Riletto dopo decenni. Dopo molti decenni. E rileggendolo ho avuto la sorpresa di trovare molte cose di cui non avevo il minimo ricordo, mentre ricordavo una cosa che non c’è affatto: il processo per stupro al negro innocente mi sembrava di ricordarlo concluso con un’assoluzione seguita da un linciaggio, minuziosamente descritto. Leggendo la reale conclusione del processo e le sue conseguenze, mi sono resa conto che evidentemente avevo confuso la vicenda con una analoga di un altro libro, probabilmente letto molto vicino nel tempo a questo; una ricerca in rete ha confermato che si trattava di Fermento di luglio di Erskine Caldwell. Ricordavo invece perfettamente, in tutti i dettagli, l’episodio della lettura alla vecchia vicina bisbetica ma, curiosamente, credevo che si trovasse in un altro libro. Quello che non è cambiato affatto dalla prima alla seconda lettura è la straordinaria bellezza del libro, molte pagine del quale sarebbero da incorniciare: l’avvocato seduto a leggere il giornale di notte davanti alla prigione in attesa di possibili linciatori, che infatti arrivano; il vicino “strano” che si fa vivo nei modi più impensati e inaspettati, fino alla tragedia che si materializza nelle ultime pagine; lo sceriffo che ostinatamente continua a “spiegare” come sono andate le cose, che in effetti “devono” essere andate così; la maestra che non si capacita della persecuzione degli ebrei da parte di Hitler – e ne approfitta per spiegare agli alunni la fondamentale differenza fra una democrazia e una dittatura – ma è ben contenta che il negro, nonostante nessuna prova sia stata prodotta, e numerosi indizi concreti portino a supporre una verità ben diversa, sia stato condannato a morte, perché “è ora che qualcuno dia loro una lezione, hanno alzato troppo la cresta”. E, al di là delle pagine da incorniciare, tutto lo straordinario affresco degli stati del sud e dei suoi cittadini per bene, cui settant’anni non sono bastati per digerire la sconfitta nella guerra di secessione e la conseguente abolizione della schiavitù. Non credo ci sia ancora molta gente che non lo ha letto, ma se per caso qualcuno ci fosse, raccomando caldamente di riempire al più presto la lacuna.
Harper Lee, Il buio oltre la siepe, Feltrinelli
barbara