E se non basta, anche uno sciopero della fame contro il disumano trattamento di un povero prigioniero.
Breivik protesta in cella: «Caffè sempre freddo»
OSLO – In una lettera di 27 pagine indirizzata alla direzione del carcere, Anders Behring Breivik si è lamentato per le condizioni «disumane» della sua detenzione: caffè servito freddo in un thermos, poco burro da spalmare sul pane, censura della corrispondenza. «Dubito fortemente che esista un luogo di detenzione peggiore in Norvegia», denuncia l’estremista di destra che nel luglio del 2011 uccise 77 persone a Oslo e sull’isola di Utoya, in maggioranza adolescenti, inseguiti e freddati da distanza ravvicinata.
Il giornale norvegese Verdens Gang ha rivelato il contenuto della lettera, che la direzione della prigione non ha voluto commentare. Breivik, 33 anni, è rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Ila, vicino a Oslo, dov’è sottoposto a un regime di isolamento quasi totale in seguito alla condanna a 21 anni. La cella in cui è rinchiuso, si lamenta Breivik, non ha alcun tipo di arredo, né panorama; le manette, che gli vengono messe ai polsi per ogni spostamento, «sono vissute come una ferita mentale» e «provocano con la loro frizione dolorose abrasioni ai polsi».
L’estremista si lamenta tra l’altro delle ripetute perquisizioni dei tre ambienti della sua cella e di quelle corporali, che lo costringono a svestirsi completamente, e protesta perché non ha disposizione il telecomando per cambiare i canali della televisione. L’autenticità dei contenuti della lettera è stata confermata dall’avvocato di Breivik, Tord Jordet. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (qui)
Capite la tragedia? Costretto a vivere in TRE ambienti, peggio di un pollo in una stia! Altro che Asinara, altro che Guantanamo, altro che Siberia! Questa sì che è perversione, crudeltà mentale, barbarie allo stato puro. E gli misurano pure il burro, come se non bastasse: davvero, la mente si rifiuta di capire. Dico sul serio, ragazzi, qui bisogna fare qualcosa.
(E della meravigliosa riscossa israeliana no, per ora non parlo. In compenso vi spedisco a leggere questo e questo).
barbara