ANCORA DUE PAROLE SULL’AMERICA

Parto dalla signora Kamala Harris. Di lei avevo parlato qui. Come sapete adesso è la candidata vicepresidente del pedofilo, se dovesse vincere  (tranquilli: tutti i sondaggi e tutti i pronostici lo danno vincente, quindi possiamo dormire tra due guanciali). Adesso c’è stato un tizio un po’ birbantello che ha pubblicato un giochino su come la signora Harris – che adesso scopriamo che la metà di lei che non è giamaicana non è africana bensì indiana – ha fatto la sua brillante carriera (non penserete mica che al mondo ci siano solo Mara Carfagna e Nilde Iotti, vero?), e naturalmente glielo hanno censurato, però se andate a leggere questo articolo trovate tutta la storia, e se cliccate “in a facebook post” ci trovate anche il giochino.

Poi c’è questa bella signora

(sì, è una signora). Anche di lei avevo già parlato, e adesso la ritroviamo in questa storia edificante.

Lorenzo Capellini Mion

Non ci si crede ma per comprendere il grado di ipocrisia raggiunto dai liberals occorre sapere che ieri, in conferenza stampa, il sindaco della perduta Chicago, Lori Lightfoot ha difeso la sua decisione di vietare tutte le manifestazioni nel suo quartiere per proteggere se stessa e la sua casa.
La zona residenziale dove vive il sindaco, che rifiuta l’aiuto della Guardia Nazionale offerto da Donald J. Trump   per riportare l’ordine, diventa quindi l’unica in tutta Chicago dove vengono fatte rispettare le leggi e dove viene protetta la proprietà privata in quanto lei e la sua famiglia avrebbero ricevuto minacce.
Il sindaco ha detto che farà “tutto il possibile per assicurarsi che la sua casa sia protetta”. Gli altri cittadini si arrangino, nella fattoria tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri.
Magari la polizia umiliata si rifiutasse, prima o poi succederà.

Restiamo ancora in campo dem con quest’altra storia.

Lorenzo Capellini Mion

Immaginate il giornale unico se Trump invitasse a parlare alla convention Repubblicana, anche per pochi istanti, un assassino condannato in via definitiva a 25 anni di carcere.
Una come la signora dal passato difficile Donna Hylton

condannata per aver partecipato con altre sei persone al rapimento, alla tortura protrattasi per giorni e all’omicidio dell’agente immobiliare Thomas Vigliarolo, 62 anni, Long Island, New York.
Correva l’anno 1985 e vi evito i particolari data l’efferatezza.
Ecco Hylton è stata invitata a parlare come “attivista” alla convention dei Democratici e la reazione del giornale unico la conoscete. Zero.
È davvero il Male contro il Bene.

Sì, me ne sto sempre più convincendo.
E questa vignetta

illustra la risposta data dal candidato pedofilo a una donna negra – evidentemente indegna del colore che porta – che ha dichiarato di voler votare per Trump.
Poi c’è questa storia bizzarra di cui piacerebbe vedere qualche riscontro, qualche documentazione ma, indovinate un po’, il riscontro non c’è.

E infine un accenno alle guerre dei presidenti americani.

barbara

LORI LIGHTFOOT

Leggo: “primo sindaco donna afroamericana e dichiaratamente gay della città” [Chicago]

Programma? Boh. Parte politica? Boh. Esperienza politica? Boh. Fedina penale? Boh. Studi? Boh. Interessi? Boh. Opinioni in campo sociale? Boh. Non ce ne frega niente. Le uniche cose che ci interessano sono che è donna, che è negra, che è lesbica. Cioè il sesso, quella cosa medievale che non esiste più, tanto è vero che è meglio aspettare che * figli* sia maggiorenne e se lo decida da sol*, bloccando nel frattempo chimicamente la pubertà, in modo da impedire che assuma caratteri spiccatamente maschili o femminili, e obbrobri quali mestruazioni e impennamenti ornitologici; il colore, che non esiste perché se lo vedi vuol dire che sei razzista ma razzista da far apparire il KKL una riunione di chierichetti in sacrestia; orientamento sessuale, che tu devi ignorare nel modo più assoluto, se no sei peggio di Hitler. E quanto alla lesbicità (lesbicitudine, lesbichezza, lesbicheria, quello), “dichiaratamente”, mi raccomando, che se fosse lesbica sì ma senza strombazzarlo ai quattro venti, varrebbe comunque il doppio di una donna etero, il quadruplo di un uomo etero, l’ottuplo di un uomo etero bianco, ma pur sempre la metà di una lesbica negra dichiarata e invece no, lei è dichiarata, per cui vale il doppio di una negra lesbica non dichiarata, il quadruplo di una negra etero, l’ottuplo di una bianca etero, il sedicuplo, ciuplo, ciplo, quello, di un uomo bianco etero. E se non è razzismo questo, non so davvero cos’altro lo sia.

Che se poi non lo avessero scritto che è una donna…
lightfoot
barbara