WADI KELT (11/6)

Wadi Kelt (o Qelt) è un canyon roccioso che si trova nel deserto di Giudea, e precisamente qui
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partendo da circa 20 chilometri da Gerusalemme e arrivando fin sopra Gerico, nei pressi del mar Morto. Lasciato l’autobus
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si dà un’occhiata intorno all’affascinante paesaggio desertico,
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notando tra l’altro le linee lasciate dalle colonne di capre in transito,
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quindi ci si inoltra sul sentiero
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che, passando davanti alle grotte degli eremiti,
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porta alla vista del monastero di San Giorgio, incastonato nella montagna.
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Costruito originariamente intorno a una grotta nel IV secolo, crebbe sotto il dominio greco-ortodosso nel secolo successivo. Distrutto dai persiani – e massacrati i monaci – nel 614, rimasto abbandonato per quasi mezzo millennio, ricaduto in disuso dopo un tentativo di restauro da parte dei Crociati, fu definitivamente restaurato da un monaco greco alla fine del XIX secolo ed è tuttora in funzione. Volendo, si può raggiungere a piedi dal ponte che attraversa il canyon del fiume Kelt.
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In questa foto è chiaramente visibile sulla sinistra, anche l’acquedotto.

barbara

ISRAELE NOVE (8)

Laassùùù nellee montaagneeee (1)

Ci siamo innalzati ed elevati (no, non sono sinonimi) molto, in questo viaggio.
Del monte Sodoma, con relativi annessi e connessi su cui per il momento non intendo ritornare, ho già parlato.

Poi siamo stati sul Monte delle Tentazioni, sopra Gerico. Dopo la salita in funivia fino alla base – che uno magari, come a Masada, dice ah che bello che c’è la funivia e ci si risparmia la faticata, e invece no, sceso dall’ovetto ti aspetta, perfida come una cognata, maligna come una suocera, implacabile come una zitella affamata, la più micidiale salita che mente umana possa immaginare e quando sei finalmente arrivato ti arriva, come una schioppettata in mezzo agli occhi, il pensiero che poi devi tornare indietro, e tornando indietro, dopo un numero infinito di rampe, a ogni rampa che finisci dici finalmente ci siamo e poi invece no, ce n’è ancora una e poi ancora una e poi ancora una e poi… Quando è finalmente davvero finita avevo il cuore che mi scoppiava, ma proprio scoppiava davvero, riuscivo a stento a respirare e non riuscivo a recuperare il ritmo, senza contare il famigerato crampo al polpaccio di cui ho già parlato. Vabbè, insomma si arriva, e il posto è quello in cui Gesù si è ritirato quaranta giorni a digiunare e Satana è andato a tentarlo offrendogli tutto quello che stava intorno in cambio dell’adorazione. E vi si possono acquistare – cioè no, non acquistare: si prendono e si lascia un’offerta – frammenti della roccia su cui Gesù si è seduto durante la sua permanenza lassù, vale a dire che è stata toccata dal santo deretano e quindi a sua volta resa sacra (un po’ come il Santo Sepolcro in cui un’infinità di persone, ma soprattutto donne – donne di ogni età, vecchiette col fazzoletto nero stretto sotto il mento e quasi accasciate sulla pietra tombale, floride matrone ripiegate sulla propria pancia, giovani fanciulle in microgonna a pecorina con le chiappe al vento – versano dell’olio sulla pietra in modo da renderlo sacro e poi strofinano degli oggetti sull’olio in modo da rendere sacri anche quelli); reliquie rigorosamente autentiche, che quindi valgono senz’altro la micidiale salita. Poi, volendo, ci sarebbe anche la vista.
sopra Gerico 1
sopra Gerico 2

Del monte Meron non c’è praticamente niente da raccontare: c’è solo da dire che è la montagna più alta della Galilea, e da qui si gode una splendida vista su tutta la Galilea centrale
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Meron 4-c3
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con tanto di tavola che indica i luoghi che si stanno vedendo.
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Sul monte Carmelo, sopra Haifa, non siamo saliti, ma anche dai suoi piedi si può ammirare lo splendido panorama della città di Haifa, del suo porto e del Tempio Bahai.
Haifa 1
Haifa 2
Haifa 3
Oltre che dell’immancabile Titti, naturalmente.
Haifa 4
NOTA: per questo post, così come per quello che seguirà con la seconda parte, mi sono avvalsa dell’aiuto di Carla – che ha fornito anche alcune foto – per riordinare alcuni ricordi che avevo un po’ confusi.

barbara