Ma ora passiamo alle cose serie.
INTERVISTA A GRETA
Ho provato a intervistare Greta Thunberg… spenta, sorvegliata a vista, non risponde a nessuna domanda
I più fervidi difensori del «clima» non sanno nulla del «clima»
Volevo sapere se i partecipanti allo «sciopero per il clima» sapevano di cosa stavano parlando. Sono andato a vedere Greta Thunberg e alcuni dei suoi ammiratori. E lì, ho saputo.
A febbraio, una marcia per il clima guidata da Greta Thunberg ha attraversato Bruxelles. Ero lì e interrogando i giovani partecipanti, mi sono reso conto che non conoscevano l’ABC della causa per cui stavano manifestando: il riscaldamento globale.
Una settimana dopo ho intervistato un insegnante di scuola superiore che incoraggiava i suoi studenti a manifestare per il clima: non ne sapeva più degli studenti.
Supponendo che sia meglio rivolgersi al buon Dio piuttosto che ai suoi santi, ho deciso di interrogare Greta Thunberg stessa. Ho preso l’aereo (lo ammetto…) per Stoccolma per trovarla davanti al parlamento svedese, dove ogni venerdì tiene il suo sciopero scolastico. Sfortuna: aveva preso il treno per manifestare a Berlino.
QUANDO GRETA THUNBERG SI TOGLIE IL BERRETTO…
Da quel testardo che sono, la settimana dopo ho ripreso l’aereo (sì…). Dopotutto, Stoccolma è una città molto bella. Vittoria: questo venerdì Greta è al suo posto. Chiacchiera con un gruppetto di giovani francesi e aspetto il mio turno per abbordarla:
«Ti ho vista a Bruxelles, c’era un sacco di gente… Ho sentito che suggerivi ai giovani di studiare il clima. Mi piacerebbe parlare un po’ di questo, se sei d’accordo…»
Annuisce, ma la sento spaurita, a disagio: ho l’impressione che dica «sì», ma pensi «no». In quel momento, si toglie il berretto. È un segnale. Immediatamente, una donna bionda sulla cinquantina con gli occhiali scuri, che seguiva la scena dietro di me, si avvicina con un sorriso finto:
«Ciao, mi dispiace, abbiamo qualcosa da fare adesso. Devo portarla via, grazie…»
Fine dell’intervista. Una guardia del corpo vestita di nero – anch’essa, come vediamo nel video, mi sorvegliava – le accompagna qualche metro più in là: la «cosa da fare» era quella di mettere Greta al riparo dalle mie domande.
A differenza dei giovani manifestanti di Bruxelles, Greta non ha risposto a nessuna domanda. Mi sono trovato di fronte a una bambina spenta, senza passione, manipolata da persone inquietanti, una bambina impaurita.
È programmata per discorsi apocalittici e provocatori di pochi minuti di fronte ai grandi di questo mondo. Forse si evocherà il suo «mutismo selettivo» legato all’autismo, ma si nota che ha risposto compiacentemente alle domande (aneddotiche) poste dai giovani prima di me.
Strano leader del clima che non accetta domande sul clima. Ci si può solo prosternare e il mondo non si tira indietro: Angela Merkel, Emmanuel Macron, Jean-Claude Juncker, giuria del premio Nobel, a quando il Papa…?
LA RELIGIONE DEL CLIMA
Qualche ora dopo, tornando nello stesso posto, Greta è sempre lì, tra poche persone. Le sue guardie del corpo sono state sostituite da due nuovi gorilla.
A un impercettibile segnale, recupera il suo cartello «SKOLSTREJK FÖR KLIMATET» (Sciopero per il clima) e, come un automa, si piazza contro la ringhiera del fiume per una foto di gruppo con dei bambini. Il balletto pubblicitario è perfettamente regolato…
Sono stato accusato di «tendere agguati» ai giovani manifestanti. Oggi potrei essere accusato di blasfemia. Ciò che osservo è una folla di ciechi guidata da una persona cieca, come nel Vangelo. (qui, traduzione mia)
Che poi, a ben pensarci, l’accostamento alla bambola assassina non è poi così azzardato: anche la povera Greta non è altro che un bambolotto privo di volontà propria, privo di iniziativa propria, privo di pensiero, manipolato da una banda di sordidi individui senza scrupoli, usata per assassinare il pensiero. E non so a che cosa sia dovuto – sicuramente non alla vera o presunta sindrome di Asperger (io propendo decisamente per la montatura; tra l’altro una caratteristica della sindrome di Asperger è l’intelligenza brillante, unita a un’estrema difficoltà nei rapporti sociali: caratteristiche veramente difficili, entrambe, da trovare in quella bambina) – l’aspetto da bambina di otto anni di questa che, ci raccontano, dovrebbe averne sedici. Non mi meraviglierei se venisse fuori che è stata in qualche modo manipolata anche in questo. Io comunque mi auguro, per il bene di tutti, che questo osceno baraccone finisca al più presto.
barbara