NEI DINTORNI DEL GOVERNO MELONI

Da dove vogliamo partire? Visto che c’è tanta gente che ama raccontarsi favole, io partirei proprio da quelle:

resta da capire chi potrebbero essere i sette nani. Vogliamo provare a fare qualche nome? Boldrini potrebbe andare? E quello – unico – che sta in aula con la mascherina: non ho bisogno di dire chi è, vero?

Poi ci metterei Serracchiani, Ronzulli, Draghi, Letta… Siamo a sei, e mi fermo, perché a me, e sicuramente anche a voi, ne verrebbero in mente a non finire, e quindi ognuno completi la lista come preferisce. A proposito di Serracchiani, nel caso vi fosse sfuggita, sentite questa che spettacolo (in rete potete trovare anche altri video ripresi da altre angolazioni che mostrano per tutto il tempo o quasi  la faccia della destinataria della replica):

Poi passerei a questo

a cui io secondo me manca una bella soppressa morbida tagliata a fette grosse co un bel goto de grinton, ma insomma la sostanza è quella, ci siamo capiti. Poi arriva il genio che dice

Riferite agli idioti rossobruni “sovranisti” (probabilmente sanno scrivere ma non leggere) che l’Italia produce appena:

– il 36% del grano tenero che le serve;
– il 53% del mais;
– il 51% della carne bovina;
– il 56% del grano duro per la pasta;
– il 73% dell’orzo;
– il 63% della carne di maiale e i salumi;
– il 49% della carne di capra e pecora;
– per latte e formaggi si arriva all’84% di autoapprovvigionamento. 

Per favore, sentite anche se tali idioti intendono campare con un terzo di panino con sopra spalmato del sovranismo, grazie.

A cui io rispondo: mi scusi signor genio, ma se stessimo producendo il 100% del nostro fabbisogno, le pare che a qualcuno potrebbe venire in mente di fare un ministero apposta per perseguire l’autosufficienza alimentare? Andiamo, su!
Naturalmente anche su questo la setta nana boldrinessa ha da dire la sua e anche questo è pane per i denti di Giorgia

La quale boldrinessa ha da dire la sua anche sulla scelta di Giorgia Meloni di essere chiamata il Presidente del Consiglio dei Ministri oltre che per il nome del partito che “dimentica le Sorelle”

(evidentemente la signora boldrinessa ignora l’origine delle parole “Fratelli d’Italia”); già in tanti le hanno risposto, e ora voglio farlo anch’io.

La parola presidentessa esiste (presidenta no), ma la presidentessa è quella del patronato, quella del gruppo che organizza la sagra della castagna, del comitato per la manifestazione di beneficenza, ma il Presidente del Consiglio dei Ministri è una funzione specifica e unica, è un ruolo specifico e unico, e va declinato con l’articolo relativo al ruolo. Così come abbiamo la direttrice della scuola, dell’asilo, della biblioteca, ma il direttore d’orchestra è una cosa diversa, è un ruolo specifico e unico. E non trovo molto senso nel dire la presidente, dal momento che il femminile specifico di questa parola esiste, sarebbe come dire il dottore e la dottore. Vero che etimologicamente è un participio presente e come tale indeclinabile e “ambosesso”, in cui il sesso è indicato dall’articolo, ma come molti participi (docente, cantante) viene usato come sostantivo, e quindi vale quanto detto sopra in relazione al ruolo, cioè la questione non è grammaticale, bensì semantica. Allo stesso modo c’è una differenza sostanziale fra il segretario e la segretaria: la segretaria è SEMPRE al servizio di una persona: la segretaria del direttore, dell’avvocato, del dentista, del notaio (ovviamente anche il segretario maschio quando svolge lo stesso tipo di servizio). Il segretario generale invece, ma anche il semplice segretario comunale, è al servizio di un’istituzione, cioè è una funzione, un ruolo, una carica, che prescinde dal sesso di chi lo svolge. Aggiungo che in diversi ambiti, anche se oggi probabilmente sempre più in disuso, i termini colonnella e generalessa indicano la moglie dell’ufficiale in questione, e tale denominazione non può essere usata per la donna che fa carriera militare e raggiunge il grado di colonnello o generale: suonerebbe come una presa in giro. E per favore, non mi si venga a parlare della Treccani (che qualcuno ha, non del tutto inopportunamente, suggerito di ribattezzare Treccagne, così le femministe saranno soddisfatte): se ci sono testi “scientifici” che affermano che il sesso biologico non conta nulla e che la persona è rappresentata unicamente dal genere che “si sente” in quel determinato momento e che può benissimo cambiare nel quarto d’ora successivo, perché adesso va di moda sostenere questo, pretendete che io prenda per vangelo un testo anch’esso sempre più prono alle mode del momento? O la Crusca: dopo che è stato proposto petaloso, ne vogliamo ancora parlare? Andando poi all’estero, quando ancora la gente era dotata di buon senso e parlava in maniera normale, avevamo Le (maschile) Premier (maschile) Ministre (maschile) Madame Cresson. In inglese non c’è articolo distinto e avevamo the Prime Minister Mrs Thatcher, cioè c’è ugualmente modo di sapere di che sesso è la persona che ricopre il ruolo in questione. Sempre che sia importante sapere se chi ricopre il ruolo ha il pisello o la patata, il che è tutto da discutere. Salvo ovviamente il caso in cui la donna che occupa quel ruolo vi sia stata chiamata per via delle quote rosa: in questo caso sì, il fatto di essere detentrice della patata è di primaria importanza, ma non mi sembra il caso di nessuna delle tre donne in questione, Thatcher, Cresson, Meloni. E concludo con una domanda: voi direste che Giuseppina Maria Fragoletti è un arbitro severo, un arbitro severa o un’arbitra severa? E non tiratemi fuori l’argomento che arbitra non esiste: non esistono neanche ministra sindaca architetta ingegnera e tutta l’infinita serie di puttanate di recente invenzione. E d’altra parte, come giustamente fa presente l’amico Cullà, non risulta che qualche uomo abbia rivendicato il diritto di ricevere biglietti con su scritto “Il Signorio Vostro Illustrissimo è cordialmente invitato” – o magari “Il Signoria Vostra ecc.”.

Poi, sempre in ambito boldriniano, c’è anche questa ennesima figura di merda  – no, non è analfabeta funzionale: è analfabeta e basta – d’altra parte, che cosa aspettarsi da una che si fa comandare quando sorridere?

E infine c’è la questione del famigerato merito (vade retro Satana!), su cui risponde da suo pari questo signore

al quale mi permetto di osservare che la preposizione “a” seguita da “assediare” richiede obbligatoriamente la d eufonica, tranne alcuni pochi casi eccezionali, e questo non lo è; forse il signor professore e scrittore avrebbe bisogno di qualche lezione di italiano. Naturalmente contro il merito si è scagliata l’Oca Signorina – e la cosa non ci stupisce -, dal cui post estraggo alcuni esemplari commenti dei suoi cicisbei, ovviamente in piena sintonia con lei.

visione classista e pericolosissima. Uno che non può pagarsi gli studi perché in difficoltà economiche non merita di essere trattato degnamente? E uno che semplicemente non è un cervellone?

Ecco, questo avrebbe urgente bisogno di qualcuno che gli spiegasse che cosa significa merito

preferisco Marx quando dice “da ciascuno secondo le sue capacità a ciascuno secondo i suoi bisogni”. È orribile vivere in un mondo di eterna e rigida competizione.

Che una bella citazione di Marx fa sempre figo. Ma se uno deve dare secondo le sue capacità, secondo lui che cosa potrà mai voler dire?

“meritocrazia” è esattamente la stessa cosa della competizione, che è la base della società capitalista in cui viviamo. Insegnare già ai bambini che se non combinano nulla non sono nessuno e sono destinati a rimanere nei margini della società, ignorando che le capacità di uno sono determinate non dalla libera volontà del soggetto, ma da fattori esterni, o interni, in entrambi i casi incontrollabili e ingestibili da parte del soggetto. La meritocrazia è una menzogna per mascherare il conservatorismo, altrimenti non avremmo figli di papà inetti inseriti in ruoli di spicco a farci la morale del “bisogna essere imprenditori di sé stessi”.

Capito bambini? Se non fate un cazzo non è colpa vostra, voi non avete il controllo sul vostro fare o non fare e quindi non potete farci niente, E quindi sedetevi e aspettate che la vita vi passi davanti, che qualcuno il cibo ve lo procurerà comunque, grazie ai coglioni che si fanno il culo a lavorare.

ma chi premia la nostra società? Chi porta più grana, o chi si impegna di più? Perché io posso sforzarmi di studiare astrofisica, che per me è al limite dell’incomprensibile, studiare giorno e notte, sforzarmi fino a perdere la vista, e continuare comunque a non capirla, mentre un “genio” impara tutto in un lampo. In quel caso la società non mi riconosce un bel nulla, anzi, mi chiama parassita e incapace, mentre premia l’altro perché meritevole, anche se magari non si è sforzato un minimo nel suo lavoro.
La squadra che vince la partita è quella che segna perché più forte, non quella che ci prova e si sforza correndo fino all’ultimo secondo.

Esatto caro: tu SEI (non “ti si chiama”: tu proprio SEI) un parassita e incapace e anche deficiente, non perché non capisci l’astrofisica, ma perché pretendi a tutti i costi di studiare una cosa per la quale sei negato senza neppure renderti conto che non fa per te, e lo sai perché non sei capace di rendertene conto? Perché nella tua educazione è sempre stato escluso il concetto di merito. Per questo sei e sempre resterai un fallito, ai margini della società, un parassita. Quanto alla squadra che vince perché è più forte, prova a fare uno sforzo di fantasia e immaginare per quale bizzarro caso del destino si trova a essere più forte. No, eh? Proprio non ce la fai. Eh, capisco.

Aggiungo due splendidi confronti fra Giorgia Meloni e la gallina di plastica Lillifascisi Gruber

Sempre più cafona che mai.

E concludo con questa cosa spettacolare.

Anzi no, concludo con questa, che non c’entra niente ma mi piace un sacco

(Don’t forget: el marinero, el capitano. Y el presidente, desde luego)

POST SCRIPTUM: una cosa comunque è certa: i sinistri hanno finalmente mostrato la loro vera faccia

barbara

SPIGOLATURE 1

Cioè un po’ di cose raccattate qua e là con in mezzo qualche considerazione mia e qualche immagine e vignetta e anche una canzoncina, un po’ per ridere, un po’ per sorridere, un po’ per riflettere, un po’ per andare a cercare un mitra e sparare ad alzo zero. E cominciamo facendo il punto di ciò che abbiamo imparato, che è sempre importante.

Giovanni Orciani

In questa emergenza covid19 abbiamo imparato che:

1) le mascherine non servono (perché non ci sono) però è meglio tenere una sciarpa su naso e bocca;
2) andare a camminare in solitaria o in famiglia è pericoloso, mentre le file al supermercato sono sicure;
3) i nipoti non possono portare la spesa ai nonni, ma gli sconosciuti del delivery sì;
4) le forze dell’ordine hanno abbastanza uomini e mezzi per presidiare il territorio (ricordateglielo quando ne avrete bisogno a emergenza finita, se vi dicono che non c’è nessun mezzo disponibile);
5) i detenuti in custodia cautelare, quindi ancora privi di processo e di condanne definitive, non possono essere messi ai domiciliari ma i condannati in via definitiva per reati di mafia invece sì, anche se le condizioni ex 41 bis, prevedendo l’isolamento degli stessi li pone al riparo dal contagio;
6) tutte le manifestazioni sono sospese, comprese le messe pasquali e i funerali, ma l’ANPI può uscire tranquillamente a manifestare (un’Italia che sarebbe da liberare nuovamente tra l’altro da questa classe dirigente e politica);
7) i soldi per mantenere le aziende non ci sono, ma ci sono per le task force, gli stipendi dei politici e dei dirigenti pubblici e anche per dare le mancette ai sanitari in una manovra esclusivamente demagogica. (vedremo poi con le aziende chiuse come li pagherete gli stipendi pubblici);
8) la sanità lombarda è la peggiore di tutta Italia e le migliaia di italiani che ogni anno salgono nei loro ospedali sono evidentemente scemi: dovrebbero restare in quelli delle rispettive virtuosissime regioni;
9) gli aeroporti sono chiusi, non ci si può spostare da una regione all’altra, ma i porti sono rigorosamente aperti per far attraccare navi spagnole che, evidentemente, nel loro Paese non sarebbero accolte;
10) con un’app si possono monitorare i movimenti dei cittadini italiani (personalmente non ho alcun problema a scaricarla), ma non degli immigrati che richiedono asilo perché verrebbero lesi i loro diritti.
Sì! il 25 aprile dovremmo scendere tutti in piazza per dare un nuovo significato alla ricorrenza della Liberazione!

Dopodiché facciamo il punto anche su quello che abbiamo appreso con l’attesissima e benvenutissima fase 2, che cambierà la nostra vita da così a così (l’avete visto il movimento della mano? No?! Ma come no! Dai, era così chiaro!)

Stella Tarolla

Allora, vediamo se ho capito:

1) il virus non attacca le prime 15 persone che partecipano ad un funerale. Il 16mo è fottuto;
2) il virus non attacca i prossimi congiunti: per la definizione di “congiunto”, il virus applicherà le definizioni contenute nel codice civile. Quindi non fate i cretini: se dite di andare dai nonni e invece andate a casa di amici, ovvero a casa della moglie di vostro cugino di secondo grado, il virus se ne accorge e vi contagia;
3) da nonna, sì; dalla fidanzata, invece, il virus ti contagia; [poi però si è ravveduto e ci ha aggiunto gli affetti stabili, e immagino che sarà la polizia a decidere, mediante stringenti interrogatori separati, se sono stabili abbastanza o se si meritano una bella multa per avere bluffato solo per farsi una scopata o per passare una mezz’ora con l’amico di asilo-elementari-medie-liceo-università-militare-testimoni di nozze-padrini dei figli eccetera eccetera lungo settant’anni di vita]
4) le 15 task forces e i 450 superesperti che salveranno il Paese dalla catastrofe socioeconomicosanitaria non sanno neanche leggere un calendario… o avrebbero evitato di riaprire i parrucchieri lunedì 1^ giugno, giorno di loro chiusura (non foss’altro per evitare di essere perculati da oggi sino alla suddetta data); si riaprirà il 2 giugno, che non sarà più festa giacché la Repubblica parlamentare è stata soppressa (ve n’eravate accorti, sì?);
5) le udienze civili e penali e, in genere, l’intera attività giurisdizionale riprenderanno il 12 maggio, ma i cancellieri, i funzionari e il personale amministrativo tutto dei Tribunali (compresi i magistrati fuori sede?) continueranno con presidi, turnazioni e Smart working sino al 30 giugno. Quindi, tribunali vuoti, assenza di personale, ma avvocati al lavoro… a fa’ che?!?!?
6) Peppiniello e cosolino so’ stati capaci di fa’ incazza’ pure il Papa… fantastici;
7) “L’Inps ha evaso in un mese quello che normalmente evade in 5 anni” (Churchill de noartri, testuale Traduzione dal Propagandese all’Italiano: all’Inps solitamente non fanno un cazzo, atteso che normalmente impiegano 5 anni per evadere ciò che potrebbero fare in un mese… l’importanza di avere un grande addetto stampa che sa scegliere le parole;
8) in sintesi, non è cambiato un cazzo, tranne l’aver autorizzato e disciplinato i funerali… ci vogliono far capire qualcosa?
9) l’Europa ci invidia… ha detto proprio così. Questa deve avergliela dettata Grillo, che non ha saputo rinunciare a rendere onore al suo passato comico.

E a proposito del Presidente del Consiglio che l’intera Europa, cosa dico, l’intero mondo e le galassie tutte ci invidiano, della sua specchiata onestà e del suo lavorare alla luce del sole e non col favore delle tenebre come fanno invece altri loschi figuri di cui potrei fare nomi e cognomi ma non li faccio per carità di patria, guardate questo che carino!

Passo ora a questo capolavoro di alta strategia internazionale
strategia
E a questo proposito merita menzione la
spettacolare figura di cacca che ha fatto Lilli Gruber propagandando la strasmentita bufala di Trump che vorrebbe iniettare la varechina in vena ai pazienti.

Otto e Mezzo, Lilli Gruber smentita da Riccardo Luna su Donald Trump: gelo in studio

26 aprile 2020

Smentita a casa sua. Si parla di Lilli Gruber, che a Otto e Mezzo su La7 ha dovuto incassare il “colpo basso” di Riccardo Luna, giornalista di Repubblica e componente della task-force del governo contro le fake-news. Il tema erano le controverse dichiarazioni di Donald Trump circa la possibilità di testare iniezioni di candeggina. E la Gruber, rivolgendosi a Fabrizio Pregliasco, presente in collegamento, ha affermato: “Trump ha detto che potrebbero funzionare delle iniezioni di disinfettante, chi può credere ad una simile panzana?”. E Pregliasco ha parlato di “esempio micidiale di disinformazione“, in riferimento alla “ricetta” di Trump. Ma a quel punto si è inserito Luna, il quale ha puntualizzato: “Se si va a vedere la conferenza stampa si scopre che Trump non lo ha detto. Ha fatto una domanda, che è molto diverso”.

Dunque, Luna ha spiegato nel dettaglio quanto accaduto: “Le conferenze sono molto divertenti, se non fosse che stiamo parlando di una tragedia. Trump ne ha dette di tutti i colori, ma questa volta ha fatto una domanda, ha chiesto ad un medico se poteva essere una buona idea, ovviamente non lo era. Si comporta come un uomo della strada. La cosa migliore che è accaduta è che il medico lo ha spiegato, tutta la stampa lo ha spiegato. Il miglior antidoto contro le fake sono la credibilità dei giornalisti e degli scienziati. La domanda di Trump è finita lì”. Evidente l’imbarazzo della Gruber, che con palese stizza e disappunto ha affermato: “Sì sì, diciamo così… era una domanda alla Trump… ma chi non è esperto e poco avveduto e attento…”. Gelo in studio. (qui)

Ma siccome Trump è brutto cattivo e antipatico, la favoletta di Trump che propone di iniettare varechina in vena continuerà a trovare adepti fra i soliti dementi che preferiscono le bufale preconfezionate (e anche prematurate?) piuttosto che la realtà (interessante comunque che la signora Dietlinde, tutta botulino, silicone e filoterrorismo, riconosca di essere non esperta, poco avveduta e poco attenta). E, visto che siamo in tema di sanità negli Stati Uniti, aggiungo un testo scritto da chi ci vive.

Jaime MancaGraziadei

Tutti gli Stati americani sono tenuti a rispettare le leggi Federali. Ci sono ben 2900 ospedali pubblici e “no profit” e tre leggi Medicare (1965) , Medicaid (1966) ed EMTALA (1986) che coprono i non coperti da assicurazione, i non abbienti e coloro che hanno reddito inferiore ai 23.000 inclusi i pensionati, i disabili, i senzatetto, i senza lavoro, ragazze madri e figli… tutti. Il tutto è coperto ed incluso nel welfare USA di 2700 miliardi di dollari ogni anno. E, sempre sotto EMTALA, a NESSUNO possono essere rifiutate cure. Alle volte si recano in un Urgent Care, un gabinetto poliambulatorio NON attrezzato con semplici infermieri e quasi mai dottori come il ragazzo deceduto in California recentemente, e quindi, non potendo intervenire, li indirizzano al più vicino ospedale, come infatti è successo. Tutti gli altri vengono curati ed, a seconda della polizza scelta, parte la pagano loro il resto dalle assicurazione o, se hanno scelto copertura totale, paga tutto l’assicurazione.

Aggiungo che noi, con la nostra preziosissima sanità pubblica, lasciamo allo stato molto più di quello che un americano paga per una copertura totale, che comprende visite, diagnostica, medicine, ricoveri, interventi chirurgici e dentista. Io solo con quello che ho speso di dentista almeno un bilocale lo avrei comprato. Oltre a tutto quello che devo spendere in aggiunta di ticket per medicine mutuabili e prezzo intero per quelle che non lo sono, visite specialistiche private perché altrimenti devo aspettare anche sei mesi o più, ed esami diagnostici privati perché per quelli convenzionati – e comunque con ticket di molte decine di euro – ho trovato liste d’attesa addirittura di 21 mesi. Quindi sarebbe ora di finirla con le bufale sulla sanità americana che lascia morire i poveri mentre da noi salva tutti. Così come ci salva il conticino
salvataggio
che si circonda di esperti per poter fare sempre le scelte giuste
tampone
e soprattutto mette al primo posto e la sicurezza degli italiani
mafia
e la giustizia per tutti,
contrario
ma contemporaneamente salvaguarda la nostra libertà, permettendoci di scegliere la nostra sorte
fragola
E infine ecco la canzoncina, di uno che non è mai stato fra i miei amori, ma questa cosetta qui mi è piaciuta un sacco.

barbara

UN SACCO…

Un sacco di politica interna.

Per quanto riguarda i “famosi” 49 milioni di cui tutti sanno tutto, un paio di considerazioni di non trascurabile importanza.

La recente sentenza della magistratura genovese sui conti della Lega, fino al recupero immediato dei famosi 49  milioni di Euro, appare una clamorosa conferma del marasma legislativo e dell’arbitrio che sembrano caratterizzare la nostra democrazia (democrazia?).

Intanto qualche precisazione, per avere una quadro passabilmente chiaro del problema.

1-I fatti risalgono a circa dieci anni fa, quando segretario della Lega era Bossi e l’amministratore era Belsito.

2- I soldi contestati sono poco più di 300.000 Euro, ma i giudici pretendono il recupero di 49 milioni di Euro, cioè l’intero ammontare del finanziamento pubblico ricevuto dalla Lega negli anni 2008- 2010 (ora il finanziamento pubblico non esiste più), contestandone l’invalidità di principio per l’intero ammontare, perché considerato infedele.

3- In un caso analogo il partito La Margherita, con Rutelli segretario e Lusi amministratore, non fu tenuto a rimborsare i soldi rubati e anzi fu considerato parte lesa e risarcito.

4-Bossi e Belsito sono stati condannati solo in primo grado, ma i giudici non si sono fermati davanti ad una simile quisquilia, pretendendo il recupero immediato dei soldi e condannando la Lega di Salvini a morte certa per asfissia. (consiglio di leggere anche il resto del post qui)

E ancora, per una più dettagliata analisi tecnica della questione, raccomando di leggere qui.

barbara

CONOSCETE LILLI GRUBER?

I più giovani magari mica tanto, o per lo meno non in tutte le sue sfaccettature. È per questo, per riempire questa lacuna, che sono andata a ripescare nei miei archivi alcuni miei pezzi scritti per Informazione Corretta fra la primavera e l’estate del 2002, all’epoca dell’operazione Scudo di difesa, messo in atto per fermare la micidiale ondata di attentati che aveva provocato qualche centinaio di morti e un numero infinito di feriti, alcuni gravissimi e destinati a restare mutilati o comunque invalidi permanenti.

UNO STATO PALESTINESE PER SALVARE LA DEMOCRAZIA IN ISRAELE
di Lilli Gruber, 13/04/2002

Il nuovo attacco antiisraeliano di Lilli Gruber (dai toni – dobbiamo riconoscerlo – un po’ meno astiosi di quelli a cui ci aveva da lungo tempo abituati) ricorre a una tecnica divenuta ormai classica: si prendono alcune dichiarazioni – spesso estrapolate dal contesto – di un israeliano “dissidente” e si riportano come se fosse vangelo, come se le sue proposte fossero “la” soluzione. In questo caso si tratta di Ami Ayalon. Con una citazione non virgolettata Lilli Gruber fa notare che
l’uso della forza non attenuerà la rabbia palestinese, e che nemmeno l’uccisione di Arafat li farà desistere dal loro obiettivo: creare uno stato sovrano, in grado di sopravvivere dal punto di vista politico ed economico.
E noi non possiamo non chiederci: se l’obiettivo è la creazione di uno stato sovrano, perché da 54 anni non solo lo stanno rifiutando, ma stanno anche lottando con tutte le proprie forze per impedirgli di nascere? Non sorge in Lilli Gruber il sospetto che l’obiettivo possa essere un altro? E ancora:
“Tsahal è più forte che mai, i nostri servizi segreti sono eccellenti, allora perché il problema non è ancora risolto?”
A noi la risposta sembra molto semplice: perché Tsahal finora ha usato sì e no un centesimo della sua forza. Prosegue sostenendo che c’è un unico modo possibile
per fermare la violenza: smantellare le colonie ebraiche di Gaza e Cisgiordania e ristabilire la continuità territoriale dei due lembi di terra.
Forse la signora Gruber ha già dimenticato, a meno di due anni di distanza, che questo è esattamente quanto era stato proposto a Camp David, ed è stato rifiutato. Dimentica che quando Barak è arrivato ad offrire tutto e non gli è rimasto più niente da negoziare, Arafat ha scatenato la guerra. Dimentica che vari sondaggi hanno rilevato che la maggioranza dei palestinesi è decisa a continuare la guerra contro Israele anche in caso di completo ritiro dai territori. E conclude:
è ormai chiaro che solo l’istituzione di uno Stato palestinese preserverà il carattere ebraico e democratico di Israele.
Peccato che lo stato Palestinese come lo intendono i palestinesi si estenda dal Giordano al mare e non preveda affatto la presenza dello stato di Israele, democratico o no. Siamo sicuri che sia ragionevole chiedere a Israele di accettare questo?

BUSH E SHARON: LA FORZA VINCE SUL CAMPO
di Lilli Gruber, 18/05/2002

Ancora una volta Lilli Gruber, in questo suo sconclusionatissimo articolo pubblicato su Io donna del 18 maggio, si dedica al suo sport preferito: il tiro al bersaglio su Israele.
La conclusione più importante che ha tratto l’America – dopo un mese di violenze nei territori palestinesi – è che nel mondo “squilibrato” in cui domina, d’ora in poi nulla e nessuno si potrà opporre alla sua forza e a quella dei suoi alleati.
Viene da chiedersi da dove la signora Gruber abbia tratto la conclusione che l’America abbia tratto questa conclusione, dal momento che l’America non ha ancora mosso un dito, in nessun campo. Viene da chiedersi quale sia questo mondo squilibrato in cui dominerebbe l’America. E già che ci siamo, decidiamo di esagerare, e ci chiediamo anche come mai si occupi così appassionatamente del mese di violenze israeliane nei territori palestinesi e non si sia mai occupata dei cinquantaquattro anni di violenze palestinesi in territorio israeliano.
Ne era convinto anche il vicepresidente Cheney, appena rientrato dai paesi arabi, alla vigilia delle operazioni israeliane.
Gliel’ha detto lui? A noi non ha detto niente!
La “lezione israeliana” sarà perciò centrale nella decisione di attaccare l’Iraq.
No, un momento: se la decisione è stata presa ALLA VIGILIA delle operazioni israeliane, come fa ad essere una conseguenza della lezione israeliana?
L’Autorità palestinese è stata distrutta, politicamente e fisicamente
dunque, dato che sono state distrutte le strutture del terrorismo e sono stati eliminati o imprigionati i terroristi, la signora Gruber ammette che l’essenza dell’autorità palestinese è il terrorismo
Arafat è solo e umiliato.
Proprio lui che è tanto buono: che sofferenza!
I villaggi autonomi sono stati assediati, bombardati
bombardati no: in questo caso non ci sarebbero state decine di morti israeliani!
devastati
soprattutto dalle mine palestinesi (clic 1, clic 2)
Molti civili sono arrestati, interrogati, detenuti.
E perché non glielo va a dire lei che sono tutti innocenti e innocui come agnellini!
Gli impegni
quali?
e la legalità internazionale sono stati ancora una volta ignorati dal governo Sharon.
Non potrebbe essere un po’ più precisa e fare qualche esempio concreto, invece di lanciare sempre e solo discorsi vaghi?
Così come le risoluzioni dell’Onu.
Anche gli arabi. Tutti. Sempre. Come mai non se ne ricorda?
Seguono aspre rampogne ai paesi arabi che non si muovono mentre “la Palestina è in pericolo” e agli europei che invocano sanzioni contro Israele ma senza poi metterle in atto.
Mai però lo scetticismo è stato così forte rispetto alla validità nel lungo periodo del metodo antiterrorismo di Sharon.
Scetticismo? Dopo un mese quasi senza attentati? Ma dove vive la signora Gruber? Quanto al metodo antiterrorismo di Sharon, certo, sappiamo benissimo che la signora apprezza molto di più il metodo pro-terrorismo del suo carissimo amico Arafat …
Chiunque conosca la storia di queste terre ricorda l’invasione del Libano nell’82, conclusasi con una sonora sconfitta per Israele.
Noi conosciamo la storia di queste terre, ricordiamo l’invasione del Libano, e sappiamo che i risultati non sono stati quelli sperati perché Israele, i cui metodi non assomigliano a quelli dei suoi avversari, ha evitato di bombardare il centro di Beirut per non provocare troppe vittime civili e perché Israele, arrendendosi agli appelli internazionali, non è andato fino in fondo nella sua lotta al terrorismo e non ha eliminato il terrorista Arafat. Successi molto maggiori li ha invece ottenuti la Siria che, anziché il 5% del Libano, come Israele, ne ha occupato il 95% e non se n’è più andata.
E chi analizza le motivazioni dei terroristi sa che disperazione e desiderio di vendetta sono importanti.
E chi analizza le motivazioni dei terroristi sa che indottrinamento, lavaggio del cervello a partire dalla prima infanzia, libri di testo e programmi televisivi, in atto fin dal momento della nascita dell’ANP, sono molto più importanti. E una domanda: quale motivo di disperazione e di desiderio di vendetta avevano i palestinesi che, nel momento in cui è iniziata questa bestiale ondata di terrorismo, erano in procinto di ottenere lo stato, Gerusalemme est come capitale e lo smantellamento degli insediamenti, vale a dire una Palestina judenrein come la vogliono loro – e come, a quanto pare, la vuole anche Lilli Gruber?
La vicenda israeliana ha comunque confortato Bush nella sua convinzione che i paesi arabi – a prescindere dalle loro dichiarazioni pubbliche di ostilità -, gli europei – a prescindere dalla loro ostentata opposizione – e i russi – a prescindere dai loro ammonimenti – non hanno i mezzi per impedire agli Stati Uniti un attacco contro Saddam Hussein.
E allora perché non l’hanno ancora fatto – a prescindere dai vaneggiamenti della signora Gruber?

Caro Musharraf, rifletta sull’sperienza di Arafat
di Lilli Gruber, 24/08/2002

In questo straordinario pezzo Lilli Gruber riesce a dare prova, in una volta sola, di tutte le sue doti: fantasia sfrenata, sovrana indifferenza nei confronti della realtà, eroico sprezzo del senso del ridicolo.

Lettera immaginaria di Arafat a Musharraf, due leader che si confrontano con la politica Usa.

E già nel preambolo abbiamo due cantonate in una frase sola: primo, non sono loro due a confrontarsi con la politica Usa, bensì la politica Usa a doversi confrontare con loro due; secondo, Arafat non è un leader bensì un capo terrorista.
Caro presidente Musharraf, seguo le peripezie che sta attraversando il suo Pakistan e mi permetto di scriverle per evitarle qualche guaio con i nostri amici americani. Anch’io, sino a non molto tempo fa, ero uno dei loro atout più seri per fare la pace in Medio Oriente. Sono stato ricevuto alla Casa Bianca, quando arrivavo nella capitale federale ero ospite dei talk show e nella mia suite di un grande albergo entrava e usciva la gente che contava. Ma, come si sa, i presidenti cambiano,
a differenza di Arafat che, con grande coerenza, è rimasto sempre lo stesso terrorista
non come da voi
certo: quando mai nei Paesi arabi si sta a perdere tempo in quella pagliacciata che sono le elezioni? Lì prendi la guida del Paese e te la tieni finché crepi o finché ti ammazzano!
Avrà seguito su Cnn quanto mi è successo ultimamente: gli israeliani mi hanno chiesto di fare tutto ciò che potevo per fermare i terroristi, ma nello stesso tempo hanno distrutto il mio ufficio, tagliato le linee telefoniche, mi impediscono di uscire da casa mia.
Non esattamente. PRIMA è stato chiesto di fermare il terrorismo (e a Oslo Arafat si era impegnato a farlo); POI Arafat ha passato sette anni a fabbricare l’odio, a costruire il terrorismo e a preparare la guerra; DOPO è esplosa la guerra, e ALLA FINE, dopo un anno e mezzo di guerra spietata, Israele è intervenuto con le misure sopra elencate.
Come se non bastasse, il presidente Bush, dopo avermi chiesto di fare di più per garantire la sicurezza di Israele, decide che non sono più buono a nulla e che devo essere sostituito.
Non dopo avergli chiesto di fare di più per garantire la sicurezza di Israele, ma dopo aver constatato che sta facendo di tutto per conseguire la distruzione di Israele: anche se alla signora Gruber può non sembrare, è un dettaglio non del tutto insignificante.
È un po’ umiliante per chi ha fatto di tutto per accontentarli.
Se non stessimo parlando di una tragedia che sta portando alla distruzione di due popoli, potremmo premiare questa battuta come la miglior barzelletta del millennio.
Perciò le chiedo di stare attento. Gli americani le hanno chiesto una forte collaborazione nella guerra al terrorismo, tanto che i suoi concittadini l’hanno ribattezzata “Busharraf”. E le chiedono di più: bloccare gli estremisti che combattono nel Kashmir, chiudere le scuole islamiche, fermare i “barbuti” che hanno trovato rifugio nel suo Paese dopo l’attacco Usa contro l’Afghanistan.
Forse sarebbe il caso di precisare che quei “barbuti” non sono dei pittoreschi clochard, bensì gli appartenenti alla più feroce e micidiale organizzazione terroristica che mai il mondo abbia conosciuto. Temiamo che se questi “barbuti” continueranno a trovare rifugio, fra qualche tempo la signora Gruber potrebbe dover rinunciare ad esibire la sua famosa chioma rossa, e anche a firmare articoli sui giornali. Forse anche ad abitare su questo pianeta.
Intanto le organizzazioni per i diritti dell’uomo e il Congresso Usa si inquietano per il suo desiderio – legittimo peraltro per un generale – di avere un governo e deputati devoti.
Questo non è troppo chiaro: che cosa c’entrano le aspirazioni di un generale con la composizione del governo?
Tra poco le chiederanno di essere un dittatore contestualmente paladino della democrazia, e prevedo non sarà lontano il momento in cui cercheranno di farla fuori, perché non è riuscito nell’ardua impresa. Mi creda!
In psicanalisi si chiama “transfer”: la signora Gruber si è talmente immedesimata nella cultura arafattiana, da attribuire agli americani abitudini prettamente arabe.
Un’ultima cosa: ho saputo che gli israeliani venderanno sofisticati missili agli indiani. E che Casa Bianca e Pentagono non hanno nulla da ridire.
Un’ultima cosa: abbiamo saputo che vari Paesi islamici hanno venduto ad Arafat centinaia di tonnellate di armi pesanti. E che il resto del mondo, Lilli Gruber compresa, non ha avuto nulla da ridire.
Come vede, abbiamo entrambi gli stessi vicini di casa difficili.
Ma che disdetta, per uno che ha sempre dimostrato di essere un vicino di casa così pacifico, docile e malleabile come Arafat!
Cordiali saluti, Yasser Arafat.

Ancora una cosa vorremmo aggiungere: nonostante la scarsa stima che sempre abbiamo nutrito nei confronti di Arafat, siamo tuttavia convinti che una cosa tanto stupida non potrebbe mai arrivare a scriverla.

E questa è la signora Gruber, in carte e ossa – pardon, in botulino e silicone.
lilligruber
barbara

MEGLIO CON LE RUGHE O SENZA?

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