OGNI MEDAGLIA HA SEMPRE DUE FACCE

La Svezia per esempio ha questa

E poi ha questa

La Svezia apre alle spose bambine per “motivi speciali”

La socialdemocrazia capitola alla sharia e rigetta l’abolizione totale del matrimonio con minorenni. “E’ realtà nel paese”. Il relativismo morale li ha resi ciechi e paralizzati  

Il governo svedese dice sì ai matrimonio con le minorenni se ci sono “ragioni speciali”. E’ quanto afferma un disegno di legge che dovrebbe entrare in vigore il 1 luglio. L’opposizione di destra aveva chiesto il divieto totale di tutte le forme di matrimonio precoce. “Abbiamo ragazze e ragazzi in Svezia oggi, cioè cittadini svedesi, che convivono, che fanno sesso, che vivono insieme e che hanno figli insieme”, ha commentato invece il deputato socialdemocratico Hillevi Larsson.
La nuova proposta di legge abolisce l’attuale requisito di 18 anni per i matrimoni contratti in base al diritto straniero. Il governo lascerà alla magistratura decidere quali dovrebbero essere i “motivi speciali”. Secondo il testo giuridico, l’esenzione si applica se entrambe le parti hanno oggi più di 18 anni e la sposa era minorenne quando è stata sposata in Siria o in Afghanistan o in Somalia, prima di arrivare in Svezia. Nel 2016 si registrarono 132 matrimoni in cui la sposa era minorenne. In molti paesi africani si arriva a tassi del 50 per cento di matrimoni con minorenni. “È del tutto malato che non si possa semplicemente dire di no a qualcosa di così bizzarro come uomini adulti che hanno il diritto di sposare le bambine”, aveva detto Jimmie Åkesson, leader della destra dei Democratici svedesi. 
“Sentiamo parlare di questi casi tutto il tempo”, ha detto Sara Mohammad, fondatrice di GAPF, un’organizzazione svedese che si batte contro i matrimoni precoci. “Dobbiamo proteggere queste ragazze e abbiamo bisogno che la Svezia mostri al mondo che i matrimoni precoci non vanno bene”. Sara è arrivata in Svezia nel 1993 dopo essere fuggita dall’Iraq, dove suo fratello ha cercato di spararle dopo che era scappata dal suo matrimonio precoce. “Se la Svezia dimostra che questi matrimoni non sono consentiti, la maggior parte delle ragazze in matrimoni forzati non sceglierà di tornare dai propri mariti”, aveva detto alla Reuters. “Il governo deve dimostrare a queste ragazze che le proteggerà”.
Ma il relativismo morale li ha resi ciechi e paralizzati.
Giulio Meotti

Che è la stessa che abbiamo visto una, due, tre, quattro, cinque, sei, sette (ma forse anche di più) volte.

barbara

DEMOCRAZIA E LEGALITÀ

“Hasdarà” è una parola poco nota in ebraico ma in questi giorni la si è usata moltissimo. Ieri la Knesset ha respinto a larga maggioranza la legge sulla “Hasdarà” dimostrando ancora una volta che Israele è uno Stato democratico fondato sul rispetto dei diritti fondamentali e sul riconoscimento della divisione fra i tre poteri costituzionali: esecutivo, legislativo, e giudiziario. “Hasdarà” – derivativo di “séder” che vuol dire “ordine” – significa “sistemazione” o “regolamentazione”, ma si potrebbe anche dire “rimpolpettamento” oppure “pastetta”: nel senso di dare valenza legale a una cosa manifestamente illegale. Era successo che ai bordi del paese di Bet El (7000 abitanti) in Cisgiordania, un imprenditore aveva costruito cinque case su un terreno di proprietà di un palestinese, falsificando i permessi o comunque ingannando le venti o più famiglie che in buona fede avevano preso possesso delle abitazioni. La Corte Suprema decretava lo sgombero e la demolizione delle case abusive entro il 1° luglio. Le correnti più militanti in parlamento proponevano allora un provvedimento di sanatoria dell’atto illegale, sostenendo che non si demoliscono costruzioni abusive se il proprietario del terreno offeso non ne fa richiesta entro quattro anni. Era una legge intesa ad annullare retroattivamente una sentenza della Corte Suprema – legge che peraltro sarebbe stata subito impugnata davanti alla stessa Corte Suprema. Il significato poteva anche essere questo: se un palestinese costruisce illegalmente sul terreno di un ebreo, la casa si demolisce subito; se invece un ebreo costruisce illegalmente sul terreno di un palestinese, la casa resta in piedi. Bibi Netanyahu sembra abbia capito in tempo i limiti e le regole dello stato di diritto, e non ha accettato il gioco. Ha minacciato di licenziamento chi nel suo governo avesse votato a favore della proposta di legge. Alcuni ministri e deputati della coalizione hanno fatto la voce grossa, poi al momento del voto si sono squagliati tutti: due erano all’estero, altri al bar, altri ancora gravemente malati. E la legge della “Hasdarà” è stata respinta. Interessante in proposito il voto contrario dei deputati di Degel Hatoràh, una delle fazioni molto religiose-ortodosse. Secondo la legge ebraica, “non si può obbligare un uomo a vendere un campo se lui non vuole venderlo”. Questo l’ebraismo tradizionale lo sa da millenni. Ma tra i politici c’è sempre chi vuole fare un di più.
Sergio della Pergola

Strani scherzi fa la memoria, vero? Ogni volta che viene demolita una costruzione abusiva di palestinesi o di arabi israeliani, i nostri solerti giornalisti si dimenticano di dire che la costruzione era abusiva; ogni volta che viene demolita una costruzione abusiva di ebrei israeliani si dimenticano di dare la notizia: curioso, no? Ho l’impressione – correggetemi se sbaglio – che si dimentichino anche di dire di quella legge dell’Autorità Palestinese, sempre rigorosamente applicata, che prevede la pena di morte per chi vende proprietà agli ebrei. Forse, chissà, se ne dimenticano per via del fatto che le regole sono queste, e sgarrare può costare piuttosto caro. Se volete un compendio completo delle regole da rispettare, comunque, lo potete trovare qui:

con qualche altra precisazione qui. E infine un invito alla riflessione qui.

barbara