I RUSSI SONO CATTIVI, DOBBIAMO SMETTERE DI COMPRARE IL GAS DA LORO!

Grande idea: compriamolo dagli azeri!

I barbari che tagliano la testa alle madri cristiane quanto hanno pagato l’omertà dell’Europa?

I soldati azeri hanno violentato quest’armena madre di tre figli, decapitata, tolto gli occhi, tagliato le dita e infilate in bocca. Per sostituire lo zar ci siamo affidati al Tamerlano islamico

Si chiamava Anush Apetyan. I soldati azeri del regime di Aliyev hanno violentato questa soldatessa armena madre di tre figli, l’hanno decapitata, le hanno tolto gli occhi sostituendoli con pietre, le hanno tagliato le dita e gliele hanno infilate in bocca. E hanno filmato tutto. Anush è il simbolo di questo paese povero e martire, “il primo stato cristiano della storia”, questa Lepanto caucasica senza sbocco sul mare, nostalgico della vita del villaggio, delle sue tradizioni, dei suoi balli e canti durante i matrimoni e le feste, che ha la caratteristica (e la colpa?) di essere un’antica nazione cristiana in un ambiente musulmano. “Barbarie, odio e abominio, questo è ciò di cui è colpevole l’Azerbaijan e per questo non possiamo rimanere indifferenti o muti”, commenta Renaud Muselier, presidente della Costa azzurro francese, sul video di Anush.
La storia per gli armeni si ripete. Furono ingoiati durante la Prima guerra mondiale. Il console russo di Khoi raccontò con queste parole il passaggio del popolo condannato a morte: “I pozzi sono pieni di sangue. Legano le vittime e le fanno scendere nei pozzi sino a che il corpo sia immerso lasciando emergere solo la testa. Poi con un colpo di spada le decapitano. La testa infilata in un palo è esposta in piazza”. Prelevati dai villaggi e dalle città, spogliati di tutto, gli armeni si trascinarono strisciando, lasciandosi dietro solo scheletri.
Sono mesi, anni, che azeri e turchi fanno di nuovo a pezzi, letteralmente, gli armeni.
Bella Harutunyan, 72 anni, era rimasta indietro con suo marito Ernest. Ernest è stato ucciso dopo che le forze azere sono entrate nella sua città e il suo corpo mutilato è stato trovato diversi mesi dopo. “Lo hanno ucciso, gli hanno strappato la pelle dove aveva i tatuaggi… Chi pensava che questo genere di cose, decapitazioni e mutilazioni, sarebbero state possibili oggi?”, ha detto Bella. Slavik Galstyan, 68 anni, non voleva lasciare il villaggio. Suo figlio, Ashot, chiamato all’obitorio per identificarne il corpo, ha raccontato: “La sua testa era schiacciata, era come se tutte le ossa del suo corpo fossero state rotte”. Le Monde ha visionato una dozzina di video che mostrano scene di cadaveri con l’uniforme armena accoltellati. La BBC ha il video di altri due civili armeni uccisi a sangue freddo. Come Valera Khalapyan e sua moglie Razmela, assassinati nella loro casa dai soldati azeri, che poi hanno tagliato loro le orecchie. Uccisi come “cani” (così il dittatore azero Alyev chiama gli armeni). Come Alvard Tovmasyan, i parenti hanno identificato il suo corpo nel cortile di casa in un villaggio dell’Artsakh. Piedi, mani e orecchie di Tomasyan erano stati tagliati. In una pagina sono raccolti video atroci realizzati dai soldati azeri contro gli armeni, civili e militari: un giovane armeno decapitato e i soldati azeri che ridono mentre uno di loro usa un coltellaccio da cucina per tagliargli la gola; un anziano armeno che implora per la vita, mentre un soldato azero lo tiene e gli taglia la gola; soldati azeri che trascinano civili armeni fuori dalle case e poi li uccidono; soldati azeri che mutilano i soldati armeni, tagliando loro parti del corpo; soldati azeri che bruciano il corpo di un armeno. E così via, di orrore in orrore. Fino ai video degli anziani armeni decapitati dalle forze azere nel Karabakh. “È così che ci vendichiamo, tagliando le teste”, dice un soldato azero fuori campo. Genadi Petrosyan e Yuri Asryan, 69 e 82 anni, non volevano lasciare il loro villaggio.
L’Europa è presentata da Erdogan e dai suoi soci come un campo di guerra destinato a insediarvi il terrore dell’islamizzazione. L’Europa non si muove, non fa nulla, non dice nulla, è sottomessa. Il destino degli uiguri ha innescato nell’opinione pubblica europea grandi esplosioni di copertura mediatica. Nella società dello spettacolo, a ciascuno il suo Rohingya. Ma in quest’Europa dell’emozione automatica, dove la presidente della Commissione ha appena indossato i colori giallo-blu di un altro paese, non una candela, non un cuoricino con le dita, non un orsacchiotto, per l’Armenia in ginocchio, che non soddisfa i criteri per l’adesione alla pietà globale: gli armeni non sono multiculturali, non sono fluidi e non si lasciano portare come pecore al macello. “Un cristiano con i baffi che beve vino nelle montagne, all’ombra di un campanile fatto saltare in aria da un drone azero, non smuove il pubblico cyber-globale come un rifugiato saheliano”, ha scritto sugli armeni il romanziere francese Sylvain Tesson. Per questo non sentiamo parlare contro questa aggressione all’Armenia. Gli armeni sono, come i cristiani d’Oriente, i grandi dimenticati dalle grandi cause alla moda. Ma non possiamo capire nulla della storia dell’Europa, della sua architettura, della sua arte, dei suoi paesaggi e della sua democrazia se evitiamo di pensare che siamo stati cristiani. E per questo motivo, abbiamo trascurato quello che è successo in Armenia. Pensiamo che sia Oriente, ma no, è una torre di guardia dell’Occidente che era cristiano e che sta cadendo. Erdogan si considera il grande Khan delle steppe turche, la sua mappa va dal Bosforo a Ulan Bator, copre il Caucaso meridionale, il Mar Caspio, i deserti turkmeni, l’oasi uzbeka, le steppe kazako-kirghise. L’Armenia va cancellata perché impedisce il collegamento tra l’altopiano anatolico e le coste del Caspio e perché sono “i resti della spada”. Ma se domani i panturchi attaccheranno Cipro (ne occupano ancora metà) o le isole dell’Egeo o i serbi del Kosovo, in quale risacca di ipocrisia ci nasconderemo? E dove si fermerà Erdogan? A Vienna?
Il settimanale Le Point in edicola fa il punto della situazione: “Lo scoppio delle violenze nel Caucaso meridionale tra le forze armene e azere, che negli ultimi giorni ha ucciso più di 200 persone (tra cui almeno 135 soldati armeni), riflette la volontà di Baku di sfruttare una configurazione geopolitica sempre più favorevole. La guerra in Ucraina ha cambiato la situazione di tre attori chiave della regione: Russia, Unione Europea e Turchia, ogni volta a scapito degli interessi della Repubblica d’Armenia. Risultato: l’Armenia è sempre più debole e isolata. Gli europei, che fanno affidamento sul gas azero per compensare il calo delle forniture russe, hanno sempre meno mezzi di pressione su Baku. I loro acquisti di gas sono aumentati del 30 per cento nei primi otto mesi dell’anno fino a raggiungere i 7,3 miliardi di metri cubi. Gli europei hanno scambiato la loro dipendenza energetica da Mosca con una nuova su Baku. Questo non è senza conseguenze. La Turchia ha consolidato l’influenza nel Caucaso grazie alla guerra in Ucraina. In trentun anni di indipendenza, l’Armenia non è mai stata così in cattive condizioni come oggi”.
120.000 armeni sono oggi circondati nell’enclave del Nagorno Karabakh dall’esercito azero, che negli ultimi mesi ha attaccato i villaggi armeni. Se l’Azerbaijan, sostenuto dalla Turchia e dai jihadisti siriani, si impadronirà del Karabakh, ci saranno altre pulizie etniche e religiose in Armenia. E potrebbero portare, nel peggiore dei casi, allo sterminio definitivo degli armeni nel loro paese. L’Armenia così sprofonda nella certezza della propria maledizione. Per loro, il dolore è una seconda natura. Chi ha radici, spesso crolla più rapidamente di chi non ne ha e le civiltà sono più a rischio dei barbari, perché le profondità sono più vulnerabili delle superfici.
Su La Tribune Juive, il saggista Maxime Tandonnet denuncia la doppia morale: “Ursula von der Leyen si è recata a Baku, capitale dell’Azerbaigian, il 18 luglio per annunciare con grande clamore il raddoppio delle importazioni di gas. ‘Baku rivendica il sud dell’Armenia, ma anche parte del centro, persino la capitale Yerevan’, ricorda Tigrane Yegavian. Tale annessione significherebbe la completa estinzione dell’Armenia come paese indipendente. L’attacco dell’Azerbaigian all’Armenia ha causato diverse centinaia di morti, distruzione e sembra l’inizio di un’invasione. Niente è più sconcertante del silenzio generale dei leader occidentali e dei media, che ignorano questo evento e si astengono accuratamente dallo schierarsi e denunciare la responsabilità dell’invasore. L’attacco all’Ucraina da parte della Russia mobilita da mesi la cronaca in nome del diritto internazionale e dell’intangibile rispetto dei confini. Sull’Armenia, invece, grande silenzio, totale indifferenza, di fronte a un’invasione codarda, illegale e barbara. Questo doppio standard, così palese, così evidente, solleva interrogativi sulle motivazioni profonde del mondo occidentale”.
Ma se temiamo che la Russia di Putin non si fermerà al Donbass, questi barbari islamici non si fermeranno alla “piccola” Armenia. Odiano l’Europa, l’Occidente, la nostra civiltà, la nostra storia, le nostre libertà. Quello che sta accadendo in Armenia è da collegare a quello che sta succedendo in Europa da anni. E chi fa finta di non vedere che non ci siano differenze fra un paese cristiano e un paese musulmano, fra una democrazia che conta le teste e dei barbari che le tagliano, è destinato a perdere la propria.
Giulio Meotti

E mentre ci sveniamo per armare i nazisti, chiudiamo occhi e orecchie sulle vittime vere di un progetto di sterminio che sta andando avanti da oltre un secolo: non c’è che dire, siamo davvero nelle mani del governo dei migliori – e il discorso vale per TUTTI i governi europei e in particolar modo per questa orrida gallina starnazzante e sghignazzante sulla nostra pelle

E soprattutto dei più onesti, e dei più bravi a scegliere la parte dei buoni.
PS: Giulio Meotti, per rispetto, ha scelto di non postare il video; io ho scelto di non postare neppure le foto. Chi desiderasse comunque vederle può andare sul suo profilo FB.

barbara

MI CHIEDO 1

tassa covid
Leggo interventi indignati, orripilati, scandalizzati, furibondi, inorriditi: la tassa covid?! Esercenti ladri! Con la scusa del covid ci vogliono derubare, si vogliono arricchire a nostre spese! Adesso mi informo e se lo fa anche il mio non ci vado più! E io

Mi chiedo

Ma dove vivono questi? Ma sanno che cosa è successo? Lo sanno che questa gente è rimasta chiusa per due mesi e mezzo? Che per due mesi e mezzo non hanno guadagnato un centesimo? E che però hanno dovuto continuare a pagare l’affitto? Affitti che di norma sono nell’ordine delle migliaia di euro al mese. E adesso hanno dovuto comprare, pagando di tasca propria, gli apparecchi per sanificare. Ed ettolitri di igienizzante, e tutto l’armamentario per sé e per i dipendenti, e l’aggeggio che si appoggia sulla fronte per rilevare istantaneamente la temperatura, e soprascarpe di plastica monouso per i clienti, e, nel caso di estetiste e affini, re-igienizzare le cabine dopo ogni cliente, e, per tutti, poter accettare – vado a occhio – da un quarto a un decimo dei clienti consueti: ma come vi immaginate che possa arrivare questa gente a sbarcare il lunario? Loro sono alla fame e voi, magari col 27 che vi arriva regolarmente in banca, avete la faccia tosta di lamentarvi se vi si chiede un microscopico contributo per metterli in condizione di poter sopravvivere? E avete calcolato che se invece li mettiamo in condizione di dover chiudere e quelli non guadagnano più e di conseguenza non pagano più tasse, presto lo stato non avrà più liquidità per pagare i vostri stipendi, le vostre pensioni, e neanche per mantenere in funzione gli ospedali? E allora vedremo cosa ce ne facciamo delle misure anti-covid.

Vedo un video come questo

e io

Mi chiedo

Ma quelli che stabiliscono le regole,

uomini senza fallo [e intendetela pure come vi pare], semidei
che vivete in castelli inargentati
che di gloria toccaste gli apogei

si sono mai degnati di scendere nel mondo reale? Hanno mai camminato per le strade del comune volgo dove la merda di cane aumenta a vista d’occhio perché i vigili sono troppo occupati a scaraventare giù dalle panchine signore prive di mascherina e le forze dell’ordine hanno troppo da fare a perlustrare spiagge e mari e parchi con elicotteri e droni e auto e quad non sia mai che gli sfugga un untore che rema al largo? Si sono mai trovati a doversi guadagnare il pane? È mai capitato loro di doversi confrontare concretamente con l’applicazione rigida – pena multe devastanti – delle regole da loro imposte? No, vero?

Rileggo questo articolo di Giulio Meotti di due anni fa:

La Turchia minaccia Israele: “Guai se riconoscerete il genocidio armeno”. Io invece penso che, per far chinare la testa al sultano Erdogan e per rendere giustizia a un crimine superato soltanto dalla Shoah degli ebrei, sia giunto il momento per tutti i paesi civili europei e occidentali di riconoscere l’annientamento della più antica nazione cristiana al mondo. Non è un caso che sia stato proprio uno scrittore ebreo, Werfel, a descrivere l’odissea armena con un libro che commosse il mondo. Gli armeni affondati sui barconi a Trebisonda, gli armeni sgozzati a Ak-Hissar, le carovane armene depredate di tutto, assaltate dai lupi, decimate dalla fame, i nonni armeni che precipitavano nei burroni e morivano nelle notti ghiacciate, gli armeni giustiziati a Bitlis, a Sasun, a Erzurum, la pulizia etnica degli armeni in Cilicia, il massacro di madri e figli armeni nel cortile della scuola tedesca di Aleppo, gli armeni rifugiatisi nel Caucaso e buttati nei fiumi come stracci. Hitler, nel 1942, preparando l’Olocausto degli ebrei, disse: “Chi si ricorda più degli armeni?”. Date un bel dispiacere a quel presuntuoso di Erdogan, riconoscete il genocidio armeno! Fu un Isis ante litteram.
Giulio Meotti

E io

Mi chiedo

Fino a quando continueremo a leccare il sedere ai peggiori satrapi e dittatori nella vigliacca speranza di essere mangiati per ultimi? Qualcuno ancora non ha capito che la vigliaccheria della preda ha come unico risultato di stimolare l’appetito del predatore?

Continuo a leggere e sentire in ogni dove che Salvini è un buzzurro, un gaglioffo – ben altra cosa rispetto alla raffinata eleganza di Giuseppi, alla sua pacatezza, alla sua espressione intelligente
Conte 1
l’irresistibile fascino,
Conte 2
il sorriso aperto e schietto
Conte 3
– un uomo rozzo e incolto, capace solo di esaltare demagogicamente le piazze – ignoranti: c’è bisogno di dirlo? – senza una sola idea o proposta concreta. Poi vedo questo video,

oltre a quello già visto qui e io

Mi chiedo

che cosa avrebbe, concretamente, Salvini che non va? Qualcuno potrebbe spiegarmelo con parole sue?

E infine, per oggi, vedo questa foto
bonafede
e io

Mi chiedo

ma l’uomo è disceso dalla scimmia passando per l’asino?
asino-che-ride
PS: Poi arriva l’amico Shevathas e dice: molta carne al fuoco.

barbara

IL SILENZIO DEI PAPI

O i papi del silenzio, che invertendo l’ordine dei fattori il prodotto non cambia poi di molto.

Abbiamo avuto – che è in un certo senso una prima persona di testimonianza, perché si tratta di quelli sperimentati durante la mia esistenza – quello a cui hanno deportato mille e passa ebrei sotto le finestre, ma dopo averli rastrellati hanno aspettato qualche giorno per inventarsi una ritirata strategica nel caso il Sovrano del Vaticano avesse avuto qualcosa da ridire. Non lo ha avuto, e di milleduecento e passa persone ne sono ritornati 16, l’1,27%. E su tutto, dall’inizio alla fine, il suo silenzio non è mai venuto meno.

E abbiamo avuto quello che ha taciuto di fronte alle migliaia di attentati terroristici in Israele, di fronte a oltre un migliaio di morti (ebrei) e decine di migliaia di feriti, mutilati, invalidi permanenti, di fronte ai corpi fatti a brandelli, di fronte ai muri marciapiedi finestrini d’auto imbrattati di sangue e pezzi di cervello schizzati fuori dai crani frantumati, e poi di fronte alla più modesta, alla più umana, alla più incruenta reazione israeliana si è sentito in dovere di alzare la sua autorevole voce per invocare “Ponti, non muri!” Riferendosi, per la precisione, a questo muro
barriera-attentati
– che muro poi è unicamente per il 7% circa del tracciato, per il resto rete metallica con sensori elettronici per rilevare tentativi di infiltrazione.

E abbiamo avuto quello che ha taciuto su decine di migliaia di missili lanciati sulla popolazione civile israeliana per poi, appena Israele ha deciso che era arrivato il momento di reagire, mettersi a cianciare di “Terra del Risorto messa a ferro e fuoco” e di “Occupazione che si fa sterminio”. Perché gli stermini, si sa, sono a senso unico di marcia: in senso contrario ci sono, al massimo, persone che muoiono o che addirittura, sbadatamente, perdono la vita. E quando poi finalmente si è messo a parlare, ha parlato decisamente troppo e completamente a vanvera: CARO PAPA PERMETTE DUE PAROLE?

E dopo la serie di papi muti di fronte alle uccisioni, alle stragi, al genocidio dei fratelli maggiori, è arrivato quello che tace sulle stragi di quello che dovrebbe essere il suo gregge, quello che l’unica volta che si è sbilanciato un pelino facendo un timido accenno al genocidio armeno (sterminato in quanto cristiano, sterminato in un’azione di jihad), lo ha fatto in maniera fumosa e confusa che peggio non si potrebbe, e soprattutto guardandosi bene dal denunciare esecutori e mandanti. E che continua a tacere sullo sterminio dei cristiani ad opera dei tagliagole islamici – e per quanto riguarda le modalità dello sterminio, direi che anche per questi cristiani vale quando detto da Mordekhay Horowitz per gli ebrei: «Gli arabi amano i loro massacri caldi e ben conditi… e se un giorno riusciranno a “realizzarsi”, noi ebrei rimpiangeremo le buone camere a gas pulite e sterili dei tedeschi….».  Per l’ultimo in ordine di tempo cedo la parola a Giulio Meotti.

Spaventoso racconto dell’ultimo massacro di cristiani in Nigeria: “Intorno alle 23:30 hanno colpito la casa di Jonathan Yakubu, 40 anni, uccidendo lui, sua moglie Sheba e tre figli Patience, 13, Apocalisse, 6 e Gioisci, 4. Da lì, si sono trasferiti in un’altra casa dove hanno ucciso Kauna Magaji e sua figlia Faith prima di uccidere la neosposa Saraunia Lucky, 25 anni, in un complesso vicino mentre teneva il neonato in braccio. Sebbene il proiettile abbia colpito la testa del bambino, il bambino è sopravvissuto ed è stato portato in un ospedale vicino. Altre vittime dell’attacco sono John Paul, 6 anni, Asanalo Magaji 32, Yao Magaji, 13, Paul Bawa, 27 e sua moglie Rahila, 25; e Mailafia Dalhatu, 60 anni, e suo fratello Yao Dalhatu, 56 anni, con sua moglie Saratu, 45 anni, e la nipote Blessing Yari, 14. Anche un ragazzo di nome Popular Teacher, 17 anni, è stato ucciso. Sono stati tutti sepolti in una fossa comune”. C’è qualcosa di più terribile e di meno raccontato oggi di quello che sta succedendo a questi cristiani?

Sì: di più terribile c’è l’ostinato, irremovibile silenzio di colui che era stato eletto per essere il loro pastore.

barbara

UCCISO UN TERRORISTA NE SPUNTA SUBITO UN ALTRO

Lo hanno detto quando è stato eliminato Abu Musab al-Zarqawi, lo hanno ridetto quando è stato eliminato Bin Laden, lo stanno ridicendo adesso che è stato eliminato Abu Bakr al-Baghdadi, con la fatale conclusione: “non serve a niente”. Vero: di terroristi, e di capi terroristi, ce ne sono tanti, eliminato uno, sicuramente un altro prenderà il suo posto. E a chi fa questa geniale osservazione io rispondo: e dunque? La cosa giusta da fare sarebbe di lasciare vivi e liberi tutti i terroristi? E magari anche tutti i boss mafiosi? E anche tutti i mafiosi non boss perché quando il boss in carica morirà di morte naturale o di piombo concorrente qualcuno salirà al trono al posto suo? E giunta a questo punto inserisco un’altra riflessione: e con la criminalità comune come ci dovremmo comportare? Truffatori ladri assassini stupratori papponi pedofili spacciatori strozzini rapinatori: cosa ne facciamo di questi? Li mettiamo in galera perché, non essendo una criminalità organizzata, tolto dalla circolazione uno stupratore c’è effettivamente uno stupratore in meno? Oppure, per doverosa equità, li lasciamo liberi e indisturbati dal momento che lo facciamo con chi è responsabile di crimini mille volte più gravi? Non so, vedete un po’ voi.

PS: qui comunque è stato eliminato anche il diretto successore di al-Baghdadi.

PPS: il traditore, amico solidale complice della Turchia, Donald Trump, ha fatto quello che ben 17 suoi predecessori si erano ben guardati dal fare: il riconoscimento del genocidio armeno – perpetrato, giusto per puntualizzare, con il consistente aiuto dei curdi, che hanno materialmente fatto una grossa parte del lavoro sporco. Pare che il signor Erdogan si sia un pelino innervosito.

barbara

LA MEMORIA DEL VENTO

Perché puoi cambiare nome, puoi cambiare patria, puoi cambiare vita, puoi cambiare identità, puoi anche perdere la memoria, ma la memoria non va mai persa: il vento l’ha raccolta, e il vento te la riporterà. Sarà forse delirio onirico scatenato dal tumore che sta devastando il cervello, o sarà forse delirio chimico provocato dai farmaci, o saranno forse i ricordi veri che sempre più insistenti, sempre più nitidi continuano ad arrivarti insieme a una folata di vento, perché prima di uscire di scena per sempre bisognerà pur farli i conti con il proprio passato – e con la propria coscienza. E la consapevolezza sta tornando tutta, e ciò che è stato lo rivivi, intensissimo, passo dopo passo: sei Emmet, ma sei stato Ahmet; sei americano, ma sei stato turco; sei civile, ma sei stato soldato, e hai fatto una lunga marcia – una di quelle lunghe marce – accompagnando una gran massa di persone – di quelle persone – verso il deserto, verso il nulla, verso la morte.
E lei, la ragazza con gli occhi diversi, che avresti voluto prendere e montare – come tutti i soldati facevano con le prigioniere giovani e belle che non avevano la possibilità di sottrarsi, e forse neppure la volontà se in cambio potevano ottenere un tozzo di pane ad alleviare la fame devastante – e non osavi farlo; quella che hai salvato ma non sai se si sia salvata, e un’urgenza nuova ti incalza: trovarla per chiederle perdono, perché sai che glielo devi, e non puoi chiudere la tua vita senza averlo fatto.
L’ultimo atto sì, per la sua assoluta improbabilità, si può immaginare che sia davvero delirio onirico e tuttavia, a modo suo, ugualmente catartico.
È un libro bellissimo, ma proprio veramente, assolutamente bellissimo. (E anche qui nella traduzione è stato cambiato il titolo, però stavolta ci sta bene)

Mark T. Mustian, La memoria del vento, PIEMME
la memoria del vento

Chi ha un po’ di tempo può vedere qui un bellissimo incontro fra l’autore del libro e la mia amatissima maestra Antonia Arslan.

barbara

HRANT DINK NOVE ANNI FA

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Riproduco testualmente il post che ho pubblicato nove anni fa, in occasione del suo assassinio. Magari, se il cannocchiale funziona, andatevi a leggere i commenti con la solita pacifista buonista ottimista terzomondista che auspica l’ingresso della Turchia in Europa, contando sui progressi che sicuramente avrebbe fatto in termini di democrazia e riconoscimento del genocidio armeno.

Un pazzo, lasciate che lo dica, un pazzo. Talmente folle da andarsi a inventare cose tipo che i turchi hanno fatto fuori un casino di armeni. Uno sterminio. Un genocidio addirittura, figuriamoci. Giustamente lo avevano processato, due anni fa, ma quel governicchio senza palle lo ha condannato alla ridicola pena di sei mesi, e anche con la condizionale, come se non bastasse: neanche un giorno di galera si è fatto, il maledetto. Adesso doveva essere processato di nuovo, ma è chiaro che non c’era niente di buono da aspettarsi, e dunque lo hanno ammazzato, così almeno il mondo intero potrà constatare coi propri occhi che non è vero niente che i turchi ammazzano gli armeni, e la smetteranno una buona volta di diffondere queste calunnie infami. Amen.

barbara

NO, SANTITÀ

Questa sorta di genocidio attualmente in atto contro i cristiani non è causato dall’indifferenza generale e collettiva, dal silenzio complice di Caino che esclama: ‘A me che importa?’; ‘Sono forse io il custode di mio fratello?’ Caino, Santità, non è quello che tace complice: Caino è quello che uccide (sta scritto nella Bibbia: non gliel’hanno detto?) L’indifferenza è una bruttissima cosa, Santità, su questo siamo perfettamente d’accordo. E il silenzio complice è una bruttissima cosa, Santità, anche su questo siamo perfettamente d’accordo. Indifferenza e silenzio facilitano sicuramente il compito degli assassini, ma non sono indifferenza e silenzio a uccidere: chi uccide sono, appunto, gli assassini, individui con una faccia, un nome, e soprattutto UN’IDENTITÀ. Perché, santità, perché ancora una volta le è mancato il coraggio di chiamare le cose col loro nome? Perché dopo avere avuto il coraggio di sfidare il satrapo turco chiamando genocidio il genocidio armeno, non ha avuto anche quello di chiamare per nome gli assassini dei cristiani, TERRORISTI ISLAMICI? Perché, Santità, questa oscena mistificazione? Perché, Santità, questo suo silenzio complice che copre gli assassini e annacqua le colpe e le responsabilità in un indistinto minestrone di vaghe formulette e frasi fatte?

barbara

LA PRIMA TAPPA

La prima tappa è stata Zichron Yaacov
Zichron Yaacov 1
e precisamente qui
Zichron Yaacov 2
alla casa degli Aaronsohn, in cui si è svolta la storia di NILI: uno sparutissimo gruppetto di giovani decisi a salvare gli ebrei della Terra d’Israele dal destino, incombente anche su di loro, già toccato agli armeni di Turchia – e per quanto incredibile possa sembrare, dovendo affrontare con le proprie uniche forze l’armatissimo esercito ottomano e l’ancestrale diffidenza – quando non vera e propria ostilità – britannica, ci sono riusciti. Pagandone un prezzo personale altissimo, ma ci sono riusciti.
Da quando avevo letto il libro ero alla ricerca di un viaggio che toccasse questi luoghi, e quando ho visto il programma di questo, mi sono immediatamente iscritta: anche se non ci fosse stato nient’altro di interessante, avrei ugualmente affrontato la spesa e la fatica di un viaggio dal programma intensissimo anche solo per questo (poi invece anche tutte le altre tappe si sono rivelate memorabili), e la mia aspettativa non è andata delusa: ho visto il cortile,
cortile Aaronsohn
la casa della famiglia,
casa Aaronsohn
la casa che poi Aaron – l’agronomo che con la sua fondamentale scoperta ha cancellato dalla Terra le carestie – ha fatto costruire per sé;
casa Aaron
le stanze piene di libri e di oggetti esotici, ricordi dei numerosi viaggi; ho visto il nascondiglio della pistola “di emergenza”, usata alla fine da Sarah per risparmiarsi ulteriori violenze e torture. Vedendo i luoghi in cui la storia è nata e si è svolta ho riprovato, se possibile ancora amplificate, le emozioni provate leggendo il libro (leggetelo: è un capolavoro, oltre che una irrinunciabile pagina di storia). E quando sono uscita ho pensato: sì, se anche l’emozione provata qui fosse l’unico guadagno di questo viaggio, sarebbe valsa la pena di farlo.

barbara

PRESTO PRESTO IN ISRAELE

Il figlio dei sopravvissuti al genocidio armeno dal figlio dei sopravvissuti ai pogrom polacchi (eh già, c’è sempre chi riesce a sfuggirvi e poi cresce e si moltiplica e diventa numeroso come le stelle del cielo, come i granelli di sabbia del mare… Fatevene una ragione) (qui)
E ora buon ascolto





barbara