E ANCORA UN ALTRO PAIO

Poi passo ad altro. Se non mi fanno ulteriormente incazzare.

Alessandro Rico

Uno degli aspetti più allarmanti della trasformazione delle nostre società (in atto da almeno due decenni, ma ora sensibilmente accelerata) è il repertorio di argomenti che giustificano il ricorso al “pilota automatico”. Fate caso ai discorsi di Draghi, o di un qualsiasi tecnocrate o capo di governo: ogni provvedimento viene presentato come “necessario”. La politica (anche per colpa di un’oggettiva squalificazione dei suoi esponenti) si ritira, soppiantata dalla policy. Come già dinanzi alle crisi dell’euro, così, di fronte alle “transizioni” (agghiacciante linguaggio dirigista, che anziché spaventarci ci entusiasma), non c’è “possibilità” di “scelta”, ma solo la “necessità” di “agire” e “fare presto”. La naturale conseguenza è che il dissenso (lo si vede bene nella retorica dell’olismo sanitario) non è più un’opzione legittima, ancorché minoritaria, bensì, più semplicemente, un errore scientifico. E l’errore può solo essere corretto.

Già: è stato stabilito che fare sub a trecento metri dalla costa farà morire di covid almeno otto miliardi di persone, è stato stabilito che la nostra casa brucia e abbiamo (avevamo, due anni e mezzo fa) dodici anni di tempo prima che sia troppo tardi (troppo tardi per cosa, esattamente? Qualcuno lo ha per caso spiegato?), e quindi giù multe se ti immergi e giù tasse e bollette se… No, qui niente se: te le becchi e basta perché vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e guai a te se ti azzardi a dimandare.
E leggiamo ora questo meraviglioso articolo di Marcello Veneziani.

Ma il futuro non riguarda solo il clima

Faceva una certa impressione l’altro giorno vedere il Ministro per la Transizione Ecologica Stefano Cingolani quasi inginocchiato davanti alla madonnina del Pianeta, Greta Thunberg che lo guardava col suo sguardo torvo, punitivo,

e in segno di ostilità aveva pure i piedi ritorti all’interno, sulla difensiva. Era già successo ad altri grandi della terra. Un ministro esperto di tecnologia stava lì supplicante e prostrato ai suoi piedi per farsi assolvere dai peccati ecologici dalla Madrina della Terra, che rappresenta lo Spirito del Mondo e il Tribunale Planetario del Futuro.
Già, il Futuro. Da tempo ormai si parla di futuro solo per riferirsi al pianeta in pericolo, la terra intesa come ambiente. L’attesa del futuro, dacché esiste un barlume di coscienza nell’umanità, è sempre stata collegata alla speranza di un mutamento storico, sociale, politico, economico; un progresso o un miglioramento delle condizioni di vita personali o collettive; o un cambiamento spirituale, che in linguaggio religioso si chiama metanoia, palingenesi, prospettiva escatologica, speranza di salvezza. Ora, invece, l’unico modo consentito di pensare al futuro è nella difesa dell’ambiente, del pianeta, del clima, dell’aria e dell’acqua; non si mettono in discussione gli assetti sociali, culturali, economici e politici. Ma le emissioni nocive. Anche Bergoglio avalla questo riduzionismo climatico del futuro.
Non c’è dunque un’aspettativa di cambiamento positivo ma solo un timore, l’angoscia del cambiamento, la minaccia globale, il pericolo mortale. L’idea di futuro è associata al degrado, perciò l’unico progetto sul futuro è salvare il clima dall’incoscienza del presente. Siamo così passati da un’idea innovativa ed evolutiva del futuro, nel segno del progresso o della rivoluzione, a un’idea reazionaria ed involutiva del futuro, nel segno della conservazione.
Il futuro è inteso come minaccia di perdere una condizione di vita. Questa svolta coincide anche con la mutata composizione sociale del mondo progressista: la classe di riferimento non è più quella dei ceti proletari, dei poveri che sognavano di cambiare l’oggi per avere un futuro migliore, ma è quella dei nuovi borghesi che temono di perdere lo status presente e vogliono fermare il mondo, tutelarlo dal futuro. Vogliono salvaguardarsi dalla minaccia del futuro. Provate a chiedere in giro che aspettativa c’è del futuro, a parte quella personale e privata: non c’è traccia di alternativa, si è insecchito pure il petulante leit motiv di sognare un mondo migliore. C’è solo da evitare il peggio; di conseguenza l’arma migliore per il futuro è il freno d’emergenza, o al più, per dirla con Latouche la “decrescita felice”, o meno infelice possibile.
La rinuncia al futuro diventa anche abdicazione in favore dei migranti: gli unici titolari viventi del diritto a un futuro migliore vengono riconosciuti in coloro che lasciano le proprie terre, le loro famiglie, il loro mondo nell’aspettativa di un futuro migliore. Il nostro futuro è il loro, o meglio loro sono il nostro futuro, noi siamo solo residui del passato che si attardano sulla difensiva prima di essere sostituiti da loro o spazzati via dal collasso planetario, per ragioni d’inquinamento e aridità, denatalità o sovraffollamento. Siamo disabilitati al futuro e nostro compito è consentire il passaggio di proprietà del pianeta in loro favore.
Per portare a compimento il messaggio stanno costruendo e lanciando in orbita terrestre, accanto al drone Greta, un drone di colore, che possa integrare il tema ecologico col tema del razzismo: abbiamo visto al suo fianco una ragazza ugandese, Vanessa Nakate, nuova testimonial della lotta per l’ambiente e insieme della lotta antirazzista. La fabbrica degli idoli partorisce un nuovo prodotto per una campagna in apparenza spontanea, in realtà tutta prefabbricata, programmata a tavolino e gonfiata dai media.
La denuncia ambientale scatena intanto una gara internazionale d’ipocrisia: non c’è multinazionale, catena d’ipermercati, impresa alimentare, securitaria o assicurativa, che non faccia pubblicità vantando il suo prodotto non per le sue qualità ma perché ecosostenibile, perché rispetta i protocolli della retorica ambientalista, partecipa alle campagne contro la plastica, alla raccolta volontaria dei rifiuti, al riciclo e al catechismo idrogeologico e atmosferico delle giovani marmotte. È solo fuffa, o al più gesto simbolico, per raggirare gli utenti e invogliarli ai consumi con la falsa coscienza di servire la causa nobile del Pianeta da Salvare. Il futuro sostenibile è venduto in confezione unica dagli emissari del potere ideologico, merceologico e commerciale. Tra un futuro come minaccia globale per spaventare i cittadini e un ambientalismo ecofurbo per carpire la buona fede degli stessi, è venuta meno l’attesa più autentica dell’avvenire. Che non riguarda solo il clima ma l’umanità, i sistemi politici, economici e sociali, la condizione spirituale e morale, la giustizia.
Chi ci deruba del futuro? L’Ingranaggio ci impedisce di pensare al futuro come diverso dal presente. Si oppone al futuro chi domina il presente: chiamatelo establishment, mainstream, sistema, assetto vigente. Ci è vietato di pensare al futuro se non come la perpetuazione dell’oggi; è impossibile e perfino impensabile fuoruscire dal suo modello, dalla sua ideologia e dai suoi canoni. La diagnosi è radicale ma il proposito di ribaltare il dominio ci pare velleitario. Intanto, però, rendiamoci conto in che mondo ci troviamo, chi sono i padroni del tempo che ci rubano il futuro e ci dicono che è solo una questione meteo. Una volta si cantava: il domani appartiene a noi… E invece, come diceva Paul Valéry: “Non c’è più il futuro di una volta”. Il postuomo non dovrà pensare ma solo funzionare.

MV, La Verità (1 ottobre 2021, qui)

Per dirla nel modo più semplice, che anche un cervello da gallina lo possa capire:

GRETA, YOU STOLE MY FUTURE! HOW DARE YOU?!

E, giuro, questa frase l’avevo pensata prima di leggere l’articolo di Veneziani. Fermo restando che Greta vale come metonimia, dato che

Non a caso tutte le scempiaggini prive di senso che continua a blaterare sono perfettamente in linea con la politica di chi dalla rivoluzione verde conta di intascare miliardi di miliardi di dollari, evitando accuratamente di disturbare chi, se andasse lì a proporre il nuovo Discorso della Montagna, la butterebbe fuori a calci in culo e si vendicherebbe con chi l’ha mandata

In una cosa comunque dobbiamo dire che Greta ha indovinato, come acutamente segnala questo post di due mesi fa

Certo è che questo immondo baraccone fa venire in mente il grido degli imbonitori dei circhi di una volta: “Venghino signori, venghino, che più gente entra e più bestie si vedono”.

barbara

PROSEGUO CON LA CARRELLATA DI DELIRI

HORRESCO REFERENS.

Cito da “EX” , rivista degli emofilici e talassemici di Ravenna.
Numero del 4 maggio 2020.
Presso il centro emofilia e trombosi” A. Bianchi-Bonomi” di Milano svolge la sua attività la Dottoressa XXX, fisioterapista, OSTEOPATA e POSTUROLOGA.
La Dottoressa XXX si occupa della riabilitazione di tutti i pazienti emofilici con un trattamento riabilitativo\OSTEOPATICO adeguato.
Res ipsa loquitur. (Commento lasciato qui)

Trattamento osteopatico per l’emofilia. Poi si lamentano se qualche medico li tratta da ignoranti. Di osteopatia avevo già parlato qui. E a proposito di ciarlatanerie può essere utile questa cosa qui
fuffa
Tornando ai nostri temi consueti:
islam schiavista
Come mai nessuno dice che i più grandi schiavisti di neri sono stati i Musulmani?

Si crede che la schiavitù nei confronti delle popolazioni di colore sia stata soprattutto opera degli Occidentali. Non si parla degli Islamici, eppure questi dal VII secolo (quando è nato l’Islam) fino al XX secolo sono stati autori della schiavitù di circa 20 milioni di neri. Un motivo? Il Corano legittima la schiavitù!
A riguardo abbiamo selezionato un interessante articolo (“L’Islam e la tratta degli schiavi neri”) di Marco Di Matteo, pubblicato su “Il Timone”
Tra le tante menzogne storiografiche c’è la convinzione che la tratta degli schiavi rappresenti una pagina nera della storia umana da addebitare solo all’Occidente cristiano, mentre le comunità musulmane sarebbero state immuni da discriminazioni e pregiudizi razziali. [Anzi, di discriminazioni e pregiudizi si spacciano per vittime, ndb]
In realtà, come riconosce lo storico francese Pétré-Grenouilleau, «ci sono tanti esempi, sparsi nel tempo e nello spazio, che ci indicano come la presenza di schiavi non fosse di minore importanza nel mondo musulmano». Anzi, ribadisce l’economista belga Paul Bairoch, «rispetto al commercio di schiavi neri organizzato dagli Europei, il commercio di schiavi del mondo musulmano è iniziato prima, è durato più a lungo e, cosa più importante, ha colpito un numero maggiore di schiavi». D’altra parte il Corano legittima la schiavitù dei non musulmani (cfr. box). (continua)

E non solo gli schiavi neri sfruttati dai musulmani sono stati molti di più di quelli sfruttati dai bianchi, non solo quelli sfruttati dai bianchi venivano venduti loro dai musulmani, frutto di razzie condotte in parte personalmente da loro, in parte dai capitribù neri che poi li vendevano loro, ma va aggiunto che gli schiavi bianchi, sempre catturati e sfruttati dai musulmani, arabi o turchi, sono stati decisamente più numerosi di quelli neri (qui)

E poi guardate un po’ questa foto incredibile: esistono profughi senza smartphone di ultima generazione, senza magliette firmate, senza berrettini all’ultima moda! E niente ammucchiate di trentenni palestrati bensì mucchi di vecchi, donne, bambini.
profughi cristiani
Il perché di questa bizzarra anomalia ce lo spiega

Lorenzo Capellini Mion

Alla fine della preghiera serale in una moschea nella zona est di Al-Jerif, sulla sponda orientale del fiume Nilo Blu, gli imam hanno chiesto agli abitanti di cacciare i cristiani provenienti dal Sudan del Sud dalla “zona musulmana”.
Una fonte che ha richiesto l’anonimato ha raccontato tutto al Morning Star News.
Gli attacchi ai cristiani della zona sono arrivati a partire dalla sera stessa.
Così in un attacco Omdurman a ovest di Khartum, gruppi di giovani musulmani gridando lo slogan jihadista Allahu Akbar hanno pugnalato a morte un cristiano per strada e ne hanno ferito altri quattro.
Uno dei feriti versa in condizioni gravissime mentre il martirizzato si chiamava Mariel Bang aveva 35 anni e lascia la moglie e quattro figli di età compresa tra 1 e 4 anni.
In seguito sono state attaccate e ferite altre 3 donne.
“Bruceremo questo posto”, ha detto uno degli assalitori.
Intanto a Khartoum venivano attaccati altri cristiani, uno dei quali è in condizioni critiche dopo aver riportato ferite alla testa.
I musulmani che considerano l’area territorio Islamico e non accettano i rifugiati sud sudanesi vogliono cacciarli con la forza.
E sono i leader delle moschee ad incitare la folla chiamando alla guerra santa contro i sud sudanesi indicandoli come infedeli, criminali e produttori di alcolici.
Il giorno successivo, il 20 giugno, un altro gruppo di giovani musulmani ha dato fuoco a 16 tende di un campo dove vivevano i rifugiati nell’area di Al-Jerif East costringendo decine di poveri cristi ad una nuova fuga.
Nell’attacco sono rimasti feriti 10 cattolici sudanesi tra cui donne, giovani e vecchi.
Una donna cattolica rimasta ferita, di nome Achoul Deng, ha affermato che gli uomini musulmani hanno molestano sessualmente tutte le donne cristiane della zona.
“Questo problema ci disturba e non è accettabile ma cosa possiamo fare, mio Dio?”
In seguito gli attaccanti si sono autoproclamati come i Comitati di resistenza di Al-Jerif East (Hai-Gerief Shriq) attraverso i social media hanno rivendicato gli attacchi e i roghi ai campi dei rifugiati sud sudanesi. Nella loro dichiarazione di Facebook, criticano la polizia per non aver arrestato i cristiani per il crimine di essere cristiani.
Niente inchini per questi neri figli di un Dio minore, il razzismo deve essere declinato a senso unico ma ce accorgeremo presto, quando tutti vedranno e sarà tardi per tutto.

“Sarà”? Io ho l’impressione che sia già tardi per tutto. Convinzione che si rafforza ulteriormente con quello che arriva adesso:

Fulvio Del Deo

Gli vomiterei in faccia, a queste facce di culo. Le stesse che non battono ciglio per i ragazzini impiccati dal regime iraniano, che se ne fottono altamente delle ragazze cristiane violentate e uccise dai musulmani in Nigeria, che non muovono un dito contro la mattanza di omosessuali in Cecenia e in tutto il mondo avvelenato da maometto, che trovano usanze pittoresche da rispettare gli scafandri imposti alle donne somale, infibulate come Aisha, la moglie di 6 anni del pedofilo fondatore dell’islam.

Ed eccoli qui, ammirateli in tutta la loro bellezza:
so sorry
Qualcuno recentemente ha ipotizzato che si arriverà alle processioni di flagellanti: tranquilli, ci stiamo avvicinando a grandi passi. E qualcuno, a proposito dell’islam e delle sue nefandezze, tirato proditoriamente in ballo in tutta la faccenda, giustamente prende posizione
arcangelo gabriele
Poi abbiamo un episodio di censura per pornografia, e in effetti, per quanto la censura ci dispiaccia, dobbiamo riconoscere che qui la pornografia è VERAMENTE pesante:
FB paleolitico
Che altro? Ah sì, Gesù. Come sapete, è stato proposto di eliminare tutte le immagini di Gesù, che l’iconografia raffigura razzisticamente bianco. Quindi se fosse raffigurato nero andrebbe bene? Ehm… ecco…
madonna nera
E sempre in tema di razzismo e discriminazione:
polizia sessista
E ora una domanda: voi che mi state leggendo siete per caso di razza bianca? (Sì lo so, le razze non esistono, ma quella bianca è comunque una razza inferiore) Ebbene, in tal caso sappiate che le vostre vite non valgono più della merda di cane che vi capita occasionalmente di pestare, sentenza legittimata e garantita dall’università di Cambridge:
whitness
E concludo con questo pezzo dedicato a tutti quelli che “non respirano” in nome di George Floyd.

“Io non respiro.”

Ermanno, Alessandro e Daniele non respirano più, sono stati massacrati da Kabobo (Ghana) a picconate.

Vincenzo e Mercedes non respirano più: uccisi da Kamara (Costa d’Avorio): Vincenzo morì sgozzato, Mercedes violentata e poi lanciata dal balcone.

Pamela non respira più, drogata, violentata e fatta a pezzi da Oseghale (Nigeria).

Desiree non respira più, violentata e uccisa da Chima, Gara, Salia e Minthe (Senegal e Nigeria).

Stefano non respira più, sgozzato alle spalle da Said (Marocco), era invidioso del suo sorriso.

Pierluigi e Matteo non respirano più, uccisi da Alejandro (Repubblica Domenicana).

Ulderico non respira più, ucciso a mani nude da Idimudia (Nigeria).

Potremmo andare avanti per giorni a ricordare i Nostri connazionali trucidati.
Senza contare stupri, rapine e spaccio, altrimenti ci vorrebbe un anno.
Loro non respirano più, per colpa di chi in questi anni ha favorito l’ingresso clandestino in Italia di numerosi criminali.
Molti di quelli che si sono inginocchiati portano sulle spalle queste atroci morti.
Ma la cosa che ci inorridisce di più è che non ne sentono il peso, fanno finta di nulla, per Loro questo continuo massacro è del “tutto normale”. Per Loro l’invasione indiscriminata deve continuare ad ogni costo.
Maledetti ipocriti. Corrotti nel DNA.
Leonardo Santi, qui.

Bene, ora, almeno per il momento, mi fermo davvero. La tortura è finita, andate in pace.

barbara

I MISTERI DEL CORPO UMANO

(perché ci sono cose che bisogna proprio raccontare, e questa è una di quelle)

Devo partire da una confessione: mi sono regalata un aiutino. Arrivata a sessanta e passa anni – ma proprio tanto passa, talmente tanto che fra una quarantina di giorni avrò già cominciato a essere più vicina ai settanta che ai sessanta – senza avere mai fatto sport, senza avere mai fatto ginnastica, con una vita scandalosamente sedentaria, col mostruoso ingrassamento che mi è arrivato addosso quando ho smesso di fumare nonostante avessi ridotto di almeno il 90% i miei ingurgitamenti quotidiani eccetera, ad un certo momento mi sono resa conto che ero decisamente molto più sfatta di quanto il mio senso estetico potesse sopportare, e ho deciso di provare a rimediare un po’, e mi sono fatta fare un po’ di massaggi dall’estetista. La maggior parte dei massaggi me li ha fatti S., anche se io preferisco di gran lunga quelli di G. (brava anche S., per carità, ma è più o meno come sentire il concerto per pianoforte di Ciaikovsky suonato da Barenboim

e da un bravo allievo al secondo anno di conservatorio). Bisogna sentirla quando vanta prodotti e trattamenti come se li avesse inventati e fabbricati lei: “C’è una nuova alga per massaggio, che è anche DETOSSINANTE”, che al genio che ha inventato la parola detossinante, secondo me, dovrebbero pagare i diritti d’autore per ogni volta che il furbo di turno aggiunge alle virtù dei propri prodotti o trattamenti il magico “detossinante”. La prima volta che me lo propone, però, non potrò evitare di tenerle una lezione di fuffologia su questa virtù inesistente – mica per convincerla, ci mancherebbe, ma semplicemente per evitare di farmi rifilare a caro prezzo un concentrato di fuffa. Il massimo però lo raggiunge quando spiega che quella data crema contiene una sostanza “con TRIPLO PESO MOLECOLARE, non so se mi spiego, TRI-PLO PE-SO MO-LE-CO-LA-RE!” Prima o poi, lo so, il mio lato perfido finirà per prendere il sopravvento e mi indurrà a interromperla per chiederle: “Che cos’è il peso molecolare?” e godermi la scena dell’asino che casca, anzi, si sfracella proprio. Quando sono andata ieri, dopo un’assenza di tre settimane, l’ho trovata con le tette raddoppiate; deve averle proprio appena fatte, perché continuava a toccarsele e a sistemare il reggiseno, avendo evidentemente a che fare con qualcosa a cui non è abituata. Che tra l’altro le stanno malissimo, perché non ha assolutamente un fisico tale da poter reggere armoniosamente una sesta. Ma questo non c’entra.
I massaggi, dicevo. Il trattamento è durato quattro mesi, durante i quali ho perso tre chili. Merito del trattamento, anzi, esclusivamente del trattamento, secondo S. Voi lo sapevate che i massaggi fanno perdere peso? No? Ebbene sapevatelo, come dice il saggio. Vabbè. L’ultimo l’ho fatto alla fine di agosto; da allora sono passati settembre (uno), ottobre (due), novembre (tre), dicembre (quattro), gennaio (cinque). In questi cinque mesi ho perso altri tre chili e mezzo. Senza massaggi di sorta. Certo, dice S.: perché il corpo sta ancora lavorando sul trattamento che ha ricevuto. Ah, ecco: tipo la memoria dell’acqua, insomma, il nostro corpo – vabbè, non voglio allargarmi troppo, diciamo il mio corpo – è la prova vivente che quella della memoria dell’acqua è una cosa vera.
Ah, dimenticavo: anche nei due mesi trascorsi fra il mio trasferimento qui e l’inizio del “trattamento” avevo perso due chili. Evidentemente il corpo aveva avuto sentore che stava per arrivare il trattamento, e aveva pensato bene di portarsi avanti col lavoro.

barbara

L’EFFETTO BARNUM DELLE CIARLATANERIE

In seguito alle recenti polemiche scatenate dal fatto che ho preso per il sedere una buffonata messa in atto in occasione del mio ultimo viaggio in Israele (polemiche che hanno procurato centinaia di nuove visite a un post che ormai non guardava più nessuno, perché chi doveva vederlo lo aveva già visto – e grazie dunque per la pubblicità gratuita che mi è stata regalata; se qualcuno avesse voglia di regalarmene un altro po’ scatenandomi qualche altra polemichetta, gliene sarò sinceramente grata), con grave risentimento di chi, nella sua veste di “counselor olistico esperto in tensio-planto riflessologia psicosomatica”, come recita il santino-biglietto da visita proditoriamente infilato in una tasca al momento dei saluti, si è sentito ferito nell’onore peggio di Mimì metallurgico, e con intervento – non so se spontaneo o su richiesta – dell’avvocato con grande esibizione di minacce di querela e tentativi di intimidirmi con la lista dei miei mostruosi crimini, spacciati poi come un favore a me (si sa che la gente dà buoni consigli…), in seguito a tutto questo, dicevo, ritengo utile riprendere questo illuminante pezzo del dottor Salvo Di Grazia, che allo smascheramento di bufale e fuffe e ciarlatanerie e truffe di ogni sorta in ambito terapeutico sta meritoriamente dedicando gran parte del suo tempo e delle sue energie.

Pochi giorni fa ho visitato un mercato del biologico. Chissà per quale misterioso motivo (che c’entra il biologico con la magia?), più che bancarelle o esposizioni di alimenti biologici era quasi esclusivamente un mercato di pratiche “olistiche“, alternative quando non vere e proprie truffe.
Mai vista una tale concentrazione di sciocchezze.
Io sono per la libertà di scelta, ognuno faccia ciò che vuole della sua salute e dei suoi soldi ma vedere tanta gente credere a vere e proprie cialtronerie mi ha scoraggiato parecchio e mi ha fatto riflettere.
C’è la bancarella di quello che vende i libri “alternativi” (di tutto e di più, dal Reiki alla riflessologia), delle palestre che pubblicizzavano i loro corsi di discipline orientali (e qui saremmo pure nella normalità), io passeggiavo e guardavo ma più mi mescolavo al pubblico, più scendevo in un tunnel che ha cominciato a mettermi angoscia. Il mio stupore è stato tanto presente da farmi chiedere se fossi io la “persona strana”, non ero a mio agio, non stavo bene.
C’era gente, adulti e bambini, sdraiata a terra mentre una persona agitava le mani sopra il loro corpo, come in una sorta di massaggio “esterno” che poi ho capito che era un “massaggio di energia” (energia? Quale energia?), buttati a terra, in pubblico, in mezzo alla strada, mentre qualcuno li “ripuliva dalle negatività”. Altri che scoprivano le (presunte) intolleranze alimentari con test ridicoli (tenere due alimenti, uno in ogni mano ed un macchinario faceva diagnosi!), chi proponeva “lavaggio dell’aura”, chi curava i dolori con le suole riflessoterapiche, persone che compravano delle calamite che avrebbero schermato le onde elettromagnetiche del cellulare (ovviamente mortali)… cartelli con i termini più assurdi e tipici della ciarlataneria: “biorisonanza”, “onde energetiche“, “luce informazionale”… un delirio e ad un certo punto, non scherzo, ho avuto la nausea. Vedere una persona adulta, apparentemente normale e sana, abbracciarsi con un “maestro di luce” (eh?) per riceverne gli influssi positivi mi ha sconvolto abbastanza. C’era chi vendeva aggeggi per curare le “geopatie” (presunte patologie dovute ad “interferenze” di vario tipo presenti sul nostro pianeta, vera pseudoscienza).
Vedere una ragazza elegante e normalissima sottoporsi ad una seduta di “lavaggio dell’aura” (una donna spostava, con le mani, l’energia negativa dal suo corpo, 20 euro) mi ha lasciato confuso e vedere tanta gente credere a certe cose mi ha fatto male. (continua)

PIESSE: a chi mi obietta che “ci sono centinaia di milioni di persone che”, l’unica risposta adeguata mi sembra questa:
milioni di mosche
PIPIESSE: da più parti mi è stato consigliato di lasciar perdere questa stupida polemica. E non è che non sia un consiglio ragionevole, ma vedere incazzarsi persone tanto piene di sé, tanto occupate a prendersi sul serio da trattare ogni parola riferita a loro come un crimine di lesa maestà, è uno di quei piaceri che rendono la vita degna di essere vissuta, e ai quali per niente al mondo sono disposta a rinunciare (senza contare, comunque, che io non cerco polemiche con nessuno, ma se qualcuno arriva qui in cerca di guerra, si faccia pure sotto, che qua ce n’è per tutti)

barbara