vice ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega alle Pari Opportunità.
I fatti: un ragazzo di 21 anni, studente di medicina, si è suicidato perché “L’Italia è un Paese democratico, libero, ma è anche una nazione dove ci sono persone omofobe”. Nel testo dell’articolo di Rinaldo Frignani, per inciso, viene anche detto che “un omosessuale su dieci ha pensato al suicidio” e che “il 30 per cento dei giovani che negli ultimi anni si è tolto la vita lo ha fatto perché gay, per la paura o l’esperienza vissuta in prima persona di essere rifiutati”. E io, sempre per inciso, mi chiedo quanti negri si siano suicidati o abbiano pensato al suicidio perché hanno scoperto che ci sono persone razziste da cui temono di essere rifiutati; quanti ebrei si siano suicidati o abbiano pensato al suicidio perché hanno scoperto che ci sono persone antisemite da cui temono di essere rifiutati; quante donne si siano suicidate o abbiano pensato al suicidio perché hanno scoperto che ci sono persone misogine da cui temono di essere rifiutate.
Dei morti, si sa, non si deve mai parlar male, e quindi non dirò che il ragazzotto in questione è un emerito coglione, ma parlandone come da vivo non saprei davvero come altro definire uno che si ammazza con una motivazione (scritta, documentata) del genere. Per non parlare della sconfinata meschinità, dell’infinita perfidia del suicidio come vendetta, per lasciare chi resta in preda al rimorso (“E chi ha questi atteggiamenti dovrà fare i conti con la propria coscienza”).
Ma tutto questo è solo per contestualizzare: il tema di questo post, come preannunciato dal titolo, è la signora Maria Cecilia Guerra, vice ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega alle Pari Opportunità, la quale ha detto che “Siamo tutti responsabili”. Ecco. Il mio messaggio alla signora Maria Cecilia Guerra, vice ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega alle Pari Opportunità, è: Signora, vada a cagare. E poi tiri subito l’acqua, mi raccomando, che ho idea che la sua merda sia di quelle appiccicose, che se non si tirano via subito poi si attaccano e non vengono più via. Se lei ha qualche motivo per sentirsi responsabile parli per sé, per favore, e lasci in pace gli altri, che qua c’è gente che ne ha pieni i coglioni di questa storia che dovrebbe sentirsi responsabile e colpevole di tutto, che sia un ragazzotto che si ammazza perché ha paura che la vita gli presenti qualche difficoltà da affrontare, o della gente che affoga perché ha la geniale idea di dare fuoco alle coperte e poi per sfuggire al fuoco che ha intenzionalmente provocato si butta tutta da una parte facendo rovesciare il barcone. O di qualunque altra disgrazia capiti in giro per il mondo. Io di colpe e di responsabilità per conto terzi non ne prendo da nessuno. E vado avanti per la mia strada, così:
(E a chi avesse intenzione di venire qui ad accusarmi di essere cinica, un cordiale vaffanculo preventivo)
barbara