QUALCUNO SI ASPETTAVA QUALCOSA DI DIVERSO?

Arcuri ne ha già fatta un’altra. L’errore clamoroso sul piano vaccini

Franco Bechis 29 dicembre 2020

Ci risiamo. Basta dare una cosa da fare a Domenico Arcuri e puoi stare certo che non funziona. E così scricchiola dopo poche ore dall’indegno show nazionale l’operazione vaccini. Non che abbiamo i frigoriferi pieni di dosi da iniettare ma insomma dopo il misero anticipo arrivato in Italia (un quindicesimo delle quantità arrivate lo stesso giorno in Germania) ora dovrebbero arrivare oltre 400 mila fiale del «modello Pfizer» ogni settimana, quindi si potrebbe cominciare a vaccinare qualcuno. Solo che mancano i vaccinatori, perché ancora una volta Arcuri che avrebbe dovuto occuparsene con largo anticipo, ha fatto tutto all’ultimo. Solo l’11 dicembre ha pubblicato il bando necessario a reclutare 3 mila medici e 12 mila infermieri che secondo lui sarebbero necessari per l’operazione vaccino. Contratti di nove mesi da 58.842 euro lordi per i medici e da 27.693 euro lordi per gli infermieri, comprensivi entrambi di tre quarti della tredicesima a cui si ha diritto. Non è però il ministero della Salute, né le Regioni, né la struttura commissariale di Arcuri a doverli assumere: si tratterà di lavoro in affitto. Il bando infatti cercava cinque agenzie di lavoro interinale che si offrissero di fornire a loro carico quel personale necessario all’operazione vaccini, perché non si può in questo momento usare nelle condizioni in cui sono le strutture sanitarie la rete ospedaliera e il suo personale che ha già ben altri impegni. La sua scadenza originaria era ieri sera alle 18, ma siccome anche nella documentazione pubblicata Arcuri ha compiuto per l’ennesima volta un pasticcio, ha prorogato la scadenza alle 18 di questa sera. Entro quell’ora le agenzie di lavoro interessate dovranno presentare la loro offerta. Ma il pasticcio fatto dagli Arcuri boys ha complicato molto il percorso. E la struttura commissariale è stata bombardata da richieste di chiarimento sulla cosa più importante per le agenzie di lavoro: quanto possono ricavare loro dalla fornitura di quel personale? Nel bando c’era scritto che il margine di guadagno per le agenzie era del 5%. Ma tutte hanno scritto la stessa domanda alla struttura commissariale: «Lordo o netto? Perché se comprende pure l’Iva, allora si scende al 3,9% ed è difficile proporre ribassi…». Risposta di Arcuri: «Si precisa che per mero errore materiale nell’avviso non è stato indicato correttamente il margine di agenzia al netto dell’Iva». Quindi avevano intuito bene le agenzie la trappola: il loro guadagno è 5% ma poi sulla cifra bisogna pagare l’Iva al 22%, quindi si riduce al 3,9%. Siamo in queste mani qui, bisogna rassegnarci. Perché solo con una faccia di bronzo si può ribattere che «per mero errore materiale» ci si era dimenticati di inserire nel testo di una gara di appalto il dato più importante di tutti: quanto può guadagnare chi vi concorre. Siccome la gara si basa sulla migliore offerta le agenzie interessate dovrebbero proporre per vincere un margine di guadagno più basso di quello. Entro stasera Arcuri saprà se ce ne saranno o meno, perché poi questi dati talvolta nemmeno vengono resi pubblici, altre volte sono pubblicati solo dopo molte settimane o mesi. La trasparenza non è certo il loro forte.
I 15 mila vaccinatori dunque al momento non ci sono. Come li dovrebbero trovare? Un po’ ce li mette lo stesso Arcuri che dal 16 dicembre ha aperto on line un questionario dove potevano registrarsi inserendo il loro curriculum vitae eventuali aspiranti medici e infermieri. Ovviamente non c’è alcuna notizia sui numeri di questa operazione. Quali che siano, questo elenco verrà fornito alle agenzie che dovessero vincere la gara che debbono usarlo. Se insufficiente si mettono loro a cercare i medici e gli infermieri che mancano a quei numeri. A quel punto bisognerebbe fare i contratti a seconda delle richieste territoriali. Per averne però certezza bisognerebbe avere già pronti gli hub di vaccinazione con il famoso fiorellino di Stefano Boeri. Al momento gli assessori regionali a cui si chiede conto allargano le braccia e dicono che non sanno né dove né come né a spese di chi verranno realizzati. Quindi bisognerà aspettare un bel po’ di tempo.
Una volta che tutto fosse a posto (e l’esperienza insegna che mai qualcosa è stato a posto quest’anno), bisognerà procedere alla formazione sia dei medici che degli infermieri. Perché nessuno nasce vaccinatore, e nessun vaccino per altro sarà uguale all’altro. Quello da somministrare ora – il Pfizer – è contenuto in una minuscola fiala che racchiude però 5 dosi. Ci vuole una supervista per dividere le parti giuste aspirando con la siringa, tanto è che già ci sono i primi errori di somministrazione (in Germania per errore hanno somministrato con una sola iniezione tutte e 5 le dosi contenute nella mini fiala). Il corso di formazione ai vaccinatori sarà fatto dall’Istituto superiore di sanità, dove non è che ci sia una esperienza pazzesca nella somministrazione di questo tipo di vaccini che non ha alle spalle alcun precedente. Però avranno già letto il manuale delle istruzioni della Pfizer e qualcosa avranno da raccontare. Durata del corso? Non prevista. Ma è compresa nei nove mesi di contratto. Ci sono i vaccini, ma prima di avere i vaccinatori necessari bisognerà che quei frigoriferi a -80 gradi li tengano a lungo in modo sicuro. Pregando che tutti insieme in funzione non provochino un black out, perché allora la nottata di attesa sarà davvero lunga. (qui)

E anche a quest’altra patacca va attribuito il disastro totale in cui annaspa l’Italia

E vale la pena di leggere anche queste altre considerazioni

Mikael Gambit

Le discussioni sul vaccino sono inutili, se non assurde, anzi a dirla tutta sono fuorvianti, alimentate in malafede da parte dei filogovernativi, approfittando anche della dabbenaggine degli altri.
Il vaccino, ciascuno ne pensi ciò che vuole, c’è, è disponibile, e c’è anche che l’80% (l’ottanta percento!) degli italiani si dichiara pronto a vaccinarsi, ed è la quota di popolazione più che sufficiente a integrare la cosiddetta immunità di gregge, posto che il vaccino fermi anche il contagio, e questo è quanto, è tutto, dovrebbe essere tutto quello che c’è da dire.
Chi devia la discussione sugli antivaccinisti militanti o su quel 20% che ha dubbi -sempre legittimi- su questo innovativo vaccino, lo fa per distrarre l’attenzione dall’inefficienza, in questo caso criminale, dello stato, in particolare del governo ed in generale della P.A., la cui colpevole inettitudine “arcuriana” è nuovamente dimostrata dal fatto che in Italia, dopo aver cincischiato con le tensostrutture a forma di fiore di Boeri, e mostrato in pompa magna l’arrivo di un furgoncino al Brennero, in realtà si parte solo oggi (forse!) ad “organizzare” la campagna vaccinale, mentre altri paesi nell’attesa delle autorizzazioni del vaccino, avevano già approntato per filo e per segno il personale e le strutture necessarie. Qui non esiste ancora neppure un “piano vaccinale” … .
Se riusciranno, nel 2021, a vaccinare un quarto di quelli che lo vogliono, cioè 10 milioni di italiani su 48 milioni, al ritmo serrato di 34 mila vaccinati al giorno, il tutto da moltiplicare per le due somministrazioni distanziate di un mese, dunque 70 mila al giorno (dovendo mettere in conto che non è una somministrazione semplice) sarà un miracolo, per dire che è del tutto improbabile. Perciò discutere sull’ “obbligatorietà” di un vaccino che realisticamente avranno solo alcuni, pochissimi, tra i “volontari” è intempestivo e demenziale e si capisce bene per quale ragione il governo ed i media filogovernativi facciano di tutto per alimentare (ahimè riuscendoci) questa surreale discussione.

Credo meriti di essere letto anche questo articolo

clic per leggere il testo ingrandito

Poi, sempre in tema di cialtroni, ancora la storia del vaccino di De Luca.

“La fiala di De Luca era la mia”. Parla il chirurgo dell’ospedale Cotugno, primo nella lista delle “riserve” escluse dal Vaccine Day

29 DICEMBRE 2020

Luigi Ricciardelli, 51 anni, da 13 è in servizio come medico chirurgo all’ospedale di Cotugno, luogo simbolo della lotta al Covid-19 in Campania e presidio vaccinale per tutta l’azienda ospedaliera dei Colli. Secondo quanto riporta Il Mattino, il medico domenica scorsa, nel giorno del Vaccine Day, è stato escluso dalla vaccinazione ed è tornato a casa come primo nella lista delle “riserve“: la sua dose quindi potrebbe essere andata al governatore Vincenzo De Luca, di cui non era previsto il coinvolgimento nella prima fase della campagna vaccinale. “Ma – dichiara Ricciardelli al quotidiano – non ne faccio una questione personale”.
La dose prima che di De Luca doveva essere “mia o di un altro collega in fila o di un infermiere che lavora in prima linea”, sostiene il chirurgo, primo a operare un paziente colpito da Covid al Cto durante la prima ondata. “De Luca ha una personalità forte – dice Ricciardelli al Mattino -. La sua adesione alla campagna può essere un segnale: ma a chi ha dato l’esempio, in questo caso? A medici e infermieri?”.
Secondo il chirurgo il presidente della regione Campania non sarebbe l’unico ad aver avuto priorità sul vaccino “con un criterio diverso da quello della prima linea”. A scavalcare qualche operatore sanitario sarebbero stati anche dirigenti amministrativi e dipendenti. “Sono arrivato alle 11 e rimasto fino alle 13: ne ho contati 4 o 5 – racconta il chirurgo al Mattino -. Sia chiaro: anche loro hanno diritto alla fiala, al secondo giro a mio avviso, in quanto non hanno contatti diretti con gli ammalati”. Ricciardelli, in quanto segretario aziendale di Fesmed, la federazione dei medici dirigenti, si dice pronto a sollevare il caso: “Ho intenzione di scrivere una nota ai vertici ospedalieri” dell’azienda dei Colli. (qui)

E ancora due parole sul terrorismo sanitario sparso a piene mani su tutta la penisola.

Giovanni Marco Carrella

Riporto le parole della Dott.ssa

Emilia Polimeno

Dirigente medico dell’Ospedale Cardarelli di Napoli. Tutta la mia stima a titolo personale nonché a nome dei gruppi Mille Avvocati per la Costituzione e Mille Medici per la Costituzione.

“…Mi sento di chiedere scusa a nome di tutti i miei colleghi che disseminano il terrore in questo momento così delicato.. noi che da sempre siamo chiamati a dare parole di conforto e speranza a pazienti terminali, ora terrorizziamo perfino i “NON PAZIENTI”..siamo al paradosso !

1. È vero..nel pronto soccorso c’è il delirio.. ho i volti terrorizzati dei pazienti che ho visitato in questi ultimi giorni stampati dinanzi agli occhi e non riesco a trovare pace.. da una parte, una miriade di persone positive asintomatiche che si sono fiondate in ospedale terrorizzate.. perché impossibilitate ad isolarsi preservando i propri cari (non tutti possiedono una villa a tre piani, come biasimarli..) e/o per paura di essere abbandonate dalla medicina territoriale ormai fallimentare e su cui non conviene intervenire.. dall’altra tutti gli altri pazienti negativi da ospedalizzare realmente,per patologie acute o oncologiche avanzate, completamente terrorizzati.. il loro unico pensiero è non avere il covid.. ho amaramente sorriso ieri dicendo ad un vecchietto in barella, che piangeva a telefono con la figlia, “non si preoccupi, non ha il covid ma solo un polmone completamente collassato..ma non è per il covid, glielo giuro”

2. Vedo pubblicare, come ha fatto anche il nostro esimio governatore (ma quello neanche lo commento) immagini radiologiche di polmoni devastati dal covid.. sì, è vero la polmonite da covid è devastante.. ma perché non si diffondono le immagini tac di ragazzini, adolescenti devastati da leucemie/linfomi aggressivissimi, immagini che ci gelano il sangue nelle vene quando quotidianamente le scorriamo ? Ragazzini che forse la movida non sapranno mai neanche cos’è..
Questi numeri non interessano nessuno ?
Eppure la mortalità è di gran lunga superiore allo 0,4%..
… eppure non è necessario andare alla ricerca affannata dell’untore, perché le responsabilità sono sotto gli occhi di tutti (mi riferisco ovviamente alla terra dei fuochi, allo smaltimento illecito dei rifiuti ecc )

3. Mi rivolgo sempre ai miei colleghi.. torniamo ad essere medici, non sprofondiamo in questo vortice oramai più politico economico che sanitario.. confortiamole e rassicuriamole le persone, è questo il nostro compito, lo abbiamo sempre fatto prima del covid con patologie infauste, perché ora facciamo il contrario ?
Restate a casa se non necessitate di cure ospedaliere.. permetteteci di curare chi ne ha necessità.. affidatevi ai medici curanti.. e se non vengono a visitarvi, chiamatela questa maledetta polizia.. che una volta tanto sia al fianco di chi ha necessità e non sempre contro chi manifesta perché la propria dignità venga rispettata.. che non cerchi inutilmente camorristi nel caos di un manifestazione, ma nei silenzio dell’illegalità e dei traffici occulti.
E soprattutto..SIATE SERENI.. PRUDENTI MA SERENI.. sorridete per strada quando incontrate lo sguardo di qualcuno, non guardatelo in cagnesco, che non vi sta infettando..
E ricordate che non abbiamo una vita di riserva.. e che la qualità della vita vale molto più della durata della vita stessa…”

Vi invito poi a leggere questo articolo a proposito della centrale nucleare slovena, sulla quale tante idiozie si stanno sparando, e concludo con questo importante comunicato:

Angelo Michele Imbriani

Comunicato Eiar:

“Le grandi manovre militari per la vaccinazione di massa, che dovevano incominciare domani per iniziativa di sua eccellenza il cavalier Benito Giuseppi, sono state rinviate causa maltempo.
Otto milioni di baionette, pardon, di vaccini, sono bloccati alla frontiera del Brennero, pronti a riprendere la strada non appena la congiura pluto- meteo-giudaico-massonica sarà stata sgominata. Vinceremo! “.

barbara

ANCORA UN PAIO DI COSE SULLA COMMISSIONE ORWELLIANA PER GLI PSICOREATI 2

Ho scelto altri tre articoli – scelta non facile, perché vedo in giro una vera sollevazione contro questo attentato alla libertà, costituzionalmente garantita, di pensiero e di parola* – che aiutano a chiarire vari aspetti della questione che potrebbero sfuggire a uno sguardo superficiale e frettoloso.

LE RAGIONI PER CUI…

Una commissione “contro l’odio”. Ci sono tanti tipi di odio. C’è chi odia gli ebrei, c’è chi odia i cinesi, c’è chi odia le donne, c’è chi odia i ricchi, c’è chi odia gli omosessuali, c’è chi odia il vicino di casa, c’è chi odia le persone di colore, c’è chi odia i musulmani, c’è chi odia i leghisti, c’è chi odia i piddini, c’è chi odia i cattolici, c’è chi odia il presidente della Repubblica… quanti odi ci sono in circolazione, e quante sono le parole per manifestarli?
E’ dunque necessaria, in Italia, paese dove certo si odia e si litiga, ma non meno che in altri, una commissione presieduta da un presunto gruppo di saggi che avrebbero il compito di indicare certi odi e non altri, come se non ci fossero già, in Italia, leggi che puniscono chi esercita la diffamazione, chi vilipende?
A che scopo istituirla proprio adesso?
Ebbene, c’è un passo del testo della mozione a cui la senatrice Liliana Segre ha prestato il proprio nome, che permette di rispondere chiaramente alla domanda.
“Il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa definisce gli hate speech come le forme di espressioni che diffondono, incitano, promuovono o giustificano l’odio razziale, la xenofobia, l’antisemitismo o più in generale l’intolleranza, ma anche i nazionalismi e gli etnocentrismi”.
E’ nelle parole finali che si cela la risposta. “Nazionalismo” e “etnocentrismo”, parole sataniche per la UE.
Dalla prima parola, caricata dai burocati europei di un significato eminentemente negativo, discenderebbero per li rami nefaste conseguenze per la convivenza civile e sociale, appunto il razzismo, la xenofobia, l’antisemitismo, ecc.
Oggi, il grande apparato mediatico progressista ha coniato un altro termine ancora più spregiativo di “nazionalista”, lo conosciamo tutti, “sovranista”.
Sei sei “sovranista” sei razzista, sei xenofobo, sei antisemita.
Questa commissione, che il centrodestra non ha votato, dietro la pretesa di volere tutelare minoranze e specifiche soggettività (che, in uno Stato di diritto sono già tutelate dalla legge), ha una precisa e chiara finalità politica indirizzata contro determinate prerogative difese a destra: confini sicuri, immigrazione controllata, tutela di tradizioni culturali depositate nei secoli, rispetto per la propria identità nazionale.
L’ideologia che la informa viene da Bruxelles, di cui essa è la diretta emanazione.
La senatrice Segre, ormai trasformata in un feticcio, e a cui va tutto il mio rispetto per la sua vicenda umana, viene usata ed è usata come portabandiera da agitare per demonizzare chi si oppone alla commisione che prende il suo nome.
Una operazione scaltra, infima, di bassa cucina, addobbata con i panni nobili della lotta all’odio.
Niram Ferretti, qui

* «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’Autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, sporgere denunzia all’Autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s’intende revocato e privo di ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.» Articolo 21 della Costituzione Italiana.

“E’ nelle parole finali che si cela la risposta”: in cauda venenum, come ben sa chi si è trovato ad avere a che fare con gli scorpioni.
Proseguo con questo, che contiene un’informazione, estremamente importante, che non conoscevo.

È una trappola politica la mozione sul razzismo

La maggioranza non ha cercato l’accordo per linciare il centrodestra

di Franco Bechis

1 NOVEMBRE 2019

C’è una buona dose di malafede e di ideologia politica (sempre legittima se riconosciuta) nel linciaggio collettivo cui è stato sottoposto ieri il centrodestra per il semplice fatto di essersi astenuto in Senato sulla mozione di maggioranza a prima firma Liliana Segre per proporre «l’istituzione di una commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza». A parte il fatto banale per cui astenersi non è opporsi, al voto del Senato sulla stessa identica questione c’erano non una, ma quattro mozioni diverse. E tre sono state bocciate con il no di tutti quelli che oggi si indignano: una di Forza Italia, una della Lega e una di Fratelli di Italia. Tutte e tre avevano premesse un po’ diverse, ma poi portavano a costituire la stessa identica commissione con qualche avvertenza per altro di buon senso, perché in strumenti-bandiera di questo tipo che di solito contano come un fico secco c’è il rischio però di farsi prendere la mano e con la scusa dell’odio o del razzismo limitare severamente libertà di espressione più che consentite dalla nostra Costituzione.
Ora la libertà di pensiero e politica è così importante, che non si può accettare il linciaggio andato in scena ieri su media e agenzie. Così come è inaccettabile che qualche genio salti su in parlamento apostrofando con insulti stupidi più ancora che razzisti un deputato Pd come Emanuele Fiano che si accusa di essere ebreo. Bene, sono ebreo anche io fiero delle mie origini anche se sono stato educato e sono cresciuto da cattolico osservante. E quindi fischio e darei un bel scappellotto a chi in una giornata così ha avuto la bella idea di dire sciocchezze su Fiano. Ma quel linciaggio scientifico per l’astensione sulle mozioni è ben più grave di qualche scemata urlata anche in aula. Perché questo sì è atto illiberale che getta ombre pesanti su chi ha controfirmato e dato sostegno alla mozione della Segre. Gli slogan anche buonisti che debbono andare bene per tutti esistono nelle dittature, non nelle democrazie liberali, ed è dittatura imporre con tanta violenza il pensiero unico a chicchessia, poi linciandolo perché non vi aderisce. È anche segno di malafede, perché li avesse avuta buona non avrebbe imposto slogan da prendere o lasciare, ma avrebbe cercato un accordo con le minoranze ( si rispettano anche quelle parlamentari) per giungere a un testo condiviso, se questo era l’obiettivo politico. Non è accaduto così, perché c’era un intento muscolare che non vedeva protagonista ovviamente la senatrice a vita Segre, ma chi l’accompagnava. Non volevano una scelta condivisa, ma accusare di razzismo le minoranze impiccate a qualsiasi loro distinguo.
Bene, siccome a me degli uni e degli altri frega assai poco e personalmente di questo tipo di commissioni parlamentari ho la massima storica disistima, vado al sodo: «l’odio» è arma a doppio taglio, che può stralciare zizzania ma anche erba finita lì in mezzo e che semplicemente da fastidio perché non è la tua. Nessun paese del mondo ha definito con esattezza giuridica quello che chiamano «hate speech», perché è impossibile farlo senza mettere a rischio i principi di libertà su cui si fondano le regole e le costituzioni dei nostri paesi. Per questo andrei molto piano a normare questi temi, perché si rischiano danni seri alla libertà, assai più seri di quelli provocati da qualche idiota che dice cose senza senso. Cose è odio e razzismo da punire magari con pene assai elevate (questo sarebbe il lavoro della commissione)? Il codice penale oggi evidenzia già numerose fattispecie, perseguite con severità. Ma se ne vogliono aggiungere altre. E allora, mettiamo nel mirino i cittadini di un quartiere che stufi di essere depredati in casa e per strada ogni giorno chiedono con manifestazioni pubbliche o in gruppi sui social network di spostare da lì quel campo nomadi la cui presenza ha tanto cambiato la loro vita quotidiana? Temo di sì, ed è un rischio che non voglio correre. Perché non è l’odio in sé che si vuole perseguire, ma quello che una parte (oggi maggioranza in Parlamento) definisce odio ed è sicura che sia odio. Io ho visto linciare, tanto per dirne una, con frasi grondanti odio (non importa quanto condiviso) gli organizzatori dei vari family day o pro life, che si vorrebbe non avessero nemmeno diritto di parola ritenendo quella parola non lecita. Mi preoccupa quella commissione perché nasce a colpi di maggioranza con questo cappello ideologico immotivato: vorrei sapere ad esempio perché non hanno votato la mozione di Forza Italia a cui è difficile fare un appunto di qualsiasi tipo. E allora temo che ci sia dietro un’operazione ideologica che si ripara dietro lo schermo falso dell’antisemitismo per limitare libertà di pensiero e di movimento politico altrui: questo si può dire perché sacrosanto, su quello non ti azzardare o ti sbatto dentro. Questo metodo di decidere a maggioranza per eliminare i diritti della minoranza, accusandola pure di illecito pensiero diverso, è da regimi totalitari, non da democrazie liberali. Posso dirlo? Quel linciaggio di ieri è davvero un po’ fascista, nel senso deteriore del termine. Qui.

Sulla malafede di chi ha messo in piedi questa baracconata, sul suo scopo di chiudere la bocca al dissenso, sui metodi fascisti con cui lo scopo è stato perseguito, non ho mai avuto il minimo dubbio; ciò che apprendo ora, ossia l’esistenza di altre mozioni pressoché identiche, solo un po’ meno vaghe e con obiettivi non ampliabili a piacere, come lo sono in questa, che sono state inesorabilmente bocciate, rende la manovra ancora più grave.

E concludo questa seconda puntata con un’analisi dettagliata di alcuni punti della mozione.

Il centro sinistra non ha voluto l’unanimità sulla mozione Segre

Nessuno più di noi di Forza Italia, e per me è anche un fondamentale impegno personale, è stato costantemente e coerentemente contrario ad ogni forma di antisemitismo, razzismo e istigazione all’odio. Per questo in Senato abbiamo auspicato e ci siamo impegnati per l’approvazione unanime di una commissione per il contrasto di questi fenomeni. Purtroppo, questo non è avvenuto: la mozione a prima firma della senatrice Liliana Segre è stata approvata ma a maggioranza e con molte astensioni, tra cui la nostra, che spiegherò, mentre la mozione di Forza Italia, che avrebbe avuto il medesimo effetto ed era compatibile con essa è stata addirittura bocciata. Dunque, noi non abbiamo votato contro alcuna proposta per istituire la commissione, a differenza dello schieramento di centro sinistra.

Per ottenere l’auspicata unanimità la mozione, onorata dalla prima firma della senatrice Segre, avrebbe dovuto essere preparata coinvolgendo fin dall’inizio tutti i gruppi del Senato, invece è stata scritta e firmata nell’ambito dell’attuale maggioranza di governo, pur essendo stata depositata nel giugno scorso, e il testo ne risente ampiamente. In essa si parte dall’antisemitismo, ma poi si estende enormemente l’ambito dei fenomeni “da contrastare” con sanzioni penali o “sociali”.
Ad esempio, vengono inclusi nell’incitamento all’odio “ ‘argomenti’ quali la superiorità della propria razza, etnia, nazione o gruppo: e uno pensa alla criminale ideologia nazista che prevede lo sterminio di chi è inferiore. Ma se io dico che le nazioni come l’Italia – o Israele – dove vigono lo stato di diritto, la libertà di espressione, l’eguaglianza fra uomo e donna e la libertà religiosa sono superiori a quelle dove una religione è imposta dallo Stato con la violenza, la conversione ad altra religione è punita con la morte, la libertà non c’è, le donne sono segregate, legalmente picchiate e lapidate e i gay precipitati dai palazzi, devo essere perseguito, ed equiparato a Hitler?
Si cita anche l’incitamento “a commettere atti di discriminazione”: questa espressione include chi è contrario alle adozioni per le coppie omosessuali o all’imposizione delle teorie gender nelle scuole? Ancora, nella mozione si sostiene che “andrebbero perseguite penalmente espressioni dannose, offensive o sgradite”. Ma la legge deve essere oggettiva, non soggettiva.
Si apre così la strada a una limitazione arbitraria della libertà d’espressione! Abbiamo già sentito teorizzare che i simboli cristiani “offendono” i fedeli di talune altre religioni e dunque andrebbero nascosti. Noi non la pensiamo così! Qui, poi, si va oltre: anche se un tal gruppo – bontà sua – non si offende, basta che “non gradisca” un’espressione perché certe parole diventino reato! Che dire poi di chi afferma di ritenere la propria religione superiore alle altre? Bisogna obbligarlo a dire che le religioni sono tutte uguali, magari anche ai propri figli?
Del resto, un altro passaggio della mozione dice che è uno va “incriminato a titolo di pericolo presunto quando il pregiudizio razziale, etnico, nazionale o religioso si trasforma da pensiero intimo del singolo a pensiero da diffondere in qualunque modo”.
Si arriva, insomma, a specificare che il solo pensiero non va incriminato, ma la sua espressione sì! Non basta, si definisce lo hate speech, “un intenso ed estremo sentimento di avversione, rifiuto, ripugnanza, livore, astio e malanimo verso qualcuno”, che include “i nazionalismi e gli etnocentrismi, gli abusi e le molestie, gli epiteti, i pregiudizi, gli stereotipi”. Cose che vanno benissimo come definizione da dizionario, ma è tutt’altra cosa se delineano un reato. Definizioni troppo vaghe distruggono la certezza del diritto e danno luogo all’arbitrio.
Su queste scivolose basi, la mozione conclude dicendo che “la Commissione può segnalare agli organi di stampa ed ai gestori dei siti internet casi di fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza nei confronti di persone o gruppi sociali sulla base di alcune caratteristiche, quali l’etnia, la religione, la provenienza, l’orientamento sessuale, l’identità di genere o di altre particolari condizioni fisiche o psichiche, richiedendo la rimozione dal web dei relativi contenuti ovvero la loro deindicizzazione dai motori di ricerca”.
Insomma, una Commissione politica, che fin dall’inizio ha una origine di parte, eccetto la firma della stimatissima senatrice Segre, avrebbe il potere di escludere dal più potente mezzo di comunicazione di oggi, il web, chiunque cadesse o venisse fatto rientrare in queste definizioni vaghe e arbitrarie. Noi non vogliamo una cosa del genere, né per questa legislatura, in cui si è formata l’attuale maggioranza, né in un’altra, dove fossimo noi ad avere questo potere.
Insomma, in questa mozione, il contrasto all’antisemitismo è solo una piccola parte, usata per cercare di introdurre tutt’altro e noi non ci siamo stati. Su di essa, dopo che la nostra richiesta di un testo più essenziale e non divisivo è caduta nel nulla, ci siamo tuttavia rispettosamente astenuti, manifestando grande apprezzamento, stima e rispetto per la collega Liliana Segre.
La maggioranza invece ha bocciato la nostra mozione, e – attraverso il capogruppo di Italia Viva – ha avuto anche toni provocatori e accuse disoneste, arrivando a parlare di negazionismo a proposito di chi avrebbe osato non votare a favore.
Coloro che – nella maggioranza che comprende chi troppo a lungo ha tollerato le ingiurie all’eroica Brigata Ebraica il 25 aprile e chi pochi mesi fa prendeva per buoni i Protocolli dei Savi di Sion – tentano di far passare la nostra posizione come non sufficientemente severa sull’antisemitismo, mente spudoratamente. Li metteremo alla prova quando si tratterà di vedere le posizioni su Israele, bersaglio principale oggi dell’antisemitismo e rifugio per tanti ebrei che lasciano un’Europa sempre più ostile, sul boicottaggio dei suoi prodotti, sull’Iran che promette ogni settimana di distruggerlo, sulle votazioni alle Nazioni Unite. Solleciterò subito la risposta alla mia interrogazione del luglio scorso sui fondi della cooperazione internazionale che finiscono ad associazioni contigue al terrorismo palestinese o promuovono campagne di odio contro gli Ebrei in Israele.
Ultimo dettaglio: è falso che solo i senatori della maggioranza abbiano applaudito e si siano alzati in piedi. L’abbiamo fatto anche noi, quando tutti ci si è volti verso la collega Segre. Era normale che iniziasse chi aveva votato la mozione. Dovevamo forse applaudire la bocciatura della nostra mozione che chiedeva anch’essa la commissione?
Lucio Malan, Senatore di Forza italia, 1 novembre 2019 (qui)

Avete presente 1984? Il più ambizioso programma del partito, ormai quasi giunto in porto, è il rifacimento del vocabolario per eliminare ogni parola e ogni espressione mediante la quale si possa esprimere dissenso, in modo da togliere materialmente la possibilità di dissentire perché non ci saranno più le parole con cui farlo. Ecco, questa è la strada imboccata. Qui, diversamente che in Oceania, le parole non saranno cancellate, ma essendo vietate per legge, cadranno in disuso e alla fine nessuno le ricorderà più, così come oggi difficilmente qualcuno avrà l’idea di dire sagittabondo o sgarzigliona – che infatti word mi segnala come errate perché non le conosce. Praticamente l’obiettivo dei nostri amatissimi governanti (“amo il Grande Fratello”, dirà alla fine Winston Smith, dopo le inenarrabili torture culminate con la stanza 101) è di arrivare ad avere una satira così
polcorr
e testi critici così
word
continua

barbara