di scaricare l’emergenza su cittadini e attività economiche, cioè sulla sfera privata, prima imputando loro l’aumento dei contagi, poi disponendo obblighi e divieti, mentre continua a dimostrarsi totalmente incapace di occuparsi di ciò di cui è responsabile: la sfera pubblica. Le misure contenute nell’ultimo Dpcm – il terzo in dieci giorni! – ne sono la prova. Dopo nemmeno un mese di risalita dei contagi, il sistema sanitario (e di protezione civile) si trova nuovamente del tutto impreparato dinanzi a ciò che era ampiamente e da tutti previsto, nonostante il governo abbia avuto 5-6 mesi di tempo per rafforzarlo e riorganizzarlo.
Quello che andava fatto, e non è stato fatto, è sotto i nostri occhi

e oggi, a differenza della primavera scorsa, è sotto gli occhi dei cittadini, aumentandone l’esasperazione. Non sono state aumentate a sufficienza le terapie intensive né create strutture temporanee idonee a ospitare malati Covid; non è stato potenziato a sufficienza il personale negli ospedali e nelle Asl, per cui l’esito dei test non è ancora tempestivo come dovrebbe, il tracciamento dei contatti è lento ed è andato subito in tilt; non è stato potenziato il trasporto pubblico locale né sono stati implementati test rapidi per le scuole; non esistono protocolli per seguire nelle loro case i pazienti meno gravi, che invece vanno a intasare gli ospedali con ricoveri al 20-30 per cento non necessari.
Ad agosto, ricorderete, la telenovela del bando per i banchi a rotelle… Non sapevamo, all’epoca, che il bando per le nuove terapie intensive sarebbe arrivato solo a ottobre. E solo sabato scorso, 24 ottobre, la Protezione civile si è degnata di far partire i bandi per 1.500 unità di personale medico e sanitario e 500 addetti amministrativi a supporto del contact tracing.
Insomma, un disastro. Il conto, salato, è arrivato con il Dpcm di ieri a cittadini e imprese. Subdolamente: un inizio di lockdown senza chiamarlo lockdown.
Misure adottate con l’unico scopo di far vedere che il governo sta facendo qualcosa, purchessia. Il loro impatto sulla diffusione del virus sarà probabilmente trascurabile, visto che non sono supportate dai dati dei contagi nelle attività che si vanno a chiudere e limitare.

Si tratta quindi di misure prive di logica, ragionevolezza e proporzionalità, principi cardine che dovrebbero guidare le decisioni quando sono in gioco limitazioni così profonde delle libertà fondamentali. Esiste una stima dei contagi avvenuti nei locali di quelle attività, nelle ore in cui saranno obbligate a chiudere? Una rapida verifica si potrebbe fare: quanti ristoranti e locali sono stati chiamati dalle Asl per risalire ai contatti di un positivo tramite i loro registri? L’emergenza Covid sembra ormai autorizzare in astratto qualsiasi limitazione di diritti che, al pari della salute, sono tutelati dalla Costituzione. E per di più, con atto amministrativo, non avente forza di legge.
Bar e ristoranti, piscine e palestre, cinema e teatri, che in questi mesi hanno investito tempo e denaro per adeguare i loro locali, applicato i protocolli, insomma si sono preparati a tenere duro, rispettando le regole e accettando di dover comunque perdere clienti e fatturato, ora sono costretti di nuovo a chiudere da un governo che invece non ha fatto la propria parte, li ha (e ci ha) traditi.

Ieri il presidente del Consiglio Conte ha assicurato che le “misure di ristoro” per i titolari delle attività interessate dalla chiusura saranno in Gazzetta Ufficiale “già martedì” [con potenza di fuoco, immagino]. Ma quanto? Entro quando? In che forma? Con quali criteri? Ha parlato addirittura di accredito in conto corrente. Ma se si può fare oggi, perché non si è fatto la primavera scorsa?
Il ministro dell’economia e delle finanze Gualtieri ha parlato di indennizzi “entro metà novembre” per 350 mila aziende, credito di imposta sugli affitti, eliminazione della rata Imu, cassa integrazione per i dipendenti e 1.000 euro per i collaboratori.
Sono evidentemente consapevoli che la rabbia sta montando. Ma quale residua credibilità hanno, visto che le “misure di ristoro” promesse nei mesi scorsi, e introdotte con il “Decreto Agosto”, convertito in legge il 13 ottobre, non sono ancora arrivate?
Il Paese è una pentola a pressione pronta ad esplodere. Avrebbero dovuto immaginare – Daniele Capezzone, dalle trasmissioni tv in cui è ospite, lo ripete da mesi, fino alla noia – che in autunno i nodi di misure di “ristoro” gravemente insufficienti sarebbero venuti al pettine, e la crisi economica e sociale si sarebbe manifestata in tutta la sua drammaticità.
E per quanto il Palazzo e i media compiacenti possano chiamare in causa criminalità organizzata e fascisti per screditare le proteste, come spiega bene Max Del Papa oggi, sarebbe un grave errore sottovalutare l’esasperazione diffusa – e acuita dalla ormai palese inadempienza delle istituzioni. Sapevamo che il lockdown era una misura “one shot”, che un secondo sarebbe stato insostenibile, ma l’hanno sprecato…
Uno degli effetti dell’uso dei Dpcm, combinato con un sistema mediatico “corrotto”, perché militante,

è anche un processo decisionale deviato e un dibattito politico schiacciato sulle dinamiche interne alla maggioranza. Esautorato il Parlamento, le opposizioni si trovano in un cono d’ombra. Le misure da inserire nei Dpcm sono discusse in riunioni informali tra il premier, alcuni ministri e i capi delegazione dei partiti di maggioranza, poi tra governo e presidenti di regione,

e se i presidenti di regione – TUTTI i presidenti di regione – sono contrari, nessun problema: li si ignora, e si procede oltre:

quindi anticipate e commentate dalla stampa, e infine diventano esecutive senza passare per le aule parlamentari (che vengono “edotte” solo diversi giorni dopo). Le obiezioni di chi è fuori da questo circuito valgono quasi zero.
Da qui derivano, per esempio, le difficoltà del leader della Lega Matteo Salvini nel formulare una linea coerente, che rischia di venire contraddetta nella dialettica tra i governatori leghisti e il governo. E d’altra parte, farebbe il gioco dei suoi avversari se entrasse in conflitto aperto con essi su questa o l’altra misura. Non si parlerebbe d’altro.
In questa situazione di emergenza sanitaria ed economica, e di estrema debolezza del governo Conte, non sorprende che si torni a parlare di governo di unità nazionale – anche se ci sembra che non stiano arrivando segnali in questo senso dagli ambienti della maggioranza o dal Quirinale, e che si tratti più di un wishful thinking di alcuni commentatori e di settori dell’opposizione ansiosi di tornare in gioco.
Ma dopo essere state emarginate per mesi, le opposizioni dovrebbero davvero mettere la faccia nella gestione di un simile disastro? E per fare cosa esattamente?
Non vediamo all’orizzonte un “Dream Team” in grado di fare in 2-3 settimane ciò che si sarebbe potuto e dovuto fare in 5-6 mesi. La prima misura da adottare, condividendone la responsabilità, sarebbe un nuovo lockdown. L’unità nazionale sarebbe stata auspicabile all’inizio di questa emergenza, o al più tardi alla fine del lockdown della primavera scorsa, fissando una data certa entro cui tornare al voto. Ma oggi, se dovesse giungere un simile invito, sarebbe unicamente perché Pd e 5 Stelle non vogliono essere i soli a intestarsi il secondo lockdown. Hanno fatto un disastro e le opposizioni dovrebbero arrivare in soccorso per spartirsi le colpe? Ricordiamo, tra l’altro, che l’ultima volta, dopo le “larghe intese”, ci siamo ritrovati con un certo movimento prima al 25, poi al 33 per cento…
Basta isteria. Non si può ridurre alla fame metà della popolazione, i partiti di maggioranza e più alti sponsor di questo governo si assumano per intero la responsabilità della totale impreparazione alla seconda ondata, dei decessi e dei fallimenti, e si voti in primavera. Un governo di unità nazionale, oggi, servirebbe solo ad annacquare le responsabilità, non certo per trovare ricette miracolose.
“Quella di far passare gli anti-lockdown per negazionisti è forse una delle truffe intellettuali più miserabili degli ultimi decenni”, ha osservato su Twitter il nostro Enzo Reale. E, ha aggiunto:

“Se sul merito delle misure adottate o da adottare le opinioni possono essere divergenti, è stupefacente come si accetti senza fiatare la loro imposizione al di fuori delle minime garanzie costituzionali, rinunciando in nome dell’emergenza ai principi dello stato di diritto. Ancora più sorprendente se si pensa che questa rinuncia proviene da quella parte dello spettro politico che ha fatto della legalità la sua bandiera contro gli avversari politici negli ultimi tre decenni. Ma evidentemente è una legalità selettiva, come la memoria”.
Federico Punzi, 26 Ott 2020, qui.

Poi chi ha ancora un po’ di tempo ed è interessato ai numeri completi e non taroccati, può magari andare a dare un’occhiata qui.
Ricordiamo, in ogni caso, che il mondo ci guarda e ci ammira, ma proprio tanto tanto tanto

Comunque non è il caso di preoccuparci eccessivamente, dal momento che adesso sappiamo esattamente come si diffonde il contagio

e abbiamo a disposizione un modo sicurissimo per evitarlo

e sappiamo con certezza che prima o poi smetterà di piovere e sorgerà l’arcobaleno

So che c’è poi una domanda, di carattere lessical-giuridico, che vi tormenta, ma io ho trovato la risposta, eccola:

Un’altra ottima notizia è che, alla faccia di quel genio del virologo (VIROLOGO eh, ho detto VIROLOGO!) Fabrizio Pregliasco che raccomanda alle coppie sposate o comunque conviventi l’astinenza o il fai-da-te (separato, mi raccomando, non reciproco!) perché lì è tuttotuttotutto pericolosissimo, anche le variazioni sul tema, anche le posizioni diverse che permettono di non respirarsi in faccia, il pericolo è annidato ovunque, alla facciaccia sua, dicevo, il sesso sicuro esiste anche al tempo del coronavirus

e comunque dobbiamo stare tranquilli, perché sappiamo con certezza che

ANDRÀ TUTTO BENE!

barbara

SPIGOLATURE 4

Premessa importante: per ogni attività che fallisce, c’è un cinese pronto a comprarla per due soldi. E l’imprenditore fallito DOVRÀ vendergliela, perché lui deve mangiare, e nessun altro, qui, è in grado di comprargliela, perché chi non è ancora fallito è messo poco meno peggio di lui. E quando si saranno comprati tutta l’Italia, ci terranno per la gola, o per le palle, che dir si voglia, e faranno di noi tutto ciò che vorranno.

Oggi parlo della situazione economica, e comincio con due spigolaturine personali. Un paio di giorni fa ho visto la gelateria aperta. E mi sono venute le lacrime agli occhi per la commozione, per l’emozione di vedere finalmente un segno di vita. Al ritorno mi sono fermata per celebrare l’evento con un bel gelatone con la panna e… le vaschette dei gelati sono chiuse. ? Non ci sono i gelati?! No, dice, sono autorizzata solo per l’asporto. Ora, sia ben chiaro, non voglio certamente insegnare il mestiere ai nostri saggi espertissimi oculati illuminati legislatori [come? Non va bene il plurale? Come non va bene? Ma il Parl… No? Ah, è perch… Ah, ok], ma quella gelateria non ha una porta da cui si accede a una sala in cui si trovano tavoli e sedie a cui ci si siede e ci si fa servire e si consuma lì seduti e ammucchiati, no. Quella gelateria ha una vetrina attraverso la quale io porgo i soldi, la proprietaria prende i soldi e mi porge il cono, esattamente come porge la vaschetta da mezzo chilo, io prendo il gelato e me ne vado: non è asporto questo? Quale sarebbe la differenza?
Qualche giorno fa ho tirato fuori una gonna estiva ma non estivissima, quindi giusta per questa specie di tarda primavera che fa un passo avanti e due indietro (anche dieci gradi di differenza da un giorno all’altro), più o meno come i morti del covid che un giorno sono sotto i 200 e il giorno dopo ribalzano sopra i 300. Vabbè. La gonna è piuttosto vecchia. Per qualcuno sarebbe antichità da museo, ma dato che io ho ancora – e porto – la gonna comperata coi soldi che mi ha regalato la nonna per la laurea nel 1976, diciamo che questa è in un’età intermedia tra l’avanzata giovinezza e la prima maturità. Comunque ha più di dieci anni, e in questo tempo l’elastico in vita ha finito per allentarsi, e quando l’ho infilata mi è cascata giù sui fianchi. Vedendo la gelateria aperta ho detto, vedi mai che magari abbia aperto anche la merceria. Vado, e quando arrivo vicino vedo un cartello

APERTO

SOLO ARTICOLI

PER BAMBINO E NEONATO

Entro e chiedo: l’elastico me lo può dare o rischiamo tutti e due la galera? Signora, dice, io qua la galera la sto rischiando ogni momento! Ovvio: primo, a vendere solo articoli per bambini e neonati ci farebbe tranquillamente la fame, come se non bastasse quella di due mesi pieni di chiusura, secondo, se io ho bisogno di una cosa – perché non è che uno ha l’hobby di comprare pezzi di elastico o manciate di bottoni: se lo vado a chiedere è perché mi serve – e lui ce l’ha, non darmela è delirio puro. La cosa veramente grottesca è che, per non rischiare pesanti sanzioni lasciando tracce della vendita criminosa, tutte le cose proibite è costretto a venderle senza fatturarle, così come inevitabilmente faranno tutti quelli che si trovano nella stessa situazione, vale a dire che con questa geniale trovata delle autorizzazioni parziali lo stato ci sta rimettendo vagonate di tasse.
E sulla vetrina di una merceria è apparso questo meraviglioso cartello
lampo-bottoni
E passiamo alla cronaca quotidiana nazionale, questa per esempio

E questa è fame, fame vera, quella che i saggi prudenti difensori della salute ad oltranza, quelli del “tenere tutto chiuso fino a quando il virus non sarà scomparso”, quelli del “meglio vivi con le pezze al sedere che ricchi al cimitero” non hanno mai visto neanche da lontano: GRANDISSIME TESTE DI CAZZO, NON SI TRATTA DI ESSERE POVERI, SI TRATTA DI CREPARE, CREPARE! Lo sapete che cosa vuol dire crepare? No, vero? E avere i figli che hanno fame e non potergli dare da mangiare: ci entra questo nei vostri cervellini di gallina?

Nel frattempo le misure del signor Visconte costringono alla chiusura centinaia di migliaia di imprese (che saranno acquistate da chi? domanda difficilissima, eh?)

Qui l’articolo.

Ma il nostro caro Marchese non si accontenta delle scelte criminali, no, lui va oltre, lui penetra come un coltello caldo nel burro nel più colossale ridicolo, e vi si adagia come in una poltrona bodyform:

Conte chiede un atto di amore, ma l’Italia ha bisogno di atti di responsabilità e governo

Pubblichiamo un intervento di Giulio Centemero, deputato, capogruppo in Commissione Finanze e tesoriere della Lega

Sono rimasto colpito dalle parole del premier Conte che qualche giorno fa ha chiesto alle banche di fare “un atto d’amore” riferendosi, in particolar modo, alle richieste di liquidità che le imprese stanno rivolgendo agli istituti di credito. Conte in poco tempo è passato dall’impersonificazione del “buon padre di famiglia”, dispensando consigli su come trascorrere le nostre giornate in tempi di Covid-19, a tutore dei nostri affetti, definendo i confini della parentela e aggiungendo poi un ulteriore azzardato distinguo tra affetti seri e meno seri.
Ma il camaleontico premier aveva in serbo un altro asso nella manica. E così, mentre le imprese chiedono un intervento efficace, che possa anche solo momentaneamente dare un po’ di respiro alla nostra economia, la retorica si spreca e si fa appello ai sentimenti. Ora, che la communication strategy della maggioranza rifletta un’isteria incontrollata e a volte schizofrenica è evidente, ma fare appello al cuore quando servirebbe solo il cervello… Forse è più una questione di buon senso che di anatomia.
Ad ogni modo, Conte il primo di maggio sui social, in occasione della festa dei lavoratori, ha chiesto scusa a tutti gli italiani per i ritardi nell’erogazione di Cig, incentivi, aiuti, varie ed eventuali. Caro presidente, con tutto il rispetto, non credo che le sue scuse in questo momento possano servire a qualcosa. Chi ha chiuso la saracinesca del proprio negozio o ha dovuto brutalmente interrompere la propria attività, quando a fine mese dovrà comunque pagare le bollette o peggio ancora gli affitti dopo non aver percepito per mesi un guadagno, con cosa salderà? È vero che ha avocato a sé i “pieni poteri” e che a colpi di Dpcm ha privato gli italiani della loro libertà, nonostante – a suo dire – il governo fosse pronto a fronteggiare l’emergenza, ma le sue scuse non hanno ancora un potere di conversione tale da essere sostituite alla nostra attuale valuta. Alle richieste delle aziende si è risposto solo con cassa integrazione, prestiti e dilazione di scadenze che peraltro in alcuni casi non sono neppure arrivati.
A proposito di cassa integrazione, non ha perso neppure qui il suo vizio, quello di puntare il dito nei confronti della Regione Lombardia per i ritardi nei pagamenti. A tal proposito vorrei ricordare che le Regioni non solo hanno regolarmente trasmesso tutti i decreti necessari all’Inps, ma alcune, come ad esempio la Lombardia, hanno persino anticipato l’indennità a tutti i lavoratori in Cig. Tridico confermi piuttosto le coperture, visto che sembra manchino all’appello 7 miliardi. Non vorremmo che anche lì si inventasse una scusa. Le imprese avrebbero bisogno di essere accompagnate con soldi veri verso la ripresa delle attività e non imbonite con appelli sconsolati al solo fine di scaricare su altri le proprie responsabilità.
Per le aziende, fino a 25 mila euro di prestito lo Stato copre il 100 per cento e per importi superiori la garanzia scende all’80-90 per cento. Le banche sono così costrette a valutare la situazione economica dell’azienda e se questa non è solida non avrà purtroppo i soldi. Qui non serve il cuore, quello arriva dove può. Qui serve il governo. Ben venga allora l’iniziativa privata che sta cercando strade alternative al credito, che non siano il vecchio modello bancario o il denaro pubblico. Come ad esempio i Minibond per salvare uno dei settori più cari alla nostra economia. Ora quale migliore occasione per rilanciare ad esempio questo settore con pluribond che consentano uno schema agile di accesso al credito? Oppure la proposta di AssoAIM che vuole sostenere le pmi non tanto sul fronte del debito ma dell’equity. Insomma presidente, chi fa impresa si aspetta serietà dalla politica. Il cuore ce lo metta pure, ma dopo aver azionato il cervello.

(qui, 6 Mag 2020)

Bestialità che viene analizzata e sviscerata anche qui

E infine una decisa presa di posizione, che spero ardentemente venga seguita da molti

barbara

VEDI ALLA VOCE MESSIA

Per l’ebraismo il messia – che  letteralmente significa “unto” (in greco christos, in ebraico mashiach) – è un re (umano) ebraico, discendente fisicamente dalla stirpe di Re Davide, che riscatterà Israele nella “Fine dei giorni” e che la condurrà verso un’era messianica di pace e prosperità sia per i vivi che per i morti, che governerà e unirà il popolo di Israele e che lo condurrà verso l’Era Messianica di pace globale e universale.

Per il cristianesimo il messia è Gesù (Yeoshua) di Nazareth, figlio di Dio, che riscatta l’uomo dal peccato (lui, personalmente, soffrendo in prima persona, morendo in prima persona) e predica amore, tolleranza, perdono per portare la pace nel mondo.

Per il gretinismo il messia è una piccola commediante isterica telecomandata che predica rabbia, odio e rifiuto del perdono per arrivare a una palingenesi che ridurrà l’intera umanità alla miseria e alla fame (più o meno tipo Pol Pot, solo che noi dovremo fare tutto da soli)

L’ecologismo? Pericoloso: mira a controllarci tutti

Professor Carlo Lottieri, giurista d’ispirazione liberale e pensatore del «Bruno Leoni» che idea s’è fatto del fenomeno Greta e della svolta ecologista?
«Partiamo da una premessa: dell’ambientalismo ho una opinione negativa. Certo, il rispetto dell’altro è anche rispetto della natura, ma c’è una antica vocazione anti-umana e antisociale che viene fuori in questi filoni che attraversano il nostro tempo».

Si spieghi meglio.
«L’ecologismo è l’ultimo stadio dell’egualitarismo. Dopo aver affermato che tutti gli uomini hanno diritto alla stessa condizione economica e sociale, ecco che si approda al di là dell’umano. C’è l’animalismo e ora è spuntato anche un movimento di liberazione dei vegetali. Mi sembra si stia andando un po’ oltre».

E di Greta cosa pensa?
«Chi di noi aveva la possibilità di andare a parlare all’Onu a 16 anni? È chiaro che c’è un enorme elemento di artificiosità nella costruzione di questo personaggio che però risponde a una domanda diffusa di miti e di riferimenti oltre il quotidiano».

Ma qual è il pericolo dietro la tanto predicata svolta ecologica?
«Ci sono alcuni scienziati che mettono in discussione l’origine antropica del cambiamento climatico. Ma ammettiamo che abbia ragione chi scarica le colpe sull’uomo. Ebbene, il rischio è di una deriva scientista e tecnocratica: siccome i climatologi dicono questo, allora…»

…allora?
«Allora si attivano meccanismi di controllo che intervengono in maniera dettagliata sulla vita della gente. Una specie di superpotere, abilitato, lui solo, a discernere bene e male. Politicamente, il rischio è da brividi».

Ed economicamente?
«Mi sembra che l’idea sia quella di fermare la macchina ignorando ogni considerazione economica. Le energie alternative, che gli ecologisti preferiscono agli idrocarburi, non sono redditizie, riescono a sopravvivere solo attraverso i sussidi».

Quindi non la convince nemmeno il piano di investimenti varato dalla Merkel?
«Loro vogliono “reindirizzare” ma quello è un altro modo per tirare il freno. È il ragionamento dei bobo parigini, dei ragazzini viziati che tanto stanno benissimo. Per altri reindirizzare vuol dire non mangiare».

Larga parte del mondo finanziario, BlackRock in testa, si sta attrezzando per investire nello sviluppo sostenibile. Ci sono rischi anche qui?
«Ce ne sono due. Il primo è il rischio di una bolla, cioè una crescita artificiosa a cui non corrisponde una crescita reale, che poi scoppia quando finiscono i sussidi. E il secondo è la corruzione della vita economica e politica. Accade sempre, regolarmente, quando si disegnano piani fantasiosi da 100 o 1000 miliardi in cui cercano di intrufolarsi tutti». (qui)

“The propagandist’s purpose is to make one set of people forget that certain other sets of people are human.”

Aldous Huxley, The Olive Tree (1936)

Poi se avete un po’ di tempo ci sarebbe da leggere questo; è piuttosto lungo, ma merita.

E mentre la cialtroncella Greta all’ONU insulta e accusa tutti e ne riceve in cambio entusiastici applausi, la piratessa negriera criminale tentata omicida Carola insulta e accusa tutti alla UE e ne riceve in cambio una strepitosa standing ovation.

barbara

LA GRANDE CARESTIA

Ovvero il genocidio ucraino messo in atto da Stalin per mezzo di una “carestia” programmata e fabbricata a tavolino e spietatamente messa in atto. E giustamente il sottotitolo è “La guerra di Stalin all’Ucraina”. Perché il genocidio è stato perpetrato per stroncare una volta per tutte le aspirazioni indipendentiste  dell’Ucraina. Per prima cosa è stata imposta la collettivizzazione: ti portano via la terra, ti portano via la casa, ti portano via il bestiame, ti portano via gli attrezzi da lavoro. Tutto ora appartiene allo stato, che ti presta bestiame e attrezzi, e tu lavori per lui. Il risultato è stato lo stesso ovunque: più lavori e più produci, più produci e più lo stato ti porta via, quindi non hai più alcuna convenienza a lavorare. Non puoi farne a meno perché ti costerebbe carissimo, ma sicuramente non ti impegni al massimo, e dunque la produzione cala. La seconda cosa è la requisizione delle “eccedenze” per venderle all’estero; e se ovunque si è andati ben oltre le vere eccedenze, in Ucraina si è portato via letteralmente tutto: il grano normalmente usato per venderlo e comprare le altre cose che servono, il grano per il consumo della famiglia, il grano da semina. E poi anche gli altri alimenti trovati in casa. E poi la pentola sul fuoco per la cena, portata fuori e rovesciata a terra. E poi arresti ed esecuzioni di chi tenta di sottrarsi. La favola da sempre raccontata è quella della dekulakizzazione, ossia l’eliminazione della “casta” dei contadini ricchi affamatori del popolo, spogliati di ogni loro avere per darlo ai contadini poveri, deportati, non di rado giustiziati. E chi sono questi contadini ricchi? Ci immaginiamo case grandi, lussuose, riccamente arredate? Signore eleganti e ingioiellate? Carrozze intarsiate con cocchiere in polpe e redingote? Guardiamoli dunque, questi contadini ricchi che affamavano i contadini poveri:
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E quelli poveri? Eccoli qua: sistemati i “ricchi”, ora tocca a loro.
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E come non pensare al ghetto di Varsavia guardando queste scene?
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E infine le fosse comuni:
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Ultimo atto? No, adesso tocca all’eliminazione delle prove: distrutti i registri coi dati demografici che provano, cifre alla mano, che mancano all’appello milioni di persone, arrestati e giustiziati tutti i demografi che vi avevano lavorato, arrestati e giustiziati tutti coloro che avevano avuto la possibilità di vedere le cifre vere, e pubblicazione di dati inventati che, oltre agli strepitosi progressi dell’agricoltura grazie alla geniale idea della collettivizzazione, “mostrano” anche uno straordinario incremento demografico. E il negazionismo continua tuttora, intensamente praticato dal signor Putin – che qualcuno, come si legge nei commenti a questo post, considera bizzarramente un’affidabilissima fonte di informazione. E finché quella certa categoria di mamme si ostinerà a non prendere al pillola e a non andare mai in menopausa, più i complottismi sono idioti, e più continueranno a trovare adepti (il blog, comunque, se siete amanti della cultura, consiglio di seguirlo).

È un libro che merita di essere letto, perché ha potuto usufruire di archivi diventati recentemente disponibili, preclusi ai precedenti ricercatori, e le cose che vi possiamo apprendere vanno molto al di là non solo di quanto sapevamo, ma anche di ogni immaginazione. E le circa duecento pagine di documentazione stanno a dimostrare l’accuratezza delle ricerche effettuate per potercelo offrire.

Anne Applebaum, La grande carestia, Mondadori
la greande carestia
barbara