QUANDO SEI IN MEZZO ALLA SAVANA

In cerca di selvaggina da fotografare

Quando la tua casa brucia per il riscaldamento globale e i ghiacci si sciolgono e le città rivierasche vengono sommerse e intere regioni entreranno nel mito e nella leggenda come Atlantide

Enrico Richetti

in val d’Aosta il riscaldamento globale è sospeso per maltempo. Ci scusiamo con Gretha Thunberg. La fine del mondo riprenderà al più presto possibile

Quando sei una donna e ti trovi in una situazione di emergenza

Quando è ora di alzarsi per andare a scuola ma tuo figlio ha un cane

https://www.tumblr.com/video/toscanoirriverente/170108660952/500/

Quando il capitalismo ti fa schifo perché sei socialista

Quando non riconosci il tedesco perché non l’hai studiato e credi che sia inglese

Quando un uomo non ha le idee troppo chiare su come funzionano le donne

Quando sei Osho e per una volta tanto non devi inventarti qualcosa per essere comico

Quando passi anni a dire “io questa devo averla già vista da qualche parte” e improvvisamente ti arriva l’illuminazione

Quando pensi che nonostante tutto questo mondo sa anche essere meraviglioso e trovi qualcuno che te lo sa disegnare

E quando hai voglia di saziare la tua fame di bellezza assoluta, e lo trovi

barbara

LA GRAN PUTTANATA DELL’EMERGENZA CLIMATICA, PARTE TERZA

Clima, la grande bufala sulle colpe dell’uomo: non c’è prova scientifica

La verità scientifica sull’evoluzione del clima terrestre, quella che emerge dallo studio delle carote di ghiaccio e dei sedimenti marini, è incontrovertibile. Le conclusioni ricavate dagli studiosi possono talvolta differire tra loro marginalmente, ma non nella sostanza. Quindi, a meno che non si voglia deliberatamente travisare la verità scientifica, si deve riconoscere che il clima della Terra è costantemente in fase di cambiamento, che cambiamenti anche drammatici si sono verificati più volte nel lontano e nel recente passato e che non esiste alcuna evidenza scientifica del fatto che i suddetti cambiamenti dipendano dalle attività umane. Anzi: esiste evidenza del contrario. Chi oggi vuole convincerci che il clima sta cambiando per colpa dell’uomo e delle sue emissioni di CO2 lo fa senza produrre alcuna prova scientifica. Chi sfodera periodicamente grafici “a mazza da hockey” che mostrano una temperatura costante per duemila anni schizzare improvvisamente alle stelle nell’ultimo secolo lo fa elaborando i dati sulla base di algoritmi errati.

Bufale sul clima

I fautori dell’“origine antropica a tutti i costi” si concentrano oggi nell’IPCC, l’Intergovernmental Panel on Climate Change dell’ONU, un organismo che non è scientifico ma politico: lo si può capire facilmente dall’aggettivo “intergovernmental” e dal fatto che i membri del panel sono nominati dalla politica e non dalla comunità scientifica.
Dato il proprio mandato politico, l’IPCC ha affrontato fin dall’inizio il problema senza considerare tutte le variabili scientifiche che lo condizionano, a cominciare dall’irraggiamento solare. Sembra incredibile, ma in tutti i documenti elaborati finora dall’IPCC si dà per scontato che l’irraggiamento solare sia rimasto costante per centinaia di migliaia di anni, assunzione in netto contrasto con ogni evidenza scientifica. Del resto, l’IPCC dichiara di non fare ricerca, ma di “analizzare e valutare”, con metodi propri, i risultati delle ricerche fatte da altri, con la finalità dichiarata (e orientata) di “evidenziare i rischi associati ai cambiamenti climatici indotti dalle attività umane”.
Il fatto che i cambiamenti climatici siano “indotti dalle attività umane” non è quindi oggetto di discussione e dimostrazione, ma un assunto di base, un presupposto che motiva l’esistenza stessa dell’IPCC.

Carenze di metodo

Se istituisco un gruppo di lavoro e lo incarico di evidenziare i rischi del “cambiamento climatico di origine antropica”, se lo finanzio lautamente e se lo perpetuo nel tempo per tre decenni distribuendo incarichi di carattere diplomatico, stipendi esentasse e un’ampia visibilità internazionale, sarà ben difficile che quel gruppo di lavoro non trovi alcuna prova (reale o presunta) delle origini antropiche del cambiamento climatico. Diverso sarebbe se incaricassi quel gruppo di studiare “le origini” (e basta) del cambiamento climatico. In questo secondo caso il gruppo di lavoro potrebbe analizzare obiettivamente tutte le cause del cambiamento climatico, incluse, se ci sono, quelle antropiche.
Anche la tesi che l’IPCC, nel valutare le ricerche condotte da altri, non “condizioni” le ricerche stesse è palesemente fasulla: le “valutazioni” dell’IPCC, infatti, violano il normale processo scientifico, in quanto introducono una forzante ideologica presupponendo le origini antropiche dei fenomeni osservati, anche se chi ha svolto quelle ricerche non ha menzionato affatto (e talvolta ha escluso) l’origine antropica dei fenomeni stessi.
Altra circostanza non abbastanza conosciuta è che le tesi dell’IPCC sono elaborate all’interno di un contesto di tipo politico, con metodi di tipo politico che giungono fino alla revisione critica su base politica delle risultanze scientifiche.
Quest’ultima prassi è comunemente adottata, ad esempio, nella redazione dei “Summary for Policymakers”, pubblicazioni di sintesi dell’IPCC-pensiero che diventano il “vangelo climatico” sul quale i politici sono chiamati ad assumere le loro decisioni. Chi partecipa ad un processo del tipo descritto, anche se in origine è uno scienziato, assume una posizione che non è più scientifica, ma politica.
Considerato tutto ciò, c’è da chiedersi perché mai le dogmatiche tesi sul clima elaborate in seno all’IPCC dell’ONU dal 1990 in poi siano riuscite ad influenzare le politiche dell’Unione Europea e dei paesi membri tanto profondamente da condizionare negativamente l’economia del continente europeo e il tenore di vita di 450 milioni di cittadini. La risposta è che dietro queste scelte devono esserci altri interessi: sono quegli interessi che, negli ultimi decenni, sono riusciti a mobilitare la politica convincendola a sposare tesi che non hanno nulla di scientifico e che anzi contraddicono la scienza.

Pensiero unico sul clima

La confutazione delle bufale sui cambiamenti climatici e sulle loro cause ha sempre prodotto reazioni scomposte in seno all’universo ambientalista che ruota intorno all’IPCC. Ma che la verità scientifica sia diventata un nemico da combattere è una novità recente. Una novità che assume aspetti inquietanti.
A prendere posizione contro quelli che definisce “negazionisti del cambiamento climatico” è il colosso americano Google, che il 7 ottobre 2021, con la “risposta n. 11221321” di Google Ads“, ha deciso di chiudere la piattaforma ai contenuti promozionali che “contraddicono il consenso scientifico consolidato sull’esistenza e le cause dei cambiamenti climatici”. Nel mirino di Google “i contenuti che fanno riferimento al cambiamento climatico come a una bufala o a una truffa, affermazioni che negano che le tendenze a lungo termine mostrino che il clima globale si sta riscaldando e affermazioni che negano che le emissioni di gas serra o le attività umane contribuiscano al cambiamento climatico”.
Su quale base scientifica è stata assunta da Google questa drastica decisione? Ma naturalmente sulle tesi (politiche e non scientifiche) dell’IPCC: “Abbiamo consultato fonti autorevoli sull’argomento delle scienze climatiche – scrive Google – inclusi gli esperti che hanno contribuito ai report di valutazione del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite”.
Dobbiamo dunque attenderci che, nel prossimo futuro, dalla piattaforma Google spariscano le opinioni scientificamente fondate per lasciare spazio al “pensiero unico” di matrice IPCC-ambientalista. Ed ecco trovato un nuovo metodo, del tutto inedito, per perpetuare le tesi dogmatiche dell’IPCC sul clima.

Reazioni

Di fronte al dogmatismo e all’atteggiamento impositivo dell’ONU-IPCC, il sistema scientifico internazionale ha cominciato a reagire in modo fermo.
Nel 2019, su iniziativa dell’ingegnere e geofisico olandese Guus Berkhout e del chimico-fisico e giornalista scientifico olandese Marcel Crok, oltre 700 scienziati hanno sottoscritto e inviato ai leader mondiali una lettera aperta di richiamo alla realtà. Più recentemente, il 2 gennaio 2023, quando i sottoscrittori del manifesto erano saliti a 1.500 circa, lo stesso Guus Berkhout ha indirizzato una lettera aperta al Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres richiamandolo all’ordine sulla necessità di abbandonare una linea dogmatica e intransigente che non tiene conto della verità scientifica e che rischia di condannare i paesi industriali ad una recessione di durata pluridecennale, che produrrebbe immani sofferenze alla popolazione mondiale, tanto ingiustificate quanto inutili al fine di stabilire un impossibile e velleitario sistema di governo del clima terrestre.
Non credo che l’Onu possa fare marcia indietro su un disegno politico avviato tre decenni fa senza perdere la faccia di fronte al mondo. Ma forse i governi dei paesi europei potrebbero cominciare a rivedere le loro posizioni.
Aspettiamo e speriamo…
Ugo Spezia, 9 gennaio 2023, qui.

3. Fine (ma in realtà continua)

A questo punto direi che ci sta bene questa considerazione.

Giovanni Bernardini

CASE

Tizio compra una casa pagandola, poniamo, 100.000 euro. La compra rispettando tutte le leggi, i regolamenti e gli usi in essere, pagando tutte le tasse dovute.
Per comprare la casa Tizio ha contratto un mutuo con la sua banca ed ora paga regolarmente le rate.
Tutto OK, direbbe una persona normale. Le rate che Tizio paga alla banca riducono il suo reddito disponibile ma lui può godere del bene che con tanti sacrifici ha acquistato.
Invece NO.
A Bruxelles un branco di burocrati decide che la casa di Tizio non è “a norma energetica”. O Tizio fa ristrutturare il suo immobile, spendendo, diciamo, 40.000 euro o perde il diritto di poterlo vendere. La casa che Tizio ha intenzione di lasciare ai figli all’improvviso vale ZERO, a meno che Tizio non sborsi 40.000 euro.
E se non li ha? Semplice, può contrarre un altro mutuo con la banca, così il suo reddito disponibile diminuisce ancora.
Fantascienza? NO, realtà, la realtà di una UE sempre più in preda a deliri ideologici.
E’ chiaro che obbligare tutti a spendere cifre decisamente alte per ristrutturare case acquistate in maniera perfettamente legale viola in maniera clamorosa il principio della irretroattività della legge. Una legge vale dal momento in cui è approvata in poi, non può riferirsi ad eventi del passato.
Qualche Pierino può affermare che “si tratta di salvare il pianeta”, quindi tutto va bene.
Salvare il pianeta? Ma… scusate, la direttiva UE pretende che tutte le abitazioni debbano rientrare nella classe E entro il 2030. Però la nuova eroina verde, Greta Thunberg, ci ha assicurato che nel 2030 ci sarà la fine del mondo… e allora? La direttiva arriva tardi… quindi… lasciateci almeno morire in pace…
Salvare il pianeta? Ma… gli abitanti della UE sono 447 milioni, di questi diciamo una cinquantina di milioni sono interessati dalla direttiva. Nel “pianeta” siamo in 6 MILIARDI [in realtà 8 abbondanti]. Davvero la ristrutturazione di qualche milione di abitazioni “salverà il pianeta”? Non scherziamo…
Salvare il pianeta? Ma… da oltre 40 ANNI i vari governi, e la UE in testa, impongono sempre nuove norme, su tutto. E, malgrado questo diluvio, questa valanga di norme i media strombazzano ogni 5 minuti che la fine del mondo è dietro l’angolo. Forse qualcosa non va…
Salvare il pianeta? Ma… la direttiva dice che le case non ristrutturate continueranno ad “uccidere il pianeta”, solo… non potranno essere vendute. E allora? Di che razza di “salvataggio” si tratta? Se fossero coerenti i burocrati UE dovrebbero stabilire che le case non ristrutturate dovranno essere abbattute ed i loro proprietari costretti a vivere sotto i ponti, magari incarcerati e condannati all’ergastolo per “omicidio del pianeta”.
Sarcasmi a parte, la direttiva sulle abitazioni non “salva” un bel niente. Si tratta dell’ennesima misura burocratica, illiberale, non democratica che si cerca di imporre ai cittadini europei ed italiani in particolare.
Spero solo che l’Italia sappia opporsi adeguatamente.

Aggiungo, a proposito degli eventi estremi che imperversano ai nostri giorni, questa splendida foto

ricordando che le cascate del Niagara si trovano sul 43° parallelo, quello che attraversa Spagna Francia Italia (per la precisione poco a sud dell’isola di Capraia) Croazia, Mediterraneo e Adriatico. Così, giusto per.
E concludo con quest’altra foto che vale un Perù della “piccola Greta”, diventata nel frattempo culona, con la faccia bolsa di chi si nutre male, e sempre con l’espressione ebete.

barbara

DUE PAROLE SUI NOSTRI “DUE PAPI”

Morte Benedetto XVI: dalla sede impedita alla sede vacante. Papa Francesco non esiste

Il Santo Padre Benedetto XVI è tornato alla casa del Padre e sarà ricordato come uno dei più grandi pontefici della storia. Da ieri, la sede romana non è più impedita, ma è VACANTE, cioè in attesa di un nuovo papa.

Mentre il mainstream insiste compulsivamente nel cercare di farvi credere alla fola del papa dimissionario-abdicatario, oggi riepilogheremo sinteticamente perché papa Benedetto è rimasto l’unico papa esistente fino al 31 dicembre 2022. Di seguito vi riportiamo la Declaratio correttamente tradotta dal latino: potrete confrontare QUI le due versioni e trovare QUI l’approfondimento. Considerate che, giuridicamente, l’unica versione che conta è quella latina.

Carissimi Fratelli,

vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il munus  petrino (1) . Sono ben consapevole che questo munus, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando (2). Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo (3), è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministerium a me affidato (4). Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministerium (5) di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, (6) la sede di Roma, la sede di San Pietro, (vacet) resterà vuota (7) e dichiaro che dovrà essere convocato il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice da parte di coloro ai quali compete (8).
Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice (9). Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio (10).

1) Compare il munus petrino, l’investitura divina di pontefice, l’”essere papa”, come da ultima versione del Diritto canonico del 1983. L’esercizio del munus si chiama ministerium, ed equivale a “fare” il papa. Benedetto XVI sentiva di non avere le forze per esercitare il munus, per fare il papa. In effetti, era vittima di un ammutinamento: Vatileaks, nel 2012, dimostra che egli ormai non era più obbedito, tanto che il presidente dello IOR fu licenziato dal card. Bertone (del cui strapotere si lamentarono per iscritto 4 prelati) senza che lui ne sapesse nulla. Emerge anche il Mordkomplott evidenziato da Marco Lillo de Il Fatto Quotidiano: un progetto per uccidere papa Benedetto, confermato dal cardinale colombiano Dario Castrillòn nel 2015.

2) L’essenza spirituale del munus si compie non solo con atti pratici, ma anche spiritualmente, “nondimeno soffrendo e pregando”. Il can. 333.2 specifica che il papa “ha il diritto di determinare, secondo le necessità della Chiesa, il modo, sia personale sia collegiale, di esercitare tale munus”. Quindi Benedetto ha deciso di fare il papa in modo immateriale, solo soffrendo e pregando, rinunciando di fatto all’aspetto pratico tipico del ministerium.

3) Come leggete, qui papa Benedetto si riferisce proprio alle opere e alle parole: “governare la barca di Pietro” e “annunciare il Vangelo”, cose pratiche per le quali sente di non avere più la forza.

4) Lui sente di non poter amministrare bene, cioè completamente  il ministerium anche con le opere e con le parole…

5) …così, dichiara di rinunciare al ministerium, cioè a “fare” il papa. Per l’abdicazione, il can. 332.2 richiede invece inderogabilmente la rinuncia al munus, all’essere papa. Come spiega la giurista Estefania Acosta, è vero che talvolta munus può essere sinonimo di ministerium, ma ministerium non può mai essere sinonimo di munus come “essere” papaperché vuol dire sempre e solo “fare”, esercitare la carica. Benedetto ha rinunciato a fare il papa, non a esserlo.   

6) Altro elemento colossale di invalidità per una impossibile rinuncia al papato: il differimento dell’entrata in vigore. Come spiega il canonista Francesco Patruno, confermato dal giurista Antonio Sànchez: “L’atto di rinuncia, come anche l’accettazione al papato, appartengono al novero dei cosiddetti atti giuridici puri, ovverosia a quella categoria di atti che non ammettono l’apposizione di un termine e/o di una condizione. Sono atti che esplicano i loro effetti immediatamente e non tollerano differimenti di sorta ad una certa ora futura o il verificarsi di eventi futuri ed incerti. Un cardinale che accetta l’elezione papale non può dire «Io accetto l’elezione, però questa avrà efficacia a partire da una certa data». Analogamente la rinuncia”. Peraltro, dopo le ore 20.00 del 28 febbraio, papa Benedetto non confermerà nulla né per iscritto né verbalmente questa rinuncia, come evidenziato dal teologo Carlo Maria Pace. Sarebbe impossibile, dato che il ministerium, legalmente, non può essere separato dal munus. Infatti tutto è rimasto sul piano puramente fattuale.

7) Elemento fondamentale: il verbo vacet in latino, letteralmente significa che la sede resterà “vuota, sgombra, libera”. E’ stato tradotto come “sede vacante” ma in modo del tutto erroneo, per i motivi giuridici di cui sopra, visto che la rinuncia fattuale al ministerium non produce abdicazione. Per questo motivo, papa Benedetto alle 17.00 del 28 febbraio prende l’elicottero e vola a Castel Gandolfo in modo che per le 20.00 la sede di Roma resti fisicamente “vuota, sgombra, libera”.

8) In questa altra frase oggettiva, papa Benedetto avverte che il prossimo Sommo Pontefice, (alla sua morte), dovrà essere eletto “da coloro a cui compete”. Cioè, o dai veri cardinali nominati da lui e da Giovanni Paolo II (e non quelli nominati da eventuali usurpatori) oppure, nel caso non si riesca a recuperare la sede, dal popolo di Roma, come nei primi secoli del Cristianesimo. In questo caso, la vera Chiesa di Cristo dovrà uscire dalla Sinagoga e rifondarsi ripartendo da zero.

9) Da questo momento papa Benedetto smette di fare il papa, perché impedito nel farlo e affida la Chiesa a Gesù Cristo. Al contempo, prega Maria affinché assista … i Padri Cardinali! (e non il popolo di Roma) nell’elezione del nuovo papa. Cioè, fra le due opzioni di “coloro a cui compete”, Benedetto prega Maria affinché la sede fisica possa essere riconquistata e che quindi possa avere luogo un vero conclave con veri cardinali.

10) Come leggete, lui avrebbe continuato a fare il papa solo con la preghiera.

Questa Declaratio, dichiarazione, che appunto non si chiama Renuntiatio, come previsto dalla Universi Dominici Gregis, è un geniale sistema antiusurpazione. I nemici di Benedetto, i cardinali massoni-modernisti della Mafia di San Gallo che sponsorizzavano Bergoglio, si sono accontentati di questa pseudo-rinuncia e ci si sono strozzati. Infatti, in italiano e in altre lingue volgari sia munus che ministerium vengono tradotti con la parola “ministero” (ministry, minstére, ministerio, etc).

Ma c’è una enorme distinzione: se il papa rinuncia al ministero-munus, ha abdicato e la sede è vacante. Se il papa perde il ministero-ministerium, la sede non è vacante, ma impedita e lui RESTA PAPA.

Così, il 1° marzo 2013 il cardinale decano ha convocato un nuovo conclave, con veri cardinali, ma illegittimo, perché a papa non morto né abdicatario. Da quel preciso momento la sede romana è totalmente impedita.

E questo cosa comporta? Lo spiega il can. 335: “Mentre la Sede romana è vacante o totalmente impedita, non si modifichi nulla nel governo della Chiesa universale”.

Dal 2013 siamo entrati nel “Pontificato d’eccezione”, dove in sede totalmente impedita è sospesa ogni attività giuridica. Bergoglio viene abusivamente eletto antipapa e non ha l’assistenza dello Spirito Santo (e si vede). Nulla di quanto fatto dall’antipapa Francesco in questi nove anni è legittimo. Bergoglio e i suoi sono scismati dalla Chiesa cattolica. Questa è la purificazione finale della Chiesa voluta dal Santo Padre Benedetto XVI.

Era l’unica cosa che potesse fare: se, per reagire all’ammutinamento, Benedetto avesse cominciato a scomunicare a destra e a manca si sarebbe solo fatto odiare ancora di più, consolidando quella sua immagine di “arcigno teologo germanico” cucitagli addosso dal mainstream. Se avesse continuato a subire passivamente sarebbe stato fatto fuori e alla sua morte ci sarebbe stato un conclave legittimo.

In questo modo, invece, egli ha messo alla prova, “indotto in tentazione” (nel vero senso del Padre Nostro) i cardinali a lui infedeli: ha fatto appena “un passo di lato” di fronte ai lupi e quelli sono finiti nella trappola da soli. In nove anni, i lupi hanno dimostrato cosa sono e cosa vogliono. Come diceva Ticonio, teologo amatissimo da Ratzinger, la Chiesa di Cristo si sarebbe dovuta ritirare per far venire alla luce la “chiesa del diavolo” QUI .   

Adesso attenzione: la Chiesa, dal punto di vista spirituale è salva, ma da quello materiale è tutto da decidere. Il prossimo conclave dovrà essere composto solo da cardinali pre-2013, altrimenti verrà fuori un altro antipapa e la Chiesa canonica visibile sarà finita per sempre.
Andrea Cionci, qui.

Quindi, riepilogando, a causa della sua incapacità di amministrare materialmente il ministerium, si sarebbe dovuto nominare un tutore, un luogotenente, un delegato, un facente funzione, un amministratore, insomma uno che svolgesse, per conto del papa, la parte materiale della funzione di papa che lui non era più in grado di svolgere, NON eleggere un nuovo papa. Il quale è pertanto abusivo, in poche parole un antipapa, come più di qualcuno ha detto fin dall’inizio: un antipapa al servizio dell’Anticristo. E credo che la cosa si possa intendere anche in modo laico, valida per credenti ma non meno per non credenti. Io per esempio non ho alcuna difficoltà a ravvisare l’equivalente laico di un Anticristo in Soros, o in Zuckerberg, o in Dorsey, o in Greta (non a caso paragonata a Cristo dall’arcivescovo di Berlino Heiner Koch, non a caso nominato arcivescovo da Francesco; da altri paragonata ai profeti della Bibbia, definita successore di Cristo e inserita nei corsi di religione): attivi, tutti costoro, spiriti del Male, propugnatori del Male, costruttori del Male. D’altra parte già in tempi non sospetti è stato detto che l’Anticristo «personaggio affascinante che riuscirà a influenzare e a condizionare un po’ tutti […] sarà un convinto spiritualista, un ammirevole filantropo, un pacifista impegnato e solerte, un vegetariano osservante, un animalista determinato e attivo.» Con l’avvento dell’antipapa direi che i Tempi sono maturi, e ciò che sta avvenendo intorno a noi lo sta dimostrando.

barbara

GRETA, PRESTO, CHAMA I POMPIERI

che la nostra casa brucia!

-40°C! La vita si ferma in U.S.A e Canada! Il Natale più freddo da decenni con un’enorme tormenta

E meno male che hanno un sacco di pannelli solari e pale eoliche per scaldarsi

NOTA: quest’ultima è roba dell’anno scorso: adesso tentano di raccontarci che questo “evento estremo” di quest’anno è un’assoluta rarità, segno ineluttabile dei famigerati cambiamenti climatici (succeduti al riscaldamento globale a sua volta succeduta alla glaciazione) che determinano l’emergenza climatica, ma questa è una balla, l’ennesima balla.

barbara

CHE COSA SANNO, LORO, CHE NOI NON SAPPIAMO?

Te lo spiego io, cara, che cosa sanno loro che tu non sai. Due cose, fondamentalmente: come si educano i figli per farne degli uomini in grado di affrontare la vita e non dei bambocci viziati che crollano di fronte al primo “no” che la vita mette loro di fronte, e che tu sei una testa di cazzo. Vogliamo vedere qualche dettaglio? Vietato alle tate usare smartphone e tablet “in presenza” dei bambini: sono in presenza dei bambini quando sono in servizio, nel tempo in cui sono pagate per badare ai bambini. Se tu stai usando smartphone o tablet NON STAI GUARDANDO I BAMBINI che sei pagata per guardare. Tu hai un’idea di che cosa può succedere se si perde di vista un bambino anche solo per un attimo? Io sì: può succedere che metta le mani sulla piastra rovente del fornello elettrico, può succedere che si butti sotto una macchina, può succedere che finisca nel recinto del gorilla. Immagino che anche ai camionisti sia vietato usare smartphone e tablet mentre sono in servizio, e ai chirurghi, e ai professori (no, questo non lo immagino: lo so), ai controllori di volo: chissà che cosa sapranno tutte queste categorie, chissà di quale complotto planetario sono a conoscenza, che noi non sappiamo. Monitoraggio dei siti visitati dai figli: davvero la trovi una cosa strana? Davvero la trovi una cosa di cui chiederti il perché? Mi correggo su quanto detto prima: non sei una testa di cazzo: sei una testa di cazzo al cubo. Ho visto che hai una figlia: sono desolata per lei. Uno poi potrebbe farsi venire qualche dubbio se il divieto fosse perenne, ma stiamo parlando di divieto, o di semplici limitazioni, a bambini e ragazzini: è possibile che venga in mente di cercare pericolosissimi misteri in questo senza essere una testa di cazzo al cubo? E mandano i figli nelle scuole in cui non si usa quella roba: lo sai perché? Perché quelle scuole lì sono più serie, più severe, più formative. E per finire manca il termine di confronto: dopo avere verificato che quei personaggi lì pongono ai figli bambini severe limitazioni all’uso di quegli strumenti e controllano quali siti visitano, ti sei presa la briga di verificare se c’è gente che si comporta allo stesso modo in altre categorie professionali, che so, insegnanti, commesse, postini, contadini, avvocati, falegnami, infermiere, bancari, architetti, contabili, benzinai? No, vero? Visto che ho ragione che sei una testa di cazzo? (Vabbè, alla fine della requisitoria lo confesso: questo post è tutto un bluff. Neanche io uso smartphone e tablet, proprio non li possiedo. Perché? Perché io so quello che voi non sapete: lì dentro ci sono le scie chimiche che quando li usate vi entrano dall’orecchio e poi da lì passano al cervello e ve lo fulminano).

E in fatto di cervelli fulminati, non può mancare lui, mister “end of quote, repeat the line”

Ho letto le smentite della Casa Bianca: non è vero che ha detto quella cosa lì, ha detto let me repeat perché è un argomento importante e vuole essere sicuro che il messaggio arrivi, e sinceramente non so se sia più penoso il demente o chi si prodiga in simili arrampicate sugli specchi cercando di convincere il mondo intero che abbia detto qualcosa di diverso da quello che il mondo intero gli ha sentito dire. E basterebbero, se ancora non ne fossimo certi, le leggerissime smorfie delle due pur controllatissime statue alle sue spalle, la bocca di lui che si storce, gli occhi di lei che si stringono.

E si noti, tra l’altro, la didascalia: l’ordine esecutivo che sancisce il diritto all’aborto si chiama “diritto riproduttivo”: caro Orwell, sei un dilettante!

Sempre restando in tema di gente spostata, vi è per caso capitato di pensare che Greta sia un bel po’ nazista? Beh, a me sì, e avevo ragione! E a proposito di ecologia e salvaguardia dell’ambiente eccetera, guardate un po’ che bei tre video che vi regalo!

Soprattutto, mi raccomando, evitiamo di inquinare l’aria

Tornando al primo pezzo, vedete, lo sanno anche loro che i figli vanno indirizzati, e se con la dolcezza non funziona, magari è il caso di essere un po’ più energici

E ora due cose spettacolari: l’accoglienza dell’ambasciatore ucraino in Germania a suon di Melnyk raus

e la vittoria a Wimbledon, da dove i russi sono stati esclusi… di una tennista russa, ammessa grazie a una cittadinanza kazaka acquisita da pochi anni, ma moscovita purosangue, che sono quelle cose che proprio non hanno prezzo.

Infine godiamoci Veronika Zhilina, quattordici anni appena compiuti (e non importa quante volte si cade: importa quante volte ci si rialza)

barbara

QUANDO SI DICE

Quando si dice la transizione verde

Quando si dice la democrazia

Quando si dice metti la mascherina che c’è il virus

Quando si dice l’informazione

cadendo in verticale senza rompere il soffitto! Certo che sono davvero dei fenomeni questi costruttori di razzi russi.

Quando si dice l’inclusione

Will Thomas è un nuotatore, ma talmente schiappa che stava al 462° posto. Un giorno però ebbe un’idea geniale: decise di farsi chiamare Lia, e di colpo passò dal 462° posto nello stile libero maschile al primo posto in quello femminile. In altre parole, in nome dell’inclusione le ragazze sono state di fatto escluse dalle competizioni femminili.
Ora ha vinto i 500 SL nei campionati universitari di nuoto ad Atlanta, stracciando tutte. Ma la seconda, terza e quarta classificata hanno mandato un esplicito messaggio, ricomponendo, insieme, il loro podio, quello vero. Quello delle ragazze.

Forse la cosa giusta da fare, da parte delle ragazze, sarebbe di restar ferme sulla pedana di partenza e lasciare nuotare da solo il cazzoforo, ma è anche possibile, coi tempi che corrono, che il rifiuto di competere con una persona a causa del suo “genere percepito” sia punibile con l’espulsione dal gruppo sportivo.

Quando si dice mi mancano le parole

Quando si dice che il nazismo ucraino è una balla inventata da Putin

Lorenzo Capellini Mion

Kyev, Ucraina

La guardia d’onore del reggimento del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky rende omaggio al funerale di un membro della divisione delle SS Galichina.
Era il giugno 2021.
Le SS in Ucraina si resero responsabili di eccidi con pochi paragoni quanto a ferocia, in special modo contro ebrei e polacchi.
È solo uno delle diverse centinaia di esempi che si potrebbero fare come centinaia statue e strade intitolate ai collaboratori nazisti in Ucraina dove, dopo il colpo di Stato del 2014, i governi che si sono susseguiti hanno eretto monumenti in onore di collaboratori dei nazisti e di autori dell’Olocausto ad un ritmo sbalorditivo.
Ve lo lascio qui come spunto per quando si sente parlare di denazificazione.

Quando si dice l’abito non fa il monaco

Quando si dice che solo i dissidenti russi hanno il coraggio di sfidare il potere presentandosi in televisione con un cartello controcorrente

Quando si dice i bei tempi di una volta

barbara

LO SAI QUAL È LA COSA BRUTTA DELL’INVERNO?

La cosa brutta dell’inverno è che fa freddo. E perché è brutto il fatto che fa freddo? Perché gli automobilisti viaggiano coi finestrini rigorosamente chiusi. E perché è brutto il fatto che gli automobilisti viaggiano coi finestrino chiusi? Perché quando su una strada piena di pozzanghere grandi e profonde uno stramaledetto figlio di puttana ti passa a cinque centimetri di distanza a velocità folle inzaccherandoti dalla testa ai piedi (sì lo so, in realtà sarebbe da piedi alla testa, ma il modo di dire è dalla testa ai piedi e così lo lascio) e tu gli urli “Puttana to mare!” (in questo caso anche noi veneti lasciamo la doppia, perché senza la doppia sarebbe una normale interlocuzione e non l’espressione di un’incazzatura quasi omicida e non sono neanche tanto sicura che il quasi ci debba stare), lui non ti può sentire. E la frustrazione è alle stelle.

Poi sì, anche il fatto che grazie ai gretardi la bolletta bimestrale del gas per un normale appartamento ammonti a mille euro meno qualche spiccio e quella della luce a oltre centotrenta non è una cosa proprio bellissima.

Non è tanto entusiasmante neanche i fatto che siccome anche il covid, come tutte le influenze, in inverno peggiora, qualcuno se ne approfitti per sentirsi il Padrone dell’Universo e comportarsi come tale.

Vero tutto, ma il valore catartico di urlare a qualcuno “Puttana to mare” e riuscire a farsi sentire, credetemi, non ha paragoni, non ha prezzo, ed è più salutare di una bomba vitaminica.

Vabbè, facciamoci tirare un po’ su il morale con i bambini, con la luna, e con Beethoven. Anche se il ghiaccio è freddo.

barbara

SE PER ESEMPIO

Se per esempio sostituissimo davvero tutte le auto vere con le auto elettriche. Prima una riflessione di puro buon senso.

Fabrizio Santorsola

L’auto elettrica – la più grande truffa che il mondo abbia mai visto?
Qualcuno ci ha pensato?
“Se tutte le auto fossero elettriche… e dovessero restare bloccate in un ingorgo di tre ore nel freddo di una nevicata, le batterie si scaricherebbero tutte, completamente.
Perché nell’auto elettrica praticamente non c’è riscaldamento.
Ed essere bloccato in strada tutta la notte, senza batteria, senza riscaldamento, senza tergicristalli, senza radio, senza GPS per la batteria tutta scarica, non deve essere bello.
Puoi provare a chiamare il 911 e proteggere le donne e i bambini, ma non potranno venire ad aiutarti perché tutte le strade sono bloccate e probabilmente tutte le auto della polizia saranno elettriche.
E quando le strade sono bloccate da migliaia di auto scariche, nessuno potrà muoversi. Le batterie come potranno essere ricaricate in loco?
Lo stesso problema durante le vacanze estive con blocchi chilometrici.
Non ci sarebbe in coda la possibilità di tenere accesa l’aria condizionata in un’auto elettrica. Le tue batterie si scaricherebbero in un attimo.
Naturalmente nessun politico o giornalista ne parla, ma è questo che accadrà.
Testo da me liberamente tradotto, ripreso da Marian Alaksin (Repubblica Ceca)

Poi un articolo con un po’ di calcoli.

Giancarlo Lehner

A proposito della moda del green, qui e subito, una delle più strampalate mistificazioni della storia, cito i seguenti inoppugnabili dati dall’articolo di Dario Rivolta, uno studioso che ragiona e non vende fumo:
«Un parco eolico da 100 megawatt richiede trentamila tonnellate di minerali ferrosi, cinquantamila tonnellate di cemento e almeno novecento tonnellate di plastica e resina.
In un impianto solare della stessa potenza, il ferro e l’acciaio necessari sono tre volte tanto e solo il cemento sarà impiegato in quantità minore che nell’eolico.
Nel progetto lanciato dall’Ue la produzione di energia elettrica derivante da questi impianti dovrebbe passare dai 1500 gigawatt di oggi ad 8000 GW entro il 2030. Il calcolo dei materiali necessari che bisognerà estrarre dalla terra è presto fatto. E lo si dovrà fare con i vecchi metodi industriali.
Inoltre, molti dei componenti che dovranno essere utilizzati appartengono al gruppo di quei minerali che vanno sotto il nome di “terre rare”.
Alcune di loro portano nomi sconosciuti come i lantanidi, lo scambio, l’ittrio, l’eurobio, il lutezio ecc.
Di altri minerali abbiamo forse già sentito parlare:
niobio
tantalio
tungsteno
litio
tellurio
selenio
indio
gallio
Oltre a queste, per creare l’elettricità e stoccarla nelle batterie occorrono anche grandi quantità di cobalto, manganese, nickel, stagno, grafite, rame ecc.
Nella maggior parte dei casi, nonostante l’aggettivo (rare) attribuito ad alcune di queste materie, non si tratta di presenze scarse sul nostro pianeta ma sono minerali dispersi all’interno di rocce che devono essere estratte e lavorate.
Per ottenere un chilo di vanadio bisogna lavorare otto tonnellate di rocce; per un chilo di gallio ne occorrono cinquanta, mentre per ottenere il lutezio in eguale quantità bisogna raffinarne ben duecento tonnellate.
Tutte queste lavorazioni si fanno con l’impiego di grandi quantità di acqua e solventi.
La lavorazione necessaria è così deleteria per l’ambiente circostante che si spiega perché la maggior parte dei Paesi del mondo ha rinunciato ad estrarli, lasciando che sia la Cina ad occuparsi della produzione (e relativa fornitura) di almeno due terzi della domanda mondiale.
Un altro esempio: in una macchina a propulsione elettrica circa duecento chili di quanto pesa in totale sono indispensabili per il funzionamento della batteria e per la sua protezione.
Si tratta di un quantitativo corrispondente a sei volte quello presente nelle auto tradizionali.
Bisogna aggiungere che per la trasmissione dell’elettricità derivante dagli impianti solari, eolici e dall’idrogeno, le reti di distribuzione oggi esistenti saranno riutilizzabili solo in parte.
Serviranno enormi quantità extra di rame per gli elettrodotti e migliaia di tonnellate di acciaio per le nuove tubature necessarie al trasporto dell’idrogeno.
I prezzi schizzeranno alle stelle, causando una nuova e lunga inflazione anche su tutti i prodotti a valle.
Al nuovo ingente sfruttamento delle risorse naturali per procedere verso la “transizione verde” vanno aggiunte le conseguenze socio-economiche all’interno delle nostre società. L’Europa (così come- forse- gli Stati Uniti) si è data l’obiettivo di passare ai nuovi sistemi entro il 2030 e completare il processo entro il 2050, mentre la Cina ha dichiarato che raggiungerà il picco delle proprie emissioni di CO2 solo nel 2030 e raggiungerà l’obiettivo finale non prima del 2060. Per l’India il passaggio richiederà ancora più tempo.
È allora evidente che, negli anni che faranno la differenza, si creerà un divario crescente nei costi di produzione industriali tra i due mondi e certo non a vantaggio delle imprese europee. Con conseguenti crisi che colpiranno molti lavoratori e molte aziende.
Sotto l’aspetto politico va anche aggiunto che, pur riuscendo a liberarci dall’oligopolio dei produttori di gas e petrolio, ci metteremmo, noi europei, totalmente nelle mani dei nostri nuovi fornitori di minerali rari e materie prime.
Va aggiunto che gli utenti dovranno sostituire le loro caldaie per il riscaldamento, tuttora a gas o gasolio, con pompe di calore azionate dall’ energia elettrica da fonti rinnovabili.
Gli automobilisti dovranno rottamare i loro veicoli a benzina, a gasolio o ibridi per sostituirli con autovetture solo elettriche che però, con la tecnologia attuale, non consentiranno loro di andare da Milano a Roma senza fermarsi qualche ora per ricaricare le batterie».
L’imperialismo del regime comunista cinese evidentemente ha pagato e strapagato politici, scienziati (quelli non mercenari non vengono ascoltati) e addetti all’informazione, per montare la mitologia del green.

E tutto questo bordello sarebbe per fermare i “cambiamenti climatici” per via del fatto che ci sarebbe in atto una “emergenza climatica”. Siccome so che purtroppo c’è ancora in giro gente che crede a questa ridicola favola, ricordo che le cose che strilla istericamente la piccola analfabeta ritardata psicopatica mitomane allo scopo preciso di terrorizzare le masse (“voglio che siate terrorizzati” – e riuscendoci perfettamente), ossia che abbiamo ancora dieci anni prima che sia troppo tardi, come già è stato ripetutamente documentato in questo blog, venivano strillate anche dieci anni fa, e venti anni fa, e trenta anni fa, e quaranta anni fa, e cinquanta anni fa. E se i signori della dittatura del terrore climatico avessero ragione, ciò significherebbe che da quarant’anni il pianeta non esiste più  e noi siamo zombie vaganti nello spazio. Fermo restando che, se anche un’emergenza climatica ci fosse – ma non c’è – il solo pensare di poter intervenire sul clima sarebbe puro delirio di onnipotenza. E qualcuno farà bene a cominciare a ridimensionarsi.

barbara

IL TERRORE CORRE SUL FILO

del clima.

Cop26, il catastrofismo climatico per giustificare un autoritarismo sempre più marcato

A Glasgow, in occasione della nuova Conferenza internazionale sul clima, la Cop26, i principali leader mondiali parlano con una voce unica. Ed è quella del catastrofismo.

I discorsi fanno rabbrividire, parrebbe di essere presenti ad un convegno di millenaristi di tempi antichi. La fine del mondo è dietro l’angolo e manca anche la speranza di una vita e di una salvezza dopo la morte. Johnson apre subito dicendo che noi, senza rendercene conto, viviamo in un film di 007. Come “… James Bond in quei film in cui deve disinnescare un macchinario mortale pochi minuti prima che scatti, ma questo non è un film”. E quindi “Dobbiamo disattivare questo dispositivo del giorno del giudizio”. Il massimo lo raggiunge il principe Carlo: “Il mondo deve mettersi in una disposizione di spirito bellica, da ultima spiaggia, di fronte alla sfida dei cambiamenti climatici che incombono sul pianeta”.
Ma chi devono convincere? Perché parrebbero veramente tutti d’accordo. Mancano i leader di Cina e Russia, che hanno mandato i loro ministri. Non sono assenze da poco, considerando che Xi Jinping governa in modo assoluto sul Paese più inquinante del pianeta e Vladimir Putin su quello geograficamente più vasto, nonché seconda potenza nucleare (civile e militare) del mondo. Ma non sono i due leader antagonisti all’Occidente quelli a cui i messaggi sono rivolti. Non sono neppure menzionati, tanto meno contestati. E allora a chi sono rivolti tutti questi messaggi terrorizzanti? A Greta e agli ecologisti più radicali, che erano in piazza a Glasgow a spronare ancora più allarmismo? Non solo a loro. Non ce ne sarebbe bisogno.
Il target dei messaggi allarmistici dei capi di Stato e di governo riuniti alla Cop26 siamo noi. Noi, cittadini dei Paesi che governano. Quel che sta avvenendo, infatti, è un grande sforzo, da parte degli Stati, di cambiare modello economico, con il consenso, esplicito o anche solo passivo, di tutti i principali imprenditori. Questo è un tentativo di fare un “New Deal” mondiale. E, se quello di Roosevelt, almeno, aveva lo scopo di salvare il capitalismo (“da se stesso”), questo nuovo “Green New Deal” ha invece lo scopo teorico di salvare il pianeta dal capitalismo.
Mario Draghi, che piace ai liberali di oggi così come Roosevelt piaceva a quelli di allora (salvo Ludwig von Mises, Ayn Rand e pochi altri deplorables), parla da utopista e costruttivista, nel momento in cui afferma, alla conclusione del G20: “Stiamo costruendo un nuovo modello economico e il mondo sarà migliore”. [Come dopo la rivoluzione francese. Come dopo a rivoluzione d’ottobre. Come dopo la rivoluzione cinese. E quella cubana. E quella cambogiana – soprattutto si raccomanda quella cambogiana – eccetera] Un mondo migliore, né più, né meno. E come? Lo spiega alla Cop26: “Dobbiamo rafforzare i nostri sforzi sui fondi per il clima, far lavorare insieme pubblico e privato. Decine di trilioni sono disponibili. Ora dobbiamo usarli, trovare un modo intelligente di spenderli velocemente. Abbiamo bisogno che tutte le banche multilaterali e in particolare la Banca mondiale condividano con il privato i rischi”.
Attenzione ai termini. “Far lavorare insieme pubblico e privato”, considerando i rapporti di forza reali, vuol dire far lavorare il privato a seconda degli interessi dettati dal settore pubblico, cioè dal governo. “Trovare un modo intelligente di spenderli velocemente”, riferito alle migliaia di miliardi (triliardi) di cui parla Draghi, vuol dire: spenderli come dice il governo, sui progetti scelti dallo Stato. Perché “in modo intelligente”, in un mercato libero, è infatti un’espressione priva di senso: in un sistema liberale l’intelligenza è quella dei prezzi che sono fissati spontaneamente dall’incontro fra domanda e offerta. Spendere le migliaia di miliardi, disponibili nelle tasche dei privati, “intelligentemente”, cioè in modo diverso da quel che avrebbero fatto i loro detentori, vuol dire solo una cosa: pianificazione. Curioso che Draghi affermi anche di volerli spendere “velocemente”. Prima che ce ne accorgiamo? Probabilmente sì, giusto, comunque, per mettere ancora più urgenza in un discorso che si basa sull’emergenza, sull’imminenza di una catastrofe, sul poco tempo a disposizione per compiere scelte irreversibili.
E i cambiamenti previsti dovrebbero essere ormai noti, nei numerosi documenti di studio su come ridurre l’aumento della temperatura. Dovremo rinunciare ai combustibili fossili. Quindi dovremo cambiare tutti gli impianti di riscaldamento e viaggiare su veicoli elettrici. Dove non è possibile trasformare i motori, si dovranno limitare al minimo indispensabile gli spostamenti. Greta dice che solo i capi di Stato e di governo potranno prendere l’aereo. E per la produzione di energia, per ricaricare le batterie dei nuovi veicoli elettrici? Ci saranno le energie rinnovabili (i più avveduti costruiranno o manterranno anche le centrali nucleari, ma in Italia no). E se non basterà? Si dovranno ridurre i consumi, si dovrà rieducare la popolazione ad uno stile di vita più spartano. Anche la dieta sarà colpita: almeno il 20 per cento di consumo quotidiano di carne in meno. Quindi qualcuno dovrà controllare anche quel che abbiamo nel piatto, tutti i giorni. La riforestazione è il primo punto su cui i partecipanti alla Cop26 hanno raggiunto un accordo. Sarà un ritorno al passato: le terre che ora sono destinate all’agricoltura saranno di nuovo coperte dalle foreste, come nel Medioevo.
Cambiamenti così drastici richiedono certamente che le preferenze dei consumatori siano “reindirizzate”, con o senza il loro consenso. Richiedono controllo e pianificazione. In parole povere: un autoritarismo sempre più marcato, perché un mercato lasciato libero e una democrazia in cui “rischia” di vincere un Trump o un Bolsonaro, sarebbero ostacoli sempre più inammissibili nel nuovo modello. Solo “la scienza” può fissare gli obiettivi dei nuovi pianificatori che, si presume, devono essere così bravi e preveggenti da fissare le giuste quote di produzione nel lungo periodo, al punto da limitare la crescita della temperatura ad 1,5 gradi nei prossimi 30 anni.
Stefano Magni, 3 Nov 2021, qui.

Credete che questo sia il peggio? Ridicoli! Ingenui! Illusi!

Quando l’ambientalismo diventa follia

Il manifesto del più puro ecologista: “Per il clima vostra madre e sorella saranno stuprate”. L’Olocausto? “Una stronzata”. “Sei miliardi moriranno”. Salviamo i giovani dai Nostradamus verdi

Manifestazione di Extinction Rebellion a Londra

Il più puro, il più idealista, il più indomito dei salvatori del pianeta, il fondatore di Extinction Rebellion Roger Hallam, al settimanale tedesco Die Zeit aveva liquidato l’idea che l’Olocausto fosse un evento eccezionale: “E’ un fatto che milioni di persone nella nostra storia sono state regolarmente uccise in circostanze terribili”, per questo “a voler essere onesti” l’Olocausto “è un evento quasi normale” e “solo un’altra stronzata nella storia dell’umanità”.
Ora il fondatore di Insulate Britain, le cui tattiche sono state elogiate anche sulla bibbia della scienza inglese The Lancet, ha pubblicato un manifesto che invita i giovani a intraprendere azioni illegali per salvare la loro generazione dall'”annientamento”. Scrive Hallam:
“Il punto finale del collasso sociale è la guerra in ogni città, in ogni quartiere, in ogni strada. Questo è ciò che accadrà alla tua generazione e questa spaventosa situazione rischia di diventare un luogo comune. Una banda di ragazzi entrerà in casa tua chiedendo cibo. Vedrai tua madre, tua sorella, la tua ragazza violentate in gruppo sul tavolo della cucina. [Bello il dettaglio del tavolo da cucina: vero che vi commuove?] Ti costringeranno a guardare, ridendo di te. Prenderanno una sigaretta e ti bruceranno gli occhi. Non potrai più vedere nulla. Questa è la realtà del cambiamento climatico….”. [Non che il nesso sia molto chiaro, ma a chi mai verrebbe in mente di chiedere i nessi a uno schizofrenico paranoide?]
Cameron Ford, un noto attivista di Insulate Britain, ha appena detto: “I prossimi tre o quattro anni determineranno il futuro dell’umanità. Il collasso della società arriva e poi vedi il massacro. [Ah questo sì: continuate a far lievitare le bollette con le vostre politiche del cazzo e a contare sulle padelle solari e sui cazzi con le pale, garantito che il collasso arriva] Vedrai stupri. Vedrai omicidi”. [Oddio, io un omicidietto in mente lo avrei, se devo dirla tutta].
Una volta era l’orso polare che vagava spaesato. Ora sono gli stupri. E sbaglieremmo a pensare che siano soltanto degli spostati. L’arcivescovo di Canterbury ha appena paragonato il cambiamento climatico alla Shoah di sei milioni di ebrei, chiedendo poi scusa. D’altronde, come dice Hallam, il mondo è “una camera a gas”.
Hallam, che ha scritto il manifesto mentre era in prigione per aver lanciato un drone intorno all’aeroporto di Heathrow, scrive: “L’azione deve essere drammatica, epica, oltraggiosa, senza paura e illegale. Pensa alla tua idea più ambiziosa e moltiplicala per dieci… Ti renderà un eroe e, soprattutto, potrebbe salvare la tua generazione dall’inferno”.

Hallam non è un passante dell’ecologismo. Il suo movimento ha raccolto il sostegno del Labour, del giornale della sinistra inglese The Guardian, di divi del cinema come Emma Thompson, Jude Law e Benedict Cumberbatch, e ovviamente di Greta Thunberg, che ha detto: “Extinction Rebellion è il movimento più importante e promettente della nostra epoca”. Una frase di Greta campeggia anche nell’edizione italiana del libro di Hallam. [Ma perché non andate a estinguervi tutti quanti, tutti insieme appassionatamente cazzo, se ci tenete tanto alla salvezza del pianeta]
Tutto questo clima apocalittico non ha nulla a che fare con la scienza. Nessuna banda di ragazzi stuprerà vostra sorella o madre e vi brucerà gli occhi. Andrà tutto bene. E no, quello che ha predetto Hallam non si verificherà (“sei miliardi di persone moriranno a causa del cambiamento climatico”). Ma è urgente salvare i giovani da questi Nostradamus verdi.
Giulio Meotti

Certo che uno che si porta addosso una faccia così, cos’altro può desiderare, poveraccio, se non di estinguersi!

E ora, prima che ci facciano venire la tentazione di suicidarci (no, non per il clima: per non dover più vedere le loro facce e sentire i loro sproloqui), regaliamoci un po’ di sana dissacrazione.

Non è servito a un accidente. L’ha spiegato, come forse manco Cacciari, una ricerca nientemeno della Nasa. Che passi per i novax. Però i sivax, colleghi nostri e adoratori benedetti della sacra molecola, spostino il culo e se la vadano a leggere. Narra in due parole, quell’Everest dello studio, di come la concentrazione di gas serra nell’atmosfera, in particolare di CO2 e metano, abbia continuato imperterrita a salire e se ne sia sbattuta alla grande dell’inquinamento antropico crollato via lockdown. Stop agli impianti, taglio delle emissioni, traffico spento, petrolio al minimo e pulizia che manco alla Dixan, finché, tirate le somme: record assoluto di gas serra. Altro che dopobarba inquinanti: come se tutte quante le mattine fossimo andati tutti quanti al bagno su sei miliardi di tir. Bon. E il bello deve ancora venire. Dove? Ma in America. Sarà quando gli elettori democratici, pressati a non fare pipì per i prossimi due anni nel tentativo estremo di salvare il pianeta, piangeranno le loro verdi lacrime prendendo atto che, quel porcone di Trump, ha vinto le elezioni perfino a Filadelfia facendo a chi piscia più lontano.
Andrea Marcenaro

Ma se poi a uno, considerando che questo branco di pazzi criminali sta spingendo verso non solo la cancellazione della vita umana, ma anche la distruzione del pianeta, come più volte ampiamente documentato in questo blog, fosse colto da qualche istinto sbarazzino, diciamo così, potrebbe invocare la legittima difesa (no, non preventiva: effettiva, visto che stanno già riducendo un bel po’ di gente alla fame con le bollette)? Non so voi, ma io dico di sì.

barbara

ANCORA CLIMA E AMBIENTE

Iniziamo con due parole ai giovani manifestanti anti-blablabla. Perché “no more blablabla” significa “basta chiacchiere a vuoto e passiamo ai fatti”, giusto?

-Ciao papi, allora me li dai i soldi per il nuovo telefono?
-No.
-Ma come no? Hai detto che forse me li davi se prendevo la sufficienza in Storia!
-E’ vero, ma è successo prima che tu andassi alla manifestazione Friday For Future.
-MA CHE C’ENTRA SCUSAAA?!!
-Intanto non urlare che provochi inquinamento acustico ed emetti anidride carbonica in quantità anomala. Ti spiego: vedi amore di papà, tu e tutti quei ragazzi in piazza mi avete fatto riflettere e ho capito che fino a oggi ho agito da irresponsabile, quindi farò qualcosa per il tuo futuro, proprio come avevi scritto sul tuo cartellone.
-MA IO HO BISOGNO DI QUEL TELEFONO!!!!
-Intanto non ti agitare, che la tua termogenesi aumenta, causando un notevole dispendio energetico. Ti spiego: il tuo telefono funziona ancora?
-NO!!! CIOE’ SI’, MA E’ RALLENTATO E POI E’ UN MODELLO DI UN ANNO FA!!
-Visto? Funziona, dunque è un falso bisogno, indotto dal consumismo esasperato che in piazza dicevate di volere abbattere. Pensa che grazie al tuo sacrificio ci sarà un telefono in meno da smaltire come rifiuto. Brava! Sono fiero di te!
-MA NOOO! DAI PAPI PERO’!!!!! GUARDA CHE LO COMPRO CON I SOLDI DELLA GITA SCOLASTICA AD AMSTERDAM EH…
-Ah. A proposito di gita, ti informo che non ci andrai.
-COOOOSAAA?!!!!
-Amore di papà, io mi sento così in colpa per quello che abbiamo fatto al pianeta che vi lasceremo, che mi sono informato e ho letto che il traffico aereo è uno dei maggiori fattori di inquinamento dell’aria. Ogni giorno più di 100.000 aerei rilasciano tonnellate di CO e UHC che danneggiano vegetazione ed ecosistemi, con un’azione climalterante che contribuisce in modo incisivo al surriscaldamento del pianeta.. Quindi non ci andrai. Brava! Sono fiero del tuo impegno per un’aria più pulita!
-NOOOO!!!! IO CI VADO IN GITA!!!
-Io non credo.
-SI’ INVECE!!!
-No tesoro, non ci andrai. Ma perché ti arrabbi che poi mangi troppo per il nervoso contribuendo alla sovralimentazione delle popolazioni dei paesi sviluppati? Hai chiesto tu che si facesse qualche sacrificio per l’ambiente e io sono molto fiero della tua coerenza!
-MA CHE C’ENTRO IO?!!!! DILLO AI POLITICI NO?!!!
-E cosa pensi debbano fare i politici?
-MA CHE NE SO IO! …ELIMINARE LA PLASTICA, GLI ALLEVAMENTI INTENSIVI…’STA ROBBA QUA INSOMMA…
-Bravissima amore di papà! Allora niente più scarpe da ginnastica in plastica, soprattutto quelle prodotte all’altra parte del mondo da persone della tua età, sfruttate e impoverite dal consumismo occidentale. E niente più Mac Donald’s, che deforesta e usa troppa chimica nei suoi prodotti.
– PAPAAAA!!! SMETTILA!!!
-Amore, non sbattere i piedi a terra in quel modo, che piccole variazioni in questo spazio fisico producono grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un altro spazio fisico.
-IO TI ODIO!!
-Per amore tuo lo sopporterò. Aggiungo che l’odio è un atteggiamento che innalza alcuni ormoni a sfavore di altri, poi dobbiamo andare dall’endocrinologo che sta dall’altra parte della città, e in bicicletta sai, è una bella pedalata! Te l’ho già detto che per salvaguardare l’ambiente e ridurre i consumi di combustibili fossili, ho deciso che la macchina si userà solo se la destinazione da raggiungere supera i dieci chilometri di distanza, come da raccomandazioni ecologiste? Dunque a scuola ci andrai a piedi. Tre chilometri sono una passeggiata salutare in fondo e sarai contenta che non ti accompagnerò più con l’inquinante automobile fino a davanti la porta della classe.
-Papi, dimmi la verità…ti stai drogando? Hai iniziato a bere?
-Ma no amore di papà. Anche noi andavamo ad Amsterdam con la scusa della gita, ma poi la cosa finiva lì.
-IO NON CI STO CREDENDO! MA FAI SUL SERIO?!!
-Sì amore di papà. Voi avevate ragione e noi torto, per questo cambierò i nostri comportamenti criminali nei confronti dell’ambiente. C’è un’altra cosa, da oggi in poi niente più capi colorati, perché per tingere i tessuti si utilizzano ogni anno 9 trilioni di litri di acqua e tonnellate e tonnellate di oltre 8000 sostanze chimiche che poi vanno nel terreno, nei fiumi e nel mare. Quindi vestiremo solo tessuti ecosostenibili, naturali, non tinti…Hai presente quel grigiolino, avanino? Al limite il giallino dei capi sbiancati al bicarbonato o il verdolino di quelli colorati con le erbe? E niente zainetti nordeuropei, visto che i tessuti sintetici come il Nylon creano ossido di azoto, un gas a effetto serra 310 volte più potente dell’anidride carbonica. La shopper in tela grezza del negozio di fiori andrà benissimo.
-MA PAPA’…C’E’ SCRITTO “DITELO CON UN BAOBAB”!!!
-Bello. Etnico, equosolidale, multiculturale, proprio come piace a noi… Ah! E basta anche con quei coloranti assurdi che usi per farti i capelli da disadattata, che sono un fattore inquinante considerevole visto che se ne usano 1.300 tonnellate l’anno solo nel nostro paese.
-BASTAAA! MAMMAAAA!!! PAPA’ E’ IMPAZZITO!!!
-Amore di papà, già che ci sei, dì alla mamma che la nuova macchina per il caffè la può vendere, perché si calcola che ogni giorno si debbano smaltire milioni e milioni di quelle capsule in alluminio colorate estremamente inquinanti.
-……….VOGLIO MORIRE!!!
-E gli assorbenti… Quelli, in stoffa. Da lavare e riutilizzare. Meno alberi abbattuti, meno sbiancanti, meno colla, meno ali, meno rifiuti.
-AAAAAHHHHHH!!!!!
-Ah, un’ultima cosa amore di papà, per una ragazza che voglia sembrare impegnata e responsabile come te, il 6 a Storia dopo mesi e mesi di insufficienze è un autentico VOTO DI MERDA!!, (ma visto che parliamo di un concime organico naturale, hihihhihihihi!!! Una goduria questo ecologismo.)

Perché è un fatto che una gran parte dei ragazzotti che seguono Greta all’unico scopo di saltare un giorno di scuola, fanno i gretini col culo degli altri, o meglio, credono di fare i gretini col culo degli altri, perché siccome per andare a manifestare non vanno a scuola, restano ignoranti e non si rendono conto che prima o poi le conseguenze della religione ecologica toccheranno anche il loro, di culo

Perché, come già detto, l’ecologismo è una religione fondamentalista estremamente pericolosa per quanto riguarda i fedeli, ma è un affare da miliardi di miliardi di euro per quanto riguarda i gran sacerdoti. E le tasche da cui dovrà uscire tutta quella immensa montagna di soldi  sono le nostre. Però vuoi mettere la gioia di poter tornare a vivere come ai ben tempi di una volta, liberi e felici e con l’aria pulita…

Giovanni Bernardini

IL SIGNOR MALTHUS

Gli esseri umani si procurano oggi ciò che è necessario alla loro esistenza usando tecniche, strumenti, modi di lavorare e produrre che hanno un impatto ambientale enormemente superiore rispetto a quelli usati in passato. Questa è una delle idiozie più largamente diffuse e propagandate dai mistici dello pseudo ambientalismo. La sostengono un po’ tutti, da papa Bergoglio a Greta Thunberg. In passato esisteva una dolce armonia fra uomo e natura, questa è stata brutalmente rotta dalla rivoluzione industriale. Da allora è iniziata la marcia dell’umanità verso la distruzione.
Ma stanno così le cose? Vediamo.
I nostri antichissimi progenitori erano cacciatori e raccoglitori. Si procuravano il cibo cacciando i più disparati animali e mangiando frutti erbe e bacche che trovavano sul loro cammino.
Proviamo a fare un esperimento mentale. Tralasciamo ogni considerazione su tutti i beni diversi dal cibo di cui oggi disponiamo. Limitiamoci alla pappa e facciamoci la seguente domanda: cosa succederebbe se noi OGGI ci procurassimo il cibo usando solo caccia e raccolta? La risposta è incredibilmente semplice: nel giro di pochissimo tempo distruggeremmo ogni traccia di vita animale e vegetale sul pianeta e morremmo a centinaia di milioni. Lo stile di vita dei cacciatori- raccoglitori era quanto di più distruttivo per l’ambiente si possa immaginare. Come mai allora qualche millennio fa l’ambiente non era a rischio? La risposta di nuovo è semplicissima: l’ambiente non era a rischio perché il modo usato dagli umani per procurarsi da vivere impediva lo sviluppo demografico. Gli uomini erano pochissimi, la mortalità altissima, la vita breve e difficile. Per questo caccia e raccolta, per quanto distruttive, avevano effetti molto limitati.
Le grandi rivoluzioni nei modi di produzione, a partire dalla invenzione dell’agricoltura e dell’allevamento nel neolitico, hanno introdotto modi di produrre più efficaci ed efficienti e a minor impatto ambientale. Questo e solo questo ha permesso il miglioramento delle condizioni di via degli esseri umani, l’allungamento della speranza di vita e lo sviluppo demografico.
I veri ambientalisti oggi dovrebbero chiedere che vengano introdotti modi di produrre energia e beni sempre più efficaci ed efficienti che, proprio per questo, hanno un minore impatto ambientale. Il nucleare è uno di questi. Produce enormi quantità di energia a costi limitati e ad impatto ambientale zero. L’eolico fa l’esatto contrario: produce poca energia a costi elevatissimi e ad altissimo impatto ambientale.
Non proseguo in un discorso che potrebbe diventare lunghissimo. Aggiungo solo una cosa: do per scontato che nessuno si proponga di ridurre di qualche miliardo di persone il genere umano. Molti mistici dello pseudo ambientalismo lo fanno: i più coerenti fra loro auspicano l’estinzione volontaria del genere umano (spero siano sinceri quando usano il termine “volontaria”). Altri, meno coerenti, a cominciare da Greta Thunberg, non arrivano a tanto ma questo è il senso delle loro farneticazioni: dobbiamo diventare tutti più poveri e ridurre drasticamente il nostro numero. Punto e basta. Resta aperto un problemino: CHI deve abbandonare questo mondo brutto e consumistico?
Ovviamente non scoprono nulla di nuovo. Il vecchio signor Malthus li ha anticipati di oltre due secoli. E dire che la sinistra del suo tempo lo considerava un terribile reazionario!

Ma naturalmente non lo chiederanno, perché se la religione è l’oppio dei popoli, l’ecologismo ne è il crack, che ha l’effetto di spappolare il cervello. E ora, prima di chiudere, ascoltiamo che cosa ha da dire il nostro pianeta, che tanto i signori ecologisti si affannano a voler salvare, a costo della distruzione dell’umanità.

(segue alla prossima puntata)

barbara