Ok alla legge anti-stalking carcere per i molestatori
ROMA – Chiunque minacci o compia atti persecutori nei confronti di qualcuno rischia il carcere fino a quattro anni. Se poi a molestare è il coniuge (anche separato o divorziato), il convivente o il fidanzato e se la molestia è rivolta a una donna incinta la detenzione può durare fino a sei anni. Sono le principali novità del testo approvato ieri dalla Camera che introduce il reato di “stalking” nel nostro ordinamento con un nuovo articolo: il 612-bis del codice penale. Il provvedimento è passato con una maggioranza quasi unanime: gli unici voti contrari sono stati quelli dei due deputati liberaldemocratici. Il disegno di legge sugli “atti persecutori” stabilisce anche che nei confronti del molestatore si possa disporre l’allontanamento fino ad un anno dalla casa o dal luogo di lavoro della vittima o anche, ad esempio dalla scuola dei figli. La pena aumenta se a “molestare” è il coniuge, anche se separato o divorziato, o il convivente o il fidanzato (anche ex). Si prevede più carcere anche se la vittima è un minore o un “diversamente abile” o una donna incinta e se gli “atti persecutori” sono stati commessi usando armi, o da “persona travisata”. Il delitto è punito sempre a querela di parte. Ma si potrà anche procedere d’ ufficio se il reato è commesso nei confronti di un minore o di un disabile. Prima di presentare querela, la vittima può anche raccontare il suo “calvario” alla pubblica autorità chiedendo che questa ammonisca il responsabile degli atti persecutori, prima di procedere con misure più gravi. Il testo prevede che il giudice possa intimare all’ imputato di non avvicinarsi ai luoghi normalmente frequentati dalla vittima. Per le vittime di stalking è istituito un numero verde nazionale per fornire una prima assistenza psicologica e giuridica.
30 gennaio 2009 (qui)
Ve le ricordate le reazioni all’annuncio dell’approvazione della legge? Ve lo ricordate l’entusiasmo? Ve le ricordate le manifestazioni di giubilo? Adesso finalmente… Era ora che si pensasse a proteggere le donne… Finalmente finirà questo stillicidio di assassini… Adesso non potranno più fare i furbi impunemente…
E ora? Una donna dietro l’altra assassinata dall’ex marito-compagno-fidanzato, e le notizie di accompagnamento sembrano fatte in fotocopia: lui la tormentava e lei lo aveva denunciato. Lui la perseguitava e lei lo aveva ri-denunciato. Lui l’aggrediva e lei lo aveva ri-ri-denunciato. Lui l’aveva minacciata di morte e lei lo aveva ri-ri-ri-denunciato. Poi lui l’ha ammazzata e allora è stato arrestato. Per un po’. Così anche per l’ultima della serie, Cristina Biagi,
NOTA: LA FOTO CHE COMPARIVA QUI, E CHE TUTTORA COMPARE SU GOOGLE IMMAGINI PORTANDO A QUESTO POST, È STATA RIMOSSA IN QUANTO NON APPARTENENTE ALLA VITTIMA BENSÌ A UN’OMONIMA, CON LA QUALE MI SCUSO.
assassinata l’altro ieri dall’ex marito *guardatecomesonoganzo guardatecomesonofigo iosonol’uomochenondevechiederemai*
per la quale leggiamo nell’articolo del Corriere: «Lei lo aveva denunciato spesso – racconta una vicina di casa dei genitori di Cristina Biagi – e lui veniva sotto casa a minacciarla». La vittima era tornata a vivere dai genitori insieme ai due figli e aveva presentato almeno due denunce contro l’ex marito per violenza e minacce. L’ultima denuncia è di dieci giorni fa. La Procura di Massa stava indagando e il pm aveva già affidato alcune deleghe di indagine. Già, la Procura stava indagando. Con calma, mi raccomando, che non vi rompiate il culo. Più o meno come quando qualche essere immondo viene arrestato per avere violentato un bambino di tre anni, e leggiamo che DUE ANNI FA era stato condannato a CINQUE ANNI per reati di pedofilia. In galera tutti i giudici, e se le galere sono poche, che se le costruiscano; nel frattempo dormano all’aperto nei sacchi a pelo. E staranno comunque meglio delle loro vittime. Noi, intanto, useremo i testi di quelle leggi come carta igienica, che almeno servano a qualcosa.
barbara