Al supermercato ho trovato una cosa che non c’era mai stata prima: un nuovo snack. Sul sacchetto c’è scritto: “GUSTOSO SNACK AllA Cipolla Non Fritto & Senza Glutine 50% DI GRASSI IN MENO”. La domanda è quella che dà il titolo al post: meno di cosa? Poi mi sono accorta che dopo “meno” c’è un asterisco, e in fondo al sacchetto si trova il richiamo: “*rispetto ai tradizionali snacks estrusi”. Ora, io non so che cosa sia uno snack estruso, lo ammetto, il mio campo di conoscenze è di una grandezza da vertigine, ma poi arriva il momento che finisce, e gli snack estrusi si trovano al di là del campo, non proprio là dove campeggia la scritta hic sunt leones, perché una qualche idea sul significato di estrudere tutto sommato ce l’ho, e poi c’è, notoriamente, quello che Gadda chiama l’estruso, ossia il prodotto dell’ultimo atto del processo digestivo, il che concorda con l’idea che ho io di estrudere, e quindi il termine in sé proprio arabo non è, ma gli snack estrusi proprio non ho idea di che cosa siano (a meno che, in accordo con Gadda, non si voglia significare che tutti gli altri sono degli snack di merda, ma per quante oscenità la pubblicità continui a propinarci – ricordo ancora con orrore e raccapriccio un video con la pubblicità di un rasoio per la depilazione “intima” in cui una squadra di gallinelle su un prato maneggiano abilmente dei tosaerba cantando allegramente in coro “rasa il pratino, rasa il pratino”, brrrrrr! (qui, per i più masochisti, giusto per documentare che non sto esagerando a parlare di raccapriccio) – per quante oscenità continuino a propinarci, dicevo, sarei un pelino restia a credere che siano arrivati a questo punto, anche perché dalla concorrenza si beccherebbero una tale vagonata di denunce da restare in ginocchio). E dunque sono andata a chiedere aiuto al solito san Google, che mi ha raccontato storie di metalli e plastiche che, anche trascurando la trascurabile questione della commestibilità, non mi risulta siano particolarmente ricchi di grassi – per non parlare poi del glutine. Restando invece in campo alimentare, e in quello degli snack noti, credo siano intensamente tradizionali i mini brezl che, pur non essendo esperta in materia, per cui prendete pure le mie affermazioni in merito con un prudente grano di sale, non mi sentirei di dire che siano propriamente delle bombe caloriche, delle badilate di colesterolo e via grasseggiando. E insomma, in conclusione, non sono riuscita a sapere meno di cosa.
Il fatto è che la gente – e i pubblicitari lo sanno – molto spesso legge ma non si preoccupa minimamente di interrogarsi su ciò che sta leggendo, e così succede, per dirne una, che un’acqua minerale venga reclamizzata con l’annotazione che “contiene 0% di grassi” (grazie al cazzo, mi verrebbe da dire se fossi usa al linguaggio scurrile), e nessuno li manda a produrre estrusi. Oppure legge che Israele è uno stato di apartheid e si precipita a protestare manifestare boicottare, evitando accuratamente di connettere quanto letto con le informazioni tratte da altre letture, per esempio quella sul giudice (presidente di tribunale) arabo che ha condannato alla galera il presidente ebreo israeliano dello stato di Israele (e quello ci è andato, in galera, perché quella è Israele, mica l’Italia), o quella della miss Israele araba, o della vincitrice di Voice of Israel araba, o degli arabi in parlamento (quanti negri c’erano nel parlamento sudafricano?). Eccetera. Oppure legge di Gaza afflitta dal black out provocato dall’infame embargo israeliano e si indigna per questi provvedimenti nazisti, trascurando di guardare mezzo metro più in là. O legge delle terrificanti carneficine eseguite dai malefici soldati israeliani e grida al genocidio, senza neppure accorgersi che qualche morto, stufo di stare lì a fare il morto, ha pensato bene di tirarsi su a sedere. Che mondo di estrusione, ragazzi!

barbara