VI RICORDATE LA STRAGE DI JENIN?

«Si parla di fosse comuni con i bulldozer dell’esercito che cercano di nascondere le prove come a Srebrenica» (clic)

«A Jenin vi erano esecuzioni e fosse comuni, corpi anneriti e straziati, brandelli di carne umana … 1200 profughi sono ancora dispersi … sono almeno 150 i corpi delle vittime che sono già state identificati. Nessuno conosce il destino dei 500 partigiani che per otto giorni difesero Jenin dallo strapotere militare israeliano. Secondo la gente del campo molti corpi sono stati gettati dai bulldozers nella rete fognaria, altri sono stati bruciati o sepolti in fosse comuni in uno speciale cimitero dove l’Idf seppellisce i corpi di forze nemiche o terroristi». (clic)

Migliaia di morti seppelliti con le ruspe nelle fosse comuni, giornalisti testimoni oculari che hanno visto personalmente mucchi di centinaia di cadaveri, titoli urlati su tutti i giornali, maledizioni urlate contro gli infami nazisionisti, condanne dell’Onu, condanne di Amnesty International… Alla fine i morti erano 52, di cui 42 terroristi e la maggior parte dei rimanenti 10 erano civili di cui i terroristi si erano fatti scudo.

Adesso è il turno della strage di Bucha, dell’orrore di Bucha, titoli urlati su tutti i giornali, maledizioni urlate contro i russi infami (la cosa più spettacolare che ho trovato è che la cosa è credibilissima perché… i sovietici a suo tempo si sono resi responsabili della strage di Katyn! Che uno dice non ci credo, ditemi che è uno scherzo, ditemi che è una battuta, ditemi che l’ha detto un ubriaco, non può essere vero, non è possibile…) E chi sono i primi a buttarsi sulla “notizia” come cani famelici? Gli infami negazionisti delle stragi ucraine, quelli che negano che quei quattordicimila morti siano mai esistiti, quelli che pretendono che tutte le notizie, tutte le testimonianze, tutte le documentazioni delle distruzioni deliberate, dei bombardamenti di case scuole asili ospedali, tutti i massacri, tutti i morti siano propaganda russa. E in una spettacolare giravolta che neanche Yuri Chechi nei suoi momenti migliori, accusano di negazionismo chi si azzarda a far notare che in questa “strage” di Bucha c’è qualche conto che non torna.

Bene, fra un momento mi mostrerò un’altra bella paccata di documenti molto molto interessanti, ma siccome probabilmente i soliti noti si rifiuteranno di guardarli  dando per scontato che sia la “solita” propaganda russa, provvedo prima a informare che

LA RUSSIA HA CHIESTO DI CONVOCARE UNA RIUNIONE URGENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL’ONU PER ESAMINARE GLI EVENTI DI BUCHA, MA LA PRESIDENZA BRITANNICA HA RIFIUTATO: culo che trema? Paura di quello che emergerebbe da un’indagine VERA? Non dovrebbero essere ansiosi di inchiodare la Russia con prove schiaccianti, inoppugnabili, inattaccabili da qualunque tentativo di smontarle? O non sarà che in realtà sanno già benissimo che cosa emergerebbe da un’indagine che andasse al di là di un paio di immagini date in pasto alle scimmiette dello zoo?(clic)

E ora guardate questo video: è il sindaco di Bucha che parla dopo che i russi se ne sono andati. Non importa capire che cosa dica: il suo viso e il suo tono esprimono tutta la felicità, tutto il sollievo per il ritiro dei russi: vi sembra uno che ha trovato le strade piene di morti con le mani legate? Vi sembra uno che sta parlando di una strage?

https://m.facebook.com/watch/?v=451837926737228

E ora guardate quest’altro video: è del 2 aprile, tre giorni dopo il ritiro russo, e vi si vedono le forze speciali della Polizia Nazionale che passano dove sono passati i russi. Contate i morti che vedete sulla strada, ma contate bene, mi raccomando, magari prendete un pallottoliere e spostate una pallina alla volta continuando a guardare, così non rischiate di distrarvi o di imbrogliarvi coi conti

E ora vi metto la traduzione automatica del testo che accompagna il video. Facciamo bene attenzione a che cosa dice esattamente:

Forze speciali della Polizia Nazionale per ripulire l’area di Bucha
Polizia nazionale dell’Ucraina
In città lavorano i soldati del reggimento costituito del riconoscimento speciale della Polizia Nazionale “SAFARI”, al cui magazzino i rappresentanti degli agenti di polizia del riconoscimento speciale, i soldati del KORD e del Tor, nonché gli specialisti del servizio vibuhotecnico, sono andati al magazzino.
Oggi, 2 aprile, vicino alla città fortificata di Bucha, nella regione di Kiev, le forze speciali della Polizia nazionale ucraina hanno iniziato a ripulire il territorio dai sabotatori e complici dell’esercito russo. Gli specialisti del servizio vibuhotecnico conducono un’ispezione della milizia dei mali militari nella Federazione Russa ed esaminano oggetti e munizioni vibro-insicuri che non sono esplosi.
Pravokhorontsi rivede la pelle della porta e ukrittya, collaborando con le persone e dando aiuto ai residenti locali.
Mistani, che ha avuto la possibilità di sopravvivere all’occupazione dell’occupazione, per quanto possibile per proteggere le forze dell’ordine.
Gli agenti di polizia possono fare qualsiasi cosa per stabilire la legge e l’ordine nei territori selvaggi, ma gli scudieri potrebbero tornare nel posto giusto.

Quello che segue è un commento al video:

You “cleanse” the city that the Russian troops left, you show the streets. Where are the hundreds of corpses that the Russians supposedly left behind? You cleared Bucha of people with white armbands, which meant a neutral or positive attitude towards the Russians, you used precisely these killed people to shoot a provocation – people with armbands lay on the streets and in the basement, where they were allegedly tortured by Russians. The Russians help with humanitarian aid to civilians in other cities, but it was in Bucha that hundreds of people were killed. Who are you trying to fool with this?

Poi, completato il lavoro di “ripulitura”, il giorno dopo, 3 aprile, ecco le strade piene di morti, non irrigiditi come dovrebbero essere dei corpi uccisi almeno quattro giorni prima, con molto meno sangue di quanto ci si aspetterebbe su gente ammazzata da bestie selvagge, come su molti social vedo dipingere i russi, e il sangue che c’è non è ancora rappreso.

Parecchi altri documenti qui

Aggiungo questo compendio che fa un po’ il punto della situazione in italiano.

Lorenzo Capellini Mion

Bucha, Ucraina
Il corrispondente militare “KP” Alexander Kots ripristina la cronologia di ciò che è accaduto nella periferia di Kiev: i civili di Bucha sono stati fucilati dai nazisti “Boatswain”, come da video già rilasciato.
“Il 2 aprile (4 giorni dopo che il Ministero della Difesa della Federazione Russa aveva annunciato il raggruppamento e le nostre truppe hanno lasciato la città e la Polizia Nazionale dell’Ucraina è entrata a Bucha.
Sul web è stato rilasciato un lungo video del loro lavoro per “ripulire” la città. (vd link tra i commenti)
C’è tutto per capire l’atmosfera lì: macchine accartocciate, edifici distrutti, gente del posto gioiosa, uno dei quali dice che volevano sparargli per i simboli ucraini, ma per qualche motivo ha cambiato idea.
Non ci sono corpi sparsi per la città.
Lo stesso giorno, le unità della Terodefense di Kiev sono entrate a Bucha per ripulire.
Tra questi c’è un distaccamento di un certo comandante e proprio nel filmato della loro videocronaca, uno dei militanti gli pone la domanda: “Ci sono ragazzi senza bracciali blu, si possono sparare?” “Puoi!” – risponde felicemente l’altro.
E questo è il punto chiave.
Il capo è un noto neonazista Sergei Korotkikh. È stato lui a dare il via libera a sparare su persone prive di contrassegno (i bracciali blu sono il contrassegno che distingue un “amico o nemico” delle forze ucraine).
È evidente dal sangue non rappreso e dai corpi non ancora irrigiditi che non furono uccisi il 30 marzo.
I nazisti hanno ucciso persone per strada senza sapere se avevano armi o meno.
E qualcuno è stato catturato e torturato.
Tra i morti ci sono persone con bracciali bianchi molto probabilmente uccisi come “agenti delle truppe russe” o “collaboratori” che collaboravano con le “autorità di occupazione”.
Qui per altro abbiamo il video del sindaco ucraino di Bucha al suo rientro molto felice che la sua città abbia visto partire i russi.
Non parla di carneficina… E sembra sereno e orgoglioso.
Poi è iniziata la grande macabra messa in scena, anche secondo il giornalista americano Michael Tracy utilizzando il materiale propagandistico sugli omicidi di Bucha, Kiev vuole attirare Washington e i paesi della NATO a partecipare alle ostilità scatenando la terza guerra mondiale.
Andrà peggio.

Spiacente ragazzi, ma ho passato più di vent’anni a fare le pulci alle notizie su Israele: queste puttanate dovete andarle a raccontare a qualcun altro.
Aggiungo ancora una riflessione a mio avviso meritevole di attenzione.

Fabrizio Agnocchetti

Personalmente sono di gran lunga più preoccupato dalla potenziale implosione del millenario impero russo, che dell’integralità territoriale dello Stato ucraino. Sono mille volte più sensibile ai malumori della collettività russa, che allo spirito revanscista di polacchi e rumeni.
Sarò tacciato di cinismo dalle anime belle dei salotti pseudo-progressisti con la erre moscia, ma io non ci penserei un secondo a sacrificare le (legittime) aspirazioni del popolo ucraino per salvaguardare la stabilità del pianeta da un cataclisma dagli effetti totalmente imprevedibili nel loro grado di disastrosa gravità per l’intera umanità.
Non è cinismo, ma realismo. O cinico realismo, chiamatelo come vi pare.
E la mia preoccupazione non è cominciata all’improvviso, da un giorno all’altro, il 24 febbraio. E neanche con il golpe del 2014.
È cominciata con l’entrata nella NATO dei Paesi Baltici nel 2004. Cioè da quando gli apparati americani hanno cominciato a giocare al gatto col topo con gli apparati russi.
Da allora è stato un crescendo senza freni nella più totale irresponsabilità. Come fare esercizi ginnici con una torcia di fuoco su una distesa di benzina.
E la catastrofe cui ci ha portato non sembra affatto interrompere il pericolosissimo gioco. Il Pentagono sta trattando la più grande potenza nucleare mondiale come una Serbia, un Iraq o una Libia qualunque. Io faccio fatica a capire dove vogliano arrivare…a vedere la prima atomica russa sganciata su un villaggio ucraino? Così poi non saranno più solo gli americani a essere ricordati nella storia per averla usata?
Altrimenti a cosa punta il Pentagono?
Sono sincero, io non l’ho capito…
Mentre i Fubini con i loro appassionati accoliti fanno il tifo per Zelensky, io spero ogni giorno che la CIA abbia la meglio sul Pentagono, nel braccio di ferro tra i due più potenti apparati americani, da cui dipendono le sorti del mondo.

Alla fine della prima guerra mondiale si sono disintegrati l’impero asburgico e quello ottomano, ed è imploso quello zarista. I decenni successivi non sono stati proprio felicissimi.

E concludo con questi due russi meravigliosi

barbara

LA SIGNORA UCRAINA E LA RAGAZZA RUSSA

La moglie dell’ex membro del parlamento ucraino Ihor Kotvytskyy ha tentato di lasciare il Paese al confine ungherese con 28 milioni di dollari e 1,3 milioni di euro in contanti, secondo la stampa ucraina. Il denaro comunque è stato trovato dalle guardie di frontiera ungheresi. (qui)

La russa più forte del mondo a Schwarzenegger: “Vieni nel Donbass”

È una delle star del sollevamento pesi mondiale, Maryana Naumova, a rispondere da Mosca all’appassionato appello di Arnold Schwarzenegger a Vladimir Putin perchè fermi la guerra

AGI – “Non hai letto le lettere dei bambini nel Donbass, ora non deluderli: vieni a vedere con i tuoi occhi la realtà delle cose”.

È una delle star del sollevamento pesi mondiale, Maryana Naumova, una bella 23enne bruna alta e dai muscoli scolpiti, famosa per aver scalato giovanissima vette mondiali, a rispondere da Mosca all’appassionato appello di Arnold Schwarzenegger a Vladimir Putin perchè fermi la guerra. 
E l’appello di Maryana, una lunga lettera, in risposta al video visto da milioni di persone, non è meno coinvolgente perchè chiama in causa i bambini che hanno vissuto per anni sotto le bombe nel Donbass. 
Maryana Naumova divenne famosa da adolescente quando fu la prima donna sotto i 18 anni a competere in gare di sollevamento pesi, gare tra cui anche la famosa competizione di forza organizzata proprio da Arnold Schwarzenegger.
Proprio in quell’occasione conobbe Terminator consegnandogli le lettere dei bambini del Donbass.
A distanza di anni, quando ormai a causa del Donbass è scoppiata una guerra che fa vacillare la pace mondiale, Maryana ricorda a Terminator proprio quell’episodio e lo coglie in fallo. 
Nel 2015, alla competizione Arnold Classic negli Stati Uniti, io, una ragazza russa di 15 anni, stabilii un record mondiale sollevando un bilanciere del peso di 150 chilogrammi. Ti congratulasti con me, chiedendo della Russia e io piangevo di gioia. Mi sembravi così premuroso, gentile e intelligente. Le portavo, signor Schwarzenegger, lettere e foto dei bambini del Donbass in guerra, una zona che a marzo 2015 avevo già visitato due volte.
Sì, non potevo stare a casa, a Mosca, quando l’Ucraina aveva dichiarato guerra al Donbass, quando per i miei coetanei del Donbass la campanella della scuola significava non solo una pausa scolastica, ma anche l’inizio di bombardamenti. In ogni scuola dove mi sono esibita e ho incontrato i bambini -continua la lettera appello- ho parlato prima di tutto di te, del mio idolo sia nello sport che nella vita: un ragazzo qualunque di una povera famiglia austriaca diventato un famoso atleta, poi un attore cinematografico, infine un politico; e tutto questo grazie allo sport e alla dedizione.

Naturalmente, quei bambini del Donbass ti conoscevano e guardavano i tuoi film: dissi loro che sarei tornata negli Stati Uniti e che ci saremmo visti. E quei bambini, normali alunni delle repubbliche di Luhansk e Donetsk, iniziarono a scrivermi lettere e inviarmi foto con la richiesta di darvele. Raccontavano a Terminator come vivono in guerra e volevano il consiglio più semplice: come fare sport in condizioni così difficili, come crescere, come diventare una persona di successo. I bambini di Donetsk ti consideravano un eroe forte che speravano sarebbe stato in grado di proteggerli. Ho stampato le foto, tradotto le lettere, ti ho consegnato una busta e ti ho detto: ‘Arnold, sono stata di recente in Donbass con una missione sportiva umanitaria, c’è una guerra in corso e i bambini, gli scolari, mi hanno chiesto di consegnarti questi lettere’.
Tu hai risposto: ‘Ucraina, sì, sì, lo so. Darò un’occhiata, ci lavorerò’, e hai passato la busta al tuo assistente. Schwarzenegger, ho visto il tuo appello ai miei concittadini russi. Ovviamente non hai ‘lavorato’ sulle lettere che ti ho dato, anche se l’avevi promesso. La verità su quello che è successo, Arnold, è nelle lettere che sono state conservate dai tuoi assistenti dal 2015. La vera realtà, Arnold, è sul memoriale del ‘Vicolo degli angeli’, a Donetsk, dove tutti possono leggere i nomi dei bambini che sono stati uccisi da proiettili e bombe dell’esercito ucraino. La realtà, Arnold, è che Terminator non solo non ha protetto, non ha aiutato, non ha salvato i bambini del Donbass, ma non ha nemmeno letto le loro lettere e non ha cercato di capire la situazione”.
“Signor Schwarzenegger – è la conclusione – ho visitato il Donbass più di 20 volte dal 2014, ho visitato le zone di combattimento più pericolose. Ho visitato più di 120 scuole, parlato con migliaia di bambini, tenuto più di cento eventi sportivi per bambini, anche se sono una normale ragazza russa, non una feroce guerriera Terminator. Arnold, a volte è molto difficile da capire, essendo a migliaia e migliaia di chilometri da noi, ma hai ancora quelle lettere e quelle foto del 2015, vero? In effetti, potresti semplicemente venire a vedere tutto di persona, sei un uomo coraggioso”.
Nuccia Bianchini, qui.

E magari mettiamoci anche la giornalista francese

Lorenzo Capellini Mion

Western Democracy

La giornalista di guerra francese Anne-Laure Bonnel – Reporter, attualmente in Ucraina, da tempo filma le scene di guerra che si svolgono nel Donbass e ci ricorda costantemente che questa guerra è iniziata nel 2014 e che da allora l’esercito ucraino bombarda i russofoni.
“Il mio lavoro non ha un messaggio politico. Filmo e fotografo solo dozzine di morti e feriti ogni giorno”, ha detto Bonnel all’outlet CNews dicendo che il governo di Kiev considera queste persone come terroristi solo per il fatto di essere russofoni.
Sabato scorso Le Figaro ha cancellato dal sito e dalla pagina FB un suo articolo dal titolo “Il Donbas, dove tutto ebbe inizio” in cui parla della vita della popolazione civile di quelle tormentate zone .
«Da oltre otto anni queste persone rimaste indietro vivono in cantine, (sotto le bombe) senza accesso a un lavoro e ad altri diritti fondamentali per il pieno godimento di una vita dignitosa».
Le Figaro non ha ancora spiegato il motivo della censura.
Anne-Laure ora non ha più nemmeno accesso al suo profilo Twitter e, mentre farà del suo meglio per trovare una piattaforma alternativa,
ringrazia per il sostegno ma annuncia che dopo le minacce e le pressioni subite se ne starà in silenzio almeno per un po’; deve pensare a se stessa e a chi ama perché teme per la sua vita.
Intanto in Ucraina esiste una sola tv megafono del regime e l’opposizione è stata definitivamente spazzata via.
È questa la democrazia a difesa della quale vogliono portarci in guerra?

Una considerazione sulla bellezza del vivere in democrazia.

Raffaele Zagni

Da Hanna Zyskowska: Non so se anche per voi è stato bello così come lo è stato per me vedere in Parlamento gli affiliati dei partiti alzarsi in piedi e applaudire Zelensky il giorno dopo che lui, in Ucraina, i partiti li ha sciolti tutti. Non so se anche per voi è stato bello così come lo è stato per me ascoltare le sviolinate dei conduttori televisivi dopo che lui, sempre ieri, ha chiuso tutte le TV tranne la sua. A me la cosa ha regalato un momento di allegria, sopra tutto dopo che Draghi e prima di lui Fico e la Casellati ci hanno parlato dei valori inalienabili della democrazia occidentale, non come in Russia dove troneggia l’Autocrate.

E infine un altro bel documentario che regalo ai soliti amici negazionisti amanti del guitto in calzamaglia.

barbara

QUANDO SI DICE

Quando si dice la transizione verde

Quando si dice la democrazia

Quando si dice metti la mascherina che c’è il virus

Quando si dice l’informazione

cadendo in verticale senza rompere il soffitto! Certo che sono davvero dei fenomeni questi costruttori di razzi russi.

Quando si dice l’inclusione

Will Thomas è un nuotatore, ma talmente schiappa che stava al 462° posto. Un giorno però ebbe un’idea geniale: decise di farsi chiamare Lia, e di colpo passò dal 462° posto nello stile libero maschile al primo posto in quello femminile. In altre parole, in nome dell’inclusione le ragazze sono state di fatto escluse dalle competizioni femminili.
Ora ha vinto i 500 SL nei campionati universitari di nuoto ad Atlanta, stracciando tutte. Ma la seconda, terza e quarta classificata hanno mandato un esplicito messaggio, ricomponendo, insieme, il loro podio, quello vero. Quello delle ragazze.

Forse la cosa giusta da fare, da parte delle ragazze, sarebbe di restar ferme sulla pedana di partenza e lasciare nuotare da solo il cazzoforo, ma è anche possibile, coi tempi che corrono, che il rifiuto di competere con una persona a causa del suo “genere percepito” sia punibile con l’espulsione dal gruppo sportivo.

Quando si dice mi mancano le parole

Quando si dice che il nazismo ucraino è una balla inventata da Putin

Lorenzo Capellini Mion

Kyev, Ucraina

La guardia d’onore del reggimento del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky rende omaggio al funerale di un membro della divisione delle SS Galichina.
Era il giugno 2021.
Le SS in Ucraina si resero responsabili di eccidi con pochi paragoni quanto a ferocia, in special modo contro ebrei e polacchi.
È solo uno delle diverse centinaia di esempi che si potrebbero fare come centinaia statue e strade intitolate ai collaboratori nazisti in Ucraina dove, dopo il colpo di Stato del 2014, i governi che si sono susseguiti hanno eretto monumenti in onore di collaboratori dei nazisti e di autori dell’Olocausto ad un ritmo sbalorditivo.
Ve lo lascio qui come spunto per quando si sente parlare di denazificazione.

Quando si dice l’abito non fa il monaco

Quando si dice che solo i dissidenti russi hanno il coraggio di sfidare il potere presentandosi in televisione con un cartello controcorrente

Quando si dice i bei tempi di una volta

barbara

LA PAROLA AGLI SCUDI UMANI FINALMENTE LIBERATI

Lorenzo Capellini Mion

Mariupol, Ucraina
Dopo che la Russia ha negato l’attacco al teatro che l’Italia vuole ricostruire una rifugiata racconta, con dovizia di particolari, come siano stati i militanti del battaglione Azov, durante la ritirata, a farlo saltare in aria.
E racconta quali bugie vengono sui russi per disincentivare la voglia di fuga e di questa povera gente terrorizzata tenuta per giorni senza cibo e acqua, bambini compresi. Lei era con loro.
Inoltre spiega come i militanti banderisti schierino equipaggiamenti militari vicino a rifugi antiaerei ed edifici residenziali per usare i civili come scudi umani.
Ora dopo aver mentito su Chernobyl, sul presunto attacco alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, dopo aver usato e immagini di un incendio di una fabbrica cinese del 2015 e quelle dei videogiochi da cui hanno preso persino il nome della inesistente città di Tarkov, sull’ospedale pediatrico che era stato evacuato e usato come roccaforte militare, sulla strage di Donetsk eccetera eccetera non mi aspetto nessuna correzione da parte del giornale unico trasformati in un grande talk show propagandistico di guerra.
Io non mi sento in guerra con nessuno e quindi non ho nessun interesse di fare propaganda per alcuno ma se nel mio piccolo vengo a conoscenza di notizie che ritengo fondamentali per ristabilire appena appena la realtà dei fatti non rimarrò in silenzio.
Fino a quando non mi silenzieranno; logicamente, nell’attesa dell’inevitabile, nessuno è obbligato a frequentare la pagina FB o il canale telegram.

Lorenzo Capellini Mion

Ucraina
I nazisti o banderisti chiamateli come volete, che con il voto di oggi devo supporre siano nostri alleati, si nascondono in un asilo per godersi il “tempo tranquillo”.
Nei commenti lo dichiarano apertamente che non esista posto più sicuro per i loro “fratelli” delle scuole e gli asili nido.
Per quando si sente parlare di crimini di guerra.

Lorenzo Capellini Mion

Mariupol, Ucraina
Buone notizie, dopo che le truppe del battaglione Azov hanno ripetutamente impedito l’evacuazione dei civili, sparando a coloro che cercavano di lasciare la città, finalmente i “difensori” hanno iniziato a rilasciare in massa le persone.
Si registrano lunghe file di auto e autobus.
I civili fuggiti e fino a oggi usati come scudi umani parlano degli orrori che hanno dovuto sopportare durante le battaglie cittadine; secondo loro, ci sono molti civili morti in città, che non hanno nessuno che li seppellirà.
Adagiarsi sulla narrativa dominante, non doversi difendere da chi ti accusa di “intelligenza con il nemico”, dividere il mondo tra “buoni” e “cattivi” a prescindere dai fatti, sarebbe più comodo ma io proprio non ce la faccio.
E siccome per me non ci sono vittime innocenti di classi diverse se non vi va di guardare anche all’altra metà del cielo basta un click.

Una testimonianza.

EX PREMIER UCRAINO: PUTIN HA SALVATO CENTINAIA DI MIGLIAIA DI VITE

In un messaggio su Facebook, Azarov ha sottolineato che la NATO aveva pianificato un attacco nucleare alla Russia.
“La NATO voleva scatenare una terza guerra mondiale usando armi nucleari contro la Russia”, ha detto Azarov. “Dal dicembre 2021, la Russia riceveva informazioni sui piani della NATO per posizionare quattro brigate dell’esercito in Ucraina”. Una di quelle brigate avrebbe avuto testate nucleari.

Terza guerra mondiale

Secondo Azarov, la NATO voleva schierare truppe in estate. “Per evitare la terza guerra mondiale e l’attacco nucleare alla Russia, il governo russo ha deciso di rimettere le cose a posto in Ucraina”, ha detto Azarov, che è stato primo ministro nel 2004, 2005 e di nuovo nel 2010.
Ha affermato che l’esercito ucraino aveva anche pianificato di lanciare un’operazione militare nel Donbass e spazzare via la popolazione di lingua russa. L’attacco era coordinato con gli Stati Uniti e doveva essere lanciato il 25 febbraio.
Una delle principali fonti dei media ucraini, Hromadske, aveva descritto il Donbass come una regione che ha un “numero enorme di persone assolutamente inutili”. Dei 4 milioni di anime a Donetsk dell’epoca, 1,5 milioni erano “superflue” e “semplicemente devono essere eliminate”. Il Donbass dovrebbe essere visto solo come una “fonte di risorse”, ha affermato una fonte vicina all’amministrazione Zelensky.

Centinaia di migliaia di vite salvate da Putin

Il presidente russo Vladimir Putin ha salvato centinaia di migliaia di vite a Donetsk e Luhansk, ha detto l’ex primo ministro. Azarov ha sottolineato che le truppe della Repubblica popolare di Donetsk sono riuscite a mettere le mani su una mappa che mostrava come sarebbe stato lanciato un attacco su larga scala al Donbass.
Azarov ha lasciato l’Ucraina dopo che la sua auto è stata colpita da colpi di arma da fuoco il 21 febbraio 2014. Sua moglie era in macchina in quel momento. È sopravvissuta all’attacco, ma è rimasta gravemente traumatizzata.
Sembra che l’attuale presidente degli Stati Uniti sappia abbastanza bene cosa sta facendo la NATO per incitare una guerra con la Russia. Su C-Span, Biden aveva spiegato nel 1997: “L’unica cosa che può provocare la Russia in una risposta ostile e vigorosa è l’espansione della NATO agli stati baltici”.
Il confine dell’Ucraina con la Russia sembra essere il doppio dei confini dei due piccoli staterelli messi insieme.
Fonte: https://freewestmedia.com/2022/03/08/former-ukrainian-pm-putin-saved-hundreds-of-thousands-of-lives/

Autore:  FWMSTAFF, qui.

E poi c’è questa tizia, di cui non condivido proprio tutto tuttissimo, ma il modo in cui mena botte da orbi su tutti senza guardare in faccia nessuno mi induce a ritenerla affidabile. L’articolo è meraviglioso, e meravigliosa è la passione che lo ispira.

Vi spiego chi è veramente Zelensky

Due cose che so:

1) Putin non è il popolo russo.
Il popolo russo è un popolo pacifico e ospitale legato all’Ucraina: molti russi hanno genitori, mogli, parenti, amici ucraini che parlano la loro stessa lingua. Putin è un oligarca violento e antidemocratico amante del lusso sfrenato, con un patrimonio valutato decine di miliardi (impossibili stime ufficiali), un omofobo guerrafondaio, un ex agente del kgb che perseguita e uccide gli oppositori politici e i giornalisti e ha tessuto rapporti con tutta l’estrema destra europea. È l’idolo di Le Pen e di Salvini: Salvini che non festeggia il 25 Aprile e che ha candidato, eletto e portato al potere con la Lega decine di esponenti del Movimento Sociale Italiano. Che l’obiettivo dell’idolo delle destre sia quello di «denazificare» l’Ucraina è ridicolo.
Migliaia di russi senza patrimoni miliardari scendono in piazza contro Putin per fermare la guerra rischiando l’arresto, come ha fatto ieri la giornalista Marina Ovsyannikova irrompendo in diretta sul primo canale della tv russa con un cartello che denuncia le menzogne della propaganda e venendo immediatamente arrestata.
Pensare di boiocottare Putin boicottando Dostoevskij e l’insalata russa (che comunque non è russa) e la vodka (che comunque non è prodotta in Russia ma in Svezia, seguita da Francia, Polonia, Paesi Bassi, Stati Uniti, Lettonia e – toh! – Italia) è ripugnante e idiota. Boicottare il caviale – IL CAVIALE – è una roba che può venire in mente solo a chi trova normale riunirsi nella reggia di Versailles mentre i popoli patiscono la guerra e la fame, un po’ come scendere in piazza il 25 Aprile con le foto di “Coco Chanel, patriota europea” (a forza di governare con Berlusconi e Salvini agli antifascisti si confondono le idee).

2) Zelensky non è il popolo ucraino.
Il popolo ucraino è un popolo pacifico e ospitale legato alla Russia: molti ucraini hanno parenti e amici russi che parlano la loro stessa lingua. Molti sono fuggiti in Russia prima e dopo lo scoppio della guerra. Tra le braccia dei loro amici e parenti, non tra le braccia di Putin.

La vice premier ucraina Iryna Vereshchuk ha detto ieri sera a Otto e Mezzo che il 90 per cento degli ucraini sono con Zelensky: non è vero.
Zelensky ha vinto le elezioni nel 2019 con la promessa di sconfiggere la corruzione sistemica degli oligarchi, portare il benessere economico, porre fine alla guerra in Donbass. Ha disatteso tutte e tre le promesse. Ha perseguitato come il suo predecessore gli ucraini russofoni, ai quali viene impedito di studiare nella propria lingua. Stipendia i neonazisti degli ex corpi paramilitari come il battaglione Azov, legato a Casapound (vedi foto), diventati esercito regolare ucraino – dunque pagati con le tasse versate dagli ucraini – e accusati dall’Ocse e dall’Onu di atroci crimini contro l’umanità. Crimini commessi per lo più in Donbass, durante una guerra che si combatte da 8 anni e ha fatto – stando solo ai morti certificati dall’Ocse – 14 mila vittime. Una guerra che Zelensky prometteva di fermare e che invece continua a combattere sparando razzi contro quello che dice di essere il suo popolo.
Nemmeno prima di deludere le aspettative del “suo” popolo Zelensky rappresentava il 90 per cento degli ucraini.
Celebre comico televisivo, protagonista della serie “Servitore del popolo”, dove vestiva i panni di un professore di storia che si candidava alle lezioni con l’ambizione di sconfiggere la corruzione e il sistema degli oligarchi, porre fine alla guerra e portare l’Ucraina nell’Unione Europea e nella Nato, cambia carriera fondando un partito che si chiama “Servitore del popolo” e si candida alle elezioni del 2019 con l’ambizione di sconfiggere la corruzione e il sistema degli oligarchi, porre fine alla guerra, portare l’Ucraina nell’Unione Europea e nella Nato.
Zelensky deve però la sua popolarità al più ricco degli oligarchi che dice di voler combattere.
Si tratta dello stesso oligarca che ha finanziato il famigerato battaglione Azov (nel caso qualcuno vi avesse già spiegato che quelli di Azov non sono nazisti ma nazionalisti, lascio la parola al portavoce di Azov, Andriy Diachenko, che nel 2015 ha spiegato che “solo” il 20 per cento dei componenti del battaglione si dichiara apertamente fan di Hitler, benché tutti loro adottino le svastiche, la simbologia e i saluti nazisti perché pervasi “dall’ideale di difendere l’Ucraina come Hitler difese la Germania”). L’oligarca in questione è il proprietario della tv 1+1, che produce e trasmette lo show-partito politico di Zelensky: il magnate e politico Ihor Kolomoisky, uno degli uomini più ricchi al mondo secondo Forbes, governatore della regione di Dnipropetrovsk fino al 2015, fondatore della più grande banca d’affari ucraina, la Privatbank, fallita dopo aver riempito le tasche di Kolomoisky e rifinanziata a spese del popolo ucraino, come prassi anche da noi.
Nel 2019, Zelensky ottiene il 30 per cento dei voti al primo turno di elezioni non democratiche. Non democratiche perché i partiti comunisti, che avevano il 15 per cento dei voti, sono stati banditi nel 2015 e mai riabilitati e i loro militanti perseguitati come qualunque partito, rivista, sindacato, giornale manifesti idee comuniste (non solo riferite all’Unione Sovietica ma anche critiche nei confronti di Stalin e legate al pensiero di Karl Marx e Rosa Luxemburg, ai quali in Ucraina erano dedicate vie e piazze che oggi hanno cambiato nome).
Ancora qualche giorno fa, a Kiev, Mikhail Kononovich, leader dell’ala giovanile del fuorilegge Partito Comunista ucraino (CPU), e suo fratello, Aleksandr Kononovich, sono stati arrestati dalle autorità ucraine e ora rischiano l’esecuzione.
Alle elezioni non prende parte la popolazione delle autoproclamate repubbliche di Lugansk e Donetsk, che ha già votato per oltre il 90 per cento a favore dell’indipendenza da Kiev ma che ieri sera la vice premier ucraina ancora annoverava, insieme alla popolazione della Crimea, nel 90 per cento di ucraini con Zelensky, considerando la Crimea e i territori delle autoproclamate repubbliche popolari “territori occupati” (come del resto ha fatto tutto l’occidente, che riconosce il diritto all’autodeterminazione dei popoli solo quando conviene alla Nato). In aggiunta, nella parte delle regioni di Lugansk e Donetsk ancora sotto il controllo di Kiev, e dove quindi nel 2019 si svolgono le elezioni, Zelensky viene sconfitto sia al primo che al secondo turno. Il primo partito è quello di Yuri Boiko, fautore della ripresa delle relazioni con la russia, votato perché garante del diritto degli ucraini russofoni di tornare a parlare, insegnare, pubblicare giornali nella propria lingua.
Al secondo turno, il servitore del popolo Zelensky sfida il presidente uscente Poroshenko, oligarca proprietario di catene commerciali (sua la cioccolata “Roschen”), altro miliardario censito da Forbes e responsabile del conflitto in Donbass, persecutore degli ucraini russofoni e legato anche lui al magnate Kolomoisky, l’editore di Zelensky, con il quale Poroshenko arriva alla rottura nel 2015, quando preme per le sue dimissioni da governatore.
Con la promessa di porre fine al conflitto, Zelensky ottiene al ballottaggio il 73 per cento dei voti. Una volta eletto, invece di attuare come promesso gli accordi di Minsk sull’autonomia del Donbass firmati dal suo predecessore, chiede di rinegoziarli. Spinge l’acceleratore sulla guerra mai cessata. Nel paese del servitore del popolo la corruzione è ancora sistemica: come mi ha detto una volta un’avvocata: «In Ucraina serve pagare per ottenere qualunque cosa e qualunque cosa si ottiene pagando». Quest’estate, a Marrakech, ero colpita dai molti annunci delle università ucraine di medicina: «Vieni a laurearti in Ucraina!». In Ucraina? Perché? «Perché basta pagare e diventi medico. Poi vengono a operare qui, ma se stanno male vanno a curarsi in Francia». «Ah». Gli stipendi pubblici sono miserrimi: gli impiegati faticano ad arrivare alla fine del mese. Le famiglie sono tornate a vivere tutte sotto uno stesso tetto, tre e anche quattro generazioni. Nonostante le difficoltà, non ho mai incontrato persone così ospitali e generose come in Ucraina.
Ci sentiamo ogni giorno. Sperano che la guerra finisca presto.
Non conosco nessuno che la stia combattendo. “Combattono i professionisti”, mi dicono. Quelli pagati, quelli obbligati. Gli altri sono scappati in tempo per non dover combattere o si nascondono. Chi ha i soldi si è rifugiato negli alberghi o nelle case al confine, chi non ha i soldi per scappare o non vuole lasciare la propria casa, il lavoro, i genitori anziani, i figli piccoli, si nasconde in cantina, aiutando come può, costruendo una rete di solidarietà, di soccorso, di aiuto, portando l’acqua e le medicine alla popolazione.
Non vogliono armi per combattere, vogliono tornare presto a vivere in pace. Per questo Zelensky è stato costretto a arruolare legionari stranieri, a distribuire armi a chiunque le accetti e a varare una legge aberrante che consente a chiunque di sparare, facendo saltare la distinzione tra civili e militari e autorizzando l’aggressore a colpire i civili di un popolo che sta ripudiando la guerra meglio di noi, che dovremmo farlo per Costituzione.
Il popolo ucraino non è Zelensky, con la sua villa da 4 milioni a Forte dei Marmi, è Alina con la sua mamma badante a Roma, che ieri ho accompagnato in lacrime dall’altra parte della città con sua figlia di sei anni, rifugiate in attesa di poter tornare a casa, presto: “Appena finisce la guerra”.
Abbiamo raccolto vestiti per loro. C’era un cappotto. Alina non lo ha voluto perché qui fa caldo e quando tornerà in Ucraina troverà i suoi cappotti che la aspettano a casa insieme a suo marito, che aveva aperto una falegnameria e l’aveva inaugurata il giorno prima dello scoppio della guerra.
Il popolo ucraino non è Zelensky in mimetica che, al sicuro da qualche località segreta, augura la morte a chi scappa (“Смерть бігунам!!”, “morte a chi scappa”, ha dichiarato in video riferendosi agli uomini tra i 18 e i 60 anni che non possono lasciare il paese), il popolo ucraino sono le decine di ragazzi maschi con i quali siamo in contatto e che sono scappati in tempo per non combattere perché non hanno nessuna intenzione di morire per Putin né per Zelensky o che si sono nascosti in cantina aiutando la popolazione come possono.
Mi è chiaro che delle ragioni che spingono questi nostri fratelli e sorelle a non imbracciare le armi non freghi niente a Zelensky, a Biden, a Draghi, a Putin, ai molti giornalisti, politici e analisti ospiti dei talk show che preferiscono eccitarsi per la bambina ucraina che imbraccia un fucile e farne un simbolo della resistenza, un’immagine che fino a qualche mese fa avremmo utilizzato per denunciare la violazione dei diritti dell’infanzia in remoti paesi africani non democratici.
Frega però parecchio a me, per questo ci tengo a dare loro voce. A dare voce a chi, in Ucraina, chiede la pace. Sogno in collegamento a Otto e Mezzo una madre, un ragazzo che spera di non morire e che la guerra finisca presto, cioè l’opposto della terza guerra mondiale evocata da Zelensky e dalla sua vice premier che insiste a chiedere la No Fly Zone da parte della Nato anche quando le viene spiegato che questo comporterebbe lo scoppio di un conflitto globale tra potenze nucleari, cioè l’inasprimento della guerra e la fine di quasi tutto per quasi tutti.
Io non so e non voglio sapere se Putin, Zelensky e gli altri oligarchi hanno pronta l’isola, il bunker, l’astronave per Marte o se sono semplicemente meno empatici, meno svegli, meno liberi o più malati di come ce li raccontiamo.
So che la guerra i popoli non la vincono mai, nemmeno quando la vincono i loro governi. I soldati muoiono o tornano a casa feriti nel corpo e nell’anima, spesso inadatti alla vita che avevano. Gli ospedali, i ponti, le fabbriche le stazioni, le scuole vengono distrutte, le famiglie terrorizzate e divise, le terre bruciate e chi vive di questo – andando a scuola, coltivando la terra, guidando un treno, lavorando in fabbrica o in un ospedale – si ritrova senza la vita che aveva da vivere, con tutto da rifare.
In molti stiamo ricostruendo gli obiettivi economici e strategici di Putin e di Zelensky, le cause del conflitto, le possibili conseguenze in termini di confini, equilibri commerciali, forniture di materie prime, alleanze militari. È giusto farlo. È giusto comprendere i ruoli e le responsabilità storiche di tutti gli attori coinvolti compresa la Nato, Stalin, Lenin e Pietro il Grande (magari ecco, ricordando chi è ancora sulla scena e chi no, chi oggi potrebbe fare la differenza e chi no).
Vorrei però che con lo stesso sforzo con cui ponderiamo le richieste dei contendenti, dell’aggressore che però se ne sta al caldo senza combattere e dell’aggredito che pure non sta al fronte, ponderassimo quelle attuali del popolo ucraino.
Le motivazioni che spingono Putin a insistere e Zelensky a resistere non sono infatti quelle dei loro popoli. Non sono quelle di donne, uomini, bambine, bambini, vecchi, soldati, profughi.
Cosa pensate direbbero se potessero essere loro – Marina, Yura, Olga, tutti nomi di fantasia che uso per non scrivere i nomi di chi mi scrive – a sedersi al tavolo delle trattative? Chiederebbero le nostre armi? L’intervento della Nato? La terza guerra mondiale? L’integrità territoriale del paese? Ci avete pensato? Li conoscete?
Cosa stabilirebbero se potessero sedersi loro al tavolo delle trattative, un russo e un ucraino, come i genitori di Marina Ovsyannikova, la giornalista arrestata per aver fatto irruzione sulla tv russa?
Cosa desidera in cuor suo oggi il 90 per cento del popolo ucraino? Di porre fine alla guerra a qualunque condizione. Questo mi dicono i miei amici in Ucraina: “Speriamo che finisca presto”. Non discutono i confini orientali, l’ingresso nella Nato o l’annessione della Crimea alla Russia, le responsabilità storiche.
“È facile chiedere la pace!”, mi viene detto da chi evidentemente considera Marina, Yura, Olga, mio figlio e me ingenui o vigliacchi o entrambi.
No. È più facile fare la guerra, perché chi la dichiara non deve combatterla.
Chi dichiara guerra non resta senza cibo e riscaldamento, ha messo per tempo al sicuro i propri cari in qualche confortevole residenza di una qualche località segreta, non rischia di perdere la casa perché ne possiede parecchie e parecchie altre può comprarne.
La pace, invece, si fa una fatica porca a farla e a chiederla, ma è l’unica soluzione praticabile per chi di casa ne ha una e di stipendio pure e ha i figli sotto le armi e rischia ogni giorno in più di guerra di perdere tutto quello che ha.
La guerra è praticabile solo per chi produce e vende armi e non le imbraccia, solo per chi le guerre le sta a guardare in tv come si guardano le partite di calcio, facendo il tifo per una squadra e per l’altra senza capire quali sono realmente le squadre in campo: gli oligarchi contro i poveri cristi, in ogni guerra.
La pace, per i poveri cristi, non è un’utopia: è un’utopia la guerra, la pace e il disarmo sono l’unica via.
Poi magari quello che scrivo non serve a niente, serve solo a voi sorelle e fratelli che mi leggete con il traduttore di google per sapere che non siete soli. Siamo in tante, in tanti, anche qui, anche in Russia, a chiedere la pace. Siamo in tanti qui in Italia a gridare, e non da oggi, che i popoli non si proteggono aumentando la spesa militare di 37 miliardi e diminuendo quella sanitaria di 25 miliardi, come abbiamo fatto qui in Italia. Si proteggono con la giustizia sociale, la cooperazione, l’internazionalismo. Siamo in tanti a chiedere di non armare la guerra. Quella in Ucraina e le altre 33 guerre in corso nel resto del mondo, delle quali non amiamo pubblicare le foto dei civili morti perché le bombe, quasi sempre, le abbiamo prodotte, vendute e sganciate noi o qualche dittatore utile nostro amico.
Vi penso ogni istante. Teniamoci stretti.
Francesca Fornario, qui.

Nello stesso blog c’è, sempre strettamente in tema, anche questo articolo, di otto anni fa: Bruciati vivi. Gli stomaci delicati si limitino a leggerlo e lascino perdere le immagini alla fine dell’articolo.

Se poi vogliamo parlare di aggressioni, potrebbe essere il caso di ricordare che l’Italia ha aggredito l’Austria-Ungheria di cui fino al giorno prima era alleata, la Libia, l’Eritrea, l’Etiopia, la Somalia, la Grecia, l’Albania, la Francia, la Russia (giochetto costatoci 77.000 – secondo altre fonti oltre 90.000 – fra morti e dispersi e 40.000 feriti e congelati. Chissà che cosa ci costerà questa volta). E infine ha dichiarato guerra alla Germania, al cui fianco aveva combattuto per tre anni e tre mesi, senza neppure prendersi la briga di avvertire che avevamo cambiato fronte. Abbiamo proprio la patente per montare in cattedra e brandire la spada della giustizia, noi.

Concludo con La forza del destino, anche se noi, più che al destino, siamo in mano al più inetto governo della storia d’Italia e, dopo Mussolini, anche il più pernicioso. Ci sono due direzioni migliori di questa – già proposte in altra occasione – ma siccome sto dalla parte dei perseguitati, mi sembra giusto mettere Gergiev.

barbara

E ANCORA UCRAINA

Speravo potesse bastare ma invece no.

Un po’ di pre-storia.

Fulvio Del Deo

Capisco che in tanti nel 2014 dormissero.

(di Claudia Monteverdi)

Un colpo di stato è stato attuato in Ucraina sostenuto ovviamente dagli Usa. Biden all’epoca era agli esteri e la cara Hillary Clinton alla difesa [errore: Biden era vicepresidente, Hillary Clinton è stata ministro degli esteri fino al 2013, seguita, dopo il disastro della strage di Bengasi per la quale è stata direttamente responsabile, da John Kerry; e alla presidenza indovina chi]. Hanno tolto di mezzo il presidente filorusso e grazie al battaglione Azov e al Pravy sector, costole della destra hitleriana ucraina finanziati da Soros, hanno preso il potere.
L’Ucraina è divisa in due dal Dneper. Da una parte ucraini, nazionalisti e vicini all’Europa, dall’altra, compresa la Crimea, i russi. La Crimea indisse un referendum e poiché il 90% (per l’esattezza il 95,32% nota di FDD) decise di voler stare con la Russia, senza colpo ferire, ci fu l’annessione.
Mentre per le altre province sono passati otto anni di lacrime e sangue e di persecuzioni. Sono persino arrivati a fare multe se si parlava in russo e a sparare a chi pregava in russo.
Dati OSCE riferiscono di 14000 morti, fra civili e militari nel Donbas in questi anni. Informatevi di cosa sia stata la famosa strage di Odessa, che ovviamente i media occidentali se ne sono guardati bene di raccontare nei dettagli [informazioni qui, qui e soprattutto qui]. Gli squadristi nazisti incendiarono un sindacato in cui si erano riuniti uomini donne e bambini che, non appena hanno cominciato a darsi alla fuga, vennero impallinati dai cecchini.
Arrivò la presidenza Trump. Egli fece mancare ogni appoggio all’Ucraina in quanto a lui “non interessavano” le loro questioni. Venne attuato il cessate il fuoco e furono fatti gli accordi di Minsk che prevedevano il riconoscimento da parte dell’Ucraina delle due repubbliche come regioni a statuto speciale. Purtroppo questi accordi rimasero solo sulla carta.
Appena eletto, il presidente Biden attaccò Putin definendolo un killer e che gliela avrebbe fatta pagare. Chiese l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Ma secondo voi è accettabile che il nemico ti possa puntare missili con testate nucleari da una posizione che dista 300 km da Mosca?!?!?.
Da dicembre, gli esportatori di democrazia d’oltreoceano hanno iniziato a esaltare quel pupazzo di Zelensky, a promettergli sostegno militare, e così ha iniziato a bombardare di nuovo il Donbas per riprenderselo. Come un pollastro è cascato nel trappolone tesogli dai Dem americani che si sono così costruiti il pretesto per poter attaccare adesso quel cattivone di Putin, al quale peraltro è stato negato ogni tentativo di accordo. La risposta è sempre stata che l’Ucraina ha il diritto di entrare nella Nato.
A questo punto fate i vostri ragionamenti e se vedete in giro la coatta della Garbatella provate ad erudirla e se ci riuscite raccontate questa storiella anche a quello che mangia Nutella. Forse è meglio.
(Claudia Monteverdi)

Olga Juravlyova

Per otto anni, il mondo democratico ha guardato senza passione il bombardamento del Donbass. Salutando via le case distrutte, i quartieri residenziali distrutti, uccisi e feriti donne, bambini e anziani.
Nei miei sentimenti, il punto di non ritorno è stato superato quando le parole di Vladimir Putin, Cancelliere tedesco, Olaf Scholz, hanno cominciato a raccontare con sorriso quanto è divertente. Si è divertito a guardarci, con gli occhi di Alley Angels a Donetsk e Gorlovka, lastre di marmo, lavate con i nomi dei bambini, accanto ai giocattoli di peluche.
Parallelamente, in tutti questi otto anni, ci hanno detto senza esitazione come avrebbero distrutto la Russia. Combatti la Crimea, arma Ucraina, Georgia e altri paesi secondo gli standard della NATO. I politici ucraini, senza essere confusi, hanno parlato di attacchi terroristici in territorio russo, hanno strangolato la Crimea con un blocco di acqua, energia e trasporti. Minacciato la diffusione della NATO e fatto questo.
E la Russia è stata strangolata dalle sanzioni. Per Skripali, per interferenze nelle elezioni, per Navalny, per qualsiasi cosa, se fosse possibile sfruttare gli interessi della Russia, non danneggiare i tuoi.
All’inizio eravamo colpevoli. Russo significa, puoi sparare e persino uccidere. I nostri media possono essere chiusi, i nostri progetti (anche puramente economici) possono essere strangolati. Puoi intervenire apertamente nei nostri rapporti con la Cina e qualsiasi altro paese, senza esitare a interrompere nessuno dei nostri piani.
E la Russia taceva. Ho continuato a preservare il mondo con tutte le mie forze. Ha fornito oltre il 40 per cento del gas necessario per sopravvivere all’Europa – la stessa Europa che, senza confusione, ce la bloccherebbe, se ne avesse l’opportunità. Ma noi non siamo loro. Non combattiamo per la pace. Non blocchiamo l’acqua alle città.
Il 24 febbraio 2022, l’Occidente collettivo ha finalmente risvegliato l’orso russo. La stessa cosa di cui proprio questo occidente si è dimenticato da tempo e se ha menzionato, poi con un sorriso e una battuta.
Sette ore e mezza per arrivare a Kiev. Battuto i carri armati con i bruchi e disperso la polvere degli investimenti multimiliardari di otto anni degli Stati Uniti e della NATO in Ucraina. Che doveva diventare la punta d’acciaio della lancia, diretta nel cuore della Russia, e si è rivelata uno straccio imbevuto d’acqua.
È ora di parlare con USA e NATO alla pari. Per una ragione del genere, “dimenticheremo” i loro brillanti risultati in Afghanistan e certamente non li paragoneremo all’operazione in Ucraina, per non allontanare “partner costosi” nella pittura e nell’invidia.
Sì, siamo forti. Sì, abbiamo un numero enorme di risorse. Sì, abbiamo uno degli eserciti più potenti e moderni per proteggerci. E no, non siamo timidi al riguardo.
Igor Mityushkin da LinkedIn

Già: quanti programmi televisivi sono stati dedicati alle stragi dei russi da parte degli ucraini? Quante pagine di giornale? Quanti inviatiti di guerra sono andati a coprire le vicende? Quante condanne dall’Onu o da Amnesty (ah no, a loro non si può chiedere: sono troppo occupati a tempo pieno col loro stato-canaglia preferito)? Quanti sit in davanti all’ambasciata? Quanti gessetti colorati? Quanti utenti di social selvaggiamente scatenati? E poi i paragoni, quei grossi, grassi e succulenti paragoni che riempiono così bene la bocca!

Lorenzo Capellini Mion

History Reminder

Se fosse come Hitler oggi Kiev sarebbe ridotta come ridussero Coventry.
Se fosse come gli “Alleati” oggi Kiev sarebbe ridotta come ridussero Dresda.
Se fosse come Stalin oggi Kiev sarebbe ridotta come ridussero Berlino.
Se fosse come Bush jr oggi Kiev sarebbe ridotta come ridussero Kabul.
Se fosse come Clinton oggi Kiev sarebbe ridotta come ridussero Belgrado.
Se fosse come Obama oggi Kiev sarebbe ridotta come ridussero Aleppo o Tripoli .
Se fosse.
Demilitarizzandola, denazificandola e portando l’Ucraina alla neutralità l’intervento armato, oltre a proteggere i perseguitati del Donbass, potrebbe davvero prevenire la Terza Guerra Mondiale.
Certamente chi è interessato a certi traffici tra i quali quelli di virus, danaro sporco, organi ed esseri umani etc non sarà contento.
Preghiere per le vittime innocenti di una e dell’altra parte

E poi le traduzioni:

Da sempre, quando hanno a che fare con lingue poco conosciute, i nostri giornalisti danno libero sfogo alle proprie fantasie – e ideologie. Ricordo tanti anni fa una manifestazione di protesta di israeliani contro i continui tiri palestinesi su Gilo, e qualcuno aveva un cartello con scritto “shalom”. Naturalmente tutti sanno che cosa significa questa parola, ma il cartello era scritto in ebraico, e non molti erano in grado di leggerlo, così il giornalista ha pensato bene di raccontare che era scritto “Morte agli arabi”.
E adesso vediamo un po’ di figure, che coi disegnini si capisce meglio. Innanzitutto vediamo la prova inconfutabile che Putin, con la sua ossessiva sindrome di accerchiamento, è proprio paranoico pazzo demente eccetera eccetera

Poi ci sono questi due signori, molto più furbissimi assai di tutti noi, che hanno capito che cosa VERAMENTE sta dietro all’improvvida mossa di Putin

E da Babbe bibbo bu Boccuccia di rosa ve lo faccio anche sentire,

(certo che con una faccia così, non se la meriterebbe una bella Patente pirandelliana?)

e per finire una cosa finalmente seria, serissima

Gli attacchi di isteria senile di Biden col chiodo fisso del nemico nemicissimo mi hanno fatto venire in mente la moglie di un collega, tanti (tanti tanti tanti) anni fa, che si era messa in testa di avere motivo di essere gelosa di me; non ne aveva, in realtà, ma ero talmente diventata un’ossessione per lei, che non faceva altro che parlare di me, e questo povero collega, che mi vedeva servita a colazione pranzo e cena, ha cominciato a guardarmi con occhi diversi, e ad un certo punto ha finito per succedere quello che senza l’ossessione di sua moglie con tutta probabilità non sarebbe successo mai.
Un’ultima considerazione (ultima di questa puntata). Da quando è iniziata la pandemia, e ancora di più, molto di più, da quando sono arrivati i vaccini, siamo circondati da una marea di gente che si fa un vanto di non credere una sola parola di quello che dicono i mass media e le varie autorità: non “so che a volte (tante, poche) mentono, quindi verifico ogni parola che dicono, cerco prove, faccio controlli incrociati”, no: lo dicono i mass media? Allora sono matematicamente sicuro che è falso. Lo dice il governo? Allora sono matematicamente sicuro che è falso. Lo dicono gli esperti o sedicenti tali? Allora sono matematicamente sicuro che è falso. E ora? Mass media governo ed esperti gridano che Putin è un criminale di guerra? Tutti a strillare che è un criminale di guerra e a sperare che qualcuno lo uccida. Mass media governo ed esperti parlano di distruzioni immani e immani ecatombi? Distruzioni ed ecatombi sono verità di vangelo. Per non parlare di questa spettacolare inviata di guerra con elmetto che con indomita fierezza e sprezzo del pericolo sfida la morte per informarci

o di questa altrettanto spettacolare notizia che qualcuno ha fortunatamente colto al volo:
ore 11:30. abbattuti 4 carri armati russi.
abbattuti?? carri armati volanti??

Con tutto questo sto dicendo che Putin è un santo, che in Ucraina è tutto tranquillo, che la Russia è il paradiso in terra? No. Sto semplicemente dicendo che primo, per poter giudicare correttamente il presente bisogna conoscere – e ricordare – la storia; secondo, stabilire a priori di non credere una parola di quanto dicono i mass media e, alternativamente, di bersi avidamente ogni parola di quanto dicono i mass media, non è segno di grandissima intelligenza; terzo, se vi indignate a morte per quanto sta accadendo a mezza Ucraina oggi e non vi siete indignati almeno altrettanto per quanto sta succedendo all’altra metà da otto anni, se vi indignate per il colpo di mano di Putin oggi e non vi siete indignati altrettanto per il colpo di stato di otto anni fa, siete solo dei maledetti ipocriti. Vergognatevi.

barbara

SE ESISTE UN NOBEL DELLE CAZZATE

garantito che questa lo merita. Inserisco qualche commento in corsivo.

Lorenzo Capellini Mion

È un po’ lungo per gli standard di attenzione a cui siamo abituati ma vale la pena.
“siamo” chi?
Di sicuro ce ne è abbastanza per mettersi nei guai e per incorrere nella censura, in un’epoca in cui vale solo la “scienza ufficiale” asservita ai mercanti del terrore
e a qualunque persona di buon senso, questa premessa sarebbe più che sufficiente per fermarsi qui e buttare tutto nel cesso, ma siccome ho deciso di sacrificarmi per voi, butto giù un paio di bicchieri di Maalox e proseguo
ma questo è un articolo troppo, troppo interessante.
E quindi ci provo.
A gennaio, un rapporto dell’intelligence delle forze di difesa israeliane aveva avvertito che il programma di vaccinazione di massa di Israele avrebbe potuto creare una mutazione israeliana che si è poi dimostrata resistente ai vaccini COVID-19.
? Intelligence delle forze di difesa? Ma virus, vaccini, mutazioni non sono materia per biologi, virologi, infettivologi, epidemiologi? Siamo sicuri di sapere di che cosa stiamo parlando? A parte questo, la variante emersa è indiana, quindi, anche se tutto questo fosse vero, nel prevedere una variante israeliana avrebbero comunque toppato alla grande.
Preparato per il Coronavirus National Information and Knowledge Center, il rapporto affermava che “La campagna di vaccini di massa che si svolge parallelamente all’epidemia attiva in Israele può portare a una ‘pressione evolutiva’ sul virus”.
Qualche fonte, qualche link, qualche documento? Qualche nome? E stendiamo un velo pietoso sulla formulazione del “pericolo” che sovrasta gli israeliani vaccinati.
A maggio, Luc Montagnier dell’Istituto Pasteur, il virologo la cui scoperta dell’HIV è valsa un premio Nobel nel 2008,
l’uomo che crede all’omeopatia. L’uomo che crede alla memoria dell’acqua. L’uomo convinto che i vaccini – tutti i vaccini in sé, non uno in particolare – rappresentino un tentativo di genocidio. Uno delle cui sentenze ci possiamo fidare, insomma
ha avvertito che i vaccini COVID-19 stanno stimolando varianti più letali.
su quale base? Con quali elementi? Con quali prove?
“Sto facendo esperimenti all’Istituto con pazienti che si sono ammalati di Corona dopo essere stati vaccinati.
Esperimenti di che genere?
Vi mostrerò che stanno creando le varianti resistenti al vaccino”, ha affermato in un’intervista alla stampa francese.
E perché non lo mostra, invece che annunciare che lo mostrerà?
“Sono gli anticorpi prodotti dal virus che consentono a un’infezione di diventare più forte. …
Siamo sicuri che quest’uomo sappia che cos’è un’infezione e che cosa sono gli anticorpi?
È chiaro che le nuove varianti vengono create … a causa della vaccinazione”.
È chiaro a chi? È chiaro in base a che cosa?

“Sebbene altri non siano d’accordo, che le vaccinazioni di massa nel mezzo di una pandemia possano creare varianti questa è scienza di base”,
1. I casi sono due: o è un dato di fatto, e quindi non esiste l’essere o non essere d’accordo, o è questione di opinioni, e allora di scientifico non c’è niente.
2. Se vaccinare durante una pandemia è sbagliato, quale sarebbe la cosa giusta da fare? Aspettare che si sia del tutto esaurita, che chi doveva morire sia morto, chi doveva guarire sia guarito e nessuno si ammali più perché il virus è scomparso e allora finalmente cominciare a vaccinare?
3. TUTTI i virus mutano, in continuazione, senza sosta, fin dal giorno in cui compaiono, con o senza vaccinazioni. Affermare che il virus muta perché si sta vaccinando è cosa che può fare solo un cretino integrale

ha affermato il virologo belga Dr. Geert Vanden Bossche, le cui credenziali nell’industria dei vaccini includono posizioni presso GSK Biologicals, Novartis Vaccines, Global Alliance for Vaccines and Immunization (GAVI) e la Fondazione Bill & Melinda Gates.
Qualcosa di concreto invece di una ridicola sfilza di istituzioni? È pretendere troppo?
In un discorso al vertice sui vaccini in Ohio e in una lettera all’Organizzazione Mondiale della Sanità, Bossche ha delineato il pericolo.
Immagino che “un discorso” e “una lettera” siano inoppugnabili argomenti scientifici
Poiché i vaccini COVID-19 non sono in grado di uccidere rapidamente il virus COVID-19,
uccidere il virus?! Uccidere il virus?!?! UCCIDERE IL VIRUS?!?!?! Il vaccino servirebbe a uccidere il virus?! E questo sarebbe un virologo? Questo è un analfabeta che non ha neanche la seconda elementare!
creano un terreno fertile per le varianti, proprio come accade con i batteri che non vengono uccisi quando i pazienti non assumono un ciclo completo di antibiotici.
Ehm, no. I “batteri che non vengono uccisi quando i pazienti non assumono un ciclo completo di antibiotici” non creano varianti, semplicemente restano vivi perché sono più resistenti, e quando poi si moltiplicano, anche i loro “figli“ sono automaticamente più resistenti di quelli ammazzati dall’antibiotico. Confondere batteri e virus, antibiotici e vaccini, resistenza e mutazione è cosa che avrebbe potuto forse – forse – fare mia madre che aveva la terza elementare e non ha mai letto un libro in vita sua; dalla prima media in poi non esiste perdono possibile per chi spara simili cazzate.
Il virus ha quindi il tempo di adattarsi e mutare – ciò che non lo uccide rapidamente rende la sua prole più forte – portando alle varianti apparentemente infinite che stiamo vedendo ora.
Cosa faccio, mi sforzo di ignorare questa ennesima cazzata o gli sparo direttamente una pallottola in testa?
Il pericolo di questa “fuga immunitaria”,
maqquanto mi piacciono queste frasi ad effetto, maquanto maqquanto maquanto!
ha affermato Bossche, è enormemente accresciuto dai lockdown, che impediscono al sistema immunitario innato del corpo
il sistema immunitario è congenito, non innato, deficiente idiota cretino ritardato!
di essere adeguatamente sfidato da agenti patogeni casuali e altri agenti ambientali per mantenerlo allenato e in forma, simile al decondizionamento che si verifica quando non facciamo esercizio fisico adeguato per mantenere in forma cuore, polmoni, altri muscoli e organi.
Sì ok, questa è vera, ma questa la sapeva anche la mia fruttivendola, senza bisogno di liste di credenziali
La tempesta perfetta di un sistema immunitario innato inadatto e vaccini COVID-19 inefficaci contro virus mutanti sempre più virulenti di loro creazione vedrà quindi quelli precedentemente infettati da COVID-19 e gli stessi vaccinati soccombere all’infezione dalle varianti, ha affermato Bossche che ha aggiunto che i vaccinati sono particolarmente a rischio poiché gli anticorpi specifici a lunga vita prodotti dalla vaccinazione sono particolarmente abili nell’inabilitare gli anticorpi generali dell’organismo.
Se il tema non fosse fin troppo serio, verrebbe spontanea la solita battuta “Cambia pusher”.
La teoria
teoria? Ma non era una cosa sicura?
secondo cui i vaccini non sono altrettanto efficaci contro le varianti è stata rafforzata
rafforzata: non provata, dunque
in uno studio non sottoposto a revisione paritaria
ah ecco…
a maggio da 14 ricercatori
chi?
di cinque scuole e università di medicina tedesche
quali?
che hanno scoperto che la variante altamente trasmissibile Delta (indiana) B.1.617, una delle quattro che l’OMS classifica come una “variante di preoccupazione a livello globale” – è più in grado del virus originale di infettare i pazienti che erano stati precedentemente vaccinati o precedentemente infettati.
Ma se questa variante è indiana, come ha fatto a essere provocata dalle vaccinazioni fatte in Europa, Israele eccetera?
Gli autori hanno concluso che la capacità della variante Delta di eludere specifici anticorpi COVID-19 “può contribuire alla rapida diffusione di questa variante”, aggiungendo che “In popolazioni con un’alta percentuale di individui con risposte immunitarie preesistenti contro SARS-CoV-2 (COVID-19) le varianti virali che possono eludere il controllo immunitario hanno un vantaggio selettivo”. Gli scienziati
Quali?
hanno notato che un fenomeno simile potrebbe essersi verificato con la variante sudafricana, B.1.351, e una mutazione brasiliana chiamata P.1, che sembrano prosperare anche nelle popolazioni che hanno acquisito l’immunità al COVID-19.
Quelli con l’immunità a COVID-19, in altre parole, potrebbero essere ancora vulnerabili a varianti più trasmissibili e/o mortali del virus.
Un altro studio non sottoposto a revisione paritaria che rafforza la teoria è arrivato dai Clalit Health Services e dall’Università di Tel Aviv in Israele.
Qui hanno analizzato 800 persone che erano state infettate da COVID-19, 400 delle quali precedentemente vaccinate e 400 non vaccinate, per scoprire che coloro che erano stati completamente vaccinati con due iniezioni Pfizer avevano contratto la variante sudafricana a un tasso otto volte superiore a quello non vaccinato (sebbene la dimensione del campione fosse molto piccola).
Lo studio, che ha abbinato i due gruppi in base a dati demografici come età e sesso, ha anche scoperto che coloro che hanno ricevuto un’iniezione Pfizer hanno contratto la variante britannica più spesso di coloro che non ne hanno ricevuto.
Ancora più preoccupazioni sono state espresse in un articolo di Science all’inizio di quest’anno intitolato “Nuove mutazioni sollevano lo spettro della ‘fuga immunitaria’”, che descriveva come mutazioni più mortali potrebbero imparare a eludere la risposta immunitaria sia nelle persone precedentemente guarite che in quelle vaccinate,
no un momento, come sarebbe? Non avete detto finora che è il vaccino a provocare la mutazione? Cos’è dunque quest’altra storia?
dando la mutazione un vantaggio nelle popolazioni con elevata immunità. In un esempio, Jesse Bloom, un biologo evoluzionista presso il Fred Hutchinson Cancer Research Center, ha mostrato che E484K, una mutazione di una preoccupante variante sudafricana chiamata 501Y.V2, ha ridotto la potenza di anticorpi specifici di un fattore fino a 10.
Ha mostrato in che modo? Con che genere di esperimenti? Verificati da chi?
Per combattere le ondate di mutazioni COVID-19, molti esperti insistono sulla necessità di nuovi vaccini per contrastare le mutazioni che i vaccini COVID-19 hanno stimolato.
Ma se quei vaccini vengono somministrati durante una pandemia, avvertono altri,
Altri chi?
potrebbero semplicemente perpetuare un circolo vizioso di nuove varianti che generano la necessità di nuovi vaccini che generano nuove varianti.
Lawrence Solomon, Epoch Times
La cura peggiore del male

Amen. Credo che il migliore commento a questo delirio siano questi due brevi post di Enrico Richetti che, a causa di legami famigliari, ha sempre notizie di prima mano da Israele.

28 giugno:
213 nuovi contagiati
1 deceduto dopo parecchi giorni, se non settimane, senza decessi
21 malati gravi in tutto (non nuovi malati gravi da oggi, malati gravi attuali)

1 luglio:
204 nuovi contagiati, 27 malati gravi in tutto (non nuovi malati gravi, malati gravi attuali), una sola vittima qualche giorno fa… da settimane.
E se la variante Delta, per quanto contagiosa fosse davvero “una banale influenza”?

Prima della vaccinazione di massa le terapie intensive in Israele erano praticamente piene, e i morti in un anno e mezzo sono stati 6429. Individui come l’autore di questo delirio andrebbero arrestati per terrorismo psicologico e diffusione di notizie false, tendenziose ed estremamente pericolose, e messi in condizione di non nuocere.

barbara

TUTTO IL BIDEN MINUTO PER MINUTO

Iniziamo con questa gustosa miscellanea di alcuni dei suoi momenti top

E passiamo alla recente conferenza stampa, chiamiamola così, con alcune annotazioni dell’amico Myollnir

ho appena visto la cd Conferenza stampa di Biden, la prima da quando è in carica. Penosa. E’ la prima volta che vedo qualcuno leggere le risposte ad un conferenza stampa (guai a pensare che le domande fossero concordate con la stampa amica…)

E subito dopo

Ci sono sviluppi. Guarda qua: fra gli “appunti” c’è la scheda dei (pochi) giornalisti ammessi, con la foto per non sbagliarsi e con evidenziati quelli da ammettere alla domanda, con il numero d’ordine con cui chiamarli.
Allucinante. E nessuno dei presenti ha nulla da obiettare.
https://nypost.com/2021/03/25/biden-used-cheat-sheet-during-his-first-press-conference/

E perfino così riesce a incasinarsi, come potete vedere nel video che trovate al link. Qui alcune interessanti riflessioni, a cui aggiungo alcune considerazioni di

Lorenzo Capellini Mion

The White House

Ad ogni conferenza stampa il Presidente Trump si trovava di fronte dei pitbull ringhianti e dei lupi ululanti. Il Presidente Biden si è trovato degli agnellini scelti accuratamente che ponevano domande pre concordate.
Dopo due mesi e mezzo senza concedersi alla stampa per un confronto teoricamente senza filtri è apparso stanco, senza verve, con poche idee e spesso confuse. Fatti zero, a parte lamentarsi e addossare colpe all’amministrazione precedente, persino per il disastro da lui creato al confine sud. The blame game a cui gioca da 48 anni.
Ha ammesso di non poter sapere se i bambini migranti separati dai genitori alla frontiera siano davvero i loro figli.
E ha ammesso che in larga parte siano maschi prossimi alla maggiore età, cioè quella militare.
Dovranno tornare alle politiche di Trump se non vogliono la guerra civile, prima del previsto.
Timidissimo sulla Cina vago su tutto il resto, dando l’impressione che senza appunti sarebbe stato perso. E in effetti non è riuscito a completare più di qualche concetto.
Alla domanda sul controllo delle armi, e quindi sul secondo emendamento, ha risposto dettagliatamente riguardo al piano per le infrastrutture. Senza che nessuno lo incalzasse, come si confà con i dittatori, mi ha ricordato l’ultimo Breznev.
I nemici degli Stati Uniti e del mondo libero si saranno goduti lo spettacolo, compresi quelli che vivono alla Casa Bianca. E sono tanti.
In una parola è stato avvilente.

E infatti i terroristi hanno immediatamente ripreso a colpire, la Corea del Nord ha ripreso a lanciare missili, la Cina sbertuccia l’America di santa ragione, l’Iran si è reimpossessato del manico del coltello e, giusto per chiarire chi stabilisce le regole del gioco, ha bombardato due navi israeliane nel giro di tre settimane, ma niente sembra scalfire l’amore cieco di Biden per i macellai iraniani, al cui altare appare pronto a sacrificare gli accordi di Abramo, ossia la pace del Medio Oriente, che se decade trasformerà l’intero Medio Oriente in una macelleria, in aggiunta alle numerose macellerie create da Obama con le cosiddette primavere arabe, le cui vittime si contano – per ora – in centinaia di migliaia (quando si dice “mani grondanti di sangue”), da far scomparire, per numero di vittime ottenute, i successi di Arafat, per non parlare di pidocchietti quali Totò Riina e Tano Badalamenti.
E poi i bambini nelle gabbie, già, che nessuno può visitare. Ma si sa che poche cose sono veramente impossibili se uno è davvero determinato ad arrivarci. E infatti

Qui

Quanto al ritornello che gli stragisti in America siano “per la grande maggioranza bianchi” queste sono le foto segnaletiche di tutti i responsabili di attentati o sparatorie in cui sono rimaste uccise almeno 4 persone per singolo episodio dal 2019 a oggi.

E infine la nave incagliata, che apprendo ora essere di Taiwan ma con carico cinese. Nel momento stesso in cui ho appreso la notizia mi sono chiesta: ma sarà stato davvero un incidente? A quanto pare non sono stata l’unica a pormi la domanda, e qualcuno si è preso la briga di tracciare il percorso della nave prima di andarsi a incagliare: lo potete vedere qui. Tuttavia, anche se le navi bloccate sono centinaia e non si prevede quando la situazione potrà essere sbloccata e nel frattempo il prezzo del greggio sale vertiginosamente, io non sarei poi così pessimista

barbara

CHI BEN COMINCIA È A METÀ DELL’OPERA

Poi il titolo ve lo spiego dopo.

Biden Hiden riscrive la storia sul Coronavirus mentendo pubblicamente agli americani nel suo primo discorso alla nazione

Joe Biden parla della pandemia di COVID-19 durante un discorso in prima serata dalla East Room della Casa Bianca, giovedì 11 marzo 2021, a Washington, D.C.
Nel suo primo discorso alla nazione in prima serata, Biden Hiden ha parlato del Coronavirus e di come è stata gestita la pandemia, criticando pesantemente quanto fatto dall’Amministrazione di Donald Trump, ma finendo per mentire spudoratamente, come evidenziato dal The Washington Times in suo articolo, di cui riportiamo la traduzione integrale.

Biden reinventa la storia, le bugie nel primo discorso in prima serata

“Un anno fa, siamo stati colpiti da un virus che è stato accolto con il silenzio e si è diffuso senza controllo. Negazionismi per giorni, settimane, poi mesi, che hanno portato a causare ancora più morti”, ha detto il Joe Biden nel suo primo discorso alla nazione giovedì sera.
Menzogne palesi.
Già il 6 gennaio del 2020, il Centers for Disease Control and Prevention (CDC), sotto la guida dell’allora presidente Trump, ha emesso un avvertimento sui viaggi per Wuhan, in Cina, a causa della diffusione del Coronavirus.
Il 20 gennaio, il giorno in cui i cinesi hanno finalmente ammesso che il virus poteva essere trasmesso da uomo a uomo, gli Stati Uniti hanno annunciato che stavano già lavorando allo sviluppo di un vaccino.
Il 29 gennaio, Donald Trump ha formato una task force sul Coronavirus alla Casa Bianca e due giorni dopo ha dichiarato un’emergenza per la salute pubblica e ha limitato i viaggi da e verso la Cina.
Forse il signor Biden non stava prestando attenzione in quel momento – i Democratici, dopo tutto, erano ossessionati dall’impeachment di Donald Trump.
Quando il Coronavirus ha finalmente catturato l’attenzione dei Democratici (dopo l’assoluzione del signor Trump nel processo di impeachment) sono andati all’attacco, compreso il signor Biden, che ha definito “xenofobe” le azioni del presidente che vietavano i viaggi da e verso la Cina.
“Questo non è il momento per i record di isteria e xenofobia di Donald Trump – xenofobia isterica – e dell’allarmismo a guidare le scelte invece della scienza”, aveva detto il signor Biden al tempo.
Ron Klain, ora capo dello staff della Casa Bianca, aveva invece applaudito la Cina. “Penso che quello che si dovrebbe dire della Cina è che è stata più trasparente e più candida di quanto non sia stata durante le epidemie passate”, ha detto. Il signor Biden e il signor Klain non avrebbero potuto avere più torto. Il signor Trump ha subito pesanti colpi dal punto di vista delle pubbliche relazioni, ma così facendo ha salvato migliaia di vite americane.
A febbraio, mentre il signor Trump aveva giurato nel suo discorso sullo Stato dell’Unione di “prendere tutte le misure necessarie” per proteggere gli americani dal Coronavirus e lavorava con la FDA e sull’ampliamento di una partnership con il settore privato per “accelerare lo sviluppo” di un vaccino contro il Coronavirus, il signor Klain aveva minimizzato la gravità dell’epidemia.
“Una grave epidemia – ora, il Coronavirus può essere questo o può non essere questo. Le prove suggeriscono che probabilmente non lo sia”, aveva detto il signor Klain.
Il dottor Zeke Emanuel, che era consigliere della campagna di Biden, ha detto che “molti degli esperti stanno dicendo, ‘bene, il periodo caldo sta per arrivare e, proprio come con l’influenza, il Coronavirus sta per scemare e può spostarsi nell’emisfero meridionale’”.
E ha aggiunto, “al momento, la maggior parte delle persone sta pensando che ci potrebbe essere un po’ di reazione eccessiva da parte di molti, forse anche del nostro stesso paese. Se si guardano i numeri spassionatamente, ci sono poco più di 1.000 casi fuori dalla Cina”.
Sbagliato e ancora più sbagliato.
Il 24 febbraio, l’amministrazione Trump ha inviato una lettera al Congresso chiedendo almeno 2,5 miliardi di dollari per aiutare a combattere la diffusione del Coronavirus. Nello stesso periodo, la presidente della Camera Nancy Pelosi passeggiava per la Chinatown di San Francisco “alleviando le paure della gente” sul virus.
A marzo, quando molti media stavano ancora minimizzando il virus e criticando la risposta “xenofoba” del Presidente, il signor Trump ha donato il suo stipendio del quarto trimestre per combattere il Coronavirus e la sua amministrazione ha annunciato l’acquisto di circa 500 milioni di respiratori N95 in un periodo di 18 mesi per rispondere all’epidemia.
Il 4 marzo, il giorno in cui la CNN ha finalmente ammesso che il Coronavirus potrebbe essere più mortale dell’influenza, l’allora segretario alla salute e ai servizi umani Alex Azar annunciava che l’HHS stava trasferendo 35 milioni di dollari al CDC per aiutare le comunità statali e locali più colpite dal Coronavirus. Quattro giorni dopo, il signor Trump ha firmato una legge da 8,3 miliardi di dollari per combattere l’epidemia, con la maggior parte dei soldi da destinare alle agenzie federali, statali e locali.
Il 9 marzo, il signor Biden ha tenuto un comizio al chiuso in Michigan, apparentemente disinteressato al problema del virus che si stava diffondendo. Il 12 marzo, sempre il signor Biden aveva twittato: “Un muro non fermerà il Coronavirus. Vietare tutti i viaggi dall’Europa – o da qualsiasi altra parte del mondo – non lo fermerà”.
Di nuovo, sbagliato.
Mentre la maggior parte dei media mainstream e la campagna di Joe Biden erano troppo preoccupati a disquisire sull’origine del virus e perché fosse sbagliato che alla Casa Bianca fosse stato soprannominato “il virus della Cina” o “il virus di Wuhan”, l’amministrazione Trump stava lavorando per accelerare i test, accelerare lo sviluppo di potenziali vaccini e sviluppare un piano di distribuzione, ottenere attrezzature di protezione personale (PPE) per distribuirle agli Stati che ne avevano bisogno e stava preparandosi all’uso del Defense Production Act.
Sì, ci sono stati degli intoppi lungo la strada. Sì, ci sono state alcuni falsi ricorsi alla speranza rispetto ad alcune terapie. Sì, il signor Trump si è concentrato più sulle cose positive nelle sue dichiarazioni pubbliche che sul quelle negative. Eppure, la sua amministrazione stava lavorando instancabilmente e tenacemente per arginare la diffusione del virus, e per sviluppare un vaccino in tempi record.
E l’hanno fatto. L’operazione Warp Speed è stata un successo sorprendente – un successo di cui l’attuale presidente Joe Biden si sta giovando. Anche se non si può dire che non ci siano stati degli scettici all’epoca.
“Il vaccino contro il Coronavirus potrebbe arrivare quest’anno“, aveva detto Donald Trump. “Gli esperti dicono che avrebbe bisogno di un ‘miracolo’ per avere ragione”, riportava l’NBC il 15 maggio.
Meno male che il miracolo è arrivato.
Invece di incolpare l’amministrazione Trump nel suo primo discorso alla nazione, il signor Biden avrebbe dovuto dire solo “grazie“.
Ma immagino che questo avrebbe richiesto di voler effettivamente unire il paese – non di cogliere l’opportunità per demonizzare il suo avversario politico.

WashingtonTimes.com

LUCA MARAGNA, 12 MARZO 2021, qui.

E se ne avete tempo e voglia, potete ammirarlo in tutto il suo fulgore.

Il titolo si riferisce all’obiettivo di Biden – o meglio dei suoi burattinai – che è chiaramente quello di smantellare gli Stati Uniti. Iniziando da quello che aveva made America great again. E dunque ha cominciato il lavoro cancellando la persona, cancellando dalla memoria propria e degli americani tutto ciò che aveva fatto. Ed è stato proprio un esordio col botto. Dopodiché si passa a smantellare l’esercito, l’economia e il benessere, e poi anche

Lorenzo Capellini Mion

Lafayette, Louisiana

Con una furia ideologica senza precedenti la nuova Amministrazione continua a perseguire un’agenda politica a discapito dei propri cittadini e ha annullato la vendita di 80 milioni di acri (circa 32 milioni di ettari) di contratti di locazione petrolifera del Golfo del Messico distruggendo migliaia di posti di lavoro.
Una mossa devastante per uno Stato in cui circa 250.000 persone, che equivalgono ad altrettante famiglie, lavorano nell’industria petrolifera e non è un caso isolato visto che sono già 21 gli Stati che si stanno opponendo alla nuova politica energetica che come punta di diamante ha visto il folle blocco del progetto Keystone XL Pipeline che ha mandato su tutte le furie anche il Canada.
Nel frattempo il prezzo dei carburanti ha subito un impennata impressionante e gli Stati Uniti stanno perdendo la piena indipendenza energetica conquistata sotto l’Amministrazione dell’uomo arancione cattivo che nel contempo aveva migliorato tutti i parametri con cui si calcolano i danni ambientali.
E normalmente questa è la strada che conduce ad un’altra guerra su vasta scala in Medioriente, dove per esempio le forze statunitensi si stanno nuovamente riversando in massa in Siria.
Però non twitta nulla che disturba le anime belle.

il territorio nazionale, la diplomazia internazionale (Interessante il fatto che l’articolo sembra dare credito alla leggenda che Trump sarebbe stato eletto grazie alla Russia. Il giorno che i dem si inventeranno che è stato eletto grazie all’azione combinata di gatto Silvestro e Braccio di ferro finanziati da Cenerentola, i giornali lo pubblicheranno come verità di vangelo). Con conseguenze immediate, naturalmente:

Mosca richiama il proprio ambasciatore a Washington, “allo scopo di analizzare a fondo cosa fare riguardo le relazioni con gli Usa. Per noi la cosa importante è capire in quale maniera si possano riallacciare legami russo-americani, condotti in sostanza da Washington in un vicolo cieco. Non vorremmo che si giungesse a un degrado irreparabile.”

Potrebbe bastare definirlo assassino? Potrebbe, ma non al signor Biden:

“Il prezzo che pagherà, beh, lo vedrete a breve”

È una minaccia? Un’intimidazione? La bravata del bambino scemo che dice a quello più grande “ti do un pugno che ti spacco la faccia”? Un po’ poco, qualunque cosa sia, per impressionare un funzionario del KGB, che risponde, con la gelida imperturbabilità del funzionario del KGB

(i sottotitoli in realtà non sono corretti: non dice “chi lo dice sa di essere” come dicevamo noi da bambini, bensì “io gomma, tu colla”, vale a dire che le offese che mi lanci, su di me rimbalzano e si attaccano a te. Più qualche altra imprecisione) L’augurio di buona salute comunque ha immediatamente prodotto i suoi effetti:

Ma volendo si potrebbe anche dire “… e come è duro calle lo scendere e salir per l’altrui scale”. Guarda per esempio questa come è carina

Dopodiché arriva l’ineffabile organo ufficiale dell’Unione delle Comunità ebraiche che ineffabilmente scrive:

“Biden sta mantenendo le promesse”. In una intervista con La Stampa, lo scrittore Nathan Englander esprime il proprio apprezzamento per Joe Biden: “Ha trovato un Paese diviso e fatto a pezzi da Trump, dove i neonazisti manifestavano impuniti a Charlottesville e un’ordata di folli criminali ha invaso indisturbata Capitol Hill con la bandiera degli Stati Confederati. Di fronte a questa situazione spaventosa Biden sta mantenendo le promesse fatte in campagna elettorale”. (qui)

E, a proposito della lotta al Covid:

“Partita male (con Trump) ha pagato un prezzo alto ma si riprende e recupera” (qui)

(I sinistri, cristiani, ebrei o atei che siano, non si smentiscono mai)
Per quanto riguarda il caso Putin, naturalmente Putin è un assassino, nessuna persona ragionevole potrebbe avere qualche dubbio. Ma il punto non è se Putin sia o non sia un assassino, o se fra i personaggi a cui Biden ha stretto e stringerà la mano ce ne siano di peggiori: il punto è che io posso dire che Putin è un assassino, un capo di stato – ma anche un qualsiasi politico di rango inferiore – no. Sono tuttavia convinta che la triade che tira i fili stia lasciando intenzionalmente che faccia una gaffe dietro l’altra, crei un incidente dietro l’altro, si renda ridicolo e si mostri inaffidabile, in modo che il mondo intero, quando sarà il momento, sia pienamente convinto che quell’uomo non è in grado di reggere uno stato – neanche se si trattasse di San Marino – e sia pronto a trovare ragionevole la sua messa a riposo e sostituzione. Forse, addirittura, senza neppure accorgersi che è esattamente a questo scopo che il burattino è stato messo sul palcoscenico. D’altra parte non c’era altro modo per fare arrivare a quel posto una donna che alle primarie è stata una delle persone meno votate. Perché per fare carriera i pompini possono indubbiamente essere utili, ma per arrivare ai vertici, se non hai le doti di una Teodora, ti servono giochi molto più sporchi.

barbara

PENSIERI E PAROLE

(perché voi di un campo di grano non ne sapete niente, e allora ve lo racconto io).
E cominciamo con l’ennesimo scandalo a corte.

“Boicottiamo la regina Elisabetta, è razzista”

Così la fondatrice di Black Lives Matter, Opal Tometi. Si occupasse di schiave nigeriane, anziché di far inginocchiare la regina 95enne che sta lì da quando Hitler bombardava Londra [e lei difendeva la civiltà dalla barbarie nazista facendo la camionista per l’esercito, a 18 anni]

La fondatrice di Black Lives Matter chiede il boicottaggio della famiglia reale dopo le accuse di razzismo alla casa reale da parte di Meghan Markle, che sostiene Black Lives Matter. La scrittrice e attivista Opal Tometi ha esortato a rivoltarsi e a cancellare la monarchia inglese perché non sosterrebbe le persone di colore.
Nessuna meraviglia. I fondatori di Black Lives Matter hanno ammesso di essere degli ideologi marxisti. Vi spiccano ex membri dei Weather Underground, un gruppo terroristico della sinistra radicale che, negli anni Sessanta, tentò di scatenare una rivoluzione comunista negli Stati Uniti. Black Lives Matter afferma di voler abolire la famiglia, la polizia, le prigioni, l’“eteronormatività” e il capitalismo. Per loro, i Windsor sono solo un altro simbolo del “suprematismo bianco”.
Tometi, nata in America da genitori nigeriani, dice di essersi ispirata per Black Lives Matter dalla storia della sua famiglia. Per servire davvero la causa della dignità, dell’antirazzismo e difendere le persone di colore potrebbe tornare a guardare a quel che accade in questi giorni in Nigeria, dove migliaia di donne e bambine vengono rapite. Sarebbe una causa ben più nobile e urgente della mascalzonata contro una regina che sta per compiere 95 anni e che sta lì da quando Hitler bombardava Londra, teneva discorsi alla radio e serviva come ausiliaria nell’esercito inglese, l’unico che tenne testa al nazismo fra le tante monarchie e paesi europei.
In alternativa, che ne diciamo di boicottare noi Black Lives Matter?
Giulio Meotti, qui.

Certo che se un’attricetta arrivista (il suo primo marito era un produttore) incontra un nazistoide,

non è molto facile che ne esca qualcosa di buono. Però guardate come piange poverina, incurante del trucco che si scioglie e cola giù da tutte le parti!

E a proposito di Black Lives Matter

Lorenzo Capellini Mion

Tampa, FLA

L’agente Jesse Madsen, che nella sua vita dedicata alla Nazione ha prestato servizio nel Corpo dei Marines, decorato in combattimento, e nella Guardia Nazionale della Florida oltre che in altre tre unità di polizia prima di raggiungere il dipartimento di polizia di Tampa, martedì mattina è morto gettandosi intenzionalmente sulla traiettoria di un veicolo fuori controllo, alla cui guida c’era un ragazzo alterato da droghe, per proteggere l’incolumità di altri automobilisti.
Nella sua onorata carriera Madsen aveva già vinto sette premi per aver salvato vite di persone di ogni etnia e colore.
Per me il giornale unico si guadagnerà un minimo di credibilità solo quando, oltre ad inginocchiarsi per dei criminali, si occuperà anche di storie come quelle dell’agente Jesse Madsen che lascia una moglie e tre figli, di 16, 12 e 10 anni.
Ora e per sempre: Blue Lives Matter

Ma queste cose è difficile che facciano notizia. Un po’ come per i palestinesi: se non sei terrorista e se non ti ammazza un israeliano vali meno di zero, e nessun giornale ti dedicherà mezza riga. A proposito: se a causa delle criminali politiche del nostro governo vi ritrovate con l’attività chiusa, zero entrate e una famiglia, oltre a voi stessi, da mantenere, e siete disperati e non sapete dove sbattere la testa, vi posso dare un buon suggerimento: andate in Israele e fate fuori un po’ di ebrei. E se avete tanti figli da mantenere, cercate di ammazzarne tanti:

Restando in America, vi ricordate quel detto secondo cui “Tu sai cento parole, il padrone ne sa mille: per questo il padrone è lui”? Ebbene sì, sapere tante parole è straordinariamente utile in politica:

E sempre a proposito di parole

Passiamo ora al nuovo proibizionismo.

Roma. Il clima è quello in cui il più celebre fumettista americano, Theodor Geisel, “Dr. Seuss”, scomparso nel 1991 e che ha venduto 650 milioni di copie di libri per l’infanzia, fra cui “Il Grinch”, è diventato infrequentabile. Sei libri del Dr. Seuss non verranno più stampati a causa di “immagini razziste” e sono stati ritirati dalle scuole della Virginia, dal portale di vendite eBay e dalla Chicago Public Library. Appena sei anni fa, Michelle Obama aveva portato uno dei libri del Dr. Seuss alla Casa Bianca, “The cat in the hat”. Oggi l”`Iliade”, “Le avventure di Huckleberry Finn”, “Il buio oltre la siepe” di Harper Lee e “Uomini e topi” di John Steinbeck vengono ritirati da molte scuole, mentre “Tintin in Congo” di Hergé, scrive il New York Times, “è diventato praticamente introvabile negli Stati Uniti”. Allo stesso modo i libri di Richard Scarry, il prolifico autore e illustratore di libri per bambini che ha venduto 160 milioni di copie, sono stati “rivisti” per riflettere l’uguaglianza di genere. Così un orso poliziotto è diventato un orso femmina e una gatta che spinge un passeggino è diventata un gatto. Nel 2018 e nel 2019, la Toronto Public Library ha ricevuto numerose richieste di rimozione di libri. Come “Good Dog Carl and the Baby Elephant”, perché in esso “i bambini piccoli vengono lasciati incustoditi in uno zoo e interagiscono con animali selvatici, concetti obsoleti”. Volevano che il libro fosse rimosso dalla collezione dei bambini e che la biblioteca “distruggesse tutte le copie”. Racconta il National Post che “Peter Pan è stato rimosso dalla Toronto Public Library”. Il libro di J. M. Barrie è stato collocato in una sala speciale di lettura di titoli controversi, accusato di contenere “molti stereotipi grotteschi, scene di appropriazione culturale e dialoghi offensivi”. In Unione Sovietica avevano le “spezkhran”, i fondi speciali delle biblioteche. Libri con il timbro “per uso di servizio”. Lo slogan era: “Meglio vigilare troppo che poco”. Alla biblioteca di Leningrado, ogni libro aveva una, due o tre stellette a seconda del “rischio” che rappresentava. C’erano i romanzi di Balzac, George Sand, Emile Zola e Ibsen, perché “quasi tutti i personaggi dei suoi drammi danno vita a una dura protesta contro la struttura sociale”. Qualche giorno fa, sul New York Times, Pierre Nora, che in Francia ha diretto il Débat, ha attaccato così la cancel culture: “Alcuni di noi sono abbastanza vecchi da avere echi in testa di Goebbels che disse: `Quando sento la parola `cultura’, metto mano alla pistola”.
Giulio Meotti, qui.

E contro il proibizionismo ci resta un’unica difesa: il contrabbando:

E veniamo alla peste, che più che i polmoni dei pazienti sembrerebbe devastare i cervelli di chi governa e decide.

Stefano Burbi

Mi ha appena telefonato un mio amico fraterno che mi ha raccontato un episodio molto sintomatico dei tempi bizzarri che stiamo vivendo.
Ieri, a Verona, si è recato in un albergo dove alloggiava un suo amico per incontrarlo nella hall: è entrato, munito di mascherina ormai di ordinanza, si è sottoposto al rito della misurazione della febbre, superando brillantemente il test. Poi ha trovato ad attenderlo l’amico: i due si sono salutati e stavano per accomodarsi sul divano della sala per poter parlare, quando l’addetta alla reception, sia pure con modi cortesi, li ha invitati ad uscire dall’edificio, in quanto le disposizioni anticovid per la zona arancione, impedivano che un ospite si trattenesse all’interno dell’hotel con una persona proveniente dall’esterno.
I due, sorpresi, si sono dovuti adeguare, ma prima di andarsene, il mio amico ha chiesto: “Ma se io prendessi adesso una stanza in questo hotel, potrei restare? Non ci sarebbe più pericolo di Covid?’”
La ragazza, visibilmente imbarazzata, ha annuito.
Dal bizzarro mondo dell’anno uno d. C. (dopo Covid) è tutto.
E scommetto che ci sarà qualcuno che troverà queste regole perfino sensate…
Stefano Burbi

Certo, perché la prudenza non è mai troppa e la cosa migliore da fare è obbedire

anzi, come dice il motto, “Usi obbedir tacendo e tacendo morir”.

Purtroppo però, se il virus devasta il cervello dei governanti ed “esperti”, le scelte di questi ultimi devastano la vita, la salute e la psiche dei sudditi sani:

Boom di risse tra giovani a Parigi: il lockdown porta il disagio anche nei quartieri chic

L’esplosione della violenza tra i più giovani è legata, secondo molti esperti, all’effetto combinato delle restrizioni e del quasi azzeramento della vita sociale sotto pandemia. In Francia il coprifuoco è in vigore da ormai cinque mesi, situazione inedita dalla fine della seconda guerra mondiale. Appello del governo per trovare soluzioni

Soluzioni? Usare aeroplani militari per irrorare le città con sedativi nebulizzati, o smetterla con i lockdown. (qui)

Se poi guardiamo in questo grafico l’andamento della mortalità in cinque Paesi, di cui quattro con segregazione e uno no…

qui

E non si venga a parlare di diversa densità di popolazione: Stoccolma ha una densità maggiore di quella di Milano!

Ma forse la colpa in realtà non è del governo, bensì

Concludo con due note positive: una è che se alle prossime elezioni (2022, 2032, 2042, quello che sarà, ma insomma prima o poi dovranno pure arrivare, no?) voteremo tutti in massa Giorgia Meloni, succederà una cosa bellissima

L’altra è che il giudice di Berlino ha nominato un suo rappresentante a Reggio Emilia

Coronavirus, escono di casa con l’autocertificazione falsa. Il giudice: “Non è reato. Il Dpcm è illegittimo”

Il Tribunale di Reggio Emilia: un atto amministrativo non può limitare la libertà personale di movimento, è contrario alla Costituzione un obbligo generalizzato a restare nella propria abitazione. (qui)

E per finire, naturalmente

barbara

JOE DEMENZA, LA SAGA CONTINUA

I risultati delle sue prime ore di lavoro.

Lorenzo Capellini Mion

USA, Bidenstan

Bloccata la costruzione dell’oleodotto Keysyone XL, e di fatto cancellati migliaia di posti di lavoro e il futuro di altrettante famiglie. In un’epoca in cui un lavoro equivale alla vita.
Oltre ai sindacati e alcuni Stati americani, come il Sud Dakota, è furioso pure il Canada del noto clown che ha chiesto un incontro con l’uomo del sottoscala.
Bloccati tutti i rimpatri ed inoltrata la richiesta ai centri di identificazione di lasciare liberi di vagare tutte le persone immigrate illegalmente nel territorio. Nel colloquio con il Presidente del Messico ha subito delineato le nuove linee guida che se unite allo stop dei lavori per completare il muro al confine significa una chiamata all’invasione.
Se vi può far piacere secondo il South China Morning Post le aziende manifatturiere cinesi con il suo avvento professano un rinato ottimismo.
Ora Biden non urterà i vostri meravigliosi ed immacolati sentimenti con i suoi Tweet, come faceva l’uomo arancione cattivo, ma distruggerà gli Stati Uniti portandosi con se quello che resta del mondo libero.
We miss you Donald J. Trump

Emanuel Segre Amar

In meno di 72 ore di gestione di questa magnifica coppia che non rispetta né il distanziamento, né l’uso della mascherina (non mi risulta infatti che siano conviventi, anche se la moglie di Biden è rientrata in casa sua solo perché la Casa Bianca attirava troppo per trascurarla) ecco i primi risultati:

– 70000 posti di lavoro perduti
– sport femminile in grosse difficoltà
– invasione di una zona della Siria
– la Guardia Nazionale, dopo la cerimonia del 20 gennaio, abbandonata al freddo in un garage
– mancanza di un piano contro il COVID-19 (e lo credo, col ministro della sanità che ha nominato…)
– indipendenza energetica degli USA a grave rischio
– immigrazione illegale incoraggiata (e i lavoratori americani senza lavoro che diranno?)
L’articolo completo disponibile su Dreuz

E come se non bastasse

Lorenzo Capellini Mion

“La tribù indiana Ute della Riserva Uintah e Ouray richiede rispettosamente di modificare immediatamente l’ordine n. 3395 per fornire un’eccezione per i permessi energetici e le approvazioni sulle Terre Indiane.
La tribù indiana Ute e altre tribù produttrici di energia fanno affidamento sullo sviluppo energetico per finanziare i propri governi e fornire servizi ai propri membri.
Il Suo ordine è un attacco diretto alla nostra economia, alla nostra sovranità e al nostro diritto all’autodeterminazione.
Le terre indiane non sono terre pubbliche federali.
Qualsiasi azione sulle nostre terre e sui nostri interessi può essere intrapresa solo dopo un’efficace consultazione tribale.
L’ordine n. 3395 viola il trattato degli Stati Uniti e le relazioni fiduciarie nei confronti della Comunità Indiana Ute e viola importanti principi di sovranità tribale e autodeterminazione.
Il Suo ordine è stato emesso anche in violazione dei rapporti intergovernativi; Ordine Esecutivo n. 13175 sulla consultazione e il coordinamento con i governi tribali indiani e la politica interna degli interni sulla consultazione con i governi tribali.
L’ordine deve essere ritirato o modificato per conformarsi alla legge e alle politiche federali. Grazie per la Sua attenzione su questa questione.
Restiamo in attesa di cordiale riscontro”.
Luke Duncan,
Presidente della Ute Indian Tribe Business Committee

Ci ha messo poco la realtà a presentare il conto e ad ora la risposta è stata: “Trovatevi un altro lavoro”

Però almeno si dà da fare per unire il Paese dopo che l’uomo arancione cattivo lo ha diviso, giusto?

Falsa partenza di Biden: dice di voler unire il Paese, ma i primi decreti promuovono l’agenda radicale

Sicché il presidente Biden dovrebbe essere l’uomo dell’unità e della riconciliazione nazionale? A parte il suo discorso inaugurale, tutt’altro che unificante (come ha analizzato Federico Punzi su queste colonne), la sua presidenza prende il via con una falsa partenza che già dice molto: la pagina Twitter dell’ambasciata Usa in Israele viene ribattezzata “Ambasciata statunitense di Israele, Cisgiordania e Gaza”. Due governi insultati in un colpo solo: Israele che non riconosce l’indipendenza né della Cisgiordania né di Gaza e anche l’Autorità Palestinese che non riconosce certamente la Gaza controllata da Hamas (movimento terrorista, secondo la classificazione Usa). La pagina è stata cambiata di nuovo, dopo un paio d’ore, ed è tornata ad essere “Ambasciata di Israele”. A Gerusalemme non l’hanno presa benissimo. Difficile che sia stato un hacker, come si usa dire ormai nella politica romana, oppure solo una svista. Senza essere complottisti è comunque un segnale su come viene inteso il Medio Oriente nella nuova amministrazione.
La seconda falsa partenza riguarda invece l’alleanza con il Regno Unito ed è simbolicamente più importante: per prima cosa, Biden ha “esiliato” dallo Studio Ovale il busto di Winston Churchill, dopo quattro anni che aveva sorvegliato la scrivania di Trump. Anche Obama lo aveva fatto, sollevando non poche critiche sia in patria che nel Regno Unito (Boris Johnson, allora sindaco di Londra, aveva risposto con una dura reprimenda e per questo era ovviamente stato accusato di razzismo). Questa volta lo spostamento del busto del vincitore della guerra contro il nazismo è passato maggiormente in sordina, probabilmente per timore. Perché le statue di Churchill, il suo monumento a Londra eretto nei pressi del Parlamento, sono state oggetto di contestazioni violente da parte del movimento Black Lives Matter, che accusa di “razzismo” lo statista britannico. Con una campagna terzomondista che parte da lontano, la vittoria di Churchill è stata eclissata da episodi a lui (ingiustamente) attribuiti, come la terribile carestia del Bangladesh, e in generale dalla sua strenua difesa dell’Impero Britannico, oggi vista come inaccettabile espressione del suprematismo bianco. La sua rimozione è dunque un tributo a questa ideologia, tanto più che, ora, nello stesso Studio Ovale, sono stati trasferiti i busti degli eroi del movimento per i diritti civili: Rosa Parks, Robert Kennedy, Eleanor Roosevelt e Martin Luther King.
Ma è sul fronte interno e delle relazioni con le istituzioni sovranazionali che la politica di Biden sta partendo con un piglio radicale. Prima di tutto nel metodo: una pioggia di ordini esecutivi. Il presidente lascia intendere che la legge sarà emanata direttamente dal potere esecutivo, senza troppe discussioni o passaggi al Congresso, e scavalcando anche le prerogative degli Stati. “Il presidente eletto Biden sta assumendo l’incarico in un momento in cui la nostra nazione attraversa una crisi profonda – si legge nella nota del suo capo di Gabinetto Ron Klain – Stiamo affrontando quattro crisi che si sovrappongono e si sommano: la crisi del Covid-19, la conseguente crisi economica, la crisi climatica e la crisi razziale. Tutte e quattro le crisi richiedono azioni urgenti. Nei suoi primi dieci giorni di presidenza, il presidente eletto Biden intraprenderà azioni decisive per affrontare queste quattro crisi, per prevenire altri problemi urgenti altrimenti irreversibili e per ripristinare il prestigio americano nel mondo”. Dove tutto è inteso come “crisi”, gli atti straordinari dell’esecutivo diventano ordinari.
Una sfida agli Stati sarà costituita dalla (apparentemente secondaria e doverosa) “sfida dei 100 giorni con la mascherina” e consiste nell’imporre l’obbligo di mascherina su scala nazionale, in tutte le proprietà federali e nei viaggi fra Stati. Già nei dibattiti presidenziali, Trump aveva contestato al suo rivale democratico l’idea di federalizzare l’obbligo di mascherina: la sanità è una prerogativa degli Stati, infatti. La “sfida” è dunque un compromesso: obbligo sì, ma solo quando si è in transito fra due Stati (quindi fra due regolamenti e sistemi sanitari diversi) oppure nelle proprietà del Governo federale. In barba al ruolo della Cina nell’Oms e ai danni che ha creato a tutto il resto del mondo, con un altro ordine esecutivo gli Usa entreranno di nuovo nel novero dei grandi finanziatori dell’agenzia Onu per la sanità.
Ma è sul clima e sull’equità razziale che Biden punterà le sue carte nei primi dieci giorni di governo. Quanto al clima, la prima azione sarà quella di riportare gli Usa negli Accordi di Parigi. Il Trattato imporrà agli Usa di ridurre le emissioni di gas serra del 26-28 per cento rispetto ai livelli del 2005, entro il 2025. Gli imprenditori energetici temono di affrontare costi enormi di adeguamento e trasformazione, in un periodo in cui sono già in crisi a causa della pandemia. La prima vittima, ormai accertata, è l’oleodotto strategico Keystone XL, lungo la costa occidentale, duramente contestato da ecologisti e associazioni di nativi americani. Benché la compagnia avesse assicurato, nei giorni scorsi, di realizzare un’opera “a zero emissioni”, fra gli ordini esecutivi di Biden c’è, appunto, anche la cancellazione del progetto. Biden ha apertamente promesso di voler superare la produzione energetica con energie fossili, mettendo a rischio tutta l’industria petrolifera e carbonifera. Proprio in un periodo in cui, almeno dal 2018, gli Usa sono diventati Paese esportatore di petrolio.
Quanto al fronte razziale, con un’altra mossa simbolica molto importante, Biden cancella la neocostituita “Commissione 1776”, volta a preservare la storia nazionale nei programmi scolastici. Al suo posto, Biden ordina alle agenzie di sviluppare programmi scolastici improntati sull’eguaglianza razziale, anche qui, forse, per accontentare gli studenti che abbattono le statue di Cristoforo Colombo e di Thomas Jefferson senza fare troppi distinguo. Oltre a ciò, sul fronte dell’immigrazione, proprio mentre è partita un’altra “carovana” dall’America Centrale, Biden ordina la fine della costruzione del muro al confine col Messico, l’abolizione del divieto di accesso da sette Paesi musulmani considerati a rischio terrorismo (mentre i voli da e per Brasile, Regno Unito e Ue restano bloccati, causa Covid) e la cancellazione delle nuove misure restrittive sull’immigrazione. L’obiettivo è regolarizzare il più possibile degli 11 milioni di immigrati irregolari presenti negli Usa.
In questo elenco, tutt’altro che esauriente e in fase di espansione, dei primi ordini esecutivi di Biden, troviamo buona parte del programma della sinistra radicale. Di che unità parliamo, allora?
Stefano Magni, 22 Gen 2021, qui.

E mentre firma i decreti…

E sarà bene non dimenticare che

Resta comunque, di buono, che il suo predecessore era cattivo e tutti gli altri no, ecco.

Cristina Buonomo

Joe Biden dice che vuole picchiare il Presidente.
– Cory Booker dice che vuole prendere a pugni il Presidente.
– Robert De Niro dice che vuole colpire Trump in faccia.
– Jimmy Kimmel e altri ospiti a tarda notte scherzano sull’assassinio del Presidente.
– Snoop Dog fa un video sull’assassinio del Presidente.
– Johnny Depp parla di un attore che assassina il Presidente.
– Kathy Griffin posa con una testa sanguinaria mozzata del Presidente.
– Tom Arnold dice: ′′ Non fare troppo c…. traditore, si sono presentati anche per JFK ′′
– Gaetz è minacciato da qualcuno che ha avvertito che farà saltare la testa al deputato.
– Scalise viene quasi ucciso.
– ANTIFA attacca abitualmente e ora uccide i conservatori.
– Hollywood fa un film sull’uccisione dei sostenitori di Trump.
– Tucker Carlson ha attivisti di sinistra a casa sua minacciando di bruciare la sua casa con dentro moglie e figli.
– Madonna parla di voler far saltare in aria la Casa Bianca.
– McConnell è minacciato da attivisti di sinistra a casa sua di essere pugnalato al cuore.
– La vita del professore democratico costituzionale Jonathan Turley è minacciata per la sua opinione opposta all’impeachment.
Eppure, i socialdemocratici, CNN, MSNBC, ABC, CBS, NBC, TDIP, Media Matters e il DNC dicono tutti che …
′′Trump sta incitando alla violenza.”
Da un commento di Piero Vallero

E niente, se nasci dalla parte giusta sei buono, e resterai buono qualunque cosa tu faccia, compreso il mettere le mani addosso alle bambine. Praticamente così

barbara