HAKOTEL B’YADEINU – IL KOTEL È IN MANO NOSTRA

7 giugno 1967: dopo 19 anni di illegale (e devastante) occupazione giordana, finalmente Gerusalemme è liberata, e torna ad essere una sola città, come era stata per tremila anni. E bisogna, paradossalmente, ringraziare re Hussein: perché Israele non avrebbe mai ingaggiato una battaglia per liberarla, e solo per il fatto che re Hussein ha attaccato per primo è stata costretta a rispondere (a dire la verità, anche allora l’ordine era stato, fino all’ultimo, di non entrare in città, e sono stati i militari a prendere l’iniziativa; ma su queste piccole intemperanze Moshe Dayan, all’epoca ministro della difesa, sceglieva, come si diceva allora, di chiudere un occhio).

Non importa se non capite l’ebraico: lasciatevi trasportare dalle emozioni che vengono dalla voce e dalle immagini.

barbara

GERUSALEMME LIBERATA

Jerusalem capital

Cari amici,

il 7 giugno di quarantasei anni fa, alle dieci di mattina la cinquantacinquesima brigata di paracadutisti dell’esercito israeliano, comandata dal generale Motta Gur, irruppe oltre le linee nemiche attraverso la Porta dei Leoni, a nord del monte del Tempio, e liberò Gerusalemme da diciannove anni di occupazione giordana. La frase  con cui Gur annunciò alla radio che “Har haBait beyedeinu”, abbiamo conquistato il monte del Tempio, è rimasta nel cuore di tutti gli israeliani. Nel calendario ebraico quella data è il 28 del mese di Yiar che quest’anno cade oggi. Per questa ragione oggi in Israele è “Yom Jerushalaim”, la festa di Gerusalemme. Vale pena di rivedere il filmato di quella conquista storica anche se tremolante e in bianco e nero – lo trovate qui

e di rivederne le fotografie (http://www.templeinstitute.org/temple_mount_liberation.htm). Con la bandiera israeliana sopra il Monte del Tempio si realizzava un sogno millenario.
Motta Gur
Noi italiani dovremmo essere molto sensibili a questa circostanza: la conquista della Porta dei Leoni è in qualche modo equivalente alla breccia di Porta Pia; ma con alcune differenze. Prima del 1871 Roma non era mai stata la capitale dell’Italia, anche perché non c’era mai stata un’Italia per questo, ma l’aspirazione alla “città eterna” era diffusa nella cultura italiane e sparsa per tutta la sua letteratura. Roma per un millennio e mezzo era stata capitale di un altro Stato di importanza internazionale, quello della Chiesa, che l’aveva messa al centro della politica internazionale, dei pellegrinaggi e dei pensieri di milioni di cristiani e l’aveva magnificamente arricchita di opere d’arte. La legittimità della conquista, dovuta in ultima istanza all’affermazione degli stati nazionali, era stata perciò messa in discussione da molti Stati e accettata dal Vaticano solo col concordato del ’29, cinquantotto anni dopo i fatti.
6 gg 40
Gerusalemme era stata invece, per circa un millennio, fra i tempi di Re Davide e la definitiva conquista romana, con la sola interruzione di alcune occupazioni straniere abbastanza brevi, la capitale di uno stato ebraico autonomo e a lungo del tutto indipendente. Dopo la conquista romana del 70, non era più stata capitale di nulla, prima dipendendo da Roma, poi da Costantinopoli, poi ancora da Damasco, dal Cairo, da Istanbul. Vi fu solo un regno cristiano che la elesse capitale fra il 1099 e il 1187. Era un luogo desolato e abbandonato dal potere islamico che la occupava: le descrizioni dei viaggiatori sono assolutamente eloquenti e del resto è facile vedere che i monumenti storici della città sono dell’ebraismo antico e della cristianità, solo in piccola parte islamici – anche l’impianto delle moschee sul Monte del Tempio risente dei fondamenti ebraici, romani e cristiani. Non vi è niente di simile alla bellezza delle grandi moschee turche, siriane, spagnole. A parte i periodi di violenta persecuzione, la presenza ebraica non smise mai di essere dominante nella città e già verso il 1845 erano 7000 sui 15000 abitanti della città (mentre i musulmani, come i cristiani contavano per un quarto della popolazione).
Temple_Mount_67
L’occupazione giordana fra il ’49 e il ’67 fu tremenda, le case del quartiere ebraico e le sue sinagoghe furono abbattute con la dinamite, le lapidi delle tombe sul Monte degli ulivi usate per lastricare le strade, fu fatta una completa pulizia etnica di Gerusalemme e di Hebron [qui c’è una piccola svista dell’autore: la totale pulizia etnica di Hebron era stata cruentemente attuata già vent’anni prima, come potete leggere qui, ndb], dove gli ebrei vivevano da millenni, oltre che di tutto il territorio circostante, a nessuno fu consentito di pregare nei luoghi santi ebraici e neppure a quelli cristiani se proveniva dal territorio israeliano. Bisogna pensarci perché questo è lo statuto dei luoghi che vorrebbero “restaurare” i dirigenti dell’Anp e questo ciò che implicitamente appoggia chi li aiuta nelle loro rivendicazioni. [della pulizia etnica della Gerusalemme ebraica potete leggere una toccante testimonianza qui, ndb]
ISRAELI SOLDIERS TEMPLE MOUNT
La liberazione ebraica di Gerusalemme diede finalmente alla città l’importanza storica che aveva, ne fece di nuovo la capitale di Israele (e chi si rifiuta di riconoscerla, anche con la stupida guerricciuola onomastica sui giornali, nega la storia, come se citasse ancora Firenze o Torino come capitali d’Italia); la ripulì, le restituì l’antica bellezza, l’arricchì di musei e opere d’arte, la restituì al ruolo di una delle città più importanti e più amate del mondo. Conservò appieno la sua libertà religiosa. Chi è stato a Gerusalemme sa benissimo che il culto al Santo Sepolcro e in tutte le altre chiese è libero, com’è libero quello delle moschee del Monte del Tempio (con un sacrificio enorme, perché quello è il luogo più santo per l’ebraismo) e in tutte le altre moschee che punteggiano la città, come moltissimi altri luoghi nel territorio di Israele. I pellegrini arrivano da tutto il mondo, e semmai sono gli islamisti a proibire per odio a Israele ma con scarso successo che i musulmani visitino la città e le sue moschee.
Yom-Yerushalaim-2013
Oggi è dunque un giorno di festa per tutti coloro che amano Gerusalemme, non solo per gli ebrei. Chi pensasse di tornare a una divisione della città come nei diciannove terribili anni dell’occupazione giordana, commetterebbe non solo un errore storico, ma un crimine culturale e umanitario, come chi volesse di nuovo dividere Berlino in due parti con un muro in mezzo. Dove un tempo si sparava e crescevano le erbacce, oggi sono giardini, centri culturali, meravigliosi scavi archeologici. Dove c’erano divieti e intolleranze oggi c’è libertà e apertura, dove si negava la storia, oggi la si studia e la si esplora. Gerusalemme è un tesoro dell’umanità intera, da un certo punto di vista, come pensavano gli antichi, il centro del mondo. Perché continui ad esserlo, deve stare nelle mani di chi l’ha costruita, fondata e rifondata, di chi l’ha messa al centro della propria tradizione religiosa, il popolo ebraico. Il Monte del tempio nelle nostre mani, come diceva il generale Gur, è Gerusalemme per tutta l’umanità.
Ugo Volli, su Informazione Corretta

A questo splendido pezzo del grande Ugo Volli, non ho molto da aggiungere, se non questa bella foto storica del Kotel, il cosiddetto “Muro del Pianto” nel 1880
Kotel 1880
(ebbene sì, come ha ricordato anche Ugo Volli nell’articolo, gli ebrei non sono piovuti lì da Marte nel 1948 “per risarcirli dell’Olocausto a spese degli arabi”: gli ebrei c’erano anche prima, c’erano sempre stati); la precisazione che gli ebrei erano stati espulsi da Gerusalemme, dalle loro case, anche nel 1936 (come mai di queste cose nessuno parla, come se le uniche vittime del pianeta fossero i palestinesi che hanno dovuto soffrire per le proprie scelte e per quelle dei loro dirigenti?) come documentato in queste foto;
espulsione ebrei 1
esplusione ebrei 2
questo importante documento al quale mi onoro di avere collaborato
Gerusalemme, 3000 anni di storia
e naturalmente, assolutamente immancabile e imperdibile, questo

E vi lascio con le parole che ho pensato quando mi sono trovata di fronte al Kotel (con entrambe le zampe rotte!) alla fine del 2007: Per diciotto anni ce lo avete tenuto sequestrato, bastardi, ora basta, fuori dai piedi, non ce lo prenderete mai più!

barbara