E per uscire un momento dalla politica e occuparci di cose pratiche
barbara
E per uscire un momento dalla politica e occuparci di cose pratiche
barbara
Chiamami Scanzi, sarò la tua coerenza
Chiamami Conte, sarò la tua materia grigia
SEMANTICA
Lo annunciano fra squilli di tromba i media di regime.
Il giorno di Natale, fermo restando il divieto di spostamento da comune a comune (che si tratti di Milano o Rocca Cannuccia è indifferente), fermo restando, dicevo, tale saggio divieto, si potranno ricevere I CONVIVENTI.
Penso: o sono scemo io o sono scemi loro. Io RICEVO a casa mia i NON conviventi. Convivo con mia moglie ma non la “ricevo” tutte le mattine, né lei tutte le mattina “riceve” me.
Probabilmente la nostra saggia guida Giuseppe Conte ha in mente una riforma della semantica. Lunga vita a lui!
Sempre lui, il nostro saggio e coraggioso condottiero, ha avvisato il popolo bue: “bisogna prevenire la terza ondata” ha detto con voce ferma e virile.
Di nuovo sono perplesso. Si può parlare di prevenzione della “terza ondata” se intanto la seconda è finita. Se una squadra perde due a zero ha senso dire che attacca per segnare il goal del vantaggio? Non mi pare, prima bisogna fare i goal del pareggio, poi quello del vantaggio, mi sembra.
E’ finita la seconda ondata ed ha quindi senso parlare di prevenzione della terza? Non mi pare, stando alle cifre ufficiali.
Egregio dottor Conte, lei ed i suoi compari vi state dimostrando del tutto incapaci di far fronte alla crisi sanitaria. State letteralmente distruggendo l’economia. Avete ridotto la costituzione, da voi definita “la più bella del mondo”, a rotolo di carta igienica. Abbiate almeno un minimo, solo un minimo, di rispetto per la madre lingua e la sua semantica!
Chiamami Zingaretti, sarò il tuo luminoso sol dell’avvenir
UN INCUBO
Sono sempre più numerosi i sottili intellettuali che, parlando del “dopo pandemia”, affermano, scuotendo gravemente la testa possente: “una volta che tutto sarà finito non si può tornare alla situazione pre covid”. Uno degli ultimi a fare simili dichiarazioni è stato Zingaretti, giustamente considerato un gigante del pensiero e dell’azione.
Mi permetto di chiedere umilmente a queste menti eccelse: cosa intendono dire con precisione? Forse si riferiscono alla necessità di avere un miglior sistema sanitario? Se è così non si può che concordare, ma non credo che fosse necessario il covid per rendersene conto.
O si riferiscono ad altro? E a cosa, in questo caso?
Perché non si dovrebbe tornare alla situazione pre covid? Forse che la pandemia è da addebitarsi a ristoratori e proprietari di palestre? Sono loro e non il governo comunista cinese i “cattivoni”? Ce lo dicano, per favore.
Cosa sognano i coltissimi ed intelligentissimi personaggi che non vogliono che “tutto torni come prima”? Forse un mondo senza piccole e medie imprese, senza commercio al minuto, bar, ristoranti e pizzerie? Sognano città con i centri storici semi deserti? Vagheggiano una società perfetta in cui la gente se ne stia tappata in casa per gran parte del suo tempo, i contatti faccia a faccia siano sempre più rari e l’unica forma di socialità sia quella virtuale? Vogliono una “democrazia” in cui i parlamenti eletti dai popoli non contino più nulla e tutto il potere sia concentrato nelle mani di grandi organismi internazionali non eletti da nessuno e responsabili solo di fronte a se stessi?
Ho il vago sospetto che sia questo il mondo che agognano: atomizzazione e potere assoluto. Contrazione delle relazioni sociali volontarie ed imposizione a tutti di una socialità coatta, con i governi che decidono sin nei dettagli la vita degli esseri umani. Una prospettiva degna di Orwell. Un incubo, non un sogno
Che in molti cercano di trasformare in realtà.
Chiamami Bertolaso, sarò la coscienza nera del governo
Ecco fatto: segregati in casa per tutte le feste, anziani abbandonati, turismo demolito, nazioni confinanti strapiene di sciatori, decessi fra i più alti del mondo, e lo saranno ancora per settimane.
Strillate per i morti negli USA? Il rapporto di popolazione fra noi e gli americani è di 5,5. I nostri 993 che abbiamo perso ieri fanno in proporzione 5.461 poco più del 50% degli USA!! Lo sapete quanti giorni di scuola hanno fatto i liceali della Campania dal 4 marzo scorso ad oggi? 14.
Tutto questo perché il Governo non è stato in grado di gestire la seconda ondata che loro stessi avevano previsto. Continuano a chiamarla EMERGENZA, a quasi un anno dall’inizio della pandemia. Chiamiamola con il giusto nome: INCOMPETENZA. I Covid hospital della Fiera di Milano e di Civitanova Marche sono pieni da settimane (purtroppo) ma erano inutili giusto?
Il Presidente del Consiglio continua a fare conferenze a reti unificate senza contraddittorio, ignorando l’esistenza del Parlamento e omettendo di usare l’unica parola che dovrebbe pronunciare: SCUSATECI
Chiamami Golia, sarò la tua caramella
(ma voi l’avevate capito che quella intorno al nome è una stella di David?)
Chiamami Zaia, sarò il tuo condizionale
Chiamami covid, sarò il tuo controllore
Chiamami Biden, sarò l’amico dei tuoi bambini
barbara
Per esempio questo signore
e chi ha creato questa striscia
e chi ha postato questa foto
commentando
QUANDO PASSI LA TUA VITA FUCILANDO GAY E POI DIVENTI IL LORO SIMBOLO
E poi questo
Il godimento assoluto del giornale unico del virus per il ritorno e le falle del sistema Veneto, per i contagi nel vicentino, per la rabbia di Luca Zaia che ha denunciato il manager che non si è voluto ricoverare. Sapete quanti sono i positivi di questo scandalo di seconda ondata? Soltanto cinque! (Nicola Porro)
E questo
DUE PERICOLOSI FOCOLAI D’INCENDIO A VICENZA, ORA SPENTI
Ieri sera a Vicenza vi sono stati due pur piccoli focolai d’incendio, potenzialmente devastanti, per fortuna spenti per tempo.
Più precisamente ho acceso due fornelli per prepararmi la cena, spaghetti e salsa di pomodoro. Finita la cottura, ho spento i fornelli.
E ALLORA???????
E allora nessun pericolo, ma se invece di “fornelli accesi” li chiamo “focolai” fa tutto un altro effetto. Si chiama terrorismo psicologico (Enrico Richetti)
E poi Giovanni Bernardini che a un giornalista del TG2 che ha affermato che il nero è la somma di tutti i colori, ha risposto pubblicando questo video in cui una bambina (BAMBINA!) dimostra inequivocabilmente che la somma di tutti i colori è il bianco.
Il nero, piaccia o no agli illuminati antirazzisti, è l’assenza di tutti i colori.
E ancora queste due signore
Le Vite dei Bianchi Non Contano
di
La splendida fanciulla raffigurata
è Priyamvada Gopal, professoressa di Cambridge.
Qualche giorno fa ha twittato “le vite dei bianchi non contano”.
Il tweet è stato cancellato dal network e lei ne ha rifatto un altro in cui ribadisce il suo pensiero.
L’università di Cambridge, dopo gli attacchi ricevuti da questa formidabile ambasciatrice di pace, ha dichiarato che “difende il diritto dei suoi accademici di esprimere le proprie opinioni legittime che altri potrebbero trovare controverse”
Ora sostituite i colori e immaginate…
Beh, no, non abbiamo alcun bisogno di immaginare: qualcuno ha provato a dire che White lives matter – che dopotutto dovrebbe essere molto meno grave che dire che Black lives don’t matter – e non se l’è passata per niente bene. Quanto alla gentile signora, una volta il luogo comune voleva che le donne belle dovessero essere necessariamente stupide mentre alle cozze sarebbe stata data, come premio di consolazione, l’intelligenza. Ma non sempre i luoghi comuni sono vicini alla verità; per esempio questa signora,
oltre che attrice famosa, è stata anche autrice di importanti invenzioni tecnico-scientifiche utilizzate sia in campo civile che militare, mentre le signora là sopra ha dato di sé le prove che abbiamo visto.
E sempre in tema di buon senso e ragionevolezza vi propongo Donald Trump
e Matteo Salvini
e infine alcuni importanti spezzoni del grande discorso di Donald Trump per il 4 luglio tradotti in italiano.
Il 4 luglio di Trump: “Fermeremo il nuovo fascismo di sinistra”
di Redazione
Pubblichiamo il discorso che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha tenuto ieri in occasione delle celebrazioni per il 4 luglio, giorno dell’indipendenza, al monte Rushmore, nella cui roccia sono scolpiti i volti dei presidenti George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abraham Lincoln.
(Testo tradotto dal quotidiano “La Verità”).
Non potrebbe esserci posto migliore per celebrare l’indipendenza dell’America, se non sotto questa magnifica, incredibile, maestosa montagna monumentale, dedicata ai più grandi americani che siano mai vissuti. Oggi, rendiamo omaggio alle vite eccezionali e alle straordinarie eredità di George Washington, Thomas Jefferson, Abraham Lincoln e Teddy Roosevelt . Sono qui come vostro presidente per proclamare davanti al Paese e davanti al mondo che questo monumento non sarà mai profanato, questi eroi non saranno mai sfregiati, il loro retaggio non sarà mai distrutto, i loro successi non saranno mai dimenticati e il Monte Rushmore resisterà per sempre come tributo eterno ai nostri antenati e alla nostra libertà. […]
La nostra nazione sta assistendo a una campagna spietata per spazzare via la nostra storia, diffamare i nostri eroi, cancellare i nostri valori e indottrinare i nostri figli. Folle rabbiose stanno cercando di abbattere le statue dei nostri fondatori, sfigurare i nostri monumenti più sacri e scatenare un’ondata di crimine violento nelle nostre città. Molte di queste persone non hanno idea del perché lo stiano facendo, ma alcuni sanno esattamente che cosa stanno facendo. Pensano che il popolo americano sia debole, molle e sottomesso. Ma no, il popolo americano è forte e orgoglioso e non permetterà che il nostro Paese e tutti i suoi valori, la sua storia e la sua cultura gli siano sottratti. Una delle loro armi politiche è cancellare la cultura, scacciare le persone dal loro lavoro, gettare nella vergogna chi dissente e chiedere la totale sottomissione di chiunque non sia d’accordo.
Questa è la definizione stessa di totalitarismo, ed è completamente estranea alla nostra cultura e ai nostri valori e non ha assolutamente posto negli Stati Uniti d’America. Questo attacco alla nostra libertà, alla nostra magnifica libertà deve essere fermato e sarà fermato molto rapidamente. Non tuteleremo questo movimento pericoloso, proteggeremo i figli della nostra nazione da questo assalto radicale e preserveremo il nostro amato stile di vita americano. Nelle nostre scuole, nelle nostre redazioni, persino nelle nostre sale riunioni aziendali, c’è un nuovo fascismo di estrema sinistra che richiede fedeltà assoluta. Se non parlate la sua lingua, non eseguite i suoi rituali, non recitate i suoi mantra e non seguite i suoi comandamenti, allora sarete censurati, banditi, inseriti nella lista nera, perseguitati e puniti. Non succederà a noi. Non fate errori. Questa rivoluzione culturale di sinistra è progettata per rovesciare la Rivoluzione americana.
In tal modo distruggerebbero la stessa civiltà che ha salvato miliardi di persone dalla povertà, dalle malattie, dalla violenza e dalla fame e che ha portato l’umanità a nuovi livelli di successo, scoperta e progresso. Per renderlo possibile, sono determinati a demolire ogni statua, simbolo e memoria della nostra eredità nazionale. […] Questo è il motivo per cui sto schierando le forze dell’ordine federali per proteggere i nostri monumenti, arrestare i rivoltosi […] Il nostro popolo ha una grande memoria. Non dimenticherà mai la distruzione di statue e monumenti, dedicati a George Washington, Abraham Lincoln, Ulysses S. Grant, abolizionisti e molti altri. Il caos violento che abbiamo visto nelle strade e nelle città che sono gestite dai democratici liberal è il risultato prevedibile di anni di estremo indottrinamento e faziosità nell’istruzione, nel giornalismo e in altre istituzioni culturali.
Contro ogni legge della società e della natura, ai nostri figli viene insegnato a scuola a odiare il proprio Paese e a credere che gli uomini e le donne che l’hanno costruito non fossero eroi ma persone cattive. La visione radicale della storia americana è una rete di bugie, ogni visione viene rimossa, ogni virtù viene oscurata, ogni motivazione viene alterata, ogni fatto viene distorto e ogni difetto è amplificato fino a quando la storia non viene epurata […]. Questo movimento sta attaccando apertamente l’eredità di ogni persona sul Monte Rushmore. Hanno macchiato il ricordo di Washington, Jefferson, Lincoln e Roosevelt. […] Nessun movimento che cerca di smantellare queste preziose eredità americane può nutrire nel profondo un amore per l’America. Non può succedere. Nessuna persona che tace sulla distruzione di questa eredità splendente può condurci a un futuro migliore.
L’ideologia radicale che attacca il nostro Paese avanza sotto la bandiera della giustizia sociale, ma in verità finirebbe col demolire sia la giustizia che la società. Trasformerebbe la giustizia in uno strumento di divisione e vendetta e trasformerebbe la nostra società libera e inclusiva in un luogo di repressione, dominio ed esclusione. Vogliono zittirci, ma non saremo messi a tacere. […] Dichiariamo che gli Stati Uniti d’America sono la nazione più giusta ed eccezionale mai esistita sulla terra. Siamo orgogliosi del fatto che il nostro Paese sia stato fondato sui principi giudaico-cristiani e comprendiamo che questi valori hanno fatto progredire notevolmente la causa della pace e della giustizia in tutto il mondo. Sappiamo che la famiglia americana è il fondamento della vita americana.
Riconosciamo il solenne diritto il dovere morale di ogni nazione a mettere in sicurezza i propri confini e stiamo costruendo il muro. Ricordiamo che i governi esistono per proteggere la sicurezza e la felicità dei propri popoli. […] Siamo il Paese di Andrew Jackson, Ulysses S. Grant e Frederick Douglass. Siamo la terra di Wild Bill Hic – kok eBuffalo Bill Cody. Siamo la nazione che ha dato origine ai fratelli Wright, ai Tuskegee Airmen, a Harriet Tubman, a Clara Barton, a Jesse Owens, al generale George Patton, al grande Louis Armstrong, ad Alan Shepard, ad Elvis Presley e a Muhammad Ali, e solo l’America avrebbe potuto creare tutti loro. Nessun altro posto.
Donald Trump, presidente degli Stati Uniti d’America, 4 luglio 2020 (qui)
E niente, è un grande.
barbara
Una mia e due altrui.
La mia. Il Veneto ha avuto quello che poteva diventare uno dei peggiori focolai in Italia, se non forse il peggiore in assoluto; eppure, con una popolazione che è la metà di quella della Lombardia, ne è uscito con un quarto dei contagi rispetto alla Lombardia e poco più di un decimo dei morti. Come ha fatto? Semplicissimo: violando tutte le regole stabilite, infrangendo tutti i protocolli, disobbedendo a tutte le direttive impartite dal governo, dall’OMS, dal ministero della salute*, dalla protezione civile, dall’Istituto Superiore di Sanità, dai virologi e dalla gigantesca ammucchiata di esperti vari misti che ci sono stati scaraventati sulle spalle. Grazie a un microbiologo che ha capito quello che tutti gli altri non avevano capito e a un presidente di regione che ha deciso di assecondarlo: “Il punto di svolta si è avuto quando fra la notte del 20 e 21 febbraio è morto un paziente a Vò Euganeo… Abbiamo quindi convinto il governatore a chiudere la zona di Vò e a testare tutti i cittadini, ottenendo così una “fotografia” della cittadinanza, senza far uscire o entrare nessuno… Isolare Vò ci ha permesso di fare uno studio approfondito, abbiamo preso atto che il 45% dei positivi era asintomatico e che anche gli asintomatici potevano infettare altri. Credo che l’isolamento di Vò sia stato davvero ciò che ha salvato il Veneto” (qui. Si noti la frase già dalla seconda settimana di gennaio l’OMS ci aveva avvertito di una polmonite atipica che si stava diffondendo in Cina. Quando l’allarme all’OMS era arrivato da Taiwan alla fine di dicembre). Già, perché il Veneto, con metà popolazione, ha eseguito quasi lo stesso numero di tamponi della Lombardia, ma soprattutto li ha fatti PRIMA. Ci pensino quelli che continuano a cianciare di regole, e che le regole sono regole e che se ci sono le regole bisogna rispettarle e che se non rispetti le regole siamo al caos e all’anarchia. E pensiamoci anche quando ci sbattono in faccia il mantra del Torto e ragione non stanno mai da una parte sola e quell’altro che Quindi secondo te tutti sbagliano e solo tu avresti ragione?! Ebbene sì, torto e ragione possono anche stare da una parte sola, e può essere benissimo che io abbia ragione anche se il mondo intero dice il contrario – tipo che il sole gira intorno alla terra, per dire.
* Rubo le parole a Giovanni Bernardini: “Quello che oggi è il ministero della salute era ieri, se non sbaglio, il ministero della SANITÀ. Non è la stessa cosa. Il ministero della sanità si occupa delle strutture sanitarie di un paese, quello della salute della salute, appunto, dei cittadini. Non è compito di alcun governo far si che il popolo sia SANO, lo è invece assicurare ai cittadini strutture efficienti in cui questi possano farsi curare.”
E sempre a proposito di regole:
LA DITTATURA DELL’IDIOZIA – DEDICATO A CHI PENSA CHE “LE REGOLE SONO REGOLE” (dimenticando la storia…)
La legge e le regole sono alla base di ogni agglomerato sociale e dovrebbero essere al servizio del cittadino, come del resto tutti gli amministratori.
Quando vivevo in Canada, ho pranzato amichevolmente con l’allora Ministro dell’Immigrazione senza bisogno di strane entrature e raccomandazioni, ho diretto orchestre importanti senza che qualcuno mi chiedesse tessere di partito, e l’atteggiamento dei politici era diverso: avevano quasi soggezione dei tax payers, dei contribuenti, dei cittadini, perché erano consapevoli di essere servitori, non di uno”Stato” astratto ed immateriale, ma della gente.
Le regole in Canada sono molto rigide, ma non ho mai visto né sentito casi eclatanti di una loro cieca applicazione, perché la ratio di ogni legge viene normalmente rispettata e tutto sembra logico ed ispirato al buon senso.
In Italia non è così, perché vige una dittatura: la dittatura dell’idiozia.
Prendiamo oggi in esame lo strano caso di Giugnola, paesino di 67 abitanti diviso fra Emilia-Romagna e Toscana. A tutt’oggi, lo spostamento fra le regioni è proibito, salvo che per ragioni di necessità.
Gli abitanti della parte toscana non possono fare la spesa nei negozi che sarebbero a 10 minuti dalla propria residenza: devono andare in macchina a Firenzuola, a 40 minuti da Giugnola, altrimenti sconfinerebbero e sarebbero passibili di multa. Credete che i vigili lo sappiano e che capiscano? Macché. Soltanto qualche giorno fa madre e figlio (intervistati poco fa su Mattino 5), sconfinando, sono andati ad una fonte di Piancaldoli, una frazione di Firenzuola a due chilometri da Giugnola: fermati da due vigili donna e multati di 500 euro a testa*. Sarebbero dovuti andare a 15 chilometri da casa, secondo la legge, secondo le regole. Dov’è la ratio? Credete davvero che le regole siano state fatte rispettare in modo così impietoso ed idiota per salvaguardare la salute pubblica? Qualcuno ha davvero il coraggio di difendere queste due funzionarie prive di buon senso ed intelligenza?
In realtà, prendere l’acqua è un caso previsto per giustificare gli spostamenti interregionali, e probabilmente i due malcapitati vinceranno il ricorso, ma la domanda è: perché complicare la già difficile vita di due persone innocenti?
Tre giorni fa a Torino multa ad un gelataio di 280 Euro*. La sua colpa: avere 150 persone in fila e non essere (giustamente) capace di vigilare che tenessero le distanze, come se fosse responsabile anche di quello che succede fuori dal suo locale.
Clienti dispersi e incasso della giornata svanito, dopo 2 mesi e mezzo di chiusura.
Volete un altro caso di idiozia conclamata sia della legge che della sua applicazione?
9 aprile 2020: Lei è un’infermiera e lavora alla Croce Verde di Mestre: il turno è stato massacrante, e non se la sente di mettersi alla guida, di notte, per fare ritorno a casa. Chiama il marito, che accorre per prenderla: fermato dalle Forze dell’Ordine e multato: 500 Euro*. Lo spostamento non era necessario, secondo i controllori.
La moglie avrebbe dovuto prendere i mezzi pubblici, certo, perché è molto più sicuro prendere un tram o un treno con perfetti sconosciuti che tornare a casa con il marito in macchina… Eh, la legge è legge, le regole vanno sempre rispettate, dirà qualcuno, visto che non è toccato a lui.
Ma dov’è la ratio? La difesa della salute pubblica? La protezione della persone? Direi proprio di no.
Se pensate che siano casi limite, vi consiglio di dare un’occhiata sul web e ne troverete tanti.
Le regole sono al servizio del cittadino, non il contrario, e le regole sono rispettabili, quando sono rispettose del buon senso, diversamente sono uno strumento di una dittatura, non certo quella tradizionale, sia chiaro, ma dei burocrati con il paraocchi che in genere si mette agli asini, animali più buoni ed intelligenti di tanti esseri umani.
Il problema è che tanti accettano questo stato di cose pensando di essere al riparo da tutto ciò. Si sbagliano. E non lo sanno.
Stefano Burbi
* Mi è venuta la curiosità di controllare una cosa. Eccola:
L’art. 146 del Codice della Strada quantifica l’importo della multa da pagare:
• se l’infrazione avviene tra le 7:00 e le 22:00, si paga un minimo di 163 euro che può arrivare a 646 euro
• se l’infrazione avviene tra le 22:00 e le 7:00, l’importo minimo sale a 200 euro.
Questo per un comportamento che mette a rischio immediato la vita altrui e, se si dovessero verificare le circostanze adatte, potrebbe addirittura provocare una strage. Quanto alla logica, devo dire che anche qui mi sfugge: a quanto pare per il legislatore è più grave passare col rosso di notte, quando il traffico è scarso, o addirittura nullo o quasi, che di giorno, quando il traffico è decisamente più intenso e il rischio di incidente proporzionalmente più alto.
E ancora in tema di logica e buon senso:
Per chi non fosse ancora convinto che abbiamo delegato il governo del paese, le decisioni sulla nostra vita, sulla nostra salute e sulla nostra libertà a dei presunti “esperti” che partoriscono solo provvedimenti demenziali ecco che cosa ancora si prospetta. Il divieto di mobilità sul territorio nazionale – che viola l’articolo 16 della Costituzione ex “più bella del mondo” – potrebbe venir meno il 3 giugno. Ma non è scontato. Tutto dipenderà dalla situazione del venerdì precedente, 29 maggio, definita dall’indice Rt. E che cosa è adesso questo indice Rt? Non è l’indice R0 che più o meno abbiamo imparato a conoscere. E’ un “indice di trasmissibilità del contagio”, ma soprattutto viene definito su base regionale e SETTIMANALE, senza tener conto dei valori di partenza. Ossia, se una regione passa da 1 a 5 contagi ha un indice Rt analogo a quello di una regione che passa da 100 a 500 contagi o da 1000 a 5000! E difatti, nel momento attuale, le regioni dichiarate a maggior rischio sono tre: la Lombardia – e questo è scontato – l’Umbria e addirittura il Molise! E perché? Perché negli ultimi giorni c’è stato un aumento dei casi in queste regioni dopo che si erano ridotti quasi a zero. In Molise, in particolare, sono stati effettuati dei tamponi sui membri di una comunità Rom che avevano partecipato a un funerale e sono stati trovati una cinquantina di positivi. E per questo solo fatto la regione che più di tutte è rimasta immune dal contagio si trova ora accomunata alla Lombardia! Conseguenza pratica? Se il 29 maggio ci trovassimo nella stessa situazione, la circolazione sarebbe libera fra tutte le regioni escluse Lombardia, Molise e Umbria. Già chiudere Molise e Umbria sarebbe piuttosto demenziale, ma c’è di peggio. La circolazione sarà possibile fra regioni che hanno pari indice Rt. Il che vuol dire che i lombardi potrebbero andare solo in Umbria e in Molise. Gli agriturismi dell’Umbria e le spiagge del Molise si dovrebbero quindi riempire di turisti della Lombardia, ai quali sarebbe preclusa ogni altra località in Italia e nel mondo! E i poveri molisani e umbri potrebbero fare una gita solo in Lombardia, magari a Codogno o a Bergamo alta!
Siamo nelle mani dei covidioti e chi li sta a sentire è un covidiota all’ennesima potenza.
Aggiungo fuori programma una quarta cosa raccolta al volo, che mi sembra troppo importante per rimandarla ad altra occasione.
Lockdown e Ramadan fanno registrare un enorme aumento delle mutilazioni genitali femminili, con i circoncisori che vanno di porta in porta offrendo di “tagliare” le ragazzine bloccate a casa durante la pandemia.
Plan International ha affermato che la crisi sta minando gli sforzi per sradicare la pratica nel Paese con il più alto tasso di mutilazioni genitali al mondo, con circa il 98% delle donne che sono state menomate per essere meno attratte dal sesso e più malleabili dai maschi padroni.
“Abbiamo assistito a un enorme aumento nelle ultime settimane”, ha dichiarato Sadia Allin, capomissione di Plan International in Somalia.
Le infermiere di tutta la Nazione hanno riferito di un incremento delle richieste da parte di genitori che desideravano che eseguissero la mutilazione genitale sulle figlie che non possono andare a scuola a causa del blocco anche perché riprendersi dal barbaro rituale può richiedere settimane.
“I “tagliatori” bussano alle porte delle case, compresa la mia, chiedendo se ci sono ragazze che possono tagliare. Sono ancora scioccata”, ha detto Allin, che ha due figlie di cinque e nove anni.
L’UNFPA stima che quest’anno nella sola Somalia 290.000 ragazze saranno mutilate con la benedizione dei testi sacri.
Non solo in Somalia ma il femminismo di maniera finisce dove inizia la difesa della reputazione dell’Islam.
Raccontatelo alla signora-so-tutto-io Maryan Ismail che viene a cianciare che
Abbiamo anche parti terribili come l’infibulazione (che non è mai religiosa, ma tradizionale), ma le racconterei come siamo state capaci di fermare un rito disumano.
E ricordatevelo, la prossima volta che verrà a impartirvi lezioni sulla meravigliosa società somala dove “abbiamo” – si noti la prima persona orgogliosamente brandita – fermato l’infibulazione. Cara signora-so-tutto-io Maryan Ismail, si vada a nascondere, che è meglio.
barbara
Intanto questa.
COSÌ È PIÙ CHIARO
resta a casa cazzo !!!
“Uno esce di casa, si mette le scarpette da running e da solo va a fare una sana corsetta.
Il fisico trova giovamento e la mente è libera.
Quando vede qualcuno da lontano, modifica il percorso per non incrociarlo e mantenersi anche oltre la distanza di sicurezza.
Il tempo è bello, il sole tiepido è l’aria fresca. Tutto è perfetto.
Poi quella buchetta, coperta dall’erba, il piede destro la centra, la caviglia cede, si piega, troppo, fa “crack”. Gonfia subito, il dolore non si descrive.
Rientra in casa a fatica, toglie le scarpe e il calzino.
La caviglia oltre al gonfiore ha preso un brutto colore.
Che fare?
Il dolore a freddo aumenta.
Si sente una merda ma non può fare a meno di chiamare il 118 e, nonostante il momento difficile, di li a poco arriva l’ambulanza.
I volontari, chiusi nelle loro tute ermetiche, parlano poco dietro le mascherine, lo fanno salire.
Lui si sente una merda, loro non fanno nulla per farlo sentire diversamente.
Al Pronto Soccorso fanno tutto quello che si deve fare, radiografie e tutti i controlli sanitari dettati dall’emergenza.
Mentre aspetta si sente una merda, e nessuno fa nulla per farlo sentire diversamente, anzi, a volte anche solo gli sguardi contribuiscono. Arrivano i risultati della radiografia e non ci sono sorprese, come aveva predetto il medico, c’è una frattura.
Mentre gli fanno il gesso si sente una merda, e nessuno fa nulla per farlo sentire diverso, anzi l’infermiere che gli tiene il piede dritto che in quel modo gli fa un male cane, sembra ne goda.
Poi arrivano i risultati sanitari e qui c’è la sorpresa: PAZIENTE POSITIVO AL CORONAVIRUS COVID 19 IN CONDIZIONI ASINTOMATICHE.
Gli cade il mondo addosso insieme a una montagna di merda.
Allarme rosso: il reparto del Pronto Soccorso viene totalmente isolato e reso inagibile mentre tutto il personale medico e paramedico insieme a tutti i degenti vengono messi in quarantena.
Il caos è totale e la situazione è drammatica.
Lui si sente una merda e nessuno fa nulla per farlo sentire diverso, anzi glielo dicono in coro: SEI UNA VERA MERDA!!!”
Così è più chiaro ???
E ora andate a correre
Copiato e incollato!
Commento. 1. Ma veramente un runner, presumibilmente giovane, cade per una buchetta? 2. Veramente un runner presumibilmente giovane con una caduta di questo genere arriva addirittura a fratturarsi una gamba? 3. Veramente quando uno si fa una frattura si sente crack? Io non l’ho sentito neanche quando ho mandato una costola in tre pezzi, per dire. 4. Ma veramente a uno in buona salute fanno il tampone solo perché si è rotto una gamba, quando non riescono a farseli fare, nonostante ripetute richieste, neanche quelli che hanno TUTTI i sintomi del covid19? 5. Se grazie a quella provvidenziale caduta non fosse finito al pronto soccorso dove gli hanno fatto il tampone, quanta gente avrebbe infettato, essendo asintomatico e quindi inconsapevole, a partire dai familiari coi quali, a causa della quarantena, era forzatamente a stretto contatto? 6. Del personale sanitario che fa di tutto per far sentire il paziente una merda dovrebbe semplicemente cambiare mestiere. Per la serie: se c’è una cosa che proprio non si sopporta sono gli scritti edificanti. Poi c’è un’altra storiellina edificante che ho letto in rete. Purtroppo non ho provveduto a salvarla e poi non l’ho più ritrovata, ma la ricordo esattamente in tutti i dettagli, tranne il nome del primo protagonista. e quindi ve la metto qui di seguito, e mi perdonerete se elimino tutte le toccanti sdolcinature, le particolareggiate descrizioni di pianti e frigni eccetera. Noi, dopotutto, siamo uomini duri, quelli che cominciano a giocare quando il gioco si fa duro.
Un papà va al parco col bambino, che proprio non ne può più di stare chiuso in casa. Naturalmente i giochi non sono accessibili, naturalmente non gli è permesso giocare con altri bambini, anzi, neppure avvicinarsi, stanno semplicemente seduti sulla panchina, padre e figlio, a godersi un po’ di aria. Quando è ora di rientrare il bambino protesta, piange, smoccica, si sfrega gli occhi con le mani – si prega di prestare attenzione ai passaggi strategici – e poi appoggia le mani sulla panchina. Alla fine il padre riesce a portarlo via. Poco dopo arriva Monica con sua figlia per farle prendere un po’ d’aria, ma con regole rigidissime: non avvicinarsi a nessuno, non sedersi sulla panchina (sì, sempre quella), non toccarla neppure. Quando è ora di andare Monica si accorge chela bambina ha una scarpa slacciata, si china per allacciargliela e, per non dover posare la borsa sul terreno fangoso, la posa un attimo sulla panchina. Torna a casa, dove c’è anche suo padre ottantenne che per l’emergenza si è trasferito da lei in modo da non dover andare in giro lui a fare la spesa, dal momento che si sa che i vecchi sono più a rischio. Va in cucina a preparare la cena, di lì a un po’ suona il cellulare che è nella borsa, lei non lo sente e allora provvede il padre a prenderlo dalla borsa e portarglielo. Dopo qualche giorno suo padre si ammala, in rianimazione non c’è posto e lui muore.
Commento: eccheccazzo! Cioè, ma si può costruire una storia così scema per convincerci a stare a casa?!
E nel frattempo si è scatenata la caccia all’uomo con grande spiegamento – anzi, senza risparmio – di uomini e di mezzi, che qui vediamo in due episodi, entrambi mirabilmente montati .
Ed è davvero difficile trovare le parole adatte per commentare episodi tanto vergognosi quanto grotteschi, per non parlare l’eccitazione nella voce di chi commenta, come se davvero si trattasse di una caccia a pluriassassini scappati di prigione, oltre all’assurdità delle parole (“sta scappando, letteralmente!”). Ecco, io sono totalmente d’accordo con questa cosa qui:
Claudia Perina
Titolo: Talebani. Testo: Il governatore veneto Zaia è il primo ad accorgersi della deriva talebana che sta prendendo la quarantena e si muove in controtendenza rispetto ai suoi colleghi decretando la libertà di grigliata, di passeggiata e di corsetta sportiva. Per cultura, intuito o forse istintiva competenza, ha capito che la criminalizzazione rancorosa del relax, della festa, di tutto ciò che consente divertimento e piacere non ha nulla a che vedere con la lotta al virus ma piuttosto con una svolta psicologica da Loya Jirga dell’autorità. Il sottotesto della lotta al Covid ha già imposto il seguente immaginario penitenziale: lavorare si può (abbiamo scoperto che le imprese, pure al Nord sono quasi tutte aperte) ma divertirsi no. Il rischio è accettabile in nome della produzione e del Pil; diventa inaccettabile se collegato al piacere personale, pure se infinitamente inferiore alla presenza in fabbrica o in ufficio (chi metti in pericolo se corri? Se fai la grigliata con la famiglia in giardino?). La nuova austerità talebana sostituisce il culto religioso con il culto pseudoscientifico, addita al pubblico ludibrio ogni attività collegata al godimento, recluta la sua polizia morale tra gli ipocondriaci e i depressi cronici: nel mio quartiere hanno denunciato due ragazze (sorelle, probabilmente) che festeggiavano il compleanno con la musica in terrazza. Motivo: i passanti con cane si fermano ad ascoltare, non va bene, è un cattivo esempio, minaccia la regola della clausura. Nella Kabul delle leggi islamiche non si sarebbe potuto fare di meglio (o di peggio). Non so se Zaia abbia liberato le grigliate per questo motivo o per faccende sue. Comunque, bravo. (qui)
E con questa, da standing ovation, e magari ci sarebbe da fare qualche riflessione anche su questa cosa qui.
barbara
La tragica vicenda del bambino di Monza malato di leucemia e morto per complicanze dovute al morbillo ha messo sotto gli occhi di tutti una cosa fondamentale. Il motivo per cui le vaccinazioni di massa sono necessarie è per mantenere alta la protezione intorno a chi non può essere vaccinato. Sono i bambini (ma non solo) immunodepressi. Non possono difendersi da soli dalle infezioni e il loro organismo è molto debilitato. Chi non vaccina i propri figli per motivi pseudoscientifici, “etici” o per paura di fare un favore a Big Pharma contribuisce ad abbassare la copertura vaccinale della popolazione e aumenta il rischio che le persone immunodepresse possano contrarre malattie le cui complicanze possono essere fatali.
Perché giocare sulla pelle dei bambini immunodepressi?
Il governo ha deciso di rispondere al calo generalizzato della copertura vaccinale con un decreto che rende obbligatori i vaccini per l’accesso a scuola. Un decreto che presenta molte criticità ma che ha come obietto quello di tutelare la salute della comunità. Ci sono però alcuni presidenti di Regione che contestano il decreto Lorenzin dicendo che le vaccinazioni obbligatorie non servono. Uno di questi è il Presidente del Veneto Luca Zaia che ha impugnato il DL Lorenzin e difende la scelta del Veneto di essere l’unica regione in Italia dove dal 2008 non esiste l’obbligo vaccinale.
Il popolo dei Genitori Preoccupati e dei free-vax ha applaudito alla decisione di Zaia. Ma ci sono anche altri genitori che non sono d’accordo. Si tratta di chi sa che la vita dei propri figli è davvero a rischio. E non per le reazioni avverse da vaccino ma a causa dell’avversione di molti alle vaccinazioni. Uno di questi è Nicola Pomaro, padre di una bambina di cinque anni che è stata ricoverata al Centro Trapianti del Reparto di Oncoematologia di Padova perché affetta da una grave e mortale malattia del midollo osseo.
Pomaro ha deciso di scrivere una lettera aperta a Zaia per chiedergli di tornare sui suoi passi. Perché sono molti i bambini immunodepressi che rischiano ogni giorno la vita a causa della bassa copertura vaccinale dei bambini che li circondano. In Veneto la copertura vaccinale è ampiamente al di sotto della soglia ottimale del 95% e questo espone la figlia di Nicola (e le migliaia di bambini malati di linfoma e leucemia in Veneto) a rischi che potrebbero essere evitati. Rischi mortali, non quello di contrarre un banale raffreddore.
Fino ad oggi gli antivaccinisti hanno sfruttato a loro vantaggio l’immunità di gregge. Hanno potuto decidere di non vaccinare i propri figli perché contavano sul fatto che gli altri vaccinassero i propri e così nessuno si sarebbe ammalato. La propaganda antivaccinista però è vittima del suo successo: più sono le persone non vaccinate più le infezioni si diffondono tra coloro che non sono immunizzati. Il problema è che tra questi ci sono anche bambini che non possono essere vaccinati.
Non è purtroppo la prima volta che Regione Veneto si schiera su posizioni pseudoscientifiche. Nel dicembre 2013 il Veneto si offrì di mettere a disposizione le proprie strutture sanitarie (pagate coi soldi pubblici) per fornire le “terapie” indicate da Vannoni nel cosiddetto metodo Stamina. Un mese prima (novembre 2013) in consiglio regionale i consiglieri di maggioranza avevano presentato una mozione per aprire le porte degli ospedali veneti a Stamina. Già nell’aprile 2013 Zaia aveva espresso tutto il suo rammarico per l’accantonamento della sperimentazione e si augurava che si potesse procedere alla sperimentazione “per rispetto nei confronti dei pazienti che già soffrono di gravi malattie”.
Il tutto senza tenere in considerazione della decisione del Ministero che il 10 ottobre 2013 aveva fermato la sperimentazione su Stamina dopo aver ricevuto i pareri negativi del Comitato Scientifico e dell’Avvocatura di Stato. Insomma si sapeva già che Stamina non poteva funzionare ed anzi era dannosa. Chissà come mai Zaia chiedeva rispetto per i malati di SMA1 ma non ne dimostra – nei fatti – altrettanto per i piccoli pazienti oncologici degli ospedali veneti.
Giovanni Drogo, martedì 27 giugno 2017, qui.
Non so se esista un modo per impedire a politici e magistrati di mettere bocca in materie di cui non sanno assolutamente nulla, provocando, con i loro interventi irresponsabili, disastri irreparabili. Ma se non c’è, bisognerebbe trovarlo. Con la massima urgenza.
barbara