QUARTO REICH?

Sceneggiatura di Joseph Göbbels, scenografia di Leni Riefenstahl, come suggerito dall’amico “myollnir” (è lungo, scusate, ma la materia lo richiede).

Joe Biden invita gli americani a “fermare” i Repubblicani MAGA – Breitbart News

Il Diavolo si è fatto vivo?

Mentre gran parte del suo discorso, cupo e oscuro, si è concentrato sulla demonizzazione dei Repubblicani MAGA pro-Trump, un momento particolare ha portato la consueta demonizzazione ad un passo ulteriore, quando Joe Biden è sembrato suggerire agli americani di assumere il compito di isolare i sostenitori di Donald Trump.
Joe Biden ha detto questo dopo aver dipinto i Repubblicani MAGA come minacce dirette alla democrazia americana.
“I Repubblicani MAGA non rispettano la Costituzione“, ha detto. “Non credono nello Stato di diritto, non riconoscono la volontà popolare”.
“Le forze MAGA sono determinate a portare questo Paese indietro“, ha aggiunto. “Indietro verso un’America in cui non c’è il diritto di scegliere. Nessun diritto alla privacy. Nessun diritto alla contraccezione. Nessun diritto di sposare chi si ama. Promuovono leader autoritari ed alimentano le fiamme della violenza politica”.
In seguito, il Joe Biden ha incoraggiato gli americani a lottare contro questa ideologia oscura e malvagia, definendo i Repubblicani MAGA come una minoranza, anche se 70 milioni di persone hanno votato per Donald Trump nel 2020.
“Non siamo impotenti di fronte a queste minacce“, ha detto Joe Biden. “Non siamo spettatori di questo continuo attacco alla democrazia. Ci sono molti più americani, molti più americani, di ogni provenienza e credo, che rifiutano l’ideologia estrema del Make America Great Again di quelli che la accettano”.
“E gente, è in nostro potere, nelle NOSTRE MANI, le vostre e le mie, fermare l’assalto alla democrazia“, ha continuato. “Credo che l’America sia a un punto di svolta. Uno di quei momenti che determinano la forma di tutto ciò che verrà dopo. E ora l’America deve scegliere se andare avanti o tornare indietro. Costruire un futuro o ossessionarsi con il passato. Essere una nazione di speranza, unità e ottimismo, o una nazione di paura, divisione e oscurità”.
Joe Biden, affiancato da due marine ed illuminato da una luce rossa contro un cupo muro di mattoni, ha tenuto il suo discorso all’Independence Hall di Filadelfia, luogo di nascita della Dichiarazione di Indipendenza e della Costituzione americana.

Ma lo stile del suo discorso – trasmesso da tutti i telegiornali – ha stranamente ricordato quello dei leader delle giunte militari.
Nel suo discorso, Joe Biden ha invitato gli americani ad “unirsi dietro l’unico scopo di difendere la nostra democrazia, indipendentemente dalla vostra ideologia“… a meno che la vostra ideologia non sia quella di un Repubblicano che ha votato o che potrebbe votare nuovamente per Donald Trump.
Joe Biden ha attaccato Donald Trump subito all’inizio del suo discorso ed ha avvertito gli americani che le “forze MAGA” – quelle che secondo lui sono allineate con i suprematisti bianchi, gli estremisti violenti ed altri indesiderabili – sono al lavoro per cercare di minare i processi elettorali.
Ma mentre parlava, è stato occasionalmente distratto da alcuni disturbatori all’esterno della sede, uno dei quali ha gridato “Fuck Joe Biden” attraverso un megafono. Le sirene della polizia si sono sentite periodicamente, riecheggiando per le strade del centro di Philadelphia durante tutto il discorso.
Joe Biden ha infine accusato i “Repubblicani MAGA” di vedere un Paese consumato nelle “tenebre” ed ha concluso il suo discorso ricordando i risultati ottenuti dalla sua amministrazione. Ha invitato gli americani ad essere ottimisti e a lavorare insieme per raggiungere la prosperità e la giustizia.
Nel dipingere i suoi avversari politici come degli “estremisti violenti”, Joe Biden ha detto: “Ci sono personaggi pubblici che oggi, ieri e l’altro ieri, auspicano la violenza di massa e i disordini nelle strade“.
Sembra che Biden si riferisse ai commenti di Lindsey Graham, senatore Repubblicano della Carolina del Sud, che aveva avvertito che sarebbero potute scoppiare delle rivolte se il Dipartimento della Giustizia avesse incriminato Donald Trump.
Breitbart News ha verificato quanto detto da Joe Biden anche all’inizio di questa settimana, quando ha accusato per la prima volta Lindsey Graham di aver detto che fosse “appropriato” usare la violenza:
I Democratici e i media sono stati ossessionati negli ultimi giorni dall’avvertimento del senatore Lindsay Graham, che in una recente intervista ha detto: “Se cercheranno di perseguire il presidente Trump per la cattiva gestione di informazioni classificate dopo che Hillary Clinton ha creato un server nel suo seminterrato, ci saranno letteralmente delle rivolte per le strade“.
Avvertire che potrebbero esserci disordini per via di un sentimento diffuso sull’esistenza di un doppio standard rispetto a come lavorano le forze dell’ordine – lo stesso è avvenuto, con il parere favorevole degli stessi Democratici allora, per tutto le rivolte dell’estate del 2020 – non è la stessa cosa rispetto a dire che la violenza è “necessaria” o “appropriata”.
Nella migliore delle ipotesi, è un’esagerazione selvaggia sostenere che Lindsay Graham stesse effettivamente invocando la violenza; ma dalla bocca del leader del Partito Democratico, tale affermazione è incendiaria di per sé, in quanto potrebbe venire usata per giustificare una risposta violenta preventiva da parte dei Democratici.
Lindsay Graham ha poi chiarito ciò che ha detto, dichiarando a Fox News:

“Quello che ho detto domenica è che gli americani rifiutano, ed anche io rifiuto, la violenza, ma rifiuto anche il doppio standard”, ha detto Lindsey Graham. “Se cercheranno di perseguire il presidente Trump per la cattiva gestione di informazioni riservate dopo le debacle della Clinton quando era Segretario di Stato, la gente in questo Paese perderà la fiducia nelle forze dell’ordine”.
 “Rifiuto la violenza. Ma, signor Presidente, deve parlare con il vicepresidente degli Stati Uniti, il suo vicepresidente, di come salvare i rivoltosi. Questo non incoraggia la violenza?”.

Nessun leader Repubblicano ha invitato alla violenza. Il leader della minoranza della Camera Kevin McCarthy, che sta guidando la campagna elettorale per le midterm del Partito Repubblicano, ha tenuto un discorso giovedì scorso per incoraggiare i Repubblicani ad andare votare alle elezioni di novembre.
Il discorso di Joe Biden è stato invece eccessivo, anche per alcuni esponenti della Sinistra, come la conduttrice della CNN Brianna Keilar, che ha criticato l’uso dei Marines come “oggetti di scena”.
I giornalisti della CNN e della CBS hanno criticato duramente Joe Biden per i due uomini dei Marines posti alle sue spalle mentre teneva un discorso politico in cui demonizzava i Repubblicani MAGA come un’oscura minaccia per la democrazia americana.
“Qualunque cosa pensiate su questo discorso, i militari dovrebbero rimanere apolitici. Posizionare dei Marines in uniforme dietro a Biden per un discorso politico va contro questo principio. È sbagliato quando lo fanno i Democratici. È sbagliato quando lo fanno i Repubblicani”, ha twittato Brianna Keilar della CNN.
Tom Nichols del The Atlantic si è detto d’accordo con la collega della CNN, prendendo le sue difese in risposta a chi contestava il suo punto di vista sull’uso delle forze armate come sfondo da parte dei presidenti, pubblicando una foto di Reagan che teneva un discorso davanti a membri dell’esercito.
“I militari sullo sfondo di un discorso, specialmente se messi tra il pubblico, non è come mettere delle guardie dei Marines dietro ad un presidente. Ma grazie per aver dimostrato che un comportamento stile culto può essere trovato anche al di fuori del mondo MAGA”, ha risposto Tom Nichols.
“È possibile essere d’accordo con tutto ciò che ha detto Biden e non essere d’accordo con l’uso dei Marines come sfondo per un discorso politico“, ha risposto Brianna Keilar ai critici.
Jeff Zeleny, corrispondente capo della CNN per gli Affari Nazionali, si è unito alla collega nella sua critica al discorso, che ha visto Joe Biden con sullo sfondo una luce rosso-sangue, in un’immagine che ricorda “1984“ di George Orwell.
“Non c’è nulla di insolito o sbagliato nel fatto che un Presidente tenga un discorso politico – è insito nella descrizione del suo lavoro – ma farlo sullo sfondo di due Marines sull’attenti e della Banda dei Marines è una rottura delle tradizioni della Casa Bianca“, ha twittato.
Il tweet di Zeleny ha scatenato una feroce reazione da parte degli anti-Trumpiani più accaniti, come Jennifer Rubin. “Scusatemi. Questa non è una convention dell’RNC alla Casa Bianca… se questa è la nuova CNN, non posso permettermi di partecipare”, ha ribattuto.
Ed O’Keefe, corrispondente senior di CBS News per la Casa Bianca e la politica, ha convenuto che l’uso dell’esercito da parte di Joe Biden è stato un passo troppo lungo per un discorso politico.
“Piaccia o non piaccia quello che ha detto stasera, va notato: Il Presidente ha parlato questa sera in un parco nazionale, affiancato dai Marines americani, e ha preso di mira in modo diretto e specifico il suo predecessore e i membri del Partito Repubblicano. Un’altra cosa che non si vede tutti i giorni“, ha twittato O’Keefe.
Dan Lamothe del Washington Post ritiene che Joe Biden non avrebbe dovuto impiegare i militari per un discorso del genere, dicendo che andava contro la sua promessa di “tornare alla normalità”.
“La maggior parte degli esperti civili e militari si preoccupa da anni dell’erosione delle norme che regolano l’ingresso dei militari nella politica da parte degli alti dirigenti. Donald Trump ha oggettivamente fatto saltare queste norme in modo allarmante. Joe Biden aveva promesso un ritorno a qualcosa di meglio”, ha twittato.
Lo staff di Joe Biden ha lavorato alacremente giovedì sera per controbattere a tutte le accuse secondo cui il discorso del loro capo alla Independence Hall di Filadelfia fosse “troppo di parte” contro i Repubblicani MAGA “estremisti”.
Joe Biden ha ripetutamente condannato quelli che ha chiamato “Repubblicani MAGA” ed i sostenitori dell’ex Presidente Donald Trump indicandoli come “estremisti violenti” che rappresentano una minaccia per la democrazia americana.
“La democrazia non è una questione politica o di parte“, ha scritto sui social media il vice segretario stampa della Casa Bianca Chris Meagher, criticando la descrizione del discorso come “politico” fatta da una conduttrice della CNN.
“Solo che non è politico“, ha insistito il vice segretario stampa della Casa Bianca Andrew Bates, muovendo dalla stessa critica fatta al discorso di Biden. Bates ha anche affermato che i giornalisti sono stati ipocriti nel suggerire che il discorso di Biden sia stato “troppo di parte”.
“Non è ‘politico’, è il suo dovere“, ha scritto il consigliere senior della Casa Bianca per le comunicazioni al Consiglio economico nazionale.
Il direttore della strategia digitale della Casa Bianca, Rob Flaherty, ha paragonato il discorso di Biden al discorso di addio del primo presidente della nazione, George Washington.
Anche gli ex funzionari di Joe Biden hanno cercato di difendere il loro capo.
“La difesa della democrazia è necessaria perché è minacciata. Questo non rende la difesa di uno dei nostri valori fondamentali come Paese partigiano o politico. (Perché non lo è)”, ha scritto su Twitter l’ex addetta stampa della Casa Bianca Jen Psaki.
L’ex addetta stampa di Kamala Harris ha detto che il discorso di Joe Biden “non” era un discorso da campagna elettorale. “Prima di stasera pensavo che questo fosse un discorso da campagna elettorale… dopo averlo ascoltato è chiaro che non lo era. Ho sentito un Presidente che suonava l’allarme sulla vera minaccia alla nostra nazione“, ha scritto.
Il discorso di Joe Biden, in cui ha descritto i Repubblicani MAGA come un’oscura minaccia per la democrazia americana, non ha generato esattamente una reazione positiva, con persino alcuni dei più duri critici dell’ex Presidente Donald Trump che hanno ammesso che Biden ha commesso un errore.
Nel corso del suo discorso, Biden ha ripetutamente dipinto i Repubblicani MAGA come violenti uomini di destra che non rispettano la Costituzione e che cercano di privare gli americani dei loro diritti più elementari.
“Le forze MAGA sono determinate a portare questo Paese indietro”, ha aggiunto. “Indietro verso un’America in cui non c’è il diritto di scegliere. Nessun diritto alla privacy. Nessun diritto alla contraccezione. Nessun diritto di sposare chi si ama. Promuovono leader autoritari ed alimentano le fiamme della violenza politica”.
Al termine del discorso, le immagini di Joe Biden in piedi davanti ad uno sfondo rosso e nero con soldati che lo affiancano si sono diffuse su tutti i social media, evocando paragoni con il Terzo Reich, l’URSS e con le porte dell’inferno.
Persino Jonah Goldberg, il principale sostenitore del movimento dei Never Trump, ha ammesso che il discorso è stato un “terribile errore“. “Penso che Trump ed il trumpismo siano un cancro per il corpo politico. Penso anche che questo discorso sia un terribile errore”, ha twittato.
Anche i media aziendali, dalla CNN alla CBS e al Washington Post, hanno espresso riserve sulla decisione di Joe Biden di avere i soldati dietro di sé durante un discorso apertamente di parte.
A quanto pare, l’effetto ottico è risultato così sgradevole che la CNN ha persino dovuto regolare il contrasto durante la trasmissione in diretta per schiarire le luci rosse dietro a Joe Biden.
Avvertendo il grave contraccolpo, la Casa Bianca si è immediatamente lanciata in una modalità di “controllo dei danni“, denunciando i critici che hanno liquidato il discorso come “politico”.
A prescindere dalla piega che ha preso la vicenda o dall’inquadratura retorica, il danno è stato fatto ed il verdetto è stato sancito quando la “foto infernale” di Joe Biden si è diffusa sui social media.
L’ex presidente Donald Trump ha reagito al discorso di Joe Biden sollevando preoccupazioni sul suo stato mentale.
“Se si guarda alle parole ed al significato del discorso imbarazzante ed arrabbiato di Biden di stasera, egli ha minacciato l’America, anche con il possibile ricorso alla forza militare“, ha scritto Donald Trump sui social media. “Deve essere pazzo, o affetto da demenza senile all’ultimo stadio!“.
Joe Biden ha usato il suo discorso sull’”Anima dell’America”, tenuto giovedì sera davanti all’Independence Hall di Filadelfia, per alimentare i timori nei confronti di Donald Trump e dei suoi sostenitori, bollandoli come Repubblicani MAGA “estremisti”.
“Non c’è dubbio che oggi il Partito Repubblicano sia dominato, guidato e intimidito da Donald Trump e dai Repubblicani MAGA, e questa è una minaccia per il Paese”, ha detto Joe Biden.
Donald Trump ha cercato di ricordare a Biden cosa significhi “MAGA“.
“Qualcuno dovrebbe spiegare a Joe Biden, lentamente ma con passione, che MAGA significa, con tutta la forza che le parole possono avere, MAKE AMERICA GREAT AGAIN!“, ha scritto.
Trump ha detto che Biden dovrebbe abbracciare la semplice filosofia del suo movimento politico.
“Se non vuole rendere l’America di nuovo grande, e non lo vuole attraverso le parole, le azioni e il pensiero, allora non dovrebbe rappresentare gli Stati Uniti d’America!“, ha scritto.
La star del country John Rich ha avuto una reazione di proporzioni quasi bibliche al cupo discorso di Joe Biden, in cui i “Repubblicani MAGA” sono stati etichettati come una “minaccia per la democrazia americana”.
Notando l’orribile ottica di uno sfondo rosso e nero con soldati che fiancheggiavano entrambi i lati di Biden, Rich ha detto che il discorso è apparso come se fosse stato pronunciato davanti alle “porte dell’inferno”.
“Come mai questo sfondo rosso sangue? È come se Joe si trovasse di fronte alle porte dell’inferno”, ha detto.
Poco dopo il discorso di Joe Biden, le immagini di lui che stringe i pugni sul podio davanti ad un oscuro sfondo rosso sono circolate su Twitter; “le porte dell’inferno” sono state il riferimento più popolare.
Ecco alcuni commenti:
“Niente comunica pace e unità come il fatto che lo sfondo del tuo discorso divisivo sembri entrare nelle porte dell’inferno” – Meghan Maureen
“Questa immagine non è stata modificata in alcun modo. Sembra che Biden abbia scelto di pronunciare il suo discorso dalle Porte dell’Inferno” – TheFirstonTV
“Chi mai ha pensato che un look “Porta dell’Inferno” fosse una buona immagine per il discorso di stasera di Biden? Voglio dire, è appropriato, Sì, ma sicuramente non è un buon look” – Bo Wagner
Altre reazioni si sono concentrate semplicemente sull’aspetto scenico e si sono chieste come qualcuno del Team di Biden abbia potuto pensare che l’immagine di lui arrabbiato su sfondo rosso sangue avrebbe potuto far presa sull’elettore medio.
“Quindi, a quanto pare, non si tratta di una foto ritoccata, ma di come la Casa Bianca intendeva far apparire Biden (e da quello che ho letto è stato l’opposto del discorso di unità nazionale che ci era stato promesso). Che diavolo hanno in mente? È come se Leni Riefenstahl lavorasse per Breznev. Incredibile” – Ilya Shapiro
“Cosa sta succedendo qui e chi ha pensato che questa illuminazione fosse una buona idea?” – ZubyMusic
“A parte gli scherzi, da persona con un passato da tecnico teatrale questo sembra un progetto di illuminazione che non è mai stato testato in condizioni notturne. Immagino che si aspettassero più luce ambientale e meno oscurità” – David Marcus (Qui)

Aggiungo quest’altro articolo che ne prende in considerazione alcuni altri aspetti, non meno importanti.

Biden, discorso per disunire la nazione

Nel Discorso alla nazione tenuto a Filadelfia il 1° settembre, Biden è andato oltre nella sua «Battaglia per l’anima della nazione» infarcendo un discorso di lotta ai “semi-fascisti”. Chiunque dissenta dalle sue scellerate ricette è stato definito un «pericoloso antidemocratico da fermare». 

Non ci sono parole per definire lo stato d’animo di chiunque abbia ascoltato e visto le immagini del Discorso alla nazione tenuto l’1 settembre dal presidente Joe Biden a Filadelfia. Un indemoniato (il fermo immagine parla da solo)

dimentico di essere il Presidente di tutti i cittadini, che il compianto amico e professore Antonio Martino aveva, profeticamente, definito il “peggior Presidente degli USA”. Ebbene, dopo le inusitate accuse di “semi fascismo” rivolte ai Repubblicani e ai sostenitori di Trump nel suo discorso di Rockville in Maryland lo scorso 26 agosto, salutate con esaltato entusiasmo dalla stampa il-liberal del Washington Post, a Filadelfia Biden è andato oltre nella sua «Battaglia per l’anima della nazione».

Gli oppositori politici sono i nemici della democrazia, i Democratici sono gli unici che possono salvare la nazione, gli unici che rispettano la Costituzione ed i suoi fondamenti di libertà, “uguaglianza e democrazia”. Il Presidente Biden che nel suo discorso di insediamento, a gennaio del 2020, aveva promesso di voler “unificare la nazione” e dismettere i panni di leader di una parte, è tornato nell’arena del confronto politico con metodi e toni tanto incivili da far apparire la disfida elettorale italiana una barzelletta.

Biden, ricordando la Dichiarazione di Indipendenza (2 agosto 1776) e il Bill of Rights (15 dicembre 1791) degli USA, entrambi emanati a Filadelfia, ha affermato che i «due documenti e le idee che incarnano – uguaglianza e democrazia – sono la roccia su cui è costruita questa nazione ma, mentre sono qui stasera, l’uguaglianza e la democrazia sono sotto attacco…Le forze MAGA [Nrd. ‘Make American Great Again’ è stato lo slogan elettorle di Trump ed ora è imbracciato dalla stragrande maggioranza di elettori e classe dirigente del partito] sono determinate a portare questo Paese indietro…verso un’America in cui non c’è il diritto di scegliere, non c’è il diritto alla privacy, non c’è il diritto alla contraccezione, non c’è il diritto di sposare chi si ama».

La conclusione è chiara, i nemici degli Stati Uniti, della sua anima e della democrazia sono il 50% dei sostenitori dei repubblicani e di Trump, tranne coloro che collaborano con l’Amministrazione Biden. Non una parola, da parte del Presidente che conta il 58% di disapprovazione,  sulla devastante crescita dell’inflazione, né un cenno alle preoccupazioni reali dei cittadini americani che, come dimostra l’ultima rilevazione della Reuters, sono : la situazione economica (29%), la diffusa criminalità (9%), l’ambiente (8%), il sistema sanitario (6%), l’immigrazione incontrollata (5%) e via dicendo.

Joe Biden, il novello difensore di diritti e spirito della nazione americana, ma che paragona i pericoli di oggi a quelli della Guerra Civile o della Seconda Guerra Mondiale, è un pericolo lui stesso per la democrazia, avendo dato più volte prova, con i suoi atti e decisioni, di intemerata violazione di ogni principio di libertà, rispetto dei diritti e democrazia. Innanzi tutto, richiamare lo spirito e l’anima della nazione a Filadelfia significa far memoria non solo di tutti i contenuti dei due testi sacri degli USA, ma anche dei padri fondatori americani che, invece e colpevolmente, proprio Biden e la sua Amministrazione stanno nei fatti cancellando dai libri di testo e dalla memoria di piazze ed edifici pubblici.

Così è stato nell’aprile 2021 con l’entusiasta dichiarazione della Amministrazione Biden nel promuovere il 1619 Project, che accusa i Pilgrim fathers di razzismo e genocidio, ancor prima a gennaio 2021 lo era stato con il sostegno personale di Biden e del Dipartimento per l’Educazione per la ‘CRT’ (teoria critica della razza) che rilegge la storia Usa con le lenti del razzismo bianco, senza dimenticare come dalla sua nomina ad oggi, lo stesso Biden abbia imposto l’indottrinamento LGBTIQI in tutte le scuole per ogni ordine e grado.

Tutto ciò in aperta violazione non solo alla libertà di educazione e pensiero, ma anche a quelle di coscienza e religione che sono parte centrale della storia fondativa e dei testi sacri USA. Quel Biden che per 31 volte ha proclamato il termine “democrazia”, ha paragonato tutti coloro che dissentono e si oppongono alle sue scellerate decisioni, siano essi i cittadini comuni che lamentano la crescita dei prezzi, i genitori che si oppongono alla dottrina LGBTQI nelle scuole, coloro che sostengono le ragioni pro-life…insomma l’altra metà (almeno) del cielo USA, come pericolosi antidemocratici da “fermare”.

Ovviamente anche ieri le testate mass mediatiche americane e internazionali hanno celebrato il discorso «eccellente» e condiviso i contenuti violenti usati da Biden, così la CNN che ha difeso la definizione degli elettori repubblicani e celebrato la definizione di “semi-fascisti”, così il The Guardian, così la Repubblica e la DW tedesca. Le parole però sono proiettili, Biden forse non si è accorto che dalla sua discesa violenta nell’agone partitico ed elettorale, uno dei uffici elettorali dei Repubblicani (Florida) è stato vandalizzato e semi distrutto con scritte che inneggiavano alla lotta ‘anti-fascista’.

Nulla di nuovo, dopo le violentissime accuse contro la Corte Costituzionale, a seguito della Sentenza Dobbs, a fronte della miriade di assalti, incendi e vandalismi contro chiese e centri pro life (282 ad oggi), il Presidente Usa e la sua Amministrazione non hanno fatto nulla. Non si vuol più intimidire i pro life, i giudici e le chiese, nemmeno il solo Trump, ora Biden punta al colpaccio e dimentica che le parole sono pallottole. Non a caso, tutti i sondaggi degli ultimi giorni dimostrano che almeno 2/5 dei cittadini USA crede che nei prossimi anni scoppierà una “nuova guerra civile”. Non sarebbe lecito per Biden usare toni e argomenti vergognosi nemmeno se volesse nascondere le collusioni tra FBI, settori del deep state e i social media (dopo le ammissioni di Zuckenberg) sullo scandalo di Hunter Biden e di lui stesso. Uccidere la nazione americana non è nei poteri nemmeno di Biden e delle sue lobbies.
Luca Volontè, qui.

E ci mancava solo, in aggiunta a questa immane sciagura, di ritrovarci come dirimpettaia atlantica la pazza squilibrata che gira con la mano sul pulsante rosso e, come se ancora non bastasse, adesso ci becchiamo anche lo sciroccato del clima e di tutte le altre puttanate di moda (ma accidenti a te, Bettina mia, avevi eroicamente resistito per 96 anni, non potevi tenere duro ancora un po’ e fartene un’altra manciatina? Anyway, buon viaggio e grazie di tutto).
Tornando al demente,
qui potete leggere il discorso completo in originale, e adesso ve lo faccio anche sentire, però prima guardate questo, di dieci secondi

e poi guardate anche solo per mezzo minuto quest’altro

e chiediamoci di che cosa devono averlo bombardato per metterlo in condizione di farlo. E pensare che ci scandalizzavamo per Reagan con la cartomante.

barbara

LE ULTIME FRONTIERE DEL DELIRIO PROGRESSISTA

Eccone due che, mi sembra, si sposano magnificamente. Uno che riguarda le scelte di nascita

Nel paradiso del gender è legale abortire una bambina solo perché femmina

In Canada il Parlamento affossa una legge che avrebbe vietato l’aborto delle quote rosa. L’Occidente politicamente corretto è davvero migliore dell’India dove sono scomparse 22 milioni di bambine?

Il Parlamento canadese, che ha approvato una legge che vieta la discriminazione sulla base dell’identità di genere, a maggioranza schiacciante ha votato contro un’altra che avrebbe reso un crimine “per un medico eseguire un aborto sapendo che l’aborto è ricercato esclusivamente sulla base del sesso del bambino”. Il disegno di legge, C-233, è stato definito “inaccettabile” da Maryam Monsef, ministro per l’Uguaglianza di genere (sig!), “perché nel 2021 i conservatori continuano a presentare proposte di legge contro la libertà di scelta”. Ma ricapitoliamo.
Secondo le Nazioni Unite, 140 milioni di donne sono “scomparse” in tutto il mondo, il risultato della preferenza per i figli, inclusa la selezione del sesso basata sul genere. Dieci anni fa, le agenzie delle Nazioni Unite hanno pubblicato un documento che condannava l’eliminazione delle bambine.
Il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione ha dichiarato lo scorso anno che la selezione del sesso ha avuto conseguenze terribili per le società. “Al fenomeno sono già stati collegati casi di aumento della violenza sessuale e della tratta di esseri umani”. 
Ciò nonostante, in una delle incongruenze raccapriccianti della politica moderna, il Canada ha votato in modo schiacciante contro un disegno di legge che avrebbe vietato gli aborti selettivi in base al sesso. Il problema, ovviamente, è mettere in discussione qualsiasi aspetto dell’aborto. “Il dibattito è finito”, ha dichiarato il ministro Monsef. “Le donne e le donne soltanto hanno il controllo del proprio corpo. Questo non è un posto in cui i politici possono intervenire”. Forse il dibattito è finito in Canada, ma questa è una brutta notizia per le bambine indiane.
Il 4 marzo 2010, The Economist ha pubblicato una delle sue copertine più memorabili: una pagina completamente nera e un paio di minuscole scarpe rosa. Il titolo era “Gendercide: cosa è successo a 100 milioni di bambine?”. Buona domanda. La risposta è che sono stati abortite o uccise, principalmente in Cina e India, ma anche in altri paesi. Nel 1990 era stato Amartya Sen, premio Nobel per l’Economia e docente ad Harvard che ha dedicato la sua vita alla causa dei meno abbienti e dei paesi emergenti, a lanciare l’allarme sulla New York Review of Books: “Almeno 60 milioni di bambine sono state cancellate in seguito a infanticidi o aborti selettivi di femmine. E’ una rivoluzione tecnologica di tipo reazionario. Il sessismo dell’aborto selettivo”. 

Secondo un articolo di The Lancet di qualche settimana fa, il divario tra i sessi in India continua ad aumentare. Sono scomparse 22 milioni di ragazze indiane a causa dell’aborto selettivo del sesso. Due estati fa, dallo stato indiano di Uttarakhand, nel nord, erano arrivati i dati delle nascite. In tre mesi, in un’area che comprende 132 villaggi, sono nati 216 bambini, tutti rigorosamente maschi.
Studi dimostrano che le coppie indiane che vivono in Canada hanno esportato la preferenza del maschio nella loro nuova casa, abortendo le bambine. Se in Occidente diciamo che gli aborti in base al sesso sono leciti, cosa c’è di sbagliato negli aborti in ​​base al sesso in India? Ma questo “genocidio di genere” è finito nel punto cieco del progressismo occidentale. Pochi ne parlano. Forse perché parla anche un po’ di noi.
Giulio Meotti

E uno che riguarda le scelte di morte.

Farsi uccidere per donare organi, l’eutanasia corre veloce

Candidati all’eutanasia e donatori di organi: la cosiddetta “eutanasia del buon samaritano” è già praticata in Belgio, Paesi Bassi e Canada, ma un articolo scientifico spiega come si allargheranno le possibilità di questa pratica per aumentare la disponibilità di organi da espiantare: anzitutto prevedendo l’inizio del processo eutanasico in casa per agevolare i potenziali donatori; poi puntando su malati mentali e depressi: corpi sani e giovani, ottimi per il trapianto, poco utili in una persona insana.

– CANADA, PRIMO STATO EUGENETICO, di Luca Volontè

Viene praticata ormai da anni, soprattutto in Belgio, Paesi Bassi e Canada. Potremmo definirla l’eutanasia del buon samaritano. Si tratta di questo: il paziente chiede un trattamento eutanasico e poi fa sapere che donerà i propri organi.

L’eutanasia in alcuni paesi corre così veloce che ormai non si discetta più se la «dolce morte» sia eticamente accettabile o meno, non si discute nemmeno più se l’eutanasia a cui segue il trapianto non diventi un’eutanasia a scopo trapianto, con relative spintarelle al futuro de cuius affinché si decida a tirare le cuoia per il bene dell’umanità. No, ormai il focus della discussione si è spostato ben oltre: questi buoni samaritani è bene che muoiano a casa o in ospedale? Gli organi prelevati a caldo sono di migliore qualità seguendo il primo o il secondo protocollo?

Su tale tema la rivista scientifica Jama Surgey ha pubblicato un articolo nel febbraio scorso dal titolo: «La donazione di organi post eutanasia iniziata a casa è praticabile». Gli autori, Johan Sonneveld e Johannes Mulder, descrivono così il protocollo dell’eutanasia a domicilio in vista di un successivo trapianto: «Il paziente viene sedato solo a casa, il che segna l’inizio dell’eutanasia in termini legali, ma ha lo scopo medico solo di rimuovere la coscienza mentre le funzioni vitali sono mantenute e protette. L’induzione del coma e l’inizio della fase agonica avvengono successivamente nel reparto di terapia intensiva dopo gli addii a casa e il trasporto». Quanta cura nell’uccidere le persone: che il tutto avvenga nel rispetto della legalità, degli affetti e degli scopi clinici volti a preservare preziosi organi da espiantare.

Poi l’articolo vira verso il pietismo, uno degli ingredienti di base dell’ideologia eutanasica: «Suggerire che l’eutanasia debba avvenire in ospedale non tiene conto dei desideri più profondi di questi donatori: esseri umani malati, stanchi dell’ospedale che hanno deciso di porre fine al loro dolore nel comfort e nell’intimità della propria casa». Lo sottolineiamo ancora: il pomo della discordia non è più «Eutanasia sì» versus «Eutanasia no», ma è dove è meglio compiere l’assassinio.

Gli autori poi così proseguono: «Sostenere la necessità di una degenza ospedaliera allontanerà molti potenziali donatori». Siamo nel pieno di una strategia di marketing: occorre tranquillizzare i fornitori. Ma anche i candidati al trapianto: «Non c’è conflitto di interessi […]. Non è necessario contrapporre gli interessi dei pazienti trapiantati agli interessi dei donatori di eutanasia e viceversa». Ciò a voler dire che il processo eutanasico iniziato a casa non danneggia gli organi. Che il trapiantato stia tranquillo: i nostri organi con procedura domiciliare sono di ottima qualità. È un altro caso di reificazione della persona. Se i nascituri vengono chiamati «prodotto del concepimento» queste persone potranno essere indicate con il nome di «prodotto dell’eutanasia». Il paziente viene visto come un magazzino vivente di preziosi organi. Come accade con i feti abortiti presso le cliniche di Planned Parenthood: prima uccisi e poi depredati dei loro organi a scopo di vendita. I medici poi diventano vampiri d’organi, cacciatori di teste, cuore e polmoni.

Infine la chiusura dell’abstract offre la cifra di quanto la cultura di morte abbia raggiunto gradi così elevati che, in alcune menti, ormai è riuscita a capovolgere l’ordine oggettivo dei valori. Gli autori infatti caldeggiano la procedura at home e quindi spronano tutti a seguirla con queste parole: «Possiamo fare di meglio. I nostri pazienti meritano di meglio». I pazienti non meritano di vivere, bensì di essere uccisi e svuotati a dovere. Il meglio, il famigerato best interest è farsi uccidere per donare organi. E così, ammantata dalla pudica e spessa veste della filantropia che copre ogni sozzura, si incentiva l’eutanasia.

I candidati più appetibili per l’eutanasia del buon samaritano sono poi i malati mentali e i depressi: organi sani in menti fragili. Non si può chiedere di meglio. Corpi sani e giovani, non intaccati da tumori o dalla senescenza, particolarmente adatti al trapianto. Facile prevedere un incentivo all’uccisione di queste persone: quegli organi – così si argomenterà – servono poco in una persona insana di mente o depressa. Meglio darli a chi potrà farne miglior uso. Insomma il solito utilitarismo venduto, in questo caso, come se fosse beneficienza. (qui)

Anche le leggi naziste relative agli handicappati erano state studiate per il maggior bene comune.
C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole,
anzi d’antico.

barbara