ANCORA UN PAIO DI CIANFRUSAGLIETTE

Dove si parla dei tremendi pericoli che ci circondano, un po’ per celia, un po’ per non morire.

La pericolosità del vaccino

La pericolosità dei giornalisti

molto peggiore di quella del vaccino

La pericolosità dei politici (inutile discutere se siano peggio loro o i giornalisti: sono culo e camicia e remano tutti insieme)

Che poi, dico: le case farmaceutiche guadagnano? E allora? Perché mai non dovrebbero guadagnare? Guadagnano anche i percettori del reddito di cittadinanza che non fanno niente e non dovrebbe guadagnare chi lavora, rispondendo a delle precise necessità della popolazione?

La pericolosità di chi contribuisce a seminare terrore

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Comunque se il vaccino vi fa paura come il buio quando eravate piccoli non c’è problema: potete sempre ricorrere all’alternativa, come potete vedere poco sopra.

Concludo con una bella notizia: è morto di covid John Magufuli, presidente della Tanzania, che negava la presenza del virus nel Paese, e di conseguenza l’opportunità di prendere qualunque precauzione.

barbara

DATEMI UN NUMERO DA TAROCCARE E VI SCARDINERÒ IL MONDO

La cialtronaggine dei nostri media mainstream: il pregiudizio anti-Trump gioca brutti scherzi

di Atlantico Quotidiano, 3 Set 2020, qui

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento di Mariano Bella, direttore del Centro studi di Confcommercio

Zapping
Verso le undici di sera di qualche giorno fa un “giornalista” di una rete italiana all news annunciava, senza celare una certa soddisfazione – almeno così mi è parso – che il prodotto lordo americano era crollato nel secondo trimestre del 31,7 per cento. Poco dopo la mezzanotte, sulla stessa rete, un suo collega, evidentemente stremato da una dura giornata di lavoro, si fumava l’uno virgola di cui sopra e sintetizzava la variazione del Pil Usa in -37 per cento. A quel punto, seppure sotto l’influsso dello Chardonnay, rapidamente calcolavo il trend. Di conseguenza, decidevo di andare a dormire onde evitare l’imminente notizia della scomparsa del continente americano.

Tweet
Su Twitter, contrariamente alle consuetudini, si approfondiva, spiegando: “La terra del libero mercato, dell’auto-determinazione anche sanitaria, dell’individualismo. Eccola: Usa -31,7 per cento”. E il dato era dentro una tabella che presentava anche le variazioni per diversi Paesi europei, tutte di entità molto più contenuta. Dimostrare è un’arte, e farlo con i numeri conferisce autorevolezza.

Pazienza e noia
Essere anti-trumpiani o antiamericani – direi la seconda più della prima – può andare anche bene (non a me). Essere contro l’aritmetica no, in nessun caso. Vale giusto la pena ribadire che i dati Usa sono annualizzati, cioè le variazioni di un trimestre rispetto al trimestre precedente (variazioni congiunturali) sono calcolate trasformando il dato puntuale nella variazione tendenziale che si osserverebbe fra tre trimestri se le tre prossime variazioni congiunturali fossero uguali all’ultima osservata (cioè il Pil Usa risulterebbe inferiore del 31,7 per cento nel primo quarto del 2021 rispetto al primo quarto del 2020, se nel terzo e quarto trimestre del 2020 e nel primo trimestre del 2021 la variazione congiunturale fosse uguale a quella registrata nel secondo quarto dell’anno 2020).
Perché persone serie e pragmatiche come gli economisti del Bureau of Economic Analysis siano fissati con calcoli così astrusi non saprei dirlo. Probabilmente odiano l’idea di variazione congiunturale e sentono il dovere di trasformarla, sempre e comunque, in una metrica tendenziale. Possiamo pregare perché si ravvedano, ma non imbrogliare sui numeri.

Risultati e classifiche
In ogni caso, bisogna riconoscere e accettare che si possono fare correttamente solo due confronti: tutti i dati calcolati all’europea o tutti i dati calcolati all’americana. Nel primo caso si ha (variazioni percentuali congiunturali): secondo trimestre 2020 Usa -9,1 per cento, Italia -12,8, euroarea -12,1, dopo un primo quarto rispettivamente pari a -1,3 per cento degli Usa contro -5,5 dell’Italia e -3,6 dell’euroarea. Nel secondo caso, all’americana, si ha, per il secondo trimestre del 2020, Usa -31,7 per cento, Italia -42,2 e zona euro -40,3, sempre dopo un primo trimestre 2020 molto più negativo in Italia e in Europa rispetto all’America. Per il futuro c’è poco da prevedere: se si torna ai pregressi tassi di crescita il vecchio continente e la vecchissima Italia recupereranno molto dopo. Alle stesse conclusioni si arriverebbe utilizzando parametri strutturali come l’elasticità dell’occupazione al Pil nei vari Paesi.

Elezioni
Se l’opinione pubblica americana si beve i numeri come li raccontano in Italia allora il presidente Trump ha un’altra freccia al suo arco. I prossimi dati, quelli relativi al terzo trimestre, verranno forniti il 29 ottobre (il 30 in Europa), qualche giorno prima delle elezioni. Il rimbalzo sarà ovunque fortissimo (sebbene non comporterà un pieno recupero). A capitalizzazione composta, cioè all’americana, la crescita Usa potrebbe essere del 20-25 per cento. Se venduta bene – cioè soprattutto negli Stati giusti – può valere moltissimo.

“Giornalisti” (italiani; certo, non tutti)
La sera dopo. Telegiornale rete nazionale pubblica prime time: “La perdita del Pil italiano nel secondo trimestre è stata pari al 12,8 per cento, un crollo che non si vedeva dal 1995”. Provo pulsioni autolesionistiche per non pensare a quello che ho sentito. In italiano, se ancora lo capisco, vorrebbe dire che un dato peggiore di quello appena registrato era stato osservato nel 1995 e non successivamente (fino a oggi). Anche i più giovani, magari per sentito dire, ricorderebbero un evento di tale gravità, se fosse veramente accaduto. Però non lo ricorda nessuno. Perché non è accaduto (il 1995 è stato un anno buono, anzi ottimo, se confrontato con i periodi più recenti).
Ma chi può pensare una cosa del genere? Solo quelli che possono pensare, appunto, che il Pil Usa sia potuto scendere di oltre 30 punti percentuali nella metrica usuale. Cioè solo quelli che non conoscono neppure lontanamente le dimensioni e il funzionamento delle moderne economie.
Però sia nel caso Usa sia nel caso del “dato italiano peggiore dal 1995”, l’assoluzione va accordata. “I giornalisti danno le notizie”, così mi dissero quando ero giovane e protestavo per gli errori che diffondevano. Non devono verificarle, né capirne il senso.
Così, vuoi per idiosincrasia nei confronti dell’inglese o delle statistiche internazionali, in un caso, vuoi, nell’altro, per l’impossibilità di leggere l’intero comunicato Istat – che pure poteva scrivere già in prima pagina “… peggiore dal 1995, anno di inizio delle serie storiche trimestrali” – dobbiamo sentire e prendere quello che viene. E se abbiamo specifiche consuetudini culturali e sufficiente discernimento, proveremo a difenderci: riconoscendo, per esempio, che una caduta come quella del secondo trimestre di quest’anno l’Italia, verosimilmente, non la sperimentava dal secondo o terzo trimestre del 1944. Se non abbiamo, invece, specifiche conoscenze, allora ripeteremo ai nostri congiunti – resto sul vago, sì – e ai nostri amici le fesserie che ci sono state raccontate.
Nel frattempo, fantasiose e strumentali ricostruzioni della nuova strategia della Fed si abbattono sull’opinione pubblica italiana. Siamo un popolo indifeso.

Giornalisti cialtroni incompetenti deficienti o giornalisti intenzionalmente mistificatori? Difficile dirlo. D’altra parte siamo la patria di giornalisti come questo

e qui siamo sicuramente nella prima categoria (magari, va’ a sapere, è uno che ha letto il non immortale “Porci con le ali”, e pensando che i cinghiali appartengono alla stessa famiglia ha pensato che l’angelica dotazione spettasse anche ai cinghiali).

barbara

NOI SOTTOSCRITTI VAURO BOLDRINI ECCETERA

Noi sottoscritti Vauro, Boldrini, Papa Francesco, insieme con i giornalisti dell’Ansa, ci impegniamo a commemorare gli ebrei e a rispettarne la memoria

A noi gli ebrei piacciono così.
Ci piacciono dietro i cartelli ‘il lavoro rende liberi’, con addosso solo la pelle.
Ci piacciono mucchi di cadaveri esposti alla neve e al vento finché qualcuno verrà a fotografarli per dire che sì, è stato davvero.
A noi gli ebrei piacciono con gli sguardi impauriti in bianco e nero, esseri indifesi portati alla morte davanti ai sorrisi degli indifferenti.
Ci piace commemorarli questi ebrei, ci piace aprire musei con i loro oggetti rituali conservati a dovere.
A noi gli ebrei piacciono quando stanno zitti, quando viene tolto loro il diritto di parola. Ci piacciono quando i fucili sono puntati verso di loro. Ci piacciono prostrati a terra, espropriati, espatriati, deportati, massacrati. Ci piace averne pena.
Invece questi ebrei hanno alzato la cresta.
Osano impugnare le armi per difendere la loro terra, quel fazzoletto che l’Onu ha pensato di concedere loro come rifugio dopo che sei milioni di loro erano stati trucidati nei nostri stati, nel nostro continente, nel nostro mondo, con l’aiuto della nostro silenzio e della nostra indifferenza.
Parlano, discutono, controbattono persino, questi discendenti di Abramo.
Hanno addestrato i loro figli a non farsi più portare come bestie al macello.
Hanno insegnato il diritto alla vita anche degli ebrei, nonostante gli sia stato negato per secoli e secoli.
Ma chi si credono di essere per definire terrorista chi imbraccia mitragliatrici per falciarli nei bar, nei ristoranti, chi si imbottisce di tritolo e di chiodi per continuare il lavoro dell’inquisizione, dei progrom, dei nazisti?
Questi ebrei così presuntuosi da arrogarsi il diritto di vivere nel proprio stato.
Rinuncino a quelle terre contese e vengano da noi.
Non possiamo certo assicurare loro una vita serena, magari permetteremo pure che li uccidano ogni tanto davanti alle loro scuole, chiuderemo gli occhi davanti alle loro nonne pugnalate in casa , ai loro giovani uccisi mentre fanno la spesa.
Ma noi, noi idealisti, pacifisti, noi sottoscritti
Papa,
Vauro,
Boldrini,
Erdogan,
giornalisti dell’Ansa.
Noi, gli ebrei, li commemoreremo sempre con estremo rispetto.
Noi per gli ebrei avremo un occhio così di riguardo, ci concentreremo così tanto su di loro, da dimenticare le stragi di siriani, di curdi, ci focalizzeremo così tanto sul popolo ebraico da concedere a Erdogan la parola sui diritti dell’uomo mentre li starà lui stesso violando dietro a casa nostra.
Dedicheremo in ricordo degli ebrei una targa, un giardino, un bell’articolo una volta all’anno, delle pietre d’inciampo, una vignetta satirica.
Né dal tuo miele né dal tuo pungiglione, disse Giacobbe a Esaù quando si ritrovarono dopo molti anni.
Shalom, chi usa la parola pace, chi ci crede davvero, deve essere shalem, intero, coerente.
Pretendete dagli altri ciò che pretendete dagli ebrei.
Applicate gli stessi criteri umanitari, la stessa etica e la stessa morale a tutta l’umanità, ebrei e non ebrei, in maniera obiettivamente indistinta.
Allora ci sarà Shalom davvero.

Gheula Canarutto Nemni, qui (andateci, così date un’occhiata anche ai ritagli di giornale, casomai ve ne fosse sfuggito qualcuno).

Non c’è niente da fare: come sa dire le cose Gheula, non le sa dire nessuno. In più di un’occasione mi è capitato di dire che tutta questa bella gente ama talmente commemorare la Shoah, da sostenere con tutte le proprie forze chi sta cercando di metterli in condizione di poterne un giorno commemorare due. Quello che dice Gheula non è poi molto diverso, però lo dice in maniera molto più raffinata, articolata, argomentata. Grazie, amica carissima.

PS: simpatica la Boldrini, che considera un diritto un atto di guerra a tutti gli effetti quale lo sfondamento di un confine di stato e la penetrazione armata in tale stato.

Poi però bisogna assolutamente leggere anche Niram Ferretti e naturalmente Ugo Volli. E guai a voi se vi azzardate a non farlo.

barbara

LE TRE SCIMMIETTE

Ricevo e inoltro

Tutti conosciamo le statuette delle tre scimmiette, una che non vede, un’altra che non sente e la terza che non parla. Gaza e i giornalisti internazionali sono così.

1.  I direttori e gli insegnanti delle scuole ONU, NON hanno VISTO immagazzinare decine di  missili di hamas (lunghi fino a 5 metri e che portano ognuno 200 kg di esplosivo) nei loro locali… cosine che si mettono giusto in tasca e poi si ripongono in un cassetto qualsiasi o dietro le lavagne.

2. Il direttore e i medici dell’ambulatorio medico dell’UNRWA, (ONU) dove sono appena morti 3 soldati israeliani di 20 anni, NON si sono accorti (UDITO) che dall’interno dei loro locali era stato scavato un tunnel che arrivava fino ad Israele, tunnel riempito di esplosivo, con assoluto sprezzo del pericolo per i pazienti dell’ambulatorio, sempre ammesso che questo fosse il reale uso della struttura finanziata con gli aiuti umanitari [infatti non lo era, ndb].

3. In particolare MARILÙ LUCREZIO nel riferire al TG1 delle 08:00 di oggi la morte dei 3 soldati di leva si è ben guardata dal riferire il particolare che il tunnel partiva dall’interno di un ambulatorio ONU (TACIUTO),  riferito invece da tutti i media israeliani ed internazionali.

Potete trovarlo qui:

http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/183542#.U9np9mMghco
http://www.thegatewaypundit.com/2014/07/three-isreali-soldiers-killed-in-booby-trapped-unrwa-clinic/
http://www.timesofisrael.com/3-idf-soldiers-killed-in-booby-trapped-unrwa-clinic/
http://www.jihadwatch.org/2014/07/three-idf-soldiers-killed-at-booby-trapped-unrwa-health-clinic

EBBENE il mondo deve sapere che quei 3 ragazzi appena ventenni sono stati sacrificati dal governo israeliano proprio perché NON voleva bombardare quello che avrebbe dovuto essere un ambulatorio dell’ONU e che proprio ciò sia censurato dai giornalisti della TV del servizio pubblico È VERGOGNOSO. Ditemi: PERCHÉ dovremmo continuare a pagare il canone? Quando le notizie non solo su Rai Gaza News24 ma anche su Rai Uno sono così manipolate? Dove è lo sdegno che viene sparso tutte le volte che una bomba cade su una “scuola” ONU?
sigla

FINE DELL’INOLTRO e aggiunta mia: poi uno dice bastardi giudei che bombardano perfino i luoghi di preghiera!

Poi, sempre per quanto riguarda l’informazione, va assolutamente letto il resoconto di Angela Polacco:


Ieri volevo prendermi una pausa perché mi sento esausta, aspetto gli sviluppi della situazione, soprattutto le decisioni da parte dei nostri politici. Ho sentito una notizia però che penso possa interessarvi perché sono di quelle che non sentirete: oggi hanno espulso da Gaza due inviati arabi. Hanno avuto la sfrontatezza di riprendere un lancio di razzi da una rampa che era appostata vicino all’albergo dei giornalisti. Il piano prevedeva che prima o poi l’esercito avrebbe colpito quella zona ed i giornalisti sarebbero rimasti colpiti pure loro. Immagine di orrore e di condanna del mondo intero che pretende una libera informazione, che questi due malcapitati non hanno consentito a Hamas. Ricorderete che alcuni giorni fa vi avevo detto che la Goracci riportava di una colonna di fumo che si vedeva dalle immagini del suo fotoreporter, alle sue spalle e dietro l’albergo dove alloggiavano, ma che non sapeva , caso strano, interpretare, facendo intendere che fosse un bombardamento israeliano. Questa scena l’ho vista in almeno tre o quattro suoi stand up per diversi giorni e mi chiedevo anche per quale motivo non si prendesse la briga di girare l’angolo per andare a vedere perché ogni tanto si alzava una colonna di fumo. Non so se mai lo farà perché da ieri è rientrata in Israele. Oggi anche la notizia di un tunnel trovato sotto la casa di Adnan portavoce dell’Onu da Gaza, intervistato ogni giorno dalla tv israeliana Channel 2. Ci ha informati che l’edificio dove abitava non esiste più. Ecco, appunto questa è l’informazione da Gaza, quello che avreste potuto sapere ma che non saprete mai.
Angela Polacco Lazar, 31/07/14, Informazione corretta.

E poi Shijaiyah: tanto per cambiare non sono stati gli israeliani. Ecco le prove.

barbara

 

GIORNALISMO CHE PASSIONE 8

… mentre le statistiche dell’Onu dicono che in America Latina il tasso di incidenti letali per abitante è il doppio della media mondiale e raddoppierà ancora entro il 2020. (Raffaele Oriani su “Io donna”, supplemento del Corriere della Sera oggi in edicola)

Dunque se io, che vivo in Europa, nel corso della mia vita morirò statisticamente a causa di un incidente diciamo tre volte, gli abitanti dell’America Latina muoiono mediamente sei volte, ma entro il 2020, se tutto va bene, riusciranno a morire fino a 12 volte.
GIORNALISTI, ANDATE A ZAPPARE LA TERRA (e chiedo scusa ai contadini, fra i quali conosco persone di straordinaria intelligenza).

barbara