E QUESTO È IL NOBEL PER LA FISICA

che non chiamo testa di cazzo perché non voglio offendere il cazzo con tale paragone improprio.

Il Nobel Parisi fa il grillino del clima

E allora? Torniamo alla candela? Al calesse? Aboliamo i cimiteri e, quasi del tutto, la doccia, come suggeriva Fulco Pratesi del Wwf? E soprattutto, c’era bisogno di premiare con il Nobel la tesi del ritorno all’età della pietra? Ieri, Giorgio Parisi, fresco del prestigioso riconoscimento dell’Accademia svedese, intervenendo alla Camera, ci ha deliziato con la sua teoria sulla decrescita: se il Pil “rimarrà al centro dell’attenzione”, avremo “un futuro triste”. E poi la solita requisitoria ai governi che non fanno abbastanza, che sul clima hanno ottenuto risultati “estremamente modesti”. Il “bla bla bla” di Greta Thunberg.
Ma è proprio così? Non ci permettiamo di competere sul piano della scienza con il professor Parisi. Ma non vorremmo neppure che la scienza fosse sommersa dall’ideologia. Perché, al contrario di quanto sostiene il Nobel tricolore, la scienza e la tecnologia offrono e offriranno parecchie soluzioni per rendere la crescita sostenibile. Il nucleare, anzitutto, quello di ultima generazione e quello che, forse già dagli anni Duemilaquaranta, potrà ricorrere alla fusione. E poi i sistemi per catturare l’anidride carbonica dall’atmosfera. Mentre altre soluzioni che ci spacciano per ecologiste, tanto amiche dell’ambiente (e dei diritti umani) non sono: basti pensare al ciclo di estrazione dei minerali necessari a costruire le batterie per le auto elettriche, allo sconvolgimento ambientale che quel processo comporta, all’abuso delle popolazioni del Terzo mondo, alla partita geopolitica delicatissima che si gioca attorno a un settore sul quale si è tuffata – e certo non in virtù di una genuina preoccupazione per la “casa comune” – la Cina di Xi Jinping.
Alla fine, aveva ragione Giulio Andreotti: questi verdi sono come i cocomeri, verdi fuori e rossi dentro. Ma con una puntina di giallo grillino: quel tocco di decrescismo “felice” che è una bufala scientifica e un pericolosissimo programma politico. Già, perché poi le transizioni ecologiche – e tanto più pervasivamente quanto più esse sono fondamentaliste – le paga il ceto medio. Quello al quale stanno raccontando che il salasso “è necessario”, se no entro qualche decennio moriremo tutti. “Le inondazioni, gli uragani, le ondate di calore e gli incendi devastanti di cui siamo stati spettatori attoniti sono un timidissimo assaggio di quello che avverrà nel futuro su una scala enormemente più grande”, minaccia Parisi. Bravo, bis, premio Nobel. Il destino volle che il fisico della Sapienza non se lo filò nessuno quando inventò le equazioni che descrivevano i quark, mentre, ora che supera a sinistra Greta e Vanessa, i cervelloni di Svezia sono caduti ai suoi piedi. È l’emergenza climatica, bellezza. Aveva ragione Cacciari: ogni scusa è buona per governare con lo stato d’eccezione.
Forse l’ambientalismo apocalittico ci porterà alla decrescita. Ma intanto, grazie alla moda green, tasche e fama di qualcuno cresceranno eccome…
Nicola Porro, 9 ottobre 2021, qui.

E niente, chiedo preventivamente scusa al cazzo ma bisogna che lo dica: Giorgio Parisi, sei una testa di cazzo. E mi torna in mente una recente discussione con una signora che si definiva “ecologista dalla testa ai piedi” e che “l’emergenza climatica” e che “è sotto gli occhi di tutti” e che “io leggo”. Quando le ho risposto che anch’io leggo, e trovo informazioni e dati molto diversi da quelli che dice lei, mi ha replicato: “Lei legge quelli, io leggo gli altri”. Replica due volte sbagliata: primo perché io non leggo “quelli” bensì tutti, e li metto a confronto, secondo perché ha ammesso che lei legge solo quelli che concordano con la sua ideologia. E così quando – un classico – le ho fatto notare, a proposito del presunto riscaldamento, che duemila anni fa Annibale ha potuto attraversare le Alpi con gli elefanti mentre oggi non si potrebbe fare perché le Alpi sono interamente coperte di neve e ghiaccio, mi ha risposto: “Evidentemente non è passato per le Alpi”, cioè il famoso “se i fatti non si accordano con l’ideologia, bisogna eliminare i fatti”. Compresi quelli storici. E a proposito di “rispetto per l’ambiente”, propongo una riflessione di Fulvio Del Deo sulle famigerate auto elettriche

LE “ECOLOGICHE” AUTO ELETTRICHE

I modelli più economici di auto elettriche (attorno ai 20.000 euro) hanno un’autonomia che non va oltre i 250 chilometri.
Se si è disposti a spendere di più (oltre i 60.000 euro) si può arrivare fino a ben 500 chilometri di autonomia.
La batteria delle auto elettriche in genere è garantita per 8 anni di vita. Sostituirla non conviene perché è più conveniente comprare una macchina nuova.
Ma le batterie esauste, che fine fanno? Come vengono smaltite?
Secondo il professor Paul Anderson, dell’università di Birmingham, intervistato dalla BBC, il problema è serio e pericoloso, e nessuna soluzione efficace è stata ancora adottata su vasta scala dai produttori.
Intanto, la produzione di batterie per e-car aumenta del 25% l’anno in media, e tra 10 o 15 anni la quantità di batterie da smaltire e riciclare sarà drammatica: le batterie a litio e ioni attualmente usate come propulsori delle auto elettriche contengono molti elementi pericolosi e inquinanti, dal cobalto al nickel al manganese.
Al momento, la media delle batterie riciclate si aggirerebbe attorno a un misero 5%. Le batterie delle e-car sono composte tra l’altro di centinaia di cellule e hanno mostrato una tendenza a esplodere se smantellate in modo non accurato.

E poi ci sarebbe questo piccolo dettaglio:

Siamo tutti d’accordo che queste infanzie siano sacrificabili? Che queste vite siano sacrificabili? Sono effetti collaterali accettabili per le nostre coscienze ecologiche? Ne vale la pena in cambio di un ambiente pulito? Cioè pulito qui, dove sta la nostra bella auto elettrica, perché in realtà è così che funziona

E più precisamente

E tornando al nostro superfisico secondo cui non è il PIL la cosa importante, cioè i soldi: supponendo per un momento che le auto elettriche fossero la soluzione per un ambiente migliore, io 60.000 euro in banca non li ho, e neanche 20.000: me li regala lui i soldi per comprarla? E per le bollette maggiorate del 40%? E per tutto il resto? Niente, è sempre lì che bisogna tornare: è una testa di cazzo. Infatti non mi sembra che abbia neanche lontanamente accennato a questo

E d’altra parte, se non lo fosse mica glielo avrebbero dato il Nobel, no?

barbara