LA LICENZA

Di una licenza per le festività di fine anno, si tratta. Dalla guerra d’Algeria, quella guerra terribile, condotta senza esclusione di colpi da entrambe le parti: terrorismo indiscriminato, stragi, tortura generalizzata, rappresaglie, napalm… (il bellissimo “La battaglia di Algeri” di Gillo Pontecorvo ne dà un’idea piuttosto realistica), che alla fine farà contare 300.000 morti. In Algeria, come troppo spesso accade, il gruppo più estremista impone la propria egemonia sulle formazioni politiche più moderate; in Francia le scelte si giocano tra le varie ideologie. Il tutto sulla pelle dei ragazzi mandati a combattere.

«Volevo proporvi» cominciò lentamente Luc Giraud (e più tardi Lachaume pensò che quell’esitazione fosse sincera), «volevo proporvi» riprese «di andare, insieme ai comunisti e ai cattolici, di andare a far firmare una petizione per la pace…»
«Dove?» domandò ottusamente Lachaume, con voce strozzata.
«Ma nel quartiere, per esempio… Oppure… »
«Sentimi bene, Luc!» lo interruppe Jean Valette. «Non credi che sarebbe ora di avere qualche idea nuova? Non credi?» ripeté, alzando il tono. «Io sono soltanto uno sbarbatello dell’Unione della Gioventù, come dicono al Partito. D’accordo, ma ho comunque due parole da dire: cinquecentomila giovani dove fanno più scalpore, secondo te? In seno alle famiglie o là? Perché è la nostra gioventù che se ne va. Sotto tutti i punti di vista! Devo farti un disegno? La nostra gioventù e tutta la nostra vita, se continua così. Non parlo di quelli che ci lasciano le penne e dei tanti che ce le lasceranno. Sentimi bene: parlo di quelli che torneranno… Cos’avranno, loro, se continua così? Una motoretta, forse, con i soldi della paga che avranno messo da parte. Ma cos’altro? Cosa, oltre alla motoretta? Cosa nella testa? Cosa nel cuore? Tutta la nostra giovinezza, tutta la nostra vita che se ne va» ripeté con voce strozzata. «Dunque, cinquecentomila giovani non meriterebbero, secondo te, qualche idea nuova? Qualcosa di diverso dalle firme e dai palloncini che volteggiano con dei volantini attaccati al filo… Qualche idea semplice e incisiva. Perché, vedi, anche in cinquecentomila noi non sostituiamo le idee che mancano! E, a ben guardare, dovresti accorgerti che, da una parte come dall’altra, la sola idea che c’è siamo noialtri! I coloni dicono: con cinquecentomila soldati, alla lunga, vinceremo la guerra. E i compagni dicono: con cinquecentomila giovani là, alla lunga, si farà scalpore e si imporrà la pace. E noialtri, in tutto questo?» urlò d’improvviso. «E la nostra giovinezza che se ne va?»
E, interrompendosi di colpo, uscì dalla stanza per nascondere le lacrime.

È un libro cupo – come cupa è la tragedia che incombe sui tre protagonisti, e sugli altri cinquecentomila mandati a combattere, e sugli algerini contro cui si sta combattendo – e tuttavia bellissimo. Da leggere tutto d’un fiato.

Daniel Anselme, La licenza, Guanda
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barbara