IL RESTO DELLA TRISTE STORIA DELLA POVERA DONNA SFRATTATA DALLA PROPRIA CAMERA ECCETERA

La storia comincia un po’ più di quattro anni fa, con queste immagini, e prosegue così (se poi volete dedicare due minuti anche a una storia amena andate anche qui).  Il tizio poi viene, fa il suo lavoro. Dopo una settimana piove e io devo quasi raddoppiare i recipienti, perché sono quasi raddoppiate le bocche d’acqua che mi si scaricano in camera. Urlo per un buon quarto d’ora al telefono col padrone di casa, anche se ovviamente non è colpa sua, comunque a questo punto si decidono a chiamare una ditta seria che fa la copertura della camera, e da allora non ho più avuto fastidi. Senonché di lì a qualche tempo si apre un altro fronte, nel soggiorno, e la stessa cosa succede dall’altra parte del muro, che ho in comune con l’appartamento adiacente. Di là ci sono addirittura le gocce che corrono lungo il muro, da me no, ma ogni volta che piove il muro e il soffitto si bagnano e restano bagnati a lungo, e col passare del tempo finisce per diventare così.

Fatto in due foto perché, non potendomi allontanare più di tanto, in una foto sola non ci stava. Quelli che seguono sono gli effetti di un’unica pioggia

Sempre per evitare casini con i proprietari degli appartamenti ai piani inferiori, che devono tirare fuori i soldi per i lavori riguardanti il condominio, pur non avendo, per il caso in questione, alcun problema, e quindi nessun vantaggio dall’esecuzione dei lavori, i proprietari dei tre appartamenti del quarto piano decidono di tentare di risolvere il problema con un lavoro limitato, ma la situazione non migliora, e a questo punto devono per forza decidere di rifare l’intera copertura della terrazza. Segue naturalmente tutta la consueta trafila burocratica, riunioni di condominio, bando per tre ditte di cui esaminare progetti e preventivi eccetera, e finalmente si arriva ad avere tutto pronto e deciso, e siamo verso la fine dell’inverno del 2020; decidono di iniziare i lavori verso maggio, in modo da avere, prevedibilmente, un periodo sufficientemente lungo senza precipitazioni alle spalle, per lavorare sull’asciutto, e ancora un discreto periodo asciutto dopo la fine dei lavori, oltre che durante. E a questo punto arriva il blocco totale per covid. Quando finalmente si potrebbe ripartire arriva il bonus 110, e si riferma tutto di nuovo, perché a questo punto tutti i condomini sono d’accordo sul fare i lavori, ma si dividono su che cosa fare e chi e quanto e come, e il tempo passa di nuovo. Finalmente arriva la riunione di condominio che decide tutto, a fine agosto, e si potrebbe finalmente partire, ma a causa dei vari blocchi precedenti e casini vari, la ditta non ha tutti i materiali necessari e per quanto ce la metta tutta ci vuole un po’ di tempo per procurarsi tutto il necessario. Poi, finalmente, possono cominciare, e iniziano a scoperchiare la base della terrazza per potere poi sistemare la copertura isolante e infine ricoprire tutto. Tre giorni dopo si è scatenato uno dei più terrificanti nubifragi da anni a questa parte, durato oltre 24 ore.
Continuazione e conclusione domani.

barbara

E OGGI UN’ALTRA

Oggi pomeriggio sono andata a fare l’ultima infiltrazione
infiltrazioni
– che insomma sì, c’è ben di peggio nella vita e io sono, ahimè, la prima a saperlo, però un bel po’ di male lo fanno anche loro, diciamolo – e quindi è davvero una bella cosa che siano finite. Senza contare che il giorno in cui la faccio poi devo stare a riposo quasi assoluto, che anche se io sono una che non fa praticamente niente, però quando sai che non puoi è proprio la volta che ti viene una gran voglia di portare su in soffitta quella roba – pesantissima! – che per il momento non ti serve, e arrampicarti sulla scala per sistemare quella cosa, e magari andare finalmente in spiaggia a farti una bella nuotatina e insomma, una gran palla. Ma non era di questo che volevo parlare, bensì del fatto che, avendo finito il ciclo, ho anche pagato. E ho pagato ESATTAMENTE LA METÀ di quello che mi costavano a Brunico. Di spendere di meno me lo aspettavo, ma la metà proprio no. Poi prima che uscissi il dottore mi ha detto che lui dopo 20-30 giorni dalla fine della terapia fa una visita di controllo gratuita, per verificare i risultati a distanza.
Ecco: evviva il trasferimento, evviva il cambiamento, evviva il sud (sì lo so, c’è gente che passa di qua che è pronta – non a torto – a spernacchiare sonoramente il “mio” sud, ma per me è proprio sud profondo, praticamente alla periferia di Città del Capo)!

Poi da alcune conoscenze fatte proprio in questi giorni ho saputo di un bravissimo fisioterapista-posturologo a cui penso di rivolgermi dopo il controllo, perché mi risolva gli ultimi residui di disturbi, in modo da rimettermi in sesto proprio per bene e tornare come nuova.

barbara