SIAMO A CAVALLO, L’ITALIA È SALVA!

Ci ha pensato la boldrinessa, che tra un match e l’altro con le sue collaboratrici cattive cattive che dicono tante brutte cose di lei, si preoccupa indefessamente del bene dell’Italia, e guardate quante idee geniali ha partorito la sua mente vulcanica!

Boldrini: “Bibbia e proverbi contro le donne”/ Libro choc “serve Ddl Zan, più aborti”

Laura Boldrini e il libro per “salvare le donne in Italia dal potere dei maschi”: la lista shock da più Ddl Zan, meno obiezione coscienza, stop proverbi e passi della Bibbia

L’Italia, in particolar modo il mondo femminile, si può salvare con meno obiezione di coscienza (dunque con più aborti) con il Ddl Zan approvato, con la parità di genere nella toponomastica e perfino su WhatsApp, per non parlare delle “devastanti” storture presenti nei proverbi della tradizione e perfino nella Bibbia.

È un concentrato di “desideri” e “proposte” l’ultimo libro di Laura Boldrini ‘recensito’ oggi da “La Verità” che non risparmia nulla alla deputata Pd. Il titolo del libro dice già molto, se non tutto “Questo non è normale. Come porre fine al potere maschile sulle donne”, ma è poi nei contenuti anticipati da Francesco Borgonovo nel suo articolo di decostruzione del “Boldrin-pensiero” che si scoprono questioni assai molto controverse. Ad esempio i proverbi come «Donna pelosa, donna virtuosa»; «donna baffuta, sempre piaciuta»; «donne e buoi dei Paesi tuoi», e simili, non possono più essere accertati secondo l’attivista politica in difesa del mondo femminile, perché «sono il succo di pregiudizi millenari e di discriminazioni stratificate ai danni del genere femminile, specchio di superstizioni e di un pensiero che non guarda alle donne con occhio benevolo, frutto di una cultura patriarcale e maschilista dalla quale non abbiamo ancora preso le distanze». Ma è la stessa Bibbia, a proposito di tradizione, a non essere particolarmente sopportata dall’ex Presidente della Camera: colpevole di aver proposto il “modello Eva”, andrebbe “riesumata” l’antica tradizione ebraica sulla figura di Lilith, la quale «esigeva di essere trattata alla pari, non voleva giacere con Adamo a comando, si rifiutava di servirlo e obbedirgli»*

IL LIBRO DI LAURA BOLDRINI E LA “LISTA” SHOCK

La lista di cambiamenti, precetti e regole che dovrebbero cambiare in Italia (e non solo) per raggiungere la fantomatica “parità dei generi” è molto lunga e Laura Boldrini spazia ogni campo della cultura e della politica per “dimostrarli”. «Non è normale avere un’ottima legge sull’interruzione volontaria di gravidanza e non poterne usufruire a causa dell’obiezione di coscienza», lamenta la deputata Dem nel suo libro pro-femminismo. Dall’aborto ai temi LGBT, il passo è breve: «va approvato il Ddl Zan al più presto», scordandosi però in questo passaggio la buona fetta di mondo femminista** che su quella proposta di legge ancorata al Senato ha avuto e ha ancora molto a cui contestare (specie sul concetto di autodeterminazione inserito nel disegno di legge che consentirebbe a chiunque di dichiararsi donna al 100%). Se la prende poi con l’Inno di Mameli, i completamenti di WhatsApp nel dizionario automatico e tanto altro ancora: un punto però su tutti ci ha colpito, quando cioè Boldrini provando a spiegare la necessità di fiabe e storie per bambini diverse dalla “tradizione maschilista e patriarcale” arriva a citare Chesterton. «Come diceva Chesterton, le fiabe non servono per dire ai bambini che esistono i draghi, ma per far capire loro che i draghi possono essere sconfitti»; ecco, si dimentica forse anche di dire – come giustamente nota “La Verità” – che il buon GKC spiegava anche tramite i suoi capolavori come la fiaba in quanto tale non è “sessista” ma aiuta le bambine a scoprire sé stesse (citando Marie-Louise Von Franz) attraverso la conoscenza del maschile, ovvero il principe azzurro. In un Paese libero, vivaddio, le opinioni sono libere e pure le castronerie (di cui ognuno è foriero, non dimentichiamolo): certo però che guardare la realtà solo con le lenti ‘speciali’ dell’ideologia, alla lunga, rischia di nuocere gravemente alla realtà stessa.
Niccolò Magnani, qui.

* Quando, dopo il peccato, Dio comunica le punizioni che dovranno subire, dice ad Adamo: “Mangerai pane col sudore del tuo volto” e a Eva: “Partorirai i figli con doglia e avrai desiderio di tuo marito”. Nella Bibbia è dunque già enunciato il desiderio sessuale della donna, e automaticamente riconosciuto come legittimo, contrariamente a quanto sostenuto dalla cultura maschilista e patriarcale, e in anticipo di quasi tremila anni sulle più rivoluzionarie femministe. Inoltre, che cosa produce l’uomo con fatica e con dolore? Cose che si consumano. Che cosa produce la donna con fatica e con dolore? La vita! La signora boldrinessa parla della Bibbia senza averne letta una sola pagina.

** E anche di quello omosessuale.

Nel suo libro la signora boldrinessa si batte anche, come scrive Francesco Borgonovo, a favore della toponomastica «paritaria» come se parificare il numero delle vie dedicate a donne e uomini potesse realmente migliorare la condizione femminile. E niente, quando una è cretina ce la mette proprio tutta a essere cretina a tutto tondo, dalla testa ai piedi, dai capelli alle budella, senza lasciarne fuori una sola cellula, una sola molecola, un solo atomo. E guardate quanto è bella con questo splendido velo verde-islam!

barbara

GAME OVER

OVVERO

Tutto quello che avreste sempre voluto dire sulle femministe

ma non ne avete mai avuto il coraggio.

Boschi, Boldrini, Castelli: il femminismo è una via di fuga

di Max Del Papa

La profeta è Laura. Non profetessa, troppo indulgente, troppo ammiccante, basta profeta, tanto finisce con la “a”. La profeta è Boldrini, Laura Boldrini, questa Giovanna d’Arco del vittimismo femminista o del femminismo vittimista, “a piazèr” (la stupenda Monica Vitti dei crauti) [ve la metto, perché merita] :

con quel marxismo può dire ciò che vuole e se tu non sei d’accordo, pronta la lettera scarlatta a la carte: sessista, misogino, misofobo. È un bel gioco che purtroppo non dura poco, gira in eterno e il trucco è elementare, sta nella probatio diabolica: come fai a discolparti da una colpa a senso unico, stabilita solo da chi si dice attaccato, juris et de jure, senza facoltà di prova contraria? Laura la profeta è tutto: parte lesa, pubblica ministera, giudicia, secondina e, se non dispiace, boia (tanto finisce con la “a”). Con quella bocca comunista può dire ciò che vuole, tu invece non puoi dire un accidente di niente, appena fiati sei nel peccato originale e lo sei perfino se taci. Perché chi tace acconsente. Insomma, sei maschio – non gender, maschio e basta – e di conseguenza brutto sporco e cattivo; se poi sei pure bianco e occidentale, apriti cielo, non hai speranze, meglio un maiale.

La profeta è Laura, le discepole sono tante. Con licenza di spaziare, prendiamo le solite due a caso, una è la inafferrabile Mara Carfagna alla quale altre femmine non perdonarono mai né i calendari della fase velina né i trascorsi berlusconiani, e lo fecero con accenti particolarmente osceni, su tutte la Sabina Guzzanti: tout est pardonne, lei ormai gravita nell’alone della sinistra arcobalenata e come tale è assurta al Cenacolo. [Di Sabina Guzzanti su Mara Carfagna avevo parlato qui RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI 1 al 9 luglio] Difatti non manca mai di lamentare quel sessismo, quel machismo che temporibus illis non poteva far valere, arrivandole come uno stormo di Stukas dalle donne.

L’altra, mutatis mutandis, è Meb, che non sta per un finanziamento europeo ma per Maria Elena Boschi, una che di sinistra, modestamente, vi nacque e dunque ha l’allenamento muscolare, appena la guardi lei scatta, sgrana gli occhioni blu e ti fulmina soave: ah, che sessista. Prima lo diceva anche dei Trav, i Vauro, gli altri vignettari o guitti Fattoidi che – ricordate, ai tempi delle disavventure bancarie di famiglia? – la ritraevano come una honky tonk woman, adesso non può più perché c’è alleanza nell’aria, sofferta, tormentata ma finché tiene… E così non le resta che additare, sinistramente, in genere il porco mondo maschio, tanto i bersagli si trovano, si trovano: Salvini, Trump, i sovranisti, “le destre”, il popolaccio che in banca ci entra con gli spiccioli, quella roba lì.

Ma quelle che hanno imparato meglio e più presto sono le parvenu del potere, è la novelle vague grillina, ecco qua una Lucia Azzolina che, catafratta all’autoridicolo, si intigna con Salvini: “Ah te la prendi con me perché sono donna e giovane”. E perché no bella, bellissima? No, me la prendo perché sei una incapace, ha replicato il Matteo milanese. “Ah, sessista, leghista”. A ruota un’altra grilletta, Laura Castelli, tallona: “Se la prendono con me perché sono donna”. No, te ne dicono di tutto e di peggio perché hai appena consigliato ai ristoratori di andare a morire ammazzati se non sanno cambiare mestiere. Ma il femminismo come via di fuga (non ho detto altro: ma fuga, fuga, fuga) incassa sempre e non paga mai. Poi è una foglia di fico che sta bene su tutte, dall’infantilismo saccente di Greta al sovversivismo di classe di Carola, alla imbecille o mascalzona di turno che scende in piazza bevuta a sputare in faccia alle divise. Funziona meno se per caso violentano, drogano e poi smembrano una sventurata sbandata, magari con l’intenzione di mangiarla per farla sparire del tutto. Ma sono dettagli, casi irrilevanti, tra femminismo e migrantismo vince il secondo.

Il femminismo è un pendolo tra vittimismo e opportunismo: Veronica Lario, già signora Berlusconi, venne crocifissa alle sue ville per anni dalla solita compagnia di giro del Trav, di Micromega (più micro, in verità), dei postcompagni sempre molto compagni della galassia giornalistica ztl, poi quando si scatenò, su Repubblica e in tribunale, contro il Cavaliere delle feste goderecce, le sentinelle del sessismo titolarono: grande Veronica, brava Veronica, una di noi Veronica. Senza pudore, more solito. Il femminismo di ridotta è un passepartout: una donna, o anche solo percipiente tale, può combinarne più di Carlo in Francia ma è inattaccabile: “Ah ce l’avete con me perché sono femmina; giudicatemi su quello che faccio”. Appunto: hai fatto e disfatto questo e quello e quest’altro. “Ah, visto? Ce l’hai con me perché sono donna”. Non se ne esce. Il femminismo vero è l’antifemminismo, è la donna, la femmina, la primaministra, come ti pare, che se ne frega di tutto, sì; Margaret Thatcher era invisa alle militanti in rosa perché le fulminava: “Il femminismo è veleno”.

Era donna, certamente: ma nessuno se n’è mai accorto, nel senso che nessuno si è mai sognato di attaccarla o difenderla per questioni ormonali; le andava benissimo, le facevano un mazzo tanto ma lei dura, imperturbabile, e la spuntava lei con la sua clamorosa cotonatura e il filo di perle polemicamente démode. Di un’altra enorme donna, Golda Meir, questa statista israeliana con due gonadi così*, è Indro Montanelli a raccontare un episodio definitivo: “Una volta mi fece vedere una lettera di Ben Gurion“, litigavano sempre: “sei la solita vecchia puttana corrotta”, c’era scritto nella lettera. La risposta: “Vecchia è vero, puttana non più delle altre, corrotta mai”. Artro che c*zzi, esclamerebbe il Marchese del Grillo. Senza vittimismo strategico, le donne erano più donne, artro che. Non si nascondevano, ricevevano un insulto e, nel loro modo inarrivabile per i maschi bovini, lo restituivano con una caterva d’interessi. Senza imbrogli, senza lagne, con una boccata di sigaretta: game over. (qui)

* Espressione che detesto come poche altre al mondo. Dire, per mostrare apprezzamento nei confronti di una donna, che ha le palle, è espressione del più schifoso e becero maschilismo fallocratico e fallocentrico, convinto che i propri pendagli siano il meglio del meglio della creazione, scrigno di ogni virtù. Quando lo dicono a me mi incazzo di brutto. E meno altrettanto di brutto.

E adesso che vi siete divertiti con le ochette femministe, andate a leggere anche questo, perché, se vogliamo sopravvivere, la lotta sarà dura, ed è meglio sapere che cosa ci aspetta ed esservi preparati.

barbara

SONO SOLO CANZONETTE?

Dammi il tuo amore, non chiedermi niente, dimmi che hai bisogno di me

Cioè la sciagurata di turno dovrebbe dare tutto, non chiedere niente in cambio e in più, come se non bastasse, fare anche finta di essere lei ad avere bisogno di lui? (vai caro, vai, che con diecimila lire la trovi quella che ti dice micio bello e bamboccione, vai)

Io camminerò, tu mi seguirai; io lavorerò, tu mi aspetterai; non mi domandare dove io ti porterò; e una sera impazzirò quando mi dirai che un figlio avrai – avrò

Non sia mai che possa capitarci di fare qualcosa insieme, diocenescampieliberi! (vai caro, vai, che con diecimila lire la trovi quella che ti dice micio bello e bamboccione, vai)

Io non ti voglio: ti pretendo! Tu sei l’unico diritto che ho.

(vai caro, vai, che con diecimila lire la trovi quella che ti dice micio bello e bamboccione, vai)

Bugiardo … incosciente … le altre … giorni tristi e bui … ti svegli e al tuo richiamo rispondo sono qui amore mio ti amo

Sì, lo so, la canta una donna. Ma il testo lo ha scritto un uomo, proiettandovi le sue aspirazioni, ad avere non una compagna bensì uno zerbino (vai caro, vai, che con diecimila lire la trovi quella che ti dice micio bello e bamboccione, vai)

Aveva una donna, lasciò anche lei … cominciò così a fare il vagabondo girando paesi e città … ritornò così a fare il vagabondo girando paesi e città … Senza
un soldo in tasca tornò ancora verso casa … davanti alla sua porta c’era lei che lo aspettava tutto come prima

Cioè uno prende va gira (vede gente, fa cose…), sta via trent’anni, si sputtana tutti i soldi, poi quando è ben bene spompato da tutti i punti di vista prende su, torna a casa, e lo zerbino è lì davanti alla porta che lo aspetta e tutto ricomincia con un heri dicebamus come se non fosse successo niente? (vai caro, vai, che con diecimila lire la trovi quella che ti dice micio bello e bamboccione, vai)

Puoi farmi piangere … puoi farmi tutto quello che vuoi … puoi abbracciare tutte le donne che vuoi … puoi calpestarmi …puoi farmi anche soffrire di più

Ecchecc…! (vai caro, vai, che con diecimila lire la trovi quella che ti dice micio bello e bamboccione, vai)

Per non parlare di quello che ti sveglia alle tre di notte per dirti

e se stai male arrangiati bella mia

(vai caro, vai, che con diecimila lire la trovi quella che ti dice micio bello e bamboccione, vai)

Decisamente meglio, molto meglio così:

barbara