L’ANGOLO DEL CINISMO

Perché io scusate ma a me queste cose mi risvegliano la vipera che sonnecchia in me – e al diavolo l’italiano. Non so se i grassetti siano del tizio o del giornale, comunque non sono miei. I miei commenti invece li metto con altro colore.

L’OMICIDIO IN MAROCCO

La lettera alla ragazza uccisa in Marocco: «Cara Louisa eri speciale perché volevi scoprire il mondo»

Glen Martin

Pubblichiamo in versione integrale la lettera che Glen Martin, l’ex fidanzato di Louisa Vesterager Jespersen, la turista norvegese di 24 anni uccisa in Marocco, le ha dedicato su Facebook.

«Migliaia di candele possono essere accese da una singola candela». Tu eri quella singola candela, Louisa.
Ecco, queste banalità e frasi fatte avresti, oggettivamente, fatto molto meglio a risparmiarle.
Sono stato molto incerto se pubblicare qualcosa qui su Facebook. Perché non appena premerò il pulsante quello che ti è accaduto diventerà reale. Nelle ultime notti, sono andato a letto sperando di svegliarmi da un brutto sogno. Ma ecco la mia lettera a te, Louisa Vesterager Jespersen.

Cara Incredibile Lulu, divertente (o almeno hai fatto del tuo meglio per esserlo),
nel senso che voleva essere divertente ma non si divertiva nessuno?
piena di energia, fascio di gioia, inclusiva, premurosa. Queste erano solo alcune delle tue qualità sorprendenti.
Senza offesa, caro, sembra un temino di prima media. Di uno scolaro decisamente mediocre.
Eri anche nota per essere distratta, lenta e goffa.
Oddio, come eulogia funebre non mi sembra proprio il massimo.
Eri così curiosa e tutto ti affascinava. Non riesco nemmeno a contare quante volte siamo stati in un viaggio insieme e mi sono voltato mentre tu eri alle mie spalle perché dovevi guardare più da vicino un bel fiore, ammirare un panorama o qualcosa di cui chiunque altro non si sarebbe curato.
E chi te l’ha detto che chiunque altro non se ne sarebbe curato. D’accordo che le volevi bene, ma proprio unica fra sette miliardi e mezzo non ti sembra un po’ esagerato?
Vedevi la bellezza in ogni dettaglio. Louisa, sono stato così fortunato ad essere stato il tuo ragazzo per due anni.
Ci siamo divisi come migliori amici con le lacrime agli occhi perché ci eravamo resi conto che non ci amavamo più. Eravamo molto dispiaciuti, ma abbiamo deciso che era così.
Ma tutte ste robe patetiche personali ti sembrava davvero il caso di metterle in piazza?
Mi spezza il cuore al pensiero che qualcuno ti abbia fatto del male, hai sempre visto il meglio delle persone
non ti sembra un po’ macabro tirare fuori questa sua attitudine nel momento in cui proprio questa le è costata la vita?
e hai tirato fuori il meglio dalle persone intorno a te (A meno che non fossimo in piedi in un corridoio o fossimo in ritardo per qualcosa di importante).
immagino che questo sia un riferimento a qualcosa che solo lei potrebbe capire. Solo che lei, vedi caro, questa cosa non la leggerà, perché è un tantino morta.
La tua vita potrà anche non essere stata lunga,
la sua vita NON È stata lunga. Oggettivamente
ma è stata ricca di esperienze. Se volevi qualcosa, era molto difficile fermarti. Hai viaggiato in tutto il mondo e non ti sei mai fatta fermare dai pericoli. Hai fatto quello che volevi ed eri tosta.
Ehm… non so se te ne sei accorto, ma lei è stata fermata. Sarà anche stata tosta, ma non ha fatto quello che voleva perché appunto qualcuno ha provveduto a fermarla.
Vivrai nel cuore di tutte le persone che hai incontrato attraverso il viaggio della tua vita. Ti porterò con me per il resto della strada e ti accompagnerò sulle montagne e lungo i fiumi che non hai mai potuto vedere.
Avrei sempre un posto speciale nel mio cuore, per il resto della mia vita, spero, lunga. Per farti spazio nel mio cuore, dovevo però darti una parte del mio.
Ma che strazio tutto sto pateticume!
Quindi una parte di me è morta lunedì mattina, ma significa anche che una parte di me è con te ovunque tu sia ora. Non importa quanto tu sia sola, sarò lì con te e tu con me.
Ragazzo, la bimba è stata stuprata, sgozzata, decapitata ED ERA SOLA COME UN CANE. Ha sofferto da sola, è morta da sola, quindi piantala di dire patetiche puttanate auto consolatorie.
Ti auguro buona fortuna nel tuo viaggio più lontano, ovunque ti porti. Non ti dico addio, sarà una riunione tra amici ❤
Eh, tutti allegri allora.
Il tuo Gleno
Voglio finire con una richiesta a noi che restiamo. L’amore ci porterà attraverso questo, non l’odio, l’odio non ci dà altro che rabbia.
Eccerto, come no. Amate coloro che vi sgozzano, aprite loro la porta, accoglieteli senza riserve in modo che possano sgozzarne tante altre ancora, così i loro ex ragazzi potranno scrivere tante altre belle letterine melense e i giornali femminili del cazzo prontamente pubblicarle.
Amate Louisa e il suo ricordo, amate voi stessi e amate le persone intorno a voi. Voglio che tutti quelli che leggono questo post chiamino o mandino messaggi a qualcuno vicino e dicano loro quanto sono importanti.
Darei qualsiasi cosa per dire a Louisa un’ultima volta che era una bellissima persona e quanto lei valesse per me. Mi piacerebbe dunque che anche voi lasciate un commento, un video, una foto per dirglielo.
Eh, sai i salti di gioia che si fa lei quando lo sente.
Lo apprezzerei molto e sono sicuro che lo faranno anche tanti altri! «Non possiamo perdere ciò per cui siamo stati profondamente felici. Tutto ciò che amiamo profondamente diventa parte di noi». (qui)
Caro Gleno, ma vaffanculo, va’.

Ma se c’è uno che sproloquia a vanvera quando sarebbe stato tanto meglio stare zitto, c’è in compenso qualcun altro che a parlare non ci pensa proprio.

Concludo con un’opportuna osservazione dell’amico Shevathas: “l’imprudenza della vittima non giustifica, mai, il carnefice. Ma spesso spiega come mai la vittima sia divenuta tale”, che approfondisce la questione qui.

barbara

A PROPOSITO DELLE DUE RAGAZZE

violentate e decapitate in Marocco, rubo ancora una volta, anzi, ancora due volte, la parola a Giulio Meotti

Ho appena visto il video della decapitazione delle due ragazze scandinave in Marocco. L’umanità ha una tendenza naturale ad abituarsi alle peggiori atrocità. E in quindici anni di giornalismo ne ho visti tanti di macellamenti simili: soldati americani, fedeli cristiani, giornalisti ebrei… E non ho mai abbassato lo sguardo di fronte a questa terribile Gorgone jihadista. Ho letto ogni dettaglio di come hanno evirato gli atleti israeliani a Monaco ’72 e hanno fatto bere la pipì ai bambini di Beslan prima di ucciderli. Ma con il video delle due ragazze non ce l’ho fatta e ho tolto l’audio, dopo aver sentito le prime urla mentre le staccavano la testa, facendo fatica con l’osso del collo. Sarà irrazionale, ma con una donna è diverso. Neppure ai maiali i contadini di una volta, delle mie terre, impartivano una morte simile. Nel video si vede una ragazza sola, a terra, in mutande, con una maglietta, nelle mani di un branco di animali. Pensavo ai loro genitori mentre scorrevano le immagini. Non c’è molto da commentare. Se non sperare che i loro assassini vengano trovati e uccisi. E che l’Occidente, cui è rivolto quel video, capisca una volta per tutte che non è possibile negoziato, debolezza o codardia con l’ideologia di chi fa questo, ma soltanto la guerra.

Io ho visto quello di Daniel Pearl, che doveva essere pesantissimamente drogato e non ha avuto alcuna reazione. Poi non ne ho visti altri. È bene che qualcuno abbia il coraggio – lo stomaco, più che altro – di farlo, ma quella non sono io. Quanto al post di Giulio Meotti, concordo pienamente con la conclusione: contro questa barbarie c’è solo la guerra. E aggiungo questa sua ulteriore riflessione.

Ieri notte ho fatto un sogno. Ero un estremista islamico che pensava fra sé e sé: “Strani questi occidentali. Ci siamo schiantati con gli aerei nei loro grattacieli a New York; li abbiamo macellati nei teatri e nei ristoranti di Parigi, nei treni di Madrid, negli autobus e nella metro di Londra, nelle strade di Nizza e Stoccolma e Berlino e Barcellona, all’aeroporto di Bruxelles, nei centri ebraici di Tolosa e Roma, negli alberghi di Mumbai, nelle spiagge di Sousse e Sharm; abbiamo ucciso i loro vignettisti e li abbiamo costretti a non disegnare e a scrivere più nulla; abbiamo messo in fuga i loro ebrei; abbiamo portato in tribunale i loro scrittori; abbiamo costretto a girare sotto scorta i loro giornalisti; abbiamo trasformato i loro mercatini di Natale in bunker; abbiamo violentato le loro donne a Colonia; ne abbiamo cacciato i fratelli cristiani dalle terre di origine; abbiamo cambiato i connotati di alcune loro bellissime città facendole assomigliare alla nostra casbah e riempiendole di denaro e moschee e veli e spose bambine e mutilazioni genitali e delitti d’onore; abbiamo pure fatto a pezzi due loro ragazze in Marocco. Sono vent’anni che diamo loro la caccia, che li sbraniamo, che li attacchiamo per quello che sono ovvero giudeo-cristiani-illuministi. Abbiamo ucciso non so quanti dei loro bambini. Li abbiamo costretti a togliersi anche le scarpe prima di salire su un aereo. Ma questi occidentali ancora non hanno capito e continuano a dire che è solo colpa loro, il petrolio, il razzismo, Guantanamo, la disoccupazione, le crociate, certi giornalisti cattivi, Israele, le guerre, che noi non conosciamo davvero l’Islam, che dobbiamo andare da uno psicologo e che tutto andrà bene, perché vogliamo tutti le stesse cose e che, comunque, non avremo mai il loro odio”. Poi mi sono svegliato. Non era un sogno. Era tutto terribilmente vero.

Credo valga la pena di ricordare ogni tanto le sagge e, temo, profetiche, parole di Mordechai Horowitz: «Gli arabi amano i loro massacri caldi e ben conditi…e se un giorno riusciranno a “realizzarsi”, noi ebrei rimpiangeremo le buone camere a gas pulite e sterili dei tedeschi….».

Vorrei dire ancora due parole su questo insulso e sconclusionato articolo (pare che i giornali femminili stiano diventando sempre più insulsi e sconclusionati, oltre che inutili), che parte con condivisibili considerazioni sul prezzo che accade di dover pagare quando, in nome della libertà, si sceglie di viaggiare da soli in luoghi pericolosi, soprattutto quando si tratta di donne (e cita come esempio il caso di Pippa Bacca), per poi concludere polemizzando con chi richiama l’attenzione sul fatto che una maggiore prudenza non guasterebbe. Meno male che i giornali femminili ho smesso di leggerli da almeno un quarto di secolo.

Quanto a quelli che ci invitano a non generalizzare, a ricordare che dopotutto gli estremisti sono una minoranza, che l’islam moderato esiste, che non si può fare di tutta l’erba un fascio, che da noi è pieno di musulmani onesti che lavorano dalla mattina alla sera, che… potrà essere utile un’occhiata a questo
reazioni decapitate
barbara