SEA-WATCH E DINTORNI ANCORA

Un po’ di cose raccattate in giro per la rete, con alcune riflessioni che condivido e che ritengo utili (è un po’ tanta roba, ma portate pazienza che domani vi faccio riposare, così se volete potete leggere anche a rate).

In arrivo a Lampedusa una carovana di parlamentari del Pd a difesa della SeaWatch.
Siamo su Scherzi a Parte…
Per certi politici l’Italia non ha leggi, non ha confini, non ha regole, non ha dignità.
Per loro vengono prima i clandestini?

Vengono prima i soldi che ricavano dai clandestini.

Questa storia è scandalosa. I naufraghi proprio non interessavano a nessuno. Questa deficiente li ha portati a spasso per due settimane solo per entrare in Italia (aveva tutte le possibilità del mondo, ma non le interessavano). E i politici di sinistra stanno dimostrando che le leggi le debbono rispettare solo i loro nemici…
Ah, a proposito:ho le palle piene di sentir chiamare “flussi migratori” queste buffonate. Il flusso migratorio che viola coscientemente le leggi (piacciano o meno) è un atto delinquenziale come tutti gli abusi. E siccome di delinquenti ne abbiamo a sufficienza, questa capitana andrebbe punita senza sconti. (qui)

Da Ornella, che di Africa ne ha vista un bel po’.

“Questa presunzione tutta razzista, provinciale e presuntuosa per la quale si possa vivere una vita dignitosa soltanto in Europa, e in Africa no, mi ha veramente stancata. Sotto la retorica dell’accoglienza spesso e volentieri si legge un disprezzo per l’Africa, generalizzato e superficiale, che fa venire i brividi. L’Africa ha più di 50 paesi, diversissimi, con ricchezze e bellezze uniche, culture meravigliose e nuove opportunità. C’è la povertà, ma non c’è solo quella. Prima di tutto, un po’ di rispetto, questo continente lo merita.” (qui)

CAPITANA vs CAPITANO (qualcuno mi ricorda perché il semipremier lombardo ha questo soprannome??). Tra una vertigine e l’altra ho cercato di buttare giù qualche riga, alle quali premetterei che sarebbe ora in questo disgraziato Paese di rispettarci un po’ di più l’un con l’altro, comprendendo tanto le motivazioni di chi propende all’accoglienza tanto quelle di chi invece ha le sue ragioni per negarla. Direi che un po’ di visione a lungo termine e l’attuazione di un sano “principio di precauzione” sarebbe utile a tutti.
Ciò premesso, direi che la Capitana (della nave) ha avuto in vita sua tante possibilità, indubbiamente è preparata, è plurilaureata e ha un curriculum come un papiro, ma questo non le dà alcun diritto di sentirsi al di sopra della legge, né di infrangere le leggi degli Stati altrui, men che meno interpretare a suo insindacabile giudizio il Diritto marittimo. Aggiungerei che costei non ha studiato – se lo avesse, qualche sacrosanto dubbio dovrebbe averlo – un po’ di antropologia e di “antropologia delle migrazioni”: chi le dice che lei possa spostare persone, con relativi usi e costumi, dove più le aggrada, e che i riceventi debbano sottostare alla SUA visione del mondo senza esprimere alcuna forma di resistenza? Lei e i suoi fan non si rendono conto che se anche nel Sud d’Italia si è arrivati a votare un Salvini, probabilmente gli elettori (che saranno beceri, ma ne hanno il diritto; di sicuro non sono stupidi) hanno avuto le loro ragioni. IO personalmente non li approvo, ma questo non mi rende cieco di fronte alle loro motivazioni. Qualcun altro, dall’alto delle sue lauree e dei suoi curriculum, è invece cieco, ma solo in determinate direzioni guarda caso.
E non ho toccato il più grave argomento: quanto questa emigrazione dall’Africa PEGGIORA le condizioni degli Stati e delle popolazioni locali?? Perché ricordiamoci: l’Africa è un continente in grandissima parte in pace; dove la crisi alimentare è stata abbondantemente superata (e chi veramente muore di fame non emigra); ed è in forte sviluppo economico… Certo non è l’Europa, ma chi si sta muovendo in questa emigrazione economica sta togliendo al suo continente, al suo Paese, alla sua gente la speranza di un miglioramento futuro.
Ora, se è vero che, a detta di qualcuno, è impossibile fermare le migrazioni e la storia lo dimostrerebbe (a dire la verità, la storia dimostra che non è affatto detto: tante migrazioni sono state bloccate o abbondantemente diluite), è anche vero che quasi mai le migrazioni sono state accettate supinamente, anzi più erano incontrollate più hanno scatenato conflitti anche sanguinosi.
Gianni Pellegrini, qui.


Franco Londei

Come sapete non sono un salvinista, non condivido nulla delle idee di questo personaggio, NULLA, ma mentiremmo a noi stessi se non ammettessimo che in questa vicenda della Sea-Watch c’è una sfida palese alle leggi di questo paese, che possono essere giuste o sbagliate, ma che fino a che ci sono vanno rispettate. Che poi Salvini ne approfitti per fare propaganda è un altro paio di maniche, ma la sinistra pretenda pure il rispetto dei Diritti dei migranti a bordo, pretenda qualsiasi cosa e qualsiasi intervento di salvaguardia di quei poveracci in mare da settimane, ma non faccia l’errore di pretendere una sorta di salvaguardia per gli operatori della ONG. Io quando stavo bene ho collaborato con diverse ONG e la prima cosa che si impara in questo mestiere e che, d’accordo o meno, si rispettano le leggi del paese dove si opera. Non esiste nel Diritto Internazionale ed umanitario una regola che ti permetta di bypassarle. (qui)

Fulvio Del Deo

Parole come “umanità” e “accoglienza” non hanno nulla a che vedere con lo sporco traffico umano che questi nuovi negrieri stanno compiendo. Questo gioco criminale sta estirpando giovani dalla loro terra e li sta portando qui a vivere un’esperienza di vuoto ed emarginazione, di giornate caratterizzate dal nulla assoluto, di attese interminabili che renderanno piacevole perfino “essere liberi” di essere assunti per chiedere l’elemosina agli angoli delle strade e fuori ai supermercati, mettendo a posto i carrelli in cambio di qualche spicciolo.
Nella foto vedo solo uomini, giovani e forti (qui; cliccare sulla foto per ingrandire)
seawatch

Fulvio Del Deo

Nella generazione dei suoi nonni, anche loro bianchi e ricchi come lei, si sono dedicati allo spostamento di persone, via dalle loro case per eliminarle dal paese.
Adesso lei, insieme alla generazione dei suoi coetanei, continua a spostare persone, e le allontana dalle loro case per scaricarle in un paese da danneggiare. (qui)

Il fine dei pirati è demolire gli stati

Gian Micalessin

Adesso Sea Watch ha calato la maschera e issato la sua vera bandiera. Quella della pirateria umanitaria.
Una pirateria che, al pari delle navi corsare al servizio degli stati nazionali del XVII secolo non agisce per fini propri, ma per soddisfare gli interessi di nuove entità sovranazionali poco disposte a metterci la faccia. A garantire la «lettera di corsa» alle navi con teschio e tibie e il soldo ai loro capitani di ventura pensavano, un tempo, Paesi come Inghilterra, Francia e Spagna interessati a bloccare i commerci del nemico senza esibire e le proprie cannoniere. Oggi la pirateria umanitaria interpretata con un tocco di romantico femminismo dalla 31enne Carola Rackete, capitana di Sea Watch, svolge esattamente la stessa funzione. La capitana Rackete che si dice in dovere di forzare il blocco «per salvare 42 naufraghi allo stremo» sa bene di mentire. E sa altrettanto bene che il suo aiuto ai quei 42 «naufraghi» sarebbe stato molto più sollecito se li avesse sbarcati in Tunisia o in qualsiasi altro porto del Mediterraneo raggiungibile durante i 15 giorni trascorsi a comiziare e far politica davanti a Lampedusa. Ma la «lettera di corsa» garantitale formalmente dall’opaca organizzazione umanitaria di cui è al soldo le richiede altro. Le richiede di approdare solo ed esclusivamente in Italia perché solo da quel ventre molle, dove l’anomalia di un esecutivo giallo-verde ostacola la compattezza dell’Unione, può iniziare lo sfondamento dei cancelli della «fortezza Europa». La missione assegnata alla capitana Carola come a tanti altri capitani mercenari è insomma quello di penetrare in Italia per scavare una breccia nelle mura dell’Europa. Ma per conto di chi? La risposta è semplice. Per ottenerla basta seguire il denaro fatto affluire nelle casse di organizzazioni umanitarie come Sea Watch. Nel XVII e XVIII secolo i corsari servivano agli stati nazionali per garantirsi il controllo dei traffici. Oggi i «pirati umanitari» servono a fare carne di porco delle frontiere e delle ingombranti legislazioni nazionali per far spazio ad entità multi o sovra-nazionali. Entità come i giganti del web o le grandi aziende globalizzate che considerano gli stati, i loro confini, i loro sistema fiscali e le loro leggi sul lavoro alla stregua di limitazioni obsolete da abbattere quanto prima. Spazzare via il concetto d’inviolabilità delle frontiere legittimando l’arrivo di manodopera a basso costo da trasformare in futuri consumatori dei servizi delle aziende globali è la via più breve per accelerare la fine dei vecchi stati nazionali. Per questo la vera missione della capitana Carola non è quella di salvare o proteggere il carico umano di cui s’è impossessata andando incontro ai trafficanti e violando la zona di soccorso assegnata alla Libia. La vera missione di questa capitana di sfondamento è riversare quel carico umano nella breccia del vallo italiano per dividere il nostro Paese e spaccare l’Europa. Dribblando i divieti di Salvini e scaricando sulle coste italiane quei 42 migranti utilizzati alla stregua di ostaggi la Capitana avrà esaurito il suo compito. Potrà dimostrare a chi la paga di aver contribuito a inasprire i rapporti tra l’Italia e un’Olanda che offre ai pirati di Sea Watch la sua copertura di bandiera. Potrà consolare le anime belle di una Germania che mentre lascia agire impunemente la concittadina Carola Rackete scarica in Italia migranti narcotizzati e si vanta di aver deportato in un Paese in guerra come l’Afghanistan più di 530 migranti irregolari. (qui)

I PALADINI DELLA GIUSTIZIA

di Niram Ferretti

Tra i demagoghi di provincia, Leoluca Orlando è in pole position da anni. Re della retorica più melensa, delle banalità più insulse, patetico menestrello di un multiculturalismo da operetta, ora si fa promotore della cittadinanza onoraria all’equipaggio della Sea Watch.
«Per rendere omaggio a cittadini e cittadine che negli ultimi mesi sono protagonisti di una operazione di umanità e professionalità; un atto di amore e coraggio che giorno dopo giorno ha salvato e salva vite umane, ridato speranze e costruito un ponte di solidarietà nel mare Mediterraneo, anche contro logiche, politiche e leggi che poco hanno di umano e civile».
La logica del cuore, la nobiltà d’animo contro la durezza di leggi disumane come quelle volte a impedire l’immigrazione indiscriminata. Perché la vera nobiltà d’animo consiste nell’accoglienza sempre e comunque, anche di chi domani non vorrà integrarsi e costruirà società parallele come in Francia, Regno Unito, Belgio, Olanda, Svezia o, non trovando qui il Bengodi finirà sfruttato dalla criminalità organizzata come le donne nigeriane, oppure ne prenderà parte con solerzia.
Ma oggi la nuova figura iconica della sinistra a corto di proletari e rivoluzionari è quella del migrante. E’ il migrante infatti che riassume l’umiliato e offeso, il diseredato, l’uomo e la donna da riscattare e da redimere. E a sinistra sono tutti potenziali redentori, laici, si intende.
Leoluca Orlando appartiene alla luminosa genia dei Saviano, dei Lerner, dei Gino Strada, degli Ovadia. Loro stanno con l’Umanità oppressa, con quelle che identificano come vittime. Tutto il resto è secondario una volta che sono state individuate perché a quel punto si sa esattamente chi sono le canaglie e gli oppressori. E il gioco è fatto. (qui)

Ed ecco qui, in tutta la sua bellezza, il nostro bel satrapetto.
alibabaorlando
Poi c’è anche il Dalai Lama, che ha qualcosa da dire in merito

mentre su quelle famose “convenzioni internazionali” di cui i fans della novella Antigone che sfida le leggi in nome della giustizia morale (“se aveste un pizzico di cultura, sapreste che un tale di nome KANT scriveva:”Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me.”…. Ma immagino non sappiate nemmeno chi sia costui…. Figuriamoci se per voi possa esistere la LEGGE MORALE!!!” No, questo non vi dico dove si trova: non ho nessuna intenzione di fare pubblicità gratuita a qualcuno a cui non la farei neanche a pagamento), può essere utile dare un’occhiata qui. Quanto ai sinistri, a me fanno venire in mente questa:

PS: per un momento, girando oggi in rete (in realtà il calendario dice che sarebbe ieri, ma fino a quando non vado a letto rimane sempre oggi) mi era venuto il sospetto che il Ghisberto fosse passato di qui e mi avesse rubato un’idea; poi, prima di accusarlo di plagio, ho voluto verificare e ho constatato che in effetti no, semplicemente la stessa idea era venuta anche a lui, già qualche mese fa:
smartphone
barbara

PRIMA IL SABATO, POI LA DOMENICA

Così si trovò scritto sui muri della basilica della Natività a Betlemme quando, il 10 maggio 2002, fu finalmente possibile liberarla dai terroristi palestinesi che vi avevano fatto irruzione – evento regolarmente citato come “l’assedio della Natività” trasferendo il crimine, come d’abitudine, dai terroristi palestinesi all’esercito israeliano. Prima il sabato poi la domenica, ossia prima provvediamo a far fuori gli ebrei, poi toccherà ai cristiani. E infatti dopo avere svuotato l’intero nord Africa e Medio Oriente degli ebrei che vi risiedevano da millenni, sono passati a svuotarli dei cristiani che vi risiedevano da molti secoli prima che le loro terre venissero invase, conquistate e devastate dalle orde islamiche. Quei pochi, eroici, che resistono, stanno camminando su un filo a venti metri da terra, e la rete non c’è. E il mondo? Tace. Ha taciuto mentre milioni di ebrei venivano portati via dalle nostre città e dalle nostre vie, ha continuato a tacere per tutti questi decenni di carneficina israeliana da parte dei palestinesi (“mai più”, eh?) seguita a tacere mentre, massacro dopo massacro, la presenza cristiana sta scomparendo. E non importa quanto sia grave, sanguinaria, efferata la strage di turno, la consegna è sempre la stessa: ignorare, tacere (anche in Alto Loco: sopire, troncare, padre molto reverendo, troncare, sopire”). Propongo, come ulteriore riflessione, questo ottimo articolo.

Massacro di cristiani in Egitto: dopo quelli del sabato, quelli della domenica

Nazismo ed estremismo islamico vanno da sempre a braccetto, sin dai tempi di Hitler e del gran Mufti di Gerusalemme. Ma la “quasi indifferenza” mostrata in questi giorni dopo due terribili massacri dimostra che il mondo non ha ancora capito la pericolosità di questa strana alleanza

Franco Londei

novembre 3, 2018

Un pazzo nazista e suprematista bianco entra in una sinagoga di Pittsburgh e uccide 11 persone, ebrei, quelli del sabato. Meno di una settimana dopo tocca a un pulman che trasportava pellegrini cristiani copti il quale viene assaltato da un commando di estremisti islamici in Egitto. Sette morti, cristiani, quelli della domenica.
Apparentemente i due episodi sono scollegati. Da un lato c’è un nazista bianco che spara e uccide al grido di “morte agli ebrei”, dall’altro ci sono terroristi islamici, presumibilmente legati all’ISIS che al grido di “Allah è grande” sparano su dei poveri pellegrini cristiani.
In realtà i due episodi sono meno scollegati di quanto si pensi, se non altro a livello ideologico. Nazismo ed estremismo islamico sono sempre andati a braccetto, sin dai tempi dell’amicizia tra Adolf Hitler e il gran Mufti di Gerusalemme Amin al-Husseini.
Se l’obiettivo comune primario di nazismo ed estremismo islamico è sicuramente l’ebraismo, anche il cristianesimo non è poi tanto da meno. Lo stesso Hitler, che rimane il faro nei moderni nazisti, rifiutava i principi del cristianesimo e secondo i Diari di Joseph Goebbels era estremamente cristianofobo, un fatto questo confermato anche nelle Memorie del Terzo Reich scritte da Albert Speer e nelle trascrizioni delle conversazioni private di Hitler registrate da Martin Bormann in conversazioni a tavola di Hitler.
Nazismo ed estremismo islamico sono quindi storicamente complementari. Quello che è strano è la “normalità” con la quale questo assunto viene trattato dalla stampa e dai media occidentali, come se massacrare ebrei in una sinagoga o uccidere pellegrini cristiani sia un fatto non dico normale ma accettabile, come se fosse nell’ordine delle cose.
La cosa è diventata così normale che persino il Papa, a poche ore dal massacro di Pittsburgh non ha sentito il dovere di parlarne o quantomeno di citarlo, mentre ormai uccidere o perseguitare i cristiani copti in Egitto è diventato quasi la norma. Per non parlare poi della stampa. Poche righe su Pittsburgh, qualche trafiletto sul massacro di cristiani di ieri (non so se ne parleranno più nel dettaglio stamattina, ma ho poca fede. Spero di essere smentito). E’ come se tutto questo fosse una cosa normale.
Mi chiedo allora cosa sarebbe successo a parti invertite, se cioè un ebreo avesse sparato su un raduno di nazisti o se un cristiano avesse sparato su dei musulmani uccidendone alcuni. Beh, vi posso garantire che sarebbe successo il finimondo. Titoloni sui giornali, servizi televisivi e breaking news a non finire. Se ne parlerebbe per settimane e non per poche ore com’è successo la scorsa settimana per il massacro di Pittsburgh e come succederà per il massacro di cristiani copti avvenuto ieri in Egitto. Perché? Perché ammazzare ebrei e cristiani è normale, ma provate a toccare un musulmano per ragioni religiose. Basta guardare a cosa sta succedendo in Pakistan con Asia Bibi, che poi non aveva ammazzato nessuno ma secondo l’accusa aveva offeso Maometto e per questo doveva morire.
C’è qualcosa che non funziona in questo mondo se si considera “quasi normale” il massacro di ebrei da parte di un nazista e il massacro di cristiani da parte di estremisti islamici. C’è qualcosa di distorto in questa società se sfugge il nesso tra nazismo ed estremismo islamico.
Prima quelli del sabato e poi quelli della domenica, è così che alcuni nazi-islamici vedono il futuro. E non fanno nemmeno niente per nasconderlo, tanto nessuno avrà il coraggio di contrastarli o quantomeno di denunciarli. Chi ci ha provato non ha fatto una gran bella fine. (qui)

Credo che dovremmo avere il coraggio di guardare in faccia la realtà e prendere atto che, se lasciamo andare avanti le cose ancora per poco – ma veramente poco, e in alcune parti, per esempio in Francia, forse il tempo è già scaduto – abbiamo di fronte due sole possibilità: guerra civile o totale sottomissione. A noi la scelta.

barbara